Coppa Internazionale | |
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Sport | Calcio |
Tipo | torneo per nazioni |
Continente | Europa |
Cadenza | nessuna cadenza precisa |
Partecipanti | da 5 a 6 |
Formula | girone all'italiana |
Storia | |
Fondazione | 1927 |
Soppressione | 1960 |
Numero edizioni | 6 |
Ultimo vincitore | Cecoslovacchia |
Record vittorie | Italia (2) |
La Coppa Internazionale (nella prima edizione anche Coppa Antonín Švehla, nell'ultima edizione anche Coppa Dr. Gerö) è stata la prima competizione continentale per squadre nazionali di calcio regolarmente disputata in Europa, la quale metteva di fronte le compagini nazionali dell'Europa centrale (che in quegli anni erano tra le squadre più forti al mondo) e la nazionale italiana. Della coppa, che costituisce un importante precursore del campionato europeo per nazioni, si disputarono sei edizioni, dal 1927 al 1960. La competizione è stata vinta due volte dall'Italia, e una volta ciascuno da Austria, Ungheria e Cecoslovacchia (dal computo è esclusa l'edizione interrotta nel 1938 a seguito dell'annessione dell'Austria alla Germania).
Negli anni venti il gioco del calcio stava uscendo dal suo periodo pionieristico e, come molti altri sport, andava superando i confini delle singole nazioni nel tentativo di organizzare competizioni che mettessero a confronto in maniera organica e sistematica le scuole dei rispettivi paesi. Hugo Meisl, dirigente e allenatore della federazione austriaca aveva già ideato e organizzato la Coppa Mitropa, competizione per squadre di club, vera e propria antesignana della Coppa dei campioni. Sempre lui concepì e organizzò un'analoga competizione per squadre nazionali: la Coppa Internazionale (in tedesco: Europapokal der Fußball-Nationalmannschaften).
I quattro membri fondatori della competizione furono Austria, Italia, Cecoslovacchia e Ungheria, vale a dire quelle federazioni le cui squadre nazionali dominavano al tempo il calcio continentale europeo, il torneo eleggeva la migliore formazione nazionale dell'Europa centrale. A queste squadre si associò anche la Svizzera.
Questa competizione rappresentò in qualche modo la consacrazione delle massime potenze calcistiche europee di allora. Infatti, ad eccezione del campionato del mondo del 1930 in Uruguay, i nomi delle cinque partecipanti al torneo (Svizzera inclusa) erano sempre comparsi sul podio delle più importanti manifestazioni degli anni venti e trenta: tornei olimpici e campionati del mondo di calcio.
Il calcio cosiddetto "danubiano", fondato sul dinamismo dei ruoli e sul possesso di palla, era additato come esempio di stile e di eleganza, mentre quello italiano, forse più utilitaristico, era però destinato a mietere i maggiori allori planetari, laureandosi campione del mondo nel 1934 e nel 1938 e campione olimpico nel 1936. All'appello mancavano gli inglesi, che però si ostinavano a non partecipare ad alcuna competizione ufficiale, ad eccezione del tradizionale Home championship che li vedeva contrapposti alle altre nazionali britanniche.
La prima edizione fu vinta dall'Italia, che precedette di un unico punto la squadra austriaca.
In palio per il vincitore c'era una particolare coppa in cristallo di Boemia donata dall'ex primo ministro cecoslovacco Antonín Švehla, per cui nella prima edizione fu nota anche come "Coppa Švehla". Il primo esemplare del trofeo si ruppe cadendo a terra poco dopo essere stato vinto dagli italiani. Secondo un aneddoto riportato da più fonti pare che Vittorio Pozzo ne conservasse sempre una scheggia in tasca come portafortuna personale.
Il torneo ebbe un enorme successo e ne fu subito organizzata una seconda edizione, disputata nel biennio 1931-1932, nella quale il Wunderteam austriaco rese la pariglia all'Italia vincendo il torneo e relegando gli Azzurri al secondo posto.
La terza edizione fu ancora appannaggio dell'Italia, e fu ancora una lotta a due con la forte nazionale d'oltralpe. La nazionale italiana perse con l'Austria a Torino per 2-4 nel febbraio del 1934, ma seppe ottenere una decisiva vittoria per 0-2 (doppietta di Silvio Piola al suo esordio in azzurro) a Vienna tredici mesi dopo. La quarta invece venne interrotta dopo le prime partite a causa dell'annessione dell'Austria da parte della Germania nazista. Negli anni successivi, anche a causa delle vicende belliche, il torneo non fu più disputato.
Già pochi mesi dopo la conclusione della guerra i paesi europei che avevano precedentemente animato il torneo si attivarono per rilanciarlo: la nuova edizione, la quinta, venne disputata a partire dal 1948. Le difficoltà dovute agli anni dell'immediato dopoguerra imposero però una scansione eccessivamente dilatata delle partite. Era iniziata la guerra fredda: Ungheria e Cecoslovacchia andarono incontro a un cambiamento di regime e finirono oltre la cortina di ferro. Questi avvenimenti estranei al calcio resero estremamente difficile l'organizzazione della competizione. Ci vollero quasi cinque anni per completare il ciclo degli incontri: alla fine prevalse l'Ungheria di Ferenc Puskás (capocannoniere con dieci reti), che conquistò così il suo unico alloro. La nazionale italiana, reduce dalla tragedia di Superga, non seppe andare oltre il penultimo posto, appena sopra la Svizzera, tradizionale "materasso" del torneo.
La Coppa Internazionale venne disputata per la sesta e ultima volta sotto l'egida della neonata UEFA, includendovi anche la Jugoslavia. La competizione si trascinò stancamente per sei anni (1955-1960) alla fine dei quali prevalse una Cecoslovacchia in netta ascesa (sarebbe diventata vicecampione del mondo di lì a due anni). L'Italia fu ancora relegata al penultimo posto, migliore soltanto della debole Svizzera.
La coppa disputata in questo periodo è stata intitolata alla memoria del dottor Josef Gerö, dirigente della federcalcio austriaca morto nel 1954. Questa intitolazione ha fatto sì che alcuni annuari statistici estendessero erroneamente la denominazione "Coppa dr. Gerö" anche alle edizioni disputate nell'anteguerra.
Con il completamento della sesta edizione, nel 1960, la Coppa Internazionale, che ormai aveva perso molto del suo significato e interesse, venne sostituita da una competizione più organica: il Campionato d'Europa per Nazioni organizzato direttamente dalla federazione continentale.
Anni | Classifica | |||||
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Squadra vincitrice | Punti | Secondo posto | Punti | Terzo posto | Punti | |
1927-1930 Dettagli |
Italia |
11 |
Cecoslovacchia Austria |
10 |
Ungheria[2] |
9 |
1931-1932 Dettagli |
Austria |
11 |
Italia |
9 |
Ungheria |
8 |
1933-1935 Dettagli |
Italia |
11 |
Austria |
9 |
Ungheria |
9 |
1936-1938 Dettagli |
La competizione venne interrotta a causa dell'annessione dell'Austria alla Germania nazista il 12 marzo 1938. | |||||
1948-1953 Dettagli |
Ungheria |
11 |
Cecoslovacchia |
9 |
Austria |
9 |
1955-1960 Dettagli |
Cecoslovacchia |
16 |
Ungheria |
15 |
Austria |
11 |
Edizione | Capocannonieri | |||||
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Cannoniere | Gol | |||||
1927-1930 |
Julio Libonatti Gino Rossetti |
6 | ||||
1931-1932 | István Avar | 8 | ||||
1933-1935 |
Leopold Kielholz György Sárosi |
7 | ||||
1936-1938 | György Sárosi | 10 | ||||
1948-1953 | Ferenc Puskás | 10 | ||||
1955-1960 | Lajos Tichy | 7 |
N. | Nome | Squadra | Gol |
---|---|---|---|
1 | György Sárosi | Ungheria | 17 |
2 | Ferenc Puskas | Ungheria | 15 |
3 | František Svoboda | Cecoslovacchia | 12 |
4 | André Abegglen | Svizzera | 11 |
5 | István Avar | Ungheria | 10 |
6 | Giuseppe Meazza | Italia | 8 |
Max Abegglen | Svizzera | 8 | |
8 | Matthias Sindelar | Austria | 7 |
Ferenc Deák | Ungheria | 7 | |
Silvio Piola | Italia | 7 | |
Julio Libonatti | Italia | 7 | |
Leopold Kielholz | Svizzera | 7 | |
Lajos Tichy | Ungheria | 7 | |
14 | Oldřich Nejedlý | Cecoslovacchia | 6 |
Josef Bican | Austria | 6 | |
Sandor Kocsis | Ungheria | 6 |
Nazione | Vittorie | Anni |
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Italia | 2 | 1927-1930, 1933-1935 |
Austria | 1 | 1931-1932 |
Ungheria | 1 | 1948-1953 |
Cecoslovacchia | 1 | 1955-1960 |