CONI

Comitato olimpico nazionale italiano
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Fondazione 1914
Giurisdizione Italia
Nazione Bandiera dell'Italia Italia
Confederazione Comitato Olimpico Internazionale (dal 1915)
Sede Bandiera dell'Italia Roma
Presidente Bandiera dell'Italia Giovanni Malagò
Sito ufficiale www.coni.it

Il Comitato olimpico nazionale italiano o CONI è l'organismo di governo dello sport in Italia.

Nacque nel 1914 come organismo privato allo scopo di organizzare la presenza olimpica degli atleti italiani, divenne successivamente l'organizzazione di raccordo di tutte le federazioni sportive nazionali, ruolo che ricopre tuttora sotto la veste giuridica di ente pubblico non economico sotto la vigilanza della presidenza del Consiglio dei ministri.

Nonostante la vigilanza governativa il CONI non risponde in sede politica di questioni riguardanti l'ambito sportivo in linea con le disposizioni del Comitato Olimpico Internazionale che obbliga i comitati dei Paesi membri all'indipendenza dal potere governativo.

Storia

La nascita

Il 16 giugno 1894 fu costituito il Comitato interministeriale dei Giochi Olimpici, poi diventato Comitato Olimpico Internazionale (CIO) e nel 1907 vi fu la costituzione del primo Comitato nazionale olimpico (CNO) in Italia, riconosciuto dal CIO l'anno seguente.

Il Comitato Olimpico Nazionale Italiano nacque nel 1914, come ente privato con lo scopo di organizzare, di volta in volta, la partecipazione di atleti italiani alle Olimpiadi. Primo presidente della storia del "Comitato Olimpico Nazionale Italiano" fu il marchese Carlo Compans de Brichanteau, deputato del Regno, che in precedenza era stato a capo dei Comitati temporanei organizzati rispettivamente per le Olimpiadi del 1908 e del 1912.[1]

Nel fascismo

Nello statuto del 1921 fu approvata la proposta di far funzionare il CONI in determinate circostanze come "Federazione delle Federazioni sportive". Tale innovazione fu portata a compimento nel 1927, quando il Comitato fu riconosciuto a tutti gli effetti come l'organo a capo dell'intera attività sportiva italiana.[2] Il fascismo puntò sullo sport per "l'elevazione fisica e morale degli italiani" e il movimento sportivo fu valorizzato e utilizzato anche per fini propagandistici. Lo stesso segretario del PNF Achille Starace fu contemporaneamente, dal 1933 al 1939, anche presidente del CONI. Il regime fascista, durante la presidenza di Raffaele Manganiello, con la legge 16/2/1942, n. 426, riconobbe il CONI come ente di diritto pubblico con personalità giuridica e con organi territoriali; da qui l'istituzione dei comitati provinciali e regionali. Tale inquadramento normativo è rimasto sostanzialmente invariato per oltre mezzo secolo.

Il dopoguerra

Commissario straordinario del CONI fra il 1944 ed il 1946 fu nominato Giulio Onesti scelto dal governo Bonomi e confermato dal governo Parri.

Nominato per liquidare il CONI, anche con l'aiuto di Adriano Ossicini e di altri appassionati (Bruno ZauliMario Mazzuca, Bruno Fabjan, Mario Saini, Marcello Garroni, Luigi Chamblant, Sisto Favre e altri), Onesti riuscì ad evitarlo ed a rilanciare questo ente nell'Italia liberale e democratica. Portò gli uffici allo Stadio delle Terme di Caracalla. Nel novembre 1945, soppressi i contributi statali all'ente sportivo, ideò la gestione dei Concorsi pronostici sugli avvenimenti sportivi attraverso la SISAL, con l'introduzione del Concorso pronostici Totocalcio, passato nel 1948 alla gestione diretta del CONI. Nel 1965 Onesti ottiene dal Parlamento l'approvazione della legge per la ripartizione degli introiti del Totocalcio suddivisi al 50% fra CONI e Stato.[3]

Onesti divenne presidente del CONI il 27 luglio 1946, con una nomina voluta dal presidente del Consiglio Alcide De Gasperi e convalidata il 10 agosto 1947 dal Consiglio Nazionale del CONI. Nel marzo 1951 Onesti trasferì la sede del CONI al palazzo H del Foro Italico.[4]

Notevole il suo contributo per l'ampliamento della già esistente Biblioteca del CONI di Roma costituita nel 1940 da Bruno Zauli. Onesti si impegnò personalmente in una campagna di raccolta di documenti e libri sportivi a partire dal 1947 portando la Biblioteca a possedere la più ampia ed esaustiva raccolta, in Italia, specializzata nello sport e nell'educazione fisica, composta da circa 35.000 volumi, tra cui un fondo antico, oltre 2.000 testate di periodici, per metà italiani e per l'altra metà stranieri, e 39 quotidiani.

Durante la sua presidenza all'Italia furono assegnati dal Comitato olimpico internazionale i Giochi Olimpici Invernali di Cortina d'Ampezzo nel 1956 e i primi Giochi olimpici di Roma 1960. Nel 1966 nasce la Scuola centrale per i Maestri dello sport. Nel 1968 nascono i Giochi della Gioventù.

Onesti restò presidente fino al 1978, quando fu dichiarato ineleggibile da una nuova legge e fu sostituito da Franco Carraro, in quel momento presidente della FIGC. Nel 2003 viene fondata CONI Servizi, società controllata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, che svolgeva le sue attività prevalentemente a favore del CONI.

Con il decreto legislativo 23/07/1999, n. 242, cosiddetta “legge Melandri”, avente ad oggetto il riordino del CONI, poi con la legge 8/08/2002, n. 178, contenente una norma di riassetto del CONI e, poi ancora, con il decreto legislativo 8/01/2004, n. 15 (riforma "Pescante"), recante modifiche ed integrazioni del riordino attuato nel 1999, si è pervenuti all'attuale assetto istituzionale del Comitato. Nel 2015 partecipa alla costituzione dell'organismo indipendente antidoping NADO Italia. Nel 2019 CONI Servizi, ridenominata Sport e Salute, non svolge più attività prevalentemente a favore del CONI, bensì a favore dell'Autorità di Governo competente in materia di sport.

Federazioni e discipline

Il CONI riconosce:

Lo sport per disabili è affidato al Comitato Italiano Paralimpico (CIP), da cui dipendono 20 Federazioni Sportive Paralimpiche.[7]

Sono affiliate al CONI 95.000 società sportive che contano 11 milioni di tesserati.

Le 47 federazioni sportive nazionali riconosciute sono:

Organigramma

Lo stesso argomento in dettaglio: Presidenti del Comitato olimpico nazionale italiano.

Gli organi di governo del CONI sono la Giunta il Consiglio nazionale.

Per il quadriennio 2021-2025 la giunta è composta da:

Società partecipate

Componenti italiani del CIO

Il primo componente italiano del CIO fu il conte napoletano Mario Lucchesi-Palli, che partecipò al I congresso della Sorbona, venendo eletto all'assemblea, da cui, però, si dimise pochi mesi dopo. Suo successore fu un altro napoletano, il duca Riccardo Carafa d'Andria, anch'egli testimone della nascita del CIO e presente, in qualità di dirigente, alle prime olimpiadi del 1896 ad Atene.

Durante più di 110 anni sono stati molti gli italiani ad essersi susseguiti all'assemblea del CIO e ad essere stati attivi partecipi dell'evoluzione del movimento sportivo internazionale. Fra questi tocca in particolare citare Paolo Thaon di Revel, il quale si batté strenuamente - e con efficacia - per far assegnare all'Italia i giochi invernali del 1956 e quelli estivi del 1960.

Gli italiani che attualmente fanno parte dell'assemblea del CIO sono 3 e, precisamente, Giovanni MalagòIvo Ferriani e Federica Pellegrini. Sono invece Membri Onorari del CIO, Franco Carraro (membro CIO dal 1982), Mario Pescante (membro CIO dal 1994) ed Emanuela Di Centa.

Loghi storici

Onorificenze sportive concesse dal CONI

Lo stesso argomento in dettaglio: Onorificenze del Comitato olimpico nazionale italiano.

Voci correlate

Onorificenze sportive italiane

Le onorificenze sportive italiane sono riconoscimenti sportivi conferiti sia dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) che dalle singole federazioni sportive italiane (civili e militari) ad atleti, personalità varie e società che si siano distinti per le vittorie in campo nazionale e internazionale o che abbiano contribuito alla diffusione e al prestigio dello sport italiano in qualsiasi ambito.

Il conferimento delle onorificenze stesse è regolato dalle delibere che il CONI o le singole federazioni emettono al riguardo.

Onorificenze conferite dal CONI

Lo stesso argomento in dettaglio: Onorificenze del Comitato olimpico nazionale italiano.

Onorificenze conferite dalle federazioni sportive

Federazione Italiana di Atletica Leggera

In base all'articolo 2 del proprio regolamento onorificenze, la Federazione Italiana di Atletica Leggera (FIDAL) conferisce[1]:

  • Quercia al merito atletico: articolata su 3 classi (in ordine crescente Quercia di 1º, di 2º e di 3º grado), destinata a tesserati che si siano contraddistinti per lunga e benemerita attività in favore dell'atletica italiana. La classe obbligatoria di prima assegnazione è il 1º grado, salvo casi eccezionali e particolari autorizzati dal consiglio federale della FIDAL[1].
  • Benemerenze per i giudici di gara: conferite dal consiglio federale su proposta presidenziale, sono anch'esse articolate su tre gradi crescenti dal primo al terzo. Sono assegnate alla fine dell'anno pari di un biennio e premiano quei giudici di gara contraddistintisi per indiscutibili qualità tecniche e morali. A seconda del grado è necessario avere rivestito l'incarico per rispettivamente dieci, quindici e venticinque anni nonché avere ricoperto cariche in seno al Gruppo Giudici Gare[1].
  • Riconoscimenti per gli atleti Azzurri: qualifica onorifica di "Azzurro" riservata agli atleti che abbiano prestato giuramento olimpico o ai campionati del mondo, europei o altra manifestazione ufficiale per squadre nazionali[1].
  • Onorificenze per società: scudetto da rivestire sulle maglie per il periodo di detenzione del titolo di campione d'Italia[1].
  • Benemerenze per i tecnici: riconoscimento per i tecnici che abbiano svolto attività benemerita per almeno 20 anni[1]; gli assegnatari sono segnalati al CONI per concorrere al conferimento della palma al merito tecnico[1].
  • Premi speciali Bruno Zauli – Alfredo Berra – Paolo Rosi: il primo, intitolato a Bruno Zauli, premia cumulativamente un atleta FIDAL e un atleta e una squadra di altra federazione; il premio Alfredo Berra; i premi intitolati ai giornalisti Alfredo Berra e Paolo Rosi, altresì, sono riservati a non tesserati FIDAL attivi nel campo della comunicazione che abbiano, tramite la propria attività professionale, contribuito a una corretta informazione sull'atletica[1].
  • Pantheon dell’atletica

Inoltre, in base all'articolo 8 (e art. 2.10) del Regolamento dei tecnici di atletica leggera, approvato dalla Giunta Nazionale del CONI[2], può essere conferito da parte del Consiglio Federale {comune anche nei rispettivi regolamenti della Federazione Italiana Pallacanestro (FIP) con gli «artt. 15/15bis»[3], della Federazione Italiana Pallavolo (FIPAV) con l'«art.104»[4], della Federazione Italiana Hockey (FIH) con l'«art. 16»[5]}:

  • Allenatore Benemerito: di valenza meramente onorifica, è riservato agli Allenatori Specialisti, resisi particolarmente meritevoli per l'attività svolta in qualità di tecnici nell'ambito della Federazione e secondo le seguenti modalità:

a) requisiti minimi:

  • almeno 30 anni di tesseramento come tecnico di Atletica Leggera;
  • con il livello di Allenatore Specialista all'atto del riconoscimento.

b) in possesso di almeno uno dei seguenti requisiti:

  • allenatore di atleti che hanno vestito la maglia azzurra alle Olimpiadi, ai Campionati Mondiali ed Europei outdoor ed indoor e di atleti vincitori di medaglie ai Campionati Europei (Under 23), ai Mondiali Giovanili (Under 18 / Under 20);
  • autore di pubblicazioni di particolare interesse tecnico - scientifico, che hanno contribuito alla crescita del patrimonio culturale dell'atletica leggera, con particolare riferimento alle pubblicazioni di Atletica Studi[6];
  • Direttore o Commissario tecnico delle squadre nazionali per almeno un quadriennio;
  • responsabile Nazionale di Specialità per almeno due quadrienni;

Federazione Italiana Sport Orientamento

  • Lanterna d'oro, lanterna d'argento, lanterna di bronzo
  • Targa Vladimir Pacl
  • Targa Alois Lantschner

Federazione Ciclistica Italiana

  • Al merito del ciclismo d'oro, d'argento e di bronzo

Onorificenze FIS

  • Scudo d'onore d'oro, d'argento e di bronzo (riservato alle società ed associazioni sportive)
  • Distintivo d'onore d'oro, d'argento e di bronzo (riservato ai dirigenti)
  • Maschera d'onore d'oro, d'argento e di bronzo (riservato ai maestri di scherma)
  • Lama d'onore d'oro, d'argento e di bronzo (riservato agli atleti)

Benemerenze FMSI

  • Leonardo da Vinci d'oro, d'argento e di bronzo

Onorificenze CIK

  • Attestato di Benemerenza

Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali

  • Medaglia d'onore al merito sportivo[7]
  • Athlon d'oro[7]

Federazione Italiana Pesistica

  • Certificato di merito[8]

Federazione Italiana Rugby

La F.I.R. (Federazione Italiana Rugby) conferisce, in ordine di rango:

  • la benemerenza Pro singulari merito, istituita nel corso del consiglio federale dell'8 ottobre 2004[9], «riservato a dirigenti, tecnici, ufficiali di gara, giocatori e giornalisti, che si sono particolarmente distinti con azioni, attività, articoli e testimonianze nel campo della palla ovale, nazionale e internazionale»[9];
  • gli Ovali al merito ordinari, ripartiti in quattro classi (d'oro con fronda, d'oro, d'argento e di bronzo) e la cui più recente regolamentazione è quella stabilita nella delibera del consiglio federale della F.I.R. del 21 febbraio 2014[10]. Sono riservati a chi abbia svolto comprovata attività (atletica, tecnica, di promozione) nel rugby, a seconda della classe di benemerenza cui si concorre, per rispettivamente quaranta, trenta, venti e quindici anni e l'organismo deputato a vagliare e sottoporre alla Federazione le candidature è il C.I.A.R. - Club Italia Amatori Rugby[10].
  • gli Ovali al merito straordinari, regolamentati dalla stessa delibera di cui ante[10] e sempre sotto la supervisione del C.I.A.R., sono in classe unica e vengono assegnati in misura non superiore a cinque per anno a coloro che siano idonei per l'Ovale d'oro con fronda ma possano vantare inoltre il conseguimento di «particolari e comprovati meriti, per importanza, rilevanza e qualità, a livello nazionale e/o internazionale»[10].

Federazione Italiana Tiro con l'arco

In ordine di rango, le onorificenze conferite dalla FITArco (Federazione Italiana Tiro con l'arco) sono[11]:

  • Targa al merito sportivo, in classe unica, riservata ai campioni olimpici e/o mondiali; a dirigenti sportivi insigniti d'Arco d'oro che abbiano dato prestigio all'arco italiano, nonché a sodalizi sportivi anch'essi in possesso d'Arco d'oro, attivi da almeno cinquant'anni, vitoriosi in campo internazionale e nazionale.
  • Arco al merito sportivo, che consta di tre classi (d'oro, d'argento e di bronzo), inteso a premiare società, sportivi, anche stranieri, e persone che abbiano operato per il prestigio e la propaganda del tiro con l'arco. Per i tre gradi di benemerenza le società devono avere continuativamente svolto tale attività rispettivamente per 30, 25 e 20 anni, mentre le persone rispettivamente 25, 15 e 10 anni.
  • Freccia al valore atletico, anch'essa costituita da tre classi (d'oro, d'argento e di bronzo). Premia gli atleti che, pur non vincendo, abbiano ottenuto piazzamenti di rilievo in gare olimpiche o mondiali; in particolare la Freccia d'oro è conferita agli atleti vincitori di argento olimpico; quella d'argento ai bronzi olimpici e ai piazzati secondi e terzi a competizioni mondiali, nonché ai campioni europei; quella di bronzo ai finalisti olimpici dal quarto all'ottavo posto, ai piazzati dal quarto al sesto posto di un torneo mondiale, al secondo o terzo posto di un campionato europeo o che abbiano venti presenze ufficiali in nazionale di tiro con l'arco.
  • Stella FITArco, che vanta 6 classi: di diamante, di rubino, di platino, d'oro, d'argento e di bronzo e si assegna alle società che nel corso della loro attività raggiungano rispettivamente i 100, 75, 50, 20, 10 e 5 titoli italiani con i loro atleti.
  • Medaglia d'onore: si tratta di un'onorificenza conferita su base regionale o provinciale, e si articola su tre classi (d'oro, d'argento e di bronzo). Premia società, allenatori, arbitri e dirigenti mai insigniti in precedenza con alcuna onorificenza nazionale della FITArco, e vengono conferite a cura dei comitati regionali. Per concorrere a tale riconoscimento, a seconda della classe le società devono essere attive rispettivamente da 15, 12 e 10 anni, mentre le persone rispettivamente da 8, 5 e 3.

Unione Italiana Tiro a Segno

La Medaglia di benemerenza del tiro a segno nazionale fu istituita con l'articolo 20 della legge 17 aprile 1930, n. 479 Riforma della legge sul tiro a segno nazionale[12] e la sua concessione era normata dagli articoli 87-91 del successivo regio decreto 2051/1933[13].

Si trattava di un riconoscimento militare, in quanto la forma giuridica dell'Unione Italiana Tiro a Segno è quella di ente pubblico sotto la vigilanza del ministero della difesa[14].

Constava di due classi, medaglia d'oro e d'argento, e, come recitava l'art. 87 del regolamento di esecuzione[13], era riservata «[…] alle sezioni che diano prova del miglior funzionamento, per organizzazione, per numero di iscritti, per i risultati delle gare da esse indette e per l'attività e propaganda sportiva svolta […]; ai membri dei consigli direttivi o della direzione del tiro, compresi i commissari, e ai segretari, che per operosità, spirito organizzativo e passione per l'istituzione siansi resi benemeriti della sezione e abbiano proficuamente contribuito, ciascuno nell'ambito delle proprie attribuzioni, ad assicurarne l'incremento; c) ai tiratori che eccellino in modo particolarmente distinto per valenza e per risultati conseguiti, specialmente nelle competizioni all'estero»[13].

Fu abrogata con il decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, Codice dell'ordinamento militare[15].

Faleristica