Serie D

Serie D
Serie D 2020.png
Sport Football pictogram.svg Calcio
Tipo Club
Federazione FIGC
Paese Italia Italia
Organizzatore Lega Nazionale Dilettanti
Titolo Campione d'Italia di Serie D
Cadenza annuale
Apertura settembre
Chiusura maggio
Partecipanti 166 squadre[1]
Formula 9 gironi all'italiana + play-off e play-out
Promozione in Serie C
Retrocessione in Eccellenza
Sito Internet seried.lnd.it
Storia
Fondazione 1948-1949 (come Promozione)
Numero edizioni 73
Detentore Recanatese
Record vittorie Siena (2)
Ultima edizione Serie D 2021-2022
Edizione in corso Serie D 2022-2023
Scudetto.svg
Scudetto tricolore

Il campionato nazionale Serie D,[2] colloquialmente abbreviato in Serie D, è una divisione semiprofessionistica, la quarta nonché ultima serie nazionale del campionato italiano di calcio, gestita dal Dipartimento Interregionale della Lega Nazionale Dilettanti.

Formula e regolamento

Le società partecipanti alla Serie D sono ripartite in 9 gironi organizzati in base a criteri geografici.

Per le situazioni di parità in classifica, a partire dalla stagione 2011-2012, viene utilizzato il criterio della classifica avulsa,[3] mentre lo spareggio è previsto soltanto in caso di parità al primo posto: l'articolo 51 delle N.O.I.F. dispone che è da disputarsi in gara unica e campo neutro. Se tre o più squadre chiudono la stagione regolare in prima posizione, i risultati degli scontri diretti determinano quali sosterranno l'incontro.

Promozioni in Serie C e Scudetto Serie D

La prima classificata di ogni girone è promossa in Serie C e accede allo Scudetto Serie D per l'assegnazione del titolo di Campione d'Italia della Lega Nazionale Dilettanti.[4] Le squadre giunte dal secondo al quinto posto partecipano invece ai play-off, i cui vincitori affrontano le finaliste e una semifinalista della Coppa Italia Serie D. In tal modo, viene stilata una graduatoria delle eventuali candidate a subentrare in Serie C, nel caso di rinuncia o di mancata iscrizione al campionato.

  • Scudetto Serie D: le nove squadre vengono divise in tre gironi da tre formazioni ciascuno, giocando due incontri, di cui uno in casa e l'altro in trasferta. Le tre vincenti dei gironi e la migliore seconda partecipano alle semifinali, con gare in gara secca così come la finale.

Per la finale è invece prevista l'immediata esecuzione dei rigori, qualora al termine dei 90' regolamentari il risultato sia in parità.

  • Play-off: ogni turno viene disputato in gara unica. La seconda e la terza classificata sono ammesse, rispettivamente, alla finale e alla semifinale, mentre la quarta e la quinta si affrontano nel turno preliminare. In ogni partita la squadra con il miglior piazzamento nella stagione regolare gode del fattore campo e prevale in caso di parità al termine dei supplementari, non essendo previsti i rigori.

Retrocessioni in Eccellenza

Per ogni girone sono previste 4 retrocessioni nel campionato di Eccellenza: le ultime due direttamente, le altre attraverso i play-out tra le squadre classificate dal terzultimo al sestultimo posto, sempre che il distacco in classifica non sia uguale o superiore a 8 punti.

Anche in questo caso non sono previsti i rigori e in caso di parità al 120' prevale la squadra che ha raggiunto la miglior posizione nella stagione regolare.

Storia

L'antenata della Serie D non nasce, come da più parti erroneamente ritenuto, nel 1952[5] con la riforma del calcio italiano di quell'anno, ma nel 1948 con la riforma del campionato di Serie C, al quale partecipano un numero assolutamente sproporzionato di squadre, e con la contestuale istituzione della Promozione. In quell'anno, infatti, il presidente federale Ottorino Barassi propone di resettare la struttura della piramide calcistica italiana, riportandola, come già si era fatto nel 1935, alla situazione del 1929. Se però la Seconda Divisione, congegnata da Leandro Arpinati tra il 1928 e il 1929, perde nel giro di due anni il suo carattere interregionale per essere assegnata all'ambito regionale, nel 1948 Barassi vuole che la Promozione mantenga come quarta serie un respiro più ampio di quello localistico. Il campionato viene quindi gestito da tre diverse Leghe Interregionali, le stesse che si erano sobbarcate gli ultimi due tornei di Serie C. La manifestazione vuole riesumare non solo nel nome, ma anche nella sostanza quella Promozione che era stata soppressa nel 1922: il valore delle squadre cui vi partecipano nei due casi è infatti equivalente, essendo del tutto simile la numerosità delle società partecipanti alle categorie ad esse superiori.

Il campionato diviene poi la IV Serie nel 1952,[6] quando le tre leghe vengono unificate in un'unica Lega Nazionale IV Serie che organizza 8 gironi. Nel 1957 una convulsa lotta di potere nella FIGC dà vita al Campionato Interregionale, mentre è del 1959 la nascita della vera e propria Serie D su 6 gironi gestiti dalla Lega Nazionale Semiprofessionisti di Firenze. Dal 1967 si passa a una formula a 9 gironi.

Nel 1978, con la riforma della Lega Nazionale Semiprofessionisti, la Serie C viene sdoppiata in Serie C1 e Serie C2 e il campionato di Serie D diventa il quinto livello del calcio italiano, il terzo semiprofessionistico, organizzato su 5 gironi. A partire dalla stagione 1981-1982 una riforma dei campionati porta alla trasformazione della Lega Nazionale Semiprofessionisti in Lega Nazionale Serie C, con C1 e C2 che diventano professionistiche, mentre la Serie D si trasforma nel Campionato Interregionale, strutturato su 12 gironi, e passa di competenza alla Lega Nazionale Dilettanti, che a sua volta ne demanda la gestione al Comitato Nazionale per l'Attività Interregionale costituito appositamente.[7] Il campionato assume la configurazione a 162 squadre e 9 gironi a partire dalla riforma del 1992, anno in cui cambia nome in Campionato Nazionale Dilettanti (CND), per poi tornare al nome di Serie D nel 1999.

Con la riforma dei campionati della Lega Pro, a partire dalla stagione 2014-2015 la Serie D torna ad essere, come fino al 1978, il quarto livello del calcio italiano.

 

Al termine delle stagioni tra il 1953 e il 1958 e a partire dal 1992, viene disputata una fase finale coinvolgente le squadre vincitrici di ogni girone che assegna un titolo nazionale di categoria. Il trofeo ha assunto in sequenza il nome di Scudetto IV SerieTitolo di Lega InterregionaleScudetto Dilettanti e infine Scudetto Serie D.

Fra il 1988 e il 1992, inoltre, si è disputata una poule ufficiale, denominata Trofeo Jacinto, che decretava il campione d'Italia Interregionale. La Lega Nazionale Dilettanti, tuttavia, non riconosce la competizione come uno scudetto di categoria, bensì come un titolo alternativo.[8]

Squadre partecipantiMagnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Squadre partecipanti al campionato di Serie D.

Alle diverse edizioni disputate a partire dalla stagione 1948-1949 hanno partecipato un numero di squadre variabile da un minimo di 108 ad un massimo di 236. Tutte le 20 regioni italiane sono state rappresentate in Serie D da almeno una società, con l'aggiunta del club estero di San Marino.

Statistiche e record

  • Il record di partecipazioni appartiene al Cuneo con 47 stagioni disputate.
  • Il record di partecipazioni consecutive (25) appartiene alla Fermana (dal 1959-60 al 1983-84).
  • La regione che conta più partecipazioni è la Lombardia con 190 squadre, mentre quella che detiene il maggior numero di vittorie nello Scudetto di categoria è la Campania con 7.
  • Nessuna squadra è mai riuscita a centrare nella stessa stagione lo Scudetto Serie D di categoria e la Coppa Italia Serie D, come in passato lo Scudetto Dilettanti e la Coppa Italia Dilettanti.
  • La Juve Stabia, il Sorrento, il Como e il Perugia hanno vinto nella stessa stagione il girone di Serie D e la Coppa Italia Serie D.
  • La Lodigiani, il Montevarchi, il Varese e l'Astrea hanno vinto nella stessa stagione il girone di Serie D e la Coppa Italia Dilettanti.
  • La Pro Vercelli è l'unica squadra già Campione d'Italia ad aver conquistato il trofeo.
  • La stessa Pro Vercelli, il Venezia, il Siena, la Pro Patria, il Bari e l'Avellino sono le uniche squadre ad aver disputato la Serie A e ad aver vinto il trofeo.
  • Il Como e il Perugia sono le uniche squadre ad aver disputato la Serie A e ad aver vinto la Coppa Italia Serie D
  • Il Treviso, il Varese e l'Ancona sono le uniche squadre ad aver disputato la Serie A a girone unico e ad aver vinto la Coppa Italia Dilettanti, considerando tutte le edizioni della massima serie, si deve aggiungere il Casale.
  • Il Casale è l'unica formazione a essere stata Campione d'Italia e aver vinto la Coppa Italia Dilettanti.
  • Il Venezia è l'unica formazione ad avere in bacheca sia lo Scudetto Serie D sia la Coppa Italia maggiore.
  • Il Bassano e la Viterbese sono le uniche formazioni ad avere in bacheca sia lo Scudetto Serie D sia la Coppa Italia Lega Pro.
  • La San Felice Normanna è l'unica formazione ad aver vinto almeno un'edizione sia dello Scudetto Dilettanti sia della Coppa Italia Serie D, seppur in epoche diverse.
  • Il Matera è l'unica formazione ad aver vinto almeno un'edizione sia del Trofeo Jacinto sia della Coppa Italia Serie D, seppur in epoche diverse.
  • Il record di punti conquistati nella stagione regolare è detenuto dal Piacenza, che nella stagione 2015-2016 ha ottenuto 96 punti in 38 partite,[9] con una media punti di 2,53.
  • Il record di punti conquistati nella stagione regolare in un girone "standard" a diciotto squadre è detenuto dal Como, che ne ha totalizzati 89 nella stagione 2018-2019; la media punti di 2,62 costituisce il record assoluto della categoria.
  • Il record di punti di margine sulla seconda classificata al termine della stagione è detenuto dal Lecco, che nella stagione 2018-2019 ha distaccato la Sanremese di 27 punti.
  • Il record assoluto di maggiori vittorie consecutive lo detiene la Sicula Leonzio (15 vittorie di fila) nella stagione 2016-2017.
  • Il record assoluto di vittorie iniziali consecutive lo detiene il Thiene Valdagno (12 vittorie di fila) nella stagione 1998-1999.
  • Le squadre che sono riuscite ad ottenere la promozione senza aver subito sconfitte sono Gioventù Brindisi e Licata nella stagione 1981-1982 (30 partite), Fasano nel 1992-1993 (34 partite), Biellese-Vigliano nel 1996-1997 (34 partite), Maceratese nel 2014-2015 (34 partite) e Parma nel 2015-2016 (38 partite).
  • Il record di spettatori in una partita di Serie D si è registrato il 25 aprile 1966 durante la gara Massiminiana-Paternò. L'incontro, valido per la stagione 1965-1966 e terminato con il risultato di 0-0, è stato disputato allo stadio Cibali di Catania di fronte a 25 000 spettatori, di cui 10 000 provenienti da Paternò.[10] La stessa partita segnò una data fondamentale nella vita di uno dei giocatori in campo: l'allora neo-diciottenne Pietro Anastasi, la cui prestazione venne seguita anche dal direttore sportivo del Varese, Alfredo Casati, rimasto nella città siciliana dopo aver seguito l'incontro Catania-Varese e, poche ore dopo, aver rinunciato all'aereo di ritorno per lasciare il posto ad una donna prossima al parto.[11] Il trasferimento al Varese rappresentò per Anastasi il primo capitolo di una lunga e fortunata carriera da professionista, che gli consentì di giocare per molti anni in Serie A e nella nazionale italiana.[11]
  • Il Catania detiene il record di abbonamenti venduti in una sola stagione: 11 427 per la corrente stagione 2022-2023, campagna abbonamenti chiusa il 9 ottobre 2022.[12] Il precedente record apparteneva al Palermo (10 446 abbonamenti venduti nella stagione 2019-2020.[13]) che a sua volta aveva superato quello del Parma (10 089 abbonamenti venduti[14] nella stagione 2015-2016).

Loghi

IV Serie

IV Serie
Sport Football pictogram.svg Calcio
Tipo Campionato
Categoria Odierna Serie D
Federazione FIGC
Paese Italia Italia
Organizzatore Lega Nazionale IV Serie
Cadenza annuale
Apertura settembre
Chiusura giugno
Partecipanti 128 poi 144
Formula 8 gironi
Promozione in Serie C
Retrocessione in Eccellenza
Storia
Fondazione 1952
Soppressione 1957
Numero edizioni 5
Scudetto.svg
Scudetto IV Serie

La IV Serie è stato un campionato di calcio disputato in Italia per cinque stagioni dal 1952 al 1957, collocato al di sotto della Serie C. La manifestazione continuò poi per altri due anni col nuovo nome di Campionato Interregionale, sebbene molti giornali continuassero ad usare colloquialmente la precedente denominazione. La competizione era organizzata dalla Lega Nazionale IV Serie e assegnava un titolo di campione italiano di categoria.

Il Lodo Barassi

La IV Serie nacque nel 1952 e andò a sostituire il campionato di Promozione nell'ambito di quella grande riforma dei campionati intermedi della FIGC che prese il nome di Lodo Barassi. L'obiettivo del presidente federale Ottorino Barassi era quello di ufficializzare il professionismo nel calcio italiano, fino ad allora legato ad una formula spuria di "non-dilettantismo", e tale progetto era ritenuto incompatibile con la notevole quantità di squadre che afferivano alla Serie C, per la quale Barassi disegnò un formato a girone unico ricopiato sulle due categorie maggiori. Fu per dare accoglienza ai sodalizi che sarebbero stati inevitabilmente esclusi che venne concepita la IV Serie, un cuscinetto semiprofessionistico ed interregionale tra i due grandi mondi su cui si sarebbe riarticolata la Federcalcio, quello professionistico e nazionale e quello dilettantistico e regionale. A completare l'organico del torneo sarebbero intervenuti i migliori club della vecchia Promozione, la cui strutturazione su tre Leghe interregionali e tredici gironi complessivi era da tempo ritenuta eccessiva, costosa e pleonastica.

A gestire il campionato venne deputata una nuova organizzazione, la Lega Nazionale IV Serie, che in realtà ereditò la sede e le strutture di una delle tre disciolte leghe di Promozione, la Lega Interregionale Centro di Dante Berretti, che aveva sede a Firenze.[1] A sottolineare la specificità del settore di competenza, la Lega istituì come riconoscimento un proprio titolo nazionale, da assegnarsi nelle finali fra le migliori squadre del Nord e del Sud. L'intera impalcatura subì tuttavia uno smacco che fu un riflesso di quello complessivo dell'operato di Barassi: nel Consiglio federale non si trovarono infatti mai i voti per deliberare quella tripartizione legale dei calciatori che era alla base del Lodo. La IV Serie fu preordinata nei fatti a divenire il campionato semiprofessionistico del Belpaese, ma i relativi decreti attuativi non giunsero mai.

L'evoluzione

Tavola di confronto dei titoli sportivi della IV Serie 1952-1957 nella piramide calcistica nazionale
  IV Serie 1952-1953 IV Serie 1954-1955 Serie D 2012-2013
Categorie superiori Divisione Nazionale
54 squadre
Divisione Nazionale
54 squadre
Settore professionistico FIGC
111 squadre
Posizionamento nella piramide
del miglior titolo sportivo della categoria
55° posto 55° posto 112° posto
Numero di squadre
afferenti alla categoria
128 squadre in 8 gironi 144 squadre in 8 gironi 166 squadre in 9 gironi
Posizionamento nella piramide
del peggior titolo sportivo della categoria
182° posto 198° posto 277° posto
Categoria inferiore
e numero di promozioni
Promozione 1952-1953
32 promosse
Promozione 1954-1955
32 promosse
Eccellenza 2012-2013
36 promosse

La IV Serie fu in assoluto il torneo di maggior livello qualitativo fra i predecessori dell'odierna Serie D.[2] Con sopra di sé una C a girone unico, il campione di IV Serie si posizionava al 55º posto nella gerarchia nazionale delle squadre affiliate alla FIGC, una collocazione che oggigiorno corrisponde a club afferenti alla Serie C. La radicale scrematura della terza serie fece vittime illustri, portando nel torneo della lega di IV Serie molte rappresentanti di grossi centri urbani, compresi vari capoluoghi di regione.

La scelta del nome della manifestazione tradiva una chiara volontà di assonanza con la Serie C, nell'intento di tranquillizzare psicologicamente le squadre escluse dalla categoria, e al contempo sottolineava la desiderata particolarità giuridica del torneo rispetto alle tre serie maggiori.

Il campionato si disputò sulla base di 8 gironi, a 16 squadre fino al 1954 e successivamente a 18 squadre. L'elemento regolamentare che fu poi anni dopo la causa dell'abrogazione della categoria, era la mancata promozione diretta delle vincitrici dei raggruppamenti: a tal fine era invece decisiva la fase finale nazionale, cui erano demandati i quattro posti per andare in Serie C. Nelle prime due stagioni le finali si articolarono su due distinti gironcini, uno del Nord e uno del Sud, cui era demandato il doppio compito di designare le quattro promosse e le due finaliste, che si sarebbero poi disputate il titolo in gara di andata e ritorno. Dopo le riforme del 1954, rispetto ai gironcini venne preferita la formula dell'eliminazione diretta, onde implementare la spettacolarità e la regolarità delle finali. Nell'ultima edizione prima del cambiamento di denominazione in Interregionale, a causa della straordinaria riduzione dei posti per la C, venne introdotto un girone finale tra le quattro vincenti del primo turno a eliminazione diretta, che avrebbe messo in palio tre promozioni in Serie C.

Le retrocessioni nella degradata Promozione regionale erano quattro per girone, tranne nel 1954 quando furono transitoriamente solo due per permettere l'allargamento dei quadri. Regole del tutto particolari furono invece in vigore nell'ultima edizione, quando per permettere la riforma della categoria non ci furono retrocessioni nelle leghe regionali, ma i due terzi esatti delle squadre furono relegate nei nuovi gironi di seconda categoria.

Il progetto Berretti

Il peccato originale della IV Serie era, come già detto, l'enorme scalone che la divideva dalla Serie C, tanto da costringere a delegare le promozioni ad imprevedibili finali nazionali. Dopo lunghissimi dibattiti riuscì provvisoriamente ad imporsi un Piano Berretti[3] presentato dallo stesso presidente della Lega, che prevedeva per il 1957-1958 lo sdoppiamento della manifestazione in due separati tornei, ossia una Prima Categoria - o, nell'uso di taluni giornali, "IV Serie di Eccellenza", secondo il nome originariamente pensato - composta da soli 3 gironi, e una Seconda Categoria che avrebbe continuato il formato della vecchia competizione su 8 gironi. Era sicuramente un programma molto forte per la Lega, che si sarebbe espansa per il blocco transitorio delle relegazioni nelle leghe regionali, e avrebbe finalmente avuto un torneo di alta qualità con cui interfacciarsi direttamente con la C.

L'esperienza dei due campionati durò invece pochissimo: quello che prese complessivamente a chiamarsi Campionato Interregionale fu subito affossato in tale forma dal presidente federale Ottorino Barassi, che con un colpo di mano reimpose il suo progetto alternativo di potenziamento della Serie C. La Prima Categoria fu subito liquidata, mentre il Campionato Interregionale 1958-1959 tornò ad essere composto da un'unica categoria con 8 gironi. Fu questa l'ultima edizione di una competizione abrogata dal commissario straordinario Bruno Zauli il quale, attraverso cinque retrocessioni per girone, permise la creazione della nuova Serie D che prevedeva 6 gironi composti da 18 squadre cadauno, mentre venne abbandonata l'idea di un titolo nazionale di categoria, che non venne più riproposta fino al 1993.

Lega Nazionale Dilettanti

Lega Nazionale Dilettanti
Logo
 
Discipline Football pictogram.svg Calcio
Pixel fill.png Calcio femminile
Beach soccer pictogram.svg Beach soccer
Futsal pictogram.svg Calcio a 5
Fondazione 1959
Nazione Italia Italia
Confederazione FIFA
FIGC
Sede Italia Roma
Presidente Italia Giancarlo Abete (Presidente)
Sito ufficiale www.lnd.it

La Lega Nazionale Dilettanti, più comunemente nota come LND, è un'associazione privata non riconosciuta della quale fanno parte le società affiliate alla Federazione Italiana Giuoco Calcio che partecipano alle serie dilettantistiche del campionato italiano di calcio.[1]

Fondata il 2 agosto 1959,[2] la Lega ha sede a Roma e organizza, nel rispetto delle norme federali e tramite i Comitati Regionali, Provinciali, Delegazioni e Divisioni: le serie dilettantistiche del campionato italiano di calcio, le coppe e supercoppe dilettantistiche di calcio; il terzo, quarto e quinto livello del Campionato italiano di calcio femminile e la Coppa Italia Serie C femminile; i campionati e le coppe, maschili e femminili, di calcio a 5; i campionati e le coppe di beach soccer.

Storia

La Lega Nazionale Dilettanti nacque il 2 agosto 1959, in seguito alla riforma Zauli: alla Lega Nazionale Dilettanti fu assegnata la coordinazione dei campionati locali di PrimaSeconda e Terza Categoria gestiti, come al solito, dai Comitati Regionali, che prima di allora dipendevano direttamente dalla FIGC. Il primo presidente della L.N.D. fu l'ingegnere Ottorino Barassi, in passato anche presidente della FIGC; il primo consiglio della Lega comprendeva Carlo Arcudi, Renzo Lodi, Alfredo Conticini e Raffaele Ligore e il segretario Paolo Minà.

Tra il 1960 e il 1964 la Lega Nazionale Dilettanti affrontò con successo le competenze un tempo della FIGC e ora a lei affidate, come il coordinamento dei campionati regionali gestiti dai Comitati Regionali e l'impiantistica sportiva: nel giro di due anni l'attività agonistica tra i Dilettanti era aumentata di oltre il 50%. Nel 1962 venne costituita la squadra nazionale dilettante, la quale ben si comportò al primo torneo internazionale a cui prese parte, svoltosi in Inghilterra. Nel 1964 uscì il primo numero della rivista ufficiale della L.N.D., Calcio Dilettanti, a cui collaborò anche Luciano Barra, che poi avrebbe fatto carriera nel CONI. Nello stesso anno il presidente della FIGC, Pasquale, propose di rendere di nomina i presidenti dei Comitati Regionali ma di fronte alle opposizioni fu costretto a non attuare la sua proposta.

La prima assemblea della L.N.D. si tenne nei primi mesi del 1965, e vi parteciparono oltre il 90% delle affiliate alla Lega, un numero intorno alle 2.000 unità. Nel 1967 fu introdotto il Campionato di Promozione e si svolse la prima edizione della Coppa Italia Dilettanti, la cui vincente, in teoria, si sarebbe qualificata a una competizione anglo-italiana in cui avrebbe affrontato in una doppia finale la vincente della Coppa Dilettanti inglese: tale competizione durò per parecchi decenni, per poi essere soppressa. Nel frattempo la Lega dovette affrontare il problema dell'aumento delle squadre iscritte che aumentavano di anno in anno (dalle 2.000 squadre affiliate si passò a oltre 6.000 nel 1971) e della regolarità dei campionati.

Dopo la dipartita di Barassi nel 1971, venne eletto presidente della Lega Artemio Franchi, il quale mantenne la carica fino al 1978, allorché divenne presidente della FIGC. Fu sostituito da Antonio Ricchieri, eletto dopo una turbolenta elezione nel corso della quale gli elettori erano divisi in tre fazioni: i rappresentanti del Nord erano schierati con Ricchieri, quelli dell'Italia Centrale con Cesare Camilletti e quelli dell'Italia meridionale con Orazio Siino; si narra che durante le elezioni, il presidente dell'assemblea Artemio Franchi, perdendo la pazienza, batté con tanta violenza il pugno sul tavolo che si fratturò una mano. Antonio Ricchieri fu alla presidenza della Lega per nove anni, nel corso dei quali si verificò un aumento delle società e degli atleti tesserati: dalle 6.000 squadre affiliate (1971) si era passati alle oltre 9.000 (1978) mentre i calciatori dilettanti passarono dai 100.000 ai 600.000 atleti (1978).

Nel 1981 la Lega Nazionale Semiprofessionisti, che gestiva i campionati di Serie C1Serie C2 e Serie D, fu soppressa e sostituita dalla Lega Nazionale Serie C, che era professionistica e gestiva i campionati di Serie C1 e C2. Conseguenza della riforma fu la soppressione della Serie D semiprofessionistica, sostituita dal Campionato Interregionale affidato alla gestione della Lega Nazionale Dilettanti.

La L.N.D. gestiva un campionato non regionale bensì interregionale, le cui vincenti sarebbero state promosse nei campionati professionistici, istituendo nel 1981 il Comitato per l'attività Interregionale con sede a Roma in Via Tevere 11.[3]

Negli anni successivi la Lega Nazionale Dilettanti cominciò a gestire il campionato nazionale di Calcio a 5, nonché il campionato italiano di calcio femminile, mentre le società affiliate alla Lega erano arrivate a superare le 10.000 unità.

Nel 1987 fu eletto presidente della Lega Nazionale Dilettanti Elio Giulivi, che mantenne la carica fino al 1998. Nel 1990 la LND decise di istituire il Campionato Amatori per andare incontro alle persone che per motivi lavorativi o di età erano impossibilitati a svolgere un'attività agonistica ma che comunque ambivano a praticare comunque lo sport.

Nel 1998, in seguito a una diatriba giuridica dovuta al risultato di una gara, il presidente della LND Giulivi venne inibito per un anno e la stessa lega viene commissariata. Giulivi fu così sostituito nel 1999 da Carlo Tavecchio, in passato presidente del comitato regionale Lombardia. Vennero eletti inoltre tre vicepresidenti, ognuno rappresentante le tre aree geografiche dell'Italia: Luigi Ragno per il Nord, Alberto Mambelli per il Centro e Achille Candido per il Sud. Per la segreteria della lega venne scelto Claudio Cresta, poi sostituito da Massimo Ciaccolini, coadiuvato dal vicesegretario Gabriella Lombi. Nello stesso anno il Campionato Nazionale Dilettanti torna a chiamarsi Serie D e viene organizzata dal Comitato Interregionale della LND, istituito nella stagione 1981-82.

Nel 2009 Carlo Tavecchio viene nominato vicepresidente della FIGC. Nel dirigere la LND, lui prosegue nel solco del mantenimento della "politica dei servizi" confermando lo sportello unico LND-SGS a favore delle associate e promuove l'iscrizione delle società al Registro CONI per usufruire delle agevolazioni fiscali. Tavecchio viene confermato in seno alla Commissione UEFA per il calcio dilettantistico e giovanile per il biennio 2011-2013 in qualità di membro effettivo. Nel frattempo diversi Comitati Regionali realizzano nuovi sedi in Sardegna, Umbria, Trento e Bolzano e ed acquistando quelle in Veneto, Calabria, Campania, Liguria, Emilia Romagna e Lombardia. La LND cresce sul territorio con l'assunzione di oltre 120 dipendenti assegnati alle Delegazioni Provinciali e Distrettuali.

Tra il 2009 e il 2011 la LND porta a compimento diversi obiettivi strategici prefissati nello statuto federale: la trasformazione del comitato interregionale in un dipartimento per l'attività di Serie D, l'abolizione del comitato regionale Trentino Alto Adige e la contestuale elevazione allo stesso rango dei comitati autonomi di Trento e di Bolzano, per finire al riconoscimento federale del Dipartimento Beach Soccer. In sintonia con il presidente della FIGC Giancarlo Abete la Lega Nazionale Dilettanti dal 2009 al 2011 assurge a ruolo primario di rappresentante della ragione politica di indirizzo strategico nella Federazione Italiana Giuoco Calcio. Nel 2011 viene dato il via libero agli allenatori con patentino fino alla 1ª categoria compresa per soddisfare le richieste delle società che necessitano di una regolamentazione più snella e meno stringente per portare avanti l'attività agonistica in una fase di generale ristrettezza economica. Sempre nel 2011 si è provveduto ad eleggere all'unanimità il vice presidente dell'area nord, Claudio Bocchietti, carica vacante a seguito dell'elezione di Fiorenzo Vaccari a presidente del Comitato Regionale Veneto, commissariato nell'aprile del 2010, mentre Mariano Delogu assume la carica di consigliere Federale LND fino alla scadenza del mandato nel 2012. Nel giugno del 2011 viene commissariata la Divisione calcio femminile.

Nel settembre 2011 si svolge la sesta edizione del campionato mondiale di beach soccer, organizzata dalla LND sotto delega della FIGC a Marina di Ravenna: il torneo riscuote un importante successo con oltre 5000 presenze e sei ore di diretta televisiva al giorno, nonostante l'eliminazione ai quarti di finale dell'Italia contro la nazionale di El Salvador.

La LND nel corso delle stagioni 2012/2013 e 2013/2014 ha promosso ed incentivato numerose iniziative di carattere sociale e solidale: viene varata la Fair Play TIM Cup, una speciale competizione orientata alla valorizzazione dei principi di correttezza dentro e fuori dal campo e che ha coinvolto diverse regioni. È proseguito anche il progetto "Campi senza barriere", rivolto alla diffusione della cultura del rispetto delle regole e degli avversari, con l'adeguamento della tribuna dello stadio di Pesaro e con l'ottenimento della deroga all'attuazione del progetto basato sulla Determinazione 28/2019 dell'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive. Tra le misure varate a protezione delle società sportive dilettantistiche, colpite duramente dalla crisi economica, di particolare rilevanza è stata quella del microcredito.

Nel giugno del 2013 la rappresentativa Veneto alza in cielo la sua seconda UEFA Regions' Cup, la massima competizione dilettantistica continentale organizzata in Veneto con la collaborazione della LND e del comitato regionale. In tema di impianti, la LND avvia il progetto dei centri di formazione, prevendendo la realizzazione di almeno un impianto in ogni regione d'Italia da destinare all'attività giovanile: durante la stagione 2013/2014 vengono completati gli impianti di Firenze, Oristano e Catanzaro e avviati i cantieri di Roma, Monte San Giusto (Marche) e Colorno (Emilia Romagna). I progetti prevedono quasi sempre la riqualificazione di strutture preesistenti improntando gli interventi sulla sostenibilità energetica ed al ricorso alle nuove tecnologie. Parallelamente la LND avvia un tavolo comune con ANCI per varare delle misure a sostegno dell'impiantistica, rivolte principalmente alla sicurezza, all'efficientamento energetico ed all' innovazione per il benessere delle comunità territoriali.

Nel febbraio 2014 la nazionale di calcio a 5 vince il campionato europeo disputato quell'anno in Belgio, battendo la Russia in finale per 3-1.

A fine luglio 2014, dopo oltre 15 anni, Carlo Tavecchio lascia la presidenza della LND per candidarsi alla massima carica della FIGC, dove risulterà eletto. A capo della LND rimane il vicepresidente Alberto Mambelli fino all'assemblea straordinaria elettiva del 10 novembre: in quella data viene eletto presidente Felice Belloli, già al vertice del comitato regionale Lombardia dal 2008 al 2014, con Antonio Cosentino come vicepresidente vicario, Claudio Bocchietti, Alberto Mambelli e Sandro Morgana vicepresidenti delle aree nord, centro e sud. Dal 22 maggio 2015 Antonio Cosentino assume la reggenza della LND dopo la sfiducia del Consiglio Direttivo espressa nei confronti di Felice Belloli che aveva rimesso il mandato proprio all'assise.

Il 24 ottobre l'assemblea straordinaria elegge Antonio Cosentino a capo della LND, Alberto Mambelli come vicepresidente vicario, Claudio Bocchietti, Alberto Mambelli e Sandro Morgana come vicepresidenti delle aree nord, centro e sud e Renzo Burelli, Giuseppe Caridi e Salvatore Colonna come consiglieri federali.

Tra il 2015 e il 2016 sono stati organizzati convegni in ogni regione d'Italia in occasione di Expo Milano. Con il progetto "Nutrizione è salute", organizzato insieme Federazione Medici Sportivi Italiani (FMSI), è stata affrontata la tematica dell'alimentazione e dell'integrazione alimentare per offrire un'opportunità importante all'oltre milione di calciatori giovani e dilettanti.

Il 26 gennaio a Potenza viene inaugurata la nuova sede del Comitato Regionale Basilicata che va ad aggiungersi agli altri dieci già realizzati in altrettante regioni. Viene rinnovata la formula storica del Torneo delle Regioni che, per la prima volta, viene diviso in due eventi disputati in altrettante sedi. A marzo, in Piemonte, va in scena la competizione riservata alle rappresentative regionali del calcio a cinque, mentre a giugno, in Calabria, si disputa quello riservato al calcio a undici. A dicembre del 2016 viene inaugurato il Centro di Formazione Federale di Egna, in provincia di Bolzano, la quarta struttura completata nel piano generale delle realizzazioni.

Il 28 gennaio 2017 l'assemblea elettiva della Lega Nazionale Dilettanti elegge all'unanimità Cosimo Sibilia, già presidente dell'Avellino nel biennio 1994-1995, presidente del comitato regionale Campania tra il 1994 e il 2000 e commissario straordinario dello stesso comitato nel 2016. Con lui vengono eletti il Vicario Ermelindo Bacchetta e i Vicepresidenti Florio Zanon (Nord), Fabio Bresci (Centro) e Sandro Morgana (Sud), oltre ai consiglieri federali in quota LND Karl Rungger (Nord), Giuseppe Caridi (Centro) e Antonio Cosentino (Sud). Nel marzo successivo Sibilia viene eletto dal Consiglio Federale vice presidente vicario della FIGC.

Per la stagione 2017/2018, a seguito dell'approvazione delle proposte del Consiglio Direttivo da parte del Consiglio Federale, viene introdotta la numerazione fissa da 1 a 99 per i giocatori e si ha il passaggio alle cinque sostituzioni a partita; anche nel calcio femminile viene confermata la facoltà per le calciatrici dei campionati Nazionali A e B di personalizzare con numeri e cognomi la propria divisa per tutta la stagione.

Nell'estate 2018 la nazionale di beach soccer conquista il suo secondo titolo europeo, dopo il primo conquistato a Marsiglia nel 2005, sulla sabbia di Alghero battendo in finale la Spagna per 9-8.

Nel 2019 ricorre il sessantesimo anniversario dalla costituzione della Lega Nazionale Dilettanti e la ricorrenza è stata celebrata con una serie di appuntamenti che hanno avuto, quale comune denominatore, la promozione del territorio, esaltando il valore sociale e culturale, del calcio dilettantistico. Gli eventi si sono svolti in maniera itinerante, da nord a sud, coinvolgendo tutte le regioni con appuntamenti di campo ed eventi dedicati. Per l'occasione la LND ha prodotto un cortometraggio dal titolo "Primi su ogni pallone", che ha ricevuto la menzione d'onore al World Challenge della FIS, la federazione internazionale del cinema sportivo. La tappa finale del tour è stata Roma, con la cerimonia di chiusura nella Sala della Protomoteca in Campidoglio alla presenza delle massime autorità dello sport e del calcio italiano. In occasione del sessantesimo anniversario, viene presentato anche il nuovo logo celebrativo della lega.

A partire dal girone di ritorno della stagione 2018/2019 vengono istituiti dei premi di natura economica per i club di Eccellenza e Promozione che, nel corso dei rispettivi campionati regionali, avranno fatto ricorso al maggior numero di giovani calciatori oltre quelli obbligatori già previsti dai regolamenti. Nella prima stagione i premi vengono assegnati solo alle società prime classificate in una speciale graduatoria, mentre a partire dalla 2019-2020 vengono estesi alle prime tre posizioni con le presenze dei giovani rilevate per tutta la durata del campionato, ad eccezione delle ultime tre giornate.

Anche il beach soccer si rinnova: viene varato il nuovo format della Serie A, con la suddivisione della categoria in Poule Scudetto e Poule Promozione.

Nel 2019 viene avviato il progetto Esports e la LND è la prima componente federale ad organizzare un campionato sperimentale di calcio virtuale in occasione dei Tornei delle Regioni di calcio a 11 e calcio a 5. In seguito prende il via il Road Show 2k20, un torneo in 20 tappe regionali e una finale nazionale per assegnare il primo titolo italiano Esports sotto l'egida della LND, con l'obiettivo di promuovere i videogames sportivi come veicolo di aggregazione per i giovani, ma anche di incentivare l'accesso a questo mondo da parte di chi gioca a calcio, proponendo un modello virtuoso in grado di contrastare la sedentarietà e l'asocialità.

Struttura

Dipartimento Interregionale

La LND, tramite il Comitato per l'attività Interregionale, organizza il campionato di Serie D per 162 squadre rappresentanti tutte le regioni italiane, divise in 9 gironi stilati su base geografica. Inoltre gestisce la Coppa Italia Serie D e il Campionato Juniores.

All'inizio della stagione sportiva 2011-2012 il Comitato per l'attività Interregionale è stato trasformato in Dipartimento Interregionale.[4]

Dipartimento Calcio FemminileDivisione Calcio Femminile

La LND, a partire dalla stagione 1986-1987, accolse nel suo seno le società di calcio femminile provenienti dalla disciolta Federazione Italiana Giuoco Calcio femminile organizzando i campionati di Serie A femminile e Serie B femminile a carattere interregionale, mentre per la Serie C e Serie D femminile i campionati furono assegnati ai Comitati Regionali di competenza.

Nel 1997 le società di calcio femminile furono chiamate alla nomina di un presidente e la sostituzione della preesistente commissione designata dalla LND per lo sviluppo del calcio femminile con una divisione a sé stante per l'organizzazione di tutto il calcio femminile, non più demandata alla LND.[5]

Viene perciò creata la Divisione Calcio Femminile formata da un consiglio di presidenza composto da 6 componenti (3 presidenti di Comitato Regionale e 3 consiglieri nominati dal presidente) e alla Presidenza fu eletta Natalina Ceraso Levati[5] già presidente del Comitato Regionale Lombardo della F.I.G.C.F. fino al 1986 e presidente per molti anni della Fiammamonza.

Dipartimento della LND

A seguito della riunione del Consiglio Federale del 10 gennaio 2013 la Divisione Calcio Femminile è diventata un Dipartimento della Lega Nazionale Dilettanti.

A partire dalla stagione 2018-2019 la LND organizza solamente i campionati di Serie C e quelli inferiori dopo il passaggio della competenza dei campionati di Serie A e B direttamente alla FIGC.

Divisione Calcio a 5

Il Comitato nazionale calcetto, nato dalla fusione tra la Federazione Italiana Calcetto e la Lega Italiana Calcetto entrò a far parte della F.I.G.C. nel 1983. Il Calcio a 5 fu inserito nella LND nel 1989 che attualmente organizza direttamente i campionati di Serie A, Serie A2 e Serie B, mentre per la Serie C e Serie D i campionati sono gestiti dai Comitati Regionali di competenza.

Dipartimento Beach Soccer

Il Dipartimento Beach Soccer della Lega Nazionale Dilettanti si occupa dell'organizzazione delle manifestazioni ufficiali di beach soccer: il campionato italiano di beach soccer, la Coppa Italia di beach soccer, la Supercoppa Italiana di beach soccer. Gestisce inoltre l'attività della Nazionale di beach soccer dell'Italia.[6]

Settore Giovanile e Scolastico

È la nuova denominazione data al movimento giovanile nel 1959 dopo la riforma Zauli all'ex Lega Giovanile nata a Perugia il 15 settembre 1947.

Il Settore Giovanile e Scolastico FIGC, tramite l'ufficio Attività Agonistica, organizza direttamente:

a cui possono partecipare soltanto le società professionistiche italiane.

Le società dilettantistiche sono gestite e organizzate da:

  • i Comitati Regionali FIGC di competenza che organizzano i campionati Allievi, Giovanissimi, Esordienti (per tutte queste categorie anche i campionati femminili) a livello Regionale,
  • le Delegazioni Provinciali e Distrettuali FIGC che organizzano i campionati Allievi, Giovanissimi, Esordienti, Pulcini e i tornei Piccoli Amici a livello provinciale e locale.

Comitati Regionali

La LND, attraverso i 19 Comitati Regionali (ne esiste uno unico per Piemonte e Valle d'Aosta)[7], gestisce i campionati di EccellenzaPromozionePrima Categoria e Seconda Categoria, oltre ai campionati giovanili regionali, alla Coppa Italia Dilettanti per i club di Eccellenza e Promozione e alle varie coppe regionali per i club delle tre categorie inferiori.

Delegazioni Provinciali e Distrettuali

Mediante gli organi locali, la LND organizza il campionato di Terza Categoria e i campionati giovanili provinciali. Solo in Trentino-Alto Adige i Comitati Autonomi delle Province Autonome di Trento e Bolzano organizzano anche i campionati di PromozionePrima Categoria e Seconda Categoria.

Consiglio direttivo

  • Presidente: Giancarlo Abete
  • Vice-presidenti: Ettore Pellizzari (vicario), Antonello Cattelan (Nord), Giammario Schippa (Centro), Santino Lo Presti (Sud)
  • Consiglieri federali: Stella Frascà, Daniele Ortolano, Maria Rita Acciardi, Francesco Franchi, Florio Zanon
  • Segretario generale: Massimo Ciaccolini.

Rappresentative nazionaliOltre alla direzioni dei campionati e delle coppe di Lega, la stessa gestisce l'attività svolta dalle rappresentative nazionali (Under 19 Serie D, Under 18, Under 17, Under 16 e Under 15) che partecipano a competizioni nazionali e internazionali.

Loghi

Albo d'oro

Scudetto IV Serie

Il primo titolo nazionale abbinato in Italia al campionato interregionale di calcio fu quello assegnato dal 1952-53 dalla neonata Lega Nazionale IV Serie: l'intento era quello di sottolineare la riqualificazione della manifestazione rispetto al previgente campionato di Promozione, rigidamente spaccato in tre distinte leghe interregionali completamente separate fra loro. Il titolo era assegnato in una finale fra la migliore squadra del Nord e quella del Sud, tranne che nell'ultima edizione in cui fu introdotto un girone a quattro squadre.

Campionato Interregionale

In questa stagione lo scudetto fu assegnato a tutte e tre le finaliste, dopo che si classificarono alla pari nel girone finale, mentre successivamente non fu più riproposto per il disinteresse delle società.

Trofeo Jacinto

Il Trofeo Jacinto[1] è stato un torneo ufficiale istituito nel 1988 in memoria del primo presidente del Comitato Interregionale Filippo Jacinto, e veniva disputato dalle squadre vincitrici dei gironi del Campionato Interregionale.

Precursore dello Scudetto Dilettanti, dal quale venne sostituito nel 1992-93 in occasione dell'istituzione del nuovo Campionato Nazionale Dilettanti, decretava la squadra campione d'Italia interregionale. La Lega Nazionale Dilettanti (LND), tuttavia, non riconosce il Trofeo Jacinto come uno scudetto di categoria, bensì come un titolo alternativo.[2]

In seguito, dal 1999 al 2004 la LND ha temporaneamente utilizzato la denominazione Trofeo Filippo Jacinto per indicare il Torneo Nazionale Giovanile, nato nel 1981 come Torneo delle Speranze, che si disputa tra le rappresentative dei diversi gironi della Serie D.

Tra il 1988 e 1992 si è disputata una poule ufficiale, denominata Trofeo Jacinto, che decretava il Campione d'Italia Interregionale. La Lega Nazionale Dilettanti, tuttavia, non riconosce la competizione come uno scudetto di categoria, bensì come un titolo alternativo.

Stagione Data Luogo Vincitrice Finalista Risultato
1987-88 26-6-1988 Senigallia (AN) Trani Poggibonsi 2-1
1988-89 25-6-1989 Lumezzane (BS) Valdagno Acireale 4-1
1989-90 30-6-1990 Tortora (CS) Enna Viareggio 1-0
1990-91 23-6-1991 Bovalino (RC) Matera Aosta 1-0
1991-92 14-6-1992 Lavello (PZ) Oltrepò 600px Azzurro e Bianco (Strisce).svg Agrigento Hinterland 3-2

Scudetto Dilettanti

La riforma del 1992 della Lega Nazionale Dilettanti ispirò la reintroduzione del titolo di categoria abbandonato da più di trent'anni. A tal fine il Campionato Interregionale divenne il Campionato Nazionale Dilettanti, e venne messo in palio lo Scudetto Dilettanti, essendo all'epoca i giocatori inquadrati in tale regime giuridico.

Scudetto Serie D

Nell'autunno del 1999, a campionato già iniziato, la LND e il Comitato Interregionale decisero di riproporre il nome di Serie D sia per una questione di prestigio, sia per riflettere l'intervenuto cambio di regime giuridico dei giocatori divenuti non-professionisti.[6] Parallelamente nasceva la Coppa Italia Serie D, lasciando ogni riferimento al dilettantismo alla Coppa Italia Dilettanti.

Classifica per Regioni

Promozioni

Il numero di promozioni in Serie C messe storicamente in palio nel campionato interregionale, cambiò molto a seconda delle varie incarnazioni della manifestazione stessa. La prima versione, la Promozione, dava luogo a 12 vincitori, mentre con la IV Serie si scese drasticamente a quota 4. Dopo il periodo transitorio del Campionato Interregionale in cui si procedette a promozioni di massa per la concomitante riforma della terza serie, con la Serie D si cominciò inizialmente con 6 posti, saliti poi a 9 con l'anno 1968. Con la transizione al nuovo Campionato Interregionale si riproposero 12 promozioni, per poi tornare ad una stabile dotazione di 9 società premiate col Campionato Nazionale Dilettanti poi ridenominato Serie D.

Albo d'oro dei play-off

Nel 2005 il Comitato Interregionale decise d'introdurre i play-off sull'esempio della Serie C, anche se a differenza della categoria sovrastante, in Serie D il regolamento federale non assegna alcun diritto, e i play-off valsero quindi solo come un'opzione su eventuali ripescaggi. I playoff si sono disputati sino alla stagione 2014-2015. Dalla stagione successiva vengono invece disputati solo quelli tra le squadre dello stesso raggruppamento con le nove vincitrici che vengono inserite in una graduatoria di ripescaggio sulla base della media punti ottenuta in campionato.