La Prima Categoria
1921-1922 è stata, assieme al corrispettivo torneo di Prima
Divisione, la 21ª edizione della massima
serie del campionato
italiano di calcio, disputato tra il 2 ottobre 1921 e il 28 maggio 1922. È ricordato per lo scisma del campionato
italiano di calcio che vide disputare due tornei paralleli, quello originario della Federazione
Italiana Giuoco Calcio e quello organizzato dalla Confederazione
Calcistica Italiana, formato dai club più importanti italiani.
Stagione
Novità
Lo scisma del calcio italiano
Nell'infuocata assemblea tenutasi il 24 luglio 1921 a Torino le cose non andarono come previsto: i voti delle società provinciali superarono la maggioranza prevista dal quorum
costitutivo opponendo alle società maggiori la loro intenzione di non cambiare un campionato male articolato che prevedeva delle qualifiche insignificanti visto che alle società retrocedende, che
venivano immancabilmente riammesse, si sommavano non solo le aventi diritto quali vincenti il campionato di Promozione ma anche diverse comprimarie che quel campionato lo avevano perso
nei rispettivi gironi di finale.Certi di vedere finalmente accolte le proprie richieste, visto che il campionato 1920-1921 era terminato ben oltre l'inizio dell'estate, le società
maggiori capitanate da Genoa, Milan, Juventus e Pro Vercelli dopo un breve congressino svoltosi la domenica
precedente utile a riordinare le idee, ripresentarono per la ratifica dell'Assemblea Federale il Progetto Pozzo che avrebbe finalmente ridotto l'abnorme elenco delle squadre partecipanti al massimo
campionato nazionale migliorandone anche l'aspetto economico, avendo previsto un aumento delle gare interne durante i gironi di qualificazione che avrebbero garantito maggiori introiti derivati
dalla vendita dei biglietti d'ingresso.[1]
Poco importava che le società ammesse a questo campionato avessero una estrazione sociale completamente differente. Anche le piccole società dopo la fine del conflitto mondiale si erano ben
attrezzate avendo decuplicato il numero dei soci e il valore delle quote da pagare al cassiere della società superando anche il non indifferente costo di acquisto o di affitto di un campo
sportivo cintato che avrebbe loro garantito il pagamento del biglietto d'ingresso così come stabilito dalla federazione (che chiedeva anche la disponibilità di un campo
proprio chiuso omologato con dimensioni minime di 50 m × 100 m) e del rispetto delle leggi del Regno che imponevano il pagamento del bollo
per gli spettacoli al pubblico in ragione del 25% del prezzo del biglietto d'ingresso.
Particolarmente eloquente fu la motivazione addotta da alcune società capoluoghi di provincia e diverse altre appartenenti a grossi centri già rodati, quali l'Atalanta,
la Trevigliese e il Monza, che affermarono che il campionato così com'era andava bene perché solo in questo modo potevano far
crescere i loro giovani riducendo anche notevolmente le spese di gestione perché, essendo il campionato riserve stilato tale e quale a quello della prima squadra, queste nelle loro trasferte
dimezzavano i costi riducendo il numero dei giocatori a disposizione accontentando anche gli esclusi schierandoli nella gara fra le riserve.[2][3]
La frattura fu inevitabile. Oltre alle 24 squadre secessioniste, che andarono a costituire a Milano la Prima Divisione di un nuovo ente denominato Confederazione Calcistica Italiana, tante società soprattutto del Centro-Sud, che fino a quel momento non avevano mai svolto attività federale, si iscrissero al torneo confederale
perché invogliate dalle ridotte tasse di affiliazione chieste dalla CCI, ma soprattutto perché a loro si prospettava un cambiamento radicale sia dell'organizzazione dei campionati che della
dirigenza notevolmente svecchiata aventi idee chiare e precise sul da farsi.[4] Furono messi in piedi vari tentativi di riconciliazione, che però non portarono a nulla.[5]
L'assemblea federale, così come aveva già fatto nelle stagioni precedenti, inserì nei nuovi quadri sette nuove protagoniste. Quello che fu il 21º campionato federale fu, dunque, disputato da 46
squadre (avrebbero dovute essere 48,[6] la Biellese fu
sostituita in corsa dalla US Torinese). La Federazione stabilì inoltre un limite massimo di squadre che ogni Comitato Regionale poteva ammettere al proprio campionato:
Regione
|
Squadre
|
Gruppi
|
Piemonte
|
6
|
1
|
Lombardia
|
16
|
4
|
Veneto
|
8
|
2
|
Emilia
|
7
|
2
|
Liguria
|
6
|
1
|
Toscana
|
7
|
1
|
Questo limite massimo non mancò di sollevare polemiche. Fanfulla e Vogherese, classificatesi seconde a pari merito nel campionato lombardo di Promozione 1920-1921, in
seguito a vari scioglimenti di società corregionali inviarono richiesta di iscrizione alla Prima Categoria che fu tuttavia respinta dal Comitato Regionale Lombardo con la motivazione che il tetto
massimo di 16 squadre stabilito dalla Federazione era stato già raggiunto. La stessa FIGC tuttavia accolse il ricorso delle due compagini ammettendole nella massima categoria, ma le pressioni del
Comitato Regionale spinsero la Federazione a tornare sui suoi passi e a escluderle di nuovo. Il Fanfulla si dovette così rassegnare a disputare di nuovo la Promozione mentre la Vogherese per
protesta si iscrisse al campionato CCI di Seconda Divisione.
La Federazione stabilì che i campionati regionali sarebbero durati al massimo dodici domeniche, e comunicò che avrebbe negato la sospensione natalizia del campionato di due settimane a quei
Comitati Regionali che avrebbero cominciato il campionato in ritardo. Contando anche le semifinali e le finali nazionali la durata prevista del campionato era di diciotto domeniche. La FIGC rese
inoltre obbligatoria la disputa del Campionato Riserve alle società di Prima Categoria scrivendo esplicitamente nel regolamento che le società che avessero dichiarato più di
tre forfait nel campionato riserve sarebbero state escluse dalla massima categoria.[7]
Si segnala, in questa stagione, la disputa della prima edizione della Coppa Italia, competizione creata dai dirigenti federali per dare alle società eliminate dal campionato la
possibilità di competere in un torneo di consolazione. L'idea non ebbe tuttavia successo, e ci vorranno anni perché si disputasse una seconda edizione di questa manifestazione.
Formula
Campionati regionali, suddivisi fra ciascuno dei sei Comitati Regionali, i cui vincitori accedono alle semifinali nazionali, articolate su due triangolari i cui primi classificati si contendono
il titolo nella finale.
L'ultima classificata di ogni regione sarebbe retrocessa in Promozione (per determinare la retrocedenda nei campionati regionali non a girone unico si sarebbe disputato un girone salvezza tra le
ultime classificate).
Avvenimenti
Del caos provocato dalla scissione del campionato, ne approfittarono una giovane ma promettente squadra piemontese, la neopromossa Novese, e una società ligure di antichi natali ma di poche fama e fortuna, la Sampierdarenese. Le due compagini vinsero le rispettive sezioni regionali e i gironi di semifinale, la Novese con un certo agio e la Sampierdarenese con maggior difficoltà,
presentandosi alla finale nazionale.
La doppia sfida conclusiva del torneo si rivelò molto equilibrata: dopo 180 minuti a reti bianche nelle partite di andata e ritorno, lo spareggio di Cremona fu deciso da un gol di Carletto Gambarotta, il
quale diede alla Novese la gioia di cingere il titolo di campione d'Italia. La Sampierdarenese, finalista perdente, recriminò tuttavia per l'arbitraggio del direttore di gara Agostini, il quale
non espulse il piemontese Luigi Vercelli per un pugno assestato a Emilio Grassi (i biancocerchiati rimasero per mezz'ora in dieci uomini) e non convalidò un gol fantasma segnato dai
liguri.[8][9]
Squadre partecipanti
Sezione emiliana
Gestito dal Comitato Regionale Emiliano, sede: Bologna.
Sezione ligure
Gestito dal Comitato Regionale Ligure, sede: Genova
Sezione lombarda
Gestito dal Comitato Regionale Lombardo, sede: Milano.
Sezione piemontese
Gestito dal Comitato Regionale Piemontese, sede: Torino
Sezione toscana
Gestito dal Comitato Regionale Toscano, sede: Firenze.
Sezione veneta
Gestito dal Comitato Regionale Veneto, sede: Venezia.
Gironi regionali di qualificazione
Classifica finale
Verdetti
-
Novese qualificata ai gironi di semifinale.
-
Giovani Cappuccini retrocessa sul campo.
-
Giovani Cappuccini cessa l'attività a fine stagione venendo assorbita
dalla Pro Vercelli.
-
Biellese ritirata richiedendo l'iscrizione alla Seconda
Divisione della CCI. Tutte le sue gare in FIGC vennero annullate.
-
US Torinese sostituisce la ritirata Biellese all'inizio del girone di ritorno.
-
I verdetti furono successivamente modificati a tavolino.
Risultati
Calendario
A inizio novembre la Biellese si ritirò dal campionato FIGC e passò alla CCI, dove si iscrisse in Seconda Divisione. Al suo posto fu ammessa in corsa la US Torinese, la quale tornò fedele alla
FIGC dopo aver aderito inizialmente alla CCI. Il calendario fu di conseguenza ricompilato ed è per questo motivo che l'ordine delle partite del girone di ritorno è completamente diverso rispetto
al girone d'andata.
Girone d'andata
|
1ª giornata
|
|
|
|
|
2 ott.
|
Valenzana-G.C. Cappuccini
|
3-1
|
6 nov.
|
Pastore-Biellese
|
n.d.
|
Riposa: Novese
|
|
|
|
2ª giornata
|
|
|
|
|
9 ott.
|
Valenzana-Pastore
|
2-1
|
Biellese-Novese
|
0-1
|
Riposa: G.C. Cappuccini
|
|
|
|
3ª giornata
|
|
|
|
|
16 ott.
|
G.C. Cappuccini-Novese
|
0-2
|
Biellese-Valenzana
|
2-1
|
Riposa: Pastore
|
|
|
|
4ª giornata
|
|
|
|
|
23 ott.
|
Novese-Pastore
|
4-0
|
Biellese-G.C. Cappuccini
|
1-1
|
Riposa: Valenzana
|
|
|
|
5ª giornata
|
|
|
|
|
13 nov.
|
Valenzana-Novese
|
1-1
|
G.C. Cappuccini-Pastore
|
2-2
|
Riposa: US Torinese
|
|
|
|
Recuperi del girone d'andata
|
|
|
|
|
18 dic.
|
US Torinese-Novese
|
0-6
|
8 gen.
|
US Torinese-G.C. Cappuccini
|
3-0
|
12 feb.
|
US Torinese-Valenzana
|
2-0
|
19 feb.
|
Pastore-US Torinese
|
0-0
|
|
|
Girone di ritorno
|
1ª giornata
|
|
|
|
|
20 nov.
|
Novese-US Torinese
|
2-0
|
Pastore-Valenzana
|
3-2
|
Riposa: G.C. Cappuccini
|
|
|
|
2ª giornata
|
|
|
|
|
27 nov.
|
Pastore-Novese
|
0-0
|
G.C. Cappuccini-US Torinese
|
1-1
|
Riposa: Valenzana
|
|
|
|
3ª giornata
|
|
|
|
|
4 dic.
|
Valenzana-US Torinese
|
0-1
|
Pastore-G.C. Cappuccini
|
1-0
|
Riposa: Novese
|
|
|
|
4ª giornata
|
|
|
|
|
11 dic.
|
Novese-Valenzana
|
1-0
|
US Torinese-Pastore
|
0-0
|
Riposa: G.C. Cappuccini
|
|
|
|
5ª giornata
|
|
|
|
|
18 dic.
|
G.C. Cappuccini-Valenzana
|
2-0
|
|
|
6ª giornata
|
|
|
|
|
???
|
Pastore-G.C. Cappuccini
|
1-0
|
|
|
Tabellone
|
GIO
|
NOV
|
PAS
|
UST
|
VAL
|
Giovani Cappuccini
|
––––
|
0-2
|
2-2
|
1-1
|
2-0
|
Novese
|
2-0
|
––––
|
4-0
|
2-0
|
1-0
|
Pastore
|
1-0
|
0-0
|
––––
|
0-0
|
3-2
|
US Torinese
|
3-0
|
0-6
|
0-0
|
––––
|
2-0
|
Valenzana
|
3-1
|
1-1
|
2-1
|
0-1
|
––––
|
Sezione toscana
Classifica finale
Verdetti
-
Pro Livorno qualificata ai gironi di semifinale.
-
C.S. Firenze retrocessa sul campo.
-
I verdetti furono successivamente modificati a tavolino.
Risultati
Calendario
Andata (1ª)
|
Prima giornata
|
Ritorno (6ª)
|
|
|
|
|
|
2 ott.
|
8-0
|
Lucchese-C.S. Firenze
|
1-1
|
27 nov.
|
6-0
|
Pro Livorno-Libertas Firenze
|
0-1
|
1-3
|
Prato-Viareggio
|
2-2
|
|
Andata (2ª)
|
Seconda giornata
|
Ritorno (7ª)
|
|
|
|
|
|
9 ott.
|
4-2
|
Lucchese-Pro Livorno[12]
|
0-2
|
4 dic.
|
1-2
|
C.S. Firenze-Viareggio
|
1-3
|
5 feb.
|
1-1
|
[13] Libertas Firenze-Prato
|
3-0
|
|
Andata (3ª)
|
Terza giornata
|
Ritorno (8ª)
|
|
|
|
|
|
16 ott.
|
1-0
|
Lucchese-Prato
|
1-1
|
11 dic.
|
2-0
|
Libertas Firenze-Viareggio
|
1-3
|
2-0
|
Pro Livorno-C.S. Firenze
|
1-1
|
|
Andata (4ª)
|
Quarta giornata
|
Ritorno (9ª)
|
|
|
|
|
|
22 ott.
|
4-2
|
Viareggio-Lucchese
|
0-2
|
18 dic.
|
2-0
|
Libertas Firenze-C.S Firenze
|
1-0
|
19 feb.
|
0-2
|
Prato-Pro Livorno[14]
|
1-3
|
26 feb.
|
|
Andata (5ª)
|
Quinta giornata
|
Ritorno (10ª)
|
|
|
|
|
|
13 nov.
|
6-0
|
Lucchese-Libertas Firenze
|
0-0
|
22 gen.
|
1-0
|
Pro Livorno-Viareggio
|
1-0
|
2-1
|
C.S. Firenze-Prato
|
0-3
|
|
|
Sezione veneta
Classifica finale
Verdetti
-
Petrarca qualificata ai gironi di semifinale.
-
I verdetti furono successivamente modificati a tavolino.
Risultati
Calendario
Andata (1ª)
|
Prima giornata
|
Ritorno (6ª)
|
|
|
|
|
|
2 ott.
|
1-2
|
Legnago-Petrarca
|
0-2
|
20 nov.
|
2-2
|
Udinese-Bentegodi
|
3-0
|
2-1
|
Treviso-Schio
|
1-2
|
|
Andata (2ª)
|
Seconda giornata
|
Ritorno (7ª)
|
|
|
|
|
|
9 ott.
|
5-1
|
Udinese-Petrarca
|
1-2
|
27 nov.
|
3-1
|
Bentegodi-Schio
|
4-0
|
1-1
|
[15] Treviso-Legnago
|
2-1
|
|
Andata (3ª)
|
Terza giornata
|
Ritorno (8ª)
|
|
|
|
|
|
16 ott.
|
1-1
|
Schio-Legnago
|
2-2
|
4 dic.
|
3-2
|
Petrarca-Bentegodi
|
1-1
|
2-0
|
Udinese-Treviso
|
1-2
|
|
Andata (4ª)
|
Quarta giornata
|
Ritorno (9ª)
|
|
|
|
|
|
23 ott.
|
2-1
|
Schio-Petrarca
|
2-5
|
11 dic.
|
8-1
|
Bentegodi-Treviso
|
1-1
|
0-0
|
Legnago-Udinese
|
0-2
|
|
Andata (5ª)
|
Quinta giornata
|
Ritorno (10ª)
|
|
|
|
|
|
13 nov.
|
3-2
|
Legnago-Bentegodi
|
2-1
|
18 dic.
|
1-1
|
Schio-Udinese
|
0-0
|
2-0
|
Petrarca-Treviso
|
0-0
|
|
|
Semifinali nazionali
Girone A
Classifica finale
Verdetti
-
Novese qualificata alla finale.
-
Pro Livorno riassorbita a fine stagione dal Livorno.
Risultati
Calendario
Andata (1ª)
|
Prima giornata
|
Ritorno (4ª)
|
|
|
|
|
|
5 mar.
|
1-1
|
Novese-Petrarca
|
3-1
|
26 mar.
|
|
Riposa: Pro Livorno
|
|
|
Andata (2ª)
|
Seconda giornata
|
Ritorno (5ª)
|
|
|
|
|
|
12 mar.
|
0-2
|
Pro Livorno-Petrarca
|
1-1
|
9 apr.
|
|
Riposa: Novese
|
|
|
Andata (3ª)
|
Terza giornata
|
Ritorno (6ª)
|
|
|
|
|
|
19 mar.
|
3-0
|
Novese-Pro Livorno
|
5-2
|
23 apr.
|
|
Riposa: Petrarca
|
|
|
|
Tabellone
|
NOV
|
PET
|
PRO
|
Novese
|
––––
|
1-1
|
3-0
|
Petrarca
|
1-3
|
––––
|
1-1
|
Pro Livorno
|
2-5
|
0-2
|
––––
|
Girone B
Classifica finale
Note:
-
La Sampierdarenese si qualificò alla finale dopo spareggio con la SPAL a Milano il 1º maggio: Sampierdarenese-SPAL 2-1 (dts).
Verdetti
-
Sampierdarenese qualificata alla finale.
Risultati
Calendario
Andata (1ª)
|
Prima giornata
|
Ritorno (4ª)
|
|
|
|
|
|
5 mar.
|
1-1
|
Esperia-Sampierdarenese
|
0-1
|
26 mar.
|
|
Riposa: Spal
|
|
|
Andata (2ª)
|
Seconda giornata
|
Ritorno (5ª)
|
|
|
|
|
|
12 mar.
|
2-0
|
Sampierdarenese-Spal
|
0-2
|
23 apr.
|
|
Riposa: Esperia
|
|
|
Andata (3ª)
|
Terza giornata
|
Ritorno (6ª)
|
|
|
|
|
|
19 mar.
|
4-3
|
Spal-Esperia
|
2-2
|
9 apr.
|
|
Riposa: Sampierdarenese
|
|
|
|
Tabellone
|
ESP
|
SAM
|
SPA
|
Esperia
|
––––
|
1-1
|
2-2
|
Sampierdarenese
|
1-0
|
––––
|
2-0
|
SPAL
|
4-3
|
2-0
|
––––
|
Finale nazionale
Spareggio
Verdetto finale
-
Novese campione d'Italia 1921-1922.
Squadra campione
Ci si rese subito conto che la situazione era insostenibile, e più di tutti se ne accorsero i dirigenti della C.C.I. che, avendo a dicembre terminato il girone di andata, presero atto
che le squadre F.I.G.C. erano ancora impegnate nel primo turno delle eliminatorie regionali. A cercare di riappacificare gli animi ci pensò il direttore de La Gazzetta dello
Sport Emilio Colombo il quale, il 7 dicembre 1921, presso la villa di Enrico Olivetti,[17] a Brusnengo[18] convocò i delegati di entrambe le federazioni. Il presidente della CCI,
l'avvocato Luigi Bozino, propose al presidente FIGC, avvocato Giovanni Lombardi, di ridurre le squadre partecipanti al successivo campionato di Prima Divisione a 50 squadre.[19] Le squadre liguri e piemontesi,
riunitesi a Milano per ascoltare la relazione della propria commissione, nell'approvare l'opera dei propri commissari chiesero un ulteriore taglio delle squadre per arrivare almeno alle 32-36
unità chiedendo un ulteriore incontro con i delegati F.I.G.C.
Riunitesi pochi giorni dopo a Modena, le squadre
confederali respinsero il patto di Brusnengo con 54 no contro 25 sì e 4 astenuti mettendo in crisi la presidenza che fu affidata al vecchio Edoardo Pasteur.
Le Federate, per contro, riunitesi a Novi
Ligure, si ritennero soddisfatte di quanto deciso a Brusnengo e si riunirono in assemblea il 19 febbraio per la definitiva ratifica, approvando il patto a pieni voti.
A questo punto la nuova presidenza CCI inviò la triade Pasteur-Nizza-Albertini il primo di aprile per riprendere le trattative con la FIGC. Sedici giorni dopo le due parti nominarono due
commissioni paritetiche (tre componenti più tre consulenti tecnici) con ampia facoltà di nominare una persona super partes che potesse portare a termine un arbitrato.
Quale arbitro fu nominato Emilio Colombo, il quale addivenì ad un compromesso che in seguito prese il suo nome. Le società di entrambe le federazioni, attraverso un referendum, approvarono
il compromesso con 246 voti favorevoli e 18 contrari. La ratifica del patto di riconciliazione fu celebrata con la nomina della Commissione Tecnica che avrebbe dovuto formare la squadra Nazionale
per il prossimo incontro ufficiale con il Belgio.
Il 26 giugno si arrivò alla pace vera e propria, nel corso di un convegno in cui fu nominata la commissione che avrebbe stilato l'elenco delle aspiranti alla nuova Prima Divisione stabilendo le squadre
ammesse di diritto e quelle che il posto in Prima Divisione se lo sarebbero contese sul campo in una serie di spareggi. In questa occasione la F.I.G.C. accettò la nuova struttura
federale proposta dalla C.C.I. che prevedeva un Consiglio e relativa Presidenza più le due Leghe Nord e Sud aventi a loro volta un Consiglio e una Presidenza. Le due parti sottoscrissero la
soluzione prospettata dall'arbitrato, ovvero 3 gironi di 12 squadre di cui 12 federali, 18 confederali e 6 da determinarsi tramite spareggi per la sola Italia settentrionale più le 8
semifinaliste del vecchio Centro-Sud.