Campionato mondiale di calcio 1974

Coppa del Mondo FIFA 1974
Fußball-Weltmeisterschaft 1974
Logo della competizione
Competizione Campionato mondiale di calcio
Sport Football pictogram.svg Calcio
Edizione 10ª
Date 13 giugno - 7 luglio 1974
Luogo bandiera Germania Ovest
(9 città)
Partecipanti 16 (99 alle qualificazioni)
Impianto/i 9 stadi
Risultati
Vincitore Germania Ovest Germania Ovest
(2° titolo)
Secondo Paesi Bassi Paesi Bassi
Terzo Polonia Polonia
Quarto Brasile Brasile
Statistiche
Miglior marcatore Polonia Grzegorz Lato (7)
Incontri disputati 38
Gol segnati 97 (2,55 per incontro)
Pubblico 1 774 022
(46 685 per incontro)
Wolfgang Overath, Gerd Muller 1974.jpg
Wolfgang Overath e Gerd Müller, campioni del mondo con la Germania Ovest, sollevano il Trofeo Coppa del Mondo FIFA, per la prima volta in palio nell'edizione del 1974.
Cronologia della competizione
Left arrow.svg 1970 1978 Right arrow.svg

Il Campionato mondiale di calcio FIFA 1974 o Coppa del Mondo FIFA 1974 (in tedesco: Fußball-Weltmeisterschaft 1974, in inglese: 1974 FIFA World Cup), noto anche come Germania Ovest 1974, è stata la decima edizione del campionato mondiale di calcio per squadre nazionali maggiori maschili, organizzato dalla FIFA ogni quattro anni.[1]

Dopo la definitiva assegnazione della Coppa Rimet al Brasile al termine del campionato del mondo 1970, la competizione assunse infatti il nome di Coppa del Mondo FIFA (ingl. FIFA World Cupfr. Coupe du Monde FIFA).

Si tenne in Germania Ovest dal 13 giugno al 7 luglio 1974. Furono 9 le città i cui impianti ospitarono gli incontri del torneo: AmburgoBerlino OvestDortmundDüsseldorfFrancoforte sul MenoGelsenkirchenHannoverMonaco di Baviera (sede anche della finale per il 1º posto) e Stoccarda.

Il titolo fu vinto dai padroni di casa della Germania Ovest che sconfissero per 2-1 dopo una combattuta e incerta finale i Paesi Bassi, fino a quel momento protagonista del torneo e artefice di un gioco brillante e offensivo che aveva favorevolmente impressionato per la sua novità ed efficacia gli osservatori e i critici sportivi.

Al di là dell'aspetto prettamente sportivo, tale edizione della rassegna iridata è passata inoltre alla storia come la prima in cui sulle divise dei giocatori appaiono i loghi degli sponsor tecnici, rompendo quindi definitivamente il tabù della pubblicità anche sopra le maglie nazionali.[2] Inoltre, sempre per la prima volta, ogni nazionale ebbe modo di stampare i numeri di gioco dei calciatori, oltre che sulla maglia, anche sopra i calzoncini.

Assegnazione

Nell'ambito della promozione al futuro mondiale, lo juventino Salvadore e il rojo Santoro ricevono le mascotte Tip e Tap prima del fischio d'inizio della Coppa Intercontinentale 1973.

Questo Mondiale viene assegnato alla Germania Ovest il 6 luglio 1966: era in lizza anche la Spagna, che, ritirandosi, avrebbe avuto campo libero per organizzare l'edizione del 1982. I tedeschi vogliono ben figurare dopo i tragici episodi avvenuti due anni prima alle Olimpiadi di Monaco di Baviera e nulla viene lasciato al caso.[3] Le forze di polizia pattugliano gli stadi prima e durante ogni incontro;[4] anche le sedi dei ritiri delle squadre nazionali sono strettamente vigilate e ogni squadra viene scortata, per ogni incontro, dal ritiro fino all'ingresso nello stadio, per poi essere riaccompagnata in albergo, dopo la partita.

Mascotte

Le mascotte ufficiali di questa Coppa del Mondo erano Tip e Tap, due ragazzi che indossavano un abito simile a quello della Germania Ovest, con le lettere WM (Weltmeisterschaft, campionato del Mondo) e il numero 74.

Formula

La formula del torneo cambia: per esigenze televisive viene infatti aumentato il numero di partite. Rimane uguale la prima fase a gruppi: le sedici squadre vengono divise negli usuali quattro gruppi eliminatori di quattro squadre ciascuno, numerati da 1 a 4, dai quali si sarebbero qualificate le prime due di ogni gruppo. A questo punto, però, al posto della usuale fase a eliminazione diretta, le otto squadre superstiti avrebbero dato vita a due gironi di semifinale di quattro squadre ciascuno, chiamati Gruppo A e Gruppo B: nel primo sarebbero state inserite le vincitrici dei gruppi 1 e 3 e le seconde classificate dei gruppi 2 e 4, mentre nell'altro le prime dei gruppi 2 e 4 e le seconde dei gruppi 1 e 3. I criteri in caso di parità di punti sarebbero stati gli stessi validi per gruppi di qualificazione: la differenza reti e, in caso di parità, il numero di gol segnati; in ultima istanza si sarebbe proceduto al sorteggio. Infine, le prime classificate dei gironi di semifinale avrebbero disputato la finale per il primo posto, mentre le seconde avrebbero giocato la finale per il terzo posto[5].

Stadi

L'Adidas Telstar, il pallone ufficiale della manifestazione.

Gli stadi scelti per ospitare il Campionato mondiale di calcio 1974 furono nove in nove città:

Monaco di Baviera Berlino Ovest Amburgo Dortmund
Olympiastadion Olympiastadion Volksparkstadion Westfalenstadion
48°10′23″N 11°32′48″E 52°30′53″N 13°14′22″E 53°35′13″N 9°53′55″E 51°29′33″N 7°27′06″E
Capienza: 80 000 Capienza: 86 000 Capienza: 62 000 Capienza: 54 000
Olympiastadion Muenchen.jpg Berliner Olympiastadion innen.jpg Das Volksparkstadion 1983.jpg Panoramio - V&A Dudush - 2001 (1).jpg
Düsseldorf Gelsenkirchen
Rheinstadion Parkstadion
51°15′37″N 6°44′03″E 51°33′33″N 7°04′00″E
Capienza: 67 000 Capienza: 72 000
Altes Rheinstadion.jpg Parkstadion gelsenkirchen 2.jpg
Francoforte sul Meno Hannover Stoccarda
Waldstadion Niedersachsenstadion Neckarstadion
50°04′07″N 8°38′43″E 52°21′36″N 9°43′52″E 48°47′32″N 9°13′55″E
Capienza: 61 000 Capienza: 65 000 Capienza: 71 000
Waldstadionold1.jpg AWD Eingang08.jpg Gottlieb-daimler-stadion.jpg

Squadre partecipanti

Pr. Squadra Data di qualificazione certa Confederazione Partecipante in quanto Partecipazioni precedenti al torneo
1 Germania Ovest Germania Ovest 6 luglio 1966 UEFA Rappresentativa della nazione organizzatrice della fase finale 7 (1934, 1938, 1954, 1958, 1962, 1966, 1970)
2 Brasile Brasile 21 giugno 1970 CONMEBOL Paese detentore del titolo 9 (1930, 1934, 1938, 1950, 1954, 1958, 1962, 1966, 1970)
3 Uruguay Uruguay 8 luglio 1973 CONMEBOL Vincitrice del Gruppo 1 (CONMEBOL) 6 (1930, 1950, 1954, 1962, 1966, 1970)
4 Scozia Scozia 26 settembre 1973 UEFA Vincitrice del Gruppo 8 (UEFA) 2 (1954, 1958)
5 Argentina Argentina 7 ottobre 1973 CONMEBOL Vincitrice del Gruppo 2 (CONMEBOL) 5 (1930, 1934, 1958, 1962, 1966)
6 Polonia Polonia 17 ottobre 1973 UEFA Vincitrice del Gruppo 5 (UEFA) 1 (1938)
7 Italia Italia 20 ottobre 1973 UEFA Vincitrice del Gruppo 2 (UEFA) 7 (1934, 1938, 1950, 1954, 1962, 1966, 1970)
8 Australia Australia 13 novembre 1973 OFC Vincitrice dello spareggio AFC-OFC
9 Germania Est Germania Est 13 novembre 1973 UEFA Vincitrice del Gruppo 4 (UEFA)
10 Bulgaria Bulgaria 18 novembre 1973 UEFA Vincitrice del Gruppo 6 (UEFA) 3 (1962, 1966, 1970)
11 Paesi Bassi Paesi Bassi 18 novembre 1973 UEFA Vincitrice del Gruppo 3 (UEFA) 2 (1934, 1938)
12 Cile Cile 21 novembre 1973 CONMEBOL Vincitrice dello spareggio CONMEBOL-UEFA 4 (1930, 1950, 1962, 1966)
13 Svezia Svezia 27 novembre 1973 UEFA Vincitrice del Gruppo 1 (UEFA) 5 (1934, 1938, 1950, 1958, 1970)
14 Haiti Haiti 13 dicembre 1973 CONCACAF Vincitrice del Campionato CONCACAF 1973
15 Zaire Zaire 23 dicembre 1973 CAF Vincitrice del Quarto Turno (CAF)
16 Jugoslavia Jugoslavia 13 febbraio 1974 UEFA Vincitrice del Gruppo 7 (UEFA) 5 (1930, 1950, 1954, 1958, 1962)

Nota bene: nella sezione "partecipazioni precedenti al torneo", le date in grassetto indicano che la nazione ha vinto quella edizione del torneo, mentre le date in corsivo indicano la nazione ospitante.

Ferruccio Valcareggi CT dell'Italia nel 1974, a Coverciano con Sandro Mazzola e Fabio Capello.

Le favorite della vigilia erano: il Brasile, l'Italia e la Germania Ovest; erano altamente considerate dai critici sportivi anche le selezioni dell'Uruguay, quarta classificata nel 1970, e dell'Argentina, che era tornata a qualificarsi per la fase finale e che avrebbe dovuto organizzare i successivi mondiali nel 1978. Erano infine attesi con interesse i Paesi Bassi che, pur essendo stati ammessi al mondiale per il rotto della cuffia (beneficiando di un gol ingiustamente annullato al Belgio nello scontro diretto di qualificazione) e non avendo mai raggiunto buoni risultati internazionali, erano formati da calciatori di grande qualità,[4] provenienti da squadre di club che avevano vinto quattro delle ultime cinque Coppe dei Campioni; c'era infine la Polonia, che aveva vinto la medaglia d'oro olimpica nel 1972 e che aveva eliminato l'Inghilterra nelle qualificazioni.[5]

Il Brasile era campione del mondo in carica e vincitore definitivo della coppa Rimet, e manteneva un nucleo di calciatori di grande qualità tecnica, pur se privo di PeléGérson e Tostão, i protagonisti della vittoria in Messico nel 1970.

L'Italia era vicecampione del mondo, aveva ben figurato durante il girone di qualificazione che aveva chiuso senza incassare reti (globalmente non ne subiva da quasi due anni, l'ultima era datata 20 settembre 1972, vittoria per 3-1 contro la Jugoslavia). Notevoli anche le vittorie in alcune amichevoli successive (2-0 sia contro il Brasile che l'Inghilterra, quest'ultima battuta successivamente anche a Wembley per 1-0 con gol di Fabio Capello, in quella che era stata la prima vittoria degli Azzurri in casa dei "maestri" del calcio). Imperniata ancora sui cosiddetti "messicani", i giocatori più rappresentativi della selezione dei mondiali del 1970 e sempre guidata da Ferruccio Valcareggi godeva di notevole prestigio internazionale, ed era anche attesa con grande calore dai numerosi emigrati italiani in Germania Ovest, che speravano in un brillante successo; anche la critica sportiva in generale giudicava favorevolmente la competitività dei calciatori italiani, ritenuti esperti e tecnicamente preparati, anche se anagraficamente non più giovanissimi[6].

Come terzi favoriti c'erano i padroni di casa della Germania Ovest che, dopo essere arrivati terzi nei mondiali del 1970, avevano conquistato il titolo di campioni d'Europa nel 1972 battendo in finale l'Unione Sovietica. La squadra tedesca era costituita da giocatori di grande esperienza internazionale e forti atleticamente. Erano anche presenti alcuni elementi di notevole qualità tecnica, tuttavia i tedeschi apparivano alla vigilia del mondiale lacerati da rivalità interne e non più compatti e potenti come negli anni precedenti.

Qualificazioni

Le nazioni qualificate, in blu

Alle qualificazioni presero parte novantanove nazionali per sedici posti disponibili; uno era riservato come al solito alla nazione organizzatrice (la Germania Ovest), e un altro alla nazione campione in carica (il Brasile); rimanevano quindi quattordici posti liberi, assegnati alle selezioni nazionali vincitrici dei vari raggruppamenti di qualificazione. Sono stati quindi assegnati otto posti alla zona UEFA (SveziaItaliaPaesi BassiGermania EstPoloniaBulgariaJugoslaviaScozia), due alla zona CONMEBOL (Uruguay e Argentina), uno alla vincitrice del Campionato CONCACAF 1973 (Haiti), uno alla vincitrice del quarto turno CAF (Zaire) e uno alla vincitrice dello spareggio AFC e OFC (Australia). L'ultima squadra fu decisa da uno spareggio intercontinentale, che si sarebbe dovuto tenere tra l'Unione Sovietica e il Cile, tuttavia i sovietici, dopo aver pareggiato l'andata 0-0 in casa, si rifiutano di disputare il ritorno nell'Estadio Nacional de Chile,[4] diventato di fatto un campo di concentramento nel recente colpo di stato.[4] Ad accedere alla manifestazione furono pertanto i cileni.[4]

Alla fase finale mancavano l'Inghilterra e il Belgio, finite seconde nel gruppo dietro rispettivamente Polonia e Paesi Bassi. Esordirono invece la Germania Est (inserita nello stesso gruppo dei cugini occidentali),[4] Haiti, l'Australia e lo Zaire,[4] queste ultime due rispettivamente la prima nazione dell'Oceania e la prima nazione subsahariana a raggiungere la fase finale della Coppa del Mondo.[4] Mancavano invece dall'edizione del 1938 la Polonia e i Paesi Bassi, mentre la Scozia da quella del 1958.

In totale furono presenti solo sei delle sedici partecipanti all'ultima edizione: le quattro semifinaliste, Germania Ovest, Brasile, Uruguay e Italia, più la Bulgaria e la Svezia.

Riassunto del torneo

Prima fase a gironi

Gruppo 1

Martin Hoffmann (a destra) e Berti Vogts (a sinistra) si contendono la palla durante la sfida tra le due Germanie ad Amburgo, sotto lo sguardo vigile di Franz Beckenbauer.

Nel gruppo uno erano state inserite la Germania Ovest, la Germania Est, il Cile e l'Australia.

Dal punto di vista sportivo le gare misero in evidenza le difficoltà dei padroni di casa, che oltretutto, essendo formati in maggioranza di calciatori provenienti dal Bayern di Monaco di Baviera, non trovarono una calda accoglienza in stadi del nord quali quelli di Berlino Ovest e di Amburgo. Vinsero di misura con il Cile e 3-0 con la modesta Australia, mostrando comunque un gioco deludente. La partita con i sudamericani verrà anche ricordata come la prima in cui l'arbitro estrasse un cartellino rosso ai mondiali; il giocatore in questione fu il cileno Carlos Caszely.[4] Questo strumento era stato introdotto nell'edizione precedente, anche se mai utilizzato fino a questo momento[7]. I cugini dell'Est sconfissero invece i Socceroos per 2-0 e pareggiarono per 1-1 con La Roja, quest'ultima una partita particolarmente temuta dall'organizzazione per motivi politici: si fronteggiavano infatti un Paese comunista e uno retto da una giunta militare di destra,[4] andata al potere da poco meno di un anno con un cruento colpo di Stato.

Il 22 giugno 1974 si affrontarono ad Amburgo le rappresentative delle due Germanie, entrambe già qualificate, che diedero vita a una gara suggestiva e di importanza storica:[4] dopo una gara combattuta i tedeschi orientali vinsero clamorosamente 1-0 con un gol di Jürgen Sparwasser,[4] e finirono così primi nel gruppo. Paradossalmente i padroni di casa ottennero un beneficio da questa sconfitta: il secondo posto garantiva loro di evitare nel turno successivo i temuti Paesi Bassi. Infine, nell'ultimo incontro del gruppo, l'Australia colse il primo punto dopo lo 0-0 contro i sudamericani, chiudendo comunque al quarto posto.

Gruppo 2

Il brasiliano Luís Pereira con la palla e dietro lo jugoslavo Dražen Mužinić, in una fase dell'incontro inaugurale dei mondiali di Francoforte.

Nel gruppo due erano presenti il Brasile, la Jugoslavia, la Scozia e lo Zaire.

sudamericanicampioni del mondo in carica, disputarono a Francoforte la gara d'apertura della manifestazione contro gli slavi nella quale misero però in evidenza un netto indebolimento generale della qualità del gioco. La partita terminò 0-0, ma i verdeoro rischiarono più volte di subire gol. La Jugoslavia mostrò invece una grande capacità realizzativa nel secondo incontro, giocata contro lo Zaire:[4] gli africani, dopo un'onorevole sconfitta iniziale contro la Scozia per 2-0 vennero travolti da un pesante 9-0 da una squadra in cui militavano giocatori di grande qualità[4] come Danilo PopivodaBranko OblakDragan Džajić e Ivica Šurjak.

Il Brasile terminò con uno sterile 0-0 anche la seconda gara con gli scozzesi; i campioni superstiti del mondiale 1970, come Rivelino e Jairzinho, non sembrarono all'altezza della loro fama, e la squadra rischiò seriamente l'eliminazione al primo turno. Nella terza e conclusiva giornata la combattiva Scozia e la Jugoslavia pareggiarono 1-1, mentre i sudamericani sconfissero lo Zaire per 3-0.[4] In questa partita si verificò un episodio che apparì bizzarro:[4] all'ottantacinquesimo, col risultato già acquisito, Joseph Mwepu Ilunga si staccò dalla barriera e calciò il pallone lontano,[4] proprio mentre Rivelino si apprestava a battere un calcio di punizione.[4] Solo molti anni dopo si scoprì che la squadra, dopo l'umiliazione subita nella seconda gara, era stata minacciata di morte dal dittatore Mobutu in caso di sconfitta per più di 3-0.[4][8]

In base a questi risultati, Brasile, Scozia e Jugoslavia arrivarono insieme a quattro punti, ma la differenza reti decretò la vittoria di questi ultimi e il secondo posto dei verdeoro.

Gruppo 3

I giocatori dei Paesi Bassi ad Hannover dopo la vittoria per 2-0 contro l'Uruguay.

Il gruppo tre era composto dall'Uruguay, dai Paesi Bassi, dalla Bulgaria e dalla Svezia.

Nella gara d'apertura gli Oranje vinsero 2-0 ad Hannover contro l'Uruguay, testa di serie del girone, mettendo in mostra per la prima volta in un palcoscenico così importante un innovativo gioco a tutto campo, il calcio totale. Di fronte al lento e compassato gioco dei sudamericani, i Paesi Bassi dimostrarono una netta superiorità atletica e tecnica. Il Pallone d'oro Johan Cruijff, dinamico in tutte le zone del campo e molto pericoloso in fase offensiva,[4] diresse con grande efficacia l'azione della sua squadra, che creò un gran numero di occasioni da gol; Johnny Rep ne finalizzò due. Ebbero invece maggiori difficoltà contro i combattivi scandinavi: pur mostrando ancora un gioco brillante e aggressivo non riuscirono a concretizzare,[4] di fronte a una compagine forte atleticamente, le numerose opportunità realizzative create. Vinsero infine 4-1 contro la Bulgaria, che in precedenza aveva pareggiato con Svezia e Uruguay; il gol della bandiera degli avversari, per altro un autogol di Ruud Krol, fu l'unico subito dalla squadra fino alla finale. Johan Neeskens realizzò invece due calci di rigore e Cruijff, pur non riuscendo ad andare in gol, confermò con una nuova rimarchevole prestazione le sue qualità di uomo-squadra. Gli Oranje si classificarono quindi primi nel girone, mentre la Svezia giunse seconda dopo aver sconfitto per 3-0 il deludente Uruguay, che arrivò ultimo con un solo punto.

Gruppo 4

I calciatori polacchi festeggiano a Stoccarda, dopo che Kazimierz Deyna ha realizzato il secondo gol contro l'Italia.

Il gruppo quattro era formato dall'Italia, dalla Polonia, dall'Argentina e da Haiti.

Gli Azzurri esordirono a Monaco di Baviera contro la compagine caraibica, mostrando però un'inattesa debolezza tecnica e atletica e un grave scadimento di forma di alcuni dei suoi giocatori più attesi e rappresentativi. Passarono inaspettatamente in svantaggio all'inizio del secondo tempo con un contropiede finalizzato da Emmanuel Sanon, che in questo modo interruppe la lunga imbattibilità del portiere Dino Zoff (1142 minuti[9]), ma ristabilirono la parità con un gol di Gianni Rivera. La vittoria arrivò invece grazie a un autogol e al gol di Pietro Anastasi. Dell'incontro rimarrà comunque celebre anche il gestaccio di Giorgio Chinaglia rivolto al CT nel momento della sostituzione[10]. Nella seconda gara l'Italia pareggiò a fatica, dopo essere di nuovo passata in svantaggio, contro l'Argentina, e solo grazie a un altro autogol; qui le carenze atletiche e tecniche divennero ancor più evidenti di fronte alla solida compagine sudamericana.

Nel frattempo la sorprendente Polonia aveva invece dimostrato le notevoli qualità di giocatori come Kazimierz Deyna e Robert Gadocha e la forte capacità realizzativa degli attaccanti Grzegorz Lato e Andrzej Szarmach: dopo aver vinto 3-2 la combattuta partita d'apertura con l'Argentina, inflisse un secco 7-0 ai caraibici.

In virtù dei risultati delle prime due giornate si giunse all'ultimo turno con i polacchi già qualificati, e con gli Azzurri che li avrebbero potuti accompagnare al secondo turno con un pareggio nello scontro diretto; questo anche in caso di una probabile vittoria dei sudamericani contro Haiti (cosa che poi avvenne, per 4-1). Di fronte però al rischio di eliminazione, Ferruccio Valcareggi procedette a effettuare cambiamenti in extremis, escludendo Gianni Rivera e Gigi Riva, in modeste condizioni di forma, dalla formazione iniziale. A Stoccarda però gli avversari si portarono presto in vantaggio con Szarmach, e raddoppiarono con Deyna poco prima della fine del primo tempo; a questi due gol l'Italia rispose con uno di Fabio Capello, giunto a pochi minuti dal novantesimo. La Polonia terminò quindi prima a punteggio pieno, mentre la differenza reti premiò l'Argentina, che avanzò come seconda a discapito degli Azzurri; questi avranno maggior fortuna otto anni dopo in Spagna in una situazione analoga.

Lacerata da forti contrasti interni tra alcuni giocatori, da polemiche nei confronti del commissario tecnico e in una scadente condizione atletica, l'Italia venne così clamorosamente eliminata al primo turno[11], e questo segnò la fine del periodo di Valcareggi. In sede polemica dopo i mondiali si parlò anche di alcuni tentativi italiani, effettuati durante l'intervallo, di trovare un accordo con i polacchi per concludere l'incontro con un pareggio, cosa riportata in una intervista da Sandro Mazzola. In un'intervista del 2016 il giocatore argentino Carrascosa asserì che i giocatori argentini fecero una colletta per incentivare la Polonia a battere gli azzurri.

Seconda fase a gironi

Gruppo A

I calciatori dei Paesi Bassi festeggiano al termine della gara di Dortmund vinta contro il Brasile.

Nel gruppo A vennero inserite la Germania Est e i Paesi Bassi, giunte al primo posto rispettivamente del gruppo 1 e del gruppo 3, più il Brasile e l'Argentina, giunte seconde nel gruppo 2 e nel gruppo 4.

Il girone fu dominato dagli Oranje, che a Gelsenkirchen superarono prima l'Argentina per 4-0 (doppietta di Johan Cruijff, gol di Ruud Krol e Johnny Rep) e poi la Germania Est per 2-0 (gol di Johan Neeskens e di Rob Rensenbrink). Il Brasile non mostrò significativi miglioramenti nel gioco neanche nella seconda fase, tuttavia ad Hannover vinse anch'egli entrambe le proprie gare (1-0 coi tedeschi orientali, gol di Rivelino, e 2-1 coi vicini sudamericani, quando si portò in vantaggio Rivelino, infine Jairzinho segnò la rete decisiva).

Dopo un ininfluente pareggio tra le altre due squadre ormai eliminate, il 3 luglio giunse alla gara decisiva di Dortmund. Ai Paesi Bassi, grazie alla miglior differenza reti, bastava un pareggio per vincere il girone, e per questo gli Oranje non alzarono il ritmo nel primo tempo[12]. La partita fu caratterizzata da un gioco particolarmente violento e falloso[11] e da occasioni da entrambe le parti, nonostante questo fu vinta dai Paesi Bassi con un gol di Neeskens e un altro di pregevole fattura[12] di Cruijff.

Gruppo B

Düsseldorf, 30 giugno 1974Ralf Edström segna il provvisorio 1-0 nella gara tra Svezia e Germania Ovest, finita 4-2 per i padroni di casa.

Nel gruppo B vennero inserite la Polonia e la Jugoslavia, giunte al primo posto rispettivamente del gruppo 4 e del gruppo 2; Germania Ovest e la Svezia, giunte seconde nel gruppo 1 e nel gruppo 3.

Fin nella prima serie di gare i padroni di casa dimostrarono un importante miglioramento nel gioco, e, soprattutto, un crescente stato di forma atletica. La squadra vinse per 2-0 contro la temuta Jugoslavia grazie a un potente tiro da fuori area di Paul Breitner nel primo tempo, seguito da un gol in mischia di Gerd Müller nella ripresa. Nella seconda partita, giocata contro gli svedesi in condizioni climatiche avverse per la pioggia insistente, terminarono il primo tempo in svantaggio dopo un brillante tiro di Ralf Edström, tuttavia le cose cambiarono nella ripresa: segnarono Wolfgang OverathRainer BonhofJürgen Grabowski e infine Uli Hoeneß su calcio di rigore, e la gara venne vinta per 4-2. Contemporaneamente la Polonia, che aveva battuto nel primo turno la Svezia con un gol di Grzegorz Lato, sconfisse anche la Jugoslavia per 2-1 con reti di Kazimierz Deyna e ancora di Lato.

Si giunse quindi alla sfida decisiva tra tedeschi e polacchi, giocata il 3 luglio 1974 a Francoforte; in caso di pareggio si sarebbe qualificata la Germania Ovest in virtù di una migliore differenza reti. La partita venne giocata in un campo quasi impraticabile, a causa del violento nubifragio caduto prima della gara. Venne fatta disputare ugualmente per esigenze organizzative, e le condizioni del campo sfavorirono i polacchi, che tuttavia nel primo tempo ebbero ripetute occasioni per segnare. Nella ripresa i tedeschi presero il sopravvento fisico sugli avversari e, in un campo estremamente allentato, finirono per vincere 1-0 con un gol di Müller con un tiro dalla corta distanza, dopo che in precedenza l'ottimo portiere polacco Jan Tomaszewski aveva parato un rigore a Hoeness.

Finale terzo posto

Il 6 luglio 1974, un giorno prima della finalissima, si disputò sempre all'Olympiastadion di Monaco di Baviera la finale che mise in palio il terzo posto. Si fronteggiarono le due seconde classificate dei gruppi di semifinale, il Brasile e la Polonia. Alla fine saranno gli europei a prevalere grazie a un gol del capocannoniere Grzegorz Lato, autore di sette reti in totale nella manifestazione.

Finalissima

Johan Cruijff (al centro) in azione nella finale del torneo tra i Paesi Bassi e la Germania Ovest. Cruijff è ritratto prima di entrare in area ed essere atterrato al primo minuto di gioco. Si notano Müller (sullo sfondo), Vogts (a sinistra) e Hoeneß che commetterà il fallo da rigore (a destra)

Alla finale di Monaco di Baviera arrivarono quindi i Paesi Bassi, protagonisti del torneo grazie al loro gioco spettacolare ed efficace e alle prestazioni del loro miglior giocatore Cruijff,[4] e i padroni di casa della Germania Ovest.

Nella finale si scontrano due diverse tipologie d'intendere il calcio: la Germania Ovest, squadra con un gioco attento, preciso e applicato con criterio,[4] contro i Paesi Bassi che per tutto il torneo ha dato dimostrazione di netta superiorità su ogni avversario arrivando così alla finale con gli indiscutibili favori del pronostico.[4] I Paesi Bassi 1974, per una felice e non comune coincidenza generazionale, annoverano tra le loro file numerosi giocatori di assoluto talento individuale e si avvalgono di moduli di gioco innovativi per l'epoca quali:[4] la marcatura rigidamente a zona,[4] l'applicazione della chiamata alla messa in fuorigioco degli attaccanti avversari, la copertura difensiva operata dagli attaccanti e l'utilizzo nelle fasi d'attacco dei difensori esterni di fascia nonché l'inserimento offensivo dei centrocampisti di interdizione.[4] L'applicazione di tali tattiche (ormai comunemente diffuse nel calcio odierno) valsero al gioco della squadra olandese la definizione di «calcio totale»[4] in quanto ogni giocatore partecipava attivamente a tutte le azioni di gioco (sia offensive sia difensive) della propria squadra.[4][5]

La Germania Ovest può contare sulla classe, l'equilibrio e la visione di gioco del libero Franz Beckenbauer,[4] coadiuvato dal giovane talento Breitner, sulla visione di gioco di Overath, sull'esperto Berti Vogts e sulle straordinarie capacità offensive di Gerd Müller, mentre i Paesi Bassi su una squadra complessivamente più forte sia a livello individuale sia come collettivo di gioco; fra i vari calciatori spiccano il talento da fuoriclasse di Johan Cruijff, il centrocampista Johan Neeskens, regista di quella grande squadra e l'ala Johnny Rep.[4]

La finale ha un avvio insolito:[4] appena battuto il calcio d'avvio, un'azione corale degli olandesi porta Johan Cruijff a essere atterrato in area di rigore.[4] Neeskens trasforma il conseguente rigore e i Paesi Bassi passano in vantaggio.[4] La partita sembra completamente nelle mani degli olandesi che probabilmente commettono la leggerezza di considerare l'incontro già acquisito.[4] I tedeschi, per contro, hanno il merito di non darsi sconfitti contro un avversario favorito e già in vantaggio al primo minuto, non si disuniscono e disputano la loro migliore partita del torneo.[4] Acquisendo un progressivo controllo del gioco pareggiano anche loro su calcio di rigore assegnato per un fallo in area su Bernd Hölzenbein e verso la fine del primo tempo un gol in agilità di Gerd Müller da distanza ravvicinata in area porta al riposo con i padroni di casa in vantaggio.[4] Nella ripresa saranno vani gli insistenti attacchi della squadra olandese.[4][13] I tedeschi potrebbero fare il 3-1 con Muller (gol annullato per fuorigioco) e avrebbero ragione di lamentarsi per un rigore netto negato a Holzembein: l'arbitro Taylor questa volta non fischiò.

Vinceranno così i tedeschi, ma gli olandesi verranno ricordati per aver espresso un calcio tatticamente innovativo, divertente e brillante,[4] votato all'attacco e in grado di fornire ottime coperture difensive (i Paesi Bassi risultano la squadra che ha subito meno gol del torneo),[4] ma anche atletico e fisicamente dispendioso in quanto i moduli di gioco adottati imponevano una grande mobilità sul campo da parte di ogni giocatore.[4] La Germania Ovest vince il suo secondo mondiale e raggiunge l'Italia e l'Uruguay come numero di trofei vinti, entrambe seconde al solo Brasile.

Risultati

Prima fase a gironi

Gruppo 1

Classifica
Classifica finale Pt G V N P GF GS DR
Germania Est Germania Est 5 3 2 1 0 4 1 3
Germania Ovest Germania Ovest 4 3 2 0 1 4 1 3
Cile Cile 2 3 0 2 1 1 2 -1
Australia Australia 1 3 0 1 2 0 5 -5
Risultati
Berlino Ovest
14 giugno 1974, ore 16:00 UTC+1
Germania Ovest Germania Ovest 1 – 0
referto
Cile Cile Olympiastadion (81.100 spett.)
Arbitro:  Turchia Babacan

Amburgo
14 giugno 1974, ore 19:30 UTC+1
Germania Est Germania Est 2 – 0
referto
Australia Australia Volksparkstadion (17.000 spett.)
Arbitro:  Senegal Ndiaye

Amburgo
18 giugno 1974, ore 16:00 UTC+1
Australia Australia 0 – 3
referto
Germania Ovest Germania Ovest Volksparkstadion (53.300 spett.)
Arbitro:  Egitto Kamel

Berlino Ovest
18 giugno 1974, ore 19:30 UTC+1
Cile Cile 1 – 1
referto
Germania Est Germania Est Olympiastadion (28.300 spett.)
Arbitro:  Italia Angonese

Berlino Ovest
22 giugno 1974, ore 16:00 UTC+1
Australia Australia 0 – 0
referto
Cile Cile Olympiastadion (17.400 spett.)
Arbitro:  Iran Namdar

Amburgo
22 giugno 1974, ore 19:30 UTC+1
Germania Est Germania Est 1 – 0
referto
Germania Ovest Germania Ovest Volksparkstadion (60.200 spett.)
Arbitro:  Uruguay Barreto Ruiz

Gruppo 2

Classifica
Classifica finale Pt G V N P GF GS DR
Jugoslavia Jugoslavia 4 3 1 2 0 10 1 9
Brasile Brasile 4 3 1 2 0 3 0 3
Scozia Scozia 4 3 1 2 0 3 1 2
Zaire Zaire 0 3 0 0 3 0 14 -14
Risultati
Francoforte
13 giugno 1974, ore 17:00 UTC+1
Brasile Brasile 0 – 0
referto
Jugoslavia Jugoslavia Waldstadion (62.000 spett.)
Arbitro:  Svizzera Scheurer

Dortmund
14 giugno 1974, ore 19:30 UTC+1
Zaire Zaire 0 – 2
referto
Scozia Scozia Westfalenstadion (27.000 spett.)
Arbitro:  Germania Schulenburg

Gelsenkirchen
18 giugno 1974, ore 19:30 UTC+1
Jugoslavia Jugoslavia 9 – 0
referto
Zaire Zaire Parkstadion (31.700 spett.)
Arbitro:  Colombia Piedraita Delgado

Francoforte
18 giugno 1974, ore 19:30 UTC+1
Scozia Scozia 0 – 0
referto
Brasile Brasile Waldstadion (62.000 spett.)
Arbitro:  Paesi Bassi Van Gemert

Francoforte
22 giugno 1974, ore 16:00 UTC+1
Scozia Scozia 1 – 1
referto
Jugoslavia Jugoslavia Waldstadion (56.000 spett.)
Arbitro:  Messico Gonzalez Archundia

Gelsenkirchen
22 giugno 1974, ore 16:00 UTC+1
Zaire Zaire 0 – 3
referto
Brasile Brasile Parkstadion (36.200 spett.)
Arbitro:  Romania Rainea

Gruppo 3

Classifica
Classifica finale Pt G V N P GF GS DR
Paesi Bassi Paesi Bassi 5 3 2 1 0 6 1 5
Svezia Svezia 4 3 1 2 0 3 0 3
Bulgaria Bulgaria 2 3 0 2 1 2 5 -3
Uruguay Uruguay 1 3 0 1 2 1 6 -5
Risultati
Hannover
15 giugno 1974, ore 16:00 UTC+1
Uruguay Uruguay 0 – 2
referto
Paesi Bassi Paesi Bassi Niedersachsenstadion (55.100 spett.)
Arbitro:  Perù Palotai

Düsseldorf
15 giugno 1974, ore 16:00 UTC+1
Svezia Svezia 0 – 0
referto
Bulgaria Bulgaria Rheinstadion (23.800 spett.)
Arbitro:  Ungheria Perez Nunez

Dortmund
19 giugno 1974, ore 19:30 UTC+1
Paesi Bassi Paesi Bassi 0 – 0
referto
Svezia Svezia Westfalenstadion (53.700 spett.)
Arbitro:  Canada Winsemann

Hannover
19 giugno 1974, ore 19:30 UTC+1
Bulgaria Bulgaria 1 – 1
referto
Uruguay Uruguay Niedersachsenstadion (13.400 spett.)
Arbitro:  Inghilterra Taylor

Dortmund
23 giugno 1974, ore 16:00 UTC+1
Bulgaria Bulgaria 1 – 4
referto
Paesi Bassi Paesi Bassi Westfalenstadion (53.300 spett.)
Arbitro:  Australia Boskovic

Düsseldorf
23 giugno 1974, ore 16:00 UTC+1
Svezia Svezia 3 – 0
referto
Uruguay Uruguay Rheinstadion (28.300 spett.)
Arbitro:  Austria Linemayr

Gruppo 4

Classifica
Classifica finale Pt G V N P GF GS DR
Polonia Polonia 6 3 3 0 0 12 3 9
Argentina Argentina 3 3 1 1 1 7 5 2
Italia Italia 3 3 1 1 1 5 4 1
Haiti Haiti 0 3 0 0 3 2 14 -12
Risultati
Monaco di Baviera
15 giugno 1974, ore 18:00 UTC+1
Italia Italia 3 – 1
referto
Haiti Haiti Olympiastadion (53.000 spett.)
Arbitro:  Venezuela Llobregat

Stoccarda
15 giugno 1974, ore 18:00 UTC+1
Polonia Polonia 3 – 2
referto
Argentina Argentina Neckarstadion (32.700 spett.)
Arbitro:  Galles Thomas

Monaco di Baviera
19 giugno 1974, ore 19:30 UTC+1
Haiti Haiti 0 – 7
referto
Polonia Polonia Olympiastadion (25.300 spett.)
Arbitro:  Singapore Suppiah

Stoccarda
19 giugno 1974, ore 19:30 UTC+1
Argentina Argentina 1 – 1
referto
Italia Italia Neckarstadion (70.100 spett.)
Arbitro:  Unione Sovietica Kazakov

Monaco di Baviera
23 giugno 1974, ore 16:00 UTC+1
Argentina Argentina 4 – 1
referto
Haiti Haiti Olympiastadion (25.900 spett.)
Arbitro:  Spagna Sanchez Ibanez

Stoccarda
23 giugno 1974, ore 16:00 UTC+1
Polonia Polonia 2 – 1
referto
Italia Italia Neckarstadion (70.100 spett.)
Arbitro:  Germania Ovest Weyland

Seconda fase a gironi

Gruppo A

Classifica
Squadra P.ti G V N P GF GS DR
Paesi Bassi Paesi Bassi 6 3 3 0 0 8 0 +8
Brasile Brasile 4 3 2 0 1 3 3 0
Germania Est Germania Est 1 3 0 1 2 1 4 -3
Argentina Argentina 1 3 0 1 2 2 7 -5
Risultati
Gelsenkirchen
26 giugno 1974, ore 19:30 UTC+1
Paesi Bassi Paesi Bassi 4 – 0
referto
Argentina Argentina Parkstadion (55.348 spett.)
Arbitro:  Scozia Davidson

Hannover
26 giugno 1974, ore 19:15 UTC+1
Brasile Brasile 1 – 0
referto
Germania Est Germania Est Niedersachsenstadion(58.463 spett.)
Arbitro:  Galles Thomas

Hannover
30 giugno 1974, ore 16:00 UTC+1
Argentina Argentina 1 – 2
referto
Brasile Brasile Niedersachsenstadion (38.000 spett.)
Arbitro:  Belgio Loraux

Gelsenkirchen
30 giugno 1974, ore 16:00 UTC+1
Germania Est Germania Est 0 – 2
referto
Paesi Bassi Paesi Bassi Parkstadion (67.148 spett.)
Arbitro:  Svizzera Scheurer

Gelsenkirchen
3 luglio 1974, ore 19:30 UTC+1
Argentina Argentina 1 – 1
referto
Germania Est Germania Est Parkstadion (39.586 spett.)
Arbitro:  Inghilterra Taylor

Dortmund
3 luglio 1974, ore 19:30 UTC+1
Paesi Bassi Paesi Bassi 2 – 0
referto
Brasile Brasile Westfalenstadion (37.315 spett.)
Arbitro:  Germania Ovest Tschenscher

Gruppo B

Classifica
Squadra P.ti G V N P GF GS DR
Germania Ovest Germania Ovest 6 3 3 0 0 7 2 +5
Polonia Polonia 4 3 2 0 1 3 2 +1
Svezia Svezia 2 3 1 0 2 4 6 -2
Jugoslavia Jugoslavia 0 3 0 0 3 2 6 -4
Risultati
Düsseldorf
26 giugno 1974, ore 16:00 UTC+1
Jugoslavia Jugoslavia 0 – 2
referto
Germania Ovest Germania Ovest Rheinstadion (67.385 spett.)
Arbitro:  Brasile Marques

Stoccarda
26 giugno 1974, ore 19:30 UTC+1
Svezia Svezia 0 – 1
referto
Polonia Polonia Neckarstadion (44.955 spett.)
Arbitro:  Uruguay Barreto Ruiz

Düsseldorf
30 giugno 1974, ore 19:30 UTC+1
Germania Ovest Germania Ovest 4 – 2
referto
Svezia Svezia Rheinstadion (67.800 spett.)
Arbitro:  Unione Sovietica Kazakov

Francoforte
30 giugno 1974, ore 16:00 UTC+1
Polonia Polonia 2 – 1
referto
Jugoslavia Jugoslavia Waldstadion (58.000 spett.)
Arbitro:  Germania Est Glöckner

Francoforte
3 luglio 1974, ore 17:00 UTC+1
Polonia Polonia 0 – 1
referto
Germania Ovest Germania Ovest Waldstadion (62.000 spett.)
Arbitro:  Austria Linemayr

Düsseldorf
3 luglio 1974, ore 19:30 UTC+1
Svezia Svezia 2 – 1
referto
Jugoslavia Jugoslavia Rheinstadion (41.300 spett.)
Arbitro:  Argentina Pestarino

Finale 3º- 4º posto

Monaco di Baviera
6 luglio 1974, ore 16:00 UTC+1
Brasile Brasile 0 – 1
referto
Polonia Polonia Olympiastadion (74.100 spett.)
Arbitro:  Italia Angonese

Finale 1°- 2º posto

Monaco di Baviera
7 luglio 1974, ore 16:00
Paesi Bassi Paesi Bassi 1 – 2
referto
Germania Ovest Germania Ovest Olympiastadion (75,200 spett.)
Arbitro:  Inghilterra Jack Taylor

Classifica marcatori

7 reti
5 reti
4 reti
3 reti
2 reti
1 rete
Autoreti

Premi[14]

Miglior marcatore Miglior giovane[15] Premio FIFA Fair Play
Polonia Grzegorz Lato (7) Polonia Władysław Żmuda Germania Ovest Germania Ovest

All-Star Team[16]

Portiere Difensori Centrocampisti Attaccanti
Germania Ovest Sepp Maier Paesi Bassi Ruud Krol
Germania Ovest Paul Breitner
Cile Elías Figueroa
Germania Ovest Franz Beckenbauer
Germania Ovest Berti Vogts
Brasile Marinho Chagas
Germania Ovest Wolfgang Overath
Polonia Kazimierz Deyna
Paesi Bassi Johan Neeskens
Jugoslavia Branko Oblak
Paesi Bassi Rob Rensenbrink
Paesi Bassi Johan Cruijff
Polonia Grzegorz Lato

Nazionale di calcio della Germania

Germania Germania
DFB maschile logo.svg
Uniformi di gara
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Trasferta
Sport Football pictogram.svg Calcio
Federazione DFB
Deutscher Fußball-Bund
Confederazione UEFA
Codice FIFA GER
Soprannome Die Mannschaft (La Squadra)
Selezionatore Germania Hans-Dieter Flick
Record presenze Lothar Matthäus (150)
Capocannoniere Miroslav Klose (71)
Ranking FIFA 11º (10 febbraio 2022)[1]
Sponsor tecnico Adidas
Esordio internazionale
Svizzera Svizzera 5 - 3 Germania Germania
BasileaSvizzera; 5 aprile 1908
Migliore vittoria
Germania Germania 16 - 0 Impero russo Russia
StoccolmaSvezia; 1º luglio 1912
Peggiore sconfitta
Inghilterra Inghilterra dilettanti 9 - 0 Germania Germania
OxfordRegno Unito; 13 marzo 1909
Campionato del mondo
Partecipazioni 19 (esordio: 1934)
Miglior risultato Oro Campioni nel 1954197419902014
Campionato d'Europa
Partecipazioni 13 (esordio: 1972)
Miglior risultato Oro Campioni nel 197219801996
Confederations Cup
Partecipazioni 3 (esordio: 1999)
Miglior risultato Oro Campioni nel 2017
Torneo Olimpico
Partecipazioni 3[2] (esordio: 1912)
Miglior risultato Quarti di finale nel 19281936
Nations League
Partecipazioni 2 (esordio: 2018-2019)
Miglior risultato 8º posto nella Lega A 2020-2021

La nazionale di calcio della Germania (in tedesco deutsche Fußballnationalmannschaft) è la rappresentativa calcistica della Germania ed è posta sotto l'egida della Deutscher Fussball-Bund.

È una delle nazionali di calcio più blasonate al mondo oltreché la più titolata d'Europa, essendosi aggiudicata per quattro volte il campionato mondiale, per tre volte il campionato europeo e per una volta la Confederations Cup. Nelle due principali competizioni cui partecipa (campionato mondiale e campionato europeo) è giunta a disputare la finale rispettivamente otto e sei volte: in entrambi i casi si tratta di un record. A livello europeo condivide con la Spagna il primato di vittorie nella manifestazione continentale (3) e con l'Italia quello di vittorie nel mondiale (4).

La Germania fu inserita al primo posto al momento dell'istituzione della classifica mondiale della FIFA, stilata per la prima volta nell'agosto 1993, e ritrovò altre volte la vetta: nel 1993, nel 1994, dal luglio 2014 al giugno 2015, nel luglio 2017, dal settembre 2017 al luglio 2018. Il piazzamento più basso è stato il 22º posto, occupato nel marzo 2006. Attualmente occupa l'11ª posizione.

Storia

Dagli esordi ai primi successi internazionali

La nazionale tedesca propriamente detta esordì nel 1908, otto anni dopo la fondazione della Federazione calcistica della Germania (DFB), perdendo per 5-3 contro la Svizzera a Basilea. Eliminata al turno preliminare del torneo olimpico di calcio 1912, la squadra ebbe il primo commissario tecnico qualche anno dopo: fu Otto Nerz, un insegnante scolastico di Mannheim, a guidare la Mannschaft dal 1926 al 1936. La Germania arrivò terza nel campionato mondiale del 1934, nella sua prima apparizione ad un torneo iridato. Due anni dopo l'incarico di CT fu affidato a Sepp Herberger, con cui la squadra uscì al primo turno del campionato mondiale del 1938. Dopo che l'Austria (avente all'epoca una forte selezione nazionale) fu annessa alla Germania nel 1938 nell'Anschluss, i giocatori austriaci del Rapid Vienna (che fu tra l'altro l'unica austriaca a vincere la Gauliga) si erano aggiunti alla selezione tedesca in breve tempo per motivi politici.

La selezione teutonica al torneo olimpico di Stoccolma 1912

Al termine della seconda guerra mondiale, con la Germania ormai divisa in due entità politiche differenti – la Repubblica Democratica e quella Federale – e devastata dalla guerra, la situazione calcistica era alquanto problematica. Si formò un'altra federazione che si staccò dalla DFB per amministrare indipendentemente il calcio nella Germania dell'Est, formando una propria nazionale. Oltre a questo, la formazione tedesco-occidentale, ormai Germania Ovest, non era vista di buon occhio: per i primi anni solo le vicine Svizzera e Austria, oltre che la Turchia, giocarono sfide con l'Ovest. Fu la Repubblica d'Irlanda a rompere questo tabù ed accordarsi con la federcalcio occidentale per una partita.

La Germania Ovest per la prima volta iridata al campionato del mondo 1954

Dopo essere stati esclusi dal campionato mondiale del 1950 in Brasile, i tedeschi occidentali sorprendentemente vinsero il successivo, nel 1954 in Svizzera, guidati da Fritz Walter e ancora allenati da Sepp Herberger, battendo in finale la favoritissima Ungheria. L'evento, passato alla storia come "miracolo di Berna", entusiasmò la Germania del dopoguerra ed è stato considerato un fattore importante della ripresa economico-morale del paese.

Un frangente della sfida tra Germania Ovest e Argentina al campionato del mondo 1966, edizione che vide i tedeschi finalisti.

Conclusasi con un quarto posto l'avventura al campionato mondiale del 1958 e raggiunti i quarti di finale in quello del 1962, la squadra, sotto la guida di Helmut Schön, raggiunse la finale del campionato mondiale del 1966, persa contro l'Inghilterra padrona di casa a Wembley. Mancata la qualificazione al campionato d'Europa 1968 a causa di un pareggio contro l'Albania a Tirana, la Germania Ovest si piazzò terza al campionato mondiale del 1970 in Messico, dopo la celebre eliminazione patita contro l'Italia in semifinale, nella cosiddetta Partita del secolo (in tedesco Jahrhundertspiel); l'attaccante tedesco occidentale Gerd Müller si aggiudicò la classifica marcatori della competizione con 10 reti.

Overath e Müller sollevano la Coppa del mondo vinta dalla Germania Ovest nel 1974.

Dai gloriosi anni '70 ai successi degli anni '90

Nel 1971 Franz Beckenbauer divenne capitano della Germania Ovest e la guidò alla conquista prima dell'europeo successivo e poi del mondiale disputato in casa. La prima vittoria del torneo continentale, nel 1972, si concretizzò con una netta affermazione per 3-0 sull'Unione Sovietica nella finale di Bruxelles,[3] mentre due anni dopo, al campionato mondiale del 1974, fu il turno dei Paesi Bassi di Johan Cruyff, che persero per 1-2 la finale disputata allo stadio Olimpico di Monaco di Baviera. Una storica partita tra le due nazionali tedesche si giocò ad Amburgo il 22 giugno 1974 nella fase finale del mondiale di quell'anno: vinse la Germania Est per 1-0 grazie ad un gol di Jürgen Sparwasser, ma secondo molti la partita in oggetto fu combinata per consentire alle due selezioni il passaggio di turno, con reciproco vantaggio (la Ovest, perdendo, evitò il girone di ferro con Olanda, Brasile e Argentina).

I tedeschi occidentali furono poi finalisti al campionato d'Europa 1976, che persero nell'atto conclusivo contro la Cecoslovacchia ai tiri di rigore (5-3 dopo che i supplementari si conclusero sul 2-2). Questa è, ad oggi, l'unica sconfitta subita ai tiri di rigore dalla nazionale tedesca in una partita ufficiale. Eliminata al secondo turno a gironi al campionato del mondo 1978, dopo una storica sconfitta con l'Austria, la Germania Ovest fu affidata al CT Jupp Derwall, che guidò la Mannschaft alla vittoria del campionato d'Europa 1980, ottenuta battendo il Belgio nella finale dello stadio Olimpico di Roma grazie a una doppietta di Hrubesch (2-1).[4] Due anni dopo, la squadra raggiunse anche la finale del campionato del mondo 1982, ma fu battuta per 3-1 dall'Italia.

La Germania Ovest vincitrice del campionato d'Europa 1980

Dopo l'eliminazione al primo turno al campionato europeo del 1984Franz Beckenbauer tornò in nazionale come allenatore. Egli condusse i suoi alla finale del campionato del mondo 1986, persa per 3-2 contro l'Argentina di Diego Armando Maradona. Semifinalista al campionato europeo del 1988 giocato in casa, la Germania Ovest, capitanata da Lothar Matthäus, vinse il proprio terzo titolo mondiale a Italia 1990 (1-0 in finale contro la stessa Argentina), cogliendo l'ultimo successo prima della riunificazione con la Germania Est, nella terza finale disputata consecutivamente al campionato del mondo (risultato conseguito solo dalla Germania Ovest e dal Brasile). Beckenbauer si ritrovò quindi ad aver vinto il mondiale da giocatore, capitano (nel 1974) ed allenatore; tale record era stato ottenuto, in precedenza, solo da Mário Zagallo, e verrà ottenuto anche, nel 2018, da Didier Deschamps.

Dopo la vittoria del mondiale italiano, Beckenbauer lasciò la panchina all'assistente Berti Vogts, mentre la caduta del Muro di Berlino e la riunificazione tedesca del 3 ottobre 1990 portarono alla fusione delle due nazionali in una nuova definitiva nazionale tedesca, che esordì il 19 dicembre successivo, battendo per 4-0 in amichevole la Svizzera.[5] Una nuova finale fu raggiunta dalla Germania al campionato d'Europa 1992, dove i tedeschi furono sconfitti per 2-0 nell'atto conclusivo dalla sorprendente Danimarca, al primo successo in una manifestazione internazionale di rilievo e chiamata all'ultimo momento a partecipare all'europeo in sostituzione della squalificata Jugoslavia.

L'undici della Germania Ovest sceso in campo nella vittoriosa finale del campionato del mondo 1990, che ha dato ai tedesco-occidentali il terzo titolo mondiale.
Lothar Matthäus a segno dal dischetto nel corso del campionato del mondo 1994
Oliver Bierhoff decise con due gol (tra cui il primo golden goal della storia dell'europeo) la finale del campionato d'Europa 1996 tra Germania e Rep. Ceca

Ammessa di diritto alla fase finale del campionato del mondo 1994 negli Stati Uniti in quanto campione del mondo in carica, la Germania deluse, uscendo ai quarti di finale contro la Bulgaria, ma al campionato d'Europa 1996, dopo aver superato un duro girone comprendente ItaliaRep. Ceca e Russia, la Mannschaft di Vogts, capitanata da Jürgen Klinsmann, trionfò nuovamente nella rassegna continentale, sconfiggendo in finale per 2-1 a Wembley proprio i cechi, grazie alla doppietta di Oliver Bierhoff; la sfida fu decisa dal primo golden goal nella storia dell'europeo, quello dello stesso Bierhoff, il quale, andando in gol nel primo tempo supplementare, mise fine all'incontro. La partita si chiuse dunque immediatamente dopo la rete del centravanti dell'Udinese: per i tedeschi fu il terzo titolo europeo; il difensore Matthias Sammer fu eletto miglior calciatore della competizione e avrebbe vinto qualche mese dopo l'ambito Pallone d'oro.

La nazionale tedesca schierata per l'inno durante un match del campionato d'Europa 2004

La crisi di inizio millennio e i nuovi successi

Dopo la vittoria al campionato europeo del 1996, per la Germania iniziò un periodo di declino. La qualificazione al campionato del mondo 1998 in Francia fu ottenuta con patemi e si risolse in una brutta eliminazione ai quarti di finale. La gestione di Vogts si chiuse di lì a poco, lasciando una difficile eredità e una squadra da rifondare perché giunta alla fine di un ciclo. La Germania disputò, in qualità di campione d'Europa in carica, la Confederations Cup del 1999, dove, con una rosa piena di seconde linee, fu eliminata già dopo la fase a gironi. Qualificatasi al campionato d'Europa 2000, fu anche qui eliminata nella fase a gironi, senza vincere alcuna partita;[6] al termine di questa competizione si chiuse anche la carriera ultraventennale di Lothar Matthäus in nazionale.

Sotto la guida del CT Rudi Völler, i tedeschi si risollevarono al campionato mondiale del 2002, a cui si qualificarono tramite i play-off per la prima volta nella storia della Mannschaft. Sovvertendo i pronostici della vigilia, raggiunsero poi la finale di Yokohama, persa per 2-0 contro il Brasile di Ronaldo; il portiere tedesco Oliver Kahn vinse il premio come miglior giocatore del torneo, prima volta per un estremo difensore. Völler si dimise due anni dopo, al termine della fallimentare campagna al campionato d'Europa 2004, chiusa con l'eliminazione nella fase a gironi. La federcalcio tedesca dovette cercare il terzo commissario tecnico in nemmeno sei anni, contro i sei avuti nei settantacinque anni precedenti.

Bandiere tedesche a Bochum per assistere a Germania-Ecuador (20 giugno 2006).

A Völler subentrò l'ex centravanti Jürgen Klinsmann,[7] all'esordio come allenatore.[8] Il nuovo CT diede fiducia a promesse e calciatori di prospettiva, con l'intenzione di costruire una squadra giovane, in grado di produrre un calcio offensivo e divertente per il pubblico, in vista del successivo campionato del mondo, da disputare in casa. Nella Confederations Cup 2005, ospitata proprio dai tedeschi, gli uomini di Klinsmann ottennero il terzo posto,[9] risultato che fece ben sperare in vista del mondiale casalingo dell'anno successivo. Al campionato del mondo 2006 la squadra ottenne, difatti, un altro terzo posto, eliminata ancora una volta dall'Italia poi campione del mondo, stavolta in semifinale dopo i tempi supplementari.[10]

Joachim Löw, commissario tecnico della nazionale tedesca dal 2006 al 2021, ha conquistato il titolo mondiale nel 2014

Dopo le dimissioni di Klinsmann, gli subentrò il suo vice Joachim Löw. Egli confermò la squadra ai vertici mondiali, conseguendo il secondo posto al campionato d'Europa 2008, avendo perso per 1-0 la finale contro la Spagna, e il terzo posto al campionato del mondo 2010, dove fu ancora fatale una sconfitta contro la Spagna (questa volta in semifinale). Qualificatasi per il campionato europeo del 2012 con 10 vittorie in altrettanti incontri del girone eliminatorio, in Polonia e Ucraina la squadra di Löw, capitanata da Philipp Lahm e compagine dall'età media più bassa del torneo, si arrestò in semifinale, eliminata ancora dall'Italia. Seguì il trionfo al campionato del mondo 2014, ottenuto grazie allo storico successo per 7-1 contro il Brasile padrone di casa in semifinale e alla vittoria per 1-0 in finale contro l'Argentina dopo i tempi supplementari (gol di Mario Götze): per i tedeschi fu il quarto titolo mondiale della storia, risultato che consentì loro di agganciare gli italiani e di porsi alle spalle del solo Brasile per numero di vittorie nella massima rassegna calcistica planetaria.

La Germania vittoriosa al campionato del mondo 2014

Dopo il mondiale brasiliano lasciarono la nazionale Philipp LahmPer Mertesacker e Miroslav Klose. Al campionato d'Europa 2016 la squadra non andò oltre i quarti di finale e Bastian Schweinsteiger e Lukas Podolski si congedarono dalla Mannschaft, che vinse poi la Confederations Cup 2017 (battuto in finale il Cile per 1-0) con una rosa composta da molti giovani e giocatori da rodare in vista del mondiale di Russia 2018; tre giocatori tedeschi, Leon GoretzkaLars Stindl e Timo Werner, furono capocannonieri della manifestazione con 3 gol ciascuno. Malgrado la convincente qualificazione al mondiale russo, raggiunta con 10 vittorie in altrettanti incontri del girone eliminatorio, la Germania fu clamorosamente eliminata nella fase a gironi della Coppa del mondo, evento senza precedenti in un mondiale[11] Nonostante le aspre critiche ricevute, il CT Löw si vide confermato l'incarico alla guida della nazionale tedesca almeno per il successivo biennio,[12] segnato dal deludente risultato nella UEFA Nations League 2018-2019, dove la Germania giunse ultima nel proprio minigirone, evitando la retrocessione in Lega B solo per una modifica regolamentare.[13] Malgrado la decisione di rinunciare a pedine fondamentali quali Müller (richiamato due anni dopo), Hummels e Boateng[14] per rifondare l'organico, Löw mancò la qualificazione alla final four della UEFA Nations League 2020-2021 perdendo rovinosamente per 6-0 in casa della Spagna (peggiore rovescio della storia della Mannschaft in gare ufficiali), in una partita in cui un pareggio le sarebbe bastato per qualificarsi alla fase finale del torneo, e deluse anche al campionato d'Europa 2020, dove uscì agli ottavi di finale.

Chiusasi la gestione di Löw (rimasto in carica per poco meno di 15 anni, diventando il secondo CT più longevo dopo Herberger), la nazionale tedesca è stata affidata ad Hans-Dieter Flick, che con sette vittorie nelle sue prime sette gare, evento senza precedenti per un CT della Mannschaft, ha qualificato la squadra al campionato del mondo 2022.

Strutture

Stadio

La nazionale tedesca di calcio non dispone di uno stadio che ne ospita le partite casalinghe in modo fisso. Nel corso della sua storia la Mannschaft ha giocato in 43 città diverse, compresa Vienna, che dal 1938 al 1942, all'epoca dell'occupazione tedesca, ospitò tre partite della nazionale tedesca.

La città che ha ospitato la maggior parte delle partite interne della Germania è Berlino, che fu sede del primo match dei tedeschi, nel 1908 contro l'Inghilterra. Altre città in cui la nazionale ha giocato di frequente sono AmburgoStoccardaHannoverDortmund e Monaco di Baviera, che ospitò la finale del campionato mondiale di calcio 1974, vinta dalla Germania Ovest contro i Paesi Bassi.

Colori e simboli

Philipp Lahm con la classica divisa casalinga tedesca: maglia bianca abbinata a calzoncini neri e calzettoni bianchi.

Dagli esordi la nazionale tedesca ha sempre indossato come prima tenuta un completo bianco (a volte con bordini neri), con calzoncini neri e calzettoni bianchi; si trattava dei colori della bandiera della Prussia. Dopo la scissione delle due Germanie, la Germania Ovest ha continuato a usare questo abbigliamento casalingo, mentre la Germania Est ha giocato in blu, colore che non verrà mai ripreso dopo la riunificazione.

Nel 1988 appare un vistoso tricolore tedesco che parte dalla spalla destra e copre quasi tutto il petto. La scelta del fornitore tecnico è felice, perché ricollega la caduta del muro di Berlino, la successiva fusione delle due nazionali e la vittoria al mondiale italiano del 1990, pertanto i colori nazionali diventano un motivo frequente per almeno sei anni: ridotti alle spalle nel 1992, tornano in maniera molto invasiva nel petto nel 1994 ma come rombi a sfumature tricolori, simili al piumaggio presente nel petto di un'aquila. Nel 1996 c'è un ritorno alla semplicità, con una tenuta completamente bianca e nera con un tricolore nel colletto e nei bordi delle maniche. Un piccolo tricolore, formato da tre righine orizzontali sul petto, torna nel 1998, per poi figurare negli anni successivi in piccoli ornamenti più o meno vistosi. In occasione del campionato mondiale del 2014 viene realizzata una divisa decisamente di rottura rispetto al passato: la maglia, bianca, reca in petto una vistosa "V" con gradiente di varie tonalità di rosso, mentre i pantaloncini non sono più neri ma diventano anch'essi bianchi.[15] Nel campionato mondiale del 2018 viene ripresa la famosa grafica del 1990, questa volta con le tre strisce di diverse tonalità di grigio. Per il campionato d'Europa 2020 (disputatosi nel 2021 a causa della pandemia di COVID-19) adidas disegna una maglia innovativa, caratterizzata dalle sottili strisce orizzontali di colore nero.

Pierre Littbarski e Lothar Matthäus sollevano la Coppa del mondo vinta dalla Germania Ovest a Italia 1990, con indosso la maglia introdotta al campionato d'Europa 1988, fasciata dal tricolore tedesco e presto divenuta tra le più iconiche nella storia della Mannschaft.[16]

Se la tenuta casalinga, ornamenti a parte, è rimasta quasi sempre invariata anche e nonostante le vicissitudini politiche, molto più tribolata è la storia della divisa da trasferta. La seconda casacca tedesca è tradizionalmente di color verde. Per lungo tempo è sopravvissuta la credenza secondo cui questo colore fosse stato scelto in onore e rispetto dell'Irlanda, prima compagine non confinante che accettò un confronto calcistico con la Germania Ovest nell'immediato secondo dopoguerra;[17] in realtà, il verde è semplicemente derivato dal colore preminente nello stemma del Deutscher Fußball-Bund, la federcalcio tedesca.[18][19] La maglia verde, indossata per la prima volta al campionato del mondo 1954,[18] ha caratterizzato la vittoria del primo Campionato europeo del 1972,[20] e ha accompagnato la Germania anche dopo la riunificazione con l'Est, fino al 1º settembre 2001: in questa data la Germania ha giocato in maglia verde quella che è stata la sua peggior sconfitta casalinga in epoca moderna, un 1-5 contro l'Inghilterra all'Olympiastadion di Monaco di Baviera.

Dopo questa débâcle la maglia verde è stata accantonata,[21] e nel decennio successivo è iniziata una lenta evoluzione della seconda divisa. Il 2002 ha visto l'introduzione di una divisa con due tonalità di grigio, mentre nel 2004 ha debuttato una maglia completamente nera con dettagli gialli e rossi.[21] La Confederations Cup 2005 ha visto l'esordio di una maglia rossa, fortemente voluta dal CT Jürgen Klinsmann (convinto che il colore rosso potesse dare un vantaggio psicologico alla squadra in termini di aggressività[22]); questa divisa è stata la più utilizzata come seconda maglia durante gli anni duemila, e in particolare Klinsmann premette per utilizzare proprio questa come prima divisa nei Mondiali casalinghi del 2006,[22] salvo poi desistere. Il 2010 ha visto nuovamente una maglia nera, stavolta con inserti oro.[21] Con l'Europeo del 2012, in occasione del quarantennale della conquista del primo alloro continentale, c'è il ritorno della classica seconda divisa verde.[20][23][24] Per il campionato mondiale del 2014 vinto dalla compagine tedesca viene realizzata una rivoluzionaria maglia a larghe strisce orizzontali rosse e nere.

Il simbolo della nazionale tedesca non è quello del DFB, ma una tradizionale aquila nera stilizzata, che richiama lo stemma nazionale. Il fornitore tecnico è, oramai dal 1980, il gruppo tedesco adidas, rimpiazzando la Erima, un'azienda teutonica di proprietà della stessa adidas.

Divise storiche

Casa[25]

Manica sinistra
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Maglietta
Maglietta
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Pantaloncini
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1908 (prima maglia)
Manica sinistra
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Maglietta
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Pantaloncini
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Mondiale
1934
Manica sinistra
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Maglietta
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Mondiale 1938[26]
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Mondiale 1954
 
Manica sinistra
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Mondiale 1962
 
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Mondiali
1966-1970
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Mondiale 1974
 
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Mondiale 1978
 
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Europeo 1980
 
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Mondiale 1982
 
 
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Europeo 1984
 
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Mondiale 1986
 
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Europeo 1988 e Mondiale 1990
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Europeo 1992
 
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Mondiale 1994
 
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Europeo 1996
 
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Mondiale 1998
 
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Europeo 2000
 
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Mondiale 2002
 
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Europeo 2004
 
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Mondiale 2006
 
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Europeo 2008
 
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Mondiale 2010
 
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Europeo 2012
 
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Mondiale 2014
 
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Europeo 2016
 
 
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Confederations Cup 2017
 
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Mondiale 2018
 
 
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Europeo 2020
 

Trasferta[25]

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Mondiali 1954-1958
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Mondiali 1966-1970
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Mondiale 1974
 
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Europeo 1980 e Mondiale 1982
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Europeo 1984
 
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Mondiale 1986
 
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Europeo 1988 e Mondiale 1990
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Europeo 1992
 
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Mondiale 1994
 
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Europeo 1996
 
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Mondiale 1998
 
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Europeo 2000
 
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Mondiale 2002
 
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Europeo 2004
 
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Confederations Cup 2005
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Mondiale 2006
 
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Europeo 2008
 
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Mondiale 2010
 
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Europeo 2012
 
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Mondiale 2014
 
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Europeo 2016
 
 
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Mondiale 2018
 
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Europeo 2020
 

Palmarès

Svizzera 1954Germania Ovest 1974Italia 1990Brasile 2014
Belgio 1972Italia 1980Inghilterra 1996
Russia 2017

Partecipazioni ai tornei internazionali

Campionato del mondo
Edizione Risultato
1930 Non partecipante
1934 Terzo posto Bronze medal world centered-2.svg
1938 Ottavi di finale
1950 Squalificata
1954 Campione Coppa Jules Rimet Icon.svg
1958 Quarto posto
1962 Quarti di finale
1966 Secondo posto Silver medal world centered-2.svg
1970 Terzo posto Bronze medal world centered-2.svg
1974 Campione FIFA World Cup Icon (Campionato mondiale di calcio).svg
1978 Secondo turno
1982 Secondo posto Silver medal world centered-2.svg
1986 Secondo posto Silver medal world centered-2.svg
1990 Campione FIFA World Cup Icon (Campionato mondiale di calcio).svg
1994 Quarti di finale
1998 Quarti di finale
2002 Secondo posto Silver medal world centered-2.svg
2006 Terzo posto Bronze medal world centered-2.svg
2010 Terzo posto Bronze medal world centered-2.svg
2014 Campione FIFA World Cup Icon (Campionato mondiale di calcio).svg
2018 Primo turno
2022 Qualificata
Campionato europeo
Edizione Risultato
1960 Non partecipante
1964 Non partecipante
1968 Non qualificata
1972 Campione UEFA European Cup.svg
1976 Secondo posto Silver medal europe.svg
1980 Campione UEFA European Cup.svg
1984 Primo turno
1988 Semifinali Bronze medal europe.svg
1992 Secondo posto Silver medal europe.svg
1996 Campione UEFA European Cup.svg
2000 Primo turno
2004 Primo turno
2008 Secondo posto Silver medal europe.svg
2012 Semifinali Bronze medal europe.svg[27]
2016 Semifinali Bronze medal europe.svg
2020 Ottavi di finale
Giochi olimpici[28]
Edizione Risultato
1908 Non partecipante
1912 Turno di qualificazione
1920 Non partecipante
1924 Non partecipante
1928 Quarti di finale
1936 Quarti di finale
1948 Non partecipante
Confederations Cup
Edizione Risultato
1992 Rinuncia
1995 Non invitata
1997 Rinuncia
1999 Primo turno
2001 Non qualificata
2003 Rinuncia[29]
2005 Terzo posto Bronzen medaille.svg
2009 Non qualificata
2013 Non qualificata
2017 Campione Gouden medaille.svg


LegendaGrassetto: Risultato migliore, Corsivo: Mancate partecipazioni

 

Statistiche

  • La prima partita in campo internazionale della nazionale tedesca fu giocata il 5 aprile 1908 a Basilea, in Svizzera, contro la nazionale elvetica, che batté i tedeschi per 5-3. La vittoria con più gol della nazionale tedesca (16-0) si verificò contro la Russia il 1º luglio 1912 a Stoccolma, in Svezia. La partita in cui la Germania subì più gol risale al 13 marzo 1909 ad Oxford in Inghilterra; i tedeschi persero per 0-9 contro la nazionale inglese dilettanti.
  • La nazionale tedesca ha giocato 19 volte la fase finale della Coppa del mondo, la prima nel 1934; ha trionfato quattro volte, nel 195419741990 e 2014, e ha ottenuto il secondo posto quattro volte, oltre a detenere il record di semifinali disputate (13, due in più del Brasile, fermo a quota 11 malgrado abbia dsputato due fasi finali del mondiale in più rispetto ai tedeschi).
  • L'esordio della Germania al campionato europeo risale al 1972; la Germania ha giocato in tutto 13 fasi finali del torneo (record), vincendo 3 volte: nel 19721980 e 1996. Nella competizione vanta altresì tre secondi posti. Complessivamente la Germania è la nazionale europea con il maggior numero di presenze e di partite disputate nelle due massime competizioni, europeo e mondiale.
  • La nazionale tedesca ha partecipato a tre edizioni della Confederations Cup, vincendone l'edizione 2017.
  • Capitani onorari della squadra (Ehrenspielführer) sono Fritz WalterUwe SeelerFranz Beckenbauer e Lothar Matthäus. Il calciatore che ha giocato più partite con la squadra è Lothar Matthäus, con 150 presenze; Miroslav Klose ha invece segnato il maggior numero di gol nella storia della nazionale, 71.
  • La nazionale tedesca è, insieme a quella brasiliana, l'unica ad avere sempre ottenuto sul campo (con l'esclusione delle edizioni del 1974 e del 2006 giocate in casa, per le quali la qualificazione era diretta, così come lo era per le nazionali campioni in carica fino al 2002) la qualificazione alle fasi finali della Coppa del mondo (le due edizioni a cui non ha partecipato furono dovute a rinuncia, nel 1930, e esclusione per motivi politici post-bellici, nel 1950)
  • La Germania è, insieme al Brasile, una delle due nazionali che hanno disputato più di 100 partite nelle fasi finali della medesima competizione (dopo il campionato del mondo 2018 sono entrambe a quota 109 partite). Le due squadre si sono affrontate nelle fasi finali del mondiale due volte, nella finale del campionato del mondo 2002 (vinta per 2-0 dai brasiliani) e nella semifinale del campionato del mondo 2014 (vinta per 7-1 dai tedeschi).
  • Nella partita d'esordio al campionato del mondo 2014 contro il Portogallo la Germania è diventata la prima squadra a giocare 100 partite nelle fasi finali del torneo[30] (seguita, nel corso dello stesso torneo, dal Brasile, che ha raggiunto e superato anch'essa il totale delle 100 partite; attualmente, dopo l'edizione 2018, le due nazionali condividono il record del maggior numero di partite disputate nella fase finale del mondiale, ma la nazionale brasiliana ha ottenuto questo risultato con due partecipazioni in più rispetto a quella tedesca).
  • La Germania è, insieme al Brasile, una delle due sole nazionali che hanno disputato tre finali del mondiale consecutive (19821986 e 1990) e la sola nazionale ad aver disputato tre finali dell'europeo consecutive (197219761980).
  • La Germania è la nazionale che ha ottenuto la più ampia vittoria in una semifinale del mondiale, avendo battuto, a campionato del mondo 2014, i padroni di casa del Brasile per 7-1. Con la successiva vittoria finale dell'edizione la Germania è diventata, infine, la prima nazionale europea a vincere il titolo mondiale nel continente americano.[31]
  • Dalla Confederations Cup 2005 alla Confederations Cup 2017 la nazionale tedesca ha fatto registrare una striscia di 8 competizioni consecutive tra europei, mondiali e Confederations Cup in cui ha raggiunto almeno la semifinale.

Statistiche dettagliate sui tornei internazionali

Mondiali

Anno Luogo Piazzamento V N P Gol
1930 Uruguay Uruguay Non partecipante - - - -
1934 Italia Italia Terzo posto Bronze medal world centered-2.svg 3 0 1 11:8
1938 Francia Francia Ottavi di finale 0 1 1 3:5
1950 Brasile Brasile Squalificata[32] - - - -
1954 Svizzera Svizzera Campione Coppa Jules Rimet Icon.svg 5 0 1 25:14
1958 Svezia Svezia Quarto posto 2 2 2 12:14
1962 Cile Cile Quarti di finale 2 1 1 4:2
1966 Inghilterra Inghilterra Secondo posto Silver medal world centered-2.svg 4 1 1 15:6
1970 Messico Messico Terzo posto Bronze medal world centered-2.svg 5 0 1 17:10
1974 bandiera Germania Ovest Campione FIFA World Cup Icon (Campionato mondiale di calcio).svg 6 0 1 13:4
1978 Argentina Argentina Secondo turno 1 4 1 10:5
1982 Spagna Spagna Secondo posto Silver medal world centered-2.svg 3 2 2 12:10
1986 Messico Messico Secondo posto Silver medal world centered-2.svg 3 2 2 8:7
1990 Italia Italia Campione FIFA World Cup Icon (Campionato mondiale di calcio).svg 5 2 0 15:5
1994 Stati Uniti Stati Uniti Quarti di finale 3 1 1 9:7
1998 Francia Francia Quarti di finale 3 1 1 8:6
2002 Corea del Sud Corea del Sud / Giappone Giappone Secondo posto Silver medal world centered-2.svg 5 1 1 14:3
2006 Germania Germania Terzo posto Bronze medal world centered-2.svg 5 1 1 14:6
2010 Sudafrica Sudafrica Terzo posto Bronze medal world centered-2.svg 5 0 2 16:5
2014 Brasile Brasile Campione FIFA World Cup Icon (Campionato mondiale di calcio).svg 6 1 0 18:4
2018 Russia Russia Primo turno 1 0 2 2:4
2022 Qatar Qatar Qualificata 0 0 0 0:0

Europei

Anno Luogo Piazzamento V N P Gol
1960 Francia Francia Non partecipante - - - -
1964 Spagna Spagna Non partecipante - - - -
1968 Italia Italia Non qualificata - - - -
1972 Belgio Belgio Campione UEFA European Cup.svg 2 0 0 5:1
1976 Jugoslavia Jugoslavia Secondo posto Silver medal europe.svg 1 1 0 6:4
1980 Italia Italia Campione UEFA European Cup.svg 3 1 0 6:3
1984 Francia Francia Primo turno 1 1 1 2:2
1988 bandiera Germania Ovest Semifinali Bronze medal europe.svg 2 1 1 6:3
1992 Svezia Svezia Secondo posto Silver medal europe.svg 2 1 2 7:8
1996 Inghilterra Inghilterra Campione UEFA European Cup.svg 4 2 0 10:3
2000 Belgio Belgio / Paesi Bassi Paesi Bassi Primo turno 0 1 2 1:5
2004 Portogallo Portogallo Primo turno 0 2 1 2:3
2008 Austria Austria / Svizzera Svizzera Secondo posto Silver medal europe.svg 4 0 2 10:7
2012 Polonia Polonia / Ucraina Ucraina Semifinali Bronze medal europe.svg 4 0 1 10:6
2016 Francia Francia Semifinali Bronze medal europe.svg 3 2 1 7:3
2020[33] Europa Europa Ottavi di finale 1 1 2 6:7

Confederations Cup

Anno Luogo Piazzamento V N P Gol
1992 Arabia Saudita Arabia Saudita Rinuncia - - - -
1995 Arabia Saudita Arabia Saudita Non invitata - - - -
1997 Arabia Saudita Arabia Saudita Rinuncia - - - -
1999 Messico Messico Primo turno 1 0 2 2:6
2001 Corea del Sud Corea del Sud / Giappone Giappone Non qualificata - - - -
2003 Francia Francia Rinuncia - - - -
2005 Germania Germania Terzo posto Bronzen medaille.svg 3 1 1 15:11
2009 Sudafrica Sudafrica Non qualificata - - - -
2013 Brasile Brasile Non qualificata - - - -
2017 Russia Russia Campione Gouden medaille.svg 4 1 0 12:5

Nations League

Anno Luogo (fase finale) Piazzamento V N P Gol
2018-2019 Portogallo Portogallo 11º in Lega A[34] 0 2 2 3:7
2020-2021 Italia Italia 8º in Lega A 2 3 1 10:13

Olimpiadi

Anno Luogo Piazzamento V N P Gol
1908 Londra Non partecipante - - - -
1912 Stoccolma Turno di qualificazione 0 0 1 1:5
1920 Anversa Non partecipante - - - -
1924 Parigi Non partecipante - - - -
1928 Amsterdam Quarti di finale 1 0 1 5:4
1936 Berlino Quarti di finale 1 0 1 9:2
1948 Londra Non partecipante - - - -

Tutte le rose

Mondiali

Germania nazista e post-bellica (dal 1933 al 1949)

Coppa del Mondo FIFA 1934
Buchloh, P Jakob, P Kreß, D Busch, D Haringer, D Schwartz, C Albrecht, C Gramlich, C Janes, C Münzenberg, C Szepan, C Zielinski, A Bender, A Conen, A Dienert, A Heidemann, A Hohmann, A Kobierski, A Lehner, A Noack, A Siffling, A StrebCTNerz
Coppa del Mondo FIFA 1938
Buchloh, P Jakob, P Raftl, D Janes, D Schmaus, D Streitle, C Goldbrunner, C Kitzinger, C Kupfer, C Mock, C Münzenberg, C Skoumal, C Wagner, A Gauchel, A Gellesch, A Hahnemann, A Lehner, A Neumer, A Pesser, A Siffling, A Stroh, A SzepanCTHerberger

Germania Ovest (dal 1949 al 1990)

Coppa del Mondo FIFA 1954
Turek, 2 Laband, 3 Kohlmeyer, 4 Bauer, 5 Erhardt, 6 Eckel, 7 Posipal, 8 Mai, 9 Mebus, 10 Liebrich, 11 Metzner, 12 Rahn, 13 Morlock, 14 Klodt, 15 O. Walter, 16 F. Walter, 17 Herrmann, 18 Biesinger, 19 Pfaff, 20 Schäfer, 21 Kubsch, 22 KwiatkowskiCTHerberger
Coppa del Mondo FIFA 1958
Herkenrath, 2 Erhardt, 3 Juskowiak, 4 Eckel, 5 Wewers, 6 Szymaniak, 7 Stollenwerk, 8 Rahn, 9 Walter, 10 Schmidt, 11 Schäfer, 12 Seeler, 13 Klodt, 14 Cieslarczyk, 15 Kelbassa, 16 Sturm, 17 Schnellinger, 18 Hoffmann, 19 Peters, 20 Nuber, 21 Sawitzki, 22 KwiatkowskiCTHerberger
Coppa del Mondo FIFA 1962
Tilkowski, 2 Erhardt, 3 Schnellinger, 4 Schulz, 5 Wilden, 6 Szymaniak, 7 Koslowski, 8 Haller, 9 Seeler, 10 Brülls, 11 Schäfer, 12 Nowak, 13 Kurbjuhn, 14 Werner, 15 Giesemann, 16 Sturm, 17 Kraus, 18 Herrmann, 19 Strehl, 20 Vollmar, 21 Sawitzki, 22 FahrianCTHerberger
Coppa del Mondo FIFA 1966
Tilkowski, 2 Höttges, 3 Schnellinger, 4 Beckenbauer, 5 Schulz, 6 Weber, 7 Brülls, 8 Haller, 9 Seeler, 10 Held, 11 Emmerich, 12 Overath, 13 Hornig, 14 Lutz, 15 Patzke, 16 Lorenz, 17 Paul, 18 Sieloff, 19 Krämer, 20 Grabowski, 21 Bernard, 22 MaierCTSchön
Coppa del Mondo FIFA 1970
Maier, 2 Höttges, 3 Schnellinger, 4 Beckenbauer, 5 Schulz, 6 Weber, 7 Vogts, 8 Haller, 9 Seeler, 10 Held, 11 Fichtel, 12 Overath, 13 Müller, 14 Libuda, 15 Patzke, 16 Lorenz, 17 Löhr, 18 Sieloff, 19 Dietrich, 20 Grabowski, 21 Manglitz, 22 WolterCTSchön
Coppa del Mondo FIFA 1974
Maier, 2 Vogts, 3 Breitner, 4 Schwarzenbeck, 5 Beckenbauer, 6 Höttges, 7 Wimmer, 8 Cullmann, 9 Grabowski, 10 Netzer, 11 Heynckes, 12 Overath, 13 Müller, 14 Hoeneß, 15 Flohe, 16 Bonhof, 17 Hölzenbein, 18 Herzog, 19 Kapellmann, 20 Kremers, 21 Nigbur, 22 KleffCTSchön
Coppa del Mondo FIFA 1978
Maier, 2 Vogts, 3 Dietz, 4 Rüssmann, 5 Kaltz, 6 Bonhof, 7 Abramczik, 8 Zimmermann, 9 Fischer, 10 Flohe, 11 Rummenigge, 12 Schwarzenbeck, 13 Konopka, 14 D. Müller, 15 Beer, 16 Cullmann, 17 Hölzenbein, 18 Zewe, 19 Worm, 20 H. Müller, 21 Kargus, 22 BurdenskiCTSchön
Coppa del Mondo FIFA 1982
Schumacher, 2 Briegel, 3 Breitner, 4 K. Förster, 5 B. Förster, 6 Dremmler, 7 Littbarski, 8 Fischer, 9 Hrubesch, 10 Müller, 11 Rummenigge, 12 Hannes, 13 Reinders, 14 Magath, 15 Stielike, 16 T.Allofs, 17 Engels, 18 Matthäus, 19 Hieronymus, 20 Kaltz, 21 Franke, 22 ImmelCTDerwall
Coppa del Mondo FIFA 1986
Schumacher, 2 Briegel, 3 Brehme, 4 Förster, 5 Herget, 6 Eder, 7 Littbarski, 8 Matthäus, 9 Völler, 10 Magath, 11 Rummenigge, 12 Stein, 13 Allgöwer, 14 Berthold, 15 Augenthaler, 16 Thon, 17 Jakobs, 18 Rahn, 19 K.Allofs, 20 Hoeneß, 21 Rolff, 22 ImmelCTBeckenbauer
Coppa del Mondo FIFA 1990
Illgner, 2 Reuter, 3 Brehme, 4 Kohler, 5 Augenthaler, 6 Buchwald, 7 Littbarski, 8 Häßler, 9 Völler, 10 Matthäus, 11 Mill, 12 Aumann, 13 Riedle, 14 Berthold, 15 Bein, 16 Steiner, 17 Möller, 18 Klinsmann, 19 Pflügler, 20 Thon, 21 Hermann, 22 KöpkeCTBeckenbauer

Germania riunificata (dal 1991)

Coppa del Mondo FIFA 1994
Illgner, 2 Strunz, 3 Brehme, 4 Kohler, 5 Helmer, 6 Buchwald, 7 Möller, 8 Häßler, 9 Riedle, 10 Matthäus, 11 Kuntz, 12 Köpke, 13 Völler, 14 Berthold, 15 Gaudino, 16 Sammer, 17 Wagner, 18 Klinsmann, 19 Kirsten, 20 Effenberg, 21 Basler, 22 KahnCTVogts
Coppa del Mondo FIFA 1998
Köpke, 2 Wörns, 3 Heinrich, 4 Kohler, 5 Helmer, 6 Thon, 7 Möller, 8 Matthäus, 9 Kirsten, 10 Häßler, 11 Marschall, 12 Kahn, 13 Jeremies, 14 Babbel, 15 Freund, 16 Hamann, 17 Ziege, 18 Klinsmann, 19 Reuter, 20 Bierhoff, 21 Tarnat, 22 LehmannCTVogts
Coppa del Mondo FIFA 2002
Kahn, 2 Linke, 3 Rehmer, 4 Baumann, 5 Ramelow, 6 Ziege, 7 Neuville, 8 Hamann, 9 Jancker, 10 Ricken, 11 Klose, 12 Lehmann, 13 Ballack, 14 Asamoah, 15 Kehl, 16 Jeremies, 17 Bode, 18 Böhme, 19 Schneider, 20 Bierhoff, 21 Metzelder, 22 Frings, 23 ButtCTVöller
Coppa del Mondo FIFA 2006
Lehmann, 2 Jansen, 3 Friedrich, 4 Huth, 5 Kehl, 6 Nowotny, 7 Schweinsteiger, 8 Frings, 9 Hanke, 10 Neuville, 11 Klose, 12 Kahn, 13 Ballack, 14 Asamoah, 15 Hitzlsperger, 16 Lahm, 17 Mertesacker, 18 Borowski, 19 Schneider, 20 Podolski, 21 Metzelder, 22 Odonkor, 23 HildebrandCTKlinsmann
Coppa del Mondo FIFA 2010
Neuer, 2 Jansen, 3 Friedrich, 4 Aogo, 5 Taşçı, 6 Khedira, 7 Schweinsteiger, 8 Özil, 9 Kießling, 10 Podolski, 11 Klose, 12 Wiese, 13 Müller, 14 Badstuber, 15 Trochowski, 16 Lahm, 17 Mertesacker, 18 Kroos, 19 Cacau, 20 Boateng, 21 Marin, 22 Butt, 23 GómezCTLöw
Coppa del Mondo FIFA 2014
Neuer, 2 Großkreutz, 3 Ginter, 4 Höwedes, 5 Hummels, 6 Khedira, 7 Schweinsteiger, 8 Özil, 9 Schürrle, 10 Podolski, 11 Klose, 12 Zieler, 13 Müller, 14 Draxler, 15 Durm, 16 Lahm, 17 Mertesacker, 18 Kroos, 19 Götze, 20 Boateng, 21 Mustafi, 22 Weidenfeller, 23 KramerCTLöw
Coppa del Mondo FIFA 2018
Neuer, 2 Plattenhardt, 3 Hector, 4 Ginter, 5 Hummels, 6 Khedira, 7 Draxler, 8 Kroos, 9 Werner, 10 Özil, 11 Reus, 12 Trapp, 13 Müller, 14 Goretzka, 15 Süle, 16 Rüdiger, 17 Boateng, 18 Kimmich, 19 Rudy, 20 Brandt, 21 Gündoğan, 22 ter Stegen, 23 GómezCTLöw

Campionato d'Europa

Germania Ovest (dal 1960 al 1990)

Campionato d’Europa UEFA 1972
Kleff, P Maier, D Beckenbauer, D Bella, D Breitner, D Höttges, D Schwarzenbeck, D Vogts, C Bonhof, C Hoeneß, C Köppel, C Netzer, A Grabowski, A Heynckes, A Kremers, A Löhr, A Müller, A WimmerCTSchön
Campionato d’Europa UEFA 1976
Maier, 2 Vogts, 3 Dietz, 4 Schwarzenbeck, 5 Beckenbauer, 6 Wimmer, 7 Bonhof, 8 Hoeneß, 9 D. Müller, 10 Beer, 11 Hölzenbein, 12 Worm, 13 Danner, 14 Bongartz, 15 Flohe, 16 Nogly, 17 Kaltz, 18 Kargus, 19 Reichel, 20 Stielike, 21 Dürnberger, 22 FrankeCTSchön
Campionato d’Europa UEFA 1980
Schumacher, 2 Briegel, 3 Cullmann, 4 K.H. Förster, 5 Dietz, 6 Schuster, 7 B. Förster, 8 Rummenigge, 9 Hrubesch, 10 H. Müller, 11 K. Allofs, 12 Memering, 13 Bonhof, 14 Magath, 15 Stielike, 16 Zimmermann, 17 Del'Haye, 18 Matthäus, 19 Votava, 20 Kaltz, 21 Junghans, 22 ImmelCTDerwall
Campionato d’Europa UEFA 1984
Schumacher, 2 Briegel, 3 Strack, 4 K.H. Förster, 5 B. Förster, 6 Rolff, 7 Brehme, 8 K. Allofs, 9 Völler, 10 Meier, 11 Rummenigge, 12 Burdenski, 13 Matthäus, 14 Falkenmayer, 15 Stielike, 16 Bruns, 17 Littbarski, 18 Buchwald, 19 Bommer, 20 RolederCTDerwall
Campionato d’Europa UEFA 1988
Immel, 2 Buchwald, 3 Brehme, 4 Kohler, 5 Herget, 6 Borowka, 7 Littbarski, 8 Matthäus, 9 Völler, 10 Thon, 11 Mill, 12 Illgner, 13 Wuttke, 14 Berthold, 15 Pflügler, 16 Eckstein, 17 Dorfner, 18 Klinsmann, 19 Sauer, 20 RolffCTBeckenbauer

Germania riunificata (dal 1991)

Campionato d’Europa UEFA 1992
Illgner, 2 Reuter, 3 Brehme, 4 Kohler, 5 Binz, 6 Buchwald, 7 Möller, 8 Häßler, 9 Völler, 10 Doll, 11 Riedle, 12 Kopke, 13 Thom, 14 Helmer, 15 Frontzek, 16 Sammer, 17 Effenberg, 18 Klinsmann, 19 Schulz, 20 WörnsCTVogts
Campionato d’Europa UEFA 1996
Köpke, 2 Reuter, 3 Bode, 4 Freund, 5 Helmer, 6 Sammer, 7 Möller, 8 Scholl, 9 Bobic, 10 Häßler, 11 Kuntz, 12 Kahn, 13 Basler, 14 Babbel, 15 Kohler, 16 Schneider, 17 Ziege, 18 Klinsmann, 19 Strunz, 20 Bierhoff, 21 Eilts, 22 Reck, 23 TodtCTVogts
Campionato d’Europa UEFA 2000
Kahn, 2 Babbel, 3 Rehmer, 4 Linke, 5 Bode, 6 Nowotny, 7 Scholl, 8 Häßler, 9 Kirsten, 10 Matthäus, 11 Rink, 12 Lehmann, 13 Ballack, 14 Hamann, 15 Wosz, 16 Jeremies, 17 Ziege, 18 Deisler, 19 Jancker, 20 Bierhoff, 21 Ramelow, 22 ButtCTRibbeck
Campionato d’Europa UEFA 2004
Kahn, 2 Hinkel, 3 Friedrich, 4 Wörns, 5 Nowotny, 6 Baumann, 7 Schweinsteiger, 8 Hamann, 9 Bobic, 10 Kurányi, 11 Klose, 12 Lehmann, 13 Ballack, 14 Brdarić, 15 Kehl, 16 Jeremies, 17 Ziege, 18 Ernst, 19 Schneider, 20 Podolski, 21 Lahm, 22 Frings, 23 HildebrandCTVöller
Campionato d’Europa UEFA 2008
Lehmann, 2 Jansen, 3 Friedrich, 4 Fritz, 5 Westermann, 6 Rolfes, 7 Schweinsteiger, 8 Frings, 9 Gómez, 10 Neuville, 11 Klose, 12 Enke, 13 Ballack, 14 Trochowski, 15 Hitzlsperger, 16 Lahm, 17 Mertesacker, 18 Borowski, 19 Odonkor, 20 Podolski, 21 Metzelder, 22 Kurányi, 23 AdlerCTLöw
Campionato d’Europa UEFA 2012
Neuer, 2 Gündoğan, 3 Schmelzer, 4 Höwedes, 5 Hummels, 6 Khedira, 7 Schweinsteiger, 8 Özil, 9 Schürrle, 10 Podolski, 11 Klose, 12 Wiese, 13 Müller, 14 Badstuber, 15 Bender, 16 Lahm, 17 Mertesacker, 18 Kroos, 19 Götze, 20 Boateng, 21 Reus, 22 Zieler, 23 GómezCTLöw
Campionato d’Europa UEFA 2016
Neuer, 2 Mustafi, 3 Hector, 4 Höwedes, 5 Hummels, 6 Khedira, 7 Schweinsteiger, 8 Özil, 9 Schürrle, 10 Podolski, 11 Draxler, 12 Leno, 13 Müller, 14 Can, 15 Weigl, 16 Tah, 17 Boateng, 18 Kroos, 19 Götze, 20 Sané, 21 Kimmich, 22 ter Stegen, 23 GómezCTLöw
Campionato d'Europa UEFA 2020
Neuer, 2 Rüdiger, 3 Halstenberg, 4 Ginter, 5 Hummels, 6 Kimmich, 7 Havertz, 8 Kroos, 9 Volland, 10 Gnabry, 11 Werner, 12 Leno, 13 Hofmann, 14 Musiala, 15 Süle, 16 Klostermann, 17 Neuhaus, 18 Goretzka, 19 Sané, 20 Gosens, 21 Gündoğan, 22 Trapp, 23 Can, 24 Koch, 25 Müller, 26 GünterCTLöw

Confederations Cup

FIFA Confederations Cup 1999
Lehmann, 2 Wörns, 3 Heinrich, 4 Linke, 5 Dogan, 6 Maul, 7 Scholl, 8 Wosz, 9 Marschall, 10 Matthäus, 11 Preetz, 12 Enke, 13 Neuville, 14 Baumann, 15 Ballack, 16 Schneider, 17 Gerber, 18 Ricken, 19 Heldt, 20 RinkCTRibbeck
FIFA Confederations Cup 2005
Kahn, 2 Hinkel, 3 Friedrich, 4 Huth, 5 Owomoyela, 6 Engelhardt, 7 Schweinsteiger, 8 Frings, 9 Hanke, 10 Deisler, 11 Brdarić, 12 Lehmann, 13 Ballack, 14 Asamoah, 15 Ernst, 16 Hitzlsperger, 17 Mertesacker, 18 Borowski, 19 Schneider, 20 Podolski, 21 Schulz, 22 Kurányi, 23 HildebrandCTKlinsmann
FIFA Confederations Cup 2017
Trapp, 2 Mustafi, 3 Hector, 4 Ginter, 5 Plattenhardt, 6 Henrichs, 7 Draxler, 8 Goretzka, 9 Wagner, 10 Demirbay, 11 Werner, 12 Leno, 13 Stindl, 14 Can, 15 Younes, 16 Rüdiger, 17 Süle, 18 Kimmich, 19 Sané, 20 Brandt, 21 Rudy, 22 ter Stegen, 23 DemmeCTLöw

Giochi olimpici

Impero tedesco (dal 1871 al 1918)

Calcio ai Giochi Olimpici Estivi 1912
Weber, P Werner, D Hempel, D Hollstein, D Reese, D Röpnack, C Bosch, C Breunig, C Burger, C Glaser, C Hirsch, C Krogmann, C Ugi, A Förderer, A Fuchs, A Jäger, A Kipp, A Oberle, A Thiel, A Uhle, A Wegele, A WorpitzkyCTcommissione tecnica

Repubblica di Weimar (dal 1919 al 1933)

Calcio ai Giochi Olimpici Estivi 1928
Gehlhaar, P Stuhlfauth, P Wentorf, D Beier, D Heidkamp, D Kutterer, D Weber, C Gruber, C Kalb, C Knöpfle, C Leinberger, C Müller, C Nagelschmitz, C Reinmann, A Albrecht, A L. Hofmann, A R. Hofmann, A Horn, A Hornauer, A Kuzorra, A Pöttinger, A SchmittCTNerz

Germania nazista e post-bellica (dal 1933 al 1949)

Calcio ai Giochi Olimpici Estivi 1936
Buchloh, P Jakob, P Jürissen, D Ditgens, D Munkert, D Münzenberg, C Bernard, C Gellesch, C Goldbrunner, C Gramlich, C Janes, C Mehl, C Sold, A Eckert, A Elbern, A Gauchel, A Hohmann, A Lehner, A Lenz, A Siffling, A Simetsreiter, A UrbanCTNerz

NOTA: Per le informazioni sulle rose successive al 1948 visionare la pagina della Nazionale olimpica.

Mundialito

Mundialito 1980
Schumacher, 2 Kaltz, 3 Bonhof, 4 Förster, 5 Dietz, 6 Briegel, 7 Magath, 8 Rummenigge, 9 Hrubesch, 10 H. Müller, 11 K. Allofs, 12 Immel, 13 Niedermayer, 14 Hannes, 15 Votava, 16 Dremmler, 17 Allgöwer, 18 BorchersCTDerwall

Rosa attuale

Lista dei giocatori convocati dal CT Hans-Dieter Flick per le amichevoli contro Israele e Paesi Bassi del 26 e 29 marzo 2022.[35]

Presenze e reti aggiornate al 26 marzo 2022.

N. Pos. Giocatore Data nascita (età) Pres. Reti Squadra
1 P Manuel Neuer Captain sports.svg 27 marzo 1986 (36 anni) 108 -101
12 P Kevin Trapp 8 luglio 1990 (31 anni) 6 -5
22 P Marc-André ter Stegen 30 aprile 1992 (29 anni) 28 -29
 
2 D Antonio Rüdiger 3 marzo 1993 (29 anni) 49 2
3 D David Raum 22 aprile 1998 (23 anni) 4 0
4 D Matthias Ginter 19 gennaio 1994 (28 anni) 46 2
5 D Thilo Kehrer 21 novembre 1996 (25 anni) 17 0
16 D Jonathan Tah 11 febbraio 1996 (26 anni) 15 0
18 D Benjamin Henrichs 23 febbraio 1997 (25 anni) 5 0
20 D Christian Günter 28 febbraio 1993 (29 anni) 5 0
23 D Nico Schlotterbeck 1º dicembre 1999 (22 anni) 1 0
  D Robin Koch 17 luglio 1996 (25 anni) 8 0
 
6 C Anton Stach 15 novembre 1998 (23 anni) 1 0
7 C Julian Draxler 20 settembre 1993 (28 anni) 57 7
10 C Julian Brandt 2 maggio 1996 (25 anni) 36 3
11 A Kai Havertz 11 giugno 1999 (22 anni) 24 8
14 C Jamal Musiala 26 febbraio 2003 (19 anni) 10 1
15 C Julian Weigl 8 settembre 1995 (26 anni) 6 0
17 C Florian Neuhaus 16 marzo 1997 (25 anni) 9 2
21 C İlkay Gündoğan 24 ottobre 1990 (31 anni) 55 14
  C Joshua Kimmich 8 febbraio 1995 (27 anni) 64 3
 
8 A Lukas Nmecha 14 dicembre 1998 (23 anni) 3 0
9 A Timo Werner 6 febbraio 1996 (26 anni) 48 22
13 A Thomas Müller 13 settembre 1989 (32 anni) 111 42
19 A Leroy Sané 11 gennaio 1996 (26 anni) 41 11

Record individuali

Statistiche aggiornate al 26 marzo 2022.

In grassetto i giocatori in attività con la maglia della nazionale.

Classifica presenze

Posizione Giocatore Presenze Reti Periodo
1 Lothar Matthäus 150 23 1980-2000
2 Miroslav Klose 137 71 2001-2014
3 Lukas Podolski 130 49 2004-2017
4 Bastian Schweinsteiger 121 24 2004-2016
5 Philipp Lahm 113 5 2004-2014
6 Thomas Müller 111 42 2010-
7 Manuel Neuer 108 0 2009-
Jürgen Klinsmann 47 1987-1998
9 Toni Kroos 106 17 2010-2021
10 Jürgen Kohler 105 2 1986-1998

 

Classifica reti

Posizione Giocatore Reti Presenze Periodo
1 Miroslav Klose 71 137 2001-2014
2 Gerd Müller 68 62 1966-1974
3 Lukas Podolski 49 130 2004-2017
4 Rudi Völler 47 90 1982-1994
Jürgen Klinsmann 108 1987-1998
6 Karl-Heinz Rummenigge 45 95 1976-1986
7 Uwe Seeler 43 72 1954-1970
8 Thomas Müller 42 111 2010-
Michael Ballack 98 1999-2010
10 Oliver Bierhoff 37 70 1996-2002

Record presenze e reti di ex giocatori della Germania Est nella Germania

Nome Presenze con
la Germania Est
Reti con la
Germania Est
Presenze con
la Germania
Reti con
la Germania
Totale
presenze
Totale
reti
Ulf Kirsten 49 (1985 - 1990) 14 51 (1992 - 2000) 20 100 34
Matthias Sammer 23 (1986 - 1990) 6 51 (1990 - 1997) 8 74 14
Andreas Thom 51 (1984 - 1990) 16 10 (1990 - 1992) 2 61 18
Thomas Doll 29 (1986 - 1990) 7 18 (1990 - 1993) 1 47 8
Dariusz Wosz 7 (1989 - 1990) - 17 (1997 - 2000) 1 24 1
Olaf Marschall 4 (1984 - 1989) - 13 (1994 - 1999) 3 17 3
Heiko Scholz 7 (1987 - 1990) - 1 (1992) - 8 -
Dirk Schuster 4 (1990) - 3 (1991) - 7 -


Nei primi anni di esistenza della nazionale tedesca, priva di un selezionatore propriamente detto, il capitano aveva il compito di impostare le tattiche della squadra, che veniva scelta dalla commissione tecnica. Il primo capitano della Germania fu Arthur Hiller, che giocò 4 partite internazionali, di cui 2 da capitano. Il primo giocatore che riuscì a mettere a referto 10 presenze come capitano della Germania fu, nel 1924, Adolf Jäger, che dopo quelle presenze terminò la propria carriera in nazionale. Quando fu assunto come CT Otto Nerz, un addestratore del Reich, divenne capitano della nazionale il braccio esteso dell'addestratore. Sotto la gestione Nerz, Ludwig Leinberger batté il record di Jäger nella sua ultima partita in nazionale, nel 1933. Due anni dopo Fritz Szepan lo superò, portando il record a 30 partite da capitano nel 1939. Nell'ultima partita della selezione tedesca del Reich, Paul Janes migliorò il record di partite da capitano con la Nationalmanschaft, innalzandolo a 31 partite.Capitani

Il primato di Szepan resistette per 28 anni, per poi essere battuto da Uwe Seeler il 9 maggio 1970. Nello stesso anno, Seeler portò il record a 40 partite prima della sua partita d'addio. Dal 19 novembre 1975 a detenere il record fu Franz Beckenbauer, che nella sua ultima partita giocata con la nazionale tedesca fissò il nuovo primato a 50 partite da capitano, di cui 47 consecutive. Egli è anche l'unico capitano ad aver vinto due titoli con la squadra (il campionato europeo di Belgio 1972 e il campionato mondiale di Germania Ovest 1974) e l'unico ad essere stato capitano in tre finali (due del campionato europeo - oltre alle due già citate, anche quella di Jugoslavia 1976 - e una del campionato mondiale). Bernard Dietz succedette come capitano a Beckenbauer e si aggiudicò in queste vesti il campionato d'Europa 1980, mentre Karl-Heinz Rummenigge, disputando la finale del campionato del mondo 1986, sua ultima partita in nazionale, divenne il nuovo primatista di presenze da capitano con la rappresentativa tedesca.

A privare Rumenigge del record fu, nel 1993, Lothar Matthäus, che, il 14 novembre 1999, portò il primato a 75 partite da capitano (72 dal primo minuto di gioco). Dal 1995 Matthäus indossò la fascia di capitano della Mannschaft solo quando il capitano Jürgen Klinsmann o, dal 1998, il suo successore Oliver Bierhoff non erano impiegati o venivano sostituiti durante la partita. Il successore di Bierhoff fu Oliver Kahn, che guidò la squadra da capitano nella finale del campionato del mondo 2002 e al campionato d'Europa 2004. Il CT Klinsmann, subentrato nel 2004, nominò capitano Michael Ballack; durante le qualificazioni al campionato d'Europa 2008, questi fu costretto all'inattività da un infortunio prolungato, ragion per cui la fascia passò a Bernd Schneider. Ciononostante, Ballack figura al secondo posto nella classifica di presenze da capitano della Germania di tutti i tempi, con 55 partite. Al campionato del mondo 2010, stante un infortunio di Ballack, la fascia di capitano fu sul braccio di Philipp Lahm. Dopo il forfait mondiale e a seguito di alcune polemiche con Philipp Lahm e con il CT Joachim Löw in merito alla fascia di capitano, Ballack non venne più convocato in nazionale. Il 16 giugno 2011 l'allenatore Löw annunciò la decisione di programmare il futuro della squadra senza Ballack.

Lahm vinse con i compagni il campionato del mondo 2014 dopo aver collezionato 53 partite da capitano (figura ancora oggi al terzo posto nella classifica di presenze con la fascia di capitano della Germania). Bastian Schweinsteiger, il suo successore come capitano, ritiratosi dalla nazionale nel 2016, collezionò 18 partite in questa veste, la maggior parte delle quali prima della sua nomina a capitano stabile. Il successivo capitano fu Manuel Neuer, che spesso aveva sostituito in questo ruolo Schweinsteiger e ha superato quota 50 presenze da capitano. Julian Draxler fu il capitano della Mannschaft durante la Confederations Cup 2017, avendo l'allenatore Löw deciso di fare a meno, per la competizione, della maggior parte dei calciatori stabilmente impiegati in nazionale. Draxler ebbe i gradi di capitano della selezione tedesca per la prima volta contro la Polonia il 13 maggio 2014, divenendo, all'età di 20 anni e 235 giorni, il più giovane capitano nella storia della Nationalmannschaft, battendo così Christian Schmidt.

Calciatore Ruolo Periodo in nazionale Periodo da capitano Presenze Reti
Germania Arthur Hiller A 1908-1909 1908 4 0
Germania Eugen Kipp A 1908-1913 1908 18 10
Germania Josef Glaser C 1909-1912 1909-1910 5 0
Germania Camillo Ugi C 1909-1912 1910-1911 15 1
Germania Max Breunig C 1910-1913 1910-1913 9 2
Germania Helmut Röpnack C 1909-1913 1913 10 0
Germania Adolf Jäger A 1908-1924 1914-1924 18 10
Germania Otto Harder A 1914-1926 1925-1926 15 14
Germania Hans Kalb C 1920-1928 1927-1928 15 2
Germania Heinrich Stuhlfauth P 1920-1930 1920-1930 21 0
Germania Ludwig Hofmann A 1926-1931 1930 18 4
Germania Richard Hofmann A 1927-1933 1930-1931 25 24
Germania Heinrich Weber D 1928-1931 1931 12 0
Germania Ludwig Leinberger C 1927-1933 1931-1933 24 0
Germania Ernst Albrecht A 1928-1934 1933-1934 17 4
Germania Fritz Szepan A 1929-1939 1934-1939 34 8
Germania Paul Janes D 1932-1942 1939-1942 71 7
Germania Andreas Kupfer C 1935-1950 1950 44 1
Germania Fritz Walter A 1940-1958 1951-1956 61 33
Germania Hans Schäfer A 1952-1962 1957-1958 e 1962 39 15
Germania Helmut Rahn A 1951-1960 1958-1959 40 21
Germania Herbert Erhardt D 1953-1961 1959-1962 50 0
Germania Uwe Seeler A 1954-1970 1962-1970 72 44
Germania Wolfgang Overath C 1963-1974 1970-1971 81 17
Germania Franz Beckenbauer D 1965-1977 1972-1977 103 14
Germania Berti Vogts D 1967-1978 1977-1978 96 1
Germania Sepp Maier P 1966-1979 1978-1979 95 0
Germania Bernard Dietz D 1974-1981 1979-1981 53 0
Germania Karl-Heinz Rummenigge A 1975-1986 1981-1986 95 45
Germania Harald Schumacher P 1978-1986 1986 76 0
Germania Klaus Allofs C 1978-1988 1986-1988 56 17
Germania Lothar Matthäus D/C 1980-2000 1988-1994 150 23
Germania Jürgen Klinsmann A 1987-1998 1995-1998 136 56
Germania Oliver Bierhoff A 1996-2002 1998-2001 70 37
Germania Oliver Kahn P 1994-2006 2001-2004 86 0
Germania Michael Ballack C 1998-2010 2004-2010 98 42
Germania Philipp Lahm D 2004-2014 2010-2014 113 5
Germania Bastian Schweinsteiger C 2004-2016 2014-2016 121 24
Germania Manuel Neuer P 2010- 2016- 108 0

Commissari tecnici

Dal debutto nel 1908, la nazionale tedesca ha avuto dieci selezionatori, tutti di nazionalità tedesca, di cui solo tre non hanno vestito la maglia della NationalmannschaftOtto NerzErich Ribbeck e Joachim Löw[36]

Dal 1908 al 1926 non vi era un vero e proprio commissario tecnico (Bundestrainer), dato che i calciatori della nazionale venivano selezionati da un comitato della DFB, la federcalcio nazionale.[37] Nel 1926 fu nominato il primo CT, Otto Nerz, che condusse la squadra al terzo posto al campionato del mondo 1934 e ai quarti di finale del torneo calcistico dei Giochi olimpici del 1936, tenutisi a Berlino. Nerz fu poi sostituito dal proprio vice, Sepp Herberger,[38] timoniere della spedizione tedesca vittoriosa al campionato del mondo 1954 e poi fermatasi alle semifinali al campionato del mondo 1958 e ai quarti di finale al campionato del mondo 1962. Berger, alla guida della Mannschaft per quasi vent'anni ad eccezione del periodo 1942-1950, in cui l'attività calcistica fu limitata dalla seconda guerra mondiale, è il CT rimasto in carica più a lungo nella storia della nazionale tedesca. Nel 1964, dopo un'amichevole contro la Finlandia, si dimise per lasciare il posto al suo vice, Helmut Schön,[39] già selezionatore della nazionale della Saar dal 1952 al 1957. Schön ottenne il secondo posto al campionato del mondo 1966 e trionfò al campionato d'Europa 1972 e al campionato del mondo 1974 disputato in casa, oltre a ottenere il secondo posto al campionato d'Europa 1976 e il terzo posto al campionato del mondo 1970, grazie anche a una squadra molto forte, che aveva in Uli HoeneßFranz Beckenbauer e Gerd Müller i propri punti di forza. Eliminato al secondo turno al campionato del mondo 1978, Schön si dimise con un bilancio lusinghiero: record di partite da CT della Mannschaft in Coppa del mondo (25) e di vittorie ottenute da CT in Coppa del mondo (16). Nel primo periodo alla guida della compagine tedesca, Derwall registrò, inoltre, un primo record, quello del maggior numero di partite giocate senza una sconfitta (23), oltre al record del maggior numero di vittorie consecutive (12).

Joachim Löw, CT della nazionale tedesca dal 2006 al 2021.

Jupp Derwall, vice di Schön, prese la guida della nazionale nel 1978 e la condusse alla vittoria del campionato d'Europa 1980 e al secondo posto al campionato del mondo 1982, per poi essere esonerato dopo la fallimentare esperienza al campionato d'Europa 1984, chiusa al primo turno.[40] Per sostituirlo, la federazione nominò una bandiera del calcio tedesco, Franz Beckenbauer[41] che all'epoca esordiva nelle vesti di allenatore. Kaiser Franz conseguì il secondo posto al campionato del mondo 1986 e si fermò in semifinale al campionato d'Europa 1988, per poi vincere il campionato del mondo 1990, aggiudicandosi il mondiale sia da allenatore sia da calciatore ed eguagliando in tal modo il brasiliano Mário Zagallo. Il successivo CT fu Berti Vogts,[42] che era stato assistente di Beckenbauer insieme a Holger Osieck. Vogts, primo CT della nazionale tedesca dopo la riunificazione del paese, ottenne la seconda piazza al campionato d'Europa 1992, non andò oltre i quarti di finale del campionato del mondo 1994 e vinse il campionato d'Europa 1996, per poi dimettersi qualche mese dopo la fallimentare spedizione al campionato del mondo 1998, dove la Germania uscì malamente ai quarti di finale.[43][44] La panchina della Mannschaft fu assegnata a Paul Breitner, ma a causa di divergenze sorte con il presidente federale Egidius Braun e ai malumori di alcuni dirigenti federali circa la sua designazione, l'ipotesi sfumò nel giro di 17 ore.[45][46] Il ruolo di CT fu affidato a Erich Ribbeck,[47] già vice di Jupp Derwall dal 1978 al 1984: all'età di 61 anni, egli divenne il più vecchio CT della nazionale tedesca. Alla Confederations Cup 1999 la Germania, piena di seconde linee, uscì al primo turno e ugualmente fallimentare fu l'esperienza al campionato d'Europa 2000, terminata già dopo la fase a gruppi. Dopo le dimissioni di Ribbeck, nel giugno 2000,[48] fu la volta di Rudi Völler,[49] che rimpiazzò il successore designato, Christoph Daum, coinvolto in uno scandalo di cocaina.[50][51] Ottennuta la qualificazione al campionato del mondo 2002 tramite gli spareggi, Völler condusse i suoi al secondo posto nel torneo e subì una brutta eliminazione al primo turno del campionato d'Europa 2004, che causò le dimissioni dell'ex calciatore.[52]

Nel 2004 la federazione decise di ingaggiare l'esordiente Jürgen Klinsmann, capitano della nazionale tedesca campione del mondo nel 1990 e già vice di Völler. Proponendo un calcio propositivo e lanciando alcuni giovani, ottenne il terzo posto alla Confederations Cup 2005 giocata in casa e il terzo posto al campionato del mondo 2006 giocato in casa. Dopo le dimissioni di Klinsmann,[53] la sua eredità fu raccolta dal vice Joachim Löw, che guadagnò il secondo posto al campionato d'Europa 2008 e il terzo posto al campionato del mondo 2010, per poi uscire dal campionato d'Europa 2012 in semifinale e vincere il campionato del mondo 2014. La gestione di Löw proseguì negli anni a venire, passando per l'eliminazione in semifinale al campionato d'Europa 2016, la vittoria della Confederations Cup 2017 e la brutta estromissione al primo turno del campionato del mondo 2018, evento che in un mondiale si era verificato per i tedeschi solo nel 1938, quando la competizione si svolgeva interamente con turni ad eliminazione diretta. Dopo aver deluso nella UEFA Nations League 2018-2019 e nella UEFA Nations League 2020-2021, la squadra fu eliminata agli ottavi di finale del campionato d'Europa 2020, perdendo per 2-0 contro l'Inghilterra padrona di casa; questa partita chiuse la lunga era Löw e aprì quella di Hans-Dieter Flick.

Dati aggiornati al 14 novembre 2021.

Nome Periodo Partite Vittorie Pareggi Sconfitte Reti fatte Reti subite Differenza reti
Comitato DFB 1908-1926 58 16 12 30 119 146 −27
Otto Nerz 1926-1936 70 42 10 18 192 113 +79
Sepp Herberger 1936-1964 167 94 27 46 435 250 +185
Helmut Schön 1964-1978 139 87 31 21 292 107 +185
Jupp Derwall 1978-1984 67 44 12 11 144 60 +84
Franz Beckenbauer 1984-1990 66 34 20 12 107 61 +46
Berti Vogts 1990-1998 102 66 24 12 206 86 +120
Erich Ribbeck 1998-2000 24 10 6 8 42 31 +11
Rudi Völler 2000-2004 53 29 11 13 109 57 +52
Jürgen Klinsmann 2004-2006 34 20 8 6 81 43 +38
Joachim Löw 2006-2021 189 120 38 31 448 189 +259
Hans-Dieter Flick 2021 7 7 0 0 31 2 +29
  Totale 975 568 199 208 2206 1145 +1088

Confronti con altre nazionali

Tra gli avversari nazionali contro cui sono stati disputati almeno 10 incontri, la Germania presenta i seguenti saldi.

Saldo positivo

Nazionale Giocate Vinte Pareggiate Perse Reti fatte Reti subite Differenza Ultima vittoria Ultimo pari Ultima sconfitta
Svizzera Svizzera 53 36 8 9 142 69 +73 26 marzo 2008 13 ottobre 2020 26 maggio 2012
Paesi Bassi Paesi Bassi 43 16 16 12 84 75 +11 24 marzo 2019 19 novembre 2018 6 settembre 2019
Austria Austria 40 25 6 9 90 57 +33 6 settembre 2013 18 novembre 1992 2 giugno 2018
Svezia Svezia 37 16 9 12 72 61 +11 23 giugno 2018 16 ottobre 2012 19 aprile 1978
Ungheria Ungheria 35 13 11 11 73 66 +7 4 giugno 2016 23 giugno 2021 6 giugno 2004
Danimarca Danimarca 27 15 5 8 55 38 +17 17 giugno 2012 2 giugno 2021 28 marzo 2007
Belgio Belgio 25 20 1 4 58 26 +32 11 ottobre 2011 22 settembre 1982 26 settembre 1954
Jugoslavia Jugoslavia 25 14 4 7 46 31 +15 10 giugno 1990 21 giugno 1998 9 maggio 1973
Spagna Spagna 25 9 8 8 30 31 -1 18 novembre 2014 3 settembre 2020 17 novembre 2020
Finlandia Finlandia 23 16 6 1 82 19 +63 31 agosto 2016 14 ottobre 2009 12 agosto 1923
Norvegia Norvegia 22 15 5 2 59 17 +42 4 settembre 2017 2 novembre 1930 11 febbraio 2009
Bulgaria Bulgaria 21 16 2 3 56 24 +32 15 novembre 1995 20 agosto 2002 7 giugno 1995
Polonia Polonia 21 13 7 1 34 12 +22 4 settembre 2015 16 giugno 2016 11 ottobre 2014
Irlanda Irlanda 20 9 5 6 35 24 +11 11 ottobre 2013 14 ottobre 2014 8 ottobre 2015
Turchia Turchia 20 14 3 3 49 13 +36 7 ottobre 2011 9 ottobre 1999 8 ottobre 2005
Portogallo Portogallo 19 11 5 3 33 18 +15 19 giugno 2021 6 settembre 1997 20 giugno 2000
Cecoslovacchia Cecoslovacchia 17 10 4 3 40 28 +12 1º luglio 1990 22 aprile 1992 29 aprile 1964
Galles Galles 17 9 6 2 26 10 +16 1º aprile 2009 21 novembre 2007 14 maggio 2002
Irlanda del Nord Irlanda del Nord 17 11 4 2 38 14 +24 5 ottobre 2017 9 novembre 1996 16 novembre 1983
Scozia Scozia 17 8 5 4 26 23 +3 7 settembre 2015 7 giugno 2003 28 aprile 1999
Albania Albania 14 13 1 0 38 10 +28 6 giugno 2001 17 dicembre 1967 -
Lussemburgo Lussemburgo 13 12 0 1 60 11 +49 27 maggio 2006 - 26 marzo 1939
Romania Romania 15 10 3 2 41 19 +21 8 ottobre 2021 12 giugno 2000 28 aprile 2004
Messico Messico 12 5 5 2 24 11 +13 29 giugno 2017 22 dicembre 1993 17 giugno 2018
Unione Sovietica Unione Sovietica 12 9 0 3 22 11 +11 27 marzo 1991 - 28 agosto 1985
Slovacchia Slovacchia 11 8 0 3 25 12 +13 26 giugno 2016 - 29 maggio 2016
Stati Uniti Stati Uniti 11 7 0 4 23 17 + 6 26 giugno 2014 - 10 giugno 2015
Uruguay Uruguay 11 8 2 1 29 12 +17 29 maggio 2011 25 aprile 1990 3 giugno 1928

NB: come da regolamento FIFA, le gare terminate ai rigori si considerano pareggiate.

NB: Per Unione Sovietica s'intende la nazionale che giocò dal 1924 al 1991, per Cecoslovacchia s'intende la nazionale che giocò dal 1920 al 1993, in cui militavano sia i cechi che gli slovacchi, e per Jugoslavia s'intende la nazionale che giocò dal 1920 al 1992, in cui militavano croati, bosniaci, macedoni, serbi, sloveni e montenegrini.

Saldo negativo

Nazionale Giocate Vinte Pareggiate Perse Reti fatte Reti subite Differenza Ultima vittoria Ultimo pari Ultima sconfitta
Inghilterra Inghilterra 36 13 7 17 45 72 -27 22 marzo 2017 10 novembre 2017 29 giugno 2021
Italia Italia 35 8 12 15 41 50 -9 29 marzo 2016 15 novembre 2016 28 giugno 2012
Francia Francia 32 9 8 15 46 50 -4 4 luglio 2014 6 settembre 2018 15 giugno 2021
Brasile Brasile 23 5 5 13 31 41 -10 8 luglio 2014 8 settembre 2004 27 marzo 2018
Argentina Argentina 22 7 5 10 33 34 -2 13 luglio 2014 9 ottobre 2019 3 settembre 2014

NB: come da regolamento FIFA le gare terminate ai rigori contro Cecoslovacchia (20 giugno 1976, persa), Francia (8 luglio 1982, vinta), Messico (21 giugno 1986, vinta), Svezia (31 marzo 1988, persa), Inghilterra (4 luglio 1990 e 26 giugno 1996, vinte), Argentina (30 giugno 2006, vinta) e Italia (2 luglio 2016, vinta) sono considerate partite pareggiate.