Campionato mondiale di calcio 1978

Coppa del Mondo FIFA 1978
Copa Mundial de la FIFA 1978
Logo della competizione
Competizione Campionato mondiale di calcio
Sport Football pictogram.svg Calcio
Edizione 11ª
Date 1º - 25 giugno 1978
Luogo Argentina Argentina
(5 città)
Partecipanti 16 (106 alle qualificazioni)
Impianto/i 6 stadi
Risultati
Vincitore Argentina Argentina
(1º titolo)
Secondo Paesi Bassi Paesi Bassi
Terzo Brasile Brasile
Quarto Italia Italia
Statistiche
Miglior giocatore Argentina Mario Kempes
Miglior marcatore Argentina Mario Kempes (6)
Incontri disputati 38
Pubblico 1 610 215
(42 374 per incontro)
Argentina1978.jpg
I padroni di casa dell'Argentina, per la prima volta campioni del mondo.
Cronologia della competizione
Left arrow.svg 1974 1982 Right arrow.svg

Il Campionato mondiale di calcio FIFA 1978 o Coppa del Mondo FIFA 1978 (in spagnolo: Copa Mundial de la FIFA 1978, in inglese: 1978 FIFA World Cup), noto anche come Argentina 1978, è stata l'undicesima edizione del campionato mondiale di calcio per squadre nazionali maggiori maschili, organizzato dalla FIFA ogni quattro anni.[1]

Il torneo venne vinto dai padroni di casa dell'Argentina, i quali il 25 giugno 1978 sconfissero per 3-1 i Paesi Bassi dopo una drammatica partita, terminata ai tempi supplementari.

Il campionato del mondo fu caratterizzato da un buon livello tecnico generale, ma si svolse in un ambiente fortemente nazionalistico e in un'atmosfera cupa e tesa a causa della situazione politico-sociale presente in Argentina dopo l'instaurazione nel 1976 di un oppressivo regime militare. La giunta al potere diresse direttamente l'organizzazione della manifestazione, sfruttò propagandisticamente i mondiali di calcio per rafforzare la propria autorità e per dare una dimostrazione di efficienza. La vittoria dell'Argentina, non priva di polemiche e contestazioni, esaltò il nazionalismo della popolazione e diede prestigio indirettamente anche al regime militare.

Assegnazione

Panoramica dell'Estadio Monumental di Buenos Aires nel giorno della cerimonia d'inaugurazione

Nel 1953 la FIFA aveva preso la decisione di alternare ogni quattro anni l'assegnazione dei campionati mondiali tra Europa e Sud America. Questo su sollecitazione di Antonio Rotili, rappresentante dell'Argentina all'interno dell'organizzazione calcistica mondiale e strettamente legato al presidente Juan Domingo Perón. Alla riunione della FIFA a Berna del 1954 Rotili richiese ufficialmente l'assegnazione all'Argentina dei mondiali previsti per il 1962, ma l'organizzazione calcistica rinviò la decisione al 1956. Questo venne poi assegnato a sorpresa al Cile e, forse, fu decisiva la spinta del Brasile, che non vedeva di buon occhio l'assegnazione dell'evento agli storici rivali argentini[2].

Nel 1964 la FIFA si riunì a Tokyo e si accesero vivaci discussioni tra i rappresentanti del Messico e dell'Argentina riguardo all'assegnazione del mondiale del 1970, che sarebbe spettato nuovamente a un paese sudamericano[3]. I dirigenti calcistici del Messico e dell'Argentina raggiunsero però un accordo: la nazione sconfitta nell'assegnazione del 1970 sarebbe diventata automaticamente la candidata sudamericana per il 1978. Le votazioni finali decretarono la vittoria del Messico, che quindi ricevette l'organizzazione dei campionati mondiali del 1970; nella medesima circostanza il presidente della FIFA, il britannico Stanley Rous, affermò ufficialmente che l'Argentina avrebbe quindi organizzato i campionati del 1978[4].

Le prime richieste dell'Argentina negli anni '50 avevano ricevuto il forte supporto politico del presidente Perón, che, pur non essendo un appassionato di calcio, intendeva sfruttare propagandisticamente la manifestazione internazionale. Tuttavia, nel 1964, nel momento cioè dell'assegnazione, Perón era già da molti anni in esilio: in Argentina era infatti al potere un governo formalmente democratico guidato da Arturo Illia[4]. La vita politica dell'Argentina peraltro si sviluppò in modo estremamente turbolento negli anni seguenti, con un succedersi di governi militari seguiti nel 1973 dal clamoroso ritorno al potere di Perón. Il dittatore morì però l'anno seguente e la presidenza venne assunta dalla seconda moglie, Isabelita. In quegli anni l'organizzazione dei mondiali previsti per il 1978 venne portata avanti dalla cosiddetta Commissione Organizzatrice dei Mondiali diretta da José López Rega, influente dirigente peronista, e da Pedro Eladio Vásquez, segretario dello sport nel governo di Isabelita Perón[4]. Il governo peronista previde un costoso programma di costruzioni di strutture sportive e moltiplicò i comitati e le personalità impegnate in qualche modo nell'organizzazione del mondiale; si evidenziarono inefficienze organizzative e una scarsa considerazione per i costi economici del programma[5].

L'organizzazione da parte del regime militare

Il generale Jorge Videla e l'ammiraglio Emilio Massera

Gli eventi del 24 marzo 1976 cambiarono completamente la situazione politica argentina e influirono in modo decisivo sull'organizzazione e sullo svolgimento dei mondiali. L'assunzione del potere da parte della giunta militare e l'instaurazione di un regime terroristico basato sulla repressione, sulla detenzione in strutture segrete, sulla tortura e sull'eliminazione fisica dei presunti oppositori politici ebbero profonde ripercussioni in tutti i campi della vita sociale argentina, provocando una rivalutazione generale del programma organizzativo dei campionati del mondo. In un primo momento il presidente del Consiglio dell'Imprenditoria Argentina (CEA), José Alfredo Martínez de Hoz, che era stato incaricato di studiare una riforma economica di tipo neoliberista, e lo stesso presidente della giunta militare, il generale Jorge Videla, poco informato di calcio, non sembrarono intenzionati a investire grandi mezzi finanziari nei mondiali. Fu l'ammiraglio Emilio Massera, che, al contrario, evidenziò l'importanza politico-propagandistica che avrebbe potuto avere per il regime militare lo svolgimento regolare e ordinato dei campionati in Argentina[6].

Il 12 luglio 1976 venne creato ufficialmente l'EAM 78 (Ente Autárquico Mundial '78), l'organismo incaricato dal regime militare di coordinare e dirigere tutti i lavori e le attività collegate con l'organizzazione dei mondiali. La legge 21.349, che istituiva l'EAM, stabilì espressamente che i campionati sarebbero stati considerati evento di primario «interesse nazionale»[7]. L'EAM 78 godeva di ampi poteri, controllava autonomamente i fondi ritenuti necessari e poteva dichiarare ogni spesa «urgenza legittimata»; di conseguenza, l'erogazione dei fondi veniva automaticamente autorizzata dalle autorità governative. Con tale meccanismo i costi della manifestazione divennero molto elevati; pur non essendo disponibili calcoli precisi, alcune fonti hanno riportato che le spese salirono dai 100 milioni di dollari inizialmente previsti fino a 520 milioni di dollari, una cifra oltre cinque volte superiore a quella impiegata dalla Spagna nel 1982 per organizzare il proprio campionato mondiale[8].

Il viceammiraglio Carlos Lacoste, principale dirigente dell'organizzazione dei mondiali.

Il primo presidente dell'EAM 78 fu il generale Omar Actis, che tuttavia venne ucciso in un attentato di guerriglieri montoneros il 19 agosto 1976. Il suo successore fu il generale Antonio Luis Merlo, ma in realtà il vero dirigente dell'organizzazione dei mondiali fu fin dall'inizio il capitano di vascello Carlos Lacoste, ufficiale di marina strettamente legato all'ammiraglio Massera. Lacoste, dopo aver assunto il controllo del calcio argentino sostituendo la dirigenza dell'AFA e inserendo alla presidenza il fidato Alfredo Cantilo, diresse tutta l'organizzazione ed ebbe larga autonomia nella gestione dei fondi in base al decreto 1820 firmato dal generale Videla, che svincolava l'EAM 78 dai controlli ministeriali previsti per legge[9].

I lavori previsti e portati a termine dall'EAM 78 per i campionati mondiali miravano a fornire agli osservatori internazionali un'immagine di efficienza, di ordine e di tranquillità dell'Argentina sotto il regime militare. Compresero la ristrutturazione degli stadi di Buenos Aires e di Rosario, la costruzione dei nuovi stadi di Córdoba, di Mar del Plata e di Mendoza, il rafforzamento delle infrastrutture e delle strutture di accoglienza per tifoserie e turisti stranieri, la distruzione per motivi di immagine del quartiere degradato del Bajo Belgrano e l'attivazione delle telecomunicazioni via satellite[10]. Venne anche creata, dalla trasformazione di Canal 7, la nuova emittente televisiva ATC (Argentina Televisora Color). Il vicepresidente della FIFA, il potente dirigente del calcio tedesco, Hermann Neuberger, si recò in Argentina e diede il suo pieno sostegno agli organizzatori, affermando che «il cambio di governo» non avrebbe affatto influito negativamente e che «non esistevano premesse migliori» per lo svolgimento dei campionati[11]. La giunta militare decise, per motivi di convenienza economica e per evitare penalizzazioni da parte di società commerciali estere, di mantenere il logo originale della manifestazione, che tuttavia riprendeva il caratteristico gesto con le mani di Perón durante la manifestazioni di piazza; questo fu creato già nel 1974[12].

 

«In Argentina, i Mondiali dovevano immortalare l'immagine di un popolo felice e ordinato e di un'organizzazione efficiente. Insomma, erano uno spot per la dittatura militare di Jorge Rafael Videla. [...] Noi [calciatori, ndr] vivevamo in una bolla, in una gabbia dorata ben separata dalla realtà. [...] Poi, un giorno, mentre andavo all'allenamento, ho incrociato lo sguardo di un uomo con un bambino sulle spalle, forse erano padre e figlio: la folla intorno a loro si sbracciava per salutarci, per avere un autografo. Loro, invece, erano fermi, composti. Non ho mai dimenticato la tristezza di quegli occhi. È stata quella l'unica volta che in Argentina ho percepito il dolore della gente.»
— Marco Tardelli, 2016[13]

Mentre dispiegava una notevole efficienza organizzativa e faceva ogni sforzo per diffondere a livello internazionale un'immagine rassicurante del Paese, il regime militare non aveva però affatto interrotto, e neppure rallentato, il suo terroristico programma di repressione. Al contrario, a maggio e a giugno 1978, quindi poco prima e durante il torneo, aumentarono le uccisioni e i sequestri nelle sezioni clandestine di detenzione; le operazioni repressive si svolsero però con la massima attenzione alla segretezza[14]. Uno dei più micidiali centri di detenzione segreti, l'ESMA diretto dalla Marina militare, era dislocato a poca distanza dallo stadio Monumental di Buenos Aires; dalle testimonianze posteriori dei superstiti risulta che i militari sospendevano le torture prima delle partite dell'Argentina e anche i detenuti ascoltavano le gare alla radio; i procedimenti violenti riprendevano dopo la fine degli incontri; sembra che anche i cosiddetti voli della morte si fossero interrotti durante le gare della nazionale padrona di casa[15].

Controversie

Iniziative di boicottaggio

Nonostante le lugubri notizie sulla situazione nel Paese, la FIFA sostenne totalmente i dirigenti argentini nei loro programmi per il torneo, in nome di una presunta autonomia dello sport dalla realtà politica contingente. Dopo i lusinghieri giudizi di Hermann Neuberger anche il presidente dell'organizzazione calcistica mondiale, il brasiliano João Havelange, diede complete rassicurazioni sulla conferma dell'assegnazione dei campionati. In Argentina erano stati arrestati come sospetti sovversivi i due figli di influenti politici brasiliani; Havelange si interessò direttamente con il generale Videla per loro liberazione, che avvenne, in cambio però della certezza di poter ospitare l'evento: «lei ha la mia parola [...] la FIFA non metterà in dubbio l'Argentina come organizzatrice, e avrete tutto il nostro appoggio»[16].

Malgrado l'efficace campagna propagandistica del regime, a livello internazionale filtravano, pur con molte difficoltà, notizie sempre più inquietanti sui crimini della giunta militare argentina. Queste suscitarono crescenti preoccupazioni, soprattutto negli ambienti della sinistra europea, e provocarono le prime posizioni dubbiose sull'opportunità di giocare quel mundial. In Francia venne costituito, da esuli argentini e da personalità francesi principalmente di sinistra, il COBA, Comité pour l'Organisation para le Boycott de l'Argentine de la Coupe du Monde, che promosse una campagna contro la giunta militare e i campionati mondiali. Il partito socialista francese appoggiò l'iniziativa, che venne supportata da personaggi del mondo artistico e culturale; per sostenere il boicottaggio vennero creati anche manifesti e altro materiale propagandistico[17]. Un altro paese in cui si svilupparono proteste contro la dittatura e nuove proposte di ostruzionismo furono i Paesi Bassi, dove era attivo lo SKAN, un'organizzazione costituita per sostenere gli esuli argentini e per sollecitare il boicottaggio totale. In Svezia era invece in corso una campagna d'opinione contro l'Argentina dei militari già dopo la scomparsa a Buenos Aires, nel gennaio 1977, della diciassettenne Dagmar Hagelin[18].

Il presidente della FIFA, il brasiliano João Havelange.

In realtà, le iniziative non ottennero i risultati sperati, perché la giunta argentina e l'EAM 78 svilupparono un complesso ed efficace programma pubblicitario. Questo venne messo in pratica dalla società specializzata statunitense Burson Marsteller, che descriveva gli esuli e i contestatori come «antiargentini», mentre il giornalismo nazionale si prestò quasi totalmente a supportare le parole d'ordine del regime, descrivendo il Paese come «tranquillo, ordinato, pulito» e finalmente libero dagli eccessi dei «sovversivi»; anche noti personaggi dello sport argentino furono mobilitati per pubblicizzare i mondiali del regime[19]. A livello internazionale prevalse comunque il disinteresse per le iniziative di boicottaggio: nei Paesi Bassi la federazione calcistica aveva già deciso di partecipare all'evento e l'ambasciatore olandese a Buenos Aires descrisse il generale Videla come «un uomo di buona volontà, un uomo onesto fino al midollo», mentre i giornali conservatori francesi appoggiarono l'Argentina «in guerra con il terrorismo»[20]; i progressisti, al contrario, promossero il boicottaggio con una petizione firmata, tra gli altri, da Georges MoustakiYves MontandRoland BarthesJean-Paul Sartre e Louis Aragon[21].

In Italia il problema del regime argentino e della repressione, in pratica, quasi non esistette: la stampa si limitò perlopiù a occuparsi del solo lato sportivo e non approfondì affatto l'analisi della situazione politico-sociale del Paese, se non con poche e marginali eccezioni[22]. Nell'approssimarsi dell'evento, le manifestazioni delle cosiddette Madri di Plaza de Mayo, cominciate nel 1977, furono inizialmente ignorate dai media di massa; la televisione olandese fu la prima a trasmettere un servizio sulla coraggiosa protesta, proprio il giorno dell'inaugurazione dei mondiali[23], e solo durante il torneo la stampa internazionale cominciò a divulgare informazioni e testimonianze riguardo ai cortei dei parenti dei desaparecidos[24]. L'ambasciatore italiano a Buenos Aires aveva appoggiato fin dall'inizio la Giunta e anche le autorità della Chiesa cattolica si erano dimostrate favorevoli al regime. I forti interessi economici delle principali società italiane e oscuri collegamenti tra i militari argentini e influenti personalità italiane possono, verosimilmente, aver contribuito a minimizzare il problema argentino; anche i comunisti italiani, in linea con la miope politica del partito comunista argentino, considerarono inizialmente i militari come «il male minore»[25], di conseguenza non venne mai messa in discussione la partecipazione azzurra al mundial.

L'olandese Johan Cruijff rifiutò di partecipare al mondiale per timori sulla propria sicurezza personale (e non per protesta verso la repressione militare in Argentina).

I giocatori non avvertirono la gravità del problema, cioè lo svolgimento del massimo torneo calcistico in una nazione sottoposta a una barbara repressione, e in pratica tutti si limitarono ad affermare l'estraneità dello sport dal contesto politico-sociale; perciò, nessuno si rifiutò di prendere parte ai mondiali per motivi connessi alla situazione nel Paese. I casi di cui si discusse all'epoca, a distanza di anni sono stati fortemente ridimensionati: l'olandese Johan Cruijff, il migliore calciatore al mondo in quel periodo, non prese parte alla manifestazione per motivi di sicurezza personale e per stanchezza psico-fisica; Jorge Carrascosa, capitano dell'Argentina, si ritirò dal calcio alla vigilia dei mondiali per motivi non strettamente connessi alla politica; infine, il portiere svedese Ronnie Hellström, di cui si parlò a causa di una sua presunta partecipazione alla marcia di Plaza de Mayo, in realtà non ebbe alcun incontro con le donne della protesta[26]. Secondo lo scrittore argentino Pablo Llonto, l'unico calciatore che affermò espressamente di rifiutarsi di giocare nell'Argentina della repressione fu il tedesco Paul Breitner[27].

La guerriglia montoneros

I guerriglieri montoneros, emanazione dell'ala sinistra del movimento peronista, avevano subito duri colpi a causa della spietata repressione del regime militare ma erano il principale gruppo di lotta armata ancora attivo in Argentina e in grado di opporsi militarmente alla dittatura. I principali dirigenti che erano fuoriusciti all'estero si trovarono quindi di fronte al problema dei campionati del mondo e di quale comportamento assumere durante lo svolgimento della competizione. All'inizio del 1978, durante un incontro a L'Avana, i capi più importanti, Mario Firmenich, ritenuto il dirigente montonero più autorevole, Roberto PerdíaFernando Vaca NarvajaRaúl Yager e Horacio Mendizábal, discussero la strategia del movimento durante l'imminente campionato mondiale[28].

In contrasto con le richieste, provenienti dagli esiliati e dalla maggioranza dei militanti guerriglieri, di appoggiare il boicottaggio totale dei mondiali, la dirigenza montonera, su impulso principalmente di Firmenich, decise di adottare un comportamento elastico e non molto limpido, che alla prova dei fatti si dimostrò anche scarsamente efficace. Dopo due ore di discussione, si decise di assumere una posizione favorevole allo svolgimento dei campionati del mondo di calcio e contraria al boicottaggio, verosimilmente credendo in questo modo di assecondare le tendenze prevalenti nella popolazione, nettamente favorevole alla disputa del torneo; nello stesso tempo, però, non si proclamò una reale sospensione della guerriglia. Durante il periodo dei mondiali, i montoneros avrebbero invece dovuto continuare la lotta armata contro il regime limitandosi ad azioni propagandistiche architettate per «svelare la verità sul regime», sperando di attrarre l'attenzione dell'opinione pubblica mondiale e dei mezzi di comunicazione internazionali[29].

L'attività dei montoneros durante i mondiali quindi si concentrò su una vasta campagna di propaganda basata su materiali divulgativi, sulla creazione di un contro-mondiale, con un controgauchito, la mascotte montonera alternativa a quella ufficiale, canti di lotta rivoluzionaria adattati al campionato del mondo di calcio, e una serie di conferenze stampa con giornalisti stranieri di dirigenti montoneros rientrati in patria. Oltre a questa attività di propaganda, Perdía pianificò la cosiddetta campagna offensiva tattica: una serie di attacchi guerriglieri durante il periodo dei campionati che poi furono diretti praticamente in Argentina da Horacio Mendizábal[30]. Il piano di azione montonero prevedeva di evitare accuratamente di colpire le strutture calcistiche, le squadre, i turisti, gli spettatori e le autorità internazionali; vennero proibiti attacchi a meno di 600 metri dagli stadi. Nonostante queste limitazioni i gruppi guerriglieri montoneros eseguirono con successo almeno diciotto attacchi con lanciarazzi RPG-7 che colpirono alcune lugubri strutture della repressione come l'ESMA, comandi dell'esercito, scuole superiori militari, strutture di polizia, perfino la Casa Rosada, residenza del presidente Videla. Questi attacchi tuttavia non ricevettero alcuna pubblicità dai mezzi di comunicazione e in pratica passarono completamente sotto silenzio durante i mondiali[31].

Il fallimento dell'azione politico-propagandistica provocò accese polemiche all'interno del movimento montoneros; si diffusero anche voci di possibili accordi segreti conclusi con il regime militare per salvaguardare il pacifico svolgimento del mondiale; alcune fonti affermarono anche di incontri segreti all'estero tra l'ammiraglio Massera e Mario Firmenich durante i quali il dirigente montonero avrebbe ricevuto forti somme di denaro. In particolare furono i famigliari di Elena Holmberg, una diplomatica argentina che nel dicembre 1978 venne sequestrata e uccisa, che divulgarono le notizie del presunto accordo segreto tra Firminich e Massera che la Holmberg avrebbe scoperto e a causa del quale sarebbe stata eliminata. Queste voci peraltro non sono mai state confermate e i dirigenti montoneros hanno sempre recisamente negato di avere avuto contatti con l'ammiraglio Massera[14][32].

Formula

La formula del torneo era la stessa dei campionati del 1974; sarebbero stati formati quattro gruppi eliminatori di quattro squadre ciascuno, numerati da 1 a 4. Al termine della prima fase si sarebbero qualificate le prime due di ogni gruppo; per la classifica dei gruppi in caso di parità di punti sarebbe stata presa in considerazione la differenza reti e, in caso di parità di differenza reti, il numero di gol segnati; in ultima istanza si sarebbe proceduto al sorteggio.

Nella seconda fase sarebbero stati formati due gironi di semifinale di quattro squadre ciascuno, chiamati Gruppo A e Gruppo B. Nel Gruppo A sarebbero state inserite le prime squadre dei gruppi 1 e 3 e le seconde dei gruppi 2 e 4; nel Gruppo B le prime dei gruppi 2 e 4 e le seconde dei gruppi 1 e 3. I criteri in caso di parità di punti sarebbero stati gli stessi validi per gruppi di qualificazione.

Le prime classificate dei gironi di semifinale avrebbero disputato la finale per il primo posto, mentre le seconde avrebbero giocato la finale per il terzo posto.

Sorteggio dei gironi

L'Adidas Tango, il pallone ufficiale della manifestazione.

Il sorteggio dei gruppi eliminatori venne effettuato a Buenos Aires il 14 gennaio 1978 in diretta televisiva, alla presenza del presidente della FIFA, il brasiliano João Havelange, del segretario generale, lo svizzero Helmut Käser, e del vicepresidente, il tedesco Hermann Neuberger, il bambino di tre anni Ricardo Teixera Havelange, nipote del presidente della FIFA, estrasse dall'urna i bussolotti dentro cui erano inseriti i biglietti con i nomi della squadre partecipanti.[33]

Alla vigilia del sorteggio non mancarono insinuazioni sulla presunta scarsa affidabilità e correttezza della metodica adottata: si evocarono precedenti sorteggi affidati a bambini che, con modalità molto semplici, erano stati verosimilmente alterati per favorire la squadra di casa. Di fatto invece, dopo l'estrazione dei cilindri risultò che l'Argentina, testa di serie nel gruppo 1, non era stata affatto favorita: era infatti stata sorteggiata nel suo girone tre forti squadre europee, la Francia, in fase di crescita tecnica e tattica grazie alla presenza di alcuni ottimi giocatori, tra cui soprattutto Michel Platini, la temuta Ungheria e l'Italia. Il commissario tecnico César Luis Menotti espresse le sue preoccupazioni e si augurò una maggiore «fortuna» in campo durante il torneo.[34]

Va detto che l'abbinamento tra Argentina e Italia non fu deciso dal sorteggio:[35] le due squadre erano state infatti inserite nello stesso girone, in fase di definizione delle "fasce" di sorteggio.[35] Non esistendo all'epoca un ranking ufficiale, la FIFA alla vigilia del sorteggio doveva decidere le modalità dell'estrazione, e, soprattutto, scegliere le teste di serie; queste godevano del vantaggio di concordarsi tra loro i gironi, e quindi la sede delle proprie tre partite, nonché del ritiro (importante anche in funzione delle enormi distanze tra le città argentine).[35] Scontata la presenza come testa di serie dei padroni di casa e dei campioni del mondo in carica della Germania Ovest, secondo Havelange a esse avrebbero dovuto aggiungersi i Paesi Bassi finalisti uscenti, più il Brasile;[35] dal canto suo Artemio Franchi, presidente UEFA, sosteneva che dovessero invece essere teste di serie le nazionali che avessero vinto almeno un mondiale, e quindi l'Italia al posto degli Oranje.[35]

Fu quindi trovato il compromesso di aggiungere la nazionale italiana come «quinta testa di serie», assegnandola in anticipo al girone dell'Argentina:[35] in questo modo l'Italia avrebbe giocato due sfide a Mar del Plata, relativamente vicina alla sede della terza partita, ed era sicura di evitarsi Brasile, Paesi Bassi e Germania Ovest ma anche alcune nazionali "scomode" come Spagna e Polonia;[35] il big match tra Argentina e Italia avrebbe inoltre garantito un buon incasso, così come Buenos Aires e Mar del Plata erano le due città che garantivano la maggior capienza alberghiera, fattore importante per ospitare i tanti argentini di origine italiana che avrebbero seguito la squadra azzurra. Si fece inoltre in modo che non finissero nello stesso girone due squadre latinoamericane, quindi Perù e Messico furono destinate ai gruppi di Germania e Polonia.[35]

Le squadre vennero così suddivise:

  • Teste di serie
    • Argentina (gruppo 1)
    • Germania (gruppo 2)
    • Brasile (gruppo 3)
    • Paesi Bassi (gruppo 4)
  • Assegnata al gruppo 1
    • Italia
  • Urna 1 (altre Europee sorteggiate nei gruppi 2, 3, 4)
    • Spagna
    • Scozia
    • Polonia
  • Urna 2 (altre latino Americane sorteggiate nei gruppi 2 e 4)
    • Perù
    • Messico
  • Urna 3 (sorteggiate nei gruppi 1 e 3)
    • Ungheria
    • Svezia
  • Urna 4
    • Francia
    • Austria
    • Iran
    • Tunisia

La composizione dei gironi che uscì dalle urne fu la seguente:

Stadi

Delle 6 sedi utilizzate, lo stadio nazionale argentino, l'Estadio Monumental di Buenos Aires è stato il luogo più grande e più utilizzato, ospitando 9 partite in totale, inclusa la finale. Lo stadio Carreras di Cordoba ha ospitato 8 partite, gli stadi di Mendoza, Rosario e Mar del Plata hanno ospitato 6 partite e lo stadio Jose Amalfitani di Buenos Aires ha ospitato 3 partite. Lo stadio Minella di Mar del Plata è stato pesantemente criticato a causa del suo pessimo tiro, che è stato giudicato «quasi ingiocabile»; mentre lo stadio Amalfitani di Buenos Aires, lo stadio meno utilizzato per questo torneo, è stato elogiato per il suo ottimo piazzamento.

Il Brasile è stato costretto dagli organizzatori del torneo a giocare tutte e tre le sue prime partite del girone a Mar del Plata.

Buenos Aires Córdoba
Estadio Monumental Estadio José Amalfitani Estadio Córdoba
34°32′43″S 58°26′58″W 34°38′07.35″S 58°31′14.56″W 31°22′08.24″S 64°14′46.48″W
Capienza: 76 000 Capienza: 49 540 Capienza: 46 083
Estadio Monumental.jpg Estadio José Amalfitani.JPG EstadioCordoba.jpg
Mar del Plata Rosario Mendoza
Estadio José María Minella Estadio Gigante de Arroyito Estadio Ciudad de Mendoza
38°01′04.6″S 57°34′56.4″W 32°54′50.39″S 60°40′28.44″W 32°53′22.43″S 68°52′47.98″W
Capienza: 43 542 Capienza: 41 654 Capienza: 34 875
PT ESTADIO2.jpg Estadio Gigante de Arroyito.jpg Estadio Malvinas Argentinas.JPG

Squadre partecipanti

Pr. Squadra Data di qualificazione certa Confederazione Partecipante in quanto Partecipazioni precedenti al torneo
1 Argentina Argentina 6 luglio 1966 CONMEBOL Rappresentativa della nazione organizzatrice della fase finale 6 (1930, 1934, 1958, 1962, 1966, 1974)
2 Germania Ovest Germania Ovest 7 luglio 1974 UEFA Paese detentore del titolo 8 (1934, 1938, 1954, 1958, 1962, 1966, 1970, 1974)
3 Brasile Brasile 14 luglio 1977 CONMEBOL Vincitrice del Secondo turno (CONMEBOL) 10 (1930, 1934, 1938, 1950, 1954, 1958, 1962, 1966, 1970, 1974)
4 Perù Perù 17 luglio 1977 CONMEBOL Seconda classificata del Secondo turno (CONMEBOL) 2 (1930, 1970)
5 Scozia Scozia 12 ottobre 1977 UEFA Vincitrice del Gruppo 7 (UEFA) 3 (1954, 1958, 1974)
6 Messico Messico 22 ottobre 1977 CONCACAF Vincitrice del Campionato CONCACAF 1977 7 (1930, 1950, 1954, 1958, 1962, 1966, 1970)
7 Paesi Bassi Paesi Bassi 26 ottobre 1977 UEFA Vincitrice del Gruppo 4 (UEFA) 3 (1934, 1938, 1974)
8 Polonia Polonia 29 ottobre 1977 UEFA Vincitrice del Gruppo 1 (UEFA) 2 (1938, 1974)
9 Svezia Svezia 30 ottobre 1977 UEFA Vincitrice del Gruppo 6 (UEFA) 6 (1934, 1938, 1950, 1958, 1970, 1974)
10 Austria Austria 30 ottobre 1977 UEFA Vincitrice del Gruppo 3 (UEFA) 3 (1934, 1954, 1958)
11 Francia Francia 16 novembre 1977 UEFA Vincitrice del Gruppo 5 (UEFA) 6 (1930, 1934, 1938, 1954, 1958, 1966)
12 Spagna Spagna 30 novembre 1977 UEFA Vincitrice del Gruppo 8 (UEFA) 4 (1934, 1950, 1962, 1966)
13 Ungheria Ungheria 30 novembre 1977 UEFA Vincitrice dello Spareggio CONMEBOL-UEFA 6 (1934, 1938, 1954, 1958, 1962, 1966)
14 Iran Iran 3 dicembre 1977 AFC Vincitrice del Secondo Turno (AFC-OFC)
15 Italia Italia 3 dicembre 1977 UEFA Vincitrice del Gruppo 2 (UEFA) 8 (1934, 1938, 1950, 1954, 1962, 1966, 1970, 1974)
16 Tunisia Tunisia 11 dicembre 1977 CAF Vincitrice del Quinto Turno (CAF)

Nota bene: nella sezione "partecipazioni precedenti al torneo", le date in grassetto indicano che la nazione ha vinto quella edizione del torneo, mentre le date in corsivo indicano la nazione ospitante.

Le nazioni partecipanti ai campionati mondiali del 1978 con l'indicazione del piazzamento raggiunto al termine del torneo.

Alla vigilia della competizione le squadre più accreditate dalla critica per la vittoria finale erano il Brasile, i Paesi Bassi, la Germania Ovest, campione del mondo uscente, l'Argentina padrona di casa[36].

Il Brasile, reduce dal deludente campionato del mondo del 1974 che sembrava aver decretato un importante indebolimento del calcio sudamericano, dal febbraio 1977 era allenato, dopo la sostituzione di Oswaldo Brandão, dal nuovo commissario tecnico Cláudio Coutinho, personaggio di notevole cultura, tecnicamente molto preparato e profondo conoscitore delle nuove tattiche del football moderno. Pur privo di grandi esperienze calcistiche, Coutinho godeva della piena fiducia del presidente della federazione calcistica brasiliana, l'ammiraglio Heleno Nunes[37]. Il nuovo commissario tecnico procedette a un radicale rinnovamento degli organici della nazionale e degli aspetti tecnico-tattici del gioco della selezione; della formazione del 1974 rimasero in squadra solo il portiere Leão e il centrocampista Roberto Rivelino, peraltro in precarie condizioni fisiche; mentre Coutinho confidava nell'apporto decisivo di alcuni giovani calciatori di grande qualità come ReinaldoDirceuToninho CerezoRoberto e Zico; il commissario tecnico inoltre preferì rinunciare al centrocampista Falcão, preferendo convocare Chicão[38]. Una serie di brillanti prestazioni della nuova selezione brasiliana durante una tournée in Europa sembrarono confermare la forza del Brasile rinnovato di Coutinho.

I Paesi Bassi erano stati protagonisti della rivoluzione calcistica degli anni 1970, e il loro calcio totale aveva impressionato tecnici e pubblico nello sfortunato mondiale del 1974, ma alla vigilia dei campionati argentini la squadra mostrava segni di involuzione del gioco. La rappresentativa olandese inoltre era priva del fuoriclasse Johann Cruijff che aveva deciso di non partecipare temendo per la propria sicurezza fisica, e dell'ottimo centrocampista Willem van Hanegem che era entrato in contrasto con i compagni per motivi legati ai premi-partita. Il commissario tecnico era l'austriaco Ernst Happel; austero e rigido fautore della disciplina, Happel era un grande esperto di tattica e aveva rafforzato la solidità difensiva della squadra che era ancora imperniata sul nucleo storico della formazione del 1974: Ruud KrolJohann NeeskensRob Rensenbrink e Johnny Rep[39].

La Germania Ovest, campione del mondo uscente, era ancora allenata dall'esperto commissario tecnico Helmut Schön, ma non era più la squadra quasi imbattibile dei primi anni 1970; dopo aver sfiorato nel 1976 la vittoria anche ai campionati europei, la squadra nazionale tedesca aveva perso alcuni giocatori fondamentali come Gerd MüllerWolfgang Overath, Paul Breitner e soprattutto Franz Beckenbauer, giocatore di grande personalità e di notevoli qualità tecniche che aveva preferito trasferirsi negli Stati Uniti. La squadra tedesca che giunse in Argentina tuttavia era ancora una formazione valida e temuta, rafforzata da alcuni giovani di promettenti qualità come Karl-Heinz RummeniggeHansi MüllerManfred Kaltz[40].

L'Argentina era padrone di casa e poteva godere di un entusiastico e caloroso supporto da parte del pubblico, ma la squadra era anche sottoposta a una logorante pressione da parte dell'ambiente calcistico, dell'organizzazione e dello stesso regime militare[41]. Dopo le tante delusioni e le ripetute sconfitte dell'Argentina nella storia dei campionati mondiali, c'erano grandi aspettative di vittoria. Alla vigilia dell'inizio del torneo i giocatori argentini furono ricevuti alla Casa Rosada dal generale Videla in persona che tenne un discorso dalle connotazioni militaresche in cui il dittatore paragonava i calciatori a una «truppa da combattimento» e ad «ambasciatori», auspicava una vittoria per il «popolo argentino» e per il prestigio internazionale argentino; il generale Videla sollecitava quasi la «vittoria a ogni costo», incitava i calciatori a «sentirsi ed essere realmente vincitori», anche se invitava a tenere un comportamento corretto basato sul juego limpio[41][42]. Dall'autunno 1974 il commissario tecnico dell'Argentina era César Luis Menotti, soprannominato El Flaco (il "secco"), personalità carismatica e austera che aveva imposto le sue idee e costruito lentamente una nazionale imperniata sulla disciplina, sulla coesione, sul gioco offensivo, sul collettivo[43]. Menotti, iscritto al Partito Comunista Argentino e legato strettamente agli ambienti della sinistra, aveva ugualmente la fiducia dei dirigenti sportivi e godeva di piena autonomia. Egli decise di continuare a svolgere il suo incarico nonostante fosse a conoscenza in parte della situazione del paese e comprendesse come potesse divenire uno strumento del potere, ritenendo di avere un impegno morale nei confronti soprattutto del popolo argentino e dei suoi calciatori[44].

Menotti proseguì il suo programma con tenacia ed energia; decise di costruire una squadra compatta, estremamente combattiva, priva di individualismi, imperniata su calciatori dal grande spirito agonistico, come Daniel Passarella e Américo Gallego[45], che giocavano nel campionato argentino; tra i calciatori che militavano all'estero solo Mario Kempes, che giocava in Spagna, venne incluso nella formazione; vennero esclusi Enrique WolffRubén Ayala e Osvaldo Piazza, che giocavano in Europa, e anche, nonostante alcune polemiche di stampa, il giovane e promettente Diego Armando Maradona[46]Norberto Alonso, sostenuto dai dirigenti, venne incluso ma Menotti era intenzionato a metterlo da parte. La rinuncia di Carrascosa, molto amico di Menotti, venne accettata dal commissario tecnico che richiedeva ai suoi giocatori di «sacrificare tutto, anche la famiglia»[47].

Qualificazioni

Le nazioni qualificate, in blu

Le qualificazioni al campionato mondiale di calcio di Argentina 1978 videro l'iscrizione di centosei squadre nazionali, mentre il torneo finale ne prevedeva la partecipazione di sedici. Essendo già qualificate di diritto l'Argentina, paese organizzatore e la Germania Ovest, campione in carica, erano disponibili solo quattordici posti, che sarebbero stati assegnati alle selezioni nazionali vincitrici dei vari raggruppamenti di qualificazione. Si trattò in assoluto, nel rapporto tra squadre iscritte e posti disponibili, del torneo di più difficile qualificazione della storia dei mondiali di calcio[48].

Furono assegnati otto posti alla zona UEFA, ma a sorpresa mancavano i campioni d'Europa della Cecoslovacchia e, ancora una volta, l'Inghilterra; quest'ultima, inserita nel gruppo 2 con l'Italia, finì infatti a pari punti con gli Azzurri, ma con una peggior differenza reti. Agevole fu il compito dei Paesi Bassi e della Svezia, mentre particolarmente combattuti furono, oltre al gruppo dell'Italia, i gironi che promossero la Francia, la Polonia, la Spagna, l'Austria e la Scozia. L'Ungheria, che vinse il proprio girone davanti all'Unione Sovietica, dovette invece, come peggior vincente, disputare uno spareggio intercontinentale contro la Bolivia, vincendolo nettamente. Per il CONMEBOL si qualificarono invece Brasile e Perù, mentre per il Nord e Centro America si qualificò il Messico, che ebbe il vantaggio di ospitare le partite del girone finale a sei squadre. In Africa la Tunisia prevalse su Nigeria ed Egitto in un combattuto girone finale a tre, mentre in Asia e Oceania a prevalere fu l'Iran.

Alla luce di queste partecipazioni ci furono due nazioni esordienti, la Tunisia e l'Iran, invece tre, Francia, Spagna e Ungheria, disputarono il loro ultimo mondiale nel 1966, e l'Austria addirittura nel 1958. Per il resto, a parte Perù e Messico assenti dal 1970, tutte le altre erano presenti nell'ultima edizione.

Riassunto del torneo

Prima fase a gironi

La fase iniziale a gironi fece registrare molti risultati inattesi e fece emergere le qualità di alcune squadre poco considerate alla vigilia.

Gruppo 1

Il fantasista francese Platini accerchiato dai padroni di casa argentini nella sfida del 6 giugno

Il gruppo 1 era composto dall'Argentina, dall'Italia, dall'Ungheria e dalla Francia.

Questo girone era teoricamente il più difficile ed equilibrato. Gli Azzurri erano stati clamorosamente eliminati al primo turno nell'edizione 1974, ma dopo quel fallimento avevano intrapreso, con molte difficoltà iniziali, un profondo e radicale processo di rinnovamento dei giocatori e soprattutto delle caratteristiche tecnico-tattiche del gioco, per adeguarsi alla rivoluzione calcistica emersa dall'ultima edizione, a opera soprattutto del calcio europeo.

Il commissario tecnico italiano era ora Enzo Bearzot, che si presentò con una Nazionale nuova e ricca di giovani, capace di eliminare l'Inghilterra nelle qualificazioni. La squadra era imperniata sull'asse portante del blocco-Juve, squadra che in quel momento aveva vinto cinque dei precedenti sette campionati di Serie A: tra i punti fermi c'erano Dino ZoffGaetano ScireaClaudio GentileAntonello CuccuredduFranco CausioRomeo BenettiMarco Tardelli e Roberto Bettega[49]. Alla vigilia della manifestazione non erano tuttavia mancate le polemiche giornalistiche per un presunto decadimento della forma della squadra, che aveva chiuso con un deludente 0-0 tra i fischi del pubblico l'ultima amichevole prima del mondiale giocata contro la Jugoslavia a Roma. Bearzot decise quindi in extremis di modificare la formazione-base, inserendo tra i titolari i giovani Antonio Cabrini in difesa e Paolo Rossi, capocannoniere uscente del campionato italiano, in attacco.

Il terzino italiano Gentile alle prese con la punta argentina Kempes nella sfida del 10 giugno

L'Italia mostrò un gioco sorprendentemente brillante e offensivo nelle tre partite del girone, che vinse a punteggio pieno. Iniziò battendo la Francia per 2-1 con reti di Rossi e di Renato Zaccarelli, pur avendo subito un gol di Bernard Lacombe dopo pochi secondi dall'inizio della gara, l'Ungheria per 3-1 con gol di Rossi, Bettega e Benetti, e i padroni di casa per 1-0[50] con la rete di Bettega. L'altra qualificata del girone fu l'Argentina che mostrò nelle tre partite grande spirito agonistico, e che fu fortemente sostenuta dal pubblico di casa. Con l'Ungheria gli argentini, nervosi e tesi, subirono nei primi minuti il gol dell'ungherese Károly Csapó, pareggiarono quasi subito con il centravanti Leopoldo Luque ma dovettero attendere la parte finale del secondo tempo per passare in vantaggio (2-1) con Daniel Bertoni[51]. L'arbitro Garrido consentì un gioco duro ma sostanzialmente corretto fino al 2-1 per l'Argentina, quando i magiari capirono di non averne più e cominciarono una caccia all'uomo contro i giocatori di casa. Questa culminò con una violenta gomitata rifilata da Tibor Nyilasi (durante un contrasto) all'autore del secondo gol argentino, Norberto Alonso, che non reagì e continuò anzi la gara sanguinando dal naso. L'arbitro, pur essendo molto vicino all'azione, assegnò semplicemente un calcio di punizione. Un minuto più tardi, András Törőcsik, già ammonito, intervenne in modo molto duro su Américo Gallego disinteressandosi completamente della palla, e fu però espulso. Al 90' Sándor Pintér rifilò un calcione da dietro a Osvaldo Ardiles che rimase a terra frastornato, ma l'arbitro richiamò solo verbalmente il numero 10 ungherese, invitandolo alla calma. Durante il recupero però, ancora Tibor Nyilasi, graziato in precedenza, rifilò una violenta ginocchiata ad Alberto Tarantini, e l'arbitro non poté far altro che mostrargli il cartellino rosso.

Nella seconda gara la squadra allenata dal commissario tecnico César Luis Menotti fu messa in difficoltà anche dalla Francia; al 20' fu annullato un gol all'argentino René Houseman per un fuorigioco dubbio, tuttavia le immagini dell'epoca non chiariscono la situazione. Al 28' invece l'Argentina si vide negare un rigore per fallo di Dominique Bathenay, che fu anticipato da Leopoldo Luque (lanciato da Ardiles), ma il guardalinee segnalò un fuorigioco di Mario Kempes in realtà totalmente passivo (regola introdotta nel 1924 e rimasta sempre in vigore).[52][53] Al 37' ancora Luque fu lanciato sulla sinistra e venne atterrato appena dentro l'area da Marius Trésor, ma l'arbitro Dubach concesse un calcio di punizione dal limite. Al 45' un rigore concesso per un fallo di mano forse involontario ma evidente commesso nuovamente da Tresor consentì agli argentini di passare in vantaggio con il capitano Daniel Passarella; nel secondo tempo i francesi ebbero alcune occasioni e pareggiarono con Michel Platini, ma la partita fu decisa a favore dell'Argentina da uno spettacolare gol di Leopoldo Luque con un gran tiro di destro al volo (dopo uno stop e un rimbalzo) da circa 20 metri al 73'.[51] Al 78' Didier Six imbeccato da Michel Platini venne spinto appena fuori area dallo stesso Luque (tornato in ripiegamento difensivo) e cadde all'interno di essa ma l'arbitro non fischiò. L'Argentina vinse ancora per 2-1.

La squadra di casa venne tuttavia sconfitta nella terza gara (ininfluente ai fini della qualificazione) dall'Italia per 1-0, con un gol di Bettega, e quindi si classificò seconda nel girone perdendo così il diritto di giocare i successivi incontri a Buenos Aires.

Gruppo 2

I polacchi Lato e Nawałka in elevazione nella sfida del 1º giugno contro i tedeschi campioni uscenti.

Il gruppo 2 era composto dalla Germania Ovest, dalla Polonia, dal Messico e dalla Tunisia.

I tedeschi occidentali campioni del mondo in carica evidenziarono un chiaro indebolimento complessivo dopo l'abbandono della nazionale da parte di giocatori di grande qualità quali Franz Beckenbauer e Gerd Müller. Il 1º giugno terminarono con un deludente 0-0 la partita inaugurale della manifestazione allo Stadio Monumental di Buenos Aires contro la Polonia, squadra che invece manteneva l'ossatura di fondo della formazione che aveva ben figurato nell'edizione precedente dove si era classificata terza. La prima giornata si chiuse con la prima vittoria di una squadra africana in un Mondiale, cioè col 3-1 della Tunisia sul Messico. Quest'ultima squadra venne poi travolta per 6-0 dalla Germania Ovest nella seconda gara, grazie anche a una doppietta del promettente Karl-Heinz Rummenigge, proprio mentre i polacchi battevano per 1-0 i tunisini con un gol del capocannoniere di quattro anni prima, Grzegorz Lato.

Il difensore tunisino Jebali e il centrocampista tedesco Flohe in lotta per la palla nella sfida del 10 giugno.

Si giunse infine all'ultima giornata con i centroamericani già eliminati che furono sconfitti anche dalla Polonia, per 3-1, con due gol del giovane Zbigniew Boniek. I tedeschi pareggiarono, nuovamente per 0-0, ora contro la modesta Tunisia comunque ancora in corsa per il passaggio del turno.

Alla luce di questi risultati la Polonia vinse il girone con cinque punti, mentre i tedeschi si classificarono secondi con quattro.

Gruppo 3

Il gruppo 3 era composto dal Brasile, dalla Spagna, dalla Svezia e dall'Austria.

Nella prima giornata l'Austria vinse 2-1 contro la Spagna grazie ai gol di Walter Schachner e di Hans Krankl, mentre le altre due squadre pareggiarono 1-1. Un calcio di rigore di Krankl consegnò una nuova vittoria agli austriaci ora contro gli scandinavi, mentre i Verdeoro ottennero contro gli iberici un altro pareggio, per 0-0.

Si arrivò quindi all'ultimo turno con l'Austria ormai certa della qualificazione, e con tutte le altre squadre ancora in corsa. Ad avere la meglio furono però i sudamericani, che sconfissero gli austriaci nello scontro diretto, mentre nell'altra gara, a questo punto inutile per il passaggio del turno, gli spagnoli vinsero 1-0 contro gli svedesi, condannandoli così all'ultimo posto.

In base quanto detto si qualificarono quindi l'Austria come prima, e il Brasile come seconda. I Verdeoro mostrarono però un'inattesa sterilità realizzativa: misero infatti a segno solo due reti in tre incontri.

Gruppo 4

Il gruppo 4 era composto dai Paesi Bassi, dalla Scozia, dal Perù e dall'Iran.

Questo girone comprendeva i Paesi Bassi, che, pur privi del loro miglior giocatore, Johan Cruijff, erano pur sempre finalisti uscenti, oltre che protagonisti della rivoluzione tecnico-tattica del cosiddetto calcio totale.

Nella prima giornata gli Oranje vinsero con un netto 3-0 sull'Iran e lo stesso fece il Perù sulla Scozia (3-1), mentre nella seconda si registrarono due pareggi. Si giunse poi all'ultima giornata con il Perù e i Paesi Bassi che godevano quindi di ottime possibilità di passare il turno, tuttavia le cose andarono diversamente per le due squadre: se infatti i sudamericani piegarono per 4-1 gli asiatici grazie anche alla tripletta di Teófilo Cubillas, già autore di cinque gol nella manifestazione, gli Oranje rischiarono addirittura una clamorosa eliminazione al primo turno, in quanto furono inaspettatamente battuti dagli scozzesi per 3-2 e vennero agganciati in classifica; in questo incontro l'attaccante olandese Rob Rensenbrink mise peraltro a segno, su calcio di rigore, il gol numero mille della storia dei mondiali.

In base a questi risultati il Perù vinse il gruppo, mentre i Paesi Bassi riuscirono comunque a classificarsi secondi grazie alla migliore differenza reti.

Seconda fase a gironi

Gruppo A

Nel gruppo A vennero inserite l'Italia e l'Austria, giunte al primo posto rispettivamente del gruppo 1 e del gruppo 3, più la Germania Ovest e i Paesi Bassi, giunte seconde nel gruppo 2 e nel gruppo 4.

Nella prima giornata gli Azzurri pareggiarono senza reti contro i tedeschi occidentali, colpendo vari legni e sfiorando la rete con un tiro di Roberto Bettega respinto sulla linea da Berti Vogts, mentre gli Oranje, che avevano sostituito in porta Jan Jongbloed con Piet Schrijvers dopo i tre gol incassati contro la Scozia, vinsero sugli austriaci con un netto 5-1. Nuovo pareggio, ora per 2-2, dei campioni in carica contro i Paesi Bassi, in quella che era una sorta di riedizione dell'ultima finale mondiale, mentre l'Italia riuscì a prevalere sull'Austria per 1-0 con un gol di Paolo Rossi.

Si arrivò così all'ultima giornata con la sola certezza dell'eliminazione degli austriaci, mentre le altre squadre avevano varie possibilità di andare in finale, o almeno di passaggio del turno: buone di vittoria per i Paesi Bassi, primi e con una larga differenza reti, tuttavia questi sarebbero stati scalzati dall'Italia in caso di sconfitta nello scontro diretto. Più complicata invece la situazione dei campioni in carica, che comunque, vincendo contro una nazionale che non aveva ormai più nulla da chiedere al torneo, avrebbero con ogni probabilità disputato almeno la finale per il terzo posto.

Buenos Aires l'Italia passò in vantaggio grazie a un'autorete di Ernie Brandts, che si riscattò poco dopo segnando il pareggio, e alla fine gli Oranje s'imposero con la rete di Arie Haan. Entrambe le reti arrivarono con conclusioni da fuori area[54], e Dino Zoff fu criticato dalla stampa per i gol subiti da lontano. In occasione del primo gol olandese vi fu comunque qualche polemica per un pallone non restituito dopo che era stato buttato fuori da Zoff per riprendersi da una botta subita[55]. A Córdoba, invece, non ci si stupì quando le due squadre arrivarono all'intervallo con i tedeschi in vantaggio per 1-0, tuttavia nel prosieguo il risultato si portò, grazie ad alcuni capovolgimenti di fronte, sul 2-2. Questo punteggio, che combinato con quello dell'altro incontro mandava la Germania Ovest a giocare la finale per il terzo posto, durò però solo fino all'88': qui Hans Krankl portò infatti clamorosamente in vantaggio l'Austria, eliminando così entrambe le squadre. La partita, finita 3-2, passò alla storia come "miracolo di Córdoba".

In base a questi risultati i Paesi Bassi ebbero accesso alla finale, la seconda consecutiva, mentre l'Italia si qualificò, nonostante la sconfitta, alla finale per il terzo posto.

Gruppo B

Nel gruppo B vennero inserite la Polonia e il Perù, giunte al primo posto rispettivamente del gruppo 2 e del gruppo 4, più l'Argentina e il Brasile, giunte seconde nel gruppo 1 e nel gruppo 3.

Questo gruppo fu caratterizzato dagli episodi più controversi del Mondiale. Nei primi turni di gara il Brasile mostrò un netto miglioramento del gioco e della capacità realizzativa; il commissario tecnico Cláudio Coutinho aveva profondamente modificato la formazione, escludendo veterani come Rivelino e dando contemporaneamente fiducia a giovani giocatori come Toninho CerezoBatistaRoberto Dinamite e Zico.

Nella prima giornata i Verdeoro sconfissero nettamente 3-0 il Perù con una doppietta di Dirceu e un calcio di rigore di Zico; i peruviani, dopo i brillanti risultati del primo turno, apparvero molto più deboli[56] e non riuscirono più a segnare. Nell'altra partita l'Argentina, nello stadio di Rosario e in un clima di grande entusiasmo, batté faticosamente 2-0 la solida Polonia: la squadra europea, dopo essere passata in svantaggio con un gol di testa di Mario Kempes fallì un calcio di rigore per un vistoso fallo di mano argentino sulla linea di porta (Kazimierz Deyna si fece parare il tiro dall'ottimo Ubaldo Fillol), mentre nella ripresa Kempes siglò il raddoppio in contropiede.[57] Nel secondo turno di gare si giocò la sfida diretta tra l'Argentina e il Brasile che, dopo un incontro equilibrato dominato dalle difese delle due squadre, si concluse con uno 0-0, mentre la Polonia sconfisse il Perù per 1-0.

Divenne quindi decisivo l'ultimo turno di gare, che però non venne giocato in contemporanea: alle ore 16.45 si sfidarono infatti i brasiliani e polacchi nello stadio di Mendoza, mentre alle ore 19.15 fu il turno della partita tra gli argentini e i peruviani, che si disputò a Rosario. Nella prima gara le due squadre, entrambe ancora in corsa, giocarono una partita spettacolare e combattuta che si concluse sul 3-1 per i sudamericani: decisiva fu la doppietta di Roberto nel secondo tempo, dopo che nel primo tempo al gol su tiro dalla lunga distanza di Nelinho aveva replicato il pareggio di Grzegorz Lato.[58]

Per arrivare in finale quindi l'Argentina avrebbe dovuto battere il Perù (ormai privo di motivazioni importanti) con almeno quattro reti di scarto: il commissario tecnico César Luis Menotti mise in campo una squadra con ben quattro attaccanti, Kempes, Leopoldo LuqueOscar Ortiz e Daniel Bertoni. La partita fu caratterizzata ancor prima del suo inizio da episodi incresciosi e sospetti. In sede di critica successiva ai fatti, alcuni autori hanno dichiarato che sarebbero giunte pressioni ai giocatori peruviani, sia da parte argentina che brasiliana; inoltre si è scritto di finanziamenti erogati al Perù dall'Argentina e di stretti legami del presidente peruviano con la giunta militare argentina.[58] Come se non bastasse, la notte precedente la partita i peruviani furono disturbati in albergo dal comportamento dei tifosi locali, mentre il giorno della gara l'autobus con i giocatori peruviani impiegò due ore per coprire il tragitto, in teoria di un quarto d'ora, fino allo stadio, e alla fine si fermò davanti alla curva argentina.[59]

A ogni modo la partita, giocata in un clima incandescente, non fu inizialmente sfavorevole al Perù, che colpì anche un palo, tuttavia gli argentini già nel primo tempo segnarono due reti e alla fine vinsero per 6-0; questo grazie alle doppiette di Kempes e Luque e ai gol di Alberto Tarantini e di René Houseman. Il portiere Ramón Quiroga, argentino di Rosario naturalizzato peruviano, pur giocando una onesta partita[60] diventò il bersaglio di aspre polemiche da parte della schiera che alimentava ostilità verso la dittatura argentina: entrambe le squadre negarono qualsiasi tentativo di combine, ma la partita fu rinominata da alcuni mermelada peruana ("marmellata peruviana")[61], tuttavia nessun tipo di accusa fu mai provata. Solo a partire dall'edizione del 1986 la FIFA stabilirà la contemporaneità delle ultime partite dei gironi, onde evitare polemiche o risultati di comodo; ciò anche dopo il cosiddetto patto di non belligeranza di Gijón avvenuto nell'incontro fra Germania Ovest e Austria nell'edizione del 1982.[62]

In base a questi risultati andarono in finale i padroni di casa, mentre il Brasile giocò la finale per il terzo posto.

Finali

Finale per il terzo posto

Alla finale per il terzo posto ebbero accesso le seconde dei due gruppi, l'Italia e il Brasile. Gli Azzurri si portarono in vantaggio con Franco Causio al 38' del primo tempo, e poco dopo colpirono anche una traversa e un palo. Nella ripresa mostrò però, come in parte già accaduto nella partita con i Paesi Bassi, segni di deterioramento della condizione fisica, e subì le reti di Nelinho al 63' con uno spettacolare tiro a effetto da fuori area, e di Dirceu al 70' con un altro potente tiro dal limite dell'area.

Il Brasile conquistò quindi il terzo posto, ma l'Italia ricevette elogi per i risultati ottenuti e per il gioco offensivo mostrato per gran parte del torneo. Il portiere italiano Dino Zoff venne però fortemente criticato per aver subito nelle ultime due partite quattro reti con tiri dalla grande distanza[63].

Finale per il primo posto

Il capitano argentino Daniel Passarella alza il trofeo al termine della finale di Buenos Aires del 25 giugno

La finale venne giocata il 25 giugno a Buenos Aires tra le due squadre che avevano vinto gli ultimi due gruppi, l'Argentina e i Paesi Bassi, in uno stadio Monumental inondato dai tifosi con coriandoli e con rotoli di carta, in un'atmosfera di forte tensione e di fervore nazionalistico.[64]

La partita ebbe inizio con alcuni minuti di ritardo: i padroni di casa ritennero pericolosa la vistosa fasciatura al polso e alla mano destra di René van de Kerkhof, che venne sommariamente modificata, dopo vivaci discussioni, in particolare del capitano argentino Passarella, tra le proteste olandesi per l'atteggiamento argentino, e finalmente l'arbitro italiano Sergio Gonella poté dare inizio alla partita.[65]

La partita fu drammatica e aspramente combattuta: gli argentini passarono in vantaggio alla fine del primo tempo grazie a una rete realizzata dalla corta distanza dal capocannoniere Mario Kempes alla fine di una veloce incursione in area di rigore, mentre durante il secondo tempo gli Oranje cercarono ripetutamente il gol senza successo. Questo almeno fino all'81', quando il pareggio arrivò dopo un colpo di testa in area di Dick Nanninga, da poco entrato in campo al posto di Rep. Al 90' Rob Rensenbrink colpì a distanza ravvicinata il palo della porta argentina, sfiorando una clamorosa vittoria in extremis.[66]

Nei tempi supplementari, in un ambiente sempre più surriscaldato, gli argentini ebbero però la meglio, segnando il secondo gol con Kempes dopo una confusa mischia in area, mentre il definitivo 3-1 venne realizzato da Daniel Bertoni con un tiro in diagonale dalla corta distanza, dopo un contropiede veloce. Gli ultimi minuti furono poi giocati in un'atmosfera di straordinaria euforia patriottica del pubblico dello stadio Monumental.[67]

La gara fu caratterizzata dall'estremo agonismo, dal gioco frammentario e a tratti violento e dall'acceso tifo del pubblico argentino. L'arbitraggio di Gonella venne ritenuto dalla critica sportiva insufficiente, e venne fortemente contestato dalla squadra olandese. In particolare, nei tempi supplementari la partita divenne caotica e molto dura: entrambe le squadre praticarono un gioco estremamente falloso, mentre gli argentini assunsero atteggiamenti ostruzionistici per guadagnare tempo.[68] Secondo gli Oranje non vennero sanzionati alcuni episodi di violenza da parte argentina, come la gomitata di Daniel Passarella a Johan Neeskens. I Paesi Bassi però risposero colpo su colpo, tant'è che gli argentini Tarantini (gomitata di Johan Neeskens)[69] e Luque terminarono la partita con le magliette sporche di sangue. Ciò nonostante, come era consuetudine all'epoca (salvo casi eccezionali), non vennero comminate espulsioni, sebbene la partita fosse stata giocata in maniera violenta da entrambe le parti.[70]

Molto irritati per l'arbitraggio di Gonella,[70] considerato permissivo e favorevole agli argentini, gli olandesi abbandonarono il campo al termine della partita, e rifiutarono di ricevere il premio per il secondo posto;[71] da par loro gli argentini fecero notare che la contestata azione Passarella-Neeskens nacque da un netto fallo di mano volontario sulla tre quarti Oranje non fischiato, e che lo stesso Neeskens diede una gomitata a Tarantini (che perse molto sangue dalla bocca) poco dopo.

Il trofeo venne consegnato, in un'atmosfera di straordinario entusiasmo patriottico del pubblico, al capitano argentino Passarella personalmente dal capo della giunta militare, il generale Jorge Videla, presente allo stadio insieme ad altre personalità del regime.

Risultati

Prima fase a gironi

Gruppo 1

Classifica
Pos. Squadra Pt G V N P GF GS DR
1. Italia Italia 6 3 3 0 0 6 2 +4
2. Argentina Argentina 4 3 2 0 1 4 3 +1
3. Francia Francia 2 3 1 0 2 5 5 0
4. Ungheria Ungheria 0 3 0 0 3 3 8 -5
Risultati
Mar del Plata
2 giugno 1978, ore 13:45 UTC-4
Italia Italia 2 – 1
referto
Francia Francia Estadio Mar del Plata (38.100 spett.)
Arbitro:  Romania Rainea

Buenos Aires
2 giugno 1978, ore 19:15 UTC-4
Argentina Argentina 2 – 1
referto
Ungheria Ungheria Stadio Monumental (71.615 spett.)
Arbitro:  Portogallo Garrido

Mar del Plata
6 giugno 1978, ore 13:45 UTC-4
Italia Italia 3 – 1
referto
Ungheria Ungheria Estadio Mar del Plata (26.533 spett.)
Arbitro:  Uruguay Barreto

Buenos Aires
6 giugno 1978, ore 19:15 UTC-4
Argentina Argentina 2 – 1
referto
Francia Francia Stadio Monumental (71.615 spett.)
Arbitro:  Svizzera Dubach

Mar del Plata
10 giugno 1978, ore 14:30[72] UTC-4
Francia Francia 3 – 1
referto
Ungheria Ungheria Estadio Mar del Plata (23.127 spett.)
Arbitro:  Brasile Coelho

Buenos Aires
10 giugno 1978, ore 19:15 UTC-4
Italia Italia 1 – 0
referto
Argentina Argentina Stadio Monumental (71.712 spett.)
Arbitro:  Israele Klein

Gruppo 2

Classifica
Pos. Squadra Pt G V N P GF GS DR
1. Polonia Polonia 5 3 2 1 0 4 1 +3
2. Germania Ovest Germania Ovest 4 3 1 2 0 6 0 +6
3. Tunisia Tunisia 3 3 1 1 1 3 2 +1
4. Messico Messico 0 3 0 0 3 2 12 -10
Risultati
Buenos Aires
1º giugno 1978, ore 15:00 UTC-4
Germania Ovest Germania Ovest 0 – 0
referto
Polonia Polonia Stadio Monumental (67.579 spett.)
Arbitro:  Argentina Coerezza

Rosario
2 giugno 1978, ore 16:45 UTC-4
Tunisia Tunisia 3 – 1
referto
Messico Messico Stadio Gigante de Arroyito (17.396 spett.)
Arbitro:  Inghilterra Gordon

Córdoba
6 giugno 1978, ore 16:45 UTC-4
Germania Ovest Germania Ovest 6 – 0
referto
Messico Messico Estadio Olímpico Chateau Carreras (35.258 spett.)
Arbitro:  Flag of the United Arab Republic.svg Bouzo

Rosario
6 giugno 1978, ore 16:45 UTC-4
Polonia Polonia 1 – 0
referto
Tunisia Tunisia Stadio Gigante de Arroyito (9.624 spett.)
Arbitro:  Spagna Martínez

Córdoba
10 giugno 1978, ore 16:45 UTC-4
Germania Ovest Germania Ovest 0 – 0
referto
Tunisia Tunisia Estadio Olímpico Chateau Carreras (30.667 spett.)
Arbitro:  Perù Orosco

Rosario
10 giugno 1978, ore 16:45 UTC-4
Polonia Polonia 3 – 1
referto
Messico Messico Stadio Gigante de Arroyito (22.651 spett.)
Arbitro:  Iran Namdar

Gruppo 3

Classifica
Pos. Squadra Pt G V N P GF GS DR
1. Austria Austria 4 3 2 0 1 3 2 +1
2. Brasile Brasile 4 3 1 2 0 2 1 +1
3. Spagna Spagna 3 3 1 1 1 2 2 0
4. Svezia Svezia 1 3 0 1 2 1 3 -2
Risultati
Buenos Aires
3 giugno 1978, ore 13:45 UTC-4
Austria Austria 2 – 1
referto
Spagna Spagna Stadio José Amalfitani (40.841 spett.)
Arbitro:  Ungheria Palotai

Mar del Plata
3 giugno 1978, ore 13:45 UTC-4
Brasile Brasile 1 – 1
referto
Svezia Svezia Estadio Mar del Plata (32.569 spett.)
Arbitro:  Galles Thomas

Buenos Aires
7 giugno 1978, ore 13:45 UTC-4
Austria Austria 1 – 0
referto
Svezia Svezia Stadio José Amalfitani (41.424 spett.)
Arbitro:  Paesi Bassi Corver

Mar del Plata
7 giugno 1978, ore 13:45 UTC-4
Brasile Brasile 0 – 0
referto
Spagna Spagna Estadio Mar del Plata (34.771 spett.)
Arbitro:  Italia Gonella

Buenos Aires
11 giugno 1978, ore 13:45 UTC-4
Spagna Spagna 1 – 0
referto
Svezia Svezia Stadio José Amalfitani (47.765 spett.)
Arbitro:  Germania Ovest Biwersi

Mar del Plata
11 giugno 1978, ore 13:45 UTC-4
Brasile Brasile 1 – 0
referto
Austria Austria Estadio Mar del Plata (35.221 spett.)
Arbitro:  Francia Wurtz

Gruppo 4

Classifica
Pos. Squadra Pt G V N P GF GS DR
1. Perù Perù 5 3 2 1 0 7 2 +5
2. Paesi Bassi Paesi Bassi 3 3 1 1 1 5 3 +2
3. Scozia Scozia 3 3 1 1 1 5 6 -1
4. Iran Iran 1 3 0 1 2 2 8 -6
Risultati
Córdoba
3 giugno 1978, ore 16:45 UTC-4
Perù Perù 3 – 1
referto
Scozia Scozia Estadio Olímpico Chateau Carreras (37.927 spett.)
Arbitro:  Svezia Eriksson

Mendoza
3 giugno 1978, ore 16:45 UTC-4
Paesi Bassi Paesi Bassi 3 – 0
referto
Iran Iran Stadio Ciudad de Mendoza (33.431 spett.)
Arbitro:  Messico Archundía

Córdoba
7 giugno 1978, ore 16:45 UTC-4
Scozia Scozia 1 – 1
referto
Iran Iran Estadio Olímpico Chateau Carreras (7.938 spett.)
Arbitro:  Senegal N'Diaye

Mendoza
7 giugno 1978, ore 16:45 UTC-4
Paesi Bassi Paesi Bassi 0 – 0
referto
Perù Perù Stadio Ciudad de Mendoza (28.125 spett.)
Arbitro:  Germania Est Prokop

Córdoba
11 giugno 1978, ore 16:45 UTC-4
Perù Perù 4 – 1
referto
Iran Iran Estadio Olímpico Chateau Carreras (21.262 spett.)
Arbitro:  Polonia Jarguz

Mendoza
11 giugno 1978, ore 16:45 UTC-4
Scozia Scozia 3 – 2
referto
Paesi Bassi Paesi Bassi Stadio Ciudad de Mendoza (35.130 spett.)
Arbitro:  Austria Linemayr

Seconda fase a gironi

Gruppo A

Classifica
Pos. Squadra Pt G V N P GF GS DR
1. Paesi Bassi Paesi Bassi 5 3 2 1 0 9 4 +5
2. Italia Italia 3 3 1 1 1 2 2 0
3. Germania Ovest Germania Ovest 2 3 0 2 1 4 5 -1
4. Austria Austria 2 3 1 0 2 4 8 -4
Risultati
Córdoba
14 giugno 1978, ore 13:45 UTC-4
Paesi Bassi Paesi Bassi 5 – 1
referto
Austria Austria Estadio Olímpico Chateau Carreras (25.050 spett.)
Arbitro:  Scozia Gordon

Buenos Aires
14 giugno 1978, ore 13:45 UTC-4
Germania Ovest Germania Ovest 0 – 0
referto
Italia Italia Stadio Monumental (67.547 spett.)
Arbitro:  Jugoslavia Maksimović

Córdoba
18 giugno 1978, ore 16:45 UTC-4
Germania Ovest Germania Ovest 2 – 2
referto
Paesi Bassi Paesi Bassi Estadio Olímpico Chateau Carreras (40.750 spett.)
Arbitro:  Uruguay Barreto

Buenos Aires
18 giugno 1978, ore 16:45 UTC-4
Italia Italia 1 – 0
referto
Austria Austria Stadio Monumental (66.695 spett.)
Arbitro:  Belgio Rion

Córdoba
21 giugno 1978, ore 13:45 UTC-4
Austria Austria 3 – 2
referto
Germania Ovest Germania Ovest Estadio Olímpico Chateau Carreras (38.318 spett.)
Arbitro:  Israele Klein

Buenos Aires
21 giugno 1978, ore 13:45 UTC-4
Paesi Bassi Paesi Bassi 2 – 1
referto
Italia Italia Stadio Monumental (67.433 spett.)
Arbitro:  Spagna Martínez

Gruppo B

Classifica
Pos. Squadra Pt G V N P GF GS DR
1. Argentina Argentina 5 3 2 1 0 8 0 +8
2. Brasile Brasile 5 3 2 1 0 6 1 +5
3. Polonia Polonia 2 3 1 0 2 2 5 -3
4. Perù Perù 0 3 0 0 3 0 10 -10
Risultati
Mendoza
14 giugno 1978, ore 16:45 UTC-4
Brasile Brasile 3 – 0
referto
Perù Perù Stadio Ciudad de Mendoza (31.278 spett.)
Arbitro:  Romania Rainea

Rosario
14 giugno 1978, ore 19:15 UTC-4
Argentina Argentina 2 – 0
referto
Polonia Polonia Stadio Gigante de Arroyito (37.091 spett.)
Arbitro:  Svezia Eriksson

Mendoza
18 giugno 1978, ore 13:45 UTC-4
Polonia Polonia 1 – 0
referto
Perù Perù Stadio Ciudad de Mendoza (35.288 spett.)
Arbitro:  Inghilterra Partridge

Rosario
18 giugno 1978, ore 19:15 UTC-4
Argentina Argentina 0 – 0
referto
Brasile Brasile Stadio Gigante de Arroyito (37.326 spett.)
Arbitro:  Ungheria Palotai

Mendoza
21 giugno 1978, ore 16:45 UTC-4
Brasile Brasile 3 – 1
referto
Polonia Polonia Stadio Ciudad de Mendoza (39.586 spett.)
Arbitro:  Cile Cavanna

Rosario
21 giugno 1978, ore 19:15 UTC-4
Argentina Argentina 6 – 0
referto
Perù Perù Stadio Gigante de Arroyito (37.315 spett.)
Arbitro:  Francia Wurtz

Finale 3º- 4º posto

Buenos Aires
24 giugno 1978, ore 15:00 UTC-4
Brasile Brasile 2 – 1
referto
Italia Italia Stadio Monumental (69.959 spett.)
Arbitro:  Israele Klein

Finale 1°- 2º posto

Buenos Aires
25 giugno 1978, ore 15:00 UTC-4
Argentina Argentina 3 – 1
(d.t.s.)
referto
Paesi Bassi Paesi Bassi Stadio Monumental (71.483 spett.)
Arbitro:  Italia Gonella

Classifica marcatori

6 reti
5 reti
4 reti
3 reti
2 reti
1 rete
Autoreti

Premi

 
[73] Miglior marcatore (Scarpa d'oro) Miglior giocatore (Pallone d'oro) Miglior giovane Premio FIFA Fair Play
Oro Argentina Mario Kempes (6) Argentina Mario Kempes Italia Antonio Cabrini Argentina Argentina
Argento Non assegnato Italia Paolo Rossi Non assegnato Non assegnato
Bronzo Non assegnato Brasile Dirceu Non assegnato Non assegnato

All-Star Team[74]

Portiere Difensori Centrocampisti Attaccanti
Argentina Ubaldo Fillol Germania Ovest Berti Vogts
Paesi Bassi Ruud Krol
Argentina Daniel Passarella
Argentina Alberto Tarantini
Brasile Dirceu
Perù Teófilo Cubillas
Paesi Bassi Rob Rensenbrink
Italia Roberto Bettega
Italia Paolo Rossi
Argentina Mario Kempes

Nazionale di calcio dell'Argentina

Argentina Argentina
Campione del mondo in caricaCampione del mondo in carica
Detentore della Coppa dei Campioni CONMEBOL-UEFA
Campione del Sud America in caricaCampione del Sud America in carica
Argentina national football team logo.png
Uniformi di gara
Sport Football pictogram.svg Calcio
Federazione AFA
Asociación del Fútbol Argentino
Confederazione CONMEBOL
Codice FIFA ARG
Soprannome La Albiceleste (La Biancoceleste)
La Selección (La Selezione)
Selezionatore Argentina Lionel Scaloni
Record presenze Lionel Messi (172)
Capocannoniere Lionel Messi (98)
Ranking FIFA [1] (25 agosto 2022)
Sponsor tecnico Adidas
Esordio internazionale
Uruguay Uruguay 0 - 6 Argentina Argentina
MontevideoUruguay; 20 luglio 1902[2]
Migliore vittoria
Argentina Argentina 12 - 0 Ecuador Ecuador
MontevideoUruguay; 22 gennaio 1942
Peggiore sconfitta
Cecoslovacchia Cecoslovacchia 6 - 1 Argentina Argentina
HelsingborgSvezia; 15 giugno 1958
Bolivia Bolivia 6 - 1 Argentina Argentina
La PazBolivia; 1 aprile 2009
Spagna Spagna 6 - 1 Argentina Argentina
MadridSpagna; 27 marzo 2018
Campionato del mondo
Partecipazioni 18 (esordio: 1930)
Miglior risultato Oro Campioni nel 197819862022
Copa América
Partecipazioni 43 (esordio: 1916)
Miglior risultato Oro Campioni nel 192119251927192919371941194519461947195519571959199119932021
Confederations Cup
Partecipazioni 3 (esordio: 1992)
Miglior risultato Oro Campioni nel 1992
Torneo Olimpico
Partecipazioni 1 (esordio: 1928)
Miglior risultato Argento Argento nel 1928
Coppa dei Campioni CONMEBOL-UEFA
Partecipazioni 2 (esordio: 1993)
Miglior risultato Oro Campioni nel 19932022

La nazionale di calcio dell'Argentina (in spagnolo Selección nacional de fútbol de Argentina) è la squadra di calcio che rappresenta l'Argentina ed è posta sotto l'egida della Asociación del Fútbol Argentino.

Soprannominata la Selección ("la selezione") o l'Albiceleste ("la biancoceleste"), è una delle nazionali di calcio più titolate al mondo, avendo vinto 15 Coppe America (record condiviso con l'Uruguay), 3 Coppe del mondo (Argentina 1978Messico 1986 e Qatar 2022), la Coppa Artemio Franchi 1993, la Coppa dei Campioni CONMEBOL-UEFA 2022,[3] e la prima edizione della Confederations Cup, nel 1992 (all'epoca denominata Coppa Re Fahd). Inoltre l'Argentina si è piazzata seconda in Coppa America per 14 volte (record) ed è stata finalista perdente al mondiale 1930 (sconfitta dall'Uruguay), al mondiale 1990 e al mondiale 2014 (sconfitta in entrambe le circostanze dalla Germania). La nazionale olimpica argentina ha vinto 2 medaglie d'oro alle Olimpiadi (nel 2004 e nel 2008) e due medaglie d'argento (nel 1928 e nel 1996). Ha vinto anche sette edizioni dei Giochi panamericani (1951, 1955, 1959, 1971, 1995, 2003, 2019).

Nella classifica mondiale della FIFA, istituita nel 1993, ha occupato più volte il primo posto (nel marzo 2007, dall'ottobre 2007 al giugno 2008, dal luglio all'ottobre 2015, dall'aprile 2016 all'aprile 2017), mentre il peggiore posizionamento è il 22º posto toccato nell'agosto 1996. Occupa attualmente il 3º posto della graduatoria.

Storia

La nazionale argentina di calcio esordì battendo per 3-2 l'Uruguay a Montevideo il 16 maggio 1901.[2][4] Nei primi anni di esistenza la squadra giocò solo gare amichevoli contro altre squadre sudamericane, a causa dei costi comportati da lunghe trasferte e dall'interruzione dell'attività calcistica determinata dalla prima guerra mondiale.[5]

La Selección vinse per la prima volta il campionato sudamericano nel 1921, per poi ripetersi nel 1925, nel 1927 e nel 1929; partecipò ai Giochi olimpici nel 1928, ottenendo il secondo posto dopo la sconfitta per 2-1 nella ripetizione della finale contro l'Uruguay, contro cui la prima gara era finita in pareggio (1-1). Le due squadre si ritrovarono contro nella finale della prima edizione del campionato mondiale di calcio, nel 1930, con gli uruguaiani vincitori per 4-2. Nel 1937 l'Argentina si aggiudicò nuovamente il titolo continentale, per poi ottenere il successo anche nel 1941, nel 1945, nel 1946 e nel 1947. Nuove vittorie nel torneo continentale furono centrate nel 1955, nel 1957 e nel 1959.

Diego Armando Maradona, portato in trionfo, solleva la seconda Coppa del mondo dell'Argentina vinta nel 1986

Malgrado gli allori continentali, dagli anni trenta alla fine degli anni settanta la nazionale argentina non ottenne particolari risultati al campionato del mondo, anche a causa della regola dell'AFA secondo cui solo i giocatori militanti nel campionato nazionale potevano essere convocati in nazionale. L'unica campagna mondiale degna di nota di questo periodo risale alla Coppa del mondo del 1966, da cui gli argentini furono eliminati ai quarti di finale dall'Inghilterra padrona di casa e futura vincitrice della rassegna.

La tendenza fu invertita alla fine degli anni settanta. Sotto la guida del commissario tecnico César Luis Menotti, l'Argentina si aggiudicò per la prima volta il campionato del mondo nell'edizione giocata in casa nel 1978, battendo in finale i Paesi Bassi per 3-1 dopo i tempi supplementari, in un clima di fervente nazionalismo e di forte tensione determinata dalla situazione politica del paese, a seguito dell'assunzione del potere da parte di un regime militare nel 1976. Nel 1977 si era affacciato in nazionale un giovane fuoriclasse, Diego Armando Maradona, che in occasione del mondiale messicano del 1986 guidò gli argentini, allenati da Carlos Bilardo, alla vittoria del titolo planetario, ottenuta grazie al successo per 3-2 nella finale contro la Germania Ovest. Chiusa la Coppa America 1987 al quarto posto la Coppa America 1989 al terzo posto, la squadra riuscì a raggiungere la finale del mondiale del 1990, dove ritrovò la Germania Ovest, che questa volta si impose per 1-0.

Persa la stella Maradona, squalificato per quindici mesi nel marzo 1991 per l'assunzione di cocaina,[6][7] l'Argentina risultò vittoriosa nell'edizione del 1991 della Coppa America, a trentadue anni dall'ultimo successo nel torneo continentale. Vinta anche la prima edizione della FIFA Confederations Cup nel 1992, la nazionale argentina si aggiudicò la Coppa Artemio Franchi, battendo a Mar del Plata la Danimarca campione d'Europa ai rigori, e si confermò campione continentale, aggiudicandosi la Coppa America nel 1993. Al mondiale del 1994 l'Albiceleste si presentò con nei ranghi il ritrovato Maradona, ma il fuoriclasse fu nuovamente squalificato durante la fase a gironi del torneo, perché risultato positivo all'efedrina dopo un controllo antidoping, sicché la squadra uscì già agli ottavi di finale.

Nel 1995 l'Argentina fu finalista perdente della FIFA Confederations Cup, mentre ai mondiali del 1998 e del 2002 deluse, uscendo ai quarti di finale e al primo turno. Seconda classificata nella Coppa America 2004, nella FIFA Confederations Cup 2005 e nella Coppa America 2007 (sconfitta in tutte e tre le occasioni dal Brasile), vinse con la nazionale olimpica le Olimpiadi del 2004[8] e del 2008 e si fermò ai quarti di finale ai mondiali del 2006 e del 2010 (rassegna in cui fu allenata da Maradona), mentre nel marzo 2007 aveva raggiunto per la prima volta la vetta della classifica mondiale della FIFA.[9] L'Albiceleste ottenne poi il secondo posto al mondiale 2014, dove fu battuta in finale dalla Germania per 1-0 dopo i tempi supplementari, e nelle edizioni 2015 e 2016 della Coppa America (sconfitta in finale in ambo le occasioni dal Cile ai tiri di rigore). Terza classificata nella Coppa America 2019, tornò a vincere il torneo nel 2021, battendo in finale il Brasile per 1-0, e si aggiudicò anche la terza edizione della Coppa dei Campioni CONMEBOL-UEFA, battendo per 3-0 i campioni d'Europa dell'Italia a Wembley.[10] In seguito l'Argentina vinse il campionato del mondo 2022, battendo in finale la Francia ai tiri di rigore, con Lionel Messi, autore di due reti nella sfida pareggiata per 3-3 dopo i tempi supplementari e a segno nei tiri dal dischetto, poi premiato come miglior giocatore della competizione.[11]

Commissari tecnici

I commissari tecnici dell'Argentina[12]

Rivalità

La Selección argentina vive una accesa rivalità calcistica con il Brasile, altra nazionale di grande prestigio. Un'altra rivalità molto sentita è quella con la Germania. Argentini e tedeschi si sono affrontati spesso nelle fasi finali del campionato mondiale di calcio: nel 1958 (fase a gironi), nel 1966 (fase a gironi), nel 1986 (in finale), 1990 (finale), 2006 (quarti di finale), 2010 (quarti di finale) e 2014 (finale). Altra rivalità di rilievo è quella con l'Uruguay, che nel 1930 l'Argentina affrontò nella prima finale del campionato mondiale di calcio e negli ottavi di finale del mondiale nel 1986. Forte è anche la rivalità con l'Inghilterra, risalente al campionato del mondo 1966 e intensificatasi con la guerra delle Malvine del 1982, ha visto l'apice al campionato del mondo 1986 con la Mano de Dios e il "gol del secolo" di Diego Armando Maradona, per poi vivere nuove sfide ai campionati mondiali del 1998 e del 2002.

Divise

Diego Armando Maradona con la classica divisa della nazionale, qui su una figurina Panini della serie Supersport.

La divisa dell'Argentina è da sempre composta da maglia a strisce verticali bianche e celesti (che richiama fortemente la bandiera nazionale) abbinata a pantaloncini di colore nero. I calzettoni sono normalmente bianchi con bordini celesti o neri. La maglia non ha subito sostanziali modifiche tranne nel colore del celeste, più o meno scuro a seconda del fornitore tecnico, mentre i pantaloncini hanno presentato a volte dei richiami in bianco. Negli ultimi anni questi ultimi sono stati spesso utilizzati di colore bianco, mentre il disegno delle righe è stato modificato con inserti diversi a seconda sempre del fornitore tecnico.

La seconda maglia è normalmente di colore blu scuro, con pantaloncini bianchi.

Il fornitore è dal 2001 Adidas.

Casa

1901
1911–1974
1930
1975
1978
1982
1986
1990
1994
1998
1999
2002
2004
2006
2008
2010
2011
2014
2015
2016
2018
2019
2020-2021

Trasferta

 

1919
1958
1978
1982
1986
1994
1998
2002
2004
2006
2008
2010
2011
2014
2015-2016
2018
2019-2021

Palmarès

Argentina 1921Argentina 1925Perú 1927Argentina 1929Argentina 1937Cile 1941Cile 1945Argentina 1946Ecuador 1947Cile 1955Perú 1957Argentina 1959Cile 1991Ecuador 1993Brasile 2021
Amsterdam 1928
Costa Rica 1960
Argentina 1978Messico 1986Qatar 2022
Arabia Saudita 1992
Argentina 1993Inghilterra 2022

Tutte le rose

Mondiali

Coppa del Mondo FIFA 1930
Bossio, P Botasso, D Chividini, D Della Torre, D J. Evaristo, D Mutis, D Orlandini, D Paternoster, D Piaggio, D Zumelzú, C Monti, C Suárez, A Cherro, A Demaría, A M. Evaristo, A Ferreira, A Perinetti, A Peucelle, A Scopelli, A Spadaro, A Stábile, A VaralloCTOlazar e Tramutola
Coppa del Mondo FIFA 1934
Freschi, P Grippa, D Astudillo, D Belis, D Chimento, D Pedevilla, C Albarracín, C López, C Lorenzo, C Nehin, C Urbieta Sosa, A De Vincenzi, A Galateo, A Irañeta, A Izzeta, A Pérez, A Rúa, A WildeCTPascucci
Coppa del Mondo FIFA 1958
Carrizo, 2 Dellacha, 3 Vairo, 4 Lombardo, 5 Rossi, 6 Varacka, 7 Corbatta, 8 Prado, 9 Menéndez, 10 Rojas, 11 Labruna, 12 Musimessi, 13 Pérez, 14 Edwards, 15 Acevedo, 16 Mouriño, 17 Ramos Delgado, 18 Boggio, 19 Avio, 20 Infante, 21 Sanfilippo, 22 CruzCTStábile
Coppa del Mondo FIFA 1962
Roma, 2 Ramos Delgado, 3 Marzolini, 4 Sainz, 5 Sacchi, 6 Páez, 7 Facundo, 8 Pando, 9 Pagani, 10 Sanfilippo, 11 Belén, 12 Domínguez, 13 Rossi, 14 Mariotti, 15 Navarro, 16 Rattín, 17 Albrecht, 18 Cap, 19 Sosa, 20 Oleniak, 21 Abeledo, 22 GonzálezCTLorenzo
Coppa del Mondo FIFA 1966
Roma, 2 Irusta, 3 Gatti, 4 Perfumo, 5 Varacka, 6 Calics, 7 Marzolini, 8 Ferreiro, 9 Simeone, 10 Rattín, 11 Pastoriza, 12 Albrecht, 13 López, 14 Chaldú, 15 Solari, 16 González, 17 Sarnari, 18 Rojas, 19 Artime, 20 Onega, 21 Más, 22 TarabiniCTLorenzo
Coppa del Mondo FIFA 1974
Carnevali, 2 Ayala, 3 Babington, 4 Balbuena, 5 Bargas, 6 Brindisi, 7 Carrascosa, 8 Chazarreta, 9 Glaria, 10 Heredia, 11 Houseman, 12 Fillol, 13 Kempes, 14 Perfumo, 15 Poy, 16 , 17 Squeo, 18 Telch, 19 Togneri, 20 Wolff, 21 Santoro, 22 YazaldeCTCap
Coppa del Mondo FIFA 1978
Alonso, 2 Ardiles, 3 Baley, 4 Bertoni, 5 Fillol, 6 Gallego, 7 L. Galván, 8 R. Galván, 9 Houseman, 10 Kempes, 11 Killer, 12 Larrosa, 13 La Volpe, 14 Luque, 15 Olguín, 16 Ortiz, 17 Oviedo, 18 Pagnanini, 19 Passarella, 20 Tarantini, 21 Valencia, 22 VillaCTMenotti
Coppa del Mondo FIFA 1982
Ardiles, 2 Baley, 3 Barbas, 4 Bertoni, 5 Calderón, 6 Díaz, 7 Fillol, 8 Galván, 9 Gallego, 10 Maradona, 11 Kempes, 12 Hernández, 13 Olarticoechea, 14 Olguín, 15 Passarella, 16 Pumpido, 17 Santamaría, 18 Tarantini, 19 Trossero, 20 Valdano, 21 Valencia, 22 Van TuyneCTMenotti
Coppa del Mondo FIFA 1986
Almirón, 2 Batista, 3 Bochini, 4 Borghi, 5 Brown, 6 Passarella, 7 Burruchaga, 8 Clausen, 9 Cuciuffo, 10 Maradona, 11 Valdano, 12 Enrique, 13 Garré, 14 Giusti, 15 Islas, 16 Olarticoechea, 17 Pasculli, 18 Pumpido, 19 Ruggeri, 20 Tapia, 21 Trobbiani, 22 ZeladaCTBilardo
Coppa del Mondo FIFA 1990
Pumpido (Comizzo), 2 Batista, 3 Balbo, 4 Basualdo, 5 Bauza, 6 Calderón, 7 Burruchaga, 8 Caniggia, 9 Dezotti, 10 Maradona, 11 Fabbri, 12 Goycochea, 13 Lorenzo, 14 Giusti, 15 Monzón, 16 Olarticoechea, 17 Sensini, 18 Serrizuela, 19 Ruggeri, 20 Simón, 21 Troglio, 22 CancelarichCTBilardo
Coppa del Mondo FIFA 1994
Goycochea, 2 Vázquez, 3 Chamot, 4 Sensini, 5 Redondo, 6 Ruggeri, 7 Caniggia, 8 Basualdo, 9 Batistuta, 10 Maradona, 11 Medina Bello, 12 Islas, 13 Cáceres, 14 Simeone, 15 Borelli, 16 Díaz, 17 Ortega, 18 Pérez, 19 Balbo, 20 Rodríguez, 21 Mancuso, 22 ScoponiCTBasile
Coppa del Mondo FIFA 1998
Roa, 2 Ayala, 3 Chamot, 4 Pineda, 5 Almeyda, 6 Sensini, 7 López, 8 Simeone, 9 Batistuta, 10 Ortega, 11 Verón, 12 Burgos, 13 Paz, 14 Vivas, 15 Astrada, 16 Berti, 17 Cavallero, 18 Balbo, 19 Crespo, 20 Gallardo, 21 Delgado, 22 ZanettiCTPassarella
Coppa del Mondo FIFA 2002
Burgos, 2 Ayala, 3 Sorín, 4 Pochettino, 5 Almeyda, 6 Samuel, 7 C. López, 8 Zanetti, 9 Batistuta, 10 Ortega, 11 Verón, 12 Cavallero, 13 Placente, 14 Simeone, 15 Husaín, 16 Aimar, 17 G. López, 18 González, 19 Crespo, 20 Gallardo, 21 Caniggia, 22 Chamot, 23 BonanoCTBielsa
Coppa del Mondo FIFA 2006
Abbondanzieri, 2 Ayala, 3 Sorín, 4 Coloccini, 5 Cambiasso, 6 Heinze, 7 Saviola, 8 Mascherano, 9 Crespo, 10 Riquelme, 11 Tévez, 12 Franco, 13 Scaloni, 14 Palacio, 15 Milito, 16 Aimar, 17 Cufré, 18 Rodríguez, 19 Messi, 20 Cruz, 21 Burdisso, 22 González, 23 UstariCTPekerman
Coppa del Mondo FIFA 2010
Pozo, 2 Demichelis, 3 C. Rodríguez, 4 Burdisso, 5 Bolatti, 6 Heinze, 7 Di María, 8 Verón, 9 Higuaín, 10 Messi, 11 Tévez, 12 Garcé, 13 Samuel, 14 Mascherano, 15 Otamendi, 16 Agüero, 17 Gutiérrez, 18 Palermo, 19 Milito, 20 M. Rodríguez, 21 Andújar, 22 Romero, 23 PastoreCTMaradona
Coppa del Mondo FIFA 2014
Romero, 2 Garay, 3 Campagnaro, 4 Zabaleta, 5 Gago, 6 Biglia, 7 Di María, 8 Pérez, 9 Higuaín, 10 Messi, 11 Rodríguez, 12 Orión, 13 A. Fernández, 14 Mascherano, 15 Demichelis, 16 Rojo, 17 F. Fernández, 18 Palacio, 19 Álvarez, 20 Agüero, 21 Andújar, 22 Lavezzi, 23 BasantaCTSabella
Coppa del Mondo FIFA 2018
Guzmán, 2 Mercado, 3 Tagliafico, 4 Ansaldi, 5 Biglia, 6 Fazio, 7 Banega, 8 Acuña, 9 Higuaín, 10 Messi, 11 Di María, 12 Armani, 13 Meza, 14 Mascherano, 15 Pérez, 16 Rojo, 17 Otamendi, 18 Salvio, 19 Agüero, 20 Lo Celso, 21 Dybala, 22 Pavón, 23 CaballeroCTSampaoli
Coppa del Mondo FIFA 2022
Armani, 2 Foyth, 3 Tagliafico, 4 Montiel, 5 Paredes, 6 Pezzella, 7 de Paul, 8 Acuña, 9 Álvarez, 10 Messi, 11 Di María, 12 Rulli, 13 Romero, 14 Palacios, 15 Correa, 16 Almada, 17 Gómez, 18 Rodríguez, 19 Otamendi, 20 Mac Allister, 21 Dybala, 22 La. Martínez, 23 E. Martínez, 24 Fernández, 25 Li. Martínez, 26 MolinaCTScaloni

Campeonato Sudamericano de Football/Copa América

Campeonato Sudamericano 1916
Ísola, P Rithner, P Wilson, D Brown, D Chiappe, D Díaz, D Reyes, C Badaracco, C García, C Martínez, C Naón, C Olazar, A Bincaz, A Cabano, A Guidi, A E. Hayes, A H. Hayes, A Heisinger, A Hospital, A Laguna, A Marcovecchio, A Ohaco, A PerinettiCT: -
Campeonato Sudamericano 1917
Croce, P Ísola, D E. Blanco, D Elordi, D Ferro, D Madero, D Matozzi, D Reyes, C Martínez, C Olazar, C Pepe, A A. Blanco, A Calomino, A Clarke, A Chavín, A Garré, A Hayes, A Martín, A Ohaco, A Perinetti, A VivaldoCT: -
Campeonato Sudamericano 1919
Ísola, P Barcos, D Castagnola, D Matozzi, D Reyes, C Cilley, C Cortella, C Felices, C Martínez, C Sande, C Scoffano, C Uslenghi, A Brichetto, A Calomino, A Clarke, A Faivre, A Izaguirre, A Laiolo, A Martín, A Perinetti, A RofranoCT: -
Campeonato Sudamericano 1920
Tesoriere, D Bearzotti, D Presta, C Bruzzone, C Cortella, C Dellavalle, C Frumento, C Uslenghi, A Badalini, A Calomino, A De Miguel, A Echeverría, A Libonatti, A LucarelliCT: -
Campeonato Sudamericano 1921
Kiessel, P Tesoriere, D Bearzotti, D Celli, D Presta, C Dellavalle, C Elli, C López, C Solari, A Calomino, A Chavín, A Echeverría, A González, A Libonatti, A Saruppo, A SosaCTCalomino
Campeonato Sudamericano 1922
Tesoriere, D Castoldi, D A. Celli, D Sarasíbar, C E. Celli, C Chabrolín, C Dellavalle, C Médici, C Solari, A Chiesa, A De Césari, A Francia, A Gaslini, A Libonatti, A Rivet, A RofranoCT: -
Campeonato Sudamericano 1923
Cancino, P Tesoriere, D Bidoglio, D Iribarren, C Médici, C Solari, C Vaccaro, A Aguirre, A De Miguel, A Loizo, A Onzari, A SaruppoCT: -
Campeonato Sudamericano 1924
Tesoriere, D Bearzotti, D Bidoglio, D Cochrane, D Fortunato, C Médici, C Solari, C Vaccaro, A Garasini, A Loyarte, A Onzari, A Seoane, A Sosa, A TarasconiCTVázquez
Campeonato Sudamericano 1925
Tesoriere, D Bidoglio, D Mutis, C Fortunato, C Médici, C Vaccaro, A Bianchi, A Cerotti, A de los Santos, A Garasini, A Irurieta, A Sánchez, A Seoane, A TarasconiCTTesoriere
Campeonato Sudamericano 1926
Díaz, D Bidoglio, D Cochrane, D Fortunato, D Mutis, C Conti, C Médici, C Perducca, C Vaccaro, A Cherro, A De Miguel, A Delgado, A Sosa, A TarasconiCT: -
Campeonato Sudamericano 1927
Bossio, P Díaz, D Bidoglio, D Monti, D Recanatini, C Evaristo, C Fossa, C Zumelzú, A Carricaberry, A Ferreira, A Luna, A Maglio, A Ochoa, A Orsi, A SeoaneCTLago Millán
Campeonato Sudamericano 1929
Bossio, P Botasso, D Chividini, D Cuello, D Paternoster, D Piaggio, D Tarrío, C Bartolucci, C Chalú, C J. Evaristo, C Orlandini, C Zumelzú, A Cherro, A M. Evaristo, A Fassora, A Ferreira, A Perinetti, A Peucelle, A Rivarola, A Seoane, A TarasconiCTOlazar e Tramutola
Campeonato Sudamericano 1935
Bello, P Gualco, D Alberti, D Gilli, D Scarcella, D Wilson, C De Jonge, C de Mare, C Minella, C Pajoni, C Sastre, C Sbarra, A Arrieta, A Barraza, A Campilongo, A Cosso, A García, A Lauri, A Masantonio, A ZitoCTSeoane
Campeonato Sudamericano 1937
Bello, P Estrada, D Blotto, D Colombo, D Cuello, D Fazio, D Iribarren, D Martínez, D Tarrío, C de la Mata, C García, C Lazzatti, C Minella, C Sastre, A Cherro, A Emeal, A Ferreyra, A Guaita, A Peucelle, A Scopelli, A Varallo, A ZozayaCTSeoane
Campeonato Sudamericano 1941
Estrada, P Gualco, D Alberti, D Batagliero, D Coletta, D Colombo, D Gilli, D Salomón, C Belén, C Esperón, C García, C Minella, C Sastre, C Sbarra, C Videla, A Alarcón, A Arregui, A Arrieta, A Gayol, A Marvezzi, A Moreno, A PederneraCTStábile
Campeonato Sudamericano 1942
Gualco, D Alberti, D Montañés, D Salomón, D Valussi, C Blotto, C Esperón, C García, C Perucca, C Ramos, C Sandoval, C Videla, A Ferreyra, A Heredia, A Laferrara, A Masantonio, A Moreno, A Pedernera, A TossoniCTStábile
Campeonato Sudamericano 1945
Bello, P Ricardo, D Colombo, D de Zorzi, D Fogel, D Palma, D Salomón, D Sastre, D Yebra, C de la Mata, C Espinoza, C Perucca, C Pescia, C Sosa, A Boyé, A Farro, A Ferraro, A Loustau, A Martino, A Méndez, A Muñoz, A Pelegrina, A PontoniCTStábile
Campeonato Sudamericano 1946
Ogando, P Vacca, D Fonda, D Marante, D Ongaro, D Ramos, D Rodríguez, D Salomón, D Sobrero, C de la Mata, C Pescia, C Sosa, C Strembel, A Boyé, A Labruna, A Loustau, A Martino, A Méndez, A Pedernera, A Pontoni, A Salvini, A SuedCTStábile
Campeonato Sudamericano 1947
Cozzi, P Diano, D Colman, D Gutiérrez, D Marante, D Palma, D Sastre, D Sobrero, D Yácono, C Perucca, C Pescia, C Rossi, A Boyé, A Campana, A Cerviño, A Di Stéfano, A Fernández, A Loustau, A Méndez, A Moreno, A Pontoni, A SuedCTStábile
Campeonato Sudamericano 1955
Marrapodi, P Musimessi, D Bagnatto, D Balay, D Colman, D Cecconato, D Dellacha, D Gutiérrez, D Lombardo, D Mouriño, D Vairo, C Conde, C Grillo, C Leguía, C Sola, A Bonelli, A Borrello, A Cruz, A Cucchiaroni, A Labruna, A Micheli, A VernazzaCTStábile
Campeonato Sudamericano 1956
Musimessi, D Cecconato, D Colman, D Dellacha, D García Pérez, D Gutiérrez, D Lombardo, D Mouriño, D Vairo, C Grillo, C Varacka, A Bonelli, A Cucchiaroni, A Labruna, A Lojacono, A Micheli, A Pentrelli, A Sívori, A ZárateCTStábile
Campeonato Sudamericano 1957
Domínguez, P Roma, D de Bourgoing, D Dellacha, D Giménez, D Mantegari, D Schandlein, D Vairo, C Benegas, C Guidi, C Iñigo, C Maschio, C Pizarro, C Rossi, A Angelillo, A Brookes, A Castro, A Corbatta, A Cruz, A Juárez, A Sanfilippo, A SívoriCTStábile
Campeonato Sudamericano 1959 (Argentina)
Bertoldi, P Negri, D Cap, D Griffa, D Lombardo, D Mouriño, D Murúa, D Simeone, C Cardoso, C Griguol, C Nardiello, C Nuín, C Varacka, A Belén, A Brookes, A Callá, A Corbatta, A Güenzatti, A Manfredini, A Pizzuti, A Rodríguez, A SosaCTSpinettoDella TorreBarreiro
Campeonato Sudamericano 1959 (Ecuador)
Errea, P Negri, D Arredondo, D Betinotti, D Lombardo, D Mouriño, D Murúa, C Carbone, C Griguol, C Guidi, C Rattín, C Ruiz, A Belén, A Boggio, A Facundo, A García, A Pizzuti, A Rodríguez, A Sanfilippo, A SosaCTMoreno
Campeonato Sudamericano 1963
Andrada, P Oleinicki, D Bautista, D Albrecht, D Cardoso, D Ditro, D Ferreiro, D Martín, D Navarro, C Bernao, C E. Fernández, C J. Fernández, C Griguol, C Juárez, C Mesiano, C Rossi, C Vázquez, A González, A Lallana, A Menotti, A Rodríguez, A Savoy, A ZárateCTTorres
Campeonato Sudamericano 1967
Roma, D Acevedo, D Albrecht, D Calics, D Marzolini, D Ovejero, C Bernao, C Rattín, C Rosl, C Viberti, A Artime, A Carone, A González, A Más, A Raffo, A Rojas, A Sarnari, A VeiraCTLopes
Copa América 1975
Gatti, D D. Killer, D M. Killer, D Pavoni, D Pavón, D Rebottaro, C Ardiles, C Asad, C Gallego, C Valencia, C Zanabria, A Bóveda, A Kempes, A Luque, A ValdanoCTMenotti
Copa América 1979
Ferrero, 2 Falcioni, 3 Vidallé, 4 Saporiti, 5 Ocaño, 6 Maradona, 7 Valencia, 8 Passarella, 9 Van Tuyne, 10 Bujedo, 11 Bordón, 12 Gáspari, 13 Gaitán, 14 Larraquy, 15 Barbas, 16 López, 17 Castro, 18 Coscia, 19 Gallego, 20 Díaz, 21 Fortunato, 22 Bochini, 23 Torres, 24 Hernández, 25 BacasCTMenotti
Copa América 1983
Fillol, P Pumpido, D Brown, D Camino, D Clausen, D Garré, D Jorge, D Mouzo, D Olarticoechea, D Trossero, C Bujedo, C Burruchaga, C Giusti, C Insúa, C Marangoni, C Ponce, C Russo, C Sabella, A Gareca, A Márcico, A Ramos, A RinaldiCTBilardo
Copa América 1987
Alfaro, 2 Batista, 3 Caniggia, 4 Dertycia, 5 Brown, 6 Díaz, 7 Funes, 8 Acosta, 9 Cuciuffo, 10 Maradona, 11 Percudani, 12 Siviski, 13 Garré, 14 Giusti, 15 Islas, 16 Olarticoechea, 17 Pasculli, 18 Goycochea, 19 Ruggeri, 20 Tapia, 21 Theiler, 22 BarteroCTBilardo
Copa América 1989
Pumpido, 2 Batista, 3 Alfaro Moreno, 4 Balbo, 5 Brown, 6 Basualdo, 7 Burruchaga, 8 Caniggia, 9 Cuciuffo, 10 Maradona, 11 Calderón, 12 Clausen, 13 Díaz, 14 Enrique, 15 Giusti, 16 Monzón, 17 Ruggeri, 18 Islas, 19 Sensini, 20 Troglio, 21 Gorosito, 22 FalcioniCTBilardo
Copa América 1991
Goycochea, 2 Vázquez, 3 Enrique, 4 Basualdo, 5 Astrada, 6 Ruggeri, 7 Caniggia, 8 Franco, 9 Batistuta, 10 Simeone, 11 Latorre, 12 Lanari, 13 Gamboa, 14 Craviotto, 15 Altamirano, 16 García, 17 Zapata, 18 Medina Bello, 19 Mohamed, 20 Rodríguez, 21 Giunta, 22 CancelarichCTBasile
Copa América 1993
Goycochea, 2 Vázquez, 3 Altamirano, 4 F. Basualdo, 5 Redondo, 6 Ruggeri, 7 Medina Bello, 8 Franco, 9 Batistuta, 10 Simeone, 11 Gorosito, 12 Islas, 13 Cáceres, 14 Craviotto, 15 Borelli, 16 García, 17 Zapata, 18 Acosta, 19 Zamora, 20 Rodríguez, 21 Scoponi, 22 Mancuso, 23 J. BasualdoCTBasile
Copa América 1995
Cristante, 2 Ayala, 3 Chamot, 4 Zanetti, 5 Pérez, 6 Cáceres, 7 Balbo, 8 Simeone, 9 Batistuta, 10 Gallardo, 11 Berti, 12 Bossio, 13 Altamirano, 14 Schürrer, 15 Fabbri, 16 Astrada, 17 Escudero, 18 Espina, 19 Ortega, 20 Acosta, 21 Borrelli, 22 BurgosCTPassarella
Copa América 1997
Bassedas, 2 Berizzo, 3 Berti, 4 Calderón, 5 Cardoso, 6 Cardozo, 7 Cruz, 8 Delgado, 9 Gallardo, 10 González, 11 Husaín, 12 López, 13 Martínez, 14 Monserrat, 15 Ojeda, 16 Pellegrino, 17 Pineda, 18 Posse, 19 Roa, 20 Rotchen, 21 Vivas, 22 ZapataCTPassarella
Copa América 1999
Burgos, 2 Ayala, 3 Sorín, 4 Ibarra, 5 Simeone, 6 Samuel, 7 Barros Schelotto, 8 Zanetti, 9 Palermo, 10 Ortega, 11 López, 12 Bizzarri, 13 Vivas, 14 Pochettino, 15 Berizzo, 16 Guglielminpietro, 17 Husaín, 18 Cagna, 19 Calderón, 20 Aimar, 21 González, 22 RiquelmeCTBielsa
Copa América 2004
Abbondanzieri, 2 Ayala, 3 Sorín, 4 Quiroga, 5 Mascherano, 6 Heinze, 7 Saviola, 8 Zanetti, 9 Figueroa, 10 D'Alessandro, 11 Tévez, 12 Cavallero, 13 Placente, 14 Rodríguez, 15 Fernández, 16 L. González, 17 M. González, 18 K. González, 19 Delgado, 20 Medina, 21 Rosales, 22 ColocciniCTBielsa
Copa América 2007
Abbondanzieri, 2 Ayala, 3 Díaz, 4 Ibarra, 5 Gago, 6 Heinze, 7 Palacio, 8 Zanetti, 9 Crespo, 10 Riquelme, 11 Tévez, 12 Carrizo, 13 González, 14 Mascherano, 15 G. Milito, 16 Aimar, 17 Burdisso, 18 Messi, 19 Cambiasso, 20 Verón, 21 D. Milito, 22 OriónCTBasile
Copa América 2011
Carrizo, 2 Garay, 3 Zabaleta, 4 Burdisso, 5 Cambiasso, 6 G. Milito, 7 Di María, 8 Zanetti, 9 Higuaín, 10 Messi, 11 Tévez, 12 Andújar, 13 Pareja, 14 Mascherano, 15 Biglia, 16 Agüero, 17 Rojo, 18 Pastore, 19 Banega, 20 Gago, 21 Lavezzi, 22 D. Milito, 23 RomeroCTBatista
Copa América 2015
Romero, 2 Garay, 3 Roncaglia, 4 Zabaleta, 5 Gago, 6 Biglia, 7 Di María, 8 Pereyra, 9 Higuaín, 10 Messi, 11 Agüero, 12 Guzmán, 13 Casco, 14 Mascherano, 15 Demichelis, 16 Rojo, 17 Otamendi, 18 Tévez, 19 Banega, 20 Lamela, 21 Pastore, 22 Lavezzi, 23 Andújar (Marchesín)CTMartino
Copa América Centenario
Romero, 2 Maidana, 3 Roncaglia, 4 Mercado, 5 Kranevitter, 6 Biglia, 7 Di María, 8 Fernández, 9 Higuaín, 10 Messi, 11 Agüero, 12 Guzmán, 13 Funes Mori, 14 Mascherano, 15 Cuesta, 16 Rojo, 17 Otamendi, 18 Lamela, 19 Banega, 20 Gaitán, 21 Pastore, 22 Lavezzi, 23 AndújarCTMartino
Copa América 2019
Armani, 2 Foyth, 3 Tagliafico, 4 Saravia, 5 Paredes, 6 Pezzella, 7 Pereyra, 8 Acuña, 9 Agüero, 10 Messi, 11 Di María, 12 Marchesín, 13 Funes Mori, 14 Casco, 15 Pizarro, 16 de Paul, 17 Otamendi, 18 Rodríguez, 19 Suárez, 20 Lo Celso, 21 Dybala, 22 Martínez, 23 MussoCTScaloni
Copa América 2021
Armani, 2 Martínez Quarta, 3 Tagliafico, 4 Montiel, 5 Paredes, 6 Pezzella, 7 de Paul, 8 Acuña, 9 Agüero, 10 Messi, 11 Di María, 12 Marchesín, 13 Romero, 14 Palacios, 15 González, 16 J. Correa, 17 Domínguez, 18 Rodríguez, 19 Otamendi, 20 Lo Celso, 21 Á. Correa, 22 La. Martínez, 23 E. Martínez, 24 Gómez, 25 Li. Martínez, 26 Molina, 27 Álvarez, 28 MussoCTScaloni
Coppa dei Campioni CONMEBOL-UEFA
Coppa dei Campioni CONMEBOL-UEFA 2022
Armani, 2 Foyth, 3 Tagliafico, 4 Molina, 5 Mac Allister, 6 Pezzella, 7 De Paul, 8 Acuña, 9 Álvarez, 10 Messi, 11 Di María, 12 Rulli, 13 Romero, 14 Palacios, 15 González, 16 Li. Martínez, 17 Gómez, 18 Rodríguez, 19 Otamendi, 20 Lo Celso, 21 Dybala, 22 La. Martínez, 23 E. MartínezCTScaloni

Confederations Cup

Coppa re Fahd 1992
Goycochea, 2 Vázquez, 3 Altamirano, 4 Basualdo, 5 Redondo, 6 Ruggeri, 7 Caniggia, 8 Villarreal, 9 Batistuta, 10 Simeone, 11 Cagna, 12 Islas, 14 Acosta, 15 Borelli, 16 García, 18 Craviotto, 20 Rodríguez, 21 CancelarichCTBasile
Coppa re Fahd 1995
Bossio, 2 Ayala, 3 Chamot, 4 Zanetti, 5 Pérez, 6 Fabbri, 7 Ortega, 8 Escudero, 9 Batistuta, 10 Espina, 11 Rambert, 12 Burgos, 13 Rotchen, 14 Arruabarrena, 15 Vivas, 16 Jiménez, 17 Gallardo, 18 López, 19 Crespo, 20 BassedasCTPassarella
FIFA Confederations Cup 2005
Franco, 2 Samuel, 3 Sorín, 4 Zanetti, 5 Cambiasso, 6 Heinze, 7 Tévez, 8 Riquelme, 9 Saviola, 10 Aimar, 11 Delgado, 12 Lux, 13 G. Rodríguez, 14 Milito, 15 Placente, 16 Coloccini, 17 Bernardi, 18 Santana, 19 M. Rodríguez, 20 Demichelis, 21 Figueroa, 22 Galletti, 23 CaballeroCTPekerman

Giochi olimpici

Calcio ai Giochi Olimpici Estivi 1928
Bossio, P Díaz, D Bidoglio, D Helman, D Orlandini, D Paternoster, D Weissmuller, D Zumelzú, C Calandra, C Evaristo, C Luna, C Médici, C Monti, C Ochoa, C Perinetti, A Carricaberry, A Cherro, A Ferreira, A Gainzarain, A Orsi, A Perducca, A TarasconiCTLago Millán

NOTA: per le informazioni sulle rose successive al 1948 visionare la pagina della Nazionale olimpica.

Mundialito

Mundialito 1980
Fillol, 2 Galván, 3 Tarantini, 4 Olguín, 5 Gallego, 6 Passarella, 7 Bertoni, 8 Ardiles, 9 Díaz, 10 Maradona, 11 Kempes, 12 Baley, 13 Fren, 14 Luque, 15 Barbas, 16 Valencia, 17 Van Tuyne, 18 OcañoCTMenotti

Taça das Nações

Taça das Nações 1964
Carrizo, P Righi, D Magdalena, D Ramos Delgado, D Simeone, D Vázquez, D Vidal, D Vieytez, C Fernández, C Mesiano, C Onega, C Rattín, C Rendo, C Telch, C Varacka, A Artime, A Bielli, A Casa, A Chaldú, A Prospitti, A Rojas, A WillingtonCTMinella

Rosa attuale

Lista dei giocatori convocati da Lionel Scaloni per il campionato mondiale di calcio 2022 e la gara amichevole contro gli Emirati Arabi Uniti del 16 novembre 2022. Al termine dell'amichevole, i giocatori Joaquín Correa e Nicolás González, inizialmente convocati, sono stati, a causa di un infortunio, rimpiazzati da Ángel Correa e Thiago Almada.

Presenze e reti aggiornate al 18 dicembre 2022, al termine della finale contro la Francia.

N. Pos. Giocatore Data nascita (età) Pres. Reti Squadra
23 P Emiliano Martínez 2 settembre 1992 (30 anni) 26 -13 Inghilterra Aston Villa
1 P Franco Armani 16 ottobre 1986 (36 anni) 18 -18 Argentina River Plate
12 P Gerónimo Rulli 30 novembre 1992 (29 anni) 4 -1 Spagna Villarreal
 
19 D Nicolás Otamendi 12 febbraio 1988 (34 anni) 100 4 Portogallo Benfica
8 D Marcos Acuña 28 ottobre 1991 (31 anni) 49 0 Spagna Siviglia
3 D Nicolás Tagliafico 31 agosto 1992 (30 anni) 48 0 Francia Olympique Lione
6 D Germán Pezzella 27 giugno 1991 (31 anni) 35 2 Spagna Betis
26 D Nahuel Molina 6 aprile 1998 (24 anni) 27 1 Spagna Atlético Madrid
4 D Gonzalo Montiel 1º gennaio 1997 (25 anni) 22 0 Spagna Siviglia
13 D Cristian Romero 27 aprile 1998 (24 anni) 19 0 Inghilterra Tottenham
2 D Juan Foyth 12 gennaio 1998 (24 anni) 17 0 Spagna Villarreal
25 D Lisandro Martínez 18 gennaio 1998 (24 anni) 15 0 Inghilterra Manchester Utd
 
11 C Ángel Di María 14 febbraio 1988 (34 anni) 129 28 Italia Juventus
5 C Leandro Paredes 29 giugno 1994 (28 anni) 51 4 Italia Juventus
7 C Rodrigo de Paul 24 maggio 1994 (28 anni) 51 2 Spagna Atlético Madrid
18 C Guido Rodríguez 12 aprile 1994 (28 anni) 27 1 Spagna Betis
14 C Exequiel Palacios 5 ottobre 1998 (24 anni) 23 0 Germania Bayer Leverkusen
17 C Alejandro Gómez 15 febbraio 1988 (34 anni) 17 3 Spagna Siviglia
20 C Alexis Mac Allister 24 dicembre 1998 (23 anni) 14 1 Inghilterra Brighton
24 C Enzo Fernández 17 gennaio 2001 (21 anni) 10 1 Portogallo Benfica
16 C Thiago Almada 26 aprile 2001 (21 anni) 2 0 Stati Uniti Atlanta Utd
 
10 A Lionel Messi Captain sports.svg 24 giugno 1987 (35 anni) 172 98 Francia Paris Saint-Germain
22 A Lautaro Martínez 22 agosto 1997 (25 anni) 46 21 Italia Inter
21 A Paulo Dybala 15 novembre 1993 (29 anni) 36 3 Italia Roma
15 A Ángel Correa 9 marzo 1995 (27 anni) 23 3 Spagna Atlético Madrid
9 A Julián Álvarez 31 gennaio 2000 (22 anni) 18 7 Inghilterra Manchester City

Record individuali

Lionel Messi, detentore dei record di presenze e di reti con la maglia della nazionale argentina

Statistiche aggiornate al 18 dicembre 2022.[13]

In grassetto i giocatori ancora in attività in nazionale.

Record presenze

Pos. Giocatore Presenze Reti Periodo
1 Lionel Messi 172 98 2005-
2 Javier Mascherano 147 3 2003-2018
3 Javier Zanetti 145 5 1994-2011
4 Ángel Di María 129 28 2008-
5 Roberto Ayala 115 7 1994-2007
6 Diego Simeone 106 11 1988-2002
7 Sergio Agüero 101 42 2006-2021
8 Nicolas Otamendi 100 4 2009-
9 Oscar Ruggeri 97 7 1983-1994
10 Sergio Romero 96 0 2008-2018

Record reti

Pos. Giocatore Reti Presenze Periodo Reti/pr.
1 Lionel Messi 98 172 2005- 0,56
2 Gabriel Batistuta 54 77 1991-2002 0,70
3 Sergio Agüero 42 101 2006-2021 0,41
4 Hernán Crespo 35 64 1995-2007 0,56
5 Diego Maradona 34 91 1977-1994 0,37
6 Gonzalo Higuaín 31 75 2009-2018 0,41
7 Ángel Di María 28 129 2008- 0,22
8 Luis Artime 24 25 1961-1967 0,96
9 Daniel Passarella 23 71 1976-1986 0,33
10 Leopoldo Luque 22 45 1975-1981 0,48
José Sanfilippo 29 1956-1962 0,76

Partecipazioni ai tornei internazionali

Campionato del mondo
Edizione Risultato
1930 Secondo posto Silver medal world centered-2.svg
1934 Ottavi di finale
1938 Ritirata
1950 Ritirata
1954 Non partecipante
1958 Primo turno
1962 Primo turno
1966 Quarti di finale
1970 Non qualificata
1974 Secondo turno
1978 Campione FIFA World Cup Icon (Campionato mondiale di calcio).svg
1982 Secondo turno
1986 Campione FIFA World Cup Icon (Campionato mondiale di calcio).svg
1990 Secondo posto Silver medal world centered-2.svg
1994 Ottavi di finale
1998 Quarti di finale
2002 Primo turno
2006 Quarti di finale
2010 Quarti di finale
2014 Secondo posto Silver medal world centered-2.svg
2018 Ottavi di finale
2022 Campione FIFA World Cup Icon (Campionato mondiale di calcio).svg
Copa América
Edizione Risultato
1916 Secondo posto Silver medal southamerica.svg
1917 Secondo posto Silver medal southamerica.svg
1919 Terzo posto Bronze medal southamerica.svg
1920 Secondo posto Silver medal southamerica.svg
1921 Campione Gold medal southamerica.svg
1922 Quarto posto
1923 Secondo posto Silver medal southamerica.svg
1924 Secondo posto Silver medal southamerica.svg
1925 Campione Gold medal southamerica.svg
1926 Secondo posto Silver medal southamerica.svg
1927 Campione Gold medal southamerica.svg
1929 Campione Gold medal southamerica.svg
1935 Secondo posto Silver medal southamerica.svg
1937 Campione Gold medal southamerica.svg
1939 Rinuncia
1941 Campione Gold medal southamerica.svg
1942 Secondo posto Silver medal southamerica.svg
1945 Campione Gold medal southamerica.svg
1946 Campione Gold medal southamerica.svg
1947 Campione Gold medal southamerica.svg
1949 Rinuncia
1953 Rinuncia
1955 Campione Gold medal southamerica.svg
1956 Terzo posto Bronze medal southamerica.svg
1957 Campione Gold medal southamerica.svg
1959 Campione Gold medal southamerica.svg
1959 (II) Secondo posto Silver medal southamerica.svg
1963 Terzo posto Bronze medal southamerica.svg
1967 Secondo posto Silver medal southamerica.svg
1975 Primo turno
1979 Primo turno
1983 Primo turno
1987 Quarto posto
1989 Terzo posto Bronze medal southamerica.svg
1991 Campione Gold medal southamerica.svg
1993 Campione Gold medal southamerica.svg
1995 Quarti di finale
1997 Quarti di finale
1999 Quarti di finale
2001 Rinuncia
2004 Secondo posto Silver medal southamerica.svg
2007 Secondo posto Silver medal southamerica.svg
2011 Quarti di finale
2015 Secondo posto Silver medal southamerica.svg
2016 Secondo posto Silver medal southamerica.svg
2019 Terzo posto Bronze medal southamerica.svg
2021 Campione Gold medal southamerica.svg
Giochi olimpici[14]
Edizione Risultato
1908 Non partecipante
1912 Non partecipante
1920 Non partecipante
1924 Non partecipante
1928 Argento Silver medal.svg
1936 Non partecipante
1948 Non partecipante
Confederations Cup
Edizione Risultato
1992 Campione Gouden medaille.svg
1995 Secondo posto Zilveren medaille.svg
1997 Non qualificata
1999 Non qualificata
2001 Non qualificata
2003 Non qualificata
2005 Secondo posto Zilveren medaille.svg
2009 Non qualificata
2013 Non qualificata
2017 Non qualificata


Legenda: Grassetto: Risultato migliore, Corsivo: Mancate partecipazioni

Taça das Nações

La Selección ha vinto l'unica Taça das Nações, organizzata dalla CBD nel 1964.[15]

Campionato Panamericano

La Albiceleste ha partecipato a due dei tre Campionati Panamericani, ottenendo un primo ed un secondo posto.[16]

Coppa dei Campioni CONMEBOL-UEFA

L'Argentina ha vinto due Coppe dei Campioni CONMEBOL-UEFA: nel 1993 e nel 2022

Giochi panamericani

La nazionale argentina ha partecipato ai Giochi panamericani in 15 occasioni. Tuttavia, data la natura dilettantistica della manifestazione, era impedita per regolamento la convocazione dei professionisti. Dunque fino al 2003 le selezioni erano costituite da giovani o calciatori di seconda fascia, mentre da tale data, vi è l'obbligo di schierare le Under-20. Pertanto dalla prima edizione del 1951 a quella del 1999 la Albiceleste in undici partecipazioni ha collezionato cinque medaglie d'oro, una d'argento e tre di bronzo.[17]

Statistiche dettagliate sui tornei internazionali

Mondiali

Anno Luogo Piazzamento V N P Gol
1930 Uruguay Uruguay Secondo posto Silver medal world centered-2.svg 4 0 1 18:9
1934 Italia Italia Ottavi di finale 0 0 1 2:3
1938 Francia Francia Ritirata - - - -
1950 Brasile Brasile Ritirata - - - -
1954 Svizzera Svizzera Non partecipante - - - -
1958 Svezia Svezia Primo turno 1 0 2 5:10
1962 Cile Cile Primo turno 1 1 1 2:3
1966 Inghilterra Inghilterra Quarti di finale 2 1 1 4:2
1970 Messico Messico Non qualificata - - - -
1974 bandiera Germania Ovest Secondo turno 1 2 3 9:12
1978 Argentina Argentina Campione FIFA World Cup Icon (Campionato mondiale di calcio).svg 5 1 1 15:4
1982 Spagna Spagna Secondo turno 2 0 3 8:7
1986 Messico Messico Campione FIFA World Cup Icon (Campionato mondiale di calcio).svg 6 1 0 14:5
1990 Italia Italia Secondo posto Silver medal world centered-2.svg 2 3 2 5:4
1994 Stati Uniti Stati Uniti Ottavi di finale 2 0 2 8:6
1998 Francia Francia Quarti di finale 3 1 1 10:4
2002 Giappone Giappone / Corea del Sud Corea del Sud Primo turno 1 1 1 2:2
2006 Germania Germania Quarti di finale 3 2 0 11:3
2010 Sudafrica Sudafrica Quarti di finale 4 0 1 10:6
2014 Brasile Brasile Secondo posto Silver medal world centered-2.svg 5 1 1 8:4
2018 Russia Russia Ottavi di finale 1 1 2 6:9
2022 Qatar Qatar Campione FIFA World Cup Icon (Campionato mondiale di calcio).svg 4 2 1 15:8
  • Partecipazioni ai mondiali: 18 (1930, 1934, 1958, 1962, 1966, 1974, 1978, 1982, 1986, 1990, 1994, 1998, 2002, 2006, 2010, 2014, 2018, 2022)
  • Non partecipante: 1 volte (1954)
  • Ritirata: 2 volte (1938, 1950)
  • Non qualificata: 1 volta (1970)
  • Primo turno: 3 volte (1958, 1962, 2002)
  • Secondo turno: 2 volte (1974, 1982)
  • Ottavi di finale: 3 volte (1934, 1994, 2018)
  • Quarti di finale: 4 volte (1966, 1998, 2006, 2010)
  • Finali: 6 volte (1930, 1978, 1986, 1990, 2014, 2022)
  • Secondo posto: 3 volte (1930, 1990, 2014)
  • Primo posto: 3 volte (1978, 1986, 2022)

Copa América

La Selección festeggia la conquista della Copa América nel 1991
Anno Luogo Piazzamento V N P Gol
1916 Argentina Argentina Secondo posto Silver medal southamerica.svg 1 2 0 7:2
1917 Uruguay Uruguay Secondo posto Silver medal southamerica.svg 2 0 1 5:3
1919 Brasile Brasile Terzo posto Bronze medal southamerica.svg 1 0 2 7:7
1920 Cile Cile Secondo posto Silver medal southamerica.svg 1 2 0 4:2
1921 Argentina Argentina Campione Gold medal southamerica.svg 3 0 0 5:0
1922 Brasile Brasile Quarto posto 2 0 2 6:3
1923 Uruguay Uruguay Secondo posto Silver medal southamerica.svg 2 0 1 6:6
1924 Uruguay Uruguay Secondo posto Silver medal southamerica.svg 1 2 0 2:0
1925 Argentina Argentina Campione Gold medal southamerica.svg 3 1 0 11:4
1926 Cile Cile Secondo posto Silver medal southamerica.svg 2 1 1 14:3
1927 Perù Perù Campione Gold medal southamerica.svg 3 0 0 15:4
1929 Argentina Argentina Campione Gold medal southamerica.svg 3 0 0 9:1
1935 Perù Perù Secondo posto Silver medal southamerica.svg 2 0 1 8:5
1937 Argentina Argentina Campione Gold medal southamerica.svg 5 0 1 14:5
1939 Perù Perù Rinuncia - - - -
1941 Cile Cile Campione Gold medal southamerica.svg 4 0 0 10:2
1942 Uruguay Uruguay Secondo posto Silver medal southamerica.svg 5 0 1 21:6
1945 Cile Cile Campione Gold medal southamerica.svg 5 1 0 22:5
1946 Argentina Argentina Campione Gold medal southamerica.svg 5 0 0 17:3
1947 Ecuador Ecuador Campione Gold medal southamerica.svg 6 1 0 28:4
1949 Brasile Brasile Rinuncia - - - -
1953 Perù Perù Rinuncia - - - -
1955 Cile Cile Campione Gold medal southamerica.svg 4 1 0 18:6
1956 Uruguay Uruguay Terzo posto Bronze medal southamerica.svg 3 0 2 5:3
1957 Perù Perù Campione Gold medal southamerica.svg 5 0 1 25:6
1959 I Argentina Argentina Campione Gold medal southamerica.svg 5 1 0 19:5
1959 II Ecuador Ecuador Secondo posto Silver medal southamerica.svg 2 1 1 9:9
1963 Bolivia Bolivia Terzo posto Bronze medal southamerica.svg 3 1 2 15:10
1967 Uruguay Uruguay Secondo posto Silver medal southamerica.svg 4 0 1 12:3
1975 Itinerante Primo turno 2 0 2 17:4
1979 Itinerante Primo turno 1 1 2 7:6
1983 Itinerante Primo turno 1 3 0 5:4
1987 Argentina Argentina Quarto posto 1 1 2 5:4
1989 Brasile Brasile Terzo posto Bronze medal southamerica.svg 2 3 2 2:4
1991 Cile Cile Campione Gold medal southamerica.svg 6 1 0 16:6
1993 Ecuador Ecuador Campione Gold medal southamerica.svg 2 4 0 6:4
1995 Uruguay Uruguay Quarti di finale 2 1 1 8:6
1997 Bolivia Bolivia Quarti di finale 1 2 1 4:3
1999 Paraguay Paraguay Quarti di finale 2 0 2 6:6
2001 Colombia Colombia Rinuncia - - - -
2004 Perù Perù Secondo posto Silver medal southamerica.svg 4 1 1 17:6
2007 Venezuela Venezuela Secondo posto Silver medal southamerica.svg 5 0 1 16:6
2011 Argentina Argentina Quarti di finale 1 3 0 5:2
2015 Cile Cile Secondo posto Silver medal southamerica.svg 3 3 0 10:3
2016 Stati Uniti Stati Uniti Secondo posto Silver medal southamerica.svg 5 1 0 19:2
2019 Brasile Brasile Terzo posto Bronze medal southamerica.svg 3 1 2 7:6
2021 Brasile Brasile[18] Campione Gold medal southamerica.svg 5 2 0 12:3

Tornei olimpici

Anno Luogo Piazzamento V N P Gol
1908 Londra Non partecipante - - - -
1912 Stoccolma Non partecipante - - - -
1920 Anversa Non partecipante - - - -
1924 Parigi Non partecipante - - - -
1928 Amsterdam Argento Silver medal.svg 3 1 1 25:8
1936 Berlino Non partecipante - - - -
1948 Londra Non partecipante - - - -
  • Nota bene: per le informazioni sui risultati ai Giochi olimpici nelle edizioni successive al 1948 visionare la pagina della nazionale olimpica.

Confederations Cup

Anno Luogo Piazzamento V N P Gol
1992 Arabia Saudita Arabia Saudita Campione Gouden medaille.svg 2 0 0 7:1
1995 Arabia Saudita Arabia Saudita Secondo posto Zilveren medaille.svg 1 1 1 5:3
1997 Arabia Saudita Arabia Saudita Non qualificata - - - -
1999 Messico Messico Non qualificata - - - -
2001 Corea del Sud Corea del Sud / Giappone Giappone Non qualificata - - - -
2003 Francia Francia Non qualificata - - - -
2005 Germania Germania Secondo posto Zilveren medaille.svg 2 2 1 10:10
2009 Sudafrica Sudafrica Non qualificata - - - -
2013 Brasile Brasile Non qualificata - - - -
2017 Russia Russia Non qualificata - - - -

Taça das Nações

Anno Luogo Piazzamento V N P Gol
1964 Brasile Brasile Campione Gouden medaille.svg 3 0 0 6:0

Campionati Panamericani

Anno Luogo Piazzamento V N P Gol
1956 Messico Città del Messico Secondo posto Silver medal america.svg 2 3 0 9:5
1960 Costa Rica San José Campione Gold medal america.svg 4 1 1 9:4