Il Campionato mondiale di calcio FIFA 1958 o Coppa del Mondo Jules Rimet 1958 (in svedese: Jules Rimet VM 1958,
in inglese: 1958
World Cup Jules Rimet), noto anche come Svezia 1958, è stata la sesta edizione del campionato mondiale di calcio per squadre nazionali maggiori
maschili organizzato dalla FIFA ogni quattro anni.[1]
Si disputò in Svezia dall'8 al 29 giugno 1958 e fu vinto dal Brasile. Fu la prima edizione a cui l'Italia non riuscì a qualificarsi, la prima ad essere trasmessa
in televisione in paesi anche non confinanti e quella ad aver prodotto il marcatore più prolifico per singolo torneo nella storia dei mondiali: il francese Just
Fontaine, che segnò 13 reti in sei partite.[2]
Fu il mondiale della consacrazione di Edson Arantes do Nascimento, in arte Pelé, numero 10 brasiliano.[3] O Rei conquistò i primati di più giovane marcatore (contro il Galles) in un mondiale e più giovane campione del mondo della storia, a 17 anni e 249 giorni.[4]
Assegnazione
La scelta della nazione svedese in quanto sede del torneo si verificò nel 1954, mentre era in svolgimento l'edizione elvetica.[5]
Stadi
Un totale di dodici città in tutta la parte centrale e meridionale della Svezia hanno ospitato il torneo. I regolamenti FIFA richiedevano almeno sei stadi da 20.000 posti. Se la Danimarca si
fosse qualificata, gli organizzatori avevano pianificato di utilizzare l'Idrætsparken a Copenaghen per le partite del girone della Danimarca. L'Idrætsparken fu rinnovato nel 1956 con questo
progetto, ma la Danimarca perse contro l'Inghilterra in qualifica. Quando sorgono dubbi sull'opportunità di finanziamenti per la ricostruzione dell'Ullevi e del Malmö Stadion, gli organizzatori
hanno considerato gli stadi di Copenaghen e Oslo come misure di emergenza.
Lo Råsundastadion è stato ampliato da 38.000 posti per la Coppa del Mondo costruendo banchi di testa. Il presidente del comitato organizzatore Holger Bergérus ha ipotecato la sua casa per
pagarlo. Il nuovo stadio di Malmö fu costruito per la Coppa del Mondo, sostituendo il 1896 Malmö Stadion in un nuovo sito. L'Idrottsparken aveva 4.709 posti aggiunti per la Coppa del Mondo. Il
governo municipale socialdemocratico si è rifiutato di pagare per questo fino a quando gli organizzatori non hanno minacciato di selezionare Folkungavallen a Linköping. Al Rimnersvallen, uno
stand dal piccolo stadio Oddevallen è stato trasferito a Rimnersvallen per la Coppa del Mondo. La folla in Brasile contro l'Austria era stimata a 21.000, con più attenzione dal fianco della
collina adiacente. Lo stadio più utilizzato è stato il Råsundastadion di Stoccolma, che ha ospitato 8 partite tra cui la finale, seguita dallo stadio Ullevi di Göteborg (il più grande stadio
utilizzato durante il torneo), che ha ospitato 7 partite.
Squadre partecipanti e qualificazioni
1
|
Svezia
|
23 giugno 1954
|
UEFA
|
Europa
|
Rappresentativa della nazione organizzatrice della fase finale
|
3 (1934, 1938, 1950)
|
2
|
Germania Ovest
|
4 luglio 1954
|
UEFA
|
Europa
|
Paese detentore del titolo
|
3 (1934, 1938, 1954)
|
3
|
Brasile
|
21 aprile 1957
|
CONMEBOL
|
America
meridionale
|
Vincitrice del Gruppo 1 (CONMEBOL)
|
5 (1930, 1934, 1938, 1950, 1954)
|
4
|
Inghilterra
|
19 maggio 1957
|
UEFA
|
Europa
|
Vincitrice del Gruppo 1 (UEFA)
|
2 (1950, 1954)
|
5
|
Paraguay
|
14 luglio 1957
|
CONMEBOL
|
America
meridionale
|
Vincitrice del Gruppo 3 (CONMEBOL)
|
2 (1930, 1950)
|
6
|
Austria
|
29 settembre 1957
|
UEFA
|
Europa
|
Vincitrice del Gruppo 5 (UEFA)
|
2 (1934, 1954)
|
7
|
Argentina
|
27 ottobre 1957
|
CONMEBOL
|
America
meridionale
|
Vincitrice del Gruppo 2 (CONMEBOL)
|
2 (1930, 1934)
|
8
|
Cecoslovacchia
|
27 ottobre 1957
|
UEFA
|
Europa
|
Vincitrice del Gruppo 4 (UEFA)
|
3 (1934, 1938, 1954)
|
9
|
Francia
|
27 ottobre 1957
|
UEFA
|
Europa
|
Vincitrice del Gruppo 2 (UEFA)
|
4 (1930, 1934, 1938, 1954)
|
10
|
Messico
|
27 ottobre 1957
|
NAFC
|
America del
Nord
|
Vincitrice del Turno finale (CCCF/NAFC)
|
3 (1930, 1950, 1954)
|
11
|
Scozia
|
6 novembre 1957
|
UEFA
|
Europa
|
Vincitrice del Gruppo 9 (UEFA)
|
1 (1954)
|
12
|
Ungheria
|
10 novembre 1957
|
UEFA
|
Europa
|
Vincitrice del Gruppo 3 (UEFA)
|
3 (1934, 1938, 1954)
|
13
|
Jugoslavia
|
17 novembre 1957
|
UEFA
|
Europa
|
Vincitrice del Gruppo 7 (UEFA)
|
3 (1930, 1950, 1954)
|
14
|
Unione Sovietica
|
24 novembre 1957
|
UEFA
|
Europa/Asia
|
Vincitrice del Gruppo 6 (UEFA)
|
−
|
15
|
Irlanda del Nord
|
15 gennaio 1958
|
UEFA
|
Europa
|
Vincitrice del Gruppo 8 (UEFA)
|
−
|
16
|
Galles
|
5 febbraio 1958
|
UEFA
|
Europa
|
Vincitrice del Turno finale (CAF/AFC) e
spareggio
|
−
|
Nota bene: nella sezione "partecipazioni precedenti al torneo", le date in grassetto indicano che la nazione ha vinto quella edizione del torneo, mentre le date in corsivo
indicano la nazione ospitante.
La fase eliminatoria si svolse tra l'autunno 1956 e l'autunno 1957, con un'appendice relativa alla sfida tra Italia e Irlanda del Nord: inizialmente previsto per il 4 dicembre 1957, l'incontro fu declassato ad esibizione amichevole per il mancato arrivo a Belfast dell'arbitro Zsolt, il cui volo aereo
venne impedito dalla nebbia di Londra.[6] Il recupero
si tenne nella capitale nordirlandese il 15 gennaio 1958, terminando con la vittoria per 2-1 dei padroni di casa che ottennero la prima qualificazione: dal canto italiano ciò coincise invece con
la prima esclusione dal torneo.[7]
Da segnalare inoltre le mancate partecipazioni di Uruguay (due volte campione), Paesi Bassi e Spagna cui fece da contraltare il debutto dell'Unione Sovietica[8]; si trattò infine
dell'unica edizione cui abbiano preso parte contemporaneamente le Home Nations, ovvero le quattro rappresentanti del Regno Unito.
Avvenimenti
L'iniziale fase a gironi indicò in Germania Ovest e Francia due possibili candidate per la vittoria finale[9][10], pronostico
estesosi alla Svezia padrone di casa nonché al Brasile.[11][12] Con il ruolo di outsider incarnato dalla Jugoslavia[13], spiccarono
invece in negativo le prestazioni offerte da Inghilterra e Ungheria[14]; britannici e magiari mancarono entrambi la qualificazione perdendo uno spareggio[15], a favore rispettivamente di Unione Sovietica e Galles.[16] Deludente anche la partecipazione dell'Argentina, i cui sostenitori ingaggiarono violente proteste al ritorno in patria.[17]
Il diretto passaggio ai quarti di finale riguardò teutonici, transalpini, scandinavi, slavi del sud e verdeoro[18], cui s'aggiunse l'Irlanda del Nord prevalsa in un «dentro o fuori» a
spese della Cecoslovacchia.[19] La rincorsa dei biancoverdi venne fermata dalla Francia[20], con il quadro delle semifinaliste completato da Svezia, Brasile e Germania Ovest.[21]
Piazzamenti delle nazionali
Gli incroci antecedenti l'atto finale registrarono l'affermazione svedese sulla Mannschaft, precludendo a questa l'opportunità di difesa del titolo mondiale: per un patto compiuto
all'interno dello spogliatoio, i calciatori scandinavi si rasarono successivamente i capelli a zero.[17] Avversario dei padroni di casa fu il Brasile, impostosi per 5-2 sui Blues grazie
anche alla doppietta del giovane Pelé[22]; la finale di
consolazione premiò i transalpini a scapito dei tedeschi, con Fontaine laureatosi capocannoniere.[23] Ad incamerare il trofeo furono invece i sudamericani, nettamente vittoriosi nei confronti della
rivale (5-2)[24]: per
la Seleçào si trattò del primo trionfo in ambito mondiale, riscattando la delusione conosciuta al Maracanazo nel 1950.[17]
In fatto di record, peraltro imbattuti nel sessantennio a venire, si segnalano la quantità di reti realizzate da Fontaine (ben 13[25]) e l'unica vittoria della coppa da parte di una formazione sudamericana nel continente
europeo.[17]
Risultati
La formula del torneo prevedeva una fase a gruppi con 4 gironi all'italiana composti da altrettante squadre ciascuno, demandando allo spareggio l'unica
discriminante per eventuali casi di parità nella classifica; con la qualificazione riservata alle prime 2 di ogni girone, il torneo assunse poi il criterio dell'eliminazione diretta.
Fase a gruppi
Gruppo 1
Malmö
8 giugno 1958, ore 19:00
|
Germania Ovest
|
3 – 1
referto
|
Argentina
|
Malmö
Stadion (31.156 spett.)
|
|
Halmstad
11 giugno 1958, ore 19:00
|
Argentina
|
3 – 1
referto
|
Irlanda del Nord
|
Örjans
Vall (14.174 spett.)
|
|
Helsingborg
15 giugno 1958, ore 19:00
|
Cecoslovacchia
|
6 – 1
referto
|
Argentina
|
Olympia (16.418 spett.)
|
|
Classifica
Spareggio
Gruppo 2
Norrköping
8 giugno 1958, ore 19:00
|
Francia
|
7 – 3
referto
|
Paraguay
|
Idrottsparken (16.500 spett.)
|
|
Västerås
8 giugno 1958, ore 19:00
|
Jugoslavia
|
1 – 1
referto
|
Scozia
|
Arosvallen (9.500 spett.)
|
|
Västerås
11 giugno 1958, ore 19:00
|
Jugoslavia
|
3 – 2
referto
|
Francia
|
Arosvallen (12.000 spett.)
|
|
Norrköping
11 giugno 1958, ore 19:00
|
Paraguay
|
3 – 2
referto
|
Scozia
|
Idrottsparken (12.000 spett.)
|
|
Örebro
15 giugno 1958, ore 19:00
|
Francia
|
2 – 1
referto
|
Scozia
|
Eyravallen (13.500 spett.)
|
|
Eskilstuna
15 giugno 1958, ore 19:00
|
Paraguay
|
3 – 3
referto
|
Jugoslavia
|
Tunavallen (12.000 spett.)
|
|
Classifica
Gruppo 3
Solna
8 giugno 1958, ore 14:00
|
Svezia
|
3 – 0
referto
|
Messico
|
Råsunda (45.000 spett.)
Arbitro:
|
Latychev
|
|
|
Sandviken
8 giugno 1958, ore 19:00
|
Ungheria
|
1 – 1
referto
|
Galles
|
Jernvallen (20.000 spett.)
Arbitro:
|
Codesal
|
|
|
Solna
11 giugno 1958, ore 19:00
|
Messico
|
1 – 1
referto
|
Galles
|
Råsunda (25.000 spett.)
Arbitro:
|
Lemesic
|
|
|
Solna
12 giugno 1958, ore 19:00
|
Svezia
|
2 – 1
referto
|
Ungheria
|
Råsunda (40.000 spett.)
Arbitro:
|
Mowat
|
|
|
Solna
15 giugno 1958, ore 14:00
|
Svezia
|
0 – 0
referto
|
Galles
|
Råsunda (35.000 spett.)
Arbitro:
|
Van Nuffel
|
|
Sandviken
15 giugno 1958, ore 19:00
|
Ungheria
|
4 – 0
referto
|
Messico
|
Jernvallen (13.300 spett.)
Arbitro:
|
Eriksson
|
|
|
Classifica
Spareggio
Solna
17 giugno 1958, ore 19:00
|
Galles
|
2 – 1
referto
|
Ungheria
|
Råsunda (20.000 spett.)
Arbitro:
|
Latychev
|
|
|
Gruppo 4
Uddevalla
8 giugno 1958, ore 19:00
|
Brasile
|
3 – 0
referto
|
Austria
|
Rimnersvallen (17.778 spett.)
Arbitro:
|
Guigue
|
|
|
Göteborg
8 giugno 1958, ore 19:00
|
Unione Sovietica
|
2 – 2
referto
|
Inghilterra
|
Ullevi (49.348 spett.)
Arbitro:
|
Zsolt
|
|
|
Göteborg
11 giugno 1958, ore 19:00
|
Brasile
|
0 – 0
referto
|
Inghilterra
|
Ullevi (40.895 spett.)
Arbitro:
|
Dusch
|
|
Borås
11 giugno 1958, ore 19:00
|
Unione Sovietica
|
2 – 0
referto
|
Austria
|
Ryavallen (21.239 spett.)
Arbitro:
|
Jorgensen
|
|
|
Borås
15 giugno 1958, ore 19:00
|
Inghilterra
|
2 – 2
referto
|
Austria
|
Ryavallen (15.872 spett.)
Arbitro:
|
Bronkhorst
|
|
|
Göteborg
15 giugno 1958, ore 19:00
|
Brasile
|
2 – 0
referto
|
Unione Sovietica
|
Ullevi (50.928 spett.)
Arbitro:
|
Guigue
|
|
|
Vavá 3’ 77’
|
Marcatori
|
|
|
Classifica
Spareggio
Göteborg
17 giugno 1958, ore 19:00
|
Unione Sovietica
|
1 – 0
referto
|
Inghilterra
|
Ullevi (23.182 spett.)
Arbitro:
|
Dusch
|
|
|
Fase finale
Tabellone
Quarti di finale
Norrköping
19 giugno 1958, ore 19:00
|
Francia
|
4 – 0
referto
|
Irlanda del Nord
|
Idrottsparken (12.000 spett.)
Arbitro:
|
Gardeazabal
|
|
|
Solna
19 giugno 1958, ore 19:00
|
Svezia
|
2 – 0
referto
|
Unione Sovietica
|
Råsunda (45.000 spett.)
Arbitro:
|
Leafe
|
|
|
Göteborg
19 giugno 1958, ore 19:00
|
Brasile
|
1 – 0
referto
|
Galles
|
Ullevi (25.000 spett.)
Arbitro:
|
Seipelt
|
|
|
Malmö
19 giugno 1958, ore 19:00
|
Germania Ovest
|
1 – 0
referto
|
Jugoslavia
|
Malmö
Stadion (20.000 spett.)
Arbitro:
|
Wyssling
|
|
|
Semifinali
Solna
24 giugno 1958, ore 19:00
|
Francia
|
2 – 5
referto
|
Brasile
|
Råsunda (27.000 spett.)
Arbitro:
|
Griffiths
|
|
|
Göteborg
24 giugno 1958, ore 19:00
|
Germania Ovest
|
1 – 3
referto
|
Svezia
|
Ullevi (50.000 spett.)
Arbitro:
|
Zsolt
|
|
|
Finale 3º- 4º posto
Göteborg
28 giugno 1958, ore 17:00
|
Germania Ovest
|
3 – 6
referto
|
Francia
|
Ullevi (25.000 spett.)
Arbitro:
|
Brozzi
|
|
|
Finale 1º- 2º posto
Solna
29 giugno 1958, ore 15:00
|
Brasile
|
5 – 2
referto
|
Svezia
|
Råsunda
fotbollsstadion (51.800 spett.)
|
|
Classifica marcatori
-
13 reti
-
6 reti
-
5 reti
-
4 reti
-
3 reti
-
2 reti
-
1 rete
All-Star Team[28]
La nazionale di calcio del Brasile (port. Seleção Brasileira de Futebol, per questo nota informalmente come Seleção) è la
rappresentativa calcistica del Brasile ed è posta sotto l'egida della Confederação Brasileira de Futebol.
La nazionale verdeoro, come si usa chiamarla in Italia, è una delle nazionali di calcio più titolate
del mondo nonché quella più titolata nel campionato del mondo, vinto per 5 volte (1958, 1962, 1970, 1994 e 2002). Per questa ragione i giocatori del Brasile sono
soprannominati Pentacampeões ("pentacampioni").
Unica nazionale ad aver partecipato a tutte le edizioni del mondiale, in bacheca annovera anche 9 Coppe America e 4 Confederations Cup (primato). Vanta la disputa di sette finali del campionato del
mondo e undici piazzamenti complessivi nei primi quattro posti della competizione in ventuno partecipazioni (solo la nazionale tedesca ha fatto meglio, con tredici piazzamenti complessivi in
diciannove partecipazioni).
Nel ranking mondiale della FIFA, istituito nell'agosto 1993, ha più volte occupato la prima posizione: dal settembre al novembre
1993, dall'aprile al giugno 1994, dal luglio 1994 al maggio 2001, dal luglio 2002 al febbraio 2007, dal luglio al settembre 2007, dal luglio al novembre 2009, dall'aprile al luglio 2010,
dall'aprile al luglio 2017 e dall'agosto al settembre 2017. Ha inoltre chiuso 12 volte l'anno solare in testa alla classifica, il che costituisce un record. Il peggiore piazzamento nella
classifica mondiale della FIFA è il 22º posto, occupato nel giugno 2013. Occupa la 2ª posizione della graduatoria.[1]
Storia
Esordi e prime apparizioni al mondiale (1914-1950)
La nazionale brasiliana esordì nel 1914[2][3][4] e dovette
attendere il 1928 per giocare contro squadre europee.[5] Guidata dal
prolifico attaccante Arthur Friedenreich, la Seleçao vinse poi il campionato sudamericano del 1919 e del 1922.
Le prime apparizioni al campionato del mondo, tuttavia, non ebbero successo, in parte a causa delle lotte interne al calcio brasiliano
circa il professionismo,
che resero la confederazione calcio brasiliana incapace di schierare squadre con i migliori giocatori. Eliminato al primo turno del campionato mondiale del 1930 e del 1934, ottenne il terzo posto al mondiale del 1938, dove fu l'unica sudamericana nella
competizione, con Leônidas capocannoniere, con 7 reti. La fine del decennio seguente vide la squadra ottenere la vittoria
al campionato sudamericano del 1949.
Il Maracanazo e gli anni d'oro con Pelé (1950-1970)
Nel 1950 il Brasile ospitò per la prima volta il mondiale e nella gara decisiva del girone finale affrontò
l'Uruguay allo stadio Maracanã di Rio de Janeiro davanti a duecentomila spettatori. Nonostante al Brasile bastasse un pari per ottenere la
vittoria, a vincere furono gli uruguaiani, che si imposero per 2-1 in rimonta, causando una disfatta vissuta dal pubblico di casa come un dramma passato alla storia come Maracanazo.[6][7][8][9] (in portoghese Maracanaço).[10] Al campionato mondiale del 1954 la selezione brasiliana, che
annoverava calciatori del calibro di Nílton Santos, Djalma Santos, Julinho e Didi, uscì ai
quarti di finale.
Nel 1958 il Brasile si aggiudicò per la prima volta il titolo mondiale battendo in finale i padroni di casa della Svezia per 5-2; durante il torneo si mise in luce il
diciassettenne Pelé, destinato a
divenire secondo molti il miglior calciatore della storia e autore, proprio in finale, di un pregevole gol, ritenuto fra i più belli di sempre. Il successo fu replicato nel 1962, in Cile, dove il Brasile
rivinse il titolo mondiale sconfiggendo i padroni di casa in semifinale e la Cecoslovacchia per 3-1 in finale. Garrincha fu il protagonista del torneo, in particolar modo dopo l'infortunio subito da Pelé nel secondo incontro della competizione,
che costrinse o Rey a saltare le restanti partite.
Dopo il campionato del mondo svoltosi in Inghilterra nel 1966, dove i verdeoro furono eliminati al primo turno, il Brasile vinse la sua terza Coppa del mondo
in Messico nel 1970, battendo in finale l'Italia per 4-1 e presentandosi al torneo iridato con quella che viene considerata da molti la migliore squadra nazionale di tutti i tempi, potendo contare
su Pelé, alla sua ultima finale
mondiale, Carlos Alberto, Jairzinho, Tostão, Gérson e Rivelino.
Con questo successo la Seleção si aggiudicò la Coppa Rimet per la terza volta e poté quindi detenerla a titolo definitivo secondo quanto previsto dal
regolamento FIFA allora vigente. Il trofeo sarà poi rubato e non più ritrovato.
Anni di digiuno (1974-1993)
Al campionato mondiale del 1974 il Brasile terminò al quarto posto, perdendo la finale di consolazione contro la Polonia per 1-0, mentre nel 1978, pur avendo chiuso il mondiale senza sconfitte, non ebbe accesso alla finale, appannaggio dell'Argentina padrona di casa per una migliore differenza reti, avendo gli argentini ottenuto una controversa vittoria per 6-0 nell'ultima partita del girone,
successo che consentì all'Albiceleste di colmare un gap di 5 reti con i brasiliani.
Al campionato mondiale del 1982, pur esprimendo un gioco pregevole con talenti come Zico, Falcão, Eder e Sócrates, che formavano una delle squadre più forti della storia,[11] la
squadra allenata da Telê
Santana dovette soccombere nel complicato girone di seconda fase con Argentina e Italia, battendo per 3-1 i primi e venendo sconfitti per 2-3 dai secondi, quando un pareggio contro gli italiani sarebbe stato sufficiente per consentire
alla Seleção di approdare alle semifinali a scapito degli azzurri.[11] La gestione di Telê Santana si chiuse con l'eliminazione ai quarti di finale del campionato del mondo 1986 contro la Francia ai tiri di rigore.
Passato sotto la guida di Sebastião Lazaroni, il Brasile uscì ai quarti di finale del campionato del mondo 1990 contro l'Argentina, poi fu Paulo Roberto Falcão ad assumere le redini della squadra, traghettata al secondo posto nella Coppa America
1991 giocata in Cile. Fu quindi la
volta del commissario tecnico Carlos Alberto Parreira, che condusse i suoi ai quarti di finale della Coppa America
1993 (eliminazione ancora contro l'Argentina, stavolta ai rigori).
Ritorno ai vertici (1994-2006)
Parreira rimase in sella per il campionato del mondo 1994, dove i brasiliani misero in bacheca il quarto titolo mondiale: il successo, maturato
ai rigori nella torrida finale di Pasadena, permise ai brasiliani, capitanati da Dunga e trascinati dalle stelle Romário e Bebeto, di trionfare a ventiquattro anni dall'ultimo
alloro mondiale, ancora contro l'Italia. Nella rosa campione del mondo figurava anche un giovane fuoriclasse, il diciassettenne Ronaldo, destinato ad affermarsi negli anni a venire.
Parreira lasciò la panchina del Brasile dopo il successo[12] e fu rimpiazzato da una vecchia gloria della Seleção, Mário Zagallo, che perse ai rigori la finale della Coppa America 1995 contro i padroni di casa dell'Uruguay e colse due successi, nella Confederations Cup 1997 e nella Coppa America 1997. Grande favorito per la vittoria del campionato del mondo 1998, il Brasile di Zagallo, qualificatosi di diritto alla manifestazione in qualità di squadra campione del mondo, giunse in finale, ma fu nettamente sconfitto
(3-0) dalla Francia padrona di casa, che si aggiudicò il titolo mondiale per la prima volta. Le polemiche per la
disfatta furono alimentate dal controverso utilizzo in finale di Ronaldo nonostante un serio problema di salute (convulsioni[13] o, secondo voci che circolarono, una crisi di nervi)[12]
A Zagallo subentrò Vanderlei Luxemburgo, che ottenne la vittoria nella Coppa America 1999, battendo per 3-0 l'Uruguay in finale. La successiva gestione di Émerson Leão, che richiamò
Romário e tentò di costruire attorno a lui una squadra di giovani di talento, fu caratterizzata dalla clamorosa eliminazione ai quarti di finale della Coppa America
2001 contro l'Honduras e dal quarto posto nella Confederations Cup 2001, dove la nazionale brasiliana si presentò con
una rosa priva delle stelle che giocavano nei campionati europei. Esonerato Leão,[14] fu Luiz Felipe Scolari ad assumere il ruolo di CT del Brasile. Sotto la sua guida il Brasile si qualificò
al campionato del mondo 2002 con qualche affanno e poi trionfò nella competizione battendo in finale la Germania per 2-0, grazie al contributo decisivo di Ronaldo (autore della decisiva doppietta nella finale di Tokyo), Rivaldo e del giovane astro Ronaldinho, con la spinta sulle fasce del trentaduenne Cafu e di Roberto Carlos. Tra le riserve di quella compagine vi era anche il
ventenne Kaká, poi affermatosi a grandi
livelli nel Milan di Carlo
Ancelotti. Il capitano Cafu disputò in quell'occasione la terza finale mondiale consecutiva, stabilendo un record.[15]
Il nuovo millennio
L'ex centrocampista
Dunga, prima pluridecorato
capitano del Brasile, ricoprì l'incarico di commissario tecnico del
Brasile dal 2006 al 2010 e dal 2014 al 2016
Ancora guidati da Parreira, richiamato in panchina nel gennaio 2003,[16] nella Confederations Cup 2003, in Francia, i brasiliani delusero, uscendo già al
primo turno,[17] poi si
aggiudicarono la Coppa America 2004, battendo ai rigori in finale l'Argentina,[18] e la Confederations Cup 2005, ancora contro l'Argentina, battuta per 4-1.[19][20][21] Al campionato del mondo 2006, però, i verdeoro furono fermati ai quarti di finale dalla Francia, poi finalista
perdente del torneo.[22]
La formazione del Brasile campione del Sudamerica nel
2019
La mancata vittoria in Germania causò cambio in panchina,[23] con l'ex
capitano Dunga che rimpiazzò Parreira.[24] Il nuovo
tecnico portò in nazionale non solo le stelle acclamate delle grandi squadre europee, ma anche calciatori che militavano nei campionati russo e ucraino.[25] Vinta la Coppa America 2007 grazie al successo in finale contro l'Argentina per
3-0,[26] con Robinho nominato miglior giocatore del torneo, oltre che capocannoniere,[27] i brasiliani si aggiudicarono anche la Confederations Cup 2009,[28] sospinti dai
gol di Luís
Fabiano.[29] La gestione di
Dunga si chiuse al termine del campionato del mondo 2010, dove i brasiliani furono eliminati ai quarti di finale dai Paesi Bassi, poi finalisti perdenti del torneo.[30][31][32]
Il successore, Mano
Menezes,[33][34][35] rinunciò
progressivamente alle colonne portanti del recente passato per favorire l'inserimento di nuovi volti come Coutinho e Neymar.[36] La disfatta alla Coppa America 2011, dove i brasiliani uscirono ai tiri di rigore, fallendo
clamorosamente tutti e quattro i tentativi di realizzazione effettuati dal dischetto contro il Paraguay,[37][38] fece da preludio alla vittoria della nazionale olimpica, che si aggiudicò la medaglia d'oro ai Giochi olimpici di Londra 2012,[39] ma ciò non bastò a scongiurare l'esonero dell'allenatore, silurato dalla federazione brasiliana
nel novembre 2012 dopo due anni giudicati "insufficienti".[40]
Dopo l'allontanamento di Menezes, in panchina tornarono due grandi nomi del passato: Scolari fu affiancato da Parreira in veste di secondo.[41] Messa in bacheca la Confederations Cup 2013, grazie alla vittoria in finale
del Maracanã contro la Spagna campione d'Europa e del mondo per 3-0 nella finale, la Seleção si apprestò a giocare
il campionato del mondo 2014 da padrona di casa e grande favorita, ma l'epilogo fu tra i più amari nella storia della selezione verdeoro. Al Mineirão di Belo Horizonte, nelle semifinali del torneo, la partita contro la Germania assunse subito una piega del tutto inattesa e impronosticabile: alla mezz'ora del primo tempo, infatti, i
tedeschi erano già in vantaggio per 5-0 e nella ripresa incrementarono il vantaggio fino a portarsi sul 7-0; a nulla servì il gol del definitivo 1-7.[42][43] Per la prima volta nella storia i brasiliani subirono sette reti in una sola partita e
l'indignazione per l'umiliazione subita fu tanta che alcuni giornali l'indomani titolarono Mineirazo, in analogia con il Maracanazo del campionato del mondo 1950.[44] I brasiliani chiusero il torneo al quarto posto, sconfitti anche nella finale di consolazione dai
Paesi Bassi, al che Scolari rassegnò le proprie dimissioni.[45]
Nel luglio 2014 tornò sulla panchina della nazionale il CT Dunga, che ottenne ben undici vittorie consecutive, ma nella Coppa America
2015 uscì ai quarti di finale ai tiri di rigore e nella Coppa America 2016, con una rosa priva dell'infortunato Kakà e con alcune esclusioni eccellenti tra i convocati,
addirittura al primo turno, evento che nel torneo non si verificava dal 1987. Anche a causa dell'avvio considerato insoddisfacente nelle qualificazioni al mondiale 2018, Dunga fu sollevato dall'incarico.[46]
A Dunga successe, nel giugno 2016, Tite,[47] che colse otto vittorie consecutive nelle qualificazioni a Russia 2018, guadagnando l'approdo
alla fase finale del torneo, da cui il Brasile venne poi eliminato ai quarti di finale. Nella Coppa America 2019 il Brasile, padrone di casa e ancora privo, a causa di un infortunio, della stella
Neymar, tornò al successo, battendo per 3-1 al Maracanã la sorpresa Perù, già affrontata e battuta nel girone. I brasiliani raggiunsero anche la finale della Coppa America 2021,
nuovamente disputata in casa (al Maracanã) e tenutasi con un anno di ritardo a causa della pandemia di COVID-19: qui i verdeoro furono sconfitti di misura (1-0) dall'Argentina.
Pur non essendo affiliata alla CONCACAF, la nazionale verdeoro è stata invitata a tre edizioni della Gold Cup, piazzandosi due volte seconda ed una terza.[53]
Taça das Nações
La Seleção si è classificato secondo all'unica Taça das Nações, organizzata in casa dalla CBD nel 1964.[54]
Campionato Panamericano
I Verdeoro hanno partecipato a tutti e tre i Campionati Panamericani, ottenendo due vittorie ed un secondo posto.[55]
La nazionale brasiliana ha partecipato ai Giochi panamericani in 10 occasioni. Tuttavia, data la natura dilettantistica della manifestazione, era
impedita per regolamento la convocazione dei professionisti. Dunque fino al 2003 le selezioni erano costituite
da giovani o calciatori di seconda fascia, mentre da tale data, vi è l'obbligo di schierare le Under-20. Pertanto dalla prima
edizione del 1951 a quella del 1999 i carioca in sette
partecipazioni hanno collezionato quattro medaglie d'oro, una d'argento ed una di bronzo.[56]
Statistiche
La nazionale
carioca durante l'inno nazionale nel mondiale disputato in casa nel 2014, prima della
storica sconfitta per 1-7 contro la Germania
- La nazionale brasiliana è l'unica, insieme alla Germania, ad avere disputato più di 100 partite nelle fasi finali del
campionato mondiale. Dopo l'edizione 2018 entrambe le nazionali hanno disputato 109 partite, ma la Germania ha due partecipazioni in meno rispetto alla nazionale
brasiliana. Le due nazionali, inoltre, sono le uniche ad avere sempre ottenuto sul campo la qualificazione alla fase finale del campionato del mondo.
- La nazionale brasiliana ha ospitato la ventesima edizione del campionato mondiale di calcio nel 2014 (chiuso dai verdeoro al quarto posto), sessantaquattro anni dopo avere ospitato l'edizione del 1950. Il Brasile è stata la quinta nazione ad avere
ospitato due edizioni del campionato del mondo di calcio, dopo il Messico, l'Italia, la Francia e la Germania.
- Nel periodo 1994-2019 la nazionale brasiliana ha vinto complessivamente undici trofei (due campionati del mondo, cinque Coppe America, quattro Confederations
Cup) nelle tre maggiori competizioni per nazionali (mondiale, Coppa America, Confederations Cup) ed è stata finalista tre volte (nel 1995 in Coppa America, nel 1998 al mondiale e nel 1999 alla
Confederations Cup).
- Il Brasile è la nazionale che ha occupato più a lungo la testa della classifica mondiale della FIFA, che ha comandato senza interruzioni dal
luglio 1994 al luglio 2001 e successivamente dal giugno 2002 al febbraio 2007. A luglio dello stesso anno, dopo quattro mesi di assenza dal primo posto, il Brasile è riuscito a tornare in testa
alla classifica, grazie alla vittoria nella Coppa America 2007, per poi mantenere il vertice fino all'ottobre 2009. Ha occupato nuovamente il primo posto da
aprile a maggio 2010, quando è stato scalzato dalla Spagna, nuova squadra campione del mondo.
Statistiche dettagliate sui tornei internazionali
Mondiali
Statistiche
- Primo turno: 2 volte (1930, 1966)
- Ottavi di finale: 2 volte (1934, 1990)
- Quarti di finale: 6 volte (1954, 1982, 1986, 2006, 2010, 2018)
- Semifinale: 4 volte (1938, 1974, 1978, 2014)
-
Quarto posto: 2 volte (1974, 2014)
-
Terzo posto: 2 volte (1938, 1978)
- Finale: 7 volte (1950, 1958, 1962, 1970, 1994, 1998, 2002)
-
Secondo posto: 2 volte (1950, 1998)
-
Primo posto: 5 volte (1958, 1962, 1970, 1994, 2002)
Copa América
Olimpiadi
-
Nota bene: per le informazioni sui risultati ai Giochi olimpici nelle edizioni successive al 1948 visionare la pagina della nazionale olimpica.
Confederations Cup
La Seleção festeggia la Confederations Cup casalinga del 2013
CONCACAF Gold Cup
Taça das Nações
Anno
|
Luogo
|
Piazzamento
|
V
|
N
|
P
|
Gol
|
1964
|
Brasile
|
Secondo posto
|
2
|
0
|
1
|
9:5
|
Campionati Panamericani
Rosa attuale
Lista dei giocatori convocati da Tite per le partite di qualificazioni ai mondiali 2022 contro Cile e Bolivia del 24 e 29 marzo 2022.
Presenze e reti aggiornate al 24 marzo 2022.