Coppa del Mondo FIFA 1986 Copa Mundial de la FIFA 1986 |
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Competizione | Campionato mondiale di calcio | ||||
Sport | Calcio | ||||
Edizione | 13ª | ||||
Date | 31 maggio - 29 giugno 1986 | ||||
Luogo |
Messico (11 città) |
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Partecipanti | 24 (121 alle qualificazioni) | ||||
Impianto/i | 12 stadi | ||||
Risultati | |||||
Vincitore |
Argentina (2º titolo) |
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Secondo | Germania Ovest | ||||
Terzo | Francia | ||||
Quarto | Belgio | ||||
Statistiche | |||||
Miglior giocatore | Diego Armando Maradona | ||||
Miglior marcatore | Gary Lineker (6) | ||||
Incontri disputati | 52 | ||||
Gol segnati | 132 (2,54 per incontro) | ||||
Pubblico |
2 407 431 (46 297 per incontro) |
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Gli argentini campioni del mondo per la seconda volta nella loro storia | |||||
Cronologia della competizione | |||||
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Il Campionato mondiale di calcio FIFA 1986 o Coppa del Mondo FIFA 1986 (in spagnolo: Copa Mundial de la FIFA 1986, in inglese: 1986 FIFA World Cup), noto anche come Messico 1986, è stato la tredicesima edizione della massima competizione per le rappresentative di calcio (squadre comunemente chiamate "nazionali") maschili maggiori delle federazioni sportive affiliate alla FIFA.[1]
Si svolse in Messico dal 31 maggio al 29 giugno 1986. Il torneo fu vinto dall'Argentina, che si laureò campione del mondo per la seconda volta.
Il Messico divenne il primo Paese a ospitare due edizioni della manifestazione quando nel 1983 prese il posto della Colombia, nazione che aveva acquisito il diritto di ospitare il torneo, ma che dovette rinunciare quell'anno a causa di problemi interni al governo.[2]
Furono 24 le nazionali partecipanti come nel torneo del 1982, mentre il pallone ufficiale fu l'Adidas Azteca Mexico, il primo fatto con materiali in parte sintetici. Fu inoltre il Mondiale che rese celebre il fenomeno della ola, il movimento sugli spalti causato dal pubblico.[2]
La sede della fase finale venne in principio assegnata alla Colombia[2] in base ad una votazione tenutasi a Francoforte il 9 giugno 1974,[3] tuttavia il Paese non poté adempiere ai requisiti della FIFA:
Il cambio di Paese organizzatore divenne ufficiale nel novembre 1982,[3] mentre l'assegnazione al Messico, già sede del torneo sedici anni prima, venne decisa a Stoccolma il 20 maggio 1983.[3]
Lo svolgimento del torneo si trovò a rischio, causa il terremoto che colpì il Paese nel settembre 1985 provocando più di 10 000 morti e causando investimenti per 2 miliardi di dollari per la ricostruzione.[4]
Rispetto all'ultima edizione rimase invariato solo il numero delle squadre (ventiquattro), per il resto il formato venne modificato: venne sostituita la seconda fase a gironi (ritenuta poco competitiva) con gli ottavi di finale. In pratica le nazionali vennero divise negli abituali sei gironi da quattro squadre, ma solo otto sarebbero state eliminate, le ultime e le due peggiori terze, mentre le altre sedici avrebbero proseguito il cammino con la fase ad eliminazione diretta.
Come detto, il Messico aveva già ospitato i Mondiali nel 1970. All'epoca vennero utilizzati solo cinque stadi, che furono scelti nuovamente come sedi di gara: lo Stadio Azteca di Città del Messico (allora come in questa occasione sede della partita inaugurale e della finale), lo Stadio Jalisco di Guadalajara, l'Estadio Cuauhtémoc di Puebla, l'Estadio Nou Camp di León e lo Stadio Nemesio Díez di Toluca.
Gli stadi scelti per ospitare il campionato mondiale di calcio 1986 furono 12 in 11 città (nella capitale ce n'erano due):
Città del Messico | Guadalajara | Puebla | |
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Stadio Azteca | Estadio Olímpico Universitario | Stadio Jalisco | Estadio Cuauhtémoc |
Capienza: 114 600 | Capienza: 72 000 | Capienza: 66 000 | Capienza: 46 000 |
San Nicolás de los Garza |
Campionato mondiale di calcio 1986 (Messico)
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Querétaro | |
Estadio Universitario | Estadio Corregidora | ||
Capienza: 44 000 | Capienza: 40 785 | ||
Monterrey | León | ||
Estadio Tecnológico | Estadio Nou Camp | ||
Capienza: 38 000 | Capienza: 35 000 | ||
Nezahualcóyotl | Irapuato | Zapopan | Toluca |
Estadio Neza 86 | Estadio Sergio León Chávez | Estadio Tres de Marzo | Stadio Nemesio Díez |
Capienza: 35 000 | Capienza: 32 000 | Capienza: 30 000 | Capienza: 30 000 |
Pr. | Squadra | Data di qualificazione certa | Confederazione | Partecipante in quanto | Partecipazioni precedenti al torneo |
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1 | Italia | 11 luglio 1982 | UEFA | Paese detentore del titolo | 10 (1934, 1938, 1950, 1954, 1962, 1966, 1970, 1974, 1978, 1982) |
2 | Messico | 20 maggio 1983 | CONCACAF | Rappresentativa della nazione organizzatrice della fase finale | 8 (1930, 1950, 1954, 1958, 1962, 1966, 1970, 1978) |
3 | Brasile | 23 giugno 1985 | CONMEBOL | Vincitore del Gruppo 3 (CONMEBOL) | 12 (1930, 1934, 1938, 1950, 1954, 1958, 1962, 1966, 1970, 1974, 1978, 1982) |
4 | Uruguay | 7 aprile 1985 | CONMEBOL | Vincitore del Gruppo 2 (CONMEBOL) | 7 (1930, 1950, 1954, 1962, 1966, 1970, 1974) |
5 | Ungheria | 17 aprile 1985 | UEFA | Vincitore del Gruppo 5 (UEFA) | 8 (1934, 1938, 1954, 1958, 1962, 1966, 1978, 1982) |
6 | Argentina | 30 giugno 1985 | CONMEBOL | Vincitore del Gruppo 1 (CONMEBOL) | 8 (1930, 1934, 1958, 1962, 1966, 1974, 1978, 1982) |
7 | Polonia | 11 settembre 1985 | UEFA | Vincitore del Gruppo 1 (UEFA) | 4 (1938, 1974, 1978, 1982) |
8 | Canada | 14 settembre 1985 | CONCACAF | Vincitore del secondo Campionato CONCACAF 1985 | - |
9 | Spagna | 25 settembre 1985 | UEFA | Vincitore del Gruppo 7 (UEFA) | 6 (1934, 1950, 1962, 1966, 1978, 1982) |
10 | Bulgaria | 28 settembre 1985 | UEFA | Secondo nel Gruppo 4 (UEFA) | 4 (1962, 1966, 1970, 1974) |
11 | Germania Ovest | 16 ottobre 1985 | UEFA | Vincitore del Gruppo 2 (UEFA) | 10 (1934, 1938, 1954, 1958, 1962, 1966, 1970, 1974, 1978, 1982) |
12 | Portogallo | 16 ottobre 1985 | UEFA | Secondo nel Gruppo 2 (UEFA) | 1 (1966) |
13 | Inghilterra | 16 ottobre 1985 | UEFA | Vincitore del Gruppo 3 (UEFA) | 7 (1950, 1954, 1958, 1962, 1966, 1970, 1982) |
14 | Irlanda del Nord | 16 ottobre 1985 | UEFA | Secondo nel Gruppo 3 (UEFA) | 2 (1958, 1982) |
15 | Marocco | 18 ottobre 1985 | CAF | Vincitore del quarto turno (CAF) | 1 (1970) |
16 | Algeria | 18 ottobre 1985 | CAF | Vincitore del quarto turno (CAF) | 1 (1982) |
17 | Unione Sovietica | 30 ottobre 1985 | UEFA | Secondo nel Gruppo 6 (UEFA) | 5 (1958, 1962, 1966, 1970, 1982) |
18 | Corea del Sud | 3 novembre 1985 | AFC | Vincitore del secondo turno (AFC) - Zona B | 1 (1954) |
19 | Danimarca | 13 novembre 1985 | UEFA | Vincitore del Gruppo 6 (UEFA) | - |
20 | Francia | 16 novembre 1985 | UEFA | Vincitore del Gruppo 4 (UEFA) | 8 (1930, 1934, 1938, 1954, 1958, 1966, 1978, 1982) |
21 | Paraguay | 17 novembre 1985 | CONMEBOL | Vincitore del playoff (CONMEBOL) | 3 (1930, 1950, 1958) |
22 | Belgio | 20 novembre 1985 | UEFA | Vincitore del playoff UEFA | 6 (1930, 1934, 1938, 1954, 1970, 1982) |
23 | Iraq | 29 novembre 1985 | AFC | Vincitore del secondo turno (AFC) - Zona A | - |
24 | Scozia | 4 dicembre 1985 | UEFA | Vincitore dello spareggio UEFA - OFC | 5 (1954, 1958, 1974, 1978, 1982) |
Nota bene: nella sezione "partecipazioni precedenti al torneo", le date in grassetto indicano che la nazione ha vinto quell'edizione del torneo, mentre le date in corsivo indicano la nazione ospitante.
Le qualificazioni al campionato mondiale di calcio di Messico 1986 videro l'iscrizione di centoventuno squadre nazionali, mentre il torneo finale ne prevedeva la partecipazione di sole ventiquattro. Essendo già qualificate di diritto il Messico, paese organizzatore, e l'Italia, campione del mondo in carica, erano disponibili altri ventidue posti. Questi sarebbero stati come al solito occupati dalle selezioni nazionali vincitrici dei vari raggruppamenti di qualificazione su base continentale.
Furono assegnati tredici posti alla zona UEFA, uno di questi però già occupato dai campioni in carica, più uno eventuale derivante da uno spareggio intercontinentale. La Nazionale candidata a questo fu la Scozia,[2] che assistette però alla morte per infarto del proprio allenatore, Jock Stein,[2] avvenuto dopo la decisiva partita con il Galles.[2][5] Per il resto, rispetto all'edizione precedente mancarono la qualificazione l'Austria, la Cecoslovacchia e la Jugoslavia, che furono sostituite dai ritorni del Portogallo e della Bulgaria oltre che dall'esordiente Danimarca, comunque terza a pari merito coi lusitani nel recente campionato europeo.
Arrivano invece più sorprese dagli altri continenti: se dal Sud America si qualificarono come da copione il Brasile e l'Argentina, lo fecero però insieme al Paraguay vincitore dell'ultima Copa América ma assente da ben ventotto anni, e all'Uruguay, che tornava dopo dodici. Prima partecipazione invece per il Canada, vincitore del Campionato CONCACAF 1985, mentre dall'Africa tornò l'Algeria, che aveva ben figurato in Spagna, insieme però al Marocco: per coincidenza quest'ultima squadra aveva partecipato solo all'altro mondiale disputato in Messico, quello del 1970. Nuove anche le partecipanti uscite dal girone asiatico: l'esordiente Iraq e la Corea del Sud, che tornava dopo un'assenza di ben trentadue anni. Il raggruppamento oceanico fu vinto dall'Australia, ma i Socceroos vennero sconfitti dalla Scozia e mancarono quindi la qualificazione.
Il sorteggio avviene il 15 dicembre 1985 a Città Del Messico.
La FIFA, per stabilire le teste di serie, scegli le squadre meglio classificate al mondiale di Spagna del 1982. Le rimanenti squadre vengono suddivise seguendo un criterio geografico. Le sei teste di serie, inoltre, vengono attribuite d'ufficio ai gruppi.
Ecco la composizione delle fasce destinate al sorteggio:[6]
Prima fascia | Seconda fascia | Terza fascia | Gruppo misto |
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Italia (gruppo A) | Argentina | Belgio | Algeria |
Messico (gruppo B) | Inghilterra | Bulgaria | Canada |
Francia (gruppo C) | Paraguay | Irlanda del Nord | Corea del Sud |
Brasile (gruppo D) | Spagna | Portogallo | Danimarca |
Germania Ovest (gruppo E) | Uruguay | Scozia | Iraq |
Polonia (gruppo F) | Unione Sovietica | Ungheria | Marocco |
In questo gruppo, che giocava a Città del Messico e a Puebla, erano state inserite l'Italia, l'Argentina, la Bulgaria e la Corea del Sud.
Il primo risultato inatteso si verificò proprio nella partita inaugurale, giocata il 31 maggio nello Stadio Azteca; qui i campioni in carica dell'Italia, passati in vantaggio poco prima della fine del primo tempo grazie al gol di Alessandro Altobelli, vennero raggiunti dalla Bulgaria a tempo quasi scaduto.[7] L'altro incontro terminò invece con la vittoria per 3-1 dell'Argentina, mentre nella seconda giornata i sudamericani pareggiarono 1-1 con gli Azzurri: Altobelli realizzò un calcio di rigore dopo soli sei minuti di gioco, ma poco dopo la mezz'ora fu Diego Armando Maradona a ristabilire la parità. Con identico risultato terminò anche l'altra gara, e si arrivò quindi all'ultimo turno con tutte le squadre ancora formalmente in gioco: il raggruppamento fu però vinto dall'Argentina, che sconfisse la Bulgaria per 2-0, e l'Italia vinse per 3-2, a fatica,[8] sulla Corea del Sud grazie alla doppietta di Altobelli (alla fine unico marcatore azzurro) e ad un autogol,[9] e passò come seconda. Proseguì anche la nazionale balcanica, tramite il ripescaggio.
In questo gruppo, che giocava a Città del Messico e a Toluca, erano state inserite il Messico, il Paraguay, il Belgio e l'Iraq.
Nella prima giornata si verificarono le vittorie dei padroni di casa (2-1 sul Belgio) e dei sudamericani (1-0 sull'Iraq); queste due squadre pareggiarono poi lo scontro diretto, mentre i Diavoli rossi riuscirono a battere per 2-1 gli asiatici. Nell'ultimo turno, infine, i messicani sconfissero l'Iraq, e l'altro incontro terminò in pareggio. In base a questi risultati, Messico primo con cinque punti e Paraguay secondo con quattro; avanzò anche Belgio terzo a tre, la migliore tra le ripescate.
In questo gruppo, che giocava a León e a Irapuato, erano state inserite la Francia, l'Unione Sovietica, l'Ungheria e il Canada.
Il gruppo venne dominato dall'URSS e dalla Francia, che vinsero le rispettive gare (i sovietici con un notevole[2] 6-0 sull'Ungheria, nella loro miglior prestazione sul piano del gioco e su quello atletico,[2] poi non più ripetuta nel corso della rassegna);[2] pareggiarono poi lo scontro diretto, mentre i canadesi persero 2-0 anche contro i magiari. Il girone si concluse come era iniziato, con le due nazionali dominanti nuovamente vincenti; a primeggiare fu però l'Unione Sovietica, grazie alla miglior differenza reti rispetto ai transalpini. I due punti conquistati, uniti però ad una differenza reti pesantemente negativa, non furono sufficienti all'Ungheria per proseguire il cammino, e probabilmente il Canada fu la peggiore delle partecipanti: oltre a non aver fatto punti non riuscì a segnare neanche un gol.
Nel gruppo quattro, che giocava a Guadalajara e a Monterrey, erano state inserite col Brasile, la Spagna, l'Irlanda del Nord e l'Algeria.
Anche questo raggruppamento vide due protagoniste assolute: il Brasile e la Spagna. Nella prima giornata i Verde-oro vinsero 1-0 lo scontro diretto con un gol di Sócrates, mentre le altre due nazionali pareggiarono 1-1; questo fu però l'unico punto conquistato da Irlanda del Nord e Algeria, che persero infatti le altre due partite. I sudamericani chiusero quindi il turno a punteggio pieno e senza aver subito gol, e gli iberici furono secondi a quattro punti; nessuna speranza ovviamente per i nordirlandesi, terzi grazie alla differenza reti ma con un solo punto conquistato.
In questo gruppo, che giocava a Santiago de Querétaro e a Ciudad Nezahualcóyotl, erano state inserite la Germania Ovest, l'Uruguay, la Scozia e la Danimarca.
In questo gruppo la sorpresa fu l'esordiente Danimarca: vinse per 1-0 la prima partita contro la Scozia grazie ad un gol di Preben Elkjær Larsen, che segnò poi una tripletta nel roboante 6-1 sull'Uruguay. I sudamericani avevano pareggiato 1-1 l'incontro iniziale contro i tedeschi vice-campioni in carica, nazionale che condannò gli scozzesi ad una nuova sconfitta (2-1). Nell'ultima giornata si verificò il terzo successo dei danesi, un 2-0 sui tedeschi, e un pareggio nell'altra gara. Quindi Danimarca prima a punteggio pieno e Germania Ovest seconda a tre, mentre l'Uruguay, terzo a due punti, avanzò nonostante i soli due gol fatti e i sette subiti.
In questo gruppo, che giocava a Monterrey, a Guadalajara e a San Nicolás de los Garza, erano state inserite la Polonia, l'Inghilterra, il Portogallo e il Marocco.
A differenza di molti altri gruppi, questo rimase incerto fino all'ultimo, e non mancarono le sorprese. Nel primo giro di partite il Portogallo vinse 1-0 sull'Inghilterra, mentre l'altro incontro terminò 0-0. Nuovo pareggio a reti bianche per gli africani, stavolta contro la nazionale britannica, intanto la Polonia sconfisse 1-0 i lusitani. Tutto si risolse nell'ultimo turno: Gary Lineker realizzò la tripletta con la quale gli inglesi sconfissero i polacchi, e il Portogallo perse anche contro il Marocco (3-1, con doppietta di Abdelkrim Merry Krimau). Il gruppo fu quindi vinto dai magrebini a quattro punti, che precedettero l'Inghilterra, giunta seconda grazie alla miglior differenza reti sulla Polonia. Degno di nota fu il cammino del Marocco, prima formazione del continente nero ad accedere alla fase successiva, mentre ben diversa fu la situazione dei biancorossi che, giunti terzi nel 1982, si qualificarono agli ottavi solamente tramite il ripescaggio.
La fase ad eliminazione diretta prese il via il 15 giugno: allo Stadio Azteca della capitale il Messico padrone di casa regolò la Bulgaria per 2-0,[10] mentre poche ore dopo a León andò in scena l'incontro tra Unione Sovietica e Belgio: i sovietici passarono due volte in vantaggio, ma al novantesimo il punteggio era di 2-2. Gli avversari ebbero però ragione nei tempi supplementari, e l'incontro terminò 4-3 in loro favore;[2] a nulla valse quindi la tripletta di Ihor Bjelanov.[11] Dopo questa partita il Belgio rinunciò però a due giocatori: Erwin Vandenbergh per una lesione al menisco e René Vandereycken per un diverbio con il ct Guy Thys.[12]. Il giorno seguente a Guadalajara il Brasile non incontrò invece difficoltà contro la Polonia, che venne sconfitta per 4-0 (reti di Sócrates, Josimar, Edinho e Careca), mentre più sofferta fu la qualificazione dell'Argentina, che a Puebla prevalse di misura sull'Uruguay (gol di Pedro Pasculli) in una partita che fece temere per dei possibili incidenti tra le opposte tifoserie.[13] Arrivò quindi il giorno dell'Italia, che il 17 giugno allo Stadio Universitario di Città del Messico venne però sconfitta 2-0 dalla Francia: i transalpini segnarono con Michel Platini e con Yannick Stopyra, e così i campioni in carica terminarono presto il loro deludente mondiale.[14] Nello stesso giorno, poi, a San Nicolás de los Garza la Germania Ovest superò il Marocco solo nei minuti conclusivi, quando i supplementari sembravano raggiunti; questo grazie ad una punizione di Lothar Matthäus, che beffò il fin lì decisivo Badou Zaki.[15] Infine, il giorno successivo si registrarono due facili successi: prima a Città del Messico l'Inghilterra sconfisse il Paraguay per 3-0[16] (doppietta di Gary Lineker e gol di Peter Beardsley), successivamente la Spagna piegò a Santiago de Querétaro la rivelazione Danimarca per 5-1[17] (quaterna di Emilio Butragueño e Andoni Goikoetxea).
Protagonisti assoluti dei quarti furono i calci di rigore, che furono decisivi in ben tre sfide su quattro. Si cominciò il 21 giugno a Guadalajara con l'incontro tra Brasile e Francia: i Verde-oro si portarono presto in vantaggio con Careca, ma poco prima dell'intervallo subirono il pareggio di Michel Platini. Dopo questa rete, la prima subita dai sudamericani in tutto il torneo, i brasiliani ebbero l'opportunità di passare in vantaggio: Joël Bats atterrò un avversario in area, ma riuscì poi a neutralizzare il tiro dal dischetto di Zico. Non si segnò più fino ai rigori, e qui, tra le polemiche, furono i transalpini a vincere: l'arbitro Ioan Igna convalidò infatti il gol di Bruno Bellone nonostante la palla fosse finita in rete dopo aver colpito il palo ed aver rimbalzato sul portiere avversario.[18] Le conseguenze dell'episodio furono rilevanti, al punto che l'anno successivo la FIFA decise di rivedere la regola 14 per evitare in futuro il verificarsi di casi simili.[19][20] Nello stesso giorno, a San Nicolás de los Garza, il Messico riuscì a resistere sullo 0-0 alla Germania Ovest per due ore prima di arrendersi dal dischetto: decisivi furono le parate di Harald Schumacher che neutralizzò due tiri, e la gara terminò sul 4-1 per i tedeschi occidentali. Il giorno dopo si disputò nella capitale uno degli incontri più celebri della manifestazione,[2] quello tra Argentina e Inghilterra. Acceso da una rivalità mai sopita, ed anzi rinfocolatasi dopo la vicenda delle Falkland del 1982,[2][21] venne deciso da una doppietta di Diego Armando Maradona: il campione sudamericano, dopo aver subito una gomitata da Terry Butcher nel primo tempo, realizzò le sue reti più famose nella seconda frazione,[2] la "mano de Dios" (con cui sbloccò il punteggio) e il "gol del secolo" (grazie al quale firmò il raddoppio).[2] L'unica marcatura inglese fu invece messa a segno da Gary Lineker, che alla fine sarà il cannoniere della competizione con sei centri.[22] Infine in serata andò in scena a Puebla il confronto tra Belgio e Spagna: i Diavoli rossi si portarono in vantaggio con Jan Ceulemans verso la mezz'ora, ma pochi minuti prima del novantesimo Juan Antonio Señor riuscì a portare i suoi ai tempi supplementari, e successivamente si arrivò ai rigori. Qui il protagonista fu però il portiere Jean-Marie Pfaff:[23] gli iberici pagarono l'errore di Eloy Olaya, e i belgi vinsero per 5-4.
Le semifinali si disputarono il 25 giugno. Si cominciò a Guadalajara con la riedizione dell'incontro tra Francia e Germania Ovest, che si erano infatti incrociate quattro anni prima in Spagna sempre per un posto in finale.[24] Tuttavia la rivincita dei transalpini non si consumò, poiché i tedeschi occidentali vinsero nuovamente, stavolta per 2-0: segnarono infatti Andreas Brehme in apertura e Rudi Völler a partita ormai finita.[25] Più tardi a Città del Messico andò in scena la gara tra Argentina e Belgio, che fu risolta da un'altra doppietta di Diego Armando Maradona.[26]
La finale per il terzo posto si disputò il 28 giugno a Puebla, dove si affrontarono Francia e Belgio: quest'ultima squadra si portò in vantaggio con Jan Ceulemans all'inizio della gara, ma già prima dell'intervallo gli avversari passarono in vantaggio grazie alle reti di Jean-Marc Ferreri e di Jean-Pierre Papin. Il pareggio venne raggiunto con un gol di Nico Claesen, così si arrivò ai tempi supplementari, dove la Francia segnò con Bernard Genghini e con un rigore trasformato da Manuel Amoros;[27] il terzo posto fu quindi appannaggio dei galletti, mentre la difesa dei diavoli rossi risultò la più battuta del torneo.
Il regolamento cambiò in occasione della finalissima, allorché per la prima volta nella storia dei Mondiali fu previsto l'immediato ricorso ai rigori in caso di parità, in luogo della precedente ripetizione (comunque mai verificatasi).[28] Nella capitale tricolor, l'Albiceleste passò in vantaggio con Brown al 23' per poi raddoppiare con Valdano al 56'.[2] Sotto di due gol, i tedeschi indovinarono l'aggiustamento tattico liberando Matthäus dal compito di marcare Maradona: Rummenigge accorciò le distanze al 74', prima che Völler trovasse il pari. Con il profilarsi dei supplementari, riemerse però l'Argentina: Maradona recuperò una palla persa a centrocampo, servendo quindi Burruchaga che realizzò il definitivo 3-2.[2] La Germania dovette accontentarsi nuovamente del secondo posto, mentre i sudamericani festeggiarono un nuovo titolo dopo quello vinto nel 1978.[29][30]
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Campione del mondo in carica | |||
Detentore della Coppa dei Campioni CONMEBOL-UEFA | |||
Campione del Sud America in carica | |||
Uniformi di gara
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Sport | Calcio | ||
Federazione |
AFA Asociación del Fútbol Argentino |
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Confederazione | CONMEBOL | ||
Codice FIFA | ARG | ||
Soprannome |
La Albiceleste (La Biancoceleste) La Selección (La Selezione) |
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Selezionatore | Lionel Scaloni | ||
Record presenze | Lionel Messi (172) | ||
Capocannoniere | Lionel Messi (98) | ||
Ranking FIFA | 2º[1] (25 agosto 2022) | ||
Sponsor tecnico | Adidas | ||
Esordio internazionale | |||
Uruguay 0 - 6 Argentina Montevideo, Uruguay; 20 luglio 1902[2] |
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Migliore vittoria | |||
Argentina 12 - 0 Ecuador Montevideo, Uruguay; 22 gennaio 1942 |
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Peggiore sconfitta | |||
Cecoslovacchia 6 - 1 Argentina Helsingborg, Svezia; 15 giugno 1958 Bolivia 6 - 1 Argentina La Paz, Bolivia; 1 aprile 2009 Spagna 6 - 1 Argentina Madrid, Spagna; 27 marzo 2018 |
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Campionato del mondo | |||
Partecipazioni | 18 (esordio: 1930) | ||
Miglior risultato | Campioni nel 1978, 1986, 2022 | ||
Copa América | |||
Partecipazioni | 43 (esordio: 1916) | ||
Miglior risultato | Campioni nel 1921, 1925, 1927, 1929, 1937, 1941, 1945, 1946, 1947, 1955, 1957, 1959, 1991, 1993, 2021 | ||
Confederations Cup | |||
Partecipazioni | 3 (esordio: 1992) | ||
Miglior risultato | Campioni nel 1992 | ||
Torneo Olimpico | |||
Partecipazioni | 1 (esordio: 1928) | ||
Miglior risultato | Argento nel 1928 | ||
Coppa dei Campioni CONMEBOL-UEFA | |||
Partecipazioni | 2 (esordio: 1993) | ||
Miglior risultato | Campioni nel 1993, 2022 |
La nazionale di calcio dell'Argentina (in spagnolo Selección nacional de fútbol de Argentina) è la squadra di calcio che rappresenta l'Argentina ed è posta sotto l'egida della Asociación del Fútbol Argentino.
Soprannominata la Selección ("la selezione") o l'Albiceleste ("la biancoceleste"), è una delle nazionali di calcio più titolate al mondo, avendo vinto 15 Coppe America (record condiviso con l'Uruguay), 3 Coppe del mondo (Argentina 1978, Messico 1986 e Qatar 2022), la Coppa Artemio Franchi 1993, la Coppa dei Campioni CONMEBOL-UEFA 2022,[3] e la prima edizione della Confederations Cup, nel 1992 (all'epoca denominata Coppa Re Fahd). Inoltre l'Argentina si è piazzata seconda in Coppa America per 14 volte (record) ed è stata finalista perdente al mondiale 1930 (sconfitta dall'Uruguay), al mondiale 1990 e al mondiale 2014 (sconfitta in entrambe le circostanze dalla Germania). La nazionale olimpica argentina ha vinto 2 medaglie d'oro alle Olimpiadi (nel 2004 e nel 2008) e due medaglie d'argento (nel 1928 e nel 1996). Ha vinto anche sette edizioni dei Giochi panamericani (1951, 1955, 1959, 1971, 1995, 2003, 2019).
Nella classifica mondiale della FIFA, istituita nel 1993, ha occupato più volte il primo posto (nel marzo 2007, dall'ottobre 2007 al giugno 2008, dal luglio all'ottobre 2015, dall'aprile 2016 all'aprile 2017), mentre il peggiore posizionamento è il 22º posto toccato nell'agosto 1996. Occupa attualmente il 3º posto della graduatoria.
La nazionale argentina di calcio esordì battendo per 3-2 l'Uruguay a Montevideo il 16 maggio 1901.[2][4] Nei primi anni di esistenza la squadra giocò solo gare amichevoli contro altre squadre sudamericane, a causa dei costi comportati da lunghe trasferte e dall'interruzione dell'attività calcistica determinata dalla prima guerra mondiale.[5]
La Selección vinse per la prima volta il campionato sudamericano nel 1921, per poi ripetersi nel 1925, nel 1927 e nel 1929; partecipò ai Giochi olimpici nel 1928, ottenendo il secondo posto dopo la sconfitta per 2-1 nella ripetizione della finale contro l'Uruguay, contro cui la prima gara era finita in pareggio (1-1). Le due squadre si ritrovarono contro nella finale della prima edizione del campionato mondiale di calcio, nel 1930, con gli uruguaiani vincitori per 4-2. Nel 1937 l'Argentina si aggiudicò nuovamente il titolo continentale, per poi ottenere il successo anche nel 1941, nel 1945, nel 1946 e nel 1947. Nuove vittorie nel torneo continentale furono centrate nel 1955, nel 1957 e nel 1959.
Malgrado gli allori continentali, dagli anni trenta alla fine degli anni settanta la nazionale argentina non ottenne particolari risultati al campionato del mondo, anche a causa della regola dell'AFA secondo cui solo i giocatori militanti nel campionato nazionale potevano essere convocati in nazionale. L'unica campagna mondiale degna di nota di questo periodo risale alla Coppa del mondo del 1966, da cui gli argentini furono eliminati ai quarti di finale dall'Inghilterra padrona di casa e futura vincitrice della rassegna.
La tendenza fu invertita alla fine degli anni settanta. Sotto la guida del commissario tecnico César Luis Menotti, l'Argentina si aggiudicò per la prima volta il campionato del mondo nell'edizione giocata in casa nel 1978, battendo in finale i Paesi Bassi per 3-1 dopo i tempi supplementari, in un clima di fervente nazionalismo e di forte tensione determinata dalla situazione politica del paese, a seguito dell'assunzione del potere da parte di un regime militare nel 1976. Nel 1977 si era affacciato in nazionale un giovane fuoriclasse, Diego Armando Maradona, che in occasione del mondiale messicano del 1986 guidò gli argentini, allenati da Carlos Bilardo, alla vittoria del titolo planetario, ottenuta grazie al successo per 3-2 nella finale contro la Germania Ovest. Chiusa la Coppa America 1987 al quarto posto la Coppa America 1989 al terzo posto, la squadra riuscì a raggiungere la finale del mondiale del 1990, dove ritrovò la Germania Ovest, che questa volta si impose per 1-0.
Persa la stella Maradona, squalificato per quindici mesi nel marzo 1991 per l'assunzione di cocaina,[6][7] l'Argentina risultò vittoriosa nell'edizione del 1991 della Coppa America, a trentadue anni dall'ultimo successo nel torneo continentale. Vinta anche la prima edizione della FIFA Confederations Cup nel 1992, la nazionale argentina si aggiudicò la Coppa Artemio Franchi, battendo a Mar del Plata la Danimarca campione d'Europa ai rigori, e si confermò campione continentale, aggiudicandosi la Coppa America nel 1993. Al mondiale del 1994 l'Albiceleste si presentò con nei ranghi il ritrovato Maradona, ma il fuoriclasse fu nuovamente squalificato durante la fase a gironi del torneo, perché risultato positivo all'efedrina dopo un controllo antidoping, sicché la squadra uscì già agli ottavi di finale.
Nel 1995 l'Argentina fu finalista perdente della FIFA Confederations Cup, mentre ai mondiali del 1998 e del 2002 deluse, uscendo ai quarti di finale e al primo turno. Seconda classificata nella Coppa America 2004, nella FIFA Confederations Cup 2005 e nella Coppa America 2007 (sconfitta in tutte e tre le occasioni dal Brasile), vinse con la nazionale olimpica le Olimpiadi del 2004[8] e del 2008 e si fermò ai quarti di finale ai mondiali del 2006 e del 2010 (rassegna in cui fu allenata da Maradona), mentre nel marzo 2007 aveva raggiunto per la prima volta la vetta della classifica mondiale della FIFA.[9] L'Albiceleste ottenne poi il secondo posto al mondiale 2014, dove fu battuta in finale dalla Germania per 1-0 dopo i tempi supplementari, e nelle edizioni 2015 e 2016 della Coppa America (sconfitta in finale in ambo le occasioni dal Cile ai tiri di rigore). Terza classificata nella Coppa America 2019, tornò a vincere il torneo nel 2021, battendo in finale il Brasile per 1-0, e si aggiudicò anche la terza edizione della Coppa dei Campioni CONMEBOL-UEFA, battendo per 3-0 i campioni d'Europa dell'Italia a Wembley.[10] In seguito l'Argentina vinse il campionato del mondo 2022, battendo in finale la Francia ai tiri di rigore, con Lionel Messi, autore di due reti nella sfida pareggiata per 3-3 dopo i tempi supplementari e a segno nei tiri dal dischetto, poi premiato come miglior giocatore della competizione.[11]
La Selección argentina vive una accesa rivalità calcistica con il Brasile, altra nazionale di grande prestigio. Un'altra rivalità molto sentita è quella con la Germania. Argentini e tedeschi si sono affrontati spesso nelle fasi finali del campionato mondiale di calcio: nel 1958 (fase a gironi), nel 1966 (fase a gironi), nel 1986 (in finale), 1990 (finale), 2006 (quarti di finale), 2010 (quarti di finale) e 2014 (finale). Altra rivalità di rilievo è quella con l'Uruguay, che nel 1930 l'Argentina affrontò nella prima finale del campionato mondiale di calcio e negli ottavi di finale del mondiale nel 1986. Forte è anche la rivalità con l'Inghilterra, risalente al campionato del mondo 1966 e intensificatasi con la guerra delle Malvine del 1982, ha visto l'apice al campionato del mondo 1986 con la Mano de Dios e il "gol del secolo" di Diego Armando Maradona, per poi vivere nuove sfide ai campionati mondiali del 1998 e del 2002.
La divisa dell'Argentina è da sempre composta da maglia a strisce verticali bianche e celesti (che richiama fortemente la bandiera nazionale) abbinata a pantaloncini di colore nero. I calzettoni sono normalmente bianchi con bordini celesti o neri. La maglia non ha subito sostanziali modifiche tranne nel colore del celeste, più o meno scuro a seconda del fornitore tecnico, mentre i pantaloncini hanno presentato a volte dei richiami in bianco. Negli ultimi anni questi ultimi sono stati spesso utilizzati di colore bianco, mentre il disegno delle righe è stato modificato con inserti diversi a seconda sempre del fornitore tecnico.
La seconda maglia è normalmente di colore blu scuro, con pantaloncini bianchi.
Il fornitore è dal 2001 Adidas.
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NOTA: per le informazioni sulle rose successive al 1948 visionare la pagina della Nazionale olimpica.
Lista dei giocatori convocati da Lionel Scaloni per il campionato mondiale di calcio 2022 e la gara amichevole contro gli Emirati Arabi Uniti del 16 novembre 2022. Al termine dell'amichevole, i giocatori Joaquín Correa e Nicolás González, inizialmente convocati, sono stati, a causa di un infortunio, rimpiazzati da Ángel Correa e Thiago Almada.
Presenze e reti aggiornate al 18 dicembre 2022, al termine della finale contro la Francia.
N. | Pos. | Giocatore | Data nascita (età) | Pres. | Reti | Squadra | ||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
23 | P | Emiliano Martínez | 2 settembre 1992 (30 anni) | 26 | -13 | Aston Villa | ||
1 | P | Franco Armani | 16 ottobre 1986 (36 anni) | 18 | -18 | River Plate | ||
12 | P | Gerónimo Rulli | 30 novembre 1992 (29 anni) | 4 | -1 | Villarreal | ||
19 | D | Nicolás Otamendi | 12 febbraio 1988 (34 anni) | 100 | 4 | Benfica | ||
8 | D | Marcos Acuña | 28 ottobre 1991 (31 anni) | 49 | 0 | Siviglia | ||
3 | D | Nicolás Tagliafico | 31 agosto 1992 (30 anni) | 48 | 0 | Olympique Lione | ||
6 | D | Germán Pezzella | 27 giugno 1991 (31 anni) | 35 | 2 | Betis | ||
26 | D | Nahuel Molina | 6 aprile 1998 (24 anni) | 27 | 1 | Atlético Madrid | ||
4 | D | Gonzalo Montiel | 1º gennaio 1997 (25 anni) | 22 | 0 | Siviglia | ||
13 | D | Cristian Romero | 27 aprile 1998 (24 anni) | 19 | 0 | Tottenham | ||
2 | D | Juan Foyth | 12 gennaio 1998 (24 anni) | 17 | 0 | Villarreal | ||
25 | D | Lisandro Martínez | 18 gennaio 1998 (24 anni) | 15 | 0 | Manchester Utd | ||
11 | C | Ángel Di María | 14 febbraio 1988 (34 anni) | 129 | 28 | Juventus | ||
5 | C | Leandro Paredes | 29 giugno 1994 (28 anni) | 51 | 4 | Juventus | ||
7 | C | Rodrigo de Paul | 24 maggio 1994 (28 anni) | 51 | 2 | Atlético Madrid | ||
18 | C | Guido Rodríguez | 12 aprile 1994 (28 anni) | 27 | 1 | Betis | ||
14 | C | Exequiel Palacios | 5 ottobre 1998 (24 anni) | 23 | 0 | Bayer Leverkusen | ||
17 | C | Alejandro Gómez | 15 febbraio 1988 (34 anni) | 17 | 3 | Siviglia | ||
20 | C | Alexis Mac Allister | 24 dicembre 1998 (23 anni) | 14 | 1 | Brighton | ||
24 | C | Enzo Fernández | 17 gennaio 2001 (21 anni) | 10 | 1 | Benfica | ||
16 | C | Thiago Almada | 26 aprile 2001 (21 anni) | 2 | 0 | Atlanta Utd | ||
10 | A | Lionel Messi | 24 giugno 1987 (35 anni) | 172 | 98 | Paris Saint-Germain | ||
22 | A | Lautaro Martínez | 22 agosto 1997 (25 anni) | 46 | 21 | Inter | ||
21 | A | Paulo Dybala | 15 novembre 1993 (29 anni) | 36 | 3 | Roma | ||
15 | A | Ángel Correa | 9 marzo 1995 (27 anni) | 23 | 3 | Atlético Madrid | ||
9 | A | Julián Álvarez | 31 gennaio 2000 (22 anni) | 18 | 7 | Manchester City |
Statistiche aggiornate al 18 dicembre 2022.[13]
In grassetto i giocatori ancora in attività in nazionale.
Pos. | Giocatore | Presenze | Reti | Periodo |
---|---|---|---|---|
1 | Lionel Messi | 172 | 98 | 2005- |
2 | Javier Mascherano | 147 | 3 | 2003-2018 |
3 | Javier Zanetti | 145 | 5 | 1994-2011 |
4 | Ángel Di María | 129 | 28 | 2008- |
5 | Roberto Ayala | 115 | 7 | 1994-2007 |
6 | Diego Simeone | 106 | 11 | 1988-2002 |
7 | Sergio Agüero | 101 | 42 | 2006-2021 |
8 | Nicolas Otamendi | 100 | 4 | 2009- |
9 | Oscar Ruggeri | 97 | 7 | 1983-1994 |
10 | Sergio Romero | 96 | 0 | 2008-2018 |
Pos. | Giocatore | Reti | Presenze | Periodo | Reti/pr. |
---|---|---|---|---|---|
1 | Lionel Messi | 98 | 172 | 2005- | 0,56 |
2 | Gabriel Batistuta | 54 | 77 | 1991-2002 | 0,70 |
3 | Sergio Agüero | 42 | 101 | 2006-2021 | 0,41 |
4 | Hernán Crespo | 35 | 64 | 1995-2007 | 0,56 |
5 | Diego Maradona | 34 | 91 | 1977-1994 | 0,37 |
6 | Gonzalo Higuaín | 31 | 75 | 2009-2018 | 0,41 |
7 | Ángel Di María | 28 | 129 | 2008- | 0,22 |
8 | Luis Artime | 24 | 25 | 1961-1967 | 0,96 |
9 | Daniel Passarella | 23 | 71 | 1976-1986 | 0,33 |
10 | Leopoldo Luque | 22 | 45 | 1975-1981 | 0,48 |
José Sanfilippo | 29 | 1956-1962 | 0,76 |
Campionato del mondo | |
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Edizione | Risultato |
1930 | Secondo posto |
1934 | Ottavi di finale |
1938 | Ritirata |
1950 | Ritirata |
1954 | Non partecipante |
1958 | Primo turno |
1962 | Primo turno |
1966 | Quarti di finale |
1970 | Non qualificata |
1974 | Secondo turno |
1978 | Campione |
1982 | Secondo turno |
1986 | Campione |
1990 | Secondo posto |
1994 | Ottavi di finale |
1998 | Quarti di finale |
2002 | Primo turno |
2006 | Quarti di finale |
2010 | Quarti di finale |
2014 | Secondo posto |
2018 | Ottavi di finale |
2022 | Campione |
Copa América | |
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Edizione | Risultato |
1916 | Secondo posto |
1917 | Secondo posto |
1919 | Terzo posto |
1920 | Secondo posto |
1921 | Campione |
1922 | Quarto posto |
1923 | Secondo posto |
1924 | Secondo posto |
1925 | Campione |
1926 | Secondo posto |
1927 | Campione |
1929 | Campione |
1935 | Secondo posto |
1937 | Campione |
1939 | Rinuncia |
1941 | Campione |
1942 | Secondo posto |
1945 | Campione |
1946 | Campione |
1947 | Campione |
1949 | Rinuncia |
1953 | Rinuncia |
1955 | Campione |
1956 | Terzo posto |
1957 | Campione |
1959 | Campione |
1959 (II) | Secondo posto |
1963 | Terzo posto |
1967 | Secondo posto |
1975 | Primo turno |
1979 | Primo turno |
1983 | Primo turno |
1987 | Quarto posto |
1989 | Terzo posto |
1991 | Campione |
1993 | Campione |
1995 | Quarti di finale |
1997 | Quarti di finale |
1999 | Quarti di finale |
2001 | Rinuncia |
2004 | Secondo posto |
2007 | Secondo posto |
2011 | Quarti di finale |
2015 | Secondo posto |
2016 | Secondo posto |
2019 | Terzo posto |
2021 | Campione |
Giochi olimpici[14] | |
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Edizione | Risultato |
1908 | Non partecipante |
1912 | Non partecipante |
1920 | Non partecipante |
1924 | Non partecipante |
1928 | Argento |
1936 | Non partecipante |
1948 | Non partecipante |
Confederations Cup | |
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Edizione | Risultato |
1992 | Campione |
1995 | Secondo posto |
1997 | Non qualificata |
1999 | Non qualificata |
2001 | Non qualificata |
2003 | Non qualificata |
2005 | Secondo posto |
2009 | Non qualificata |
2013 | Non qualificata |
2017 | Non qualificata |
Legenda: Grassetto:
Risultato migliore, Corsivo: Mancate partecipazioni
La Selección ha vinto l'unica Taça das Nações, organizzata dalla CBD nel 1964.[15]
La Albiceleste ha partecipato a due dei tre Campionati Panamericani, ottenendo un primo ed un secondo posto.[16]
L'Argentina ha vinto due Coppe dei Campioni CONMEBOL-UEFA: nel 1993 e nel 2022
La nazionale argentina ha partecipato ai Giochi panamericani in 15 occasioni. Tuttavia, data la natura dilettantistica della manifestazione, era impedita per regolamento la convocazione dei professionisti. Dunque fino al 2003 le selezioni erano costituite da giovani o calciatori di seconda fascia, mentre da tale data, vi è l'obbligo di schierare le Under-20. Pertanto dalla prima edizione del 1951 a quella del 1999 la Albiceleste in undici partecipazioni ha collezionato cinque medaglie d'oro, una d'argento e tre di bronzo.[17]
Anno | Luogo | Piazzamento | V | N | P | Gol |
---|---|---|---|---|---|---|
1930 | Uruguay | Secondo posto | 4 | 0 | 1 | 18:9 |
1934 | Italia | Ottavi di finale | 0 | 0 | 1 | 2:3 |
1938 | Francia | Ritirata | - | - | - | - |
1950 | Brasile | Ritirata | - | - | - | - |
1954 | Svizzera | Non partecipante | - | - | - | - |
1958 | Svezia | Primo turno | 1 | 0 | 2 | 5:10 |
1962 | Cile | Primo turno | 1 | 1 | 1 | 2:3 |
1966 | Inghilterra | Quarti di finale | 2 | 1 | 1 | 4:2 |
1970 | Messico | Non qualificata | - | - | - | - |
1974 | Germania Ovest | Secondo turno | 1 | 2 | 3 | 9:12 |
1978 | Argentina | Campione | 5 | 1 | 1 | 15:4 |
1982 | Spagna | Secondo turno | 2 | 0 | 3 | 8:7 |
1986 | Messico | Campione | 6 | 1 | 0 | 14:5 |
1990 | Italia | Secondo posto | 2 | 3 | 2 | 5:4 |
1994 | Stati Uniti | Ottavi di finale | 2 | 0 | 2 | 8:6 |
1998 | Francia | Quarti di finale | 3 | 1 | 1 | 10:4 |
2002 | Giappone / Corea del Sud | Primo turno | 1 | 1 | 1 | 2:2 |
2006 | Germania | Quarti di finale | 3 | 2 | 0 | 11:3 |
2010 | Sudafrica | Quarti di finale | 4 | 0 | 1 | 10:6 |
2014 | Brasile | Secondo posto | 5 | 1 | 1 | 8:4 |
2018 | Russia | Ottavi di finale | 1 | 1 | 2 | 6:9 |
2022 | Qatar | Campione | 4 | 2 | 1 | 15:8 |
Anno | Luogo | Piazzamento | V | N | P | Gol |
---|---|---|---|---|---|---|
1916 | Argentina | Secondo posto | 1 | 2 | 0 | 7:2 |
1917 | Uruguay | Secondo posto | 2 | 0 | 1 | 5:3 |
1919 | Brasile | Terzo posto | 1 | 0 | 2 | 7:7 |
1920 | Cile | Secondo posto | 1 | 2 | 0 | 4:2 |
1921 | Argentina | Campione | 3 | 0 | 0 | 5:0 |
1922 | Brasile | Quarto posto | 2 | 0 | 2 | 6:3 |
1923 | Uruguay | Secondo posto | 2 | 0 | 1 | 6:6 |
1924 | Uruguay | Secondo posto | 1 | 2 | 0 | 2:0 |
1925 | Argentina | Campione | 3 | 1 | 0 | 11:4 |
1926 | Cile | Secondo posto | 2 | 1 | 1 | 14:3 |
1927 | Perù | Campione | 3 | 0 | 0 | 15:4 |
1929 | Argentina | Campione | 3 | 0 | 0 | 9:1 |
1935 | Perù | Secondo posto | 2 | 0 | 1 | 8:5 |
1937 | Argentina | Campione | 5 | 0 | 1 | 14:5 |
1939 | Perù | Rinuncia | - | - | - | - |
1941 | Cile | Campione | 4 | 0 | 0 | 10:2 |
1942 | Uruguay | Secondo posto | 5 | 0 | 1 | 21:6 |
1945 | Cile | Campione | 5 | 1 | 0 | 22:5 |
1946 | Argentina | Campione | 5 | 0 | 0 | 17:3 |
1947 | Ecuador | Campione | 6 | 1 | 0 | 28:4 |
1949 | Brasile | Rinuncia | - | - | - | - |
1953 | Perù | Rinuncia | - | - | - | - |
1955 | Cile | Campione | 4 | 1 | 0 | 18:6 |
1956 | Uruguay | Terzo posto | 3 | 0 | 2 | 5:3 |
1957 | Perù | Campione | 5 | 0 | 1 | 25:6 |
1959 I | Argentina | Campione | 5 | 1 | 0 | 19:5 |
1959 II | Ecuador | Secondo posto | 2 | 1 | 1 | 9:9 |
1963 | Bolivia | Terzo posto | 3 | 1 | 2 | 15:10 |
1967 | Uruguay | Secondo posto | 4 | 0 | 1 | 12:3 |
1975 | Itinerante | Primo turno | 2 | 0 | 2 | 17:4 |
1979 | Itinerante | Primo turno | 1 | 1 | 2 | 7:6 |
1983 | Itinerante | Primo turno | 1 | 3 | 0 | 5:4 |
1987 | Argentina | Quarto posto | 1 | 1 | 2 | 5:4 |
1989 | Brasile | Terzo posto | 2 | 3 | 2 | 2:4 |
1991 | Cile | Campione | 6 | 1 | 0 | 16:6 |
1993 | Ecuador | Campione | 2 | 4 | 0 | 6:4 |
1995 | Uruguay | Quarti di finale | 2 | 1 | 1 | 8:6 |
1997 | Bolivia | Quarti di finale | 1 | 2 | 1 | 4:3 |
1999 | Paraguay | Quarti di finale | 2 | 0 | 2 | 6:6 |
2001 | Colombia | Rinuncia | - | - | - | - |
2004 | Perù | Secondo posto | 4 | 1 | 1 | 17:6 |
2007 | Venezuela | Secondo posto | 5 | 0 | 1 | 16:6 |
2011 | Argentina | Quarti di finale | 1 | 3 | 0 | 5:2 |
2015 | Cile | Secondo posto | 3 | 3 | 0 | 10:3 |
2016 | Stati Uniti | Secondo posto | 5 | 1 | 0 | 19:2 |
2019 | Brasile | Terzo posto | 3 | 1 | 2 | 7:6 |
2021 | Brasile[18] | Campione | 5 | 2 | 0 | 12:3 |
Anno | Luogo | Piazzamento | V | N | P | Gol |
---|---|---|---|---|---|---|
1908 | Londra | Non partecipante | - | - | - | - |
1912 | Stoccolma | Non partecipante | - | - | - | - |
1920 | Anversa | Non partecipante | - | - | - | - |
1924 | Parigi | Non partecipante | - | - | - | - |
1928 | Amsterdam | Argento | 3 | 1 | 1 | 25:8 |
1936 | Berlino | Non partecipante | - | - | - | - |
1948 | Londra | Non partecipante | - | - | - | - |
Anno | Luogo | Piazzamento | V | N | P | Gol |
---|---|---|---|---|---|---|
1992 | Arabia Saudita | Campione | 2 | 0 | 0 | 7:1 |
1995 | Arabia Saudita | Secondo posto | 1 | 1 | 1 | 5:3 |
1997 | Arabia Saudita | Non qualificata | - | - | - | - |
1999 | Messico | Non qualificata | - | - | - | - |
2001 | Corea del Sud / Giappone | Non qualificata | - | - | - | - |
2003 | Francia | Non qualificata | - | - | - | - |
2005 | Germania | Secondo posto | 2 | 2 | 1 | 10:10 |
2009 | Sudafrica | Non qualificata | - | - | - | - |
2013 | Brasile | Non qualificata | - | - | - | - |
2017 | Russia | Non qualificata | - | - | - | - |
Anno | Luogo | Piazzamento | V | N | P | Gol |
---|---|---|---|---|---|---|
1964 | Brasile | Campione | 3 | 0 | 0 | 6:0 |
Anno | Luogo | Piazzamento | V | N | P | Gol |
---|---|---|---|---|---|---|
1956 | Città del Messico | Secondo posto | 2 | 3 | 0 | 9:5 |
1960 | San José | Campione | 4 | 1 | 1 | 9:4 |