Campionato mondiale di calcio 1966

Coppa del Mondo Jules Rimet 1966
1966 World Cup Jules Rimet
Logo della competizione
Competizione Campionato mondiale di calcio
Sport Football pictogram.svg Calcio
Edizione
Date 11 - 30 luglio 1966
Luogo Inghilterra Inghilterra
(7 città)
Partecipanti 16 (74 alle qualificazioni)
Impianto/i 8 stadi
Risultati
Vincitore Inghilterra Inghilterra
(1º titolo)
Secondo Germania Ovest Germania Ovest
Terzo Portogallo Portogallo
Quarto Unione Sovietica Unione Sovietica
Statistiche
Miglior marcatore Portogallo Eusébio (9)
Incontri disputati 32
Gol segnati 89 (2,78 per incontro)
Pubblico 1 635 000
(51 094 per incontro)
The Queen presents the 1966 World Cup to England Captain, Bobby Moore. (7936243534).jpg
Bobby Moore, capitano dell'Inghilterra, riceve dalle mani della regina Elisabetta II la Coppa Rimet vinta in finale sulla Germania Ovest.
Cronologia della competizione
Left arrow.svg 1962 1970 Right arrow.svg

Il Campionato mondiale di calcio FIFA 1966 o Coppa del Mondo Jules Rimet 1966 (in inglese: 1966 World Cup Jules Rimet), noto anche come Inghilterra 1966, fu l'ottava edizione del campionato mondiale di calcio per squadre nazionali maggiori maschili, organizzato dalla FIFA ogni quattro anni.[1]

Si svolse in Inghilterra dall'11 al 30 luglio 1966, con l'affermazione dei padroni di casa, vittoriosi in finale sulla Germania Ovest al termine dei tempi supplementari. Questa è stata la prima edizione ad inserire la mascotte ufficiale del campionato. Questo è tuttora l’unico trofeo tra Mondiali ed Europei alzato dalla nazionale inglese.

Assegnazione

Il Brasile si presentava in Inghilterra forte dei due mondiali consecutivi vinti, in Svezia nel 1958 e in Cile nel 1962. Tra le altre nazionali già decorate e pretendenti al successo finale, la Germania Ovest, già campione nel 1954, l'Uruguay e l'Italia, con due successi ciascuna (rispettivamente nel 1930 e 1950 e nel 1934 e 1938).[2] Tra le outsider spiccavano invece l'Argentina, il Portogallo di Eusébio e l'Unione Sovietica, campione d'Europa nel 1960 e finalista nel 1964. Le rimanenti nazionali apparivano solo di contorno, sebbene la sorpresa più grande venne proprio dal girone che ospitava l'unica asiatica del torneo, la Corea del Nord.

Essendo due dei sedici posti già riservati al Brasile campione uscente e all'Inghilterra Paese organizzatore, a contendersi i 14 posti rimanenti furono 71 squadre nazionali. La FIFA assegnò 10 posti all'UEFA: oltre alla citata Inghilterra (qualificata di diritto), su 32 iscritte alle qualificazioni approdarono alla fase finale le nazionali di BulgariaFrancia, Germania Ovest, Italia, Portogallo, SpagnaSvizzeraUngheria e URSS; 4 al Sudamerica (il citato Brasile, qualificato di diritto, Argentina, Cile e Uruguay) su 9 iscritte; 1 al Centro-Nord America e Caraibi (Messico) su 9 iscritte e 1 all'AfricaAsia e Oceania su 19 iscritte in totale, dopo spareggio interzone tra Africa e Asia. Non esistendo all'epoca la federazione oceanica (istituita nel 1966) l'Australia avrebbe disputato il girone di qualificazione asiatico. La federazione africana protestò per l'ulteriore spareggio che la nazionale vincitrice del girone africano avrebbe dovuto affrontare per la qualificazione e, rimasta inascoltata, decisero di ritirarsi 15 squadre africane. Si unì al boicottaggio anche un'asiatica, la Corea del Sud. Nel frattempo, il Sudafrica veniva squalificato dal Comitato Olimpico Internazionale da qualsiasi competizione sportiva per via del regime di apartheid lì vigente, e la FIFA si allineò al CIO. Alla fine, ad approdare alla fase finale fu la Corea del Nord. Tra le squadre europee non qualificate spiccava tra tutte la Svezia, finalista dell'edizione del 1958, oltre al Belgio, la Cecoslovacchia e la Jugoslavia.

Formula

Fase eliminatoria: quattro gruppi di quattro squadre ciascuno (identificati dal numero 1 al numero 4).

Alla fine di ogni girone le migliori due classificate passano ai quarti di finale. Per stabilire la priorità, in caso di parità di punti, vale il criterio della differenza reti. In caso di ulteriore parità, è discriminante il numero di goal segnati nel girone. In caso di ulteriore parità si procede a sorteggio. Da questo punto in poi si disputano solo incontri a eliminazione diretta. Si giocano quattro quarti di finale, A, B, C, e D. Il quarto A vede accoppiate la prima classificata del gruppo 1 con la seconda del gruppo 2; il quarto B la seconda del gruppo 1 con la prima del gruppo 2; il quarto C la prima del gruppo 3 con la seconda del gruppo 4 e il quarto D la seconda del gruppo 3 con la prima del gruppo 4.

  • La prima semifinale si disputa tra le vincenti dei quarti A e C, la seconda tra le vincenti dei quarti B e D.
  • Finale per il terzo posto: incontro tra le due perdenti le semifinali.
  • Finale per il primo posto: incontro tra le due vincenti le semifinali.

Introduzione

Al campionato del mondo del 1966 è legato uno dei più curiosi aneddoti riguardanti la Coppa Rimet. Come è noto, è uso che la federazione campione uscente rimetta il trofeo a disposizione della FIFA e del comitato organizzatore del campionato, affinché possa rimanere in esposizione fino all'assegnazione al vincitore successivo (nel 1966 campione uscente era il Brasile). Il 20 marzo 1966, però, la Coppa Rimet fu rubata da ignoti durante l'esposizione al pubblico.[3] Dopo lunghe ricerche, fu ritrovata, in un parco pubblico londinese, avvolta in un foglio di giornale, grazie al fiuto di un cane (il meticcio Pickles, che morì l'anno dopo strozzato dal suo stesso guinzaglio).[3] Prima del ritrovamento del trofeo, la Federcalcio inglese ne aveva fatto produrre una copia,[3] nell'eventualità che essa non venisse ritrovata in tempo. Attualmente la copia è custodita ed esposta nel Museo nazionale del Calcio. Il campionato del 1966 fu anche il primo ad adottare una mascotte (il leone Willie) e un logo per finalità commerciali.

L'assegnazione all'Inghilterra fu probabilmente facilitata dal fatto che l'allora capo della FIFA fosse l'inglese Arthur Drewry. La cosa suscitò la prima di una lunga serie di polemiche per l'intero mondiale, fino alla finale. L'Inghilterra iniziò il torneo con ambizioni di vittoria, come testimoniava la dichiarazione, datata 1963, di Ramsey,[2] selezionatore dei reds, che promise di portare la Rimet nel paese patria del calcio; all'assegnazione del ruolo di Paese organizzatore all'Inghilterra contribuì anche il fatto che nel 1963 cadesse il centenario della fondazione della Football Association, la federazione calcistica inglese.[4] L'ottavo campionato del mondo non si distinse per particolare spettacolarità, anzi fu una delle edizioni con meno gol, in ragione dell'assetto più difensivo e tattico delle squadre. La stessa Inghilterra, che avrebbe poi vinto il torneo, passò il primo turno con 4 gol all'attivo e nessuno al passivo.

Questa edizione della rassegna iridata, sebbene avesse in programma il cerimoniale delle bande musicali durante l'entrata in campo delle squadre, non vide la tradizionale esecuzione degli inni nazionali all'inizio dei match (tranne che nella partita inaugurale e in occasione della finale per il titolo). Tale decisione fu dettata dal fatto che il Regno Unito temeva la presenza al mondiale dei calciatori della Corea del Nord – nazione socialista e non riconosciuta dai britannici – quale causa di possibili incidenti diplomatici con la controparte del Sud; a tal proposito, un appunto dell'allora Foreign Office sosteneva che il modo più semplice per risolvere la questione sarebbe stato quello di "negare il visto ai giocatori nordcoreani".[5]

Stadi

Per le partite di questa Coppa del Mondo furono scelti otto stadi in sette città. L'impianto di più recente inaugurazione, e maggiormente utilizzato nel torneo, era lo stadio di Wembley, con i suoi 43 anni nel 1966. Come consuetudine in Coppa del Mondo, le squadre di ogni gruppo giocavano le proprie partite in stadi geograficamente vicini. Gli incontri del gruppo 1 (quello con i padroni di casa inglesi) si giocarono tutti a Londra: cinque a Wembley, che era lo stadio ufficiale della nazionale inglese e peraltro riconosciuto come il più prestigioso stadio di calcio del mondo; uno al White City Stadium, nella zona ovest di Londra, utilizzato però, e per una sola partita, come alternativa a Wembley. Accadde infatti che la partita della fase a gironi tra Uruguay e Francia, programmata a Wembley venerdì 15 luglio 1966, si dovette giocare al White City Stadium (originariamente costruito per le Olimpiadi estive del 1908), perché nello stesso giorno erano già state programmate a Wembley delle corse di levrieri. Poiché il proprietario di Wembley non volle sentire ragioni per cancellare l'evento, la partita venne trasferita nella sede alternativa a Londra. Le partite del gruppo 2 si giocarono all' Hillsborough Stadium di Sheffield e al Villa Park di Birmingham; le partite del gruppo 3 allo stadio Old Trafford a Manchester e al Goodison Park dell'Everton FC; le partite del Gruppo 4 infine si giocarono al Middlesbrough FC Ayresome Park a Middlesbrough e al Sunderland AFC Roker Park a Sunderland, città entrambe situate nel nord dell'Inghilterra.

Con nove incontri disputati, la sede più utilizzata fu lo stadio di Wembley. Vi si giocarono tutte le sei partite dell'Inghilterra, compresa la finalissima con la Germania Ovest, oltre alla finale per il terzo posto. Goodison Park venne utilizzato per cinque partite; Roker Park e Hillsborough ospitarono ciascuno quattro partite. Infine l'Old Trafford, il Villa Park e l'Ayresome Park ospitarono ciascuno tre partite, ma nessuna partita ad eliminazione diretta.

Londra Birmingham
Wembley Stadium White City Stadium Villa Park
51°33′21″N 0°16′46″W 51°33′20″N 0°16′47″W 52°30′33″N 1°53′05″W
Capienza: 98 600 Capienza: 76 567 Capienza: 52 000
Old Wembley Stadium (external view).jpg White City Stadium 1908.jpg Holt End in 1983.jpg
Liverpool
Goodison Park
53°27′47″N 2°17′29″W
Capienza: 50 151
Goodisonview1.JPG
Manchester
Old Trafford
53°24′41″N 1°30′02″W
Capienza: 58 000
Stretford end 1992.JPG
Sheffield Sunderland Middlesbrough
Hillsborough Stadium Roker Park Ayresome Park
54°54′52″N 1°23′18″W 54°33′51″N 1°14′49″W 53°26′20″N 2°57′58″W
Capienza: 42 730 Capienza: 40 310 Capienza: 40 000
Hillsborough Clock.JPG Roker Park August 1976.jpg Ayresome Park in 1991 - geograph.org.uk - 2796728.jpg

Squadre partecipanti

Pr. Squadra Data di qualificazione certa Confederazione Partecipante in quanto Partecipazioni precedenti al torneo
1 Inghilterra Inghilterra 22 agosto 1960 UEFA Rappresentativa della nazione organizzatrice della fase finale 4 (1950, 1954, 1958, 1962)
2 Brasile Brasile 17 giugno 1962 CONMEBOL Paese detentore del titolo 7 (1930, 1934, 1938, 1950, 1954, 1958, 1962)
3 Messico Messico 16 maggio 1965 CONCACAF Vincitrice del Secondo Turno (CONCACAF) 5 (1930, 1950, 1954, 1958, 1962)
4 Uruguay Uruguay 13 giugno 1965 CONMEBOL Vincitrice del Gruppo 1 (CONMEBOL) 4 (1930, 1950, 1954, 1962)
5 Argentina Argentina 29 agosto 1965 CONMEBOL Vincitrice del Gruppo 3 (CONMEBOL) 4 (1930, 1934, 1958, 1962)
6 Ungheria Ungheria 9 ottobre 1965 UEFA Vincitrice del Gruppo 6 (UEFA) 5 (1934, 1938, 1954, 1958, 1962)
7 Cile Cile 12 ottobre 1965 CONMEBOL Vincitrice del Gruppo 2 (CONMEBOL) 3 (1930, 1950, 1962)
8 Unione Sovietica Unione Sovietica 17 ottobre 1965 UEFA Vincitrice del Gruppo 7 (UEFA) 2 (1958, 1962)
9 Portogallo Portogallo 31 ottobre 1965 UEFA Vincitrice del Gruppo 4 (UEFA)
10 Francia Francia 6 novembre 1965 UEFA Vincitrice del Gruppo 3 (UEFA) 5 (1930, 1934, 1938, 1954, 1958)
11 Spagna Spagna 10 novembre 1965 UEFA Vincitrice del Gruppo 9 (UEFA) 3 (1934, 1950, 1962)
12 Germania Ovest Germania Ovest 14 novembre 1965 UEFA Vincitrice del Gruppo 2 (UEFA) 5 (1934, 1938, 1954, 1958, 1962)
13 Corea del Nord Corea del Nord 24 novembre 1965 AFC Vincitrice della Seconda Fase CAF e AFC
14 Svizzera Svizzera 24 novembre 1965 UEFA Vincitrice del Gruppo 5 (UEFA) 5 (1934, 1938, 1950, 1954, 1962)
15 Italia Italia 7 dicembre 1965 UEFA Vincitrice del Gruppo 8 (UEFA) 5 (1934, 1938, 1950, 1954, 1962)
16 Bulgaria Bulgaria 29 dicembre 1965 UEFA Vincitrice del Gruppo 1 (UEFA) 1 (1962)

Nota bene: nella sezione "partecipazioni precedenti al torneo", le date in grassetto indicano che la nazione ha vinto quella edizione del torneo, mentre le date in corsivo indicano la nazione ospitante.

Riassunto del torneo

Fase a gironi

 

Il campo rispettò quasi per intero i pronostici, con qualche esclusione di rilievo: nel primo gruppo, l'Inghilterra si spartì la posta con l'Uruguay prima di superare con due classici 2-0 Francia e Messico. A ruota seguì la stessa Celeste, cui bastò un 2-1 ai francesi e un pari con i messicani per qualificarsi.

Nel gruppo 2 la Spagna, campione d'Europa uscente, non andò oltre una vittoria con poco scarto contro la Svizzera (sfavorita tra l'altro dall'arbitro sovietico Bakhramov, che annullò il gol regolare del 2-2 svizzero), mentre Germania Ovest e Argentina passarono a pari punti, con i tedeschi primi per differenza reti.

Le sorprese vennero dai gruppi 3 e 4. Nel gruppo 3 vi fu un'inaspettata eliminazione dei verdeoro brasiliani, campioni del mondo in carica: dopo aver superato la partita molto fisica con la Bulgaria[3] con due punizioni (una di Pelé e una di Garrincha, nell'ultima partita giocata assieme),[3] il Brasile, privo dell'infortunato Pelé[2] cadde contro l'Ungheria, mentre contro il Portogallo, pur schierando il proprio fuoriclasse, i verdeoro furono sconfitti dai lusitani guidati da Eusébio.[3] Il Brasile recriminò per gli arbitraggi (sia per la partita contro la Bulgaria, arbitrata dal tedesco Kurt Tschenscher, che per quelle contro Ungheria e Portogallo, arbitrate dagli inglesi Ken Dagnall e George McCabe) sostenendo che non vennero sanzionati molti falli fatti a danno dei giocatori chiave verdeoro[3][6].

Nel gruppo 4 l'Italia, vincendo 2-0 contro il Cile, si prese la rivincita della battaglia di Santiago di quattro anni prima, ma inciampò nell'URSS, venendo sconfitta 1-0. Nella decisiva partita contro la Corea del Nord perse nuovamente 1-0, con un gol di Pak Doo-Ik.[3] Questa sconfitta causò grande scalpore in Italia,[3] dato che la Corea del Nord era considerata una squadra facile da battere. Per questo motivo, quando i giocatori italiani rientrarono in patria dopo la sconfitta, furono accolti da circa seicento tifosi inferociti accorsi all'aeroporto di Genova per contestarli con insulti e lancio di pomodori.[7] Il turno fu passato da URSS e Corea del Nord e i tifosi di Middlesbrough, città operaia del nord dell'Inghilterra, adottarono la Nazionale asiatica e la seguirono a Liverpool per i quarti di finale.[3]

Quarti di finale

A dar colore ai quarti di finale ci pensarono Argentina e Inghilterra. A Wembley gli inglesi erano impegnati in una tesa partita contro i sudamericani; si scrisse che dopo mezz'ora c'erano già quattro ammonizioni argentine (Perfumo, Solari, Rattín e Artime), mentre all'inglese Stiles fu concessa ogni tipo di entrata[6]. I cartellini furono introdotti ad opera di Ken Aston per la prima volta durante il Mondiale 1970 in Messico[8] ma le ammonizioni esistevano da molto tempo prima, anche senza l'uso dei cartellini. Al 36º il capitano argentino Antonio Rattín, già ammonito per un fallo su Bobby Charlton qualche minuto prima, venne espulso dall'arbitro tedesco Rudolf Kreitlein per proteste.[9][3] Nonostante gli inviti dell'arbitro tedesco a lasciare il campo, l'argentino fece finta di non capire e pretese un interprete.[3] Alla fine lasciò il terreno di gioco e si sedette sul tappeto rosso riservato ai membri della casa reale inglese, prendendo i fischi di tutto lo stadio e ricevendo l'appellativo di "Animale". Facilitata dall'espulsione, l'Inghilterra alla fine approdò in semifinale vincendo 1-0 con gol di Hurst.[3] Gli argentini, ormai innervositi, protestarono (timidamente) per un presunto fuorigioco che però pare non esserci stato.[10] L'espulsione di Rattin venne definita in patria come el robo del siglo (il furto del secolo), il giornale sportivo francese L'Équipe intitolò «Lo scandalo è entrato a Wembley» e il suo inviato Jean Cornu scrisse «Scandaloso l'arbitro, Stiles meritava una sanzione più di Rattin...»[6]. In seguito l'arbitro tedesco Rudolf Kreitlein dichiarò di aver espulso Rattìn per una serie di falli scorretti, le continue proteste ad ogni sua decisione e perché, anche se non capiva la lingua del giocatore, intuì dalle sue espressioni che lo stava insultando reiteratamente.[11][12]

Al Goodison Park di Liverpool, lo stadio dell'Everton, invece, la Corea del Nord riuscì a portarsi sul 3-0 in poco meno di mezz'ora prima che il Portogallo riuscisse a serrare le file e riorganizzare il gioco.[3] L'ingenuità tattica degli asiatici e l'abilità dei portoghesi fecero poi la differenza e la squadra di Eusébio (quattro gol e un assist in quella partita)[3] vinse 5-3 e raggiunse in semifinale l'Inghilterra.[3]

L'URSS eliminò l'Ungheria 2-1, mentre nella gara Germania Ovest-Uruguay, dopo che l'arbitro inglese Jim Finney negò nei primi minuti un calcio di rigore ai sudamericani per un intervento di mano di Schnellinger in area di rigore su colpo di testa di Rocha,[3] arrivò il vantaggio tedesco all'11° con Helmut Haller; all'inizio del secondo tempo vennero espulsi gli uruguaiani Horacio Troche ed Héctor Silva e, in 11 contro 9, i tedeschi vinsero 4-0, eliminando facilmente l'Uruguay.[3]

Semifinali

Le due semifinali si giocarono a un giorno di distanza, il 25 e 26 luglio a Liverpool (Germania Ovest-URSS) e a Londra (Inghilterra-Portogallo).

Sotto la direzione dell'italiano Concetto Lo Bello i tedeschi sconfissero i sovietici. A segnare per la Germania Ovest furono Haller e Beckenbauer, ma anche in questa gara ci furono critiche rivolte all'arbitro poiché i sovietici furono costretti a giocare in 9 uomini a causa dell'infortunio di Sabo (all'epoca non si effettuavano cambi) e per l'espulsione dell'attaccante Igor' Čislenko; l'inviato de L'Équipe Robert Vergne scrisse «Contro l'URSS la Germania ha mostrato il peggior calcio di questi mondiali. Chi parla di complotto a favore dei tedeschi e degli inglesi può sostenere questa tesi con le cifre: nelle ultime tre partite disputate la Germania ha giocato contro squadre di dieci e nove giocatori. L'Argentina, nel girone eliminatorio in dieci (uno espulso), l'Uruguay nei quarti, in nove (due espulsi), e l'URSS in semifinale, in nove (uno ferito severamente, uno espulso)»[6].

A Londra, invece, ci vollero due gol di Bobby Charlton per aver ragione di un Portogallo in forma, che tenne aperta la partita fino all'ultimo grazie a un goal di Eusébio su rigore nel finale.

Finali

Entrambe le finali si disputarono allo stadio londinese di Wembley.[13] Il terzo posto finale del Portogallo, allenato da Otto Glória, era all'epoca il massimo risultato a livello mondiale conseguito dai lusitani, fatto questo che permise a Eusébio di onorare al meglio il Pallone d'oro vinto l'anno prima grazie ai suoi successi con la maglia del Benfica.

Nella finale per l'assegnazione del titolo, fra i padroni di casa e la Germania Ovest, agli ordini di sir Alf Ramsey scesero in campo per l'Inghilterra BanksCohen, Wilson; J. CharltonMooreStilesBall, Hunt, HurstR. CharltonPeters. Il CT tedesco Helmut Schön schierò invece TilkowskiHöttgesWeberSchnellingerSchulzBeckenbauerHallerEmmerichHeldOverathSeeler. Da notare come l'Inghilterra chiudesse il torneo nello stesso stadio, Wembley, dove aveva giocato tutte le partite.

Haller segnò quasi subito, al 12º, ma il vantaggio tedesco durò solo sei minuti, in quanto Hurst pareggiò al 18°. La partita si svolse su un piano di sostanziale equilibrio finché al 78º Peters realizzò il gol del 2-1 che sembrava aver chiuso l'incontro.[3] Su una contestata azione a palla ferma, Weber riuscì tuttavia a segnare il 2-2 quando ormai mancava un minuto alla fine.[3] Gli inglesi contestarono un fallo di mano del tedesco Schnellinger, ma Dienst convalidò. Al 101°, undici minuti dopo l'inizio dei tempi supplementari, Hurst lasciò partire un tiro che sbatté contro la faccia inferiore della traversa e rimbalzò sulla linea prima di tornare in campo.[3] Le riprese televisive dimostrarono che la palla aveva battuto sulla linea e non aveva, come richiesto dal regolamento, superato completamente la linea di porta.[3][13] Non sapendo cosa decidere, Dienst chiese il parere dell'assistente Tofik Bakhramov, che convalidò la rete.[3]

Il commentatore della BBC Kenneth Wolstenholme si premurò di far sapere che il guardalinee sovietico «parlava solo russo e turco»[14], ragion per cui il dialogo con il direttore di gara poteva avvenire solo a gesti.[13] Inutili le proteste tedesche e l'attacco finale, che durò per tutto il secondo tempo supplementare: proprio allo scadere Hurst segnò il suo terzo gol personale e il quarto per l'Inghilterra, che vinse 4-2 e si laureò campione del mondo per la prima – e tuttora unica – volta nella sua storia. Durante l'azione del 4-2, tre persone invasero il terreno di gioco mentre Hurst stava andando a segnare l'ultima rete:[3] la marcatura sarebbe stata da annullare[3] ma l'arbitro convalidò ugualmente.[3] Geoff Hurst è attualmente l'unico calciatore ad aver segnato tre gol in una finale di un Campionato del mondo.

Fase a gironi

Girone 1

Londra
11 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Inghilterra Inghilterra 0 – 0
referto
Uruguay Uruguay Wembley (87148 spett.)
Arbitro:  Ungheria István Zsolt

Londra
13 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Francia Francia 1 – 1
referto
Messico Messico Wembley (69237 spett.)
Arbitro:  Israele Menachem Ashkenazi

Londra
15 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Uruguay Uruguay 2 – 1
referto
Francia Francia White City Stadium (45662 spett.)
Arbitro:  Cecoslovacchia Karol Galba

Londra
16 luglio 1966, ore 15 UTC+0
Inghilterra Inghilterra 2 – 0
referto
Messico Messico Wembley (92570 spett.)
Arbitro:  Italia Concetto Lo Bello

Londra
19 luglio 1966, ore 16:30 UTC+0
Messico Messico 0 – 0
referto
Uruguay Uruguay Wembley (61112 spett.)
Arbitro:  Svezia Bertil Lööw

Londra
20 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Inghilterra Inghilterra 2 – 0
referto
Francia Francia Wembley (98270 spett.)
Arbitro:  Perù Arturo Yamasaki

Classifica

Pos. Nazionale Pt G V N P GF GS DR
1. Inghilterra Inghilterra 5 3 2 1 0 4 0 +4
2. Uruguay Uruguay 4 3 1 2 0 2 1 +1
3. Messico Messico 2 3 0 2 1 1 3 -2
4. Francia Francia 1 3 0 1 2 2 5 -3

Girone 2

Sheffield
12 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Germania Ovest Germania Ovest 5 – 0
referto
Svizzera Svizzera Hillsborough (36000 spett.)
Arbitro:  Scozia Hugh Phillips

Birmingham
13 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Argentina Argentina 2 – 1
referto
Spagna Spagna Villa Park (48000 spett.)
Arbitro:  Bulgaria Dimit’r Rumenčev

Sheffield
15 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Spagna Spagna 2 – 1
referto
Svizzera Svizzera Hillsborough (32000 spett.)
Arbitro:  Unione Sovietica Tofik Bachramov

Birmingham
16 luglio 1966, ore 15 UTC+0
Germania Ovest Germania Ovest 0 – 0
referto
Argentina Argentina Villa Park (51000 spett.)
Arbitro:  Jugoslavia Konstantin Zečević

Sheffield
19 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Argentina Argentina 2 – 0
referto
Svizzera Svizzera Hillsborough (32000 spett.)
Arbitro:  Portogallo Joaquim Campos

Birmingham
20 luglio 1966, ore 19:30
Germania Ovest Germania Ovest 2 – 1
referto
Spagna Spagna Villa Park (51000 spett.)
Arbitro:  Brasile Armando Marques

Classifica

Pos. Nazionale Pt G V N P GF GS DR
1. Germania Ovest Germania Ovest 5 3 2 1 0 7 1 +6
2. Argentina Argentina 5 3 2 1 0 4 1 +3
3. Spagna Spagna 2 3 1 0 2 4 5 -1
4. Svizzera Svizzera 0 3 0 0 3 1 9 -8

Girone 3

Liverpool
12 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Brasile Brasile 2 – 0
referto
Bulgaria Bulgaria Goodison Park (48000 spett.)
Arbitro:  Germania Ovest Kurt Tschenscher

Manchester
13 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Portogallo Portogallo 3 – 1
referto
Ungheria Ungheria Old Trafford (37000 spett.)
Arbitro:  Galles Leo Callaghan

Liverpool
15 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Ungheria Ungheria 3 – 1
referto
Brasile Brasile Goodison Park (52000 spett.)
Arbitro:  Inghilterra Ken Dagnall

Manchester
16 luglio 1966, ore 15 UTC+0
Portogallo Portogallo 3 – 0
referto
Bulgaria Bulgaria Old Trafford (26000 spett.)
Arbitro:  Uruguay José María Codesal

Liverpool
19 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Portogallo Portogallo 3 – 1
referto
Brasile Brasile Goodison Park (62000 spett.)
Arbitro:  Inghilterra George McCabe

Manchester
20 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Ungheria Ungheria 3 – 1
referto
Bulgaria Bulgaria Old Trafford (22000 spett.)
Arbitro:  Argentina Roberto Goicoechea

Classifica

Pos. Nazionale Pt G V N P GF GS DR
1. Portogallo Portogallo 6 3 3 0 0 9 2 +7
2. Ungheria Ungheria 4 3 2 0 1 7 5 +2
3. Brasile Brasile 2 3 1 0 2 4 6 -2
4. Bulgaria Bulgaria 0 3 0 0 3 1 8 -7

Gruppo 4

Middlesbrough
12 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Unione Sovietica Unione Sovietica 3 – 0
referto
Corea del Nord Corea del Nord Ayresome Park (22000 spett.)
Arbitro:  Spagna Juan Gardeazábal Garay

Sunderland
13 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Italia Italia 2 – 0
referto
Cile Cile Roker Park (30000 spett.)
Arbitro:  Svizzera Gottfried Dienst

Middlesbrough
15 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Cile Cile 1 – 1
referto
Corea del Nord Corea del Nord Ayresome Park (16000 spett.)
Arbitro:  Egitto Ali Kandil

Sunderland
16 luglio 1966, ore 15 UTC+0
Unione Sovietica Unione Sovietica 1 – 0
referto
Italia Italia Roker Park (27800 spett.)
Arbitro:  Germania Ovest Rudolf Kreitlein

Middlesbrough
19 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Corea del Nord Corea del Nord 1 – 0
referto
Italia Italia Ayresome Park (18000 spett.)
Arbitro:  Francia Pierre Schwinte

Sunderland
20 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Unione Sovietica Unione Sovietica 2 – 1
referto
Cile Cile Roker Park (22000 spett.)
Arbitro:  Irlanda del Nord John Adair

Classifica

Pos. Nazionale Pt G V N P GF GS DR
1. Unione Sovietica Unione Sovietica 6 3 3 0 0 6 1 +5
2. Corea del Nord Corea del Nord 3 3 1 1 1 2 4 -2
3. Italia Italia 2 3 1 0 2 2 2 0
4. Cile Cile 1 3 0 1 2 2 5 -3

Fase a eliminazione diretta

  Quarti di finale   Semifinali   Finale
                     
  23 luglio - Londra            
 
    Inghilterra Inghilterra   1
  25 luglio - Londra
    Argentina Argentina   0  
    Inghilterra Inghilterra   2
  23 luglio - Liverpool
      Portogallo Portogallo  1  
    Portogallo Portogallo   5
    30 luglio - Londra
    Corea del Nord Corea del Nord   3  
    Inghilterra Inghilterra (dts)   4
  23 luglio - Sheffield
      Germania Ovest Germania Ovest   2
    Germania Ovest Germania Ovest   4
  26 luglio - Liverpool  
    Uruguay Uruguay   0  
    Germania Ovest Germania Ovest   2 Finale 3º posto
  23 luglio - Sunderland
      Unione Sovietica Unione Sovietica   1    
    Unione Sovietica Unione Sovietica   2   Portogallo Portogallo   2
   
    Ungheria Ungheria   1     Unione Sovietica Unione Sovietica   1
   
    28 luglio - Londra
   

Quarti di finale

Liverpool
23 luglio 1966, ore 15 UTC+0
Portogallo Portogallo 5 – 3
referto
Corea del Nord Corea del Nord Goodison Park (51780 spett.)
Arbitro:  Israele Menachem Ashkenazi

Sheffield
23 luglio 1966, ore 15 UTC+0
Germania Ovest Germania Ovest 4 – 0
referto
Uruguay Uruguay Hillsborough (34000 spett.)
Arbitro:  Inghilterra Jim Finney

Londra
23 luglio 1966, ore 15 UTC+0
Inghilterra Inghilterra 1 – 0
referto
Argentina Argentina Wembley (90000 spett.)
Arbitro:  Germania Ovest Rudolf Kreitlein

Sunderland
23 luglio 1966, ore 15 UTC+0
Unione Sovietica Unione Sovietica 2 – 1
referto
Ungheria Ungheria Roker Park (21000 spett.)
Arbitro:  Spagna Juan Gardeazábal Garay

Semifinali

Liverpool
25 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Germania Ovest Germania Ovest 2 – 1
referto
Unione Sovietica Unione Sovietica Goodison Park (38300 spett.)
Arbitro:  Italia Concetto Lo Bello

Londra
26 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Inghilterra Inghilterra 2 – 1
referto
Portogallo Portogallo Wembley (95000 spett.)
Arbitro:  Francia Pierre Schwinte

Finale 3º- 4º posto

Londra
28 luglio 1966, ore 19:30 UTC+0
Portogallo Portogallo 2 – 1
referto
Unione Sovietica Unione Sovietica Wembley (88000 spett.)
Arbitro:  Inghilterra Ken Dagnall

Finale 1°- 2º posto

Londra
30 luglio 1966, ore 15:00 (UTC+0)
Inghilterra Inghilterra 4 – 2
(d.t.s.)
Germania Ovest Germania Ovest Wembley Stadium (96 924 spett.)
Arbitro:  Svizzera Dienst

Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Inghilterra
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Germania Ovest
   
P 1 Gordon Banks
D 2 George Cohen
D 5 Jack Charlton
D 6 Bobby Moore (C)
D 3 Ray Wilson
C 4 Nobby Stiles
C 7 James Alan Ball
A 9 Bobby Charlton
C 16 Martin Peters Ammonizione al 20’ 20’
A 10 Geoff Hurst
A 21 Roger Hunt
CT:
Inghilterra Alf Ramsey
   
P 1 Hans Tilkowski
D 2 Horst-Dieter Höttges
D 5 Willi Schulz
D 6 Wolfgang Weber
D 3 Karl-Heinz Schnellinger
D 4 Franz Beckenbauer
C 12 Wolfgang Overath
C 8 Helmut Haller
A 9 Uwe Seeler (C)
A 10 Siegfried Held
A 11 Lothar Emmerich
 
CT:
Germania Ovest Helmut Schön

Classifica marcatori

9 reti
6 reti
4 reti
3 reti
2 reti
1 rete
Autoreti

Premi

[15] Miglior marcatore Miglior giovane[16]
  Portogallo Eusébio (9) Germania Ovest Franz Beckenbauer

All-Star Team[17]

Portiere Difensori Centrocampisti Attaccanti
Inghilterra Gordon Banks Inghilterra George Cohen
Inghilterra Bobby Moore
Portogallo Vicente
Argentina Silvio Marzolini
Germania Ovest Franz Beckenbauer
Portogallo Mário Coluna
Inghilterra Bobby Charlton
Ungheria Flórián Albert
Germania Ovest Uwe Seeler
Portogallo Eusébio  

Nazionale di calcio dell'Inghilterra

Inghilterra Inghilterra
England crest 2009.svg
Uniformi di gara
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Trasferta
Sport Football pictogram.svg Calcio
Federazione Football Association
Confederazione UEFA
Codice FIFA ENG
Soprannome Three Lions
(Tre leoni)
Selezionatore Inghilterra Gareth Southgate
Record presenze Peter Shilton (125)
Capocannoniere Wayne Rooney (53)
Stadio Wembley Stadium
(90 000 posti)
Ranking FIFA [1] (10 febbraio 2022)
Sponsor tecnico Nike
Esordio internazionale
Scozia Scozia 0 - 0 Inghilterra Inghilterra
GlasgowRegno Unito, 30 novembre 1872
Migliore vittoria
Irlanda Irlanda 0 - 13 Inghilterra Inghilterra
BelfastRegno Unito, 18 febbraio 1882
Peggiore sconfitta
Ungheria Ungheria 7 - 1 Inghilterra Inghilterra
BudapestUngheria, 23 maggio 1954
Campionato del mondo
Partecipazioni 15 (esordio: 1950)
Miglior risultato Oro Campioni nel 1966
Campionato d'Europa
Partecipazioni 10 (esordio: 1968)
Miglior risultato Argento Secondo posto nel 2020
Nations League
Partecipazioni 2 (esordio: 2018-2019)
Miglior risultato Bronzo Terzo posto nel 2018-2019

La nazionale di calcio dell'Inghilterra (in inglese England national football team) è la selezione calcistica rappresentativa dell'Inghilterra ed è posta sotto l'egida della Federazione calcistica inglese. Insieme a quella scozzese, è la nazionale di calcio più antica del mondo.

Si è aggiudicata un titolo mondiale nell'edizione 1966, giocata in casa, e nella rassegna ha raggiunto in due occasioni il quarto posto (1990 e 2018). Per quanto riguarda il campionato d'Europa, il miglior piazzamento è il secondo posto raggiunto nel 2020. L'Inghilterra è l'unica nazionale di calcio, tra quelle laureatesi campioni del mondo, a non aver mai vinto l'alloro continentale.[2]. Negli altri trofei internazionali vanta, quale miglior risultato, un terzo posto nell'edizione inaugurale della UEFA Nations League.

Il posizionamento più alto raggiunto dall'Inghilterra nella classifica mondiale della FIFA, istituita nell'agosto 1993, è il 3º posto occupato nell'agosto 2012, mentre il più basso è il 27º posto del febbraio 1996.[1]

Storia

Gli inizi

L'Inghilterra schierata prima di un match contro la Scozia a Richmond nel 1893.

La nazionale inglese di calcio è la nazionale di calcio più antica. Fu fondata insieme a quella scozzese, con cui disputò cinque partite rappresentative dal 1870 al 1872. Il primo match tra le due compagini, organizzato dalla Football Association, si tenne il 5 marzo 1870 e il primo match di ritorno il 30 novembre 1872.

La gara, giocata all'Hamilton Crescent, in Scozia, è considerata il primo incontro ufficiale tra nazionali di calcio della storia, perché si trattava di due selezioni indipendenti operanti in autonomia e non controllate dalla medesima federazione calcistica[3]. Per i successivi quarant'anni l'Inghilterra giocò esclusivamente contro nazionali di calcio delle nazioni costitutive del Regno Unito, vale a dire ScoziaGalles e Irlanda (IFA) nel Torneo Interbritannico.

Inizialmente l'Inghilterra non disputava i propri incontri di calcio in uno stadio ben definito. Affiliatasi alla FIFA nel 1906, la federazione allargò il novero di avversarie della propria squadra nazionale nel 1908, quando la nazionale inglese intraprese un tour nell'Europa centrale. Nel 1923 fu inaugurato lo Stadio di Wembley, che divenne la sede della nazionale inglese. Nel 1928 la federcalcio inglese uscì dalla FIFA, prima di rientrarvi nel 1946. Di conseguenza non partecipò al campionato mondiale di calcio sino all'edizione di Brasile 1950, dove fu eliminata al primo turno dopo la clamorosa sconfitta per 1-0 contro gli Stati Uniti[4].

La prima sconfitta casalinga dell'Inghilterra contro una selezione "straniera" (vale a dire non una di quelle facenti parte del Regno Unito) risale alla partita persa per 2-0 contro l'Irlanda il 21 settembre 1949 a Goodison Park. La squadra perse poi la sua seconda partita, per 6-3, solo nel 1953, contro l'Ungheria a Wembley. Nella sfida di ritorno a Budapest l'Ungheria vinse di nuovo, con il punteggio di 7-1. Rimane questa la sconfitta con il più largo scarto subita dall'Inghilterra nella sua storia. Al termine del match Syd Owen dichiarò: "È stato come giocare contro dei marziani"[5]. Al campionato del mondo 1954 l'Inghilterra raggiunse per la prima volta nella propria storia i quarti di finale, dove fu sconfitta per 4-2 ed eliminata dall'Uruguay campione del mondo in carica.

La regina Elisabetta II consegna al capitano inglese Bobby Moore la Coppa Rimet 1966, vinta battendo in finale a Wembley la Germania Ovest per 4-2 dopo i tempi supplementari.

La generazione d'oro

Malgrado la nomina del primo selezionatore a tempo pieno, Walter Winterbottom, nel 1946, la squadra fu ancora scelta da un comitato tecnico fino alla nomina di Alf Ramsey, che assunse il ruolo di allenatore nel 1963. Nel campionato del mondo 1966, ospitato dall'Inghilterra, la squadra di Ramsey vinse il proprio girone grazie ai successi contro Messico e Francia e il pareggio contro l'Uruguay. Ai quarti batte 1-0 l'Argentina e in semifinale 2-0 il Portogallo grazie alla doppietta di Bobby Charlton e in finale batte la Germania Ovest (4-2) dopo i tempi supplementari, grazie alla tripletta di Geoff Hurst divenendo per la prima volta campioni del mondo. In quello stesso anno l'attaccante della nazionale Bobby Charlton vincerà il Pallone d'Oro.

Al campionato d'Europa 1968, in Italia, la squadra inglese raggiunse per la prima volta nel torneo le semifinali, eliminata dalla Jugoslavia.

Periodi bui[modifica | modifica wikitesto]

Qualificatasi per il campionato del mondo 1970 in Messico, da campione del mondo in carica la selezione inglese fu eliminata ai quarti di finale dalla Germania Ovest. In vantaggio di due gol, subì la rimonta avversaria e perse per 3-2 dopo i tempi supplementari. Le mancate qualificazioni al campionato d'Europa 1972 e al campionato del mondo 1974 portarono alle dimissioni di Ramsey, ma l'Inghilterra fallì anche la qualificazione al campionato d'Europa 1976 e al campionato del mondo 1978. A Spagna 1982 l'Inghilterra allenata da Ron Greenwood, tornata dopo sedici anni a giocare una fase finale di un grande torneo, fu eliminata nella seconda fase a gironi, senza subire alcuna sconfitta.

Allenata da Bobby Robson, la squadra raggiunse i quarti di finale del campionato del mondo 1986, dove fu sconfitta per 2-1 dall'Argentina ed eliminata in una partita resa famosa da due gol di Diego Armando Maradona: la prima rete fu segnata di mano, la seconda venne premiata dalla FIFA nel 2002 come "Gol del secolo". Al campionato d'Europa 1988, però, l'Inghilterra perse tutte le partite e fu eliminata al primo turno.

Al mondiale di Italia 1990 ottenne il suo secondo miglior piazzamento di sempre, il quarto posto, dopo aver perso ai tiri di rigore (4-3 dopo l'1-1 dei tempi supplementari) la semifinale con la Germania Ovest e la finale per il terzo posto contro l'Italia padrona di casa. Il risultato fu salutato con entusiasmo da tutta la nazione.

Passata nelle mani del CT Graham Taylor, a Euro 1992 la squadra pareggiò contro i futuri vincitori della Danimarca e contro la Francia e fu eliminata al primo turno dopo la sconfitta contro i padroni di casa della Svezia.

Gli anni novanta videro avvicendarsi sulla panchina della nazionale inglese quattro allenatori. Taylor, successore di Robson, si dimise dopo la mancata qualificazione al campionato del mondo 1994Terry Venables guidò la squadra al campionato d'Europa 1996, disputato in casa e concluso con l'eliminazione in semifinale, ancora ai tiri di rigore e ancora contro la Germania[6]. Fu uguagliato così il miglior piazzamento inglese nel torneo europeo, risalente al 1968.

L'Inghilterra quarta classificata al campionato del mondo 1990

Come noto prima dell'Europeo del 1996, Venables lasciò il posto a Glenn Hoddle, che guidò i suoi alla qualificazione al campionato del mondo 1998 vincendo un girone comprendente anche l'Italia. Nella fase finale del torneo l'Inghilterra uscì agli ottavi di finale contro l'Argentina, ancora una volta ai tiri di rigore (dopo il 2-2 dei tempi supplementari). Kevin Keegan condusse dunque l'Inghilterra al campionato d'Europa 2000, dove la squadra fu eliminata nuovamente nella fase a gironi, disfatta che causò le dimissioni del tecnico.

Nel 2001 la conduzione tecnica dell'Inghilterrà passò dunque a Sven-Göran Eriksson, primo allenatore non inglese della squadra. Durante la sua gestione, durata cinque anni, la formazione dei Leoni si fermò sempre ai quarti di finale di mondiali ed europei: al campionato del mondo 2002 (eliminazione contro il Brasile poi vincitore del torneo), al campionato d'Europa 2004 (eliminazione contro il Portogallo, nuovamente ai tiri di rigore) e al campionato del mondo 2006 (ancora contro il Portogallo e ancora ai tiri di rigore). Nonostante le eliminazioni, l'Inghilterra di Eriksson in cinque anni perse solo tre partite nei 90 minuti di gioco (cinque se si considerano i 120 minuti) e si issò al quarto posto della classifica mondiale della FIFA, ragioni che spinsero la federazione a rinnovare il contratto con il tecnico svedese sino al campionato d'Europa 2008. Ciononostante l'allenatore lasciò il proprio ruolo alla fine del mondiale.

La gestione del successore, Steve McClaren, si rivelò fallimentare: nel novembre 2007, dopo aver clamorosamente mancato la qualificazione al campionato d'Europa 2008 (decisivo il rovescio interno contro la Croazia all'ultima giornata), egli fu esonerato e sostituito dall'italiano Fabio Capello, in carica dal dicembre 2007.

Dopo aver vinto tutte le partite di qualificazione al campionato del mondo 2010 tranne una, nella fase finale del torneo la squadra inglese pareggiò le prime due partite contro Stati Uniti e Algeria[7], poi vinse contro la Slovenia e superò il primo turno, ma agli ottavi di finale, contro la Germania, perse per 4-1, stabilendo la propria peggiore sconfitta nelle fasi finali di un mondiale.

Nel febbraio 2012 Capello lasciò la nazionale dopo una polemica con la federazione sulla cessione di sottrarre la fascia di capitano a John Terry per accuse di razzismo[8] e fu sostituito da Roy Hodgson, a sole sei settimane dell'inizio del campionato d'Europa 2012[9]. Ancora una volta per gli inglesi furono fatali i rigori: ai quarti di finale fu l'Italia a eliminare i Leoni dopo lo 0-0 dei 120 minuti di gioco[10].

L'Inghilterra quarta classificata al campionato del mondo 2018

Qualificatasi per il campionato del mondo 2014, in Brasile la squadra inglese deluse, uscendo già al primo turno (la fase a gironi), evento che in un mondiale non accadeva da Svezia 1958 e in un grande torneo da Belgio-Paesi Bassi 2000[11]. L'unico punto ottenuto nella fase finale, contro la Costa Rica nell'ultima partita, rappresentò il peggiore risultato di sempre per l'Inghilterra ai mondiali[12]. L'Inghilterra si qualificò poi per il campionato d'Europa 2016 con 10 vittorie in 10 partite del girone eliminatorio[13], ma nella fase finale uscì agli ottavi di finale contro la sorprendente Islanda (2-1)[14]. Hodgson si dimise[15] e gli subentrò Sam Allardyce, che rimase in carica per un solo mese (vittoria in una partita contro la Slovacchia), costretto alle dimissioni allo scoppio di uno scandalo di affari illeciti di calciomercato che lo vedeva coinvolto[16].

Il ritorno in auge e l'argento europeo

Gareth Southgate, allenatore dell'Under-21, assunse le redini della nazionale maggiore nell'autunno del 2016, inizialmente in via temporanea[17] e poi permanente[18]. Sotto la sua gestione l'Inghilterra ottenne da imbattuta nel proprio girone la qualificazione al campionato del mondo 2018, poi si qualificò per gli ottavi di finale giungendo seconda nel gruppo di prima fase, ottenendo due vittorie contro Tunisia e Panama e subendo una sconfitta contro il Belgio. Agli ottavi eliminò la Colombia ai tiri di rigore[19] e ai quarti di finale la Svezia (2-0)[20], accedendo così alle semifinali del mondiale dopo 28 anni. In semifinale fu sconfitta per 2-1 dalla Croazia dopo i tempi supplementari e perse anche la finale per il terzo posto contro il Belgio, chiudendo al quarto posto, come nel 1990.[21]

Nel settembre 2018 la nazionale inglese esordì nella Lega A della UEFA Nations League 2018-2019 perdendo in casa contro la Spagna; nelle successive tre gare ottenne un pari esterno contro la Croazia, una vittoria esterna contro la Spagna e un altro successo nel decisivo match interno contro i croati, che proiettò la squadra dei Tre leoni al primo posto nel girone, con qualificazione alla final four. Sconfitta in semifinale a Guimarães dai Paesi Bassi, nello stesso stadio l'Inghilterra batté ai tiri di rigore la Svizzera, ottenendo il terzo posto nella rassegna.

Al campionato d'Europa 2020, disputato in varie sedi, l'Inghilterra superò da prima classificata il proprio girone, grazie alle vittorie per 1-0 contro Croazia e Rep. Ceca e al pareggio a reti bianche contro la Scozia, in tre partite giocate allo stadio londinese di Wembley. Qualificatasi da capolista del girone, l'Inghilterra continuò a giocare a Londra, dove batté la Germania per 2-0 agli ottavi di finale, mentre ai quarti di finale, allo stadio Olimpico di Roma, superò per 4-0 l'Ucraina e in semifinale sconfisse la Danimarca per 2-1 dopo i tempi supplementari, accedendo alla finale dell'europeo per la prima volta. Nell'atto conclusivo della manifestazione, disputato in casa, a Wembley, la nazionale inglese fu sconfitta dall'Italia ai tiri di rigore (3-2) dopo che i tempi regolamentari e supplementari si erano chiusi con il risultato di 1-1.

Impianti di gioco

Tra i vari stadi che hanno ospitato le gare della Nazionale inglese, particolarmente noto è il Wembley Stadium di Londra.[22] L'impianto originario venne inaugurato nel 1923, risultando teatro di numerose partite: oltre a varie finali di coppe europee, ospitò gli atti conclusivi del Mondiale 1966 e dell'Europeo 1996.[23] Demolito nei primi anni 2000[24][25], venne ricostruito riaprendo nel 2007 con lo stesso nome.[26] L'apertura coincise con una sfida dell'Under-21, che in amichevole pareggiò (3-3) contro i pari età dell'Italia (3-3 il finale).[27] La fama del Wembley rimase legata anche ai risultati, tanto che fino al 1953 nessuna avversaria fu in grado di uscirne vittoriosa.

Altri impianti in cui i Tre Leoni si sono spesso esibiti sono l'Old Trafford di Manchester e l'Highbury, sempre sito nella capitale ed abbattuto nel 2006.[28][29]

Colori e simboli

Il classico abbinamento cromatico inglese, maglia bianca e pantaloncini blu, qui in una delle sue versioni più iconiche, sfoggiata a Euro 1980

La classica divisa casalinga dell'Inghilterra è composta da maglia bianca, pantaloncini blu e calzettoni bianchi; in genere il colore blu è variato spesso, anche se la tonalità notte è quella più tradizionale nonché l'attuale. Dal 1998 la maglia è spesso decorata con ornamenti color rosso, per avvicinarla ai crismi della bandiera nazionale; inoltre, talvolta non è insolito vedere i giocatori inglesi scendere in campo in totale completo bianco.

In trasferta, altrettanto classica è la tenuta rossa con pantaloncini bianchi e calzettoni rossi, la più amata e la più famosa anche perché usata nel Mondiale del 1966 vinto in casa – nonostante nella storia, gli inglesi non ne ebbero bisogno fino a una partita contro una selezione non britannica. In realtà la seconda divisa non è stata sempre rossa: dal 1935[30] al 1959[31] l'Inghilterra scendeva spesso in campo in tenuta blu. Nel 1996 invece, durante l'Europeo tenutosi proprio in patria, l'allora sponsor tecnico propose una muta d'un tenue blu indaco: tale combinazione fu utilizzata contro BulgariaGermania e Georgia, ma trovò scarsi consensi sia tra i tifosi, attaccatissimi alla casacca rossa della tradizione, sia tra gli addetti ai lavori, dato che tale tonalità poco contrastava col bianco della prima tenuta;[32] la maglia rossa fu pertanto ripristinata dopo due soli anni, e utilizzata stabilmente fino ai giorni nostri salvo che nel biennio 2011-2012, quando si tentò una nuova sperimentazione con una casacca blu navy abbinata a pantaloncini color celeste.[33]

Moore in maglia gialla nel 1973, per un'amichevole in casa dell'Italia

Situazione più unica che rara nel panorama delle compagini nazionali, nel corso della sua storia l'Inghilterra ha più volte sfoggiato anche delle terze maglie. Già nei Mondiali del '70 vestì una divisa celeste contro la Cecoslovacchia.[34] Nel 1973 invece si ricorse a un'uniforme simile a quella del Brasile, composta da una maglia gialla e da pantaloncini blu, utilizzata ancora contro la Cecoslovacchia e in seguito vista pure con Polonia e Italia.[35] Ai Mondiali 1986, l'Inghilterra scese in campo in maglia bianca e pantaloncini celesti contro l'Argentina. Tra il 1986 ed il 1993 ci furono infine varie terze maglie color celeste (tra cui una rimasta famosa tra i collezionisti, coi leoni d'Inghilterra sullo sfondo[36]), ma che furono raramente usate in occasioni ufficiali.

Scudo araldico dello stemma dalla Federazione calcistica dell'Inghilterra, con i tre leoni azzurri e le rose Tudor. Le dieci rose sono state aggiunte nel 1949.

Per oltre vent'anni il fornitore tecnico dell'Inghilterra è stata la Umbro ma, dopo l'annuncio della vendita della società da parte della proprietaria Nike, proprio il colosso americano dello swoosh è subentrato come sponsor tecnico dal 2013. Precedentemente, per brevi periodi le maglie erano state firmate da aziende come Bukta e Admiral.

Per quanto concerne i dettagli, sul petto dei giocatori inglesi è presente lo stemma della propria federazione, uno scudo bianco con bordatura blu scuro, recante all'interno i tre leoni d'Inghilterra e le rose rosse tipiche della dinastia Tudor; il richiamo è fortemente ispirato all'emblema nazionale. Sopra lo stemma è inoltre posta una stella che rappresenta la vittoria al Mondiale del '66.

Confronti con le altre Nazionali

Questi sono i saldi dell'Inghilterra nei confronti delle Nazionali con cui sono stati disputati almeno 10 incontri.

  • Nota bene: come previsto dai regolamenti FIFA, le partite terminate ai rigori dopo i tempi supplementari sono considerate pareggi.

Saldo positivo

Nazionale Giocate Vinte Pareggiate Perse Reti fatte Reti subite Differenza reti Ultima vittoria Ultimo pareggio Ultima sconfitta
Scozia Scozia 114 48 26 41 203 174 +29 11 novembre 2016 18 giugno 2021 17 novembre 1999
Galles Galles 103 68 21 14 240 91 +159 8 ottobre 2020 20 maggio 1981 2 maggio 1984
Irlanda Irlanda 57 46 8 3 230 49 +181 16 novembre 1949 5 novembre 1947 22 ottobre 1927
Irlanda del Nord Irlanda del Nord 41 29 8 4 93 32 +61 26 marzo 2005 13 novembre 1985 7 settembre 2005
Francia Francia 31 17 5 9 71 39 +32 17 novembre 2015 11 giugno 2012 13 giugno 2017
Spagna Spagna 27 13 4 10 45 32 +13 15 ottobre 2018 15 novembre 2016 8 settembre 2018
Svizzera Svizzera 26 17 6 3 57 19 +38 11 settembre 2018 9 giugno 2019 30 maggio 1981
Germania Germania 33 14 6 13 53 42 +11 29 giugno 2021 10 novembre 2017 22 marzo 2017
Svezia Svezia 25 9 9 7 40 32 +8 7 luglio 2018 20 giugno 2006 14 novembre 2012
Belgio Belgio 25 16 5 4 72 31 +41 11 ottobre 2020 29 maggio 1998 15 novembre 2020
Portogallo Portogallo 23 10 10 3 46 25 +21 2 giugno 2016 1º luglio 2006 12 giugno 2000
Ungheria Ungheria 22 15 2 5 56 30 +26 11 agosto 2010 28 aprile 1999 31 maggio 1962
Danimarca Danimarca 22 13 5 4 38 21 +17 7 luglio 2021 8 settembre 2020 14 ottobre 2020
Polonia Polonia 19 11 7 1 30 11 +19 15 ottobre 2013 17 ottobre 2012 6 giugno 1973
Austria Austria 18 10 4 4 58 27 +31 16 novembre 2007 4 settembre 2004 13 giugno 1979
Irlanda Irlanda 17 6 8 3 23 14 +9 12 novembre 2020 7 giugno 2015 15 febbraio 1995
Argentina Argentina 14 6 6 2 21 15 +6 12 novembre 2005 23 febbraio 2000 22 giugno 1986
Jugoslavia Jugoslavia 14 5 5 4 23 20 +3 13 dicembre 1989 5 giugno 1974 5 giugno 1968
Bulgaria Bulgaria 12 8 4 0 26 2 +24 14 ottobre 2020 9 giugno 1999 -
Cecoslovacchia Cecoslovacchia 12 7 3 2 25 15 +10 25 aprile 1990 25 marzo 1992 30 ottobre 1975
Norvegia Norvegia 12 7 3 2 28 7 +21 3 settembre 2014 11 ottobre 1995 2 giugno 1993
Finlandia Finlandia 11 9 2 0 36 7 +29 24 marzo 2001 11 ottobre 2000 -
Unione Sovietica Unione Sovietica 11 5 3 3 19 13 +6 21 maggio 1991 6 dicembre 1967 18 giugno 1988
Stati Uniti Stati Uniti 11 8 1 2 39 9 +30 15 novembre 2018 12 giugno 2010 9 giugno 1993
Turchia Turchia 11 9 2 0 33 1 +32 22 maggio 2016 11 ottobre 2003 -

Saldo negativo

Nazionale Giocate Vinte Pareggiate Perse Reti fatte Reti subite Differenza Ultima vittoria Ultimo pareggio Ultima sconfitta
Italia Italia 28 8 10 10 34 32 +2 15 agosto 2012 11 luglio 2021 14 giugno 2014
Brasile Brasile 26 4 11 11 23 34 −11 6 febbraio 2013 14 novembre 2017 14 novembre 2009
Paesi Bassi Paesi Bassi 22 6 9 7 31 29 +5 23 marzo 2018 12 agosto 2009 6 giugno 2019
Romania Romania 11 2 6 3 10 10 ±0 2 giugno 1970 12 ottobre 1994 20 giugno 2000
Uruguay Uruguay 11 3 3 5 11 15 −4 1º marzo 2006 29 marzo 1995 19 giugno 2014

Palmarès

Inghilterra 1966

Partecipazioni ai tornei internazionali

Campionato del mondo
Edizione Risultato
1930 Non partecipante
1934 Non partecipante
1938 Non partecipante
1950 Primo turno
1954 Quarti di finale
1958 Primo turno
1962 Quarti di finale
1966 Campione Coppa Jules Rimet Icon.svg
1970 Quarti di finale
1974 Non qualificata
1978 Non qualificata
1982 Secondo turno
1986 Quarti di finale
1990 Quarto posto
1994 Non qualificata
1998 Ottavi di finale
2002 Quarti di finale
2006 Quarti di finale
2010 Ottavi di finale
2014 Primo turno
2018 Quarto posto
Campionato europeo
Edizione Risultato
1960 Non partecipante
1964 Non qualificata
1968 Terzo posto Bronze medal europe.svg
1972 Non qualificata
1976 Non qualificata
1980 Primo turno
1984 Non qualificata
1988 Primo turno
1992 Primo turno
1996 Semifinali Bronze medal europe.svg
2000 Primo turno
2004 Quarti di finale
2008 Non qualificata
2012 Quarti di finale
2016 Ottavi di finale
2020 Secondo posto Silver medal europe.svg
Giochi olimpici[37]
Edizione Risultato
Confederations Cup
Edizione Risultato
1992 Non invitata
1995 Non invitata
1997 Non qualificata
1999 Non qualificata
2001 Non qualificata
2003 Non qualificata
2005 Non qualificata
2009 Non qualificata
2013 Non qualificata
2017 Non qualificata


LegendaGrassetto: Risultato migliore, Corsivo: Mancate partecipazioni

 

Statistiche dettagliate sui tornei internazionali

Mondiali

Anno Luogo Piazzamento V N P Gol
1930 Uruguay Uruguay Non partecipante - - - -
1934 Italia Italia Non partecipante - - - -
1938 Francia Francia Non partecipante - - - -
1950 Brasile Brasile Primo turno 1 0 2 2:2
1954 Svizzera Svizzera Quarti di finale 1 1 1 8:8
1958 Svezia Svezia Primo turno 0 3 1 4:5
1962 Cile Cile Quarti di finale 1 1 2 5:6
1966 Inghilterra Inghilterra Campione Coppa Jules Rimet Icon.svg 5 1 0 11:3
1970 Messico Messico Quarti di finale 2 0 2 4:4
1974 bandiera Germania Ovest Non qualificata - - - -
1978 Argentina Argentina Non qualificata - - - -
1982 Spagna Spagna Secondo turno 3 2 0 6:1
1986 Messico Messico Quarti di finale 2 1 2 7:3
1990 Italia Italia Quarto posto 3 3 1 8:6
1994 Stati Uniti Stati Uniti Non qualificata - - - -
1998 Francia Francia Ottavi di finale 2 1 1 7:4
2002 Corea del Sud Corea del Sud / Giappone Giappone Quarti di finale 2 2 1 6:3
2006 Germania Germania Quarti di finale 3 2 0 6:2
2010 Sudafrica Sudafrica Ottavi di finale 1 2 1 3:5
2014 Brasile Brasile Primo turno 0 1 2 2:4
2018 Russia Russia Quarto posto 3 1 3 12:8
2022 Qatar Qatar Qualificata 0 0 0 0:0

Europei

Anno Luogo Piazzamento V N P Gol
1960 Francia Francia Non partecipante - - - -
1964 Spagna Spagna Non qualificata - - - -
1968 Italia Italia Terzo posto Bronze medal europe.svg 1 0 1 2:1
1972 Belgio Belgio Non qualificata - - - -
1976 Jugoslavia Jugoslavia Non qualificata - - - -
1980 Italia Italia Primo turno 1 1 1 3:3
1984 Francia Francia Non qualificata - - - -
1988 bandiera Germania Ovest Primo turno 0 0 3 2:7
1992 Svezia Svezia Primo turno 0 2 1 1:2
1996 Inghilterra Inghilterra Semifinali Bronze medal europe.svg 2 3 0 8:3
2000 Belgio Belgio / Paesi Bassi Paesi Bassi Primo turno 1 0 2 5:6
2004 Portogallo Portogallo Quarti di finale 2 1 1 10:6
2008 Austria Austria / Svizzera Svizzera Non qualificata - - - -
2012 Polonia Polonia / Ucraina Ucraina Quarti di finale 2 2 0 5:3
2016 Francia Francia Ottavi di finale 1 2 1 4:4
2020[38] Europa Europa Secondo posto Argento 5 2 0 11:2

Nations League

Anno Luogo Piazzamento V N P Gol
2018-2019 Portogallo Portogallo Terzo posto Bronzo 2 2 2 7:8
2020-2021 Italia Italia 9° in Lega A 3 1 2 7:4

Tutte le rose

Mondiali

Coppa del Mondo FIFA 1950
Ditchburn, P Williams, D Aston, D Eckersley, D Ramsey, D Scott, D Taylor, D Wright, C Baily, C Cockburn, C Dickinson, C Hughes, C Nicholson, C Watson, A Bentley, A Finney, A Mannion, A Matthews, A Milburn, A Mortensen, A MullenCTWinterbottom
Coppa del Mondo FIFA 1954
Merrick, 2 Staniforth, 3 Byrne, 4 Wright, 5 Owen, 6 Dickinson, 7 Matthews, 8 Broadis, 9 Lofthouse, 10 Taylor, 11 Finney, 12 Burgin, 13 Green, 14 McGarry, 15 Wilshaw, 16 Quixall, 17 Mullen, 18 Chilton, 19 Armstrong, 20 Jezzard, 21 Haynes, 22 HooperCTWinterbottom
Coppa del Mondo FIFA 1958
McDonald, 2 Howe, 3 Banks, 4 Clamp, 5 Wright, 6 Slater, 7 Douglas, 8 Robson, 9 Kevan, 10 Haynes, 11 Finney, 12 Hopkinson, 13 Hodgkinson, 14 Sillett, 15 Clayton, 16 Norman, 17 Brabrook, 18 Broadbent, 19 Smith, 20 Charlton, 21 A'Court, 22 SettersCTWinterbottom
Coppa del Mondo FIFA 1962
Springett, 2 Armfield, 3 Wilson, 4 Robson, 5 Swan, 6 Flowers, 7 Connelly, 8 Greaves, 9 Hitchens, 10 Haynes, 11 Charlton, 12 Hodgkinson, 13 Kevan, 14 Anderson, 15 Norman, 16 Moore, 17 Douglas, 18 Hunt, 19 Peacock, 20 Eastham, 21 Howe, 22 BanksCTWinterbottom
Coppa del Mondo FIFA 1966
Banks, 2 Cohen, 3 Wilson, 4 Stiles, 5 J. Charlton, 6 Moore, 7 Ball, 8 Greaves, 9 B. Charlton, 10 Hurst, 11 Connelly, 12 Springett, 13 Bonetti, 14 Armfield, 15 Byrne, 16 Peters, 17 Flowers, 18 Hunter, 19 Paine, 20 Callaghan, 21 Hunt, 22 EasthamCTRamsey
Coppa del Mondo FIFA 1970
Banks, 2 Newton, 3 Cooper, 4 Mullery, 5 Labone, 6 Moore, 7 Lee, 8 Ball, 9 B. Charlton, 10 Hurst, 11 Peters, 12 Bonetti, 13 Stepney, 14 Wright, 15 Stiles, 16 Hughes, 17 J. Charlton, 18 Hunter, 19 Bell, 20 Osgood, 21 Clarke, 22 AstleCTRamsey
Coppa del Mondo FIFA 1982
Clemence, 2 Anderson, 3 Brooking, 4 Butcher, 5 Coppell, 6 Foster, 7 Keegan, 8 Francis, 9 Hoddle, 10 McDermott, 11 Mariner, 12 Mills, 13 Corrigan, 14 Neal, 15 Rix, 16 Robson, 17 Sansom, 18 Thompson, 19 Wilkins, 20 Withe, 21 Woodcock, 22 ShiltonCTGreenwood
Coppa del Mondo FIFA 1986
Shilton, 2 M.G. Stevens, 3 Sansom, 4 Hoddle, 5 Martin, 6 Butcher, 7 Br. Robson, 8 Wilkins, 9 Hateley, 10 Lineker, 11 Waddle, 12 Anderson, 13 Woods, 14 Fenwick, 15 G.A. Stevens, 16 Reid, 17 Steven, 18 Hodge, 19 Barnes, 20 Beardsley, 21 Dixon, 22 BaileyCTBo. Robson
Coppa del Mondo FIFA 1990
Shilton, 2 M.G. Stevens, 3 Pearce, 4 Webb, 5 Walker, 6 Butcher, 7 Br. Robson, 8 Waddle, 9 Beardsley, 10 Lineker, 11 Barnes, 12 Parker, 13 Woods, 14 Wright, 15 Dorigo, 16 McMahon, 17 Platt, 18 Hodge, 19 Gascoigne, 20 Steven, 21 Bull, 22 BeasantCTBo. Robson
Coppa del Mondo FIFA 1998
Seaman, 2 Campbell, 3 Le Saux, 4 Ince, 5 Adams, 6 Southgate, 7 Beckham, 8 Batty, 9 Shearer, 10 Sheringham, 11 McManaman, 12 Neville, 13 Martyn, 14 Anderton, 15 Merson, 16 Scholes, 17 Lee, 18 Keown, 19 L. Ferdinand, 20 Owen, 21 R. Ferdinand, 22 FlowersCTHoddle
Coppa del Mondo FIFA 2002
Seaman, 2 Mills, 3 A. Cole, 4 Sinclair, 5 Ferdinand, 6 Campbell, 7 Beckham, 8 Scholes, 9 Fowler, 10 Owen, 11 Heskey, 12 Brown, 13 Martyn, 14 Bridge, 15 Keown, 16 Southgate, 17 Sheringham, 18 Hargreaves, 19 J. Cole, 20 Vassell, 21 Butt, 22 James, 23 DyerCTEriksson
Coppa del Mondo FIFA 2006
Robinson, 2 G. Neville, 3 A. Cole, 4 Gerrard, 5 Ferdinand, 6 Terry, 7 Beckham, 8 Lampard, 9 Rooney, 10 Owen, 11 J. Cole, 12 Campbell, 13 James, 14 Bridge, 15 Carragher, 16 Hargreaves, 17 Jenas, 18 Carrick, 19 Lennon, 20 Downing, 21 Crouch, 22 Carson, 23 WalcottCTEriksson
Coppa del Mondo FIFA 2010
James, 2 Johnson, 3 A. Cole, 4 Gerrard, 5 Dawson, 6 Terry, 7 Lennon, 8 Lampard, 9 Crouch, 10 Rooney, 11 J. Cole, 12 Green, 13 Warnock, 14 Barry, 15 Upson, 16 Milner, 17 Wright-Phillips, 18 Carragher, 19 Defoe, 20 King, 21 Heskey, 22 Carrick, 23 HartCTCapello
Coppa del Mondo FIFA 2014
Hart, 2 Johnson, 3 Baines, 4 Gerrard, 5 Cahill, 6 Jagielka, 7 Wilshere, 8 Lampard, 9 Sturridge, 10 Rooney, 11 Welbeck, 12 Smalling, 13 Foster, 14 Henderson, 15 Oxlade-Chamberlain, 16 Jones, 17 Milner, 18 Lambert, 19 Sterling, 20 Lallana, 21 Barkley, 22 Forster, 23 ShawCTHodgson
Coppa del Mondo FIFA 2018
Pickford, 2 Walker, 3 Rose, 4 Dier, 5 Stones, 6 Maguire, 7 Lingard, 8 Henderson, 9 Kane, 10 Sterling, 11 Vardy, 12 Trippier, 13 Butland, 14 Welbeck, 15 Cahill, 16 Jones, 17 Delph, 18 Young, 19 Rashford, 20 Alli, 21 Loftus-Cheek, 22 Alexander-Arnold, 23 PopeCTSouthgate

Europei

Campionato d’Europa UEFA 1968
Banks, 2 Newton, 3 Wilson, 4 Mullery, 5 Labone, 6 Moore, 7 Ball, 8 Hunt, 9 B. Charlton, 10 Hurst, 11 Peters, 12 Stepney, 13 West, 14 Knowles, 15 J. Charlton, 16 Wright, 17 Stiles, 18 Summerbee, 19 Hunter, 20 Bell, 21 Greaves, 22 ThompsonCTRamsey
Campionato d'Europa UEFA 1980
Clemence, 2 Neal, 3 Sansom, 4 Thompson, 5 Watson, 6 Wilkins, 7 Keegan, 8 Coppell, 9 Johnson, 10 Brooking, 11 Woodcock, 12 Anderson, 13 Shilton, 14 Cherry, 15 E. Hughes, 16 Mills, 17 McDermott, 18 R. Kennedy, 19 Hoddle, 20 Mariner, 21 Birtles, 22 CorriganCTGreenwood
Campionato d'Europa UEFA 1988
Shilton, 2 M.G. Stevens, 3 Sansom, 4 Webb, 5 Watson, 6 Adams, 7 Br. Robson, 8 Steven, 9 Beardsley, 10 Lineker, 11 Barnes, 12 Waddle, 13 Woods, 14 Anderson, 15 McMahon, 16 Reid, 17 Hoddle, 18 Hateley, 19 Wright, 20 DorigoCTBo. Robson
Campionato d'Europa UEFA 1992
Woods, 2 Curle, 3 Pearce, 4 Keown, 5 Walker, 6 Wright, 7 Platt, 8 Steven, 9 Clough, 10 Lineker, 11 Sinton, 12 Palmer, 13 Martyn, 14 Dorigo, 15 Webb, 16 Merson, 17 A. Smith, 18 Daley, 19 Batty, 20 ShearerCTTaylor
Campionato d'Europa UEFA 1996
Seaman, 2 G. Neville, 3 Pearce, 4 Ince, 5 Adams, 6 Southgate, 7 Platt, 8 Gascoigne, 9 Shearer, 10 Sheringham, 11 Anderton, 12 Howey, 13 Flowers, 14 Barmby, 15 Redknapp, 16 Campbell, 17 McManaman, 18 Ferdinand, 19 P. Neville, 20 Stone, 21 Fowler, 22 WalkerCTVenables
Campionato d’Europa UEFA 2000
Seaman, 2 G. Neville, 3 P. Neville, 4 Campbell, 5 Adams, 6 Keown, 7 Beckham, 8 Scholes, 9 Shearer, 10 Owen, 11 McManaman, 12 Southgate, 13 Martyn, 14 Ince, 15 Barry, 16 Gerrard, 17 Wise, 18 Barmby, 19 Heskey, 20 Phillips, 21 Fowler, 22 WrightCTKeegan
Campionato d’Europa UEFA 2004
James, 2 G. Neville, 3 A. Cole, 4 Gerrard, 5 Terry, 6 Campbell, 7 Beckham, 8 Scholes, 9 Rooney, 10 Owen, 11 Lampard, 12 Bridge, 13 Robinson, 14 P. Neville, 15 King, 16 Carragher, 17 Butt, 18 Hargreaves, 19 J. Cole, 20 Dyer, 21 Heskey, 22 Walker, 23 VassellCTEriksson
Campionato d’Europa UEFA 2012
Hart, 2 Johnson, 3 Cole, 4 Gerrard, 5 Kelly, 6 Terry, 7 Walcott, 8 Henderson, 9 Carroll, 10 Rooney, 11 Young, 12 Baines, 13 Green, 14 Jones, 15 Lescott, 16 Milner, 17 Parker, 18 Jagielka, 19 Downing, 20 Oxlade-Chamberlain, 21 Defoe, 22 Welbeck, 23 ButlandCTHodgson
Campionato d’Europa UEFA 2016
Hart, 2 Walker, 3 Rose, 4 Milner, 5 Cahill, 6 Smalling, 7 Sterling, 8 Lallana, 9 Kane, 10 Rooney, 11 Vardy, 12 Clyne, 13 Forster, 14 Henderson, 15 Sturridge, 16 Stones, 17 Dier, 18 Wilshere, 19 Barkley, 20 Alli, 21 Bertrand, 22 Rashford, 23 HeatonCTHodgson
Campionato d'Europa UEFA 2020
Pickford, 2 Walker, 3 Shaw, 4 Rice, 5 Stones, 6 Maguire, 7 Grealish, 8 Henderson, 9 Kane, 10 Sterling, 11 Rashford, 12 Trippier, 13 Ramsdale, 14 Phillips, 15 Mings, 16 Coady, 17 Sancho, 18 Calvert-Lewin, 19 Mount, 20 Foden, 21 Chilwell, 22 White, 23 Johnstone, 24 James, 25 Saka, 26 BellinghamCTSouthgate

Nations League

Fase finale UEFA Nations League 2018-2019
Pickford, 2 Walker, 3 Rose, 4 Dier, 5 Stones, 6 Maguire, 7 Lingard, 8 Henderson, 9 Kane, 10 Sterling, 11 Sancho, 12 Gomez, 13 Butland, 14 Chilwell, 15 Keane, 16 Rice, 17 Delph, 18 Barkley, 19 Rashford, 20 Alli, 21 Wilson, 22 Alexander-Arnold, 23 HeatonCTSouthgate

Taça das Nações

Taça das Nações 1964
Banks, P Waiters, D Armfield, D Cohen, D Moore, D Norman, D Thomson, D Wilson, C Eastham, C Flowers, C Milne, C Mullery, C Paine, C Thompson, A Byrne, A Charlton, A Greaves, A Hunt, A PickeringCTRamsey

Rosa attuale

Lista dei giocatori convocati per le gare amichevoli contro Svizzera e Costa d'Avorio del 26 e 29 marzo 2022.

Presenze e reti aggiornate al 26 marzo 2022.

N. Pos. Giocatore Data nascita (età) Pres. Reti Squadra
  P Jordan Pickford 7 marzo 1994 (28 anni) 43 -32
  P Nick Pope 19 aprile 1992 (29 anni) 7 -1
  P Aaron Ramsdale 14 maggio 1998 (23 anni) 1 0
 
  D John Stones 28 maggio 1994 (27 anni) 55 3
  D Harry Maguire 5 marzo 1993 (29 anni) 41 7
  D Luke Shaw 12 luglio 1995 (26 anni) 20 2
  D Trent Alexander-Arnold 7 ottobre 1998 (23 anni) 16 1
  D Tyrone Mings 13 marzo 1993 (29 anni) 16 1
  D Reece James 8 dicembre 1999 (22 anni) 10 0
  D Conor Coady 25 febbraio 1993 (29 anni) 9 1
  D Ben White 8 ottobre 1997 (24 anni) 3 0
  D Marc Guéhi 13 luglio 2000 (21 anni) 1 0
  D Kyle Walker-Peters 13 aprile 1997 (24 anni) 1 0
  D Tyrick Mitchell 1º settembre 1999 (22 anni) 1 0
 
  C Jordan Henderson 17 giugno 1990 (31 anni) 69 2
  C Declan Rice 14 gennaio 1999 (23 anni) 28 2
  C Mason Mount 10 gennaio 1999 (23 anni) 27 4
  C Phil Foden 28 maggio 2000 (21 anni) 14 2
  C Jude Bellingham 29 giugno 2003 (18 anni) 11 0
  C James Ward-Prowse 1º novembre 1994 (27 anni) 9 2
  C Conor Gallagher 6 febbraio 2000 (22 anni) 2 0
 
  A Raheem Sterling 8 dicembre 1994 (27 anni) 73 18
  A Harry Kane Captain sports.svg 28 luglio 1993 (28 anni) 68 49
  A Jack Grealish 10 settembre 1995 (26 anni) 19 1
  A Bukayo Saka 5 settembre 2001 (20 anni) 14 4
  A Tammy Abraham 2 ottobre 1997 (24 anni) 10 3
  A Ollie Watkins 30 dicembre 1995 (26 anni) 6 1
  A Emile Smith Rowe 28 luglio 2000 (21 anni) 2 1

Record individualiDati aggiornati al 26 marzo 2022.

In grassetto i giocatori ancora in attività in nazionale.

Record presenze

Posizione Giocatore Presenze Reti Periodo
1 Peter Shilton 125 0 1970-1990
2 Wayne Rooney 120 53 2003-2018
3 David Beckham 115 17 1996-2009
4 Steven Gerrard 114 21 2000-2014
5 Bobby Moore 108 2 1962-1973
6 Ashley Cole 107 0 2001-2014
7 Bobby Charlton 106 49 1958-1970
Frank Lampard 29 1999-2014
9 Billy Wright 105 3 1946-1959
10 Bryan Robson 90 26 1980-1991

Record reti

Posizione Giocatore Reti Presenze Periodo
1 Wayne Rooney 53 120 2003-2018
2 Harry Kane 49 68 2015-
3 Bobby Charlton 106 1958-1970
4 Gary Lineker 48 80 1984-1992
5 Jimmy Greaves 44 57 1959-1967
6 Michael Owen 40 89 1998-2008
7 Nat Lofthouse 30 33 1950-1958
Alan Shearer 63 1992-2000
Tom Finney 76 1946-1958
10 Vivian Woodward 29 23 1903-1911
Frank Lampard 106 1999-2014

Commissari tecnici