Coppa del Mondo FIFA 2014 Copa do Mundo FIFA 2014 |
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Competizione | Campionato mondiale di calcio | ||||
Sport | Calcio | ||||
Edizione | 20ª | ||||
Organizzatore | FIFA | ||||
Date | 12 giugno - 13 luglio 2014 | ||||
Luogo |
Brasile (12 città) |
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Partecipanti | 32 (204 alle qualificazioni) | ||||
Impianto/i | 12 stadi | ||||
Risultati | |||||
Vincitore |
Germania (4º titolo) |
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Secondo | Argentina | ||||
Terzo | Paesi Bassi | ||||
Quarto | Brasile | ||||
Statistiche | |||||
Miglior giocatore | Lionel Messi | ||||
Miglior marcatore | James Rodríguez (6) | ||||
Miglior portiere | Manuel Neuer | ||||
Incontri disputati | 64 | ||||
Gol segnati | 171 (2,67 per incontro) | ||||
Pubblico |
3 429 873 (53 592 per incontro) |
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I tedeschi festeggiano la vittoria della finale al Maracanã | |||||
Cronologia della competizione | |||||
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Il Campionato mondiale di calcio FIFA 2014 o Coppa del Mondo FIFA 2014 (in portoghese: Copa do Mundo FIFA 2014, in inglese: 2014 FIFA World Cup), noto anche come Brasile 2014, è stata la 20ª edizione del campionato mondiale di calcio per squadre nazionali maggiori maschili organizzata dalla FIFA, svoltosi da giovedì 12 giugno a domenica 13 luglio 2014.[1]
La squadra nazionale campione in carica, la Spagna, è stata eliminata al primo turno, dopo aver perso le partite giocate contro i Paesi Bassi (1-5) e contro il Cile (0-2)[2] e aver vinto solo quella contro l'Australia (3-0).
La Germania, superando senza sconfitte le diverse fasi e battendo per (1-0) l'Argentina ai tempi supplementari della finale, ha conquistato il suo 4º titolo mondiale.[3] È stata la prima volta che una squadra europea ha vinto un mondiale in America, e la seconda che una squadra europea ha alzato la coppa del mondo fuori dall'Europa (la Spagna è stata la prima nel 2010 in Sudafrica).
Il 30 ottobre 2007, la FIFA annuncia il Brasile come Paese ospitante per la rassegna nel 2014: il torneo diviene il più costoso nella storia,[4][5][6][7] circa 14 miliardi di dollari statunitensi secondo il governo brasiliano.[8]
Prima della cerimonia di apertura della FIFA Confederations Cup 2013, varie manifestazioni hanno avuto luogo fuori dello Stadio nazionale Mané Garrincha, in risposta alla grande quantità di denaro pubblico speso per l'organizzazione della Coppa del Mondo del 2014.[9]
Inoltre, sia il presidente brasiliano, Dilma Rousseff, sia il presidente della FIFA, Sepp Blatter, sono stati fischiati, pesantemente, durante i loro discorsi di apertura.[10] Ulteriori proteste, parte di più ampi disordini e sommosse, hanno avuto luogo nelle altre città ospitanti e avevano come scopo quello di esprimere il malcontento per la gestione finanziaria del governo.[9][11]
L'ex calciatore brasiliano e, successivamente, figura politica Romário ha definito il torneo come "il più grande furto della storia", affermando che, secondo lui, il costo reale della manifestazione sarà superiore ai 100.000.000.000 di real (circa 46 miliardi di dollari). Ha anche chiesto un'indagine più approfondita sull'uso improprio di fondi pubblici, che lui identifica come la principale motivazione delle continue proteste.[12][13]
Nelle settimane precedenti la Coppa del Mondo del 2014 ma, anche, nei primi giorni del torneo, nuove proteste hanno avuto luogo in tutto il paese.[14][15][16] Tuttavia, a differenza di quanto avvenuto durante la Confederations Cup, le forze di sicurezza sono riuscite a evitare che le proteste raggiungessero gli stadi.[17]
Il presidente Rousseff ha ribadito, inoltre, le sue rassicurazioni riguardo alle opere pubbliche realizzate, che avranno, secondo lei, benefici a lungo termine per tutti i brasiliani.[18][19]
Dopo numerosi decessi negli stadi di calcio, nel 2003, il governo brasiliano ha approvato una legge che vieta la vendita di alcol negli stadi. La FIFA ha, tuttavia, chiesto al governo di consentire la vendita di alcol durante la Coppa del Mondo del 2014, poiché Budweiser, uno dei principali sponsor della Coppa del Mondo, è la "birra ufficiale della Coppa del Mondo FIFA", e lo è dal 1986. Il governo ha, quindi, approvato una legge che permette la vendita di alcol durante la Coppa del Mondo, soprannominata da tutti "legge Budweiser".[20][21]
La formula conferma quella in vigore da quando, in occasione dell'edizione francese del 1998, la fase finale del campionato mondiale di calcio è stata portata a 32 squadre e prevede, dunque, la formazione di otto gironi all'italiana (chiamati "gruppi") con partite di sola andata, ciascuno composto da quattro squadre.
Per determinare la posizione in classifica delle squadre in ogni gruppo saranno presi in considerazione, nell'ordine, i seguenti criteri:[22]
Nel caso in cui, dopo aver applicato quanto sopra, due o più nazionali si trovassero ancora in parità, verranno utilizzati, sempre nell'ordine, gli ulteriori parametri qui di seguito:
Le prime due nazionali classificate di ogni raggruppamento accedono alla fase a eliminazione diretta che consiste in un tabellone di quattro turni (ottavi di finale, quarti di finale, semifinali e finali) ad accoppiamenti interamente prestabiliti e con incontri basati su partite uniche ed eventuali tempi supplementari e tiri di rigore in caso di persistenza della parità tra le due contendenti.
La cifra dei costi per la costruzione, la ristrutturazione e la ricostruzione (Stadio nazionale Mané Garrincha) degli impianti[23] è stimata attorno ai 3,6 miliardi di dollari statunitensi.[24][25] Gli stadi utilizzati sono stati dodici, situati in altrettante città.
Rio de Janeiro | Brasilia | Belo Horizonte | Fortaleza |
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Maracanã | Stadio nazionale Mané Garrincha | Mineirão | Castelão |
Coordinate geografiche: | Coordinate geografiche: | Coordinate geografiche: | Coordinate geografiche: |
Capienza: 76 804 | Capienza: 70 064 | Capienza: 62 547 | Capienza: 64 846 |
Porto Alegre | San Paolo | ||
Estádio Beira-Rio | Arena Corinthians | ||
Coordinate geografiche: | Coordinate geografiche: | ||
Capienza: 48 849 | Capienza: 65 807[26] | ||
Cuiabá | Curitiba | ||
Arena Pantanal | Arena da Baixada | ||
Coordinate geografiche: | Coordinate geografiche: | ||
Capienza: 42 968 | Capienza: 41 456 | ||
Salvador | Manaus | São Lourenço da Mata (Recife) | Natal |
Itaipava Arena Fonte Nova | Arena da Amazônia | Itaipava Arena Pernambuco | Arena das Dunas |
Coordinate geografiche: | Coordinate geografiche: | Coordinate geografiche: | Coordinate geografiche: |
Capienza: 48 747 | Capienza: 42 374 | Capienza: 44 248 | Capienza: 42 086 |
Gli aeroporti sono stati definiti, dal comitato organizzatore, come "il grande problema".[27] Si stima, infatti, che circa 600 000 persone utilizzeranno l'aereo per arrivare in Brasile, mentre circa 3 milioni lo utilizzeranno per viaggiare tra le varie città ospitanti.[28]
Nonostante l'emanazione di una serie di normative atte ad accelerare i lavori, il governo brasiliano ha affermato, nel 2011, che solo in tre dei tredici aeroporti i lavori sarebbero stati portati a termine in tempo per il torneo.[29][30] Il presidente Dilma Rousseff ha anche dichiarato che il governo dovrebbe fare "un forte intervento" al fine di garantire che tutti gli aeroporti siano pronti in tempo, anche aprire agli investimenti privati;[30] la gestione di tre aeroporti è stata poi venduta all'asta nel 2013, con un guadagno di 10,8 miliardi di dollari.[31]
Altri grandi progetti infrastrutturali sono stati avviati in tutto il paese, essi riguardano il sistema stradale e nuove metropolitane leggere e Bus Rapid Transit per collegare gli aeroporti con le città e gli stadi.[32]
La Brazilian Development Bank, inoltre, per permettere di ospitare il maggior numero di turisti, ha fornito circa 2 miliardi di real per modernizzare e aumentare la rete di hotel del paese.[33] A Rio de Janeiro, questi lavori sono stati realizzati, anche, in previsione delle Olimpiadi.[34]
Pr. | Squadra | Data di qualificazione certa | Confederazione | Partecipante in quanto | Partecipazioni precedenti al torneo |
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1 | Brasile | 30 ottobre 2007 | CONMEBOL | Rappresentativa della nazione organizzatrice della fase finale | 19 (1930, 1934, 1938, 1950, 1954, 1958, 1962, 1966, 1970, 1974, 1978, 1982, 1986, 1990, 1994, 1998, 2002, 2006, 2010) |
2 | Giappone | 4 giugno 2013 | AFC | 1ª classificata nel gruppo B della fase finale di qualificazione | 4 (1998, 2002, 2006, 2010) |
3 | Australia | 18 giugno 2013 | AFC | 2ª classificata nel gruppo B della fase finale di qualificazione | 3 (1974, 2006, 2010) |
4 | Iran | 18 giugno 2013 | AFC | 1ª classificata nel gruppo A della fase finale di qualificazione | 3 (1978, 1998, 2006) |
5 | Corea del Sud | 18 giugno 2013 | AFC | 2ª classificata nel gruppo A della fase finale di qualificazione | 8 (1954, 1986, 1990, 1994, 1998, 2002, 2006, 2010) |
6 | Paesi Bassi | 10 settembre 2013[35] | UEFA | 1ª classificata nel gruppo D di qualificazione | 9 (1934, 1938, 1974, 1978, 1990, 1994, 1998, 2006, 2010) |
7 | Italia | 10 settembre 2013[35] | UEFA | 1ª classificata nel gruppo B di qualificazione | 17 (1934, 1938, 1950, 1954, 1962, 1966, 1970, 1974, 1978, 1982, 1986, 1990, 1994, 1998, 2002, 2006, 2010) |
8 | Stati Uniti | 10 settembre 2013 | CONCACAF | 1ª classificata nel gruppo unico della fase finale di qualificazione | 9 (1930, 1934, 1950, 1990, 1994, 1998, 2002, 2006, 2010) |
9 | Costa Rica | 10 settembre 2013 | CONCACAF | 2ª classificata nel gruppo unico della fase finale di qualificazione | 3 (1990, 2002, 2006) |
10 | Argentina | 10 settembre 2013 | CONMEBOL | 1ª classificata nel gruppo unico di qualificazione | 15 (1930, 1934, 1958, 1962, 1966, 1974, 1978, 1982, 1986, 1990, 1994, 1998, 2002, 2006, 2010) |
11 | Belgio | 11 ottobre 2013 | UEFA | 1ª classificata nel gruppo A di qualificazione | 11 (1930, 1934, 1938, 1954, 1970, 1982, 1986, 1990, 1994, 1998, 2002) |
12 | Svizzera | 11 ottobre 2013 | UEFA | 1ª classificata nel gruppo E di qualificazione | 9 (1934, 1938, 1950, 1954, 1962, 1966, 1994, 2006, 2010) |
13 | Germania | 11 ottobre 2013 | UEFA | 1ª classificata nel gruppo C di qualificazione | 17 (1934, 1938, 1954, 1958, 1962, 1966, 1970, 1974, 1978, 1982, 1986, 1990, 1994, 1998, 2002, 2006, 2010)[36] |
14 | Colombia | 12 ottobre 2013 | CONMEBOL | 2ª classificata nel gruppo unico di qualificazione | 4 (1962, 1990, 1994, 1998) |
15 | Russia | 15 ottobre 2013 | UEFA | 1ª classificata nel gruppo F di qualificazione | 9 (1958, 1962, 1966, 1970, 1982, 1986, 1990, 1994, 2002)[37] |
16 | Bosnia ed Erzegovina | 15 ottobre 2013 | UEFA | 1ª classificata nel gruppo G di qualificazione | − |
17 | Inghilterra | 15 ottobre 2013 | UEFA | 1ª classificata nel gruppo H di qualificazione | 13 (1950, 1954, 1958, 1962, 1966, 1970, 1982, 1986, 1990, 1998, 2002, 2006, 2010) |
18 | Spagna | 15 ottobre 2013 | UEFA | 1ª classificata nel gruppo I di qualificazione | 13 (1934, 1950, 1962, 1966, 1978, 1982, 1986, 1990, 1994, 1998, 2002, 2006, 2010) |
19 | Cile | 16 ottobre 2013 | CONMEBOL | 3ª classificata nel gruppo unico di qualificazione | 8 (1930, 1950, 1962, 1966, 1974, 1982, 1998, 2010) |
20 | Ecuador | 16 ottobre 2013 | CONMEBOL | 4ª classificata nel gruppo unico di qualificazione | 2 (2002, 2006) |
21 | Honduras | 16 ottobre 2013 | CONCACAF | 3ª classificata nel gruppo unico della fase finale di qualificazione | 2 (1982, 2010) |
22 | Costa d'Avorio | 16 novembre 2013 | CAF | Vincitrice del primo spareggio di qualificazione | 2 (2006, 2010) |
23 | Nigeria | 16 novembre 2013 | CAF | Vincitrice del secondo spareggio di qualificazione | 4 (1994, 1998, 2002, 2010) |
24 | Camerun | 17 novembre 2013 | CAF | Vincitrice del terzo spareggio di qualificazione | 6 (1982, 1990, 1994, 1998, 2002, 2010) |
25 | Ghana | 19 novembre 2013 | CAF | Vincitrice del quarto spareggio di qualificazione | 2 (2006, 2010) |
26 | Algeria | 19 novembre 2013 | CAF | Vincitrice del quinto spareggio di qualificazione | 3 (1982, 1986, 2010) |
27 | Grecia | 19 novembre 2013 | UEFA | Vincitrice del primo spareggio di qualificazione | 2 (1994, 2010) |
28 | Croazia | 19 novembre 2013 | UEFA | Vincitrice del secondo spareggio di qualificazione | 3 (1998, 2002, 2006) |
29 | Portogallo | 19 novembre 2013 | UEFA | Vincitrice del terzo spareggio di qualificazione | 5 (1966, 1986, 2002, 2006, 2010) |
30 | Francia | 19 novembre 2013 | UEFA | Vincitrice del quarto spareggio di qualificazione | 13 (1930, 1934, 1938, 1954, 1958, 1966, 1978, 1982, 1986, 1998, 2002, 2006, 2010) |
31 | Messico | 20 novembre 2013 | CONCACAF | Vincitrice dello spareggio CONCACAF-OFC | 14 (1930, 1950, 1954, 1958, 1962, 1966, 1970, 1978, 1986, 1994, 1998, 2002, 2006, 2010) |
32 | Uruguay | 21 novembre 2013 | CONMEBOL | Vincitrice dello spareggio CONMEBOL-AFC | 11 (1930, 1950, 1954, 1962, 1966, 1970, 1974, 1986, 1990, 2002, 2010) |
Nota bene: nella sezione "partecipazioni precedenti al torneo", le date in grassetto indicano che la nazione ha vinto quella edizione del torneo, mentre le date in corsivo indicano la nazione ospitante.
Con la vittoria dell'Uruguay ai danni della Giordania nello spareggio interzona è stato completato l'elenco delle 31 squadre qualificate alla fase finale del mondiale che si sono aggiunte al Brasile, ammesso di diritto in quanto paese organizzatore della manifestazione. Tutte le otto rappresentative che hanno vinto la Coppa del Mondo (Uruguay, Italia, Germania, Brasile, Inghilterra, Argentina, Francia e Spagna) si sono qualificate per la fase finale per la seconda edizione consecutiva.
La Bosnia ed Erzegovina partecipa per la prima volta a un torneo internazionale di rilievo. Prima di questa edizione, dalla nascita della federazione avvenuta nel 1992, il suo miglior risultato era stato arrivare fino allo spareggio col Portogallo per la qualificazione a Sudafrica 2010.
La nazionale con il miglior Ranking FIFA al momento dell'inizio della competizione è la Spagna (1485 punti), detentrice dei titoli di Campione del Mondo e Campione d'Europa, seguita dalla Germania (1300) e dal Brasile (1242). Tra le 32 partecipanti è l'Australia ad avere il punteggio più basso, occupando la 62ª posizione (526 punti). La nazione meglio classificata tra le escluse è l'Ucraina (915 punti), che occupava il 16º posto.
Le liste ufficiali, composte da ventitré giocatori (di cui tre portieri), sono state invece presentate alla FIFA il 2 giugno 2014, anche se, fino a ventiquattro ore prima della partita d'esordio della squadra al campionato mondiale, sarà ancora ammessa la possibilità di sostituire uno o più convocati in caso di infortunio che pregiudichi la disputa dell'intera fase finale.[39]
Dei 736 calciatori scelti dai rispettivi commissari tecnici 114 sono tesserati in squadre di club militanti nei campionati nazionali inglesi, 81 in quelli tedeschi e 78 in quelli italiani. La Russia è l'unica nazionale a essere rappresentata in toto da giocatori di squadre della stessa federazione. Le compagini di Bosnia ed Erzegovina, Costa d'Avorio, Ghana e Uruguay, al contrario, hanno un solo giocatore tesserato nella propria nazione.
Nei giorni immediatamente precedenti alla consegna delle liste ufficiali, diversi giocatori, molti dei quali presumibilmente titolari nelle loro rispettive nazionali,[40] hanno subìto infortuni e non hanno potuto prendere parte alla fase finale. Tra questi spiccano i nomi di Reus (Germania), Ribéry (Francia) e Montolivo (Italia), ma anche quelli di Širokov (Russia), Akaminko (Ghana) e Montes (Messico).[40] Altri ancora non sono riusciti a recuperare da infortuni precedenti, tra i tanti: Falcao (Colombia), Thiago Alcántara e Valdés (Spagna), Mati Fernández (Cile), Gómez (Germania), Rossi (Italia) e Strootman (Paesi Bassi). Invece un caso particolare che scosse gli Stati Uniti d'America fu la mancata convocazione di Donovan (Stati Uniti), accolta polemicamente dall'opinione pubblica sportiva del paese.
Il sorteggio si è tenuto a Mata de São João, Bahia il 6 dicembre 2013 alle 13:00 ora locale (UTC-3).[41][42] In base al principio di separazione geografica, il quale prevedeva che squadre provenienti dalla stessa zona di qualificazione non potessero essere inserite nello stesso girone, eccezion fatta per le squadre UEFA, che potevano avere un massimo di due compagini nello stesso gruppo, Cile ed Ecuador non potevano essere sorteggiate nei gironi assegnati alle squadre sudamericane teste di serie.[43]
Con lo scopo di evitare un girone con tre nazionali provenienti dalla confederazione europea, è stato adottato un sistema del tutto inedito fino ad allora.[44] Era infatti previsto che la Francia, la quale occupava l'ultima posizione del ranking tra le europee, venisse inserita nella seconda fascia a completare la rispettiva urna; questo invece non è avvenuto. L'organizzazione ha preferito cambiare il regolamento pochi giorni prima del sorteggio[45] decidendo di scegliere casualmente una delle nove nazionali dell'urna 4 che è stata spostata e accoppiata a una delle quattro teste di serie sudamericane. La federazione sorteggiata fu quella italiana che venne inserita automaticamente nel girone assegnato all'Uruguay; la Francia venne in seguito inserita nel girone con la Svizzera come testa di serie.[46]
Per la seconda edizione consecutiva sono capitate nello stesso girone Spagna e Cile nel gruppo B, Svizzera e Honduras nel gruppo E, Germania e Ghana nel gruppo G e Argentina e Nigeria nel gruppo F. Per queste ultime due formazioni è la quarta volta nelle ultime sei edizioni dopo il 1994, il 2002 e il 2010. Le nazionali di Ghana e Stati Uniti si affronteranno per la terza volta consecutiva in altrettante fasi finali del torneo.
Nella seguente tabella le quattro urne definiti così come nel documento ufficiale della FIFA.[43]
Tra parentesi la posizione nel ranking al 17 ottobre 2013.
1ª urna TESTE DI SERIE | 2ª urna CAF CONMEBOL | 3ª urna AFC CONCACAF | 4ª urna UEFA |
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Brasile (11) | Algeria (32) | Australia (57) | Bosnia ed Erzegovina (16) |
Argentina (3) | Camerun (59) | Iran (49) | Croazia (18) |
Colombia (4) | Costa d'Avorio (17) | Giappone (44) | Inghilterra (10) |
Uruguay (6) | Ghana (23) | Corea del Sud (56) | Francia (21) |
Belgio (5) | Nigeria (33) | Costa Rica (31) | Grecia (15) |
Germania (2) | Cile (12) | Honduras (34) | Italia (8) |
Spagna (1) | Ecuador (22) | Messico (24) | Paesi Bassi (8) |
Svizzera (7) | Stati Uniti (13) | Portogallo (14) | |
Russia (19) |
Il sorteggio ha determinato gli otto gruppi riportati qui di seguito.
Gruppo A | Gruppo B | Gruppo C | Gruppo D |
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Brasile | Spagna | Colombia | Uruguay |
Croazia | Paesi Bassi | Grecia | Costa Rica |
Messico | Cile | Costa d'Avorio | Inghilterra |
Camerun | Australia | Giappone | Italia |
Gruppo E | Gruppo F | Gruppo G | Gruppo H |
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Svizzera | Argentina | Germania | Belgio |
Ecuador | Bosnia ed Erzegovina | Portogallo | Algeria |
Francia | Iran | Ghana | Russia |
Honduras | Nigeria | Stati Uniti | Corea del Sud |
Nella partita inaugurale del torneo il Brasile affronta la Croazia.[47] Per questo incontro la FIFA avrebbe dovuto invitare anche Alcides Ghiggia, l'ultimo sopravvissuto della finale del Mondiale di Brasile 1950, conclusasi con la vittoria dell'Uruguay contro il Brasile per 2-1, passata alla storia con il nome di Maracanaço.[48][49] I croati passano in vantaggio all'11' a causa di una sfortunata autorete di Marcelo che, nel tentativo di anticipare Jelavić sugli sviluppi di un cross rasoterra servito sulla sinistra da Olić, insacca nella propria porta. I padroni di casa trovano il pareggio al 29' grazie a Neymar. La stella del Barcellona si ripete al 71', questa volta presentandosi dal dischetto e trasformando il rigore scaturito da un fallo commesso da Dejan Lovren ai danni di Fred.[50] Al 91' è invece Oscar a siglare il definitivo 3-1.[51]
L'altra partita, tra Messico e Camerun, termina sul punteggio di 1-0 con il gol partita realizzato da Oribe Peralta dopo due reti annullate ai messicani.[52] Nel secondo turno il Brasile pareggia con il Messico con il risultato di 0-0 grazie ai numerosi interventi del portiere messicano Ochoa,[53] mentre la Croazia batte 4-0 il Camerun, che viene così matematicamente eliminato.[54] Nel turno conclusivo il Brasile sconfigge il Camerun per 4-1 con una doppietta di Neymar nella prima frazione, assicurandosi il primo posto nel girone,[55] mentre il Messico, battendo la Croazia per 3-1 grazie a un'ottima ripresa, si garantisce l'accesso agli ottavi di finale. Passano Brasile e Messico, mentre Croazia e Camerun sono eliminati.[56]
Nella prima partita del girone la Spagna, campione del mondo e d'Europa in carica, affronta i finalisti mondiali della precedente edizione, i Paesi Bassi; il primo tempo si chiude in pareggio con una rete di testa di Robin Van Persie nel finale, quindi nella ripresa gli olandesi segnano altri quattro gol per un risultato finale di 1-5 complice delle incertezze di Casillas.[57] La seconda partita, tra Cile e Australia, termina 3-1 per i sudamericani che dominano per quasi tutti i 90'.[58] Nel secondo turno i Paesi Bassi vincono 3-2 contro l'Australia, che dopo la rete subita al 20' da Arjen Robben pareggia subito con Cahill e poi passa in vantaggio con un rigore di Jedinak, venendo poi contro-rimontata e sconfitta,[59] mentre il Cile batte 2-0 la Spagna, che viene matematicamente eliminata assieme agli australiani. Passano Paesi Bassi e Cile, mentre Spagna e Australia sono eliminate.[60] Nel turno conclusivo la Spagna, sconfiggendo 3-0 l'Australia, ottiene il terzo posto,[61] mentre i Paesi Bassi vincono 2-0 con il Cile, assicurandosi il primo posto nel girone.[62]
La prima partita del girone, tra Colombia e Grecia, termina 3-0 per i sudamericani.[63] Nella seconda partita ad affrontarsi sono la Costa d'Avorio e il Giappone; gli asiatici passano in vantaggio con Keisuke Honda, poi nel secondo tempo subiscono la rimonta ivoriana con gol di Wilfried Bony e Gervinho, venendo sconfitti 2-1.[64] Nel secondo turno, la Colombia batte 2-1 la Costa d'Avorio,[65] mentre Giappone e Grecia pareggiano a reti inviolate, risultato che qualifica matematicamente la Colombia agli ottavi di finale.[66] Nel turno conclusivo la Colombia batte il Giappone per 4-1, eliminando i nipponici e assicurandosi il primo posto nel girone,[67] mentre la Grecia si qualifica come seconda battendo la Costa d'Avorio 2-1 grazie a un calcio di rigore messo a segno nei minuti di recupero da Giōrgos Samaras. Passano Colombia e Grecia, mentre Costa d'Avorio e Giappone sono eliminati.[68]
Il girone si apre con l'incontro tra Uruguay, campione d'America in carica e Costa Rica, vinto dai centroamericani, in rimonta, per 1-3.[69] Nella seconda partita l'Italia, finalista uscente all'europeo, batte 2-1 l'Inghilterra con gol di Claudio Marchisio e Daniel Sturridge nel primo tempo e di Mario Balotelli nella ripresa.[70] Nel secondo turno l'Uruguay batte l'Inghilterra, grazie a una doppietta di Luis Suárez,[71] mentre la Costa Rica batte l'Italia 1-0 con il gol partita di Bryan Ruiz.[72] Il risultato qualifica matematicamente agli ottavi di finale i centroamericani e condanna all'eliminazione l'Inghilterra.[73] Nel turno conclusivo l'Italia (alla quale per qualificarsi sarebbe bastato un pareggio) viene sconfitta 1-0 dall'Uruguay (gol decisivo di Diego Godín), che si qualifica per gli ottavi, sancendo la seconda eliminazione consecutiva degli azzurri al primo turno di un Mondiale,[74] mentre Costa Rica e Inghilterra chiudono con un pareggio a reti inviolate, che permette ai centroamericani di chiudere il girone al primo posto. Passano Costa Rica e Uruguay, mentre Italia e Inghilterra sono eliminate.[75]
Il girone si apre con la sfida tra Svizzera e Ecuador, vinta dagli elvetici per 2-1 con il gol partita realizzato, in pieno recupero, da Haris Seferović.[76] Nella seconda partita, che vede di fronte Francia e Honduras, i francesi si impongono per 3-0 sui centroamericani. In quest'incontro, nella storia di un campionato del mondo, per la prima volta non vengono eseguiti gli inni nazionali mentre il gol del 2-0 è il primo gol a essere convalidato grazie all'uso della tecnologia di porta.[77] Nel secondo turno la Francia batte la Svizzera per 5-2,[78] mentre l'Ecuador sconfigge 2-1 l'Honduras, con una doppietta di Enner Valencia.[79] Nel turno conclusivo la Svizzera batte 3-0 l'Honduras,[80] assicurandosi l'accesso agli ottavi di finale grazie al pareggio 0-0 tra Ecuador e Francia. Passano Francia e Svizzera, mentre Ecuador e Honduras sono eliminati.[81]
Nella prima partita del girone, tra Argentina e Bosnia ed Erzegovina, i sudamericani vincono per 2-1 sugli esordienti europei.[82] La seconda partita, tra Iran e Nigeria, termina 0-0.[83] Nel secondo turno l'Argentina batte 1-0 l'Iran con un gol nei minuti finali di Lionel Messi, garantendosi l'accesso matematico agli ottavi di finale,[84] e, con il medesimo risultato, la Nigeria sconfigge la Bosnia ed Erzegovina, che viene così matematicamente eliminata.[85] Nel turno conclusivo la Nigeria, nonostante la sconfitta per 3-2 contro l'Argentina, si assicura il passaggio agli ottavi di finale,[86] grazie alla sconfitta per 3-1 dell'Iran contro la Bosnia. Passano Argentina e Nigeria, mentre Bosnia ed Erzegovina e Iran sono eliminati.[87]
Il girone si apre con la sfida tra Germania e Portogallo, vinta dai tedeschi per 4-0, grazie a una tripletta di Thomas Müller.[88] Nella seconda partita ad affrontarsi sono Ghana e Stati Uniti; la partita termina 1-2, con gol partita di John Anthony Brooks.[89] Nel secondo turno Germania e Ghana pareggiano con un risultato di 2-2; nella partita Miroslav Klose, realizzando il gol del 2-2, eguaglia il record di 15 reti totali nei campionati del mondo, detenuto da Ronaldo da otto anni.[90] Nell'altra partita gli Stati Uniti pareggiano, con il medesimo risultato, con il Portogallo.[91] Nel turno conclusivo il Portogallo batte il Ghana 2-1,[92] risultato che non serve ai lusitani, che in virtù di una peggiore differenza reti vengono eliminati. La Germania, che batte gli Stati Uniti per 1-0 con gol di Müller, si qualifica come prima del girone, di fronte agli stessi statunitensi. Passano Germania e Stati Uniti, mentre Portogallo e Ghana sono eliminati.[93]
Nella prima partita del girone, tra Belgio e Algeria, i belgi vincono, in rimonta, per 2-1 con gol di Marouane Fellaini e Dries Mertens.[94] La seconda partita, tra Russia e Corea del Sud, termina in pareggio con il risultato di 1-1.[95] Nel secondo turno il Belgio sconfigge 1-0 la Russia, grazie a un gol nel finale di Divock Origi, garantendosi il passaggio agli ottavi di finale,[96] mentre l'Algeria batte 4-2 la Corea del Sud.[97] Nel turno conclusivo l'Algeria, grazie al pareggio 1-1 ottenuto contro la Russia, si qualifica per gli ottavi di finale,[98] mentre il Belgio legittima il suo primo posto vincendo per 1-0, con gol partita di Jan Vertonghen, contro la Corea del Sud. Passano Belgio e Algeria, mentre Russia e Corea del Sud sono eliminate.[99]
Gli ottavi abbinano Brasile-Cile, Colombia-Uruguay, Paesi Bassi-Messico, Costa Rica-Grecia, Francia-Nigeria, Germania-Algeria, Argentina-Svizzera, Belgio-Stati Uniti.
Nel primo ottavo il Brasile batte il Cile 4-3 ai calci di rigore grazie all'errore decisivo di Gonzalo Jara, dopo che i tempi regolamentari e quelli supplementari si erano chiusi sull'1-1, frutto delle reti di David Luiz per i brasiliani e di Alexis Sánchez per i cileni.[100] Per il Cile si tratta della terza eliminazione consecutiva agli ottavi a opera del Brasile, dopo le edizioni del 1998 (1-4) e 2010 (0-3)
Nel secondo ottavo la Colombia prevale per 2-0 sull'Uruguay con una doppietta di James Rodríguez.[101] Grazie a questa vittoria la squadra colombiana raggiunge per la prima volta i quarti di finale della massima competizione calcistica mondiale,[102] dove sfiderà i verdeoro.
La sfida tra Paesi Bassi e Messico viene vinta dagli arancioni che, nonostante lo svantaggio iniziale dopo il goal di Giovani dos Santos a inizio ripresa, capovolgono il risultato grazie ai gol di Wesley Sneijder e di Klaas-Jan Huntelaar e passano il turno.[103]
In Costa Rica-Grecia i Ticos si impongono ai rigori sulla Grecia, dopo essere passati in vantaggio a inizio ripresa con Bryan Ruiz ed essere stati raggiunti al 91' da Sōkratīs Papastathopoulos. Il rigore decisivo viene messo a segno da Michael Umaña.[104]
Nel quinto ottavo di finale la Francia piega 2-0 la Nigeria grazie a due reti nel secondo tempo, la prima di Paul Pogba e la seconda grazie a una sfortunata deviazione di Joseph Yobo.[105]
Germania e Algeria vede la vittoria dei tedeschi che, benché costretti ai tempi supplementari, la spuntano grazie ai goal di André Schürrle e Mesut Özil, prima del gol della bandiera algerino, firmato da Abdelmoumene Djabou.[106]
Anche l'ottavo di finale tra Argentina e Svizzera non viene deciso nei tempi regolamentari; ai supplementari i sudamericani si impongono 1-0, grazie al gol messo a segno al 118º minuto da Ángel Di María.[107]
L'ultima partita della prima fase finale vede la vittoria del Belgio sugli Stati Uniti per 2-1, anche in questo caso dopo i tempi supplementari, decisi dai gol di Kevin De Bruyne e Romelu Lukaku.[108] Per la prima volta nella storia dei Mondiali si qualificarono per i quarti di finale le otto squadre che avevano vinto i rispettivi gironi. [109]
I quarti di finale propongono le sfide Brasile-Colombia, Francia-Germania, Paesi Bassi-Costa Rica e Argentina-Belgio.
Nel primo quarto la Germania sconfigge la Francia 1-0 grazie al gol iniziale di Hummels, che le permette di raggiungere la tredicesima semifinale ai campionati del mondo (la quarta consecutiva).[110]
Nel secondo quarto il Brasile, grazie ai gol dei suoi difensori Thiago Silva e David Luiz, piega la Colombia con il punteggio di 2-1,[111] perdendo però per infortunio la sua stella Neymar.[112]
Nel terzo quarto di finale l'Argentina ha la meglio sul Belgio grazie al gol di Gonzalo Higuaín, che sancisce la vittoria per 1-0 dell'Albiceleste.[113]
L'ultimo quarto di finale tra Paesi Bassi e Costa Rica, dopo un pareggio a reti inviolate al termine sia dei tempi regolamentari che dei tempi supplementari, si decide ai calci di rigore. Il tecnico olandese van Gaal sostituisce al 120' il portiere titolare Cillessen con Krul, che nella serie di tiri dal dischetto para due rigori, portando così i Paesi Bassi in semifinale.[114]
Le semifinali mettono di fronte Brasile-Germania e Paesi Bassi-Argentina. L'8 luglio al Mineirão di Belo Horizonte scendono in campo i padroni di casa del Brasile contro la Germania, nella quale i teutonici cercarono la rivincita dopo la riedizione della finale del Mondiale 2002. La partita assume subito una piega inaspettata: alla mezz'ora del primo tempo infatti i tedeschi sono già in vantaggio 5-0 sulla Seleçao, grazie alle reti di Müller, Klose (che nell'occasione stabilisce il nuovo record di marcature in un mondiale, giungendo a 16 reti[115]), Khedira e alla doppietta di Kroos. È un vero e proprio dramma sportivo per i verdeoro, che nel secondo tempo subiscono altre due reti a opera di Schürrle. Il gol del definitivo 1-7 è segnato da Oscar all'ultimo minuto del tempo regolamentare.[116][117] Prima di questa partita i brasiliani avevano perso con sei gol di scarto solamente contro l'Uruguay alla Copa América del 1920 e non avevano mai subito sette gol nella loro storia calcistica,[118] mentre la Germania raggiunge così l'ottava finale mondiale nella sua storia.[119] L'umiliazione dei padroni di casa è stata definita con il termine Mineirazo[120], nome derivante dal celebre Maracanazo, la sconfitta subita dal Brasile, sempre in casa, nella finale del mondiale 1950 contro l'Uruguay.
Il giorno seguente all'Arena Corinthians di San Paolo scendono in campo Paesi Bassi e Argentina, anche in questo caso in una riedizione di una finale di coppa del mondo, quella del Mondiale 1978. L'Argentina torna tra le prime 4 squadre a un mondiale dopo 24 anni di assenza (l'ultima volta era stato il secondo posto ai mondiali del 1990 disputatisi in Italia). A differenza dell'altra semifinale, la partita non è altresì emozionante ma tirata, con le squadre che sembrano aver paura ad aprirsi troppo. La partita non si decide né durante i tempi regolamentari né durante i 30' minuti aggiuntivi dei supplementari, chiudendosi sul risultato di 0-0 (lo stesso risultato dell'ultimo precedente ai mondiali tra le due nazionali risalente all'edizione 2006). Nei tiri di rigore gran protagonista è il portiere dell'Argentina Sergio Romero, che riesce a neutralizzare i rigori calciati da Ron Vlaar e Wesley Sneijder. Gli argentini dal canto loro non sbagliano un tiro, vincendo 4-2 e accedendo alla finale.[121]
La finalina, giocata il 12 luglio a Brasilia, mette di fronte Brasile e Paesi Bassi, con gli europei che partono subito col piede giusto, trovando il vantaggio al 3' grazie a un rigore trasformato da van Persie. Gli olandesi trovano velocemente il raddoppio, andando a segno al 17' con Blind. Nel finale di partita, Wijnaldum segna il gol del definitivo 3-0.[122]
La finale, giocata il 13 luglio al Maracanã, è Germania-Argentina, una riedizione della finale più gettonata della storia dei mondiali, dopo le due finali consecutive a Messico '86 e Italia '90. Le due squadre si incontrano inoltre per il terzo mondiale consecutivo. Sia nel 2006 che nel 2010 la formazione argentina e quella teutonica si erano infatti affrontate ai quarti di finale (in entrambi i casi vinsero i tedeschi).
La gara è avvincente, con occasioni da entrambe le parti. Gli argentini vanno vicino al gol in almeno tre nitide circostanze nei tempi regolamentari, con Higuaín nel primo tempo (al quale viene annullato anche un gol in fuorigioco), che in seguito a un retropassaggio avventato di Kroos ha l'occasione per portare in vantaggio l'Argentina, trovandosi solo davanti a Neuer, ma calcia alla destra della porta tedesca, e con Messi in due occasioni tra primo e secondo tempo, mentre i tedeschi vanno vicino al gol nel primo tempo con Schürrle, che costringe il portiere argentino Romero a un'impegnativa parata, e con Höwedes nel recupero del primo tempo, che colpisce di testa il palo su calcio d'angolo, e nel secondo tempo con Kroos, che di piatto calcia qualche metro al lato della porta argentina. Il punteggio rimane fissato sullo 0-0 fino al 90'.
Ai supplementari sia i tedeschi che gli argentini vanno vicini alla segnatura, rispettivamente con Schürrle a pochi passi dalla porta, con parata di Romero, e con Palacio, che trovandosi a tu per tu con Neuer tenta un pallonetto che finisce di poco fuori dallo specchio della porta. La partita si decide a 7 minuti dalla fine dei tempi supplementari grazie a un gol di Götze (subentrato a Klose a pochi minuti dal termine dei tempi regolamentari) su assist di Schürrle. Gli argentini tentano un ultimo e disperato assalto che però viene fermato dalla difesa teutonica.
La Germania si laurea così campione del mondo di calcio per la quarta volta nella sua storia, dopo le vittorie nel 1954, nel 1974 e nel 1990.[3]
Il programma di gara ufficiale è stato annunciato presso la sede della FIFA a Zurigo, in Svizzera, il 20 ottobre 2011.[123]
Pos. | Squadra | Pt | G | V | N | P | GF | GS | DR |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1. | Brasile | 7 | 3 | 2 | 1 | 0 | 7 | 2 | +5 |
2. | Messico | 7 | 3 | 2 | 1 | 0 | 4 | 1 | +3 |
3. | Croazia | 3 | 3 | 1 | 0 | 2 | 6 | 6 | 0 |
4. | Camerun | 0 | 3 | 0 | 0 | 3 | 1 | 9 | -8 |
San Paolo 12 giugno 2014, ore 17:00 UTC-3 Incontro 1 |
Brasile |
3 – 1 referto |
Croazia |
Arena Corinthians (62 103
spett.)
|
||||||
|
Natal 13 giugno 2014, ore 13:00 UTC-3 Incontro 2 |
Messico |
1 – 0 referto |
Camerun |
Arena das Dunas (39 216
spett.)
|
||||||
|
Fortaleza 17 giugno 2014, ore 16:00 UTC-3 Incontro 16 |
Brasile |
0 – 0 referto |
Messico |
Castelão (60 342 spett.)
|
Manaus 18 giugno 2014, ore 18:00 UTC-4 Incontro 20 |
Camerun |
0 – 4 referto |
Croazia |
Arena da Amazônia (39 982
spett.)
|
||||||
|
Brasilia 23 giugno 2014, ore 17:00 UTC-3 Incontro 35 |
Camerun |
1 – 4 referto |
Brasile |
Stadio nazionale Mané Garrincha (69 112
spett.)
|
||||||
|
Recife 23 giugno 2014, ore 17:00 UTC-3 Incontro 36 |
Croazia |
1 – 3 referto |
Messico |
Arena Pernambuco (41 212
spett.)
|
||||||
|
Pos. | Squadra | Pt | G | V | N | P | GF | GS | DR |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1. | Paesi Bassi | 9 | 3 | 3 | 0 | 0 | 10 | 3 | +7 |
2. | Cile | 6 | 3 | 2 | 0 | 1 | 5 | 3 | +2 |
3. | Spagna | 3 | 3 | 1 | 0 | 2 | 4 | 7 | -3 |
4. | Australia | 0 | 3 | 0 | 0 | 3 | 3 | 9 | -6 |
Salvador 13 giugno 2014, ore 16:00 UTC-3 Incontro 3 |
Spagna |
1 – 5 referto |
Paesi Bassi |
Arena Fonte Nova (48 173
spett.)
|
||||||
|
Cuiabá 13 giugno 2014, ore 18:00 UTC-4 Incontro 4 |
Cile |
3 – 1 referto |
Australia |
Arena Pantanal (40 275
spett.)
|
||||||
|
Porto Alegre 18 giugno 2014, ore 13:00 UTC-3 Incontro 18 |
Australia |
2 – 3 referto |
Paesi Bassi |
Estádio Beira-Rio (42 877
spett.)
|
||||||
|
Rio de Janeiro 18 giugno 2014, ore 16:00 UTC-3 Incontro 19 |
Spagna |
0 – 2 referto |
Cile |
Maracanã (74 101
spett.)
|
||||||
|
Curitiba 23 giugno 2014, ore 13:00 UTC-3 Incontro 33 |
Australia |
0 – 3 referto |
Spagna |
Arena da Baixada (39 375 spett.)
|
||||||
|
San Paolo 23 giugno 2014, ore 13:00 UTC-3 Incontro 36 |
Paesi Bassi |
2 – 0 referto |
Cile |
Arena Corinthians (62 996
spett.)
|
||||||
|
Pos. | Squadra | Pt | G | V | N | P | GF | GS | DR |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1. | Colombia | 9 | 3 | 3 | 0 | 0 | 9 | 2 | +7 |
2. | Grecia | 4 | 3 | 1 | 1 | 1 | 2 | 4 | -2 |
3. | Costa d'Avorio | 3 | 3 | 1 | 0 | 2 | 4 | 5 | -1 |
4. | Giappone | 1 | 3 | 0 | 1 | 2 | 2 | 6 | -4 |
Belo Horizonte 14 giugno 2014, ore 13:00 UTC-3 Incontro 5 |
Colombia |
3 – 0 referto |
Grecia |
Mineirão (57 174 spett.)
|
||||||
|
Recife 14 giugno 2014, ore 22:00 UTC-3 Incontro 8 |
Costa d'Avorio |
2 – 1 referto |
Giappone |
Arena Pernambuco (40 267
spett.)
|
||||||
|
Brasilia 19 giugno 2014, ore 13:00 UTC-3 Incontro 21 |
Colombia |
2 – 1 referto |
Costa d'Avorio |
Stadio nazionale Mané Garrincha (68 748
spett.)
|
||||||
|
Natal 19 giugno 2014, ore 19:00 UTC-3 Incontro 23 |
Giappone |
0 – 0 referto |
Grecia |
Arena das Dunas (39 485
spett.)
|
Cuiabá 24 giugno 2014, ore 16:00 UTC-4 Incontro 39 |
Giappone |
1 – 4 referto |
Colombia |
Arena Pantanal (40 340
spett.)
|
||||||
|
Fortaleza 24 giugno 2014, ore 17:00 UTC-3 Incontro 40 |
Grecia |
2 – 1 referto |
Costa d'Avorio |
Castelão (59 095 spett.)
|
||||||
|
Pos. | Squadra | Pt | G | V | N | P | GF | GS | DR |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1. | Costa Rica | 7 | 3 | 2 | 1 | 0 | 4 | 1 | +3 |
2. | Uruguay | 6 | 3 | 2 | 0 | 1 | 4 | 4 | 0 |
3. | Italia | 3 | 3 | 1 | 0 | 2 | 2 | 3 | -1 |
4. | Inghilterra | 1 | 3 | 0 | 1 | 2 | 2 | 4 | -2 |
Fortaleza 14 giugno 2014, ore 16:00 UTC-3 Incontro 6 |
Uruguay |
1 – 3 referto |
Costa Rica |
Castelão (58 679 spett.)
|
||||||
|
Manaus 14 giugno 2014, ore 18:00 UTC-4 Incontro 7 |
Inghilterra |
1 – 2 referto |
Italia |
Arena da Amazônia (39 800
spett.)
|
||||||
|
San Paolo 19 giugno 2014, ore 16:00 UTC-3 Incontro 22 |
Uruguay |
2 – 1 referto |
Inghilterra |
Arena Corinthians (62 575
spett.)
|
||||||
|
Recife 20 giugno 2014, ore 13:00 UTC-3 Incontro 24 |
Italia |
0 – 1 referto |
Costa Rica |
Arena Pernambuco (40 567
spett.)
|
||||||
|
Natal 24 giugno 2014, ore 13:00 UTC-3 Incontro 37 |
Italia |
0 – 1 referto |
Uruguay |
Arena das Dunas (39 706
spett.)
|
||||||
|
Belo Horizonte 24 giugno 2014, ore 13:00 UTC-3 Incontro 38 |
Costa Rica |
0 – 0 referto |
Inghilterra |
Mineirão (57 823 spett.)
|
Pos. | Squadra | Pt | G | V | N | P | GF | GS | DR |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1. | Francia | 7 | 3 | 2 | 1 | 0 | 8 | 2 | +6 |
2. | Svizzera | 6 | 3 | 2 | 0 | 1 | 7 | 6 | +1 |
3. | Ecuador | 4 | 3 | 1 | 1 | 1 | 3 | 3 | 0 |
4. | Honduras | 0 | 3 | 0 | 0 | 3 | 1 | 8 | -7 |
Brasilia 15 giugno 2014, ore 13:00 UTC-3 Incontro 9 |
Svizzera |
2 – 1 referto |
Ecuador |
Stadio nazionale Mané Garrincha (68 351
spett.)
|
||||||
|
Porto Alegre 15 giugno 2014, ore 16:00 UTC-3 Incontro 10 |
Francia |
3 – 0 referto |
Honduras |
Estádio Beira-Rio (43 012
spett.)
|
||||||
|
Salvador 20 giugno 2014, ore 16:00 UTC-3 Incontro 25 |
Svizzera |
2 – 5 referto |
Francia |
Arena Fonte Nova (51 003
spett.)
|
||||||
|
Curitiba 20 giugno 2014, ore 19:00 UTC-3 Incontro 26 |
Honduras |
1 – 2 referto |
Ecuador |
Arena da Baixada (39 224 spett.)
|
||||||
|
Manaus 25 giugno 2014, ore 16:00 UTC-4 Incontro 43 |
Honduras |
0 – 3 referto |
Svizzera |
Arena da Amazônia (40 322
spett.)
|
||||||
|
Rio de Janeiro 25 giugno 2014, ore 17:00 UTC-3 Incontro 44 |
Ecuador |
0 – 0 referto |
Francia |
Maracanã (73 749
spett.)
|
Pos. | Squadra | Pt | G | V | N | P | GF | GS | DR |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1. | Argentina | 9 | 3 | 3 | 0 | 0 | 6 | 3 | +3 |
2. | Nigeria | 4 | 3 | 1 | 1 | 1 | 3 | 3 | 0 |
3. | Bosnia ed Erzegovina | 3 | 3 | 1 | 0 | 2 | 4 | 4 | 0 |
4. | Iran | 1 | 3 | 0 | 1 | 2 | 1 | 4 | -3 |
Rio de
Janeiro 15 giugno 2014, ore 19:00 UTC-3 Incontro 11 |
Argentina |
2 – 1 referto |
Bosnia ed Erzegovina |
Maracanã (74 738 spett.)
|
||||||
|
Curitiba 16 giugno 2014, ore 16:00 UTC-3 Incontro 13 |
Iran |
0 – 0 referto |
Nigeria |
Arena da Baixada (38 081
spett.)
|
Belo
Horizonte 21 giugno 2014, ore 13:00 UTC-3 Incontro 27 |
Argentina |
1 – 0 referto |
Iran |
Mineirão (57 698 spett.)
|
||||||
|
Cuiabá 21 giugno 2014, ore 18:00 UTC-4 Incontro 29 |
Nigeria |
1 – 0 referto |
Bosnia ed Erzegovina |
Arena
Pantanal (40 099 spett.)
|
||||||
|
Porto
Alegre 25 giugno 2014, ore 13:00 UTC-3 Incontro 41 |
Nigeria |
2 – 3 referto |
Argentina |
Estádio Beira-Rio (43 285 spett.)
|
||||||
|
Salvador 25 giugno 2014, ore 13:00 UTC-3 Incontro 42 |
Bosnia ed Erzegovina |
3 – 1 referto |
Iran |
Arena Fonte Nova (48 011 spett.)
|
||||||
|
Pos. | Squadra | Pt | G | V | N | P | GF | GS | DR |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1. | Germania | 7 | 3 | 2 | 1 | 0 | 7 | 2 | +5 |
2. | Stati Uniti | 4 | 3 | 1 | 1 | 1 | 4 | 4 | 0 |
3. | Portogallo | 4 | 3 | 1 | 1 | 1 | 4 | 7 | -3 |
4. | Ghana | 1 | 3 | 0 | 1 | 2 | 4 | 6 | -2 |
Salvador 16 giugno 2014, ore 13:00 UTC-3 Incontro 12 |
Germania |
4 – 0 referto |
Portogallo |
Arena Fonte Nova (51 081 spett.)
|
||||||
|
Natal 16 giugno 2014, ore 19:00 UTC-3 Incontro 14 |
Ghana |
1 – 2 referto |
Stati Uniti |
Arena
das Dunas (39 760 spett.)
|
||||||
|
Fortaleza 21 giugno 2014, ore 16:00 UTC-3 Incontro 28 |
Germania |
2 – 2 referto |
Ghana |
Castelão (59 621 spett.)
|
||||||
|
Manaus 22 giugno 2014, ore 18:00 UTC-4 Incontro 32 |
Stati Uniti |
2 – 2 referto |
Portogallo |
Arena da Amazônia (40 123 spett.)
|
||||||
|
Recife 26 giugno 2014, ore 13:00 UTC-3 Incontro 45 |
Stati Uniti |
0 – 1 referto |
Germania |
Arena Pernambuco (41 876 spett.)
|
||||||
|
Brasilia 26 giugno 2014, ore 13:00 UTC-3 Incontro 46 |
Portogallo |
2 – 1 referto |
Ghana |
Stadio nazionale Mané Garrincha (67 540 spett.)
|
||||||
|
Pos. | Squadra | Pt | G | V | N | P | GF | GS | DR |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1. | Belgio | 9 | 3 | 3 | 0 | 0 | 4 | 1 | +3 |
2. | Algeria | 4 | 3 | 1 | 1 | 1 | 6 | 5 | +1 |
3. | Russia | 2 | 3 | 0 | 2 | 1 | 2 | 3 | -1 |
4. | Corea del Sud | 1 | 3 | 0 | 1 | 2 | 3 | 6 | -3 |
Belo
Horizonte 17 giugno 2014, ore 13:00 UTC-3 Incontro 15 |
Belgio |
2 – 1 referto |
Algeria |
Mineirão (56 800 spett.)
|
||||||
|
Cuiabá 17 giugno 2014, ore 18:00 UTC-4 Incontro 17 |
Russia |
1 – 1 referto |
Corea del Sud |
Arena
Pantanal (37 603 spett.)
|
||||||
|
Rio de
Janeiro 22 giugno 2014, ore 13:00 UTC-3 Incontro 30 |
Belgio |
1 – 0 referto |
Russia |
Maracanã (73 819 spett.)
|
||||||
|
Porto
Alegre 22 giugno 2014, ore 16:00 UTC-3 Incontro 31 |
Corea del Sud |
2 – 4 referto |
Algeria |
Estádio Beira-Rio (42 732 spett.)
|
||||||
|
San Paolo 26 giugno 2014, ore 17:00 UTC-3 Incontro 47 |
Corea del Sud |
0 – 1 referto |
Belgio |
Arena Corinthians (61 397 spett.)
|
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Curitiba 26 giugno 2014, ore 17:00 UTC-3 Incontro 48 |
Algeria |
1 – 1 referto |
Russia |
Arena da Baixada (39 311
spett.)
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Ottavi di finale | Quarti di finale | Semifinali | Finale | |||||||||||
28 giugno - 13:00 | ||||||||||||||
1A. Brasile (dtr) | 1 (3) | |||||||||||||
4 luglio - 17:00 | ||||||||||||||
2B. Cile | 1 (2) | |||||||||||||
Brasile | 2 | |||||||||||||
28 giugno - 17:00 | ||||||||||||||
Colombia | 1 | |||||||||||||
1C. Colombia | 2 | |||||||||||||
8 luglio - 17:00 | ||||||||||||||
2D. Uruguay | 0 | |||||||||||||
Brasile | 1 | |||||||||||||
30 giugno - 13:00 | ||||||||||||||
Germania | 7 | |||||||||||||
1E. Francia | 2 | |||||||||||||
4 luglio - 13:00 | ||||||||||||||
2F. Nigeria | 0 | |||||||||||||
Francia | 0 | |||||||||||||
30 giugno - 17:00 | ||||||||||||||
Germania | 1 | |||||||||||||
1G. Germania (dts) | 2 | |||||||||||||
13 luglio - 16:00 | ||||||||||||||
2H. Algeria | 1 | |||||||||||||
Germania (dts) | 1 | |||||||||||||
29 giugno - 13:00 | ||||||||||||||
Argentina | 0 | |||||||||||||
1B. Paesi Bassi | 2 | |||||||||||||
5 luglio - 17:00 | ||||||||||||||
2A. Messico | 1 | |||||||||||||
Paesi Bassi (dtr) | 0 (4) | |||||||||||||
29 giugno - 17:00 | ||||||||||||||
Costa Rica | 0 (3) | |||||||||||||
1D. Costa Rica (dtr) | 1 (5) | |||||||||||||
9 luglio - 17:00 | ||||||||||||||
2C. Grecia | 1 (3) | |||||||||||||
Paesi Bassi | 0 (2) | |||||||||||||
1º luglio - 13:00 | ||||||||||||||
Argentina (dtr) | 0 (4) | Finale 3° posto | ||||||||||||
1F. Argentina (dts) | 1 | |||||||||||||
5 luglio - 13:00 | 12 luglio - 17:00 | |||||||||||||
2E. Svizzera | 0 | |||||||||||||
Argentina | 1 | Brasile | 0 | |||||||||||
1º luglio - 17:00 | ||||||||||||||
Belgio | 0 | Paesi Bassi | 3 | |||||||||||
1H. Belgio (dts) | 2 | |||||||||||||
2G. Stati Uniti | 1 | |||||||||||||
Belo
Horizonte 28 giugno 2014, ore 13:00 UTC-3 Incontro 49 |
Brasile |
1 – 1 (d.t.s.) referto |
Cile |
Mineirão (57 714 spett.)
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Rio de
Janeiro 28 giugno 2014, ore 17:00 UTC-3 Incontro 50 |
Colombia |
2 – 0 referto |
Uruguay |
Maracanã (73 804 spett.)
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Fortaleza 29 giugno 2014, ore 13:00 UTC-3 Incontro 51 |
Paesi Bassi |
2 – 1 referto |
Messico |
Castelão (58 817 spett.)
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Recife 29 giugno 2014, ore 17:00 UTC-3 Incontro 52 |
Costa Rica |
1 – 1 (d.t.s.) referto |
Grecia |
Arena Pernambuco (41 242 spett.)
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Brasilia 30 giugno 2014, ore 13:00 UTC-3 Incontro 53 |
Francia |
2 – 0 referto |
Nigeria |
Stadio nazionale Mané Garrincha (67 882 spett.)
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Porto
Alegre 30 giugno 2014, ore 17:00 UTC-3 Incontro 54 |
Germania |
2 – 1 (d.t.s.) referto |
Algeria |
Estádio Beira-Rio (43 063 spett.)
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San Paolo 1º luglio 2014, ore 13:00 UTC-3 Incontro 55 |
Argentina |
1 – 0 (d.t.s.) referto |
Svizzera |
Arena Corinthians (63 255 spett.)
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Salvador 1º luglio 2014, ore 17:00 UTC-3 Incontro 56 |
Belgio |
2 – 1 (d.t.s.) referto |
Stati Uniti |
Arena Fonte Nova (51 227 spett.)
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Rio de
Janeiro 4 luglio 2014, ore 13:00 UTC-3 Incontro 57 |
Francia |
0 – 1 referto |
Germania |
Maracaña (74 240 spett.)
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Fortaleza 4 luglio 2014, ore 17:00 UTC-3 Incontro 58 |
Brasile |
2 – 1 referto |
Colombia |
Castelão (60 342 spett.)
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Brasilia 5 luglio 2014, ore 13:00 UTC-3 Incontro 59 |
Argentina |
1 – 0 referto |
Belgio |
Stadio nazionale Mané Garrincha (68 551 spett.)
|
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Salvador 5 luglio 2014, ore 17:00 UTC-3 Incontro 60 |
Paesi Bassi |
0 – 0 (d.t.s.) referto |
Costa Rica |
Arena Fonte Nova (51 179 spett.)
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Belo
Horizonte 8 luglio 2014, ore 17:00 UTC-3 Incontro 61 |
Brasile |
1 – 7 referto |
Germania |
Mineirão (58 141 spett.)
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San Paolo 9 luglio 2014, ore 17:00 UTC-3 Incontro 62 |
Paesi Bassi |
0 – 0 (d.t.s.) referto |
Argentina |
Arena Corinthians (63 267 spett.)
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Brasilia 12 luglio 2014, ore 17:00 UTC-3 Incontro 63 |
Brasile |
0 – 3 referto |
Paesi Bassi |
Stadio nazionale Mané Garrincha (68 034 spett.)
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Rio de
Janeiro 13 luglio 2014, ore 16:00 UTC-3 Incontro 64 |
Germania |
1 – 0 (d.t.s.) referto |
Argentina |
Maracanã (76 804 spett.)
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2 reti
[128] | Miglior marcatore (Scarpa d'oro) | Miglior giocatore (Pallone d'oro) | Miglior portiere (Guanto d'oro) | Miglior giovane | Premio FIFA Fair Play |
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Oro | James Rodríguez (6) | Lionel Messi | Manuel Neuer | Paul Pogba | Colombia |
Argento | Thomas Müller (5) | Thomas Müller | Non assegnato | Non assegnato | Non assegnato |
Bronzo | Lionel Messi (4) | Arjen Robben | Non assegnato | Non assegnato | Non assegnato |
Portiere | Difensori | Centrocampisti | Attaccanti | Allenatore |
---|---|---|---|---|
Manuel Neuer |
David Luiz Mats Hummels Marcelo Thiago Silva |
Ángel Di María James Rodríguez Toni Kroos |
Lionel Messi Thomas Müller Neymar |
Joachim Löw |
In occasione della manifestazione, il tempio del calcio brasiliano, lo stadio Maracana l, è stato ristrutturato per 404 milioni di dollari (345 milioni di euro circa). Proprio questo ha suscitato tra la popolazione diverse polemiche, infatti, avrebbero preferito destinare quei soldi alla sanità, alla scuola e ai quartieri più difficili. Durante i due mesi di svolgimento, i biglietti dei mezzi dei trasporti locali erano aumentati e i brasiliani più poveri neanche potevano partecipare a una gara poiché il biglietto di un costo troppo elevato. Lo stadio è inoltre posto fra due favelas, i brasiliani più poveri potevano scorgere dai loro tetti lo stadio illuminato in un tripudio di fuochi d'artificio.
Al termine di un processo di preselezione partito nel 2011, il 15 gennaio 2014 la FIFA ha reso nota la lista definitiva degli ufficiali di gara. Per ogni confederazione, oltre alle terne titolari, sono presenti ulteriori arbitri con funzioni esclusive di quarto ufficiale e un solo assistente abbinato che prenderà il ruolo di quinto ufficiale nelle gare per le quali saranno designati.[129] Non è prevista invece la figura dell'arbitro di porta, diffusa nelle competizioni UEFA. Il 19 maggio 2014 la FIFA ha sostituito l'assistente figiano Ravenish Kumar, inizialmente selezionato nella terna del neozelandese Peter O'Leary, con la riserva Mark Rule, anch'esso proveniente dalla Nuova Zelanda, a causa di un infortunio che gli ha impedito di partecipare ai test fisici nel raduno premondiale svoltosi a Zurigo nell'aprile del 2014. Il posto di riserva per la Confederazione Calcistica Oceanica è rimasto perciò vacante.[130] Successivamente, l'11 giugno 2014 si apprende della defezione dell'arbitro sudafricano Daniel Frazer Bennett, selezionato come riserva, a causa di un infortunio patito durante una sessione di allenamento in Brasile il 3 giugno 2014. Bennett non viene sostituito da altri ufficiali di riserva, e l'assistente con lui abbinato rimane comunque a disposizione per tutto il torneo.[131]
Questa è la prima Coppa del Mondo in cui viene utilizzata una tecnologia sulla linea di porta, dopo il successo ottenuto nella Coppa del mondo per club FIFA 2012 in Giappone. Questa tecnologia viene installata in tutti gli stadi, con ogni volta un test pre-partita, al fine di sostenere gli ufficiali di gara.[132][133] Viene utilizzato il sistema GoalRef, creata dall'istituto tedesco di ricerche fisiche Fraunhofer. Quando il pallone varca interamente la linea di porta, interrompe e ripristina le onde magnetiche collocate sulla linea (un meccanismo simile a quello degli antifurto dei caveau) e il microchip all'interno trasmette un segnale sonoro all'arbitro.
Secondo quanto comunicato in occasione di una conferenza stampa tenutasi a San Paolo da parte del direttore della commissione medica della FIFA Jiří Dvořák, per tutelare la salute dei giocatori in campo è prevista la possibilità di introdurre due pause di tre o quattro minuti al 30º minuto di ogni tempo delle partite che verranno disputate alle ore 13:00 locali.[134]
La prima applicazione di tale possibilità, inedita nel mondo del calcio, si è avuta nell'ottavo di finale Paesi Bassi-Messico disputato il 29 giugno.[135]
Tutti gli arbitri hanno in dotazione, per la prima volta in una fase finale del campionato mondiale di calcio, uno spray evanescente, che serve a segnare la distanza della barriera sui calci di punizione. Prima dell'esecuzione del calcio piazzato, l'arbitro traccia una linea sull'erba, che funge da limite di avanzamento per i giocatori; in questo modo le eventuali infrazioni che gli uomini in barriera possono commettere quando l'arbitro è di spalle diventano evidenti e punibili. La pratica, originariamente diffusa nelle competizioni CONMEBOL, fu poi sperimentata anche dalla FIFA in diversi tornei, tra cui i Mondiali under-20 del 2013 e la Coppa del mondo per club FIFA 2013. La sperimentazione è andata a buon fine, e il 19 dicembre 2013 è stata comunicata ufficialmente l'approvazione degli spray per Brasile 2014.[136]
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Uniformi di gara
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Sport | Calcio | ||
Federazione |
DFB Deutscher Fußball-Bund |
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Confederazione | UEFA | ||
Codice FIFA | GER | ||
Soprannome | Die Mannschaft (La Squadra) | ||
Selezionatore | Hans-Dieter Flick | ||
Record presenze | Lothar Matthäus (150) | ||
Capocannoniere | Miroslav Klose (71) | ||
Ranking FIFA | 14º (22 dicembre 2022)[1] | ||
Sponsor tecnico | Adidas | ||
Esordio internazionale | |||
Svizzera 5
- 3 Germania Basilea, Svizzera; 5 aprile 1908 |
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Migliore vittoria | |||
Germania 16 - 0 Impero
russo Stoccolma, Svezia; 1º luglio 1912 |
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Peggiore sconfitta | |||
Inghilterra
dilettanti 9 - 0 Germania Oxford, Regno Unito; 13 marzo 1909 |
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Campionato del mondo | |||
Partecipazioni | 20 (esordio: 1934) | ||
Miglior risultato | Campioni nel 1954, 1974, 1990, 2014 | ||
Campionato d'Europa | |||
Partecipazioni | 13 (esordio: 1972) | ||
Miglior risultato | Campioni nel 1972, 1980, 1996 | ||
Confederations Cup | |||
Partecipazioni | 3 (esordio: 1999) | ||
Miglior risultato | Campioni nel 2017 | ||
Torneo Olimpico | |||
Partecipazioni | 3[2] (esordio: 1912) | ||
Miglior risultato | Quarti di finale nel 1928, 1936 | ||
UEFA Nations League | |||
Partecipazioni | 2 (esordio: 2018-2019) | ||
Miglior risultato | 8º posto nella Lega A 2020-2021 |
La nazionale di calcio della Germania (in tedesco deutsche Fußballnationalmannschaft) è la rappresentativa calcistica della Germania ed è posta sotto l'egida della Deutscher Fussball-Bund.
È una delle nazionali di calcio più blasonate al mondo oltreché la più titolata d'Europa, essendosi aggiudicata per quattro volte il campionato mondiale, per tre volte il campionato europeo e per una volta la Confederations Cup. Nelle due principali competizioni cui partecipa (campionato mondiale e campionato europeo) è giunta a disputare la finale rispettivamente otto e sei volte: in entrambi i casi si tratta di un record. A livello europeo condivide con la Spagna il primato di vittorie nella manifestazione continentale (3) e con l'Italia quello di vittorie nel mondiale (4).
La Germania fu inserita al primo posto al momento dell'istituzione della classifica mondiale della FIFA, stilata per la prima volta nell'agosto 1993, e ritrovò altre volte la vetta: nel 1993, nel 1994, dal luglio 2014 al giugno 2015, nel luglio 2017, dal settembre 2017 al luglio 2018. Il piazzamento più basso è stato il 22º posto, occupato nel marzo 2006. A dicembre 2022 occupa la 14ª posizione.
La nazionale tedesca propriamente detta esordì nel 1908, otto anni dopo la fondazione della Federazione calcistica della Germania (DFB), perdendo per 5-3 contro la Svizzera a Basilea. Eliminata al turno preliminare del torneo olimpico di calcio 1912, la squadra ebbe il primo commissario tecnico qualche anno dopo: fu Otto Nerz, un insegnante scolastico di Mannheim, a guidare la Mannschaft dal 1926 al 1936. La Germania arrivò terza nel campionato mondiale del 1934, nella sua prima apparizione ad un torneo iridato. Due anni dopo l'incarico di commissario tecnico fu affidato a Sepp Herberger, con cui la squadra uscì al primo turno del campionato mondiale del 1938. Dopo che l'Austria (avente all'epoca una forte nazionale) fu annessa alla Germania nazista nel 1938, i giocatori austriaci del Rapid Vienna (che diverrà l'unico club austriaco a vincere la Gauliga) si erano aggiunti alla nazionale tedesca in breve tempo per motivi politici.
Al termine della seconda guerra mondiale, con la Germania ormai divisa in due entità politiche differenti – la Repubblica Democratica e quella Federale – e devastata dalla guerra, la situazione calcistica era alquanto problematica. Si formò un'altra federazione che si staccò dalla DFB per amministrare indipendentemente il calcio nella Germania dell'Est, formando una propria nazionale. Oltre a questo, la formazione tedesco-occidentale, ormai Germania Ovest, non era vista di buon occhio: per i primi anni solo le vicine Svizzera e Austria, oltre che la Turchia, giocarono sfide con l'Ovest. Fu la Repubblica d'Irlanda a rompere questo tabù ed accordarsi con la federcalcio occidentale per una partita.
Dopo essere stati esclusi dal campionato mondiale del 1950 in Brasile, i tedeschi occidentali sorprendentemente vinsero il successivo, nel 1954 in Svizzera, guidati da Fritz Walter e ancora allenati da Sepp Herberger, battendo in finale la favoritissima Ungheria. L'evento, passato alla storia come "miracolo di Berna", entusiasmò la Germania del dopoguerra ed è stato considerato un fattore importante della ripresa economico-morale del paese.
Conclusasi con un quarto posto l'avventura al campionato mondiale del 1958 e raggiunti i quarti di finale in quello del 1962, la squadra, sotto la guida di Helmut Schön, raggiunse la finale del campionato mondiale del 1966, persa contro l'Inghilterra padrona di casa a Wembley. Mancata la qualificazione al campionato d'Europa 1968 a causa di un pareggio per 0-0 contro l'Albania a Tirana nell'ultima partita del girone di qualificazione, la Germania Ovest si piazzò terza al campionato mondiale del 1970 in Messico, dopo la celebre eliminazione patita contro l'Italia in semifinale, nella cosiddetta Partita del secolo (in tedesco Jahrhundertspiel); l'attaccante tedesco occidentale Gerd Müller si aggiudicò la classifica marcatori della competizione con 10 reti.
Nel 1971 Franz Beckenbauer divenne capitano della Germania Ovest e la guidò alla conquista prima dell'europeo successivo e poi del mondiale disputato in casa. La prima vittoria del torneo continentale, nel 1972, si concretizzò con una netta affermazione per 3-0 sull'Unione Sovietica nella finale di Bruxelles,[3] mentre due anni dopo, al campionato mondiale del 1974, fu il turno dei Paesi Bassi di Johan Cruyff, che persero per 1-2 la finale disputata allo stadio Olimpico di Monaco di Baviera. Una storica partita tra le due nazionali tedesche si giocò ad Amburgo il 22 giugno 1974 nella fase finale del mondiale di quell'anno: vinse la Germania Est per 1-0 grazie ad un gol di Jürgen Sparwasser, ma secondo molti la partita in oggetto fu combinata per consentire alle due nazionali il passaggio di turno, con reciproco vantaggio (la Ovest, perdendo, evitò il girone di ferro con Olanda, Brasile e Argentina).
I tedeschi occidentali furono poi finalisti al campionato d'Europa 1976, che persero nell'atto conclusivo contro la Cecoslovacchia ai tiri di rigore (5-3 dopo che i supplementari si conclusero sul 2-2). Questa è, ad oggi, l'unica sconfitta subita ai tiri di rigore dalla nazionale tedesca in una partita ufficiale. Eliminata al secondo turno a gironi al campionato del mondo 1978, dopo una storica sconfitta con l'Austria, la Germania Ovest fu affidata al commissario tecnico Jupp Derwall, che guidò la Mannschaft alla vittoria del campionato d'Europa 1980, ottenuta battendo il Belgio nella finale dello stadio Olimpico di Roma grazie a una doppietta di Hrubesch (2-1).[4] Due anni dopo, la squadra raggiunse anche la finale del campionato del mondo 1982, ma fu battuta per 3-1 dall'Italia.
Dopo l'eliminazione al primo turno al campionato europeo del 1984, Franz Beckenbauer tornò in nazionale come allenatore. Egli condusse i suoi alla finale del campionato del mondo 1986, persa per 3-2 contro l'Argentina di Diego Armando Maradona. Semifinalista al campionato europeo del 1988 giocato in casa, la Germania Ovest, capitanata da Lothar Matthäus, vinse il proprio terzo titolo mondiale a Italia 1990 (1-0 in finale contro la stessa Argentina), cogliendo l'ultimo successo prima della riunificazione con la Germania Est, nella terza finale disputata consecutivamente al campionato del mondo (risultato conseguito solo dalla Germania Ovest e dal Brasile nelle tre edizioni successive a quella del 1990). Beckenbauer si ritrovò quindi ad aver vinto il mondiale da giocatore, capitano (nel 1974) ed allenatore; tale record era stato ottenuto, in precedenza, solo da Mário Zagallo, e verrà ottenuto anche, nel 2018, da Didier Deschamps.
Dopo la vittoria del mondiale italiano, Beckenbauer lasciò la panchina all'assistente Berti Vogts, mentre la caduta del Muro di Berlino e la riunificazione tedesca del 3 ottobre 1990 portarono alla fusione delle due nazionali in una nuova definitiva nazionale tedesca, che esordì il 19 dicembre successivo, battendo per 4-0 in amichevole la Svizzera.[5] Una nuova finale fu raggiunta dalla Germania al campionato d'Europa 1992, dove i tedeschi furono sconfitti per 2-0 nell'atto conclusivo dalla sorprendente Danimarca, al primo successo in una manifestazione internazionale di rilievo e chiamata all'ultimo momento a partecipare all'europeo in sostituzione della squalificata Jugoslavia.
Ammessa di diritto alla fase finale del campionato del mondo 1994 negli Stati Uniti in quanto campione del mondo in carica, la Germania deluse, uscendo ai quarti di finale contro la Bulgaria, ma al campionato d'Europa 1996, dopo aver superato un duro girone comprendente Italia, Rep. Ceca e Russia, la Mannschaft di Vogts, capitanata da Jürgen Klinsmann, trionfò nuovamente nella rassegna continentale, sconfiggendo in finale per 2-1 a Wembley proprio i cechi, grazie alla doppietta di Oliver Bierhoff; la sfida fu decisa dal primo golden goal nella storia dell'europeo, quello dello stesso Bierhoff, il quale, andando in gol nel primo tempo supplementare, mise fine all'incontro. La partita si chiuse dunque immediatamente dopo la rete del centravanti dell'Udinese: per i tedeschi fu il terzo titolo europeo; il difensore Matthias Sammer fu eletto miglior calciatore della competizione e avrebbe vinto qualche mese dopo l'ambito Pallone d'oro.
Dopo la vittoria al campionato europeo del 1996, per la Germania iniziò un periodo di declino. La qualificazione al campionato del mondo 1998 in Francia fu ottenuta con patemi e si risolse in una brutta eliminazione ai quarti di finale. La gestione di Vogts si chiuse di lì a poco, lasciando una difficile eredità e una squadra da rifondare perché giunta alla fine di un ciclo. La Germania disputò, in qualità di campione d'Europa in carica, la Confederations Cup del 1999, dove, con una rosa piena di seconde linee, fu eliminata già dopo la fase a gironi. Qualificatasi al campionato d'Europa 2000, fu anche qui eliminata nella fase a gironi, senza vincere alcuna partita;[6] al termine di questa competizione si chiuse anche la carriera ultraventennale di Lothar Matthäus in nazionale.
Sotto la guida del commissario tecnico Rudi Völler, i tedeschi si risollevarono al campionato mondiale del 2002, a cui si qualificarono tramite i play-off per la prima volta nella storia della Mannschaft. Sovvertendo i pronostici della vigilia, raggiunsero poi la finale di Yokohama, persa per 2-0 contro il Brasile di Ronaldo; il portiere tedesco Oliver Kahn vinse il premio come miglior giocatore del torneo, prima volta per un estremo difensore. Völler si dimise due anni dopo, al termine della fallimentare campagna al campionato d'Europa 2004, chiusa con l'eliminazione nella fase a gironi. La federcalcio tedesca dovette cercare il terzo commissario tecnico in nemmeno sei anni, contro i sei avuti nei settantacinque anni precedenti.
A Völler subentrò l'ex centravanti Jürgen Klinsmann,[7] all'esordio come allenatore.[8] Il nuovo selezionatore diede fiducia a promesse e calciatori di prospettiva, con l'intenzione di costruire una squadra giovane, in grado di produrre un calcio offensivo e divertente per il pubblico, in vista del successivo campionato del mondo, da disputare in casa. Nella Confederations Cup 2005, ospitata proprio dai tedeschi, gli uomini di Klinsmann ottennero il terzo posto,[9] risultato che fece ben sperare in vista del mondiale casalingo dell'anno successivo. Al campionato del mondo 2006 la squadra ottenne, difatti, un altro terzo posto, eliminata ancora una volta dall'Italia poi campione del mondo, stavolta in semifinale dopo i tempi supplementari.[10]
Dopo le dimissioni di Klinsmann, gli subentrò il suo vice Joachim Löw. Egli confermò la squadra ai vertici mondiali, conseguendo il secondo posto al campionato d'Europa 2008, avendo perso per 1-0 la finale contro la Spagna, e il terzo posto al campionato del mondo 2010, dove fu ancora fatale una sconfitta contro la Spagna (questa volta in semifinale). Qualificatasi per il campionato europeo del 2012 con 10 vittorie in altrettanti incontri del girone eliminatorio, in Polonia e Ucraina la squadra di Löw, capitanata da Philipp Lahm e compagine dall'età media più bassa del torneo, si arrestò in semifinale, eliminata ancora dall'Italia. Seguì il trionfo al campionato del mondo 2014, ottenuto grazie allo storico successo per 7-1 contro il Brasile padrone di casa in semifinale e alla vittoria per 1-0 in finale contro l'Argentina dopo i tempi supplementari (gol di Mario Götze): per i tedeschi fu il quarto titolo mondiale della storia, risultato che consentì loro di agganciare gli italiani e di porsi alle spalle del solo Brasile per numero di vittorie nella massima rassegna calcistica planetaria.
Dopo il mondiale brasiliano lasciarono la nazionale Philipp Lahm, Per Mertesacker e Miroslav Klose. Al campionato d'Europa 2016 la squadra fu eliminata in semifinale dalla Francia padrona di casa. Bastian Schweinsteiger e Lukas Podolski si congedarono dalla Mannschaft, che vinse poi la Confederations Cup 2017 (battuto in finale il Cile per 1-0) con una rosa composta da molti giovani e giocatori da rodare in vista del mondiale di Russia 2018; tre giocatori tedeschi, Leon Goretzka, Lars Stindl e Timo Werner, furono capocannonieri della manifestazione con 3 gol ciascuno.
Malgrado la convincente qualificazione al mondiale russo, raggiunta con 10 vittorie in altrettanti incontri del girone eliminatorio, la Germania fu eliminata nella fase a gironi della Coppa del mondo, evento senza precedenti in un mondiale.[11] Nonostante le aspre critiche ricevute, Löw si vide confermato l'incarico alla guida della nazionale tedesca almeno per il successivo biennio,[12] segnato dal deludente risultato nella UEFA Nations League 2018-2019, dove la Germania giunse ultima nel proprio minigirone, evitando la retrocessione in Lega B solo per una modifica regolamentare.[13] Malgrado la decisione di rinunciare a pedine fondamentali quali Müller (richiamato due anni dopo), Hummels e Boateng[14] per rifondare l'organico, Löw mancò la qualificazione alla final four della UEFA Nations League 2020-2021 perdendo rovinosamente per 6-0 in casa della Spagna (peggiore rovescio della storia della Mannschaft in gare ufficiali), in una partita in cui un pareggio le sarebbe bastato per qualificarsi alla fase finale del torneo, e deluse anche al campionato d'Europa 2020, dove uscì agli ottavi di finale.
Chiusasi la gestione di Löw (rimasto in carica per poco meno di 15 anni, diventando il secondo commissario tecnico più longevo dopo Herberger), la nazionale tedesca fu affidata ad Hans-Dieter Flick, che con sette vittorie nelle sue prime sette gare, evento senza precedenti per un selezionatore della Mannschaft, qualificò la squadra al campionato del mondo 2022; tuttavia nei mesi seguenti i tedeschi delusero dapprima nella UEFA Nations League 2022-2023, rimanendo fuori dalla final four, e poi nella fase finale del mondiale 2022 in Qatar dove, come già accaduto quattro anni prima, vennero nuovamente estromessi al primo turno.
La nazionale tedesca di calcio non dispone di uno stadio che ne ospita le partite casalinghe in modo fisso. Nel corso della sua storia la Mannschaft ha giocato in 43 città diverse, compresa Vienna, che dal 1938 al 1942, all'epoca dell'Anschluss, ospitò tre partite della nazionale tedesca.
La città che ha ospitato la maggior parte delle partite interne della Germania è Berlino, che fu sede del primo match dei tedeschi, nel 1908 contro l'Inghilterra. Altre città in cui la nazionale ha giocato di frequente sono Amburgo, Stoccarda, Hannover, Dortmund e Monaco di Baviera, che ospitò la finale del campionato mondiale di calcio 1974, vinta dalla Germania Ovest contro i Paesi Bassi.
Dagli esordi la nazionale tedesca ha sempre indossato come prima tenuta un completo bianco (a volte con bordini neri), con calzoncini neri e calzettoni bianchi; si trattava dei colori della bandiera della Prussia. Dopo la scissione delle due Germanie, la Germania Ovest ha continuato a usare questo abbigliamento casalingo, mentre la Germania Est ha giocato in blu, colore che non verrà mai ripreso dopo la riunificazione.
Nel 1988 appare un vistoso tricolore tedesco che parte dalla spalla destra e copre quasi tutto il petto. La scelta del fornitore tecnico è felice, perché ricollega la caduta del muro di Berlino, la successiva fusione delle due nazionali e la vittoria al mondiale italiano del 1990, pertanto i colori nazionali diventano un motivo frequente per almeno sei anni: ridotti alle spalle nel 1992, tornano in maniera molto invasiva nel petto nel 1994 ma come rombi a sfumature tricolori, simili al piumaggio presente nel petto di un'aquila. Nel 1996 c'è un ritorno alla semplicità, con una tenuta completamente bianca e nera con un tricolore nel colletto e nei bordi delle maniche. Un piccolo tricolore, formato da tre righine orizzontali sul petto, torna nel 1998, per poi figurare negli anni successivi in piccoli ornamenti più o meno vistosi. In occasione del campionato mondiale del 2014 viene realizzata una divisa decisamente di rottura rispetto al passato: la maglia, bianca, reca in petto una vistosa "V" con gradiente di varie tonalità di rosso, mentre i pantaloncini non sono più neri ma diventano anch'essi bianchi.[15] Nel campionato mondiale del 2018 viene ripresa la famosa grafica del 1990, questa volta con le tre strisce di diverse tonalità di grigio. Per il campionato d'Europa 2020 (disputatosi nel 2021 a causa della pandemia di COVID-19) adidas disegna una maglia innovativa, caratterizzata dalle sottili strisce orizzontali di colore nero.
Se la tenuta casalinga, ornamenti a parte, è rimasta quasi sempre invariata anche e nonostante le vicissitudini politiche, molto più tribolata è la storia della divisa da trasferta. La seconda casacca tedesca è tradizionalmente di color verde. Per lungo tempo è sopravvissuta la credenza secondo cui questo colore fosse stato scelto in onore e rispetto dell'Irlanda, prima compagine non confinante che accettò un confronto calcistico con la Germania Ovest nell'immediato secondo dopoguerra;[17] in realtà, il verde è semplicemente derivato dal colore preminente nello stemma del Deutscher Fußball-Bund, la federcalcio tedesca.[18][19] La maglia verde, indossata per la prima volta al campionato del mondo 1954,[18] ha caratterizzato la vittoria del primo Campionato europeo del 1972,[20] e ha accompagnato la Germania anche dopo la riunificazione con l'Est, fino al 1º settembre 2001: in questa data la Germania ha giocato in maglia verde quella che è stata la sua peggior sconfitta casalinga in epoca moderna, un 1-5 contro l'Inghilterra all'Olympiastadion di Monaco di Baviera.
Dopo questa débâcle la maglia verde è stata accantonata,[21] e nel decennio successivo è iniziata una lenta evoluzione della seconda divisa. Il 2002 ha visto l'introduzione di una divisa con due tonalità di grigio, mentre nel 2004 ha debuttato una maglia completamente nera con dettagli gialli e rossi.[21] La Confederations Cup 2005 ha visto l'esordio di una maglia rossa, fortemente voluta dal commissario tecnico Jürgen Klinsmann (convinto che il colore rosso potesse dare un vantaggio psicologico alla squadra in termini di aggressività[22]); questa divisa è stata la più utilizzata come seconda maglia durante gli anni duemila, e in particolare Klinsmann premette per utilizzare proprio questa come prima divisa al mondiale casalingo del 2006,[22] salvo poi desistere. Il 2010 ha visto nuovamente una maglia nera, stavolta con inserti oro.[21] Con il campionato d'Europa d 2012, in occasione del quarantennale della conquista del primo alloro continentale, c'è il ritorno della classica seconda divisa verde.[20][23][24] Per il campionato mondiale del 2014 vinto dalla compagine tedesca viene realizzata una rivoluzionaria maglia a larghe strisce orizzontali rosse e nere.
Il simbolo della nazionale tedesca non è quello del DFB, ma una tradizionale aquila nera stilizzata, che richiama lo stemma nazionale. Il fornitore tecnico è, oramai dal 1980, il gruppo tedesco adidas, rimpiazzando la Erima, un'azienda teutonica di proprietà della stessa adidas.
Casa[25]
Mondiale 1938[26]
|
Trasferta[25]
Campionato del mondo | |
---|---|
Edizione | Risultato |
1930 | Non partecipante |
1934 | Terzo posto |
1938 | Ottavi di finale |
1950 | Squalificata |
1954 | Campione |
1958 | Quarto posto |
1962 | Quarti di finale |
1966 | Secondo posto |
1970 | Terzo posto |
1974 | Campione |
1978 | Secondo turno |
1982 | Secondo posto |
1986 | Secondo posto |
1990 | Campione |
1994 | Quarti di finale |
1998 | Quarti di finale |
2002 | Secondo posto |
2006 | Terzo posto |
2010 | Terzo posto |
2014 | Campione |
2018 | Primo turno |
2022 | Primo turno |
Campionato europeo | |
---|---|
Edizione | Risultato |
1960 | Non partecipante |
1964 | Non partecipante |
1968 | Non qualificata |
1972 | Campione |
1976 | Secondo posto |
1980 | Campione |
1984 | Primo turno |
1988 | Semifinali |
1992 | Secondo posto |
1996 | Campione |
2000 | Primo turno |
2004 | Primo turno |
2008 | Secondo posto |
2012 | Semifinali [27] |
2016 | Semifinali |
2020 | Ottavi di finale |
Giochi olimpici | |
---|---|
Edizione | Risultato |
1908 | Non partecipante |
1912 | Turno di qualificazione |
1920 | Non partecipante |
1924 | Non partecipante |
1928 | Quarti di finale |
1936 | Quarti di finale |
1948 | Non partecipante |
Confederations Cup | |
---|---|
Edizione | Risultato |
1992 | Rinuncia |
1995 | Non invitata |
1997 | Rinuncia |
1999 | Primo turno |
2001 | Non qualificata |
2003 | Rinuncia[29] |
2005 | Terzo posto |
2009 | Non qualificata |
2013 | Non qualificata |
2017 | Campione |
Legenda: Grassetto:
Risultato migliore, Corsivo:
Mancate partecipazioni
Anno | Luogo | Piazzamento | V | N | P | Gol |
---|---|---|---|---|---|---|
1930 | Uruguay | Non partecipante | - | - | - | - |
1934 | Italia | Terzo posto | 3 | 0 | 1 | 11:8 |
1938 | Francia | Ottavi di finale | 0 | 1 | 1 | 3:5 |
1950 | Brasile | Squalificata[32] | - | - | - | - |
1954 | Svizzera | Campione | 5 | 0 | 1 | 25:14 |
1958 | Svezia | Quarto posto | 2 | 2 | 2 | 12:14 |
1962 | Cile | Quarti di finale | 2 | 1 | 1 | 4:2 |
1966 | Inghilterra | Secondo posto | 4 | 1 | 1 | 15:6 |
1970 | Messico | Terzo posto | 5 | 0 | 1 | 17:10 |
1974 | Germania Ovest | Campione | 6 | 0 | 1 | 13:4 |
1978 | Argentina | Secondo turno | 1 | 4 | 1 | 10:5 |
1982 | Spagna | Secondo posto | 3 | 2 | 2 | 12:10 |
1986 | Messico | Secondo posto | 3 | 2 | 2 | 8:7 |
1990 | Italia | Campione | 5 | 2 | 0 | 15:5 |
1994 | Stati Uniti | Quarti di finale | 3 | 1 | 1 | 9:7 |
1998 | Francia | Quarti di finale | 3 | 1 | 1 | 8:6 |
2002 | Corea del Sud / Giappone | Secondo posto | 5 | 1 | 1 | 14:3 |
2006 | Germania | Terzo posto | 5 | 1 | 1 | 14:6 |
2010 | Sudafrica | Terzo posto | 5 | 0 | 2 | 16:5 |
2014 | Brasile | Campione | 6 | 1 | 0 | 18:4 |
2018 | Russia | Primo turno | 1 | 0 | 2 | 2:4 |
2022 | Qatar | Primo turno | 1 | 1 | 1 | 6:5 |
Anno | Luogo | Piazzamento | V | N | P | Gol |
---|---|---|---|---|---|---|
1960 | Francia | Non partecipante | - | - | - | - |
1964 | Spagna | Non partecipante | - | - | - | - |
1968 | Italia | Non qualificata | - | - | - | - |
1972 | Belgio | Campione | 2 | 0 | 0 | 5:1 |
1976 | Jugoslavia | Secondo posto | 1 | 1 | 0 | 6:4 |
1980 | Italia | Campione | 3 | 1 | 0 | 6:3 |
1984 | Francia | Primo turno | 1 | 1 | 1 | 2:2 |
1988 | Germania Ovest | Semifinali | 2 | 1 | 1 | 6:3 |
1992 | Svezia | Secondo posto | 2 | 1 | 2 | 7:8 |
1996 | Inghilterra | Campione | 4 | 2 | 0 | 10:3 |
2000 | Belgio / Paesi Bassi | Primo turno | 0 | 1 | 2 | 1:5 |
2004 | Portogallo | Primo turno | 0 | 2 | 1 | 2:3 |
2008 | Austria / Svizzera | Secondo posto | 4 | 0 | 2 | 10:7 |
2012 | Polonia / Ucraina | Semifinali | 4 | 0 | 1 | 10:6 |
2016 | Francia | Semifinali | 3 | 2 | 1 | 7:3 |
2020[33] | Europa | Ottavi di finale | 1 | 1 | 2 | 6:7 |
Anno | Luogo | Piazzamento | V | N | P | Gol |
---|---|---|---|---|---|---|
1992 | Arabia Saudita | Rinuncia | - | - | - | - |
1995 | Arabia Saudita | Non invitata | - | - | - | - |
1997 | Arabia Saudita | Rinuncia | - | - | - | - |
1999 | Messico | Primo turno | 1 | 0 | 2 | 2:6 |
2001 | Corea del Sud / Giappone | Non qualificata | - | - | - | - |
2003 | Francia | Rinuncia | - | - | - | - |
2005 | Germania | Terzo posto | 3 | 1 | 1 | 15:11 |
2009 | Sudafrica | Non qualificata | - | - | - | - |
2013 | Brasile | Non qualificata | - | - | - | - |
2017 | Russia | Campione | 4 | 1 | 0 | 12:5 |
Anno | Luogo (fase finale) | Piazzamento | V | N | P | Gol |
---|---|---|---|---|---|---|
2018-2019 | Portogallo | 11º in Lega A[34] | 0 | 2 | 2 | 3:7 |
2020-2021 | Italia | 8º in Lega A | 2 | 3 | 1 | 10:13 |
2022-2023 | Paesi Bassi | 10º in Lega A | 1 | 4 | 1 | 11:9 |
Anno | Luogo | Piazzamento | V | N | P | Gol |
---|---|---|---|---|---|---|
1908 | Londra | Non partecipante | - | - | - | - |
1912 | Stoccolma | Turno di qualificazione | 0 | 0 | 1 | 1:5 |
1920 | Anversa | Non partecipante | - | - | - | - |
1924 | Parigi | Non partecipante | - | - | - | - |
1928 | Amsterdam | Quarti di finale | 1 | 0 | 1 | 5:4 |
1936 | Berlino | Quarti di finale | 1 | 0 | 1 | 9:2 |
1948 | Londra | Non partecipante | - | - | - | - |
NOTA: Per le informazioni sulle rose successive al 1948 visionare la pagina della Nazionale olimpica.
Lista dei giocatori convocati dal commissario tecnico Hans-Dieter Flick per il campionato del mondo 2022.[35]
Presenze e reti aggiornate al 1º dicembre 2022, dopo la partita contro la Costa Rica.
N. | Pos. | Giocatore | Data nascita (età) | Pres. | Reti | Squadra | ||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1 | P | Manuel Neuer | 27 marzo 1986 | 117 | -113 | Bayern Monaco | ||
12 | P | Kevin Trapp | 8 luglio 1990 | 6 | -5 | Eintracht Francoforte | ||
22 | P | Marc-André ter Stegen | 30 aprile 1992 | 30 | -33 | Barcellona | ||
2 | D | Antonio Rüdiger | 3 marzo 1993 | 57 | 2 | Real Madrid | ||
3 | D | David Raum | 22 aprile 1998 | 15 | 0 | RB Lipsia | ||
4 | D | Matthias Ginter | 19 gennaio 1994 | 48 | 2 | Friburgo | ||
5 | D | Thilo Kehrer | 21 settembre 1996 | 24 | 0 | West Ham Utd | ||
15 | D | Niklas Süle | 3 settembre 1995 | 45 | 1 | Borussia Dortmund | ||
16 | D | Lukas Klostermann | 3 giugno 1996 | 21 | 0 | RB Lipsia | ||
20 | D | Christian Günter | 28 febbraio 1993 | 7 | 0 | Friburgo | ||
23 | D | Nico Schlotterbeck | 1º dicembre 1999 | 8 | 0 | Borussia Dortmund | ||
25 | D | Armel Bella-Kotchap | 11 dicembre 2001 | 2 | 0 | Southampton | ||
6 | C | Joshua Kimmich | 8 febbraio 1995 | 74 | 5 | Bayern Monaco | ||
7 | C | Kai Havertz | 11 giugno 1999 | 33 | 12 | Chelsea | ||
8 | C | Leon Goretzka | 6 febbraio 1995 | 48 | 14 | Bayern Monaco | ||
11 | C | Mario Götze | 3 giugno 1992 | 65 | 17 | Eintracht Francoforte | ||
14 | C | Jamal Musiala | 26 febbraio 2003 | 20 | 1 | Bayern Monaco | ||
17 | C | Julian Brandt | 2 maggio 1996 | 39 | 3 | Borussia Dortmund | ||
18 | C | Jonas Hofmann | 14 luglio 1992 | 19 | 4 | Borussia M'gladbach | ||
21 | C | İlkay Gündoğan | 24 ottobre 1990 | 66 | 17 | Manchester City | ||
9 | A | Niclas Füllkrug | 9 febbraio 1993 | 4 | 3 | Werder Brema | ||
10 | A | Serge Gnabry | 14 luglio 1995 | 39 | 21 | Bayern Monaco | ||
13 | A | Thomas Müller | 13 settembre 1989 | 121 | 44 | Bayern Monaco | ||
19 | A | Leroy Sané | 11 gennaio 1996 | 50 | 11 | Bayern Monaco | ||
24 | A | Karim Adeyemi | 18 gennaio 2002 | 4 | 1 | Borussia Dortmund | ||
26 | A | Youssoufa Moukoko | 20 novembre 2004 | 2 | 0 | Borussia Dortmund |
Statistiche aggiornate al 1º dicembre 2022.
In grassetto i giocatori in attività con la maglia della nazionale.
Posizione | Giocatore | Presenze | Reti | Periodo |
---|---|---|---|---|
1 | Lothar Matthäus | 150 | 23 | 1980-2000 |
2 | Miroslav Klose | 137 | 71 | 2001-2014 |
3 | Lukas Podolski | 130 | 49 | 2004-2017 |
4 | Thomas Müller | 121 | 44 | 2010-2022 |
Bastian Schweinsteiger | 24 | 2004-2016 | ||
6 | Manuel Neuer | 117 | 0 | 2009- |
7 | Philipp Lahm | 113 | 5 | 2004 2014 |
8 | Jürgen Klinsmann | 108 | 47 | 1987-1998 |
9 | Toni Kroos | 106 | 17 | 2010-2021 |
10 | Jürgen Kohler | 105 | 2 | 1986-1998 |
Posizione | Giocatore | Reti | Presenze | Periodo |
---|---|---|---|---|
1 | Miroslav Klose | 71 | 137 | 2001-2014 |
2 | Gerd Müller | 68 | 62 | 1966-1974 |
3 | Lukas Podolski | 49 | 130 | 2004-2017 |
4 | Rudi Völler | 47 | 90 | 1982-1994 |
Jürgen Klinsmann | 108 | 1987-1998 | ||
6 | Karl-Heinz Rummenigge | 45 | 95 | 1976-1986 |
7 | Thomas Müller | 44 | 121 | 2010-2022 |
8 | Uwe Seeler | 43 | 72 | 1954-1970 |
9 | Michael Ballack | 42 | 98 | 1999-2010 |
10 | Oliver Bierhoff | 37 | 70 | 1996-2002 |
Nome |
Presenze con la Germania Est |
Reti con la Germania Est |
Presenze con la Germania |
Reti con la Germania |
Totale presenze |
Totale reti |
---|---|---|---|---|---|---|
Ulf Kirsten | 49 (1985 - 1990) | 14 | 51 (1992 - 2000) | 20 | 100 | 34 |
Matthias Sammer | 23 (1986 - 1990) | 6 | 51 (1990 - 1997) | 8 | 74 | 14 |
Andreas Thom | 51 (1984 - 1990) | 16 | 10 (1990 - 1992) | 2 | 61 | 18 |
Thomas Doll | 29 (1986 - 1990) | 7 | 18 (1990 - 1993) | 1 | 47 | 8 |
Dariusz Wosz | 7 (1989 - 1990) | - | 17 (1997 - 2000) | 1 | 24 | 1 |
Olaf Marschall | 4 (1984 - 1989) | - | 13 (1994 - 1999) | 3 | 17 | 3 |
Heiko Scholz | 7 (1987 - 1990) | - | 1 (1992) | - | 8 | - |
Dirk Schuster | 4 (1990) | - | 3 (1991) | - | 7 | - |
Nei primi anni di esistenza della nazionale tedesca, priva di un selezionatore propriamente detto, il capitano aveva il compito di impostare le tattiche della squadra, che veniva scelta dalla commissione tecnica. Il primo capitano della Germania fu Arthur Hiller, che giocò 4 partite internazionali, di cui 2 da capitano. Il primo giocatore che riuscì a mettere a referto 10 presenze come capitano della Germania fu, nel 1924, Adolf Jäger, che dopo quelle presenze terminò la propria carriera in nazionale. Quando fu assunto come commissario tecnico Otto Nerz, un addestratore del Terzo Reich, divenne capitano della nazionale il braccio esteso dell'addestratore. Sotto la gestione Nerz, Ludwig Leinberger batté il record di Jäger nella sua ultima partita in nazionale, nel 1933. Due anni dopo Fritz Szepan lo superò, portando il record a 30 partite da capitano nel 1939. Nell'ultima partita della nazionale del Reich, Paul Janes migliorò il record di partite da capitano con la Nationalmanschaft, innalzandolo a 31 partite.
Il primato di Szepan resistette per 28 anni, per poi essere battuto da Uwe Seeler il 9 maggio 1970. Nello stesso anno, Seeler portò il record a 40 partite prima della sua partita d'addio. Dal 19 novembre 1975 a detenere il record fu Franz Beckenbauer, che nella sua ultima partita giocata con la nazionale tedesca fissò il nuovo primato a 50 partite da capitano, di cui 47 consecutive. Egli è anche l'unico capitano ad aver vinto due titoli con la squadra (il campionato europeo di Belgio 1972 e il campionato mondiale di Germania Ovest 1974) e l'unico ad essere stato capitano in tre finali (due del campionato europeo - oltre alle due già citate, anche quella di Jugoslavia 1976 - e una del campionato mondiale). Bernard Dietz succedette come capitano a Beckenbauer e si aggiudicò in queste vesti il campionato d'Europa 1980, mentre Karl-Heinz Rummenigge, disputando la finale del campionato del mondo 1986, sua ultima partita in nazionale, divenne il nuovo primatista di presenze da capitano con la rappresentativa tedesca.
A privare Rumenigge del record fu, nel 1993, Lothar Matthäus, che, il 14 novembre 1999, portò il primato a 75 partite da capitano (72 dal primo minuto di gioco). Dal 1995 Matthäus indossò la fascia di capitano della Mannschaft solo quando il capitano Jürgen Klinsmann o, dal 1998, il suo successore Oliver Bierhoff non erano impiegati o venivano sostituiti durante la partita. Il successore di Bierhoff fu Oliver Kahn, che guidò la squadra da capitano nella finale del campionato del mondo 2002 e al campionato d'Europa 2004. Il commissario tecnico Klinsmann, subentrato nel 2004, nominò capitano Michael Ballack; durante le qualificazioni al campionato d'Europa 2008, questi fu costretto all'inattività da un infortunio prolungato, ragion per cui la fascia passò a Bernd Schneider. Ciononostante, Ballack figura al secondo posto nella classifica di presenze da capitano della Germania di tutti i tempi, con 55 partite. Al campionato del mondo 2010, stante un infortunio di Ballack, la fascia di capitano fu sul braccio di Philipp Lahm. Dopo il forfait mondiale e a seguito di alcune polemiche con Philipp Lahm e con il selezionatore Joachim Löw in merito alla fascia di capitano, Ballack non venne più convocato in nazionale. Il 16 giugno 2011 l'allenatore Löw annunciò la decisione di programmare il futuro della squadra senza Ballack.
Lahm vinse con i compagni il campionato del mondo 2014 dopo aver collezionato 53 partite da capitano (figura ancora oggi al terzo posto nella classifica di presenze con la fascia di capitano della Germania). Bastian Schweinsteiger, il suo successore come capitano, ritiratosi dalla nazionale nel 2016, collezionò 18 partite in questa veste, la maggior parte delle quali prima della sua nomina a capitano stabile. Il successivo capitano fu Manuel Neuer, che spesso aveva sostituito in questo ruolo Schweinsteiger e ha superato quota 50 presenze da capitano. Julian Draxler fu il capitano della Mannschaft durante la Confederations Cup 2017, avendo l'allenatore Löw deciso di fare a meno, per la competizione, della maggior parte dei calciatori stabilmente impiegati in nazionale. Draxler ebbe i gradi di capitano della nazionale tedesca per la prima volta contro la Polonia il 13 maggio 2014, divenendo, all'età di 20 anni e 235 giorni, il più giovane capitano nella storia della Nationalmannschaft, battendo così Christian Schmidt.
Calciatore | Ruolo | Periodo in nazionale | Periodo da capitano | Presenze | Reti |
---|---|---|---|---|---|
Arthur Hiller | A | 1908-1909 | 1908 | 4 | 0 |
Eugen Kipp | A | 1908-1913 | 1908 | 18 | 10 |
Josef Glaser | C | 1909-1912 | 1909-1910 | 5 | 0 |
Camillo Ugi | C | 1909-1912 | 1910-1911 | 15 | 1 |
Max Breunig | C | 1910-1913 | 1910-1913 | 9 | 2 |
Helmut Röpnack | C | 1909-1913 | 1913 | 10 | 0 |
Adolf Jäger | A | 1908-1924 | 1914-1924 | 18 | 10 |
Otto Harder | A | 1914-1926 | 1925-1926 | 15 | 14 |
Hans Kalb | C | 1920-1928 | 1927-1928 | 15 | 2 |
Heinrich Stuhlfauth | P | 1920-1930 | 1920-1930 | 21 | 0 |
Ludwig Hofmann | A | 1926-1931 | 1930 | 18 | 4 |
Richard Hofmann | A | 1927-1933 | 1930-1931 | 25 | 24 |
Heinrich Weber | D | 1928-1931 | 1931 | 12 | 0 |
Ludwig Leinberger | C | 1927-1933 | 1931-1933 | 24 | 0 |
Ernst Albrecht | A | 1928-1934 | 1933-1934 | 17 | 4 |
Fritz Szepan | A | 1929-1939 | 1934-1939 | 34 | 8 |
Paul Janes | D | 1932-1942 | 1939-1942 | 71 | 7 |
Andreas Kupfer | C | 1935-1950 | 1950 | 44 | 1 |
Fritz Walter | A | 1940-1958 | 1951-1956 | 61 | 33 |
Hans Schäfer | A | 1952-1962 | 1957-1958 e 1962 | 39 | 15 |
Helmut Rahn | A | 1951-1960 | 1958-1959 | 40 | 21 |
Herbert Erhardt | D | 1953-1961 | 1959-1962 | 50 | 0 |
Uwe Seeler | A | 1954-1970 | 1962-1970 | 72 | 44 |
Wolfgang Overath | C | 1963-1974 | 1970-1971 | 81 | 17 |
Franz Beckenbauer | D | 1965-1977 | 1972-1977 | 103 | 14 |
Berti Vogts | D | 1967-1978 | 1977-1978 | 96 | 1 |
Sepp Maier | P | 1966-1979 | 1978-1979 | 95 | 0 |
Bernard Dietz | D | 1974-1981 | 1979-1981 | 53 | 0 |
Karl-Heinz Rummenigge | A | 1975-1986 | 1981-1986 | 95 | 45 |
Harald Schumacher | P | 1978-1986 | 1986 | 76 | 0 |
Klaus Allofs | C | 1978-1988 | 1986-1988 | 56 | 17 |
Lothar Matthäus | D/C | 1980-2000 | 1988-1994 | 150 | 23 |
Jürgen Klinsmann | A | 1987-1998 | 1995-1998 | 136 | 56 |
Oliver Bierhoff | A | 1996-2002 | 1998-2001 | 70 | 37 |
Oliver Kahn | P | 1994-2006 | 2001-2004 | 86 | 0 |
Michael Ballack | C | 1998-2010 | 2004-2010 | 98 | 42 |
Philipp Lahm | D | 2004-2014 | 2010-2014 | 113 | 5 |
Bastian Schweinsteiger | C | 2004-2016 | 2014-2016 | 121 | 24 |
Manuel Neuer | P | 2010- | 2016- | 109 | 0 |
Dal debutto nel 1908, la nazionale tedesca ha avuto dieci selezionatori, tutti di nazionalità tedesca, di cui solo tre non hanno vestito la maglia della Nationalmannschaft: Otto Nerz, Erich Ribbeck e Joachim Löw[36]
Dal 1908 al 1926 non vi era un vero e proprio commissario tecnico (Bundestrainer), dato che i calciatori della nazionale venivano selezionati da un comitato della DFB, la federcalcio nazionale.[37] Nel 1926 fu nominato il primo commissario tecnico, Otto Nerz, che condusse la squadra al terzo posto al campionato del mondo 1934 e ai quarti di finale del torneo calcistico dei Giochi olimpici del 1936, tenutisi a Berlino. Nerz fu poi sostituito dal proprio vice, Sepp Herberger,[38] timoniere della spedizione tedesca vittoriosa al campionato del mondo 1954 e poi fermatasi alle semifinali al campionato del mondo 1958 e ai quarti di finale al campionato del mondo 1962. Berger, alla guida della Mannschaft per quasi vent'anni ad eccezione del periodo 1942-1950, in cui l'attività calcistica fu limitata dalla seconda guerra mondiale, è il selezionatore rimasto in carica più a lungo nella storia della nazionale tedesca. Nel 1964, dopo un'amichevole contro la Finlandia, si dimise per lasciare il posto al suo vice, Helmut Schön,[39] già selezionatore della nazionale della Saar dal 1952 al 1957. Schön ottenne il secondo posto al campionato del mondo 1966 e trionfò al campionato d'Europa 1972 e al campionato del mondo 1974 disputato in casa, oltre a ottenere il secondo posto al campionato d'Europa 1976 e il terzo posto al campionato del mondo 1970, grazie anche a una squadra molto forte, che aveva in Uli Hoeneß, Franz Beckenbauer e Gerd Müller i propri punti di forza. Eliminato al secondo turno al campionato del mondo 1978, Schön si dimise con un bilancio lusinghiero: record di partite (25) e di vittorie (16) da commissario tecnico della Mannschaft in Coppa del mondo. Nel primo periodo alla guida della compagine tedesca, Derwall registrò, inoltre, un primo record, quello del maggior numero di partite giocate senza una sconfitta (23), oltre al record del maggior numero di vittorie consecutive (12).
Jupp Derwall, vice di Schön, prese la guida della nazionale nel 1978 e la condusse alla vittoria del campionato d'Europa 1980 e al secondo posto al campionato del mondo 1982, per poi essere esonerato dopo la fallimentare esperienza al campionato d'Europa 1984, chiusa al primo turno.[40] Per sostituirlo la federazione nominò una bandiera del calcio tedesco, Franz Beckenbauer[41] che all'epoca esordiva nelle vesti di allenatore. Kaiser Franz conseguì il secondo posto al campionato del mondo 1986 e si fermò in semifinale al campionato d'Europa 1988, per poi vincere il campionato del mondo 1990: vincendo il mondiale sia da allenatore sia da calciatore, eguagliò il brasiliano Mário Zagallo. Il successivo commissario tecnico fu Berti Vogts,[42] che era stato assistente di Beckenbauer insieme a Holger Osieck. Vogts, primo selezionatore della nazionale tedesca dopo la riunificazione del paese, ottenne la seconda piazza al campionato d'Europa 1992, non andò oltre i quarti di finale del campionato del mondo 1994 e vinse il campionato d'Europa 1996, per poi dimettersi qualche mese dopo la fallimentare spedizione al campionato del mondo 1998, dove la Germania uscì malamente ai quarti di finale.[43][44] La panchina della Mannschaft fu assegnata a Paul Breitner, ma a causa di divergenze sorte con il presidente federale Egidius Braun e ai malumori di alcuni dirigenti federali circa la sua designazione, l'ipotesi sfumò nel giro di 17 ore.[45][46] Il ruolo di commissario tecnico fu affidato a Erich Ribbeck,[47] già vice di Jupp Derwall dal 1978 al 1984: all'età di 61 anni, egli divenne il più vecchio selezionatore della nazionale tedesca. Alla Confederations Cup 1999 la Germania, piena di seconde linee, uscì al primo turno e ugualmente fallimentare fu l'esperienza al campionato d'Europa 2000, terminata già dopo la fase a gruppi. Dopo le dimissioni di Ribbeck, nel giugno 2000,[48] fu la volta di Rudi Völler,[49] che rimpiazzò il successore designato, Christoph Daum, coinvolto in uno scandalo di cocaina.[50][51] Ottennuta la qualificazione al campionato del mondo 2002 tramite gli spareggi, Völler condusse i suoi al secondo posto nel torneo e subì una brutta eliminazione al primo turno del campionato d'Europa 2004, che causò le dimissioni dell'ex calciatore.[52]
Nel 2004 la federazione decise di ingaggiare l'esordiente Jürgen Klinsmann, capitano della nazionale tedesca campione del mondo nel 1990 e già vice di Völler. Proponendo un calcio propositivo e lanciando alcuni giovani, ottenne il terzo posto alla Confederations Cup 2005 giocata in casa e il terzo posto al campionato del mondo 2006 giocato in casa. Dopo le dimissioni di Klinsmann,[53] la sua eredità fu raccolta dal vice Joachim Löw, che guadagnò il secondo posto al campionato d'Europa 2008 e il terzo posto al campionato del mondo 2010, per poi uscire dal campionato d'Europa 2012 in semifinale e vincere il campionato del mondo 2014. La gestione di Löw proseguì negli anni a venire, passando per l'eliminazione in semifinale al campionato d'Europa 2016, la vittoria della Confederations Cup 2017 e la brutta estromissione al primo turno del campionato del mondo 2018, evento che in un mondiale si era verificato per i tedeschi solo nel 1938, quando la competizione si svolgeva interamente con turni ad eliminazione diretta. Dopo aver deluso nella UEFA Nations League 2018-2019 e nella UEFA Nations League 2020-2021, la squadra fu eliminata agli ottavi di finale del campionato d'Europa 2020, perdendo per 2-0 contro l'Inghilterra padrona di casa; questa partita chiuse la lunga era Löw e aprì quella di Hans-Dieter Flick.
Dati aggiornati al 29 novembre 2022.
Nome | Periodo | Partite | Vittorie | Pareggi | Sconfitte | Reti fatte | Reti subite | Differenza reti |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Comitato DFB | 1908-1926 | 58 | 16 | 12 | 30 | 119 | 146 | −27 |
Otto Nerz | 1926-1936 | 70 | 42 | 10 | 18 | 192 | 113 | +79 |
Sepp Herberger | 1936-1964 | 167 | 94 | 27 | 46 | 435 | 250 | +185 |
Helmut Schön | 1964-1978 | 139 | 87 | 31 | 21 | 292 | 107 | +185 |
Jupp Derwall | 1978-1984 | 67 | 44 | 12 | 11 | 144 | 60 | +84 |
Franz Beckenbauer | 1984-1990 | 66 | 34 | 20 | 12 | 107 | 61 | +46 |
Berti Vogts | 1990-1998 | 102 | 66 | 24 | 12 | 206 | 86 | +120 |
Erich Ribbeck | 1998-2000 | 24 | 10 | 6 | 8 | 42 | 31 | +11 |
Rudi Völler | 2000-2004 | 53 | 29 | 11 | 13 | 109 | 57 | +52 |
Jürgen Klinsmann | 2004-2006 | 34 | 20 | 8 | 6 | 81 | 43 | +38 |
Joachim Löw | 2006-2021 | 189 | 120 | 38 | 31 | 448 | 189 | +259 |
Hans-Dieter Flick | 2021 | 9 | 8 | 1 | 0 | 34 | 3 | +31 |
Totale | 977 | 569 | 200 | 208 | 2209 | 1146 | +1090 |
Tra gli avversari nazionali contro cui sono stati disputati almeno 10 incontri, la Germania presenta i seguenti saldi.
Nazionale | Giocate | Vinte | Pareggiate | Perse | Reti fatte | Reti subite | Differenza | Ultima vittoria | Ultimo pari | Ultima sconfitta |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Svizzera | 53 | 36 | 8 | 9 | 142 | 69 | +73 | 26 marzo 2008 | 13 ottobre 2020 | 26 maggio 2012 |
Paesi Bassi | 45 | 16 | 17 | 12 | 85 | 76 | +11 | 24 marzo 2019 | 29 marzo 2022 | 6 settembre 2019 |
Austria | 40 | 25 | 6 | 9 | 90 | 57 | +33 | 6 settembre 2013 | 18 novembre 1992 | 2 giugno 2018 |
Svezia | 37 | 16 | 9 | 12 | 72 | 61 | +11 | 23 giugno 2018 | 16 ottobre 2012 | 19 aprile 1978 |
Ungheria | 35 | 13 | 11 | 12 | 73 | 67 | +7 | 4 giugno 2016 | 11 giugno 2022 | 23 settembre 2022 |
Danimarca | 27 | 15 | 5 | 8 | 55 | 38 | +17 | 17 giugno 2012 | 2 giugno 2021 | 28 marzo 2007 |
Spagna | 26 | 9 | 9 | 8 | 31 | 32 | +0 | 18 novembre 2014 | 27 novembre 2022 | 17 novembre 2020 |
Belgio | 25 | 20 | 1 | 4 | 58 | 26 | +32 | 11 ottobre 2011 | 22 settembre 1982 | 26 settembre 1954 |
Jugoslavia | 25 | 14 | 4 | 7 | 46 | 31 | +15 | 10 giugno 1990 | 21 giugno 1998 | 9 maggio 1973 |
Finlandia | 23 | 16 | 6 | 1 | 82 | 19 | +63 | 31 agosto 2016 | 14 ottobre 2009 | 12 agosto 1923 |
Norvegia | 22 | 15 | 5 | 2 | 59 | 17 | +42 | 4 settembre 2017 | 2 novembre 1930 | 11 febbraio 2009 |
Bulgaria | 21 | 16 | 2 | 3 | 56 | 24 | +32 | 15 novembre 1995 | 20 agosto 2002 | 7 giugno 1995 |
Polonia | 21 | 13 | 7 | 1 | 34 | 12 | +22 | 4 settembre 2015 | 16 giugno 2016 | 11 ottobre 2014 |
Irlanda | 20 | 9 | 5 | 6 | 35 | 24 | +11 | 11 ottobre 2013 | 14 ottobre 2014 | 8 ottobre 2015 |
Turchia | 20 | 14 | 3 | 3 | 49 | 13 | +36 | 7 ottobre 2011 | 9 ottobre 1999 | 8 ottobre 2005 |
Portogallo | 19 | 11 | 5 | 3 | 33 | 18 | +15 | 19 giugno 2021 | 6 settembre 1997 | 20 giugno 2000 |
Cecoslovacchia | 17 | 10 | 4 | 3 | 40 | 28 | +12 | 1º luglio 1990 | 22 aprile 1992 | 29 aprile 1964 |
Galles | 17 | 9 | 6 | 2 | 26 | 10 | +16 | 1º aprile 2009 | 21 novembre 2007 | 14 maggio 2002 |
Irlanda del Nord | 17 | 11 | 4 | 2 | 38 | 14 | +24 | 5 ottobre 2017 | 9 novembre 1996 | 16 novembre 1983 |
Scozia | 17 | 8 | 5 | 4 | 26 | 23 | +3 | 7 settembre 2015 | 7 giugno 2003 | 28 aprile 1999 |
Albania | 14 | 13 | 1 | 0 | 38 | 10 | +28 | 6 giugno 2001 | 17 dicembre 1967 | - |
Lussemburgo | 13 | 12 | 0 | 1 | 60 | 11 | +49 | 27 maggio 2006 | - | 26 marzo 1939 |
Romania | 15 | 10 | 3 | 2 | 41 | 19 | +21 | 8 ottobre 2021 | 12 giugno 2000 | 28 aprile 2004 |
Messico | 12 | 5 | 5 | 2 | 24 | 11 | +13 | 29 giugno 2017 | 22 dicembre 1993 | 17 giugno 2018 |
Unione Sovietica | 12 | 9 | 0 | 3 | 22 | 11 | +11 | 27 marzo 1991 | - | 28 agosto 1985 |
Slovacchia | 11 | 8 | 0 | 3 | 25 | 12 | +13 | 26 giugno 2016 | - | 29 maggio 2016 |
Stati Uniti | 11 | 7 | 0 | 4 | 23 | 17 | + 6 | 26 giugno 2014 | - | 10 giugno 2015 |
Uruguay | 11 | 8 | 2 | 1 | 29 | 12 | +17 | 29 maggio 2011 | 25 aprile 1990 | 3 giugno 1928 |
NB: come da regolamento FIFA, le gare terminate ai rigori si considerano pareggiate.
NB: Per Unione Sovietica s'intende la nazionale che giocò dal 1924 al 1991, per Cecoslovacchia s'intende la nazionale che giocò dal 1920 al 1993, in cui militavano sia i cechi che gli slovacchi, e per Jugoslavia s'intende la nazionale che giocò dal 1920 al 1992, in cui militavano croati, bosniaci, macedoni, serbi, sloveni e montenegrini.
Nazionale | Giocate | Vinte | Pareggiate | Perse | Reti fatte | Reti subite | Differenza | Ultima vittoria | Ultimo pari | Ultima sconfitta |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Italia | 37 | 9 | 13 | 15 | 46 | 52 | -6 | 14 giugno 2022 | 4 giugno 2022 | 28 giugno 2012 |
Inghilterra | 36 | 13 | 8 | 17 | 45 | 56 | -27 | 22 marzo 2017 | 26 settembre 2022 | 29 giugno 2021 |
Francia | 32 | 9 | 8 | 15 | 46 | 50 | -4 | 4 luglio 2014 | 6 settembre 2018 | 15 giugno 2021 |
Brasile | 23 | 5 | 5 | 13 | 31 | 41 | -10 | 8 luglio 2014 | 8 settembre 2004 | 27 marzo 2018 |
Argentina | 22 | 7 | 5 | 10 | 33 | 34 | -2 | 13 luglio 2014 | 9 ottobre 2019 | 3 settembre 2014 |
NB: come da regolamento FIFA le gare terminate ai rigori contro Cecoslovacchia (20 giugno 1976, persa), Francia (8 luglio 1982, vinta), Messico (21 giugno 1986, vinta), Svezia (31 marzo 1988, persa), Inghilterra (4 luglio 1990 e 26 giugno 1996, vinte), Argentina (30 giugno 2006, vinta) e Italia (2 luglio 2016, vinta) sono considerate partite pareggiate.