Campionato mondiale di calcio 2006

Coppa del Mondo FIFA 2006
Fußball-Weltmeisterschaft 2006
Logo della competizione
Competizione Campionato mondiale di calcio
Sport Football pictogram.svg Calcio
Edizione 18ª
Date 9 giugno - 9 luglio 2006
Luogo Germania Germania
(12 città)
Partecipanti 32 (198 alle qualificazioni)
Impianto/i 12 stadi
Risultati
Vincitore Italia Italia
(4º titolo)
Secondo Francia Francia
Terzo Germania Germania
Quarto Portogallo Portogallo
Statistiche
Miglior giocatore Francia Zinédine Zidane
Miglior marcatore Germania Miroslav Klose (5)
Miglior portiere Italia Gianluigi Buffon
Incontri disputati 64
Gol segnati 147 (2,3 per incontro)
Pubblico 3 353 655
(52 401 per incontro)
Italy 2006 FIFA World Cup Champion - Melandri, Napolitano, Cannavaro and Lippi.jpg
La festa degli Azzurri per la vittoria del loro quarto titolo mondiale
Cronologia della competizione
Left arrow.svg 2002 2010 Right arrow.svg

Il Campionato mondiale di calcio FIFA 2006 o Coppa del Mondo FIFA 2006 (in tedesco: Fußball-Weltmeisterschaft 2006, in inglese: 2006 FIFA World Cup), noto anche come Germania 2006, è stata la diciottesima edizione del campionato mondiale di calcio per squadre nazionali maggiori maschili organizzato dalla FIFA e la cui fase finale si disputò dal 9 giugno al 9 luglio 2006 in Germania.[1] Il motto dell'evento era Il mondo a casa di amici (Die Welt zu Gast bei Freunden).

La Coppa del mondo fu vinta dall'Italia, che nella finale giocata il 9 luglio allo stadio Olimpico di Berlino prevalse sulla Francia ai rigori per 5-3, dopo i tempi supplementari conclusi sull'1-1. Per gli azzurri fu il quarto titolo mondiale dopo quelli del 19341938 e 1982. Per la seconda volta il titolo fu assegnato dopo i tiri di rigore (in precedenza era successo solo nel campionato mondiale di calcio 1994, quando la stessa Italia venne battuta dal Brasile per 3-2).

A partire da questa edizione, la gara inaugurale vede giocare la squadra del Paese ospitante e non più quella detentrice del trofeo, come accadeva fino a quattro anni prima.[2]

Assegnazione

Il 7 luglio 2000 l'incontro per decidere chi avrebbe ospitato il campionato del mondo del 2006 si tenne per la sesta volta consecutiva a Zurigo. Le nazioni candidate erano quattro dopo il ritiro della propria candidatura da parte del Brasile, avvenuta tre giorni prima della votazione.[3] Erano previsti tre turni di voto in ognuno dei quali veniva eliminata la squadra che aveva ricevuto meno voti. I primi due turni si svolsero il 6 luglio, e l'ultimo il 7 luglio. Il primo a essere eliminato fu il Marocco che ottenne solo tre voti su 24; l'Inghilterra venne eliminata al secondo turno con soli due voti.[4] All'ultimo turno la Germania batté per 12 voti a 11 il Sudafrica, ma il successo tedesco fu macchiato da un tentativo di corrompere un membro della giuria.[5] Infatti, la notte prima della votazione, la rivista satirica tedesca Titanic mandò delle lettere a rappresentanti della FIFA, offrendo loro dei doni (come cestini con prodotti tipici teutonici) nel caso avessero votato per la Germania. Il delegato dell'Oceania Charles Dempsey, che supportava la candidatura del Sud Africa, si astenne per "intollerabili pressioni" alla vigilia della votazione.[6] Se Dempsey avesse votato, sarebbe finita 12 – 12, e sarebbe toccato al presidente della FIFA Sepp Blatter, che sosteneva la candidatura del Sudafrica,[7] scegliere quale sarebbe stata la nazione ospitante.[8] Il 16 luglio 2012 il presidente Blatter, in un'intervista al quotidiano svizzero SonntagsBlick, tornò sull'accaduto, avanzando il sospetto che la Germania avesse comprato l'assegnazione del mondiale 2006.[9]

Candidate:

Risultati
Nazione Voto
1 2 3
Germania Germania 10 11 12
Sudafrica Sudafrica 6 11 11
Inghilterra Inghilterra 5 2 0
Marocco Marocco 3 0 0
Brasile Brasile 0 0 0
Voti totali 24 24 23

Controversie

Traffico di prostitute

L'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa (PACE), il Consiglio nordico e Amnesty International hanno espresso il loro disappunto sull'incremento del traffico di prostitute durante il mondiale. PACE e Amnesty hanno denunciato che 30 000 donne e ragazze si sono prostituite durante l'edizione di Germania 2006: hanno chiesto alle autorità tedesche di monitorare i bordelli durante il Mondiale e sostenere le vittime del traffico[10][11][12][13].

Stando a quanto dichiarato dalle forze di polizia locali, non furono rilevati incrementi significativi in tema di prostitute durante lo svolgimento del torneo[14][15].

Problemi con gli sponsor

Prima della gara Paesi Bassi-Costa d'Avorio, il produttore di birra Bavaria distribuì dei lederhosen (pantaloni tipici tedeschi) con il proprio logo ad alcuni tifosi olandesi. Per tutelare i propri sponsor ufficiali, tuttavia, la FIFA proibì attività di marketing all'interno degli stadi: in questo caso, a essere lesa era la Budweiser[16]. I supporter olandesi furono quindi costretti a spogliarsi e dovettero seguire la partita in mutande[17].

Stadi

Nel 2006 la Germania poteva vantare un considerevole numero di stadi in grado di soddisfare la capacità minima richiesta di 40 000 posti per ospitare le partite dei Mondiali. Vennero scelti 12 stadi. Tra gli esclusi risultò l'Olympiastadion di Monaco di Baviera (69 250): nonostante i regolamenti FIFA permettessero di scegliere due stadi presenti nella stessa città, l'organizzazione tedesca decise altrimenti. Anche l'LTU Arena di Düsseldorf (51 500), il Weserstadion di Brema (43 000) e lo Stadion im Borussia-Park di Mönchengladbach (46 249) vennero esclusi.

I 12 stadi che ospitarono le partite dei mondiali furono:

Berlino Dortmund Monaco di Baviera Stoccarda
Olympiastadion Westfalenstadion Fußball Arena München Gottlieb Daimler
52°30′53″N 13°14′22″E 51°29′33.25″N 7°27′06.63″E 48°13′07.59″N 11°37′29.11″E 48°47′32.17″N 9°13′55.31″E
Capienza: 76 176 Capienza: 66 981 Capienza: 66 016 Capienza: 54 267
Club: Hertha Berlino Club: Borussia Dortmund Club: Bayern Monaco e Monaco 1860 Club: Stoccarda
Anno d'apertura: 1936 Anno d'apertura: 1974 Anno d'apertura: 2005 Anno d'apertura: 1933
Olympic Stadium in Berlin.JPG Westfalenstadion.jpg Allianz Arena 2005-06-10.jpeg Gottlieb-Daimler-Stadion Stuttgart innen.JPG
Gelsenkirchen Amburgo
Arena AufSchalke Volksparkstadion
51°33′16.21″N 7°04′03.32″E 53°35′13.77″N 9°53′55.02″E
Capienza: 53 804 Capienza: 51 055
Club: Schalke 04 Club: Amburgo
Anno d'apertura: 2001 Anno d'apertura: 1953
080110 schalke arena germany.JPG AOL-Arena.jpg
Francoforte sul Meno Colonia
Waldstadion Müngersdorfer Stadion
50°04′06.86″N 8°38′43.65″E 50°56′00.59″N 6°52′29.99″E
Capienza: 48 132 Capienza: 46 120
Club: Eintracht Francoforte Club: Colonia
Anno d'apertura: 1925 Anno d'apertura: 1923
Frankfurt (4706479251).jpg RheinEnergieStadion Innenansicht.jpg
Hannover Lipsia Kaiserslautern Norimberga
Niedersachsenstadion Zentralstadion Fritz-Walter-Stadion Frankenstadion
52°21′36.24″N 9°43′52.31″E 51°20′44.86″N 12°20′53.59″E 49°26′04.96″N 7°46′35.24″E 49°25′34″N 11°07′33″E
Capienza: 44 652 Capienza: 44 199 Capienza: 48 500 Capienza: 41 926
Club: Hannover 96 Club: Sachsen Lipsia Club: Kaiserslautern Club: Norimberga
Anno d'apertura: 1954 Anno d'apertura: 2004 Anno d'apertura: 1926 Anno d'apertura: 1928
AWD-Arena Einweihungsfeier Feuerwerk.JPG Red Bull arena, Leipzig von oben Zentralstadion.jpg Kaiserslautern 03.jpg Frankenstadion 1.JPG

Durante il torneo, molti stadi cambiarono denominazione, in quanto la FIFA proibisce la sponsorizzazione degli stadi a meno che gli sponsor degli stadi siano anche sponsor ufficiali FIFA.[18] Per esempio, l'Allianz Arena a Monaco di Baviera fu ribattezzato FIFA World Cup Stadium, Munich (o in tedescoFIFA WM-Stadion München), e anche le lettere dello sponsor Allianz vennero rimosse o coperte.[18] Alcuni di questi stadi avevano pure una capacità minore del solito durante la Coppa del Mondo per il fatto che i regolamenti FIFA proibiscono di utilizzare i posti in piedi.

Squadre partecipanti

  .
Pr. Squadra Data di qualificazione certa Confederazione Partecipante in quanto Partecipazioni precedenti al torneo
1 Germania Germania 7 luglio 2000 UEFA Rappresentativa della nazione organizzatrice della fase finale 15 (1934, 1938, 1954, 1958, 1962, 1966, 1970, 1974, 1978, 1982, 1986, 1990, 1994, 1998, 2002)[19]
2 Giappone Giappone 8 giugno 2005 AFC 1ª classificata nel gruppo B della fase finale di qualificazione 2 (1998, 2002)
3 Iran Iran 8 giugno 2005 AFC 2ª classificata nel gruppo B della fase finale di qualificazione 2 (1978, 1998)
4 Corea del Sud Corea del Sud 8 giugno 2005 AFC 2ª classificata nel gruppo A della fase finale di qualificazione 6 (1954, 1986, 1990, 1994, 1998, 2002)
5 Arabia Saudita Arabia Saudita 8 giugno 2005 AFC 1ª classificata nel gruppo A della fase finale di qualificazione 3 (1994, 1998, 2002)
6 Argentina Argentina 8 giugno 2005 CONMEBOL 2ª classificata nel gruppo unico di qualificazione 13 (1930, 1934, 1958, 1962, 1966, 1974, 1978, 1982, 1986, 1990, 1994, 1998, 2002)
7 Ucraina Ucraina 3 settembre 2005 UEFA 1ª classificata nel gruppo 2 di qualificazione
8 Stati Uniti Stati Uniti 3 settembre 2005 CONCACAF 1ª classificata nel gruppo unico della fase finale di qualificazione 7 (1930, 1934, 1950, 1990, 1994, 1998, 2002)
9 Brasile Brasile 4 settembre 2005 CONMEBOL 1ª classificata nel gruppo unico di qualificazione 17 (1930, 1934, 1938, 1950, 1954, 1958, 1962, 1966, 1970, 1974, 1978, 1982, 1986, 1990, 1994, 1998, 2002)
10 Messico Messico 7 settembre 2005 CONCACAF 2ª classificata nel gruppo unico della fase finale di qualificazione 12 (1930, 1950, 1954, 1958, 1962, 1966, 1970, 1978, 1986, 1994, 1998, 2002)
11 Angola Angola 8 ottobre 2005 CAF 1ª classificata nel gruppo 4 della fase finale di qualificazione
12 Costa d'Avorio Costa d'Avorio 8 ottobre 2005 CAF 1ª classificata nel gruppo 3 della fase finale di qualificazione
13 Togo Togo 8 ottobre 2005 CAF 1ª classificata nel gruppo 1 della fase finale di qualificazione
14 Ghana Ghana 8 ottobre 2005 CAF 1ª classificata nel gruppo 2 della fase finale di qualificazione
15 Tunisia Tunisia 8 ottobre 2005 CAF 1ª classificata nel gruppo 5 della fase finale di qualificazione 3 (1978, 1998, 2002)
16 Polonia Polonia 8 ottobre 2005 UEFA 2ª classificata nel gruppo 6 di qualificazione 6 (1938, 1974, 1978, 1982, 1986, 2002)
17 Italia Italia 8 ottobre 2005 UEFA 1ª classificata nel gruppo 5 di qualificazione 15 (1934, 1938, 1950, 1954, 1962, 1966, 1970, 1974, 1978, 1982, 1986, 1990, 1994, 1998, 2002)
18 Inghilterra Inghilterra 8 ottobre 2005 UEFA 1ª classificata nel gruppo 6 di qualificazione 11 (1950, 1954, 1958, 1962, 1966, 1970, 1982, 1986, 1990, 1998, 2002)
19 Croazia Croazia 8 ottobre 2005 UEFA 1ª classificata nel gruppo 8 di qualificazione 2 (1998, 2002)
20 Paesi Bassi Paesi Bassi 8 ottobre 2005 UEFA 1ª classificata nel gruppo 1 di qualificazione 7 (1934, 1938, 1974, 1978, 1990, 1994, 1998)
21 Portogallo Portogallo 8 ottobre 2005 UEFA 1ª classificata nel gruppo 3 di qualificazione 3 (1966, 1986, 2002)
22 Costa Rica Costa Rica 8 ottobre 2005 CONCACAF 3ª classificata nel gruppo unico della fase finale di qualificazione 2 (1990, 2002)
23 Ecuador Ecuador 8 ottobre 2005 CONMEBOL 3ª classificata nel gruppo unico di qualificazione 1 (2002)
24 Paraguay Paraguay 8 ottobre 2005 CONMEBOL 4ª classificata nel gruppo unico di qualificazione 6 (1930, 1950, 1958, 1986, 1998, 2002)
25 Svezia Svezia 12 ottobre 2005 UEFA 2ª classificata nel gruppo 8 di qualificazione 10 (1934, 1938, 1950, 1958, 1970, 1974, 1978, 1990, 1994, 2002)
26 Serbia e Montenegro Serbia e Montenegro 12 ottobre 2005 UEFA 1ª classificata nel gruppo 7 di qualificazione 1 (1998)[20]
27 Francia Francia 12 ottobre 2005 UEFA 1ª classificata nel gruppo 4 di qualificazione 11 (1930, 1934, 1938, 1954, 1958, 1966, 1978, 1982, 1986, 1998, 2002)
28 Spagna Spagna 16 novembre 2005 UEFA Vincitrice del primo spareggio di qualificazione 11 (1934, 1950, 1962, 1966, 1978, 1982, 1986, 1990, 1994, 1998, 2002)
29 Svizzera Svizzera 16 novembre 2005 UEFA Vincitrice del secondo spareggio di qualificazione 7 (1934, 1938, 1950, 1954, 1962, 1966, 1994)
30 Rep. Ceca Rep. Ceca 16 novembre 2005 UEFA Vincitrice del terzo spareggio di qualificazione 8 (1934, 1938, 1954, 1958, 1962, 1970, 1982, 1990)[21]
31 Trinidad e Tobago Trinidad e Tobago 16 novembre 2005 CONCACAF Vincitrice dello spareggio di qualificazione AFC-CONCACAF
32 Australia Australia 16 novembre 2005 OFC Vincitrice dello spareggio di qualificazione CONMEBOL-OFC 1 (1974)

Nota bene: nella sezione "partecipazioni precedenti al torneo", le date in grassetto indicano che la nazione ha vinto quella edizione del torneo, mentre le date in corsivo indicano la nazione ospitante.

Qualificazioni

La fase eliminatoria, svoltasi dal settembre 2003 al novembre 2005, vide la partecipazione di 198 squadre nazionali[22]: le innovazioni regolamentari disposte dalla FIFA impedirono la qualificazione diretta del Brasile, laureatosi campione del mondo nel 2002 ma obbligato a garantirsi sul campo la difesa del titolo.[23]

L'ammissione d'ufficio venne riconosciuta alla sola Germania, in qualità di nazione ospitante.[23]

Sorteggio dei gruppi

I criteri per il sorteggio della fase a gironi si basarono sul ranking mondiale aggiornato al dicembre 2005, nonché su base geografica[24]: quest'ultimo accorgimento era volto ad evitare la presenza di più squadre appartenenti alla medesima confederazione in uno stesso gruppo.[24] I padroni di casa tedeschi furono assegnati preventivamente al girone A, mentre i detentori del Brasile vennero inseriti in anticipo nel gruppo F.[24]

Con la prima urna riservata alle teste di serie[25], le restanti formazioni vennero suddivise in tre fasce.[24] Un'urna apposita interessò la Serbia-Montenegro[26], squadra che partecipò al torneo con la doppia denominazione malgrado l'indipendenza tra i due stati divenuta ufficiale nel giugno 2006.

Urna A Urna B Urna C Urna D Urna Speciale

Italia Italia
Brasile Brasile (detentrice)
Inghilterra Inghilterra
Francia Francia
Germania Germania
Argentina Argentina
Portogallo Portogallo
Spagna Spagna

Angola Angola
Australia Australia
Costa d'Avorio Costa d'Avorio
Ecuador Ecuador
Ghana Ghana
Paraguay Paraguay
Togo Togo
Tunisia Tunisia

Croazia Croazia
Rep. Ceca Rep. Ceca
Paesi Bassi Paesi Bassi
Polonia Polonia
Messico Messico
Svizzera Svizzera
Svezia Svezia
Ucraina Ucraina

Costa Rica Costa Rica
Iran Iran
Giappone Giappone
Corea del Sud Corea del Sud
Arabia Saudita Arabia Saudita
Trinidad e Tobago Trinidad e Tobago
Stati Uniti Stati Uniti

Serbia e Montenegro Serbia e Montenegro

L'estrazione che determinò i gironi avvenne a Lipsia il 9 dicembre 2005.[27][28] L'esito fu il seguente[29]:

  • Gruppo A: Germania, Costa Rica, Polonia, Ecuador
  • Gruppo B: Inghilterra, Paraguay, Trinidad-Tobago, Svezia
  • Gruppo C: Argentina, Costa d'Avorio, Serbia-Montenegro, Paesi Bassi
  • Gruppo D: Portogallo, Iran, Angola, Messico
  • Gruppo E: Italia, Ghana, Stati Uniti, Repubblica Ceca
  • Gruppo F: Brasile, Croazia, Australia, Giappone
  • Gruppo G: Francia, Svizzera, Corea del Sud, Togo
  • Gruppo H: Spagna, Ucraina, Tunisia, Arabia Saudita

Per garantire un adeguato periodo di riposo agli atleti, nel dicembre 2004 la FIFA aveva stabilito la conclusione dei campionati nazionali entro il 14 maggio 2006.[30]

Riassunto del torneo

Gruppo A

 

Il 9 giugno 2006, nella gara inaugurale a Monaco di Baviera, la Germania vicecampione del mondo in carica sconfisse la Costa Rica per 4-2, mentre nell'altro incontro l'Ecuador, alla sua seconda partecipazione in Coppa del Mondo, batté la Polonia 2-0. Nella seconda giornata, il 14 giugno, i tedeschi sconfissero a Dortmund la Polonia per 1-0, qualificandosi agli Ottavi di finale con un turno d'anticipo. Il giorno successivo si qualificò anche l'Ecuador sconfiggendo la Costa Rica. Nell'ultimo turno, la Germania superò i sudamericani per 3-0, ottenendo il primo posto nel girone, mentre la Polonia, comunque eliminata, giunse terza.

Gruppo B

Nel gruppo B l'Inghilterra vinse contro il Paraguay grazie a un'autorete e contro Trinidad & Tobago (2-0) grazie alle reti nel finale di Crouch e di Gerrard. Passò il turno classificandosi al primo posto con 7 punti (2 successi e un pareggio) ma perse nei primi minuti della sfida contro la Svezia (pareggiata per 2-2) il suo attaccante Michael Owen per un grave infortunio al ginocchio. Dal canto suo, la Svezia non andò oltre lo 0-0 contro Trinidad & Tobago e vinse di misura (1-0) contro il Paraguay, e passò quindi come seconda classificata con 5 punti (ottenuti con 2 pareggi e una vittoria). Furono eliminati Paraguay, terzo con 3 punti, e Trinidad e Tobago, ultimo con un solo punto.

Gruppo C

Nel gruppo della morte nella prima giornata l'Argentina, vicecampione d'America e della Confederations Cup, sconfisse la Costa d'Avorio 2-1 grazie ai gol di Crespo e Saviola (di Drogba la rete ivoriana) mentre i Paesi Bassi batterono 1-0 i serbomontenegrini con un gol di Robben. Il 16 giugno le gerarchie vennero definite: l'Argentina inflisse alla Serbia e Montenegro una sconfitta per 6-0 (con la doppietta di Maxi Rodriguez, i gol di Cambiasso e Crespo e le prime reti mondiali dei due giovani Lionel Messi e Carlos Tevez), mentre gli Orange batterono gli ivoriani per 2-1, qualificandosi anche loro. Le partite del 21 giugno servono solo a stabilire la classifica finale, a qualificazioni già decise: argentini e olandesi pareggiano 0-0, risultato che consente ai sudamericani di vincere il girone per la miglior differenza reti (+7 contro il +2 olandese), mentre nell'altra partita gli ivoriani rimontano da 0-2 a 3-2, ottenendo una vittoria che li consola dall'eliminazione dal Mondiale.

Gruppo D

 

A differenza del Gruppo C, quello D era considerato il girone più facile. Come da pronostico, Portogallofinalista europeo uscente, e Messico guidano il girone dalla prima giornata; i nordamericani batterono l'Iran 3-1, mentre i lusitani sconfissero l'Angola in una gara molto sentita per gli africani, visto che si trattava del loro esordio alla fase finale di un mondiale ed erano, fino al 1975, una colonia portoghese. Nella giornata successiva, il Portogallo, batté l'Iran 2-0 e ottenne la qualificazione agli ottavi con un turno d'anticipo, mentre il Messico, pareggiando 0-0 con l'Angola, si qualificò solo all'ultimo turno, grazie al pareggio (1-1) tra Angola e Iran, nonostante la sconfitta per 2-1 contro gli iberici.

Gruppo E

Il gruppo E iniziò il 12 giugno con Stati Uniti-Rep. Ceca, vinta dai cechi per 3-0, e proseguì in serata con Italia-Ghana, con gli Azzurri che vinsero l'incontro per 2-0 grazie ad Andrea Pirlo nel primo tempo e Vincenzo Iaquinta nel secondo. Il 17 giugno il Ghana superò per 2-0 i cechi mentre a Kaiserslautern l'Italia, dopo essere passata in vantaggio con Alberto Gilardino, venne raggiunta dagli Stati Uniti a causa di un autogol di Cristian Zaccardo; la gara fu così intensa sul piano agonistico che le due squadre conclusero in 10 contro 9, con Daniele De Rossi che fu espulso per una gomitata allo statunitense Brian McBride che gli costò 4 giornate di squalifica. Nell'ultima giornata, gli azzurri, obbligati a vincere per evitare i campioni in carica del Brasile negli ottavi di finale, lottarono ad Amburgo contro una Rep. Ceca anch'essa in cerca della qualificazione: nel primo tempo segnò di testa Marco Materazzi (subentrato dopo pochi minuti a Nesta fermato da un infortunio, il terzo in altrettanti mondiali consecutivi per il difensore del Milan), mentre all'87' Filippo Inzaghi realizzò la rete del 2-0 che qualificò l'Italia come vincitrice del girone con 7 punti. Nell'altra partita il Ghana riuscì a sconfiggere gli statunitensi per 2-1 e ottenne la qualificazione nella sua prima partecipazione ai Mondiali.

Gruppo F

In questo girone, già dalle prime partite si capì che prevalere non sarebbe stato facile per le favorite Croazia e Brasile, quest'ultimo campione del Sudamerica e del Mondo in carica, nonché detentore della Confederations Cup. L'Australia, tornata alla fase finale dopo l'edizione del 1974 e allenata da Guus Hiddink, sconfisse il Giappone per 3-1, mentre il Brasile, pur giocando al di sotto delle aspettative, batté la Croazia per 1-0 con gol di Kaká.[31][32] Nella giornata successiva i verdeoro si qualificarono con un turno d'anticipo battendo l'Australia per 2-0, con gol di Adriano e Fred,[33] mentre croati e giapponesi pareggiarono per 0-0. Nell'ultimo turno i Campioni in carica batterono il Giappone per 4-1 con doppietta di Ronaldo (eguagliando il record di Gerd Müller di 14 gol nei Mondiali) e un gol di Juninho e Gilberto.[34] Costretta a vincere, la Croazia passò due volte in vantaggio, ma venne rimontata ambo le volte dall'Australia che superò così per la prima volta nella sua storia la fase a gironi di un campionato mondiale.

Gruppo G

 

Nella gara di debutto del gruppo G, Francia e Svizzera pareggiarono per 0-0, mentre la Corea del Sud, dopo il controverso quarto posto di quattro anni prima, vinse facilmente contro il Togo, compagine all'esordio in un mondiale. In Francia-Corea del Sud i francesi passarono in vantaggio con Thierry Henry al 9' ma vennero raggiunti da Park Ji-sung all'81', dopo una serie di errori difensivi, e recriminarono per un gol non convalidato dall'arbitro. Dopo la vittoria elvetica sul Togo per 2-0, la Francia, col rischio di uscire al primo turno come nel 2002 e per giunta privi di privi dello squalificato Zinédine Zidane, dovette dunque sconfiggere il Togo con almeno due reti di scarto; riuscì per sua fortuna vincendo per 2-0 e si qualificò agli ottavi insieme alla Svizzera che aveva sconfitto i coreani con lo stesso punteggio.

Gruppo H

Nell'ultimo raggruppamento la Spagna ottenne tre vittorie su tre incontri, segnando 8 reti e subendone una: dopo l'esordio contro l'Ucraina vinto per 4-0, le Furie Rosse vinsero in rimonta contro la Tunisia per 3-1, mentre all'ultima giornata sconfissero l'Arabia Saudita per 1-0. Oltre alla Spagna passò il turno l'Ucraina, al suo esordio al Mondiale, che dopo un esordio da dimenticare sconfisse i sauditi 4-0 e la Tunisia per 1-0. I già eliminati sauditi e tunisini ottennero un solo punto nello scontro diretto con un 2-2 nella prima giornata.

Ottavi di finale

Gli ottavi abbinarono Germania-SveziaArgentina-MessicoItalia-AustraliaUcraina-SvizzeraInghilterra-EcuadorPortogallo-Paesi BassiBrasile-Ghana e Francia-Spagna, e si disputarono tra il 24 e il 27 giugno.

La prima a qualificarsi fu la Germania, che eliminò la Svezia battendola per 2-0 con doppietta di Lukas Podolski nei primi 12', mentre in serata l'Argentina, dopo una brillante prima fase, soffrì contro il Messico andando in svantaggio dopo 6'; riuscì però a pareggiare con Hernán Crespo e poi, ai supplementari, Maxi Rodríguez segnò la rete del 2-1 che permise alla Selección di qualificarsi e affrontare i padroni di casa a Berlino. Il 25 giugno, l'Inghilterra sconfisse l'Ecuador con una rete su calcio di punizione di David Beckham, mentre il Portogallo eliminò i Paesi Bassi battendoli 1-0 in una gara molto accesa, conclusa in 9 contro 9.

Il 26 giugno, l'Italia tornò a Kaiserslautern per sfidare l'Australia: l'incontro si rivelò più difficile del previsto per i favoriti Azzurri, costretti dall'inizio del secondo tempo a giocare in inferiorità numerica a causa dell'espulsione di Marco Materazzi (colpevole di aver interrotto una chiara occasione da rete per gli avversari).[35] Quando la partita pareva ormai indirizzarsi verso i supplementari, allo scadere del recupero l'australiano Lucas Neill arginò fallosamente in area uno spunto dell'italiano Fabio Grosso: ne nacque un calcio di rigore che Francesco Totti trasformò per l'1-0 che valse il passaggio al turno successivo.[36][37]

In serata, Svizzera - Ucraina, dopo lo 0-0 dei tempi regolamentari e supplementari, fu decisa ai rigori per 3-0 in favore degli ucraini: a squadra di Ševčenko si qualificò così per la prima volta anche ai quarti di finale, mentre gli elvetici lasciarono Germania 2006 pur vantando un singolare record: in quattro partite non hanno mai subìto gol, risultando la miglior difesa del torneo. Il Brasile eliminò il Ghana 3-0, grazie anche alla rete che vale a Ronaldo, autore del primo gol, il titolo di capocannoniere della storia dei mondiali con 15 reti in tre edizioni (4 nel 1998, 8 nel 2002 e 3 nel Mondiale tedesco), mentre nella sfida tra Spagna e Francia, dopo l'iniziale vantaggio spagnolo, i transalpini vinsero 3-1, accedendo al turno successivo.

Quarti di finale

I quarti di finale abbinarono Germania-ArgentinaItalia-UcrainaInghilterra-Portogallo e Brasile-Francia, e si disputarono il 30 giugno e il 1º luglio.

Nel primo incontro a Berlino, l'Argentina cercò la rivincita della finale del campionato del mondo 1990 persa a Roma contro i tedeschi: al 49' la squadra di Pekerman passò in vantaggio con Roberto Ayala, ma all'80' Klose segnò il gol del pareggio che portò la gara ai tempi supplementari e poi ai rigori. Dal dischetto i tedeschi realizzarono 4 rigori su 4, mentre Jens Lehmann parò due tiri di rigore. Il portiere dichiarerà poi che si era preparato dei bigliettini su cui aveva studiato, il giorno prima, i movimenti dei calciatori sudamericani nell'eventualità che la gara si decidesse ai rigori[38]. In serata, l'Italia fece ritorno ad Amburgo contro l'Ucraina, e andò in vantaggio dopo pochi minuti con Gianluca Zambrotta per poi nel secondo tempo, dopo aver subito il pressing ucraino, chiudere la partita con due gol di Luca Toni, vincendo 3-0 e qualificandosi per la semifinale contro la Germania. Il giorno dopo la gara tra Inghilterra e Portogallo, finita 0-0 dopo i tempi supplementari, fu decisa ai rigori a favore dei lusitani per 3-1, che inflissero agli inglesi la terza eliminazione ai tiri dal dischetto dopo quelle del 1990 e del 1998 e si qualificarono alle semifinali per la prima volta dopo l'edizione del 1966. Nell'ultima gara tra Francia e Brasile, i Verdeoro, grandi favoriti alla vigilia e alla ricerca della rivincita della finale del campionato del mondo 1998, furono sconfitti per 1-0 da un gol di Thierry Henry e abbandonarono il torneo dopo tre finali consecutive nelle precedenti edizioni, due delle quali vinte (1994 e 2002).

Semifinali

Per la quarta volta nella storia dei Mondiali le semifinaliste furono Nazionali dello stesso continente, e per giunta tutte europee: era già successo nel 1934, nel 1966 e nel 1982.

Il 4 luglio a Dortmund si sfidarono Germania e Italia, in uno stadio tradizionalmente favorevole ai tedeschi, sempre vittoriosi nella città della Renania Settentrionale-Vestfalia. Gli Azzurri sembrarono prevalere sui tedeschi, ma al 90' il risultato rimase fermo sullo 0-0. Si giocarono quindi i tempi supplementari, durante i quali Gilardino e Zambrotta colpirono rispettivamente un palo e una traversa. Al 119', sugli sviluppi di un calcio d'angolo, Andrea Pirlo servì Grosso che, tirando di sinistro dal limite dell'area piccola, portò l'Italia in vantaggio: l'urlo della sua esultanza ricordò a molti, in Italia, quello di Marco Tardelli nella finale di Madrid del 1982. Un minuto dopo, con i tedeschi sbilanciati in attacco, partì un veloce contropiede italiano in cui Fabio Cannavaro rubò palla e la cedette a Totti che la passò in avanti a Gilardino, il quale si portò al limite dell'area di rigore e servì l'accorrente Alessandro Del Piero, smarcatosi sulla sinistra dopo una cavalcata partita dalla sua area di rigore, che segnò il definitivo 2-0. L'Italia tornò quindi in finale dopo 12 anni ed eliminò la Germania per la terza volta nella storia dei Mondiali (in precedenza l'aveva sconfitta nel 1970 in semifinale e nel 1982 in finale).

L'altra semifinale, giocata a Monaco di Baviera il 5 luglio, vide la Francia superare per 1-0 il Portogallo. Decisiva risultò una rete di Zinédine Zidane su calcio di rigore al 33'. I francesi si qualificarono così per la seconda finale in tre edizioni. In questa partita ci fu il controverso episodio dell'insulto (in lingua spagnola) da parte di Zidane rivolto all'arbitro uruguaiano Jorge Larrionda (il quale probabilmente fece finta di non sentire)[39][40].

Finale per il terzo e quarto posto

La finale per il terzo posto tra le sconfitte in semifinale Germania e Portogallo si tenne l'8 luglio a Stoccarda, e vide i tedeschi imporsi per 3-1. Il centravanti Miroslav Klose guadagnò il titolo di capocannoniere del torneo con 5 reti segnate (4 anni prima in Giappone e Corea del Sud si era classificato secondo dietro a Ronaldo, segnando lo stesso numero di gol). Per i tedeschi e per il loro allenatore Jürgen Klinsmann, il 3º posto venne celebrato come un risultato sostanzialmente positivo, mentre il Portogallo, con il 4º posto, ottenne il miglior risultato nella storia dei Mondiali negli ultimi 40 anni.

Finale

Nella finale giocata il 9 luglio all'Olympiastadion di Berlino, l'Italia cercò la rivincita contro la Francia, dopo avere perso la finale dell'Europeo del 2000. La Francia passò in vantaggio con un gol di Zidane al 7' su calcio di rigore calciato a cucchiaio, nel quale la palla colpì prima la traversa e poi oltrepassò la linea di porta. L'Italia reagì pareggiando con Materazzi al 19' sugli sviluppi di un calcio d'angolo. Dopo un primo tempo in cui l'Italia sembrava aver giocato meglio (un altro colpo di testa di Materazzi fu respinto sulla linea di porta e uno di Toni finì sulla traversa), nel secondo tempo gli Azzurri soffrirono chiudendosi in difesa e lasciando spazio alle giocate transalpine, che però non riuscirono a produrre azioni da gol grazie a una difesa italiana ben schierata.

 

Nonostante il predominio francese, l'Italia tentò la rimonta, ma si vide annullare un gol di testa di Luca Toni per fuorigioco. Anche durante i supplementari i francesi continuarono ad attaccare creando due pericoli: un tiro di Franck Ribéry, di poco fuori, e un colpo di testa di Zidane, sventato grazie a una grande parata di Gianluigi Buffon, poi eletto migliore portiere del torneo. Al 111' Zidane fu espulso dall'arbitro Horacio Elizondo, su indicazione del quarto ufficiale di gara, per avere colpito intenzionalmente Materazzi con una testata. Al termine dei 120 minuti di gioco il risultato era ancora fermo sull'1-1 e l'assegnazione della Coppa del mondo si decise ai tiri di rigore per la seconda volta nella storia, dopo il Mondiale 1994 in cui l'Italia aveva perso contro il Brasile per 3-2. Dopo quattro rigori a testa, l'Italia era a punteggio pieno, mentre la Francia era ferma a 3 gol (Trezeguet fallì il secondo tiro dei Bleus colpendo la traversa, mentre segnarono PirloMaterazziDe Rossi e Del Piero per l'Italia e WiltordAbidal e Sagnol per la Francia). Fabio Grosso, che aveva già deciso le sfide con l'Australia e con la Germania, segnò il rigore del definitivo 5-3 e permise all'Italia di vincere il diciottesimo campionato mondiale di calcio, il quarto della storia Azzurra dopo i successi del 1934, 1938 e 1982.

Zidane, che alla vigilia della manifestazione aveva annunciato che avrebbe lasciato l'attività agonistica dopo quella finale, all'età di 34 anni terminò la propria carriera con la sconfitta e l'espulsione, ma fu comunque premiato dalla FIFA come migliore giocatore del Mondiale, davanti a Fabio Cannavaro e Andrea Pirlo; a quest'ultimo andò anche il riconoscimento come migliore in campo della finale. Nelle settimane successive alla finale, la stampa sportiva mondiale cercò di scoprire quale frase Materazzi avesse rivolto a Zidane per suscitarne una così violenta reazione. Gli istanti del rigore finale di Fabio Grosso furono in seguito riprodotti nel video di Waka Waka, la canzone di Shakira scelta come inno del Mondiale 2010.

Secondo la critica la vittoria fu raggiunta dall'Italia di Lippi attraverso un gioco corale molto organizzato, un'eccezionale forza fisica e, come nella migliore tradizione italiana, una solida difesa,[41] che in sette partite concesse soltanto un gol su calcio di rigore e un'autorete. Un altro fattore decisivo per la vittoria finale fu la capacità di non dipendere da un solo giocatore, come conferma il fatto che i dodici gol dell'Italia nel torneo furono segnati da dieci calciatori diversi.

Successo

Questa edizione dei Mondiali è ricordata come la più seguita nella storia della televisione. Trasmessa in 214 stati, vanta un numero totale di spettatori cumulativi pari a 2,29 miliardi[42].

Secondo alcune stime la FIFA guadagnò dall'organizzazione del Mondiale circa 1,4 miliardi di dollari, molti dei quali provenienti dalla cessione dei diritti televisivi e una parte importante anche dalla sponsorizzazione del sito web ufficiale (che, coprodotto con Yahoo, registrò un numero di visitatori di assoluta primarietà). Il giro d'affari globale complessivo legato allo svolgimento del Mondiale fu stimato dal britannico Centre for Economics and Business Research in circa 25 miliardi di dollari di incremento di consumi, principalmente in Europa. L'Istituto di Ricerche Economiche di Monaco di Baviera stimò nello 0,25% il possibile effetto positivo sull'economia tedesca. In uno studio intitolato "Soccereconomics 2006", finanziato dalla banca olandese ABN-AMRO, si teorizzò che i risultati avrebbero influito sul consumo: la conclusione prevedeva che il maggior influsso sull'economia sarebbe potuto derivare da un'eventuale finale Germania-Italia, in cui i padroni di casa avessero perso. Secondo una previsione di Goldman Sachs, effettuata secondo calcoli prevalentemente statistici, ci si sarebbe attesa invece la vittoria del Brasile.

 

Secondo alcune stime circa un miliardo e duecentomila persone nel mondo (pari al 17% della popolazione del pianeta) avrebbero assistito via televisione alla finale. In molti paesi emergenti, fra cui IndiaNepalCorea e Bangladesh, vi furono rilevanti picchi di incremento nelle vendite di televisori (primo apparecchio). Nei paesi sviluppati fu questa la prima edizione dei Mondiali diffusa in alta definizione. Negli USA l'incremento di spettatori rispetto alla passata edizione fu del 112%, mentre a Boston per la prima volta 10 000 persone si radunarono per assistere alla partita su un maxi-schermo nella piazza del comune.

Per la prima volta la RAI non trasmise tutte le partite del Mondiale, ma solo una al giorno, in un inusuale cinemascope. I diritti di tutti i match furono acquistati da SKY Italia. Per la prima volta in Italia una televisione satellitare si appropriò di tutti i diritti di trasmissione delle partite. Anche in altre nazioni la pay-tv ha trasmesso i Mondiali (in Spagna la Digital+ del gruppo Prisa, in Germania la Première). Nel paese iberico, le due nuove tv nate dalla prima riforma televisiva, Cuatro e La Sexta, trasmisero le partite del Mondiale, con la seconda che comprò i diritti per alcune partite e per questioni di copertura sub-cedette alla prima le partite di interesse generale. Grazie alla finale Cuatro ha vinto il suo primo giorno negli ascolti.

La società di analisi web Nielsen NetRatings ha stimato che circa 3 400 000 utenti unici abbiano visitato il sito sportivo della BBC durante la manifestazione, con una media di circa 23' di permanenza media per utente. Il sito inglese sarebbe stato in assoluto il più visto, 3 volte di più di quello della FIFA.

Risultati

Fase a gironi

Gruppo A

Classifica
Pos. Squadra Pt G V N P GF GS DR
1. Germania Germania 9 3 3 0 0 8 2 +6
2. Ecuador Ecuador 6 3 2 0 1 5 3 +2
3. Polonia Polonia 3 3 1 0 2 2 4 −2
4. Costa Rica Costa Rica 0 3 0 0 3 3 9 −6
Risultati
Monaco di Baviera
9 giugno 2006, ore 18:00 UTC+2
Germania Germania 4 – 2
referto
Costa Rica Costa Rica FIFA WM-Stadion München (64 950 spett.)
Arbitro:  Argentina Elizondo

Gelsenkirchen
9 giugno 2006, ore 21:00 UTC+2
Polonia Polonia 0 – 2
referto
Ecuador Ecuador FIFA WM-Stadion Gelsenkirchen (52 000 spett.)
Arbitro:  Giappone Kamikawa

Dortmund
14 giugno 2006, ore 21:00 UTC+2
Germania Germania 1 – 0
referto
Polonia Polonia Westfalenstadion (65 000 spett.)
Arbitro:  Spagna Medina Cantalejo

Amburgo
15 giugno 2006, ore 15:00 UTC+2
Ecuador Ecuador 3 – 0
referto
Costa Rica Costa Rica FIFA WM-Stadion Hamburg (50 000 spett.)
Arbitro:  Benin Codjia

Berlino
20 giugno 2006, ore 16:00 UTC+2
Ecuador Ecuador 0 – 3
referto
Germania Germania Olympiastadion Berlin (72 000 spett.)
Arbitro:  Russia Ivanov

Hannover
20 giugno 2006, ore 16:00 UTC+2
Costa Rica Costa Rica 1 – 2
referto
Polonia Polonia FIFA WM-Stadion Hannover (43 000 spett.)
Arbitro:  Singapore Maidin

Gruppo B

Classifica
Pos. Squadra Pt G V N P GF GS DR
1. Inghilterra Inghilterra 7 3 2 1 0 5 2 +3
2. Svezia Svezia 5 3 1 2 0 3 2 +1
3. Paraguay Paraguay 3 3 1 0 2 2 2 0
4. Trinidad e Tobago Trinidad e Tobago 1 3 0 1 2 0 4 −4
Risultati
Francoforte sul Meno
10 giugno 2006, ore 15:00 UTC+2
Inghilterra Inghilterra 1 – 0
referto
Paraguay Paraguay FIFA WM-Stadion Frankfurt (48 000 spett.)
Arbitro:  Messico Rodríguez

Dortmund
10 giugno 2006, ore 18:00 UTC+2
Trinidad e Tobago Trinidad e Tobago 0 – 0
referto
Svezia Svezia Westfalenstadion (62 959 spett.)
Arbitro:  Singapore Maidin

Norimberga
15 giugno 2006, ore 18:00 UTC+2
Inghilterra Inghilterra 2 – 0
referto
Trinidad e Tobago Trinidad e Tobago Frankenstadion (41 000 spett.)
Arbitro:  Giappone Kamikawa

Berlino
15 giugno 2006, ore 21:00 UTC+2
Svezia Svezia 1 – 0
referto
Paraguay Paraguay Olympiastadion Berlin (72 000 spett.)
Arbitro:  Slovacchia Micheľ

Colonia
20 giugno 2006, ore 21:00 UTC+2
Svezia Svezia 2 – 2
referto
Inghilterra Inghilterra FIFA WM-Stadion Köln (45 000 spett.)
Arbitro:  Svizzera Busacca

Kaiserslautern
20 giugno 2006, ore 21:00 UTC+2
Paraguay Paraguay 2 – 0
referto
Trinidad e Tobago Trinidad e Tobago Fritz Walter Stadion (46 000 spett.)
Arbitro:  Italia Rosetti

Gruppo C

Classifica
Pos. Squadra Pt G V N P GF GS DR
1. Argentina Argentina 7 3 2 1 0 8 1 +7
2. Paesi Bassi Paesi Bassi 7 3 2 1 0 3 1 +2
3. Costa d'Avorio Costa d'Avorio 3 3 1 0 2 5 6 −1
4. Serbia e Montenegro Serbia e Montenegro 0 3 0 0 3 2 10 −8
Risultati
Amburgo
10 giugno 2006, ore 21:00 UTC+2
Argentina Argentina 2 – 1
referto
Costa d'Avorio Costa d'Avorio FIFA WM-Stadion Hamburg (49 480 spett.)
Arbitro:  Belgio De Bleeckere

Lipsia
11 giugno 2006, ore 15:00 UTC+2
Serbia e Montenegro Serbia e Montenegro 0 – 1
referto
Paesi Bassi Paesi Bassi Zentralstadion (43 000 spett.)
Arbitro:  Germania Merk

Gelsenkirchen
16 giugno 2006, ore 15:00 UTC+2
Argentina Argentina 6 – 0
referto
Serbia e Montenegro Serbia e Montenegro FIFA WM-Stadion Gelsenkirchen (52 000 spett.)
Arbitro:  Italia Rosetti

Stoccarda
16 giugno 2006, ore 18:00 UTC+2
Paesi Bassi Paesi Bassi 2 – 1
referto
Costa d'Avorio Costa d'Avorio Gottlieb-Daimler-Stadion (52 000 spett.)
Arbitro:  Colombia Ruiz

Francoforte sul Meno
21 giugno 2006, ore 21:00 UTC+2
Paesi Bassi Paesi Bassi 0 – 0
referto
Argentina Argentina FIFA WM-Stadion Frankfurt (48 000 spett.)
Arbitro:  Spagna Medina Cantalejo

Monaco di Baviera
21 giugno 2006, ore 21:00 UTC+2
Costa d'Avorio Costa d'Avorio 3 – 2
referto
Serbia e Montenegro Serbia e Montenegro FIFA WM-Stadion München (66 000 spett.)
Arbitro:  Messico Rodríguez

Gruppo D

Classifica
Pos. Squadra Pt G V N P GF GS DR
1. Portogallo Portogallo 9 3 3 0 0 5 1 +4
2. Messico Messico 4 3 1 1 1 4 3 +1
3. Angola Angola 2 3 0 2 1 1 2 −1
4. Iran Iran 1 3 0 1 2 2 6 −4
Risultati
Norimberga
11 giugno 2006, ore 18:00 UTC+2
Messico Messico 3 – 1
referto
Iran Iran Frankenstadion (41 000 spett.)
Arbitro:  Italia Rosetti

Colonia
11 giugno 2006, ore 21:00 UTC+2
Angola Angola 0 – 1
referto
Portogallo Portogallo FIFA WM-Stadion Köln (45 000 spett.)
Arbitro:  Uruguay Larrionda

Hannover
16 giugno 2006, ore 21:00 UTC+2
Messico Messico 0 – 0
referto
Angola Angola FIFA Wm-Stadion Hannover (43 000 spett.)
Arbitro:  Singapore Maidin

Francoforte sul Meno
17 giugno 2006, ore 15:00 UTC+2
Portogallo Portogallo 2 – 0
referto
Iran Iran FIFA WM-Stadion Frankfurt (48 000 spett.)
Arbitro:  Francia Poulat

Gelsenkirchen
21 giugno 2006, ore 16:00 UTC+2
Portogallo Portogallo 2 – 1
referto
Messico Messico FIFA WM-Stadion Gelsenkirchen (52 000 spett.)
Arbitro:  Slovacchia Micheľ

Lipsia
21 giugno 2006, ore 16:00 UTC+2
Iran Iran 1 – 1
referto
Angola Angola Zentralstadion (38 000 spett.)
Arbitro:  Australia Shield

Gruppo E

Classifica
Pos. Squadra Pt G V N P GF GS DR
1. Italia Italia 7 3 2 1 0 5 1 +4
2. Ghana Ghana 6 3 2 0 1 4 3 +1
3. Rep. Ceca Rep. Ceca 3 3 1 0 2 3 4 −1
4. Stati Uniti Stati Uniti 1 3 0 1 2 2 6 −4
Risultati
Gelsenkirchen
12 giugno 2006, ore 18:00 UTC+2
Stati Uniti Stati Uniti 0 – 3
referto
Rep. Ceca Rep. Ceca FIFA WM-Stadion Gelsenkirchen (52 000 spett.)
Arbitro:  Paraguay Amarilla

Hannover
12 giugno 2006, ore 21:00 UTC+2
Italia Italia 2 – 0
referto
Ghana Ghana FIFA WM-Stadion Hannover (43 000 spett.)
Arbitro:  Brasile Simon

Colonia
17 giugno 2006, ore 18:00 UTC+2
Rep. Ceca Rep. Ceca 0 – 2
referto
Ghana Ghana FIFA WM-Stadion Köln (45 000 spett.)
Arbitro:  Argentina Elizondo

Kaiserslautern
17 giugno 2006, ore 21:00 UTC+2
Italia Italia 1 – 1
referto
Stati Uniti Stati Uniti Fritz-Walter-Stadion (46 000 spett.)
Arbitro:  Uruguay Larrionda

Amburgo
22 giugno 2006, ore 16:00 UTC+2
Rep. Ceca Rep. Ceca 0 – 2
referto
Italia Italia FIFA WM-Stadion Hamburg (50 000 spett.)
Arbitro:  Messico Archundia

Norimberga
22 giugno 2006, ore 16:00 UTC+2
Ghana Ghana 2 – 1
referto
Stati Uniti Stati Uniti Frankenstadion (41 000 spett.)
Arbitro:  Germania Merk

Gruppo F

Classifica
Pos. Squadra Pt G V N P GF GS DR
1. Brasile Brasile 9 3 3 0 0 7 1 +6
2. Australia Australia 4 3 1 1 1 5 5 0
3. Croazia Croazia 2 3 0 2 1 2 3 −1
4. Giappone Giappone 1 3 0 1 2 2 7 −5
Risultati
Kaiserslautern
12 giugno 2006, ore 15:00 UTC+2
Australia Australia 3 – 1
referto
Giappone Giappone Fritz-Walter-Stadion (46 000 spett.)
Arbitro:  Egitto El Fatah

Berlino
13 giugno 2006, ore 21:00 UTC+2
Brasile Brasile 1 – 0
referto
Croazia Croazia Olympiastadion Berlin (72 000 spett.)
Arbitro:  Messico Archundia

Norimberga
18 giugno 2006, ore 15:00 UTC+2
Giappone Giappone 0 – 0
referto
Croazia Croazia Frankenstadion (41 000 spett.)
Arbitro:  Belgio De Bleeckere

Monaco di Baviera
18 giugno 2006, ore 18:00 UTC+2
Brasile Brasile 2 – 0
referto
Australia Australia FIFA WM-Stadion München (66 000 spett.)
Arbitro:  Germania Merk

Dortmund
22 giugno 2006, ore 21:00 UTC+2
Giappone Giappone 1 – 4
referto
Brasile Brasile Westfalenstadion (65 000 spett.)
Arbitro:  Francia Poulat

Stoccarda
22 giugno 2006, ore 21:00 UTC+2
Croazia Croazia 2 – 2
referto
Australia Australia Gottlieb-Daimler-Stadion (52 000 spett.)
Arbitro:  Inghilterra Poll

Gruppo G

Classifica
Pos. Squadra Pt G V N P GF GS DR
1. Svizzera Svizzera 7 3 2 1 0 4 0 +4
2. Francia Francia 5 3 1 2 0 3 1 +2
3. Corea del Sud Corea del Sud 4 3 1 1 1 3 4 −1
4. Togo Togo 0 3 0 0 3 1 6 −5
Risultati
Francoforte sul Meno
13 giugno 2006, ore 15:00 UTC+2
Corea del Sud Corea del Sud 2 – 1
referto
Togo Togo FIFA-WM Stadion Frankfurt (48 000 spett.)
Arbitro:  Inghilterra Poll

Stoccarda
13 giugno 2006, ore 18:00 UTC+2
Francia Francia 0 – 0
referto
Svizzera Svizzera Gottlieb-Daimler-Stadion (52 000 spett.)
Arbitro:  Russia Ivanov

Lipsia
18 giugno 2006, ore 21:00 UTC+2
Francia Francia 1 – 1
referto
Corea del Sud Corea del Sud Zentralstadion (43 000 spett.)
Arbitro:  Messico Archundia

Dortmund
19 giugno 2006, ore 15:00 UTC+2
Togo Togo 0 – 2
referto
Svizzera Svizzera Westfalenstadion (65 000 spett.)
Arbitro:  Paraguay Amarilla

Colonia
23 giugno 2006, ore 21:00 UTC+2
Togo Togo 0 – 2
referto
Francia Francia FIFA WM-Stadion Köln (45 000 spett.)
Arbitro:  Uruguay Larrionda

Hannover
23 giugno 2006, ore 21:00 UTC+2
Svizzera Svizzera 2 – 0
referto
Corea del Sud Corea del Sud FIFA WM-Stadion Hannover (43 000 spett.)
Arbitro:  Argentina Elizondo

Gruppo H

Classifica
Pos. Squadra Pt G V N P GF GS DR
1. Spagna Spagna 9 3 3 0 0 8 1 +7
2. Ucraina Ucraina 6 3 2 0 1 5 4 +1
3. Tunisia Tunisia 1 3 0 1 2 3 6 −3
4. Arabia Saudita Arabia Saudita 1 3 0 1 2 2 7 −5
Risultati
Lipsia
14 giugno 2006, ore 15:00 UTC+2
Spagna Spagna 4 – 0
referto
Ucraina Ucraina Zentralstadion (43 000 spett.)
Arbitro:  Svizzera Busacca

Monaco di Baviera
14 giugno 2006, ore 18:00 UTC+2
Tunisia Tunisia 2 – 2
referto
Arabia Saudita Arabia Saudita FIFA WM-Stadion München (66 000 spett.)
Arbitro:  Australia Shield

Amburgo
19 giugno 2006, ore 18:00 UTC+2
Arabia Saudita Arabia Saudita 0 – 4
referto
Ucraina Ucraina FIFA WM-Stadion Hamburg (50 000 spett.)
Arbitro:  Inghilterra Poll

Stoccarda
19 giugno 2006, ore 21:00 UTC+2
Spagna Spagna 3 – 1
referto
Tunisia Tunisia Gottlieb-Daimler-Stadion (52 000 spett.)
Arbitro:  Brasile Simon

Kaiserslautern
23 giugno 2006, ore 16:00 UTC+2
Arabia Saudita Arabia Saudita 0 – 1
referto
Spagna Spagna Fritz-Walter-Stadion (46 000 spett.)
Arbitro:  Benin Codjia

Berlino
23 giugno 2006, ore 16:00 UTC+2
Ucraina Ucraina 1 – 0
referto
Tunisia Tunisia Olympiastadion Berlin (72 000 spett.)
Arbitro:  Paraguay Amarilla

Fase a eliminazione diretta

  Ottavi di finale   Quarti di finale   Semifinali   Finale
                             
  24 giugno - 17:00                  
 
    1A. Germania Germania  2
  30 giugno - 17:00
    2B. Svezia Svezia  0  
    Germania Germania (dtr)  1 (4)
  24 giugno - 21:00
      Argentina Argentina  1 (2)  
    1C. Argentina Argentina (dts)  2
    4 luglio - 21:00
    2D. Messico Messico  1  
    Germania Germania  0
  26 giugno - 17:00
      Italia Italia (dts)  2  
    1E. Italia Italia  1
  30 giugno - 21:00  
    2F. Australia Australia  0  
   Italia Italia  3
  26 giugno - 21:00
     Ucraina Ucraina  0  
    1G. Svizzera Svizzera  0 (0)
    9 luglio - 20:00
    2H. Ucraina Ucraina (dtr)  0 (3)  
    Italia Italia (dtr)  1 (5)
  25 giugno - 17:00
      Francia Francia  1 (3)
    1B. Inghilterra Inghilterra  1
  1º luglio - 17:00  
    2A. Ecuador Ecuador  0  
    Inghilterra Inghilterra  0 (1)
  25 giugno - 21:00
      Portogallo Portogallo (dtr)  0 (3)  
    1D. Portogallo Portogallo  1
    5 luglio - 21:00
    2C. Paesi Bassi Paesi Bassi  0  
    Portogallo Portogallo  0
  27 giugno - 17:00
      Francia Francia  1   Finale 3° posto
    1F. Brasile Brasile  3
  1º luglio - 21:00   8 luglio - 21:00
    2E. Ghana Ghana  0  
    Brasile Brasile  0   Germania Germania  3
  27 giugno - 21:00
      Francia Francia  1     Portogallo Portogallo  1
    1H. Spagna Spagna  1
     
    2G. Francia Francia  3  
 

Ottavi di finale

Monaco di Baviera
24 giugno 2006, ore 17:00 UTC+2
Germania Germania 2 – 0
referto
Svezia Svezia FIFA WM-Stadion München (66 000 spett.)
Arbitro:  Brasile Simon

Lipsia
24 giugno 2006, ore 21:00 UTC+2
Argentina Argentina 2 – 1
(d.t.s.)
referto
Messico Messico Zentralstadion (43 000 spett.)
Arbitro:  Svizzera Busacca

Stoccarda
25 giugno 2006, ore 17:00 UTC+2
Inghilterra Inghilterra 1 – 0
referto
Ecuador Ecuador Gottlieb-Daimler-Stadion (52 000 spett.)
Arbitro:  Belgio De Bleeckere

Norimberga
25 giugno 2006, ore 21:00 UTC+2
Portogallo Portogallo 1 – 0
referto
Paesi Bassi Paesi Bassi Frankenstadion (41 000 spett.)
Arbitro:  Russia Ivanov

Kaiserslautern
26 giugno 2006, ore 17:00 UTC+2
Italia Italia 1 – 0
referto
Australia Australia Fritz-Walter-Stadion (46 000 spett.)
Arbitro:  Spagna Medina Cantalejo

Colonia
26 giugno 2006, ore 21:00 UTC+2
Svizzera Svizzera 0 – 0
(d.t.s.)
referto
Ucraina Ucraina FIFA WM-Stadion Köln (45 000 spett.)
Arbitro:  Messico Archundia

Dortmund
27 giugno 2006, ore 17:00 UTC+2
Brasile Brasile 3 – 0
referto
Ghana Ghana Westfalenstadion (65 000 spett.)
Arbitro:  Slovacchia Micheľ

Hannover
27 giugno 2006, ore 21:00 UTC+2
Spagna Spagna 1 – 3
referto
Francia Francia FIFA WM-Stadion Hannover (43 000 spett.)
Arbitro:  Italia Rosetti

Quarti di finale

Berlino
30 giugno 2006, ore 17:00 UTC+2
Germania Germania 1 – 1
(d.t.s.)
referto
Argentina Argentina Olympiastadion Berlin (72 000 spett.)
Arbitro:  Slovacchia Micheľ

Amburgo
30 giugno 2006, ore 21:00 UTC+2
Italia Italia 3 – 0
referto
Ucraina Ucraina FIFA WM-Stadion Hamburg (50 000 spett.)
Arbitro:  Belgio De Bleeckere

Gelsenkirchen
1º luglio 2006, ore 17:00 UTC+2
Inghilterra Inghilterra 0 – 0
(d.t.s.)
referto
Portogallo Portogallo FIFA WM-Stadion Gelsenkirchen (52 000 spett.)
Arbitro:  Argentina Elizondo

Francoforte sul Meno
1º luglio 2006, ore 21:00 UTC+2
Brasile Brasile 0 – 1
referto
Francia Francia FIFA WM-Stadion Frankfurt (48 000 spett.)
Arbitro:  Spagna Medina Cantalejo

Semifinali

Dortmund
4 luglio 2006, ore 21:00 UTC+2
Germania Germania 0 – 2
(d.t.s.)
referto
Italia Italia Westfalenstadion (65 000 spett.)
Arbitro:  Messico Archundia

Monaco di Baviera
5 luglio 2006, ore 21:00 UTC+2
Portogallo Portogallo 0 – 1
referto
Francia Francia FIFA WM-Stadion München (66 000 spett.)
Arbitro:  Uruguay Larrionda

Finale 3º- 4º posto

Stoccarda
8 luglio 2006, ore 21:00 UTC+2
Germania Germania 3 – 1
referto
Portogallo Portogallo Gottlieb-Daimler-Stadion (52 000 spett.)
Arbitro:  Giappone Kamikawa

Finale 1º- 2º posto

Berlino
9 luglio 2006, ore 20:00 UTC+2
Italia Italia 1 – 1
(d.t.s.)
referto
Francia Francia Olympiastadion Berlin (69 000 spett.)
Arbitro:  Argentina Elizondo

Statistiche

Classifica marcatori

5 reti
3 reti
2 reti
1 rete
Autoreti

Record

  • Gol più veloce: Ghana Asamoah Gyan (Ghana-Rep. Ceca, fase a gironi, 17 giugno) e Croazia Darijo Srna (Croazia-Australia, fase a gironi, 22 giugno) (2º minuto)
  • Gol più lento: Italia Alessandro Del Piero (Italia-Germania, semifinale, 4 luglio, 120+1º minuto)
  • Primo gol: Germania Philipp Lahm (Germania-Costa Rica, partita inaugurale, 9 giugno, 6º minuto)
  • Ultimo gol: Italia Marco Materazzi (Francia-Italia, finale 1º posto, 9 luglio, 19º minuto)
  • Miglior attacco: Germania Germania (12 reti segnate)
  • Peggior attacco: Trinidad e Tobago Trinidad e Tobago (0 reti segnate)
  • Miglior difesa: Svizzera Svizzera (0 reti subite)
  • Peggior difesa: Serbia e Montenegro Serbia e Montenegro (10 reti subite)
  • Miglior differenza reti: Argentina Argentina e Spagna Spagna (+7)
  • Partita con il maggior numero di gol: Germania Germania-Costa Rica Costa Rica 4-2 (partita inaugurale, 9 giugno) e Argentina Argentina-Serbia e Montenegro Serbia e Montenegro 6-0 (fase a gironi, 16 giugno) (6 gol)
  • Partita con il maggior scarto di gol: Argentina Argentina-Serbia e Montenegro Serbia e Montenegro 6-0 (fase a gironi, 16 giugno, 6 gol di scarto)
  • Partita con il maggior numero di spettatori: Italia Italia-Francia Francia (finale 1º posto, 9 luglio, 72,000 spettatori)
  • Partita con il minor numero di spettatori: Iran Iran-Angola Angola (fase a gironi, 21 giugno, 38.000 spettatori)
  • Media spettatori: 52,491 (3º posto nella storia dei Mondiali di calcio
  • Scarpa d'oro
 
[43] Miglior marcatore (Scarpa d'oro) Miglior giocatore (Pallone d'oro) Premio Yashin Miglior giovane Premio FIFA Fair Play
Oro Germania Miroslav Klose (5) Francia Zinédine Zidane Italia Gianluigi Buffon Germania Lukas Podolski Brasile Brasile Spagna Spagna
Argento Argentina Hernán Crespo (5) Italia Fabio Cannavaro Non assegnato Non assegnato Non assegnato
Bronzo Brasile Ronaldo (5) Italia Andrea Pirlo Non assegnato Non assegnato Non assegnato

All-Star Team[44][45]

Portieri Difensori Centrocampisti Attaccanti
Italia Gianluigi Buffon
Germania Jens Lehmann
Portogallo Ricardo
Argentina Roberto Ayala
Inghilterra John Terry
Francia Lilian Thuram
Germania Philipp Lahm
Italia Fabio Cannavaro
Italia Gianluca Zambrotta
Portogallo Ricardo Carvalho
Brasile Zé Roberto
Francia Patrick Vieira
Francia Zinédine Zidane
Germania Michael Ballack
Italia Andrea Pirlo
Italia Gennaro Gattuso
Portogallo Luís Figo
Portogallo Maniche
Argentina Hernán Crespo
Francia Thierry Henry
Germania Miroslav Klose
Italia Francesco Totti
Italia Luca Toni

Arbitri

Assistenti arbitrali

   

Nazionale di calcio dell'Italia

Italia Italia
Campione d'Europa in caricaCampione d'Europa in carica
Federazione Italiana Giuoco Calcio, Logo 2017, 4 stars.svg
Uniformi di gara
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Trasferta
Sport Football pictogram.svg Calcio
Federazione FIGC
Federazione Italiana Giuoco Calcio
Confederazione UEFA
Codice FIFA ITA
Soprannome Azzurri
Selezionatore Italia Roberto Mancini
Record presenze Gianluigi Buffon (176)
Capocannoniere Gigi Riva (35)
Ranking FIFA 8º (22 dicembre 2022)[1]
Sponsor tecnico Puma
Esordio internazionale
Italia Italia 6 - 2 Francia Francia
MilanoItalia; 15 maggio 1910
Migliore vittoria
Italia Italia 9 - 0 Stati Uniti Stati Uniti
BrentfordRegno Unito; 2 agosto 1948
Peggiore sconfitta
Ungheria Ungheria 7 - 1 Italia Italia
BudapestUngheria; 6 aprile 1924
Campionato del mondo
Partecipazioni 18 (esordio: 1934)
Miglior risultato Oro Campioni nel 1934193819822006
Campionato d'Europa
Partecipazioni 10 (esordio: 1964)
Miglior risultato Oro Campioni nel 19682020
Coppa Internazionale
Partecipazioni 6 (esordio: 1927-1930)
Miglior risultato Oro Campioni nel 1927-19301933-1935
Confederations Cup
Partecipazioni 2 (esordio: 2009)
Miglior risultato Bronzo Terzo posto nel 2013
Torneo Olimpico
Partecipazioni 6[2] (esordio: 1912)
Miglior risultato Oro Oro nel 1936
UEFA Nations League
Partecipazioni 2 (esordio: 2018-2019)
Miglior risultato Bronzo Terzo posto nel 2020-2021
Coppa dei Campioni CONMEBOL-UEFA
Partecipazioni 1 (esordio: 2022)
Miglior risultato Argento Secondo posto nel 2022

La nazionale di calcio dell'Italia, il cui nome ufficiale è nazionale A,[3] è la rappresentativa calcistica maschile dell'Italia ed è posta sotto l'egida della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Rappresenta l'Italia nelle varie competizioni ufficiali o amichevoli riservate alle nazionali di calcio. I suoi componenti sono noti come Azzurri per il colore delle divise.

È una delle nazionali di calcio più titolate del mondo: ha vinto quattro campionati mondiali (Italia 1934Francia 1938Spagna 1982 e Germania 2006, secondi al mondo dopo il Brasile e a pari merito con la Germania), due campionati europei (Italia 1968 ed Europa 2020) e un torneo olimpico (Berlino 1936, uno dei sette riservati alle nazionali maggiori e disputati dal 1908 al 1948). In bacheca annovera inoltre due Coppe Internazionali (1927-1930 e 1933-1935), competizione continentale riconosciuta quale ufficiosa antesignana del campionato europeo.

Avendo ottenuto come ulteriori piazzamenti due secondi posti (Messico 1970 e Stati Uniti 1994) e un terzo posto (Italia 1990) al mondiale, un secondo posto nella Coppa Internazionale (1931-1932), due secondi posti all'europeo (Belgio-Paesi Bassi 2000 e Polonia-Ucraina 2012), una medaglia di bronzo al torneo olimpico di Amsterdam 1928 e un terzo posto sia alla FIFA Confederations Cup 2013 sia alla UEFA Nations League 2020-2021, con la partecipazione alla Coppa dei Campioni CONMEBOL-UEFA 2022 l'Italia è l'unica nazionale medagliata in tutte le competizioni ufficiali organizzate da FIFA e UEFA per le nazionali maggiori.

Unica nazionale, con il Brasile, a essersi aggiudicata due titoli mondiali consecutivi (nelle edizioni del 1934 e del 1938), detiene inoltre due record mondiali per squadre nazionali: quello di imbattibilità assoluta, stabilito tra il 10 ottobre 2018 e il 6 ottobre 2021, con 37 partite consecutive senza sconfitte,[4] e quello di inviolabilità della propria porta, avendo conseguito un totale di 1 168 minuti senza subire reti.[5]

Nella graduatoria FIFA, in vigore dall'agosto 1993, ha occupato il 1º posto più volte, nel novembre del 1993 e nel corso del 2007 (febbraio, aprile-giugno, settembre); il peggior piazzamento è stato invece il 21º posto dell'agosto 2018.[6] A dicembre 2022 occupa l'8º posto.

Le vicende più importanti della nazionale di calcio italiana sono legate alla cosiddetta nazionale «A» che, almeno fino alla differenziazione delle varie categorie, era la nazionale unica, che assumeva poi varie fisionomie a seconda del torneo al quale essa partecipava. Se era normale che nel corso dei tornei maggiori quali Coppa Internazionale o campionato del mondo venisse schierata la formazione più competitiva possibile, nel corso del torneo olimpico si dava spazio a professionisti di seconda fascia, in genere giovani universitari, come coloro che vinsero la medaglia d'oro nell'edizione di Berlino 1936.

Nel secondo dopoguerra vennero via via inserite categorizzazioni più precise, soprattutto per introdurre criteri oggettivi e uguali per tutti di convocazione dei giocatori, sia per via della progressiva istituzione di tornei giovanili sia per dare un quadro di riferimento chiaro al torneo olimpico di calcio: il regolamento del CIO prevede infatti che la partecipazione sia riservata solo ad atleti il cui status sia formalmente di dilettante. Questo, però, faceva sì che molte federazioni che ammettevano il professionismo fossero costrette a mandare i loro giocatori di seconda, se non terza fascia (secondo una formula empirica di compromesso via via variata nel tempo, i professionisti meno in vista e meno pagati e, successivamente, quelli che non avessero mai partecipato alle fasi finali di un campionato continentale o di quello mondiale), mentre federazioni i cui atleti avevano lo status di dilettante, come l'Unione Sovietica e in generale tutte quelle del blocco dell'Est europeo, potevano mandare in pratica la propria nazionale maggiore.

Non a caso per lungo tempo, nel secondo dopoguerra, il torneo olimpico di calcio fu appannaggio di nazionali come la succitata sovietica, la Cecoslovacchia, la Germania Est e l'Ungheria. Ciò perdurò fino all'edizione di Seul 1988, quando fu deciso che le rappresentative olimpiche fossero, per tutti i partecipanti, le rispettive nazionali Under-21 (o Under-23), con al massimo tre calciatori fuoriquota.

Seguì un periodo di calo, complice la seconda guerra mondiale e la tragedia di Superga del 1949. Infatti, l'Italia non ebbe successo al mondiale del 1950 né a quello del 1954 e, addirittura, non si qualificò a quello del 1958: di conseguenza, rinunciò a prendere parte al primo campionato europeo, la cui fase finale si svolse nel 1960. Al mondiale del 1962 uscì al primo turno in una spedizione mal gestita, mentre a quello del 1966 andò peggio, perché fu eliminata dai semiprofessionisti della Corea del Nord.[7]

La rinascita avvenne con la vittoria del campionato d'Europa 1968, che vide l'Italia di Ferruccio Valcareggi, padrona di casa, superare in finale la Jugoslavia.[8] Due anni dopo, al mondiale di Messico 1970, gli Azzurri avrebbero dato vita alla famosa semifinale contro la Germania Ovest, ricordata come la partita del secolo, vinta per 4-3 ai tempi supplementari; in finale sarebbero stati poi sconfitti dal Brasile di Pelé per 4-1. Dopo il negativo campionato del mondo 1974 in Germania Ovest, dove l'Italia fu esclusa al primo turno, il profondo ricambio generazionale nel frattempo portato avanti da Enzo Bearzot permise alla squadra di ben figurare al mondiale di Argentina 1978, dove espresse un bel gioco che le valse il quarto posto.

Simile piazzamento venne replicato al campionato d'Europa 1980 giocato in Italia, stavolta accolto come insoddisfacente alla luce delle aspettative della vigilia. Questo ciclo culminò nel mondiale di Spagna 1982, dove, pur a fronte di un certo scetticismo della vigilia, accentuato dall'incerto avvio sul campo, gli Azzurri uscirono alla distanza, battendo in sequenza nella seconda fase dapprima i campioni uscenti dell'Argentina e il favorito Brasile, poi, in semifinale, la sorprendente Polonia. Nella finale di Madrid sconfissero infine i campioni d'Europa in carica della Germania Ovest per 3-1, divenendo per la terza volta campioni del mondo.[7]

Dopo la mancata qualificazione all'europeo di Francia 1984,[7] il mondiale di Messico 1986 segnò l'addio di Bearzot. Gli Azzurri passarono nelle mani di Azeglio Vicini, il quale rinnovò a sua volta il gruppo in vista del campionato d'Europa 1988 in Germania Ovest, dove raggiunsero la semifinale poi persa contro l'Unione Sovietica. Una bella nazionale si presentò al campionato del mondo 1990 casalingo, ma in semifinale, dopo i tiri di rigore, ebbe la meglio l'Argentina; nella finale per il terzo posto gli Azzurri sconfissero poi l'Inghilterra.[7]

L'Italia fallì la qualificazione al campionato d'Europa 1992 in Svezia, sicché Vicini fu esonerato a eliminatorie in corso e sostituito da Arrigo Sacchi, il quale qualificò la nazionale per il mondiale di Stati Uniti 1994. Nel novembre 1993, grazie all'ottimo girone di qualificazione disputato, l'Italia salì al primo posto della classifica FIFA (istituita nell'agosto di quell'anno), posizione che mantenne per un mese. Al campionato del mondo 1994 gli Azzurri inizialmente stentarono, superando la fase a gironi solo tramite ripescaggio delle migliori terze, ma poi riuscirono a proseguire il cammino sino alla finale, trascinati nella fase a eliminazione diretta dai gol di Roberto Baggio. Nella finale di Pasadena gli Azzurri pareggiarono senza reti contro il Brasile, ma persero nuovamente ai rigori, nella prima finale di un mondiale decisa dai tiri dal dischetto. L'avventura al campionato d'Europa 1996 in Inghilterra finì già al primo turno e contestualmente quella di Sacchi, a cui succedette Cesare Maldini. Al mondiale di Francia 1998, a cui la nazionale italiana si qualificò superando la Russia ai play-off, il cammino si interruppe ai quarti di finale contro i padroni di casa, ancora una volta ai rigori.

L'occasione per una rivincita arrivò due anni dopo, al campionato d'Europa 2000, dove gli Azzurri giunsero in finale, proprio contro la Francia. In vantaggio fino al 90', la squadra di Dino Zoff pareva in procinto di condurre in porto il successo, ma i francesi pareggiarono all'ultimo istante dei tempi regolamentari: demoralizzati dalla rete subita in extremis, gli Azzurri furono sconfitti ai supplementari dalla regola del golden goal.[9] A seguito di alcuni sprezzanti giudizi di Silvio Berlusconi, sentendosi leso nella sua dignità, per protesta Zoff si dimise all'indomani della finale,[10] lasciando il posto a Giovanni Trapattoni. Peggio andò il mondiale di Corea del Sud-Giappone 2002: la squadra alla vigilia era tra le favorite, ma, dopo aver passato a fatica il primo turno, esprimendo un gioco difensivista e rinunciatario, fu eliminata ancora al golden goal negli ottavi dai padroni di casa della Corea del Sud (1-2); fu il risultato peggiore dal 1986. Al campionato d'Europa 2004, similmente deludente, l'Italia uscì dal torneo al primo turno.

Al campionato del mondo 2006 l'Italia di Marcello Lippi fu grande protagonista. Dopo essere giunta prima nel suo girone davanti al Ghana, nella fase a eliminazione diretta batté in sequenza AustraliaUcraina e, ai tempi supplementari, anche la Germania padrona di casa. In finale trovò nuovamente la Francia, superandola ai rigori: fu il penalty di Fabio Grosso a incoronare gli Azzurri campioni del mondo per la quarta volta.[7] Lippi lasciò dopo il successo e venne sostituito da Roberto Donadoni, che guidò la nazionale all'europeo di Austria-Svizzera 2008, dove l'Italia si spinse fino ai quarti di finale, venendo estromessa dal dischetto per mano della Spagna, futura vincitrice del torneo.

La vittoria mondiale del 2006 aveva permesso agli Azzurri, nel frattempo tornati sotto la guida di Lippi, di accedere all'edizione 2009 della Confederations Cup: alla sua prima partecipazione, in Sudafrica l'Italia deluse, venendo eliminata al primo turno.[11] Al mondiale di Sudafrica 2010 la squadra azzurra, guidata sempre da Lippi, deluse ancor di più, chiudendo all'ultimo posto il proprio girone eliminatorio: gli Azzurri furono estromessi al primo turno del mondiale, fatto che non accadeva da trentasei anni, e, per la prima volta in diciassette partecipazioni, senza vincere alcuna partita.

Nell'estate 2010 l'Italia passò sotto la guida di Cesare Prandelli. Durante le qualificazioni al campionato d'Europa 2012 la nazionale, a seguito della vittoria contro la Slovenia del 6 settembre 2011 (1-0), ottenne il record di precocità per quanto riguarda l'accesso alla competizione continentale, conseguita con due turni di anticipo.[12] Nella fase conclusiva dell'Europeo l'Italia approdò fino alla finale, dove subì, tuttavia, un pesante 0-4 dalla Spagna.[13]

Il secondo posto maturato nella rassegna continentale permise agli Azzurri di partecipare l'anno seguente alla Confederations Cup. Stavolta ben si comportarono rispetto all'edizione precedente: sconfitti in semifinale, ai rigori, ancora dalla Spagna, gli italiani si rifecero nella finale per il terzo posto, conquistando la medaglia di bronzo battendo, nuovamente dal dischetto, l'Uruguay.[14] Nonostante tali positivi piazzamenti, la gestione Prandelli si concluse negativamente al mondiale di Brasile 2014, in cui la nazionale venne eliminata alla fase a gironi; per la terza volta nella propria storia gli Azzurri vennero estromessi al primo turno da due edizioni consecutive della rassegna iridata.

A Prandelli seguì l'interregno di Antonio Conte, il quale rivitalizzò temporaneamente una nazionale in fase calante, lasciandola al termine del campionato d'Europa 2016 dopo un'eliminazione ai quarti di finale contro la Germania campione del mondo in carica, maturata solo ai rigori. Fallimentare si rivelò, invece, la successiva gestione di Gian Piero Ventura, con l'Italia che per la seconda volta nella sua storia mancò la qualificazione al mondiale (dopo una striscia di quattordici partecipazioni consecutive alle fasi finali), causa l'eliminazione allo spareggio per l'accesso a Russia 2018 per mano della Svezia.[15]

A risollevare le sorti di una nazionale al suo punto più basso da sessant'anni a quella parte, venne chiamato Roberto Mancini, il quale guidò gli azzurri al debutto nella neonata UEFA Nations League e in seguito ottenne, con il record di tre giornate di anticipo[16] e un percorso netto di dieci vittorie su dieci incontri,[17] la qualificazione alla fase finale del campionato d'Europa 2020. Un anno più tardi l'Italia conseguì anche l'accesso alla final four di UEFA Nations League 2020-2021, per poi prolungare la striscia di imbattibilità[18] anche al campionato europeo, dove la squadra azzurra raggiunse, per la seconda volta in tre edizioni, la finale di Wembley, vinta ai tiri di rigore contro l'Inghilterra: per gli italiani fu il secondo titolo europeo, a cinquantatré anni di distanza dal precedente.[19] Nel settembre seguente gli italiani prolungarono la striscia di imbattibilità a 37 partite (record mondiale assoluto) e ad ottobre chiusero al terzo posto l'edizione casalinga della UEFA Nations League,[20] ma, per la seconda volta consecutiva, fallirono l'approdo alla fase finale del campionato del mondo, venendo sconfitti dalla Macedonia del Nord ai play-off.

Strutture

Stadio

La nazionale italiana non dispone di uno stadio nazionale fisso nel quale disputare la maggior parte degli incontri casalinghi. Pertanto, gli Azzurri giocano le partite interne a rotazione nei principali impianti italiani, scegliendo di volta in volta l'impianto a seconda dell'importanza della partita, dell'avversario che si incontra e dell'affluenza di pubblico prevista.

Le sedi più utilizzate per le partite di maggiore spessore sono l'Olimpico di Roma, il Giuseppe Meazza di Milano, l'Artemio Franchi di Firenze, il Luigi Ferraris di Genova, il Diego Armando Maradona di Napoli, il Renato Dall'Ara di Bologna, l'Olimpico e lo Juventus Stadium di Torino e il Renzo Barbera di Palermo.[21] Per le amichevoli o gli incontri di minore importanza si opta invece, a seconda dell'esigenza, per le più svariate località della penisola e, spesso, è capitato che venissero scelte città in cui il club calcistico principale fosse stato di recente promosso in Serie A o che avessero inaugurato da poco un nuovo impianto.

Centro di allenamento

Per i ritiri prima di un torneo o di incontri ufficiali, nonché per tutte le sessioni di allenamento, gli Azzurri hanno sede fissa nel Centro tecnico federale Luigi Ridolfi a Firenze, nel quartiere di Coverciano, dal quale la struttura prende colloquialmente il nome. Il centro di proprietà della FIGC, primo al mondo nel suo genere,[22] ospita anche tutte le altre diciotto nazionali maschili e femminili di calcio, in vista dei rispettivi impegni internazionali,[22] tanto da essere rinominata Casa degli Azzurri,[22] oltre a Università del calcio, poiché sede del Settore tecnico federale.[22]

Dal 1990 ai primi anni 2000 soprattutto, la nazionale ebbe anche una seconda opzione quale sede dei ritiri e degli allenamenti: il Centro sportivo La Borghesiana, struttura privata ubicata nell'omonima periferia di Roma.

Colori e simboli

 

Colori

 

Il colore ufficiale della nazionale di calcio dell'Italia, in tutte le rappresentative maschili e femminili, è l'azzurro; nello specifico nella gradazione denominata azzurro Savoia, avente saturazione cromatica compresa fra il blu pavone e il pervinca, più chiaro del blu pavone.

Sulla scelta del colore azzurro, effettuata in occasione del terzo incontro ufficiale della nazionale, il 6 gennaio 1911 contro l'Ungheria,[24] erano state fatte varie ipotesi: la prima, che fosse stato ripreso dai colori della nazionale francese (anche se questa indossa in realtà il blu e non l'azzurro); la seconda, che venisse dal colore dei mari (e del cielo) italiani; la terza, che si fosse casualmente scelto un colore alternativo al bianco a causa della forte nevicata avvenuta in mattinata e del clima nebbioso esistente a Milano in occasione della partita contro gli ungheresi (il bianco avrebbe infatti confuso i giocatori italiani con l'ambiente circostante).[25] In realtà, le fonti storiche spiegano come l'azzurro sia stato scelto in onore di Casa Savoia, dinastia regnante all'epoca in Italia, in quanto rappresentava il colore del loro casato fin dal 1360: il blu Savoia, un azzurro molto intenso. Questo, a sua volta, era stato desunto dalla tinta del manto di Maria Vergine,[26] tradizionalmente di colore azzurro, a cui la casata era devota.[27][28] A riprova dell'origine monarchica della scelta, sul lato sinistro delle neonate maglie azzurre venne cucita la croce sabauda, ovvero una croce bianca in campo rosso.[29][30] Il calcio fu la prima disciplina sportiva ad adottare la maglia azzurra quale simbolo di appartenenza all'Italia, che in seguito venne utilizzata da quasi tutte le rappresentative nazionali negli altri sport.

 

Divise

La prima divisa della nazionale di calcio dell'Italia, ovvero quella "casalinga", è tradizionalmente composta da una maglia azzurra, da pantaloncini bianchi e da calzettoni azzurri. La maglia è di colore azzurro dal 1911, salvo qualche periodo in cui questo colore tendeva più al celeste. I pantaloncini sono bianchi, negli ultimi venti anni spesso utilizzati anch'essi di colore azzurro a formare una divisa a tinta unita, mentre in passato sono stato usati occasionalmente anche di colore nero o marrone. I calzettoni infine sono azzurri dal 1960, poiché in precedenza erano neri con bordo azzurro.

 

La seconda divisa della nazionale di calcio dell'Italia, ovvero quella da "trasferta", è tradizionalmente composta da una maglia bianca con richiami all'azzurro, da pantaloncini azzurri e da calzettoni bianchi. La maglia è di colore bianco dal 1911, salvo divenire nera in qualche occasione, durante il periodo fascista. I pantaloncini sono azzurri, spesso utilizzati anch'essi di colore bianco a formare una divisa a tinta unita; altri colori utilizzati per i pantaloncini sono il blu navy o il nero. I calzettoni infine sono bianchi, salvo alcune divise del passato che disponevano di calzettoni azzurri o neri.

Il 1954 è l'anno in cui venne indossata una terza divisa, che presentava un colore alternativo all'azzurro e al bianco, i due colori storici:[31] il 5 dicembre di quell'anno, l'Italia ospitò un amichevole contro l'Argentina e i giocatori della selezione italiana scesero in campo con una inedita maglia verde, sulla quale veniva mantenuto lo stesso stemma usato in quel periodo. I pantaloncini rimasero bianchi, mentre i calzettoni furono neri bordati di verdi. Per i cinquant'anni che seguirono quell'evento, la nazionale rimase con i classici due colori fino al 2004 quando, per un'amichevole a Reykjavík con l'Islanda del 17 agosto, l'Italia utilizzò un'inedita divisa blu scuro.[32][33]

Per i portieri della nazionale invece, la prime divise furono di colore bianco o nero.[24] Nel secondo dopoguerra, si cambiò passando a varie tonalità di grigio, con colletto e bordi blu[24] e pantaloncini neri. Questa divisa dei portieri rimase pressoché invariata fino agli anni ottanta, quando il grigio della maglia divenne un argento metallico, frutto anche delle novità tecniche dell'industria tessile.[24] Dall'inizio del decennio successivo vennero realizzate ancora divise dei portieri con i colori tradizionali argento o grigio, ma che presentavano anche altri colori in disegni centrali e/o sulle maniche.[24] Nella seconda parte anni novanta invece si è abbandonato l'utilizzo di un colore univoco per la divisa dei portieri,[24] pur utilizzando ancora il grigio ed arrivando ad avere nel kit ufficiale anche quattro divise ufficiali per il portiere.

Nel 2019 l'Italia torna a dotarsi di una terza divisa, rispolverando nell'occasione il succitato verde già visto nel 1954.[34]

Simboli ufficiali

Stemma

Dal terzo incontro nel 1911, quando venne adottato il colore azzurro per le maglie, e fino alla nascita della Repubblica Italiana nel 1946 lo stemma adottato sulla divise della nazionale di calcio dell'Italia consisteva nella croce sabauda, costituita da una croce bianca in campo rosso, su sfondo azzurro,[35] simbolo di Casa Savoia, dinastia allora regnante in Italia; a questo simbolo venne aggiunto, durante il ventennio di regime fascista, il fascio littorio a lato destro dello stesso.[35]

 

Dal 1947 e fino al 1984 trovò posto sulle maglie un tricolore raccolto in uno scudetto con bordo dorato, di forma analoga a quello delle squadre campioni d'Italia di qualsiasi disciplina, al quale venne aggiunta nel 1952 una banda orizzontale nera, anch'essa all'interno di una ulteriore bordatura dorata e sormontante lo stesso scudo, contenente la scritta ITALIA in maiuscolo e di colore oro.[35] Questo logo accompagnò gli incontri della nazionale fino al 1982,[35] quando venne apportata una piccola variante consistente nell'aggiunta della scritta FIGC, sempre in color oro, posizionata verticalmente nella banda bianca del tricolore.[35] A seguito della vittoria nel campionato del mondo 1982 venne modificato lo stemma, e il nuovo logo prevedeva uno scudo svizzero, bordato in oro, contenente il tricolore sovrastato da una banda nera al cui interno trovavano spazio tre stelle dorate, rappresentanti i tre titoli mondiali conquistati.

Dal 1984 fino al 1998 lo stemma sulle maglie corrispose al logo istituzionale della FIGC, modificato solo una volta nel 1991. Dal 1999, pur mantenendo la Federcalcio un proprio logo, sulle maglie azzurre comparve nuovamente lo scudetto tricolore, che venne apposto sulle casacche fino al 2006, quando la FIGC ripropose nuovamente sulle divise il proprio logo, peraltro modificato in quel periodo. Da allora le modifiche apportate allo stemma della nazionale, corrispondente sempre al logo della Federcalcio, sono state due: la prima nel 2007 per fregiarsi della quarta stella corrispondente ai titolo mondiali vinti e la seconda, nel 2017, per adottare lo stemma attuale che declinava la classica foggia dello scudetto tricolore nella forma di uno scudo svizzero; il disegno del pallone con la dicitura FIGC si spostava a cavallo della fascia ricurva che "sottolineava" l'epigrafe ITALIA, mentre le stelle celebrative dei mondiali si collocavano esternamente al di sopra dell'insieme.[36][37] Il logo attuale è riportato, come stemma, sulle maglie della nazionale italiana dall'incontro del 6 ottobre 2017 con la Macedonia del Nord.[35]

Inno

L'inno ufficiale della nazionale di calcio dell'Italia è Il Canto degli Italiani (conosciuto anche come Fratelli d'ItaliaInno di Mameli o Canto nazionale), inno nazionale della Repubblica Italiana,[38] che viene suonato prima di ogni incontro degli Azzurri. È un canto risorgimentale scritto da Goffredo Mameli e musicato da Michele Novaro nel 1847, e il testo si compone di sei strofe e un ritornello, che si alterna alle stesse.[39] Prima degli incontri della nazionale di calcio, vengono eseguite l'introduzione, la strofa, una ripetizione della strofa e il ritornello; solitamente nella versione strumentale.

Club Italia

La nazionale A è gestita dal Club Italia, organismo che riunisce le squadre nazionali, sia maschili sia femminili, delle discipline poste sotto l'egida della Federazione Italiana Gioco Calcio (calciocalcio a 5 e beach soccer) e che ne coordina le attività.[40] Pertanto, oltre alla nazionale A, sono gestite dal Club Italia le seguenti rappresentative: Under-21Under-20Under-19Under-18Under-17Under-16Under-15A femminileUnder-23 femminileUnder-19 femminileUnder-17 femminileUnder-16 femminileA calcio a 5A femminile calcio a 5, Under-19 calcio a 5, Under-19 femminile calcio a 5 e beach soccer.[40] Inoltre, in occasione di manifestazioni sportive multidisciplinari a cui partecipa l'Italia (Giochi OlimpiciGiochi del Mediterraneo e Universiadi), vengono costituite le relative nazionali di calcio denominate "olimpica" e "universitaria" (quest'ultima, sia maschile sia femminile)

Il Club Italia è presieduto dal presidente federale della FIGC, che impartisce le linee guida e approva i programmi tecnici, decide l'organigramma delle strutture del club, oltre a essere il Capo delegazione della nazionale A.[40] Viene coadiuvato dal vicepresidente vicario della federazione e dal presidente della Lega Serie A, oltre ad avere la possibilità di istituire un organo consultivo composto da personalità del calcio italiano.[40] La responsabilità delle scelte tecniche della nazionale A è invece affidata al Commissario tecnico.[40]

La struttura del Club è formata dall'Area operativa e dall'Area tecnica, che si suddivide nelle seguenti funzioni: Performance e ricerca, Area medica, Football Analysis.[40]

In passato sono comunque esistite altre rappresentative, attualmente scomparse a seguito di ristrutturazioni sia decise per norme federali che per esigenze legate ai requisiti di partecipazione ai vari tornei internazionali, come la nazionale B (in genere l'anticamera della nazionale A, costituita dalle seconde scelte di campionato o di giocatori sotto osservazione in vista di un eventuale impiego per la nazionale maggiore, e il cui ruolo spesso si è sovrapposto con quello della, scomparsa anch'essa, nazionale sperimentale) e la Under-23.

Si fregiano (o si sono fregiate) impropriamente del titolo di "nazionale" anche alcune rappresentative di Lega. Dagli anni 1960 agli anni 1990 è stata sporadicamente attiva una nazionale di Lega, con una propria maglia e stemma, che attingeva — indistintamente tra giocatori italiani e stranieri — dall'intero bacino della Serie A.[41] Nel 2011 è nata la cosiddetta B Italia, formata da giocatori con limite d'età Under-21 e militanti nella Serie B, che riprende idealmente la storia della rappresentativa Under-21 di Serie B,[42] sotto l'egida della Lega Serie B.[43]

Diffusione nella cultura di massa

«la storia di un popolo che ha cominciato a sentirsi unito in un'identità comune solo – e neppure sempre – quando undici dei suoi ragazzi si infilavano una maglia azzurra per scendere su un campo verde a inseguire una sfera di cuoio.»

(Paolo Colombo, Gioachino Lanotte, 2021)

La nazionale italiana di calcio ha assunto, nel corso dei decenni, un posto di rilievo nell'ambito socioculturale dell'Italia, arrivando a creare un sentimento convergente di attaccamento alla squadra e di unità del Paese,[45][46] le cui storie oramai si intrecciano.[44] A tutto ciò hanno contribuito le vittorie nel secondo dopoguerra, unite all'avvento dei mass media (come la televisione, la letteratura, il cinema, la canzone popolare, i giornali e internet);[44] infatti la Coppa del Mondo FIFA vinta dagli Azzurri nel 1982 divenne un evento così penetrato dentro la storia d'Italia e nell'immaginario collettivo tanto da costituirsi come un tratto dell'identità nazionale.[47]

In televisione, proprio la finale mondiale del 1982 vinta dagli Azzurri per 3-1 contro la Germania Ovest è stata il programma in assoluto più seguito nella storia della tv italiana, con 36,7 milioni di telespettatori,[48] e da quando esiste il sistema Auditel di rilevamento degli ascolti televisivi italiani (1986), nella classifica dei 50 programmi più visti, ben 45 sono incontri della nazionale.[49] Tra l'altro, gli incontri degli Azzurri in competizioni ufficiali devono essere trasmessi in chiaro e in diretta in quanto rientranti nell'elenco degli «eventi di particolare rilevanza per la società di cui deve essere assicurata la diffusione su palinsesti in chiaro», redatto nel 2012 dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.[50] La conquista del quarto titolo mondiale, invece, fece segnare il record di vendite e di tiratura nella storia, per un quotidiano italiano: il 10 luglio 2006 La Gazzetta dello Sport ebbe oltre 2,3 milioni di copie vendute.[51]

La sua popolarità della nazionale di calcio, ne fa oggetto e sfondo di alcuni lungometraggi, canzoni e testi letterari anche estranei all'ambito strettamente sportivo.

 

Calciatori

In più di 110 anni di storia, hanno vestito la maglia della nazionale di calcio dell'Italia oltre 800 calciatori, in gran parte tesserati dai club italiani al momento della convocazione.

Tra i calciatori di maggior rilievo che hanno vestito la maglia azzurra, figurano gli otto inseriti nella lista FIFA Century Club, composta da giocatori che hanno disputato almeno 100 incontri con la propria nazionale: Gianluigi BuffonFabio CannavaroPaolo MaldiniDaniele De RossiAndrea PirloLeonardo BonucciGiorgio Chiellini e Dino Zoff. Quest'ultimo, tra l'altro, è stato inserito nel 2004 nella UEFA Jubilee Awards quale miglior calciatore italiano della metà di secolo precedente, oltre a essere l'unico azzurro ad aver conseguito il titolo di campione sia d'Europa sia del mondo.

Tra i cannonieri si segnalano Gigi RivaGiuseppe Meazza e Silvio Piola, oltre a Paolo Rossi e Salvatore Schillaci che hanno conseguito il titolo di capocannonieri di una edizione del campionato mondiale di calcio.

Anche grazie alle loro gesta in nazionale, oltre al contributo dato nel proprio club, hanno vinto il Pallone d'oro, massimo riconoscimento individuale per un calciatore, Gianni Rivera (1969), Paolo Rossi (1982), Roberto Baggio (1993), Fabio Cannavaro (2006) e l'oriundo Omar Sivori (1961). Il termine "oriundo" è diffusamente usato per indicare un calciatore di nazionalità straniera ma di origine italiana, equiparato nella normativa sportiva ai cittadini della penisola e perciò ammesso a far parte della nazionale azzurra; è stato il caso di Anfilogino GuarisiAtilio DemaríaLuis MontiEnrique Guaita e Raimundo Orsi campioni del mondo con l'Italia nel 1934, di Michele Andreolo campione del mondo nel 1938, di Mauro Germán Camoranesi campione del mondo nel 2006, di JorginhoEmerson Palmieri e Rafael Tolói campioni d'Europa nel 2021, e di diversi altri calciatori a partire dagli anni 1930 fino a oggi.

 

Capitani

Nella storia della nazionale azzurra, oltre 90 calciatori hanno indossato la fascia di capitano della squadra; di questi, 29 sono stati i capitani "designati" che hanno svolto questo ruolo stabilmente per un determinato periodo. Gianluigi Buffon è il recordman per incontri disputati da capitano (80 partite) mentre Giacinto Facchetti ha assolto questo ruolo per il periodo di tempo più lungo (11 anni). Altri capitani di maggior rilievo, per numero di incontri e/o periodo di tempo, sono stati Fabio CannavaroPaolo MaldiniDino ZoffGiuseppe BergomiFranco BaresiGiampiero Boniperti e Silvio Piola.

Il capitano attuale della squadra è, dal 2022, Leonardo Bonucci.

 

Contributi dai club

La maggioranza dei calciatori che hanno vestito la maglia azzurra proviene dai club italiani. Tra l'altro, fino agli anni 1990 non vi era mai stato nessun calciatore azzurro convocato nella selezione italiana, che militasse in quel momento in un club straniero. Il contributo dei vari club italiani alla nazionale, rispecchia più o meno quella che è la tradizione sportiva del Paese: la società che in assoluto vanta il maggior numero di calciatori forniti alla nazionale, con conseguente maggior numero di presenze, è la Juventus, che distanzia l'Inter e il Milan che, a loro volta, primeggiano su RomaFiorentina e Torino.

Il massiccio contributo della società bianconera alla Nazionale A, nel corso dei decenni ha portato a identificare il binomio con vari soprannomi: negli anni trenta, si parlò di «Nazio-Juve»;[52][53] sul finire degli anni settanta Enzo Bearzot aprì un nuovo ciclo di grandi risultati per la Nazionale basata sul gruppo dei giovani giocatori della Juventus guidata all'epoca da Giovanni Trapattoni, che divenne il cosiddetto «Blocco-Juve»;[54] nello scorso decennio infine, con il c.t. Cesare Prandelli che poté contare su sei bianconeri tra i titolari al campionato d'Europa 2012 (includendo il reparto difensivo, che a posteriori, sarebbe stato noto come la «BBC»), i media coniarono l'appellativo d'«Ital-Juve».[55]

Il record di calciatori in campo provenienti dallo stesso club fu quello stabilito dal «Grande Torino», squadra pluricampione d'Italia negli anni quaranta, l'11 maggio 1947: il commissario tecnico Vittorio Pozzo schierò nell'amichevole vinta 3-2 sull'Ungheria dieci giocatori granata (BallarinMarosoRigamontiGrezarCastiglianoMentiMazzolaFerraris IILoikGabetto) con il solo portiere Sentimenti IV proveniente dalla Juventus.[56] È invece di nove calciatori dello stesso club in campo il record nelle competizioni ufficiali: contro l'Ungheria nella Coppa Internazionale 1933-1935 (Juventus), contro la Jugoslavia nella Coppa Internazionale 1955-1960 (Fiorentina) e infine contro i Paesi Bassi al campionato del mondo 1978 (ancora Juventus).[57][52] I bianconeri detengono infine il primato assoluto di tesserati convocati per la fase finale di un torneo: sia al campionato mondiale di calcio 1934, sia a quello del 1978, su ventidue convocati ben nove erano bianconeri.[58]

 

Commissari tecnici

La nazionale italiana è stata guidata nella sua storia da 27 commissioni tecniche (inizialmente formate solitamente da arbitri, poi anche da allenatori) e da 16 commissari tecnici.

La prima commissione tecnica era formata da Umberto MeazzaAgostino RecalcatiAlberto CrivelliGiannino Camperio e Achille Gama e fu in carica dal 15 maggio 1910 al 6 gennaio dell'anno seguente.

Il primo commissario tecnico unico fu invece Vittorio Pozzo, che guidò la nazionale per la prima volta (seguirono altri due incarichi nel 1924 e dal 1929 al 1948) dal 26 giugno 1912 al 3 luglio seguente. Pozzo ha portato gli Azzurri alle vittorie dei mondiali di Italia 1934 e Francia 1938 — unico allenatore ad aver trionfato in due rassegne iridate —, oltre al torneo olimpico di Berlino 1936 e a due Coppe Internazionali (1927-1930 e 1933-1935), per un totale di cinque titoli che ne fanno il selezionatore più vincente della storia del calcio.[59]

L'allenatore che ha guidato per più incontri la nazionale italiana è invece Enzo Bearzot, per 104 gare, dal 1975 al 1986 (nel periodo 1975-1977 coadiuvato da Fulvio Bernardini), portando quindi gli Azzurri alla conquista del campionato del mondo 1982 dopo i quarti posti della precedente edizione di Argentina 1978 e del campionato d'Europa 1980. Seguono Pozzo con 97 partite, Ferruccio Valcareggi, allenatore vincitore del campionato d'Europa 1968 e finalista al campionato del mondo 1970, con 58 incontri, e Marcello Lippi, vincitore del campionato del mondo 2006, con Cesare Prandelli, finalista al campionato d'Europa 2012 e terzo alla FIFA Confederations Cup 2013, entrambi a quota 56 gare.

Altri commissari tecnici del passato degni di nota sono Arrigo Sacchi, sotto la cui guida la nazionale arrivò in finale al campionato del mondo 1994Dino Zoff, finalista al campionato d'Europa 2000, e Azeglio Vicini, semifinalista al campionato d'Europa 1988 e terzo al campionato del mondo 1990.

Il selezionatore della nazionale italiana dal 2018 è Roberto Mancini, che ha guidato gli Azzurri alla vittoria del campionato d'Europa 2020, al terzo posto nella UEFA Nations League 2020-2021 e alla finale nella Coppa dei Campioni CONMEBOL-UEFA 2022.

Palmarès

1927-19301933-1935
Italia 1934Francia 1938Spagna 1982Germania 2006
Berlino 1936
Italia 1968Europa 2020

Statistiche e record

Partecipazioni ai tornei

La nazionale A dell'Italia ha vinto quattro edizioni del campionato mondiale di calcio (Italia 1934Francia 1938Spagna 1982 e Germania 2006), la massima competizione calcistica per squadre nazionali maschili, classificandosi seconda in altre due occasioni (Messico 1970 e Stati Uniti 1994); inoltre, si è classificata terza a Italia 1990 e quarta ad Argentina 1978. Per contro, non ha partecipato alla prima edizione (Uruguay 1930) e non si è qualificata a quelle di Svezia 1958Russia 2018 e Qatar 2022; inoltre, non ha superato il primo turno del campionato del mondo in sette occasioni.[60] Ai mondiali l'Italia non ha mai perso nei tempi regolamentari o supplementari una partita di quarti di finale o semifinale. Le uniche sconfitte in questi turni sono maturate dopo i tiri di rigore: contro l'Argentina in semifinale nel 1990 e contro la Francia ai quarti di finale nel 1998.

L'Italia ha conseguito la vittoria nel campionato europeo di calcio per nazioni in due edizioni (Italia 1968 ed Europa 2020) e si è classificata seconda in altrettante occasioni (Belgio-Paesi Bassi 2000 e Polonia-Ucraina 2012) e quarta in una occasione (Italia 1980), giungendo complessivamente sei volte alle semifinali del torneo (l'altra a Germania Ovest 1988).

Si aggiungono alle suddette vittorie la medaglia d'oro al torneo olimpico di Berlino 1936 e quella di bronzo a quello di Amsterdam 1928, in un periodo in cui l'ordinamento olimpico non aveva ancora uniformato, secondo il criterio dell'età massima dei giocatori, la composizione delle squadre.

Nella Confederations Cup conta due partecipazioni (2009 e 2013) e ha ottenuto come miglior risultato il terzo posto nell'edizione del 2013. Il terzo posto è anche il miglior risultato degli italiani nella UEFA Nations League, conseguito nell'edizione 2020-2021.

Infine, l'Italia ha vinto due Coppe Internazionali (torneo europeo nato nel 1927, prima dell'istituzione della UEFA e da questa mai riconosciuto ufficialmente, poi rimpiazzato nel 1960 dal campionato europeo) nelle edizioni 1927-1930 e 1933-1935, risultando l'unica squadra ad aver vinto due volte tale competizione.

Campionato del mondo
Edizione Risultato
1930 Non partecipante[61]
1934 Campione Coppa Jules Rimet Icon.svg
1938 Campione Coppa Jules Rimet Icon.svg
1950 Primo turno
1954 Primo turno
1958 Non qualificata
1962 Primo turno
1966 Primo turno
1970 Secondo posto Silver medal world centered-2.svg
1974 Primo turno
1978 Quarto posto
1982 Campione FIFA World Cup Icon (Campionato mondiale di calcio).svg
1986 Ottavi di finale
1990 Terzo posto Bronze medal world centered-2.svg
1994 Secondo posto Silver medal world centered-2.svg
1998 Quarti di finale
2002 Ottavi di finale
2006 Campione FIFA World Cup Icon (Campionato mondiale di calcio).svg
2010 Primo turno
2014 Primo turno
2018 Non qualificata
2022 Non qualificata
Campionato europeo
Edizione Risultato
1960 Non partecipante
1964 Non qualificata
1968 Campione UEFA European Cup.svg
1972 Non qualificata
1976 Non qualificata
1980 Quarto posto
1984 Non qualificata
1988 Semifinali
1992 Non qualificata
1996 Primo turno
2000 Secondo posto Silver medal europe.svg
2004 Primo turno
2008 Quarti di finale
2012 Secondo posto Silver medal europe.svg
2016 Quarti di finale
2020 Campione UEFA European Cup.svg
Giochi olimpici
Edizione Risultato
1908 Non partecipante
1912 Primo turno
1920 Quarti di finale
1924 Quarti di finale
1928 Bronzo Bronze medal.svg
1936 Oro Gold medal.svg
1948 Quarti di finale
Confederations Cup
Edizione Risultato
1992 Non invitata
1995 Non invitata
1997 Non qualificata
1999 Non qualificata
2001 Rinuncia[63]
2003 Rinuncia[64]
2005 Non qualificata
2009 Primo turno[65]
2013 Terzo posto Bronze medal world centered-2.svg[66]
2017 Non qualificata
UEFA Nations League
Edizione Risultato
2018-19 8ª in Lega A
2020-21 Terzo posto Bronze medal europe.svg
Coppa Internazionale
Edizione Risultato
1927-1930 Campione Gouden medaille.svg
1931-1932 Secondo posto Zilveren medaille.svg
1933-1935 Campione Gouden medaille.svg
1936-1938 Non terminata[67]
1948-1953 Quarto posto
1955-1960 Quinto posto


Legenda: Grassetto: Risultato migliore, Corsivo: Mancate partecipazioni

  • Nota bene: per le informazioni sui risultati ai Giochi olimpici nelle edizioni successive al 1948 visionare la pagina della nazionale olimpica.

Statistiche di squadra

La nazionale di calcio dell'Italia, oltre ad essere una della selezioni più titolate al mondo, occupa anche i primi posti delle classifiche inerenti i risultati accumulati nel totale degli incontri disputati.[68] Su oltre ottanta avversarie incontrate nel corso della sua storia, l'Italia detiene un bilancio positivo nei "testa a testa" con una larga maggioranza di esse, tra le quali anche rivali storiche.[69]

Nella classifica storica dei mondiali di calcio gli Azzurri occupano la quarta posizione dietro il Brasile, la Germania e l'Argentina, davanti la Francia, l'Inghilterra e la Spagna.[70] Invece nella classifica storica degli europei di calcio, la vittoria al campionato d'Europa 2020 ha consentito alla nazionale italiana di posizionarsi al secondo posto dietro la Germania e davanti alla Spagna, pur avendo gli iberici un successo in più nella competizione continentale.[71]

Tra le serie record della nazionale di calcio dell'Italia, quello principale è stato realizzato nel periodo compreso tra il 10 ottobre 2018 (pareggio al Ferraris contro l'Ucraina) e l'8 settembre 2021 (vittoria al Mapei Stadium contro la Lituania), gli Azzurri sono rimasti imbattuti per un totale di 37 gare ufficiali consecutive, superando nel pareggio a reti bianche contro la Svizzera del 5 settembre 2021 il precedente record per le nazionali maschili di 35 partite ufficiali consecutive senza sconfitte, che era detenuto congiuntamente dalla nazionale brasiliana (tra il 16 dicembre 1993 e il 21 gennaio 1996) e dalla nazionale spagnola (tra il 7 febbraio 2007 e il 24 giugno 2009). Inoltre, se si escludono le gare amichevoli da questa serie, gli azzurri detengono anche il record di imbattibilità in gare di competizioni per nazionali maschili, avendo realizzato una striscia di 31 partite senza perdere, superando il precedente primato della nazionale spagnola (29) nel periodo 2010-2013.

Un importante record detenuto dalla nazionale italiana è quello dei minuti senza subire reti: 1 168.[72] Dalla rete subita nella sfida contro i Paesi Bassi nella UEFA Nations League del 14 ottobre 2020,[72] alla rete siglata dall'Austria nel secondo tempo supplementare degli ottavi di finale del campionato d'Europa 2020,[72] si sono alternati imbattuti tra i pali i portieri Gianluigi Donnarumma (che ha giocato per 987 minuti), Salvatore Sirigu (91 minuti), Alessio Cragno (63 minuti) e Alex Meret (27 minuti).[72] Questo record migliora quello precedente di 1 143 minuti, che apparteneva sempre alla nazionale italiana, siglato nel periodo tra il 1972 e il 1974.[72] In questo caso la porta azzurra era stata difesa solamente da Dino Zoff,[72] che conserva quindi il record di minuti d'imbattibilità di un singolo portiere.

Statistiche individuali

Il giocatore che detiene il maggior numero di presenze con la nazionale A è Gianluigi Buffon con 176 apparizioni, che vanta anche il record di incontri disputati da capitano azzurro (80 partite). In entrambe le speciali classifiche ha ottenuto il record superando Fabio Cannavaro, che deteneva i primati rispettivamente con 136 presenze (superato l'11 ottobre 2013, in occasione dell'incontro Danimarca-Italia terminato 2-2)[73] e 79 incontri da capitano (sorpassato quindi in concomitanza dell'ultima gara in nazionale di Buffon, il 23 marzo 2018 quando venne disputata l'amichevole Argentina-Italia a Manchester)[74].

Il miglior marcatore della storia azzurra è Gigi Riva, con 35 gol segnati nel periodo di militanza in nazionale (1965-1974). Il precedente primato di reti segnate con la maglia azzurra apparteneva a Giuseppe Meazza, che siglò 33 reti nel periodo 1930-1939. Il record di Meazza venne eguagliato da Riva il 9 giugno 1973 nell'amichevole di Roma contro il Brasile, per poi essere superato il 29 settembre dello stesso anno, con una rete in Italia-Svezia terminata 2-0, e attestando definitivamente il record a 35 reti il 20 ottobre, in occasione di Italia-Svizzera conclusa 2-0.

Tifoseria e rivalità

 

Tifoseria

Secondo le statistiche commissionate dalla FIGC, nel 2017 il 59% degli italiani dichiarava di essere interessato alle vicende della nazionale A.[75] Questo seguito per la nazionale maggiore maschile si traduce in un 37% dei tifosi che dichiara di aver assistito allo stadio ad almeno 2 incontri degli Azzurri.[76] L'interesse per la nazionale varca anche i confini dell'Italia, poiché il 38% degli emigrati italiani nel mondo dichiara di riconoscersi nei colori azzurri e di seguirne in modo assiduo gli incontri.[76]

 

Il tifo per la nazionale italiana assume però una maggiore passione in concomitanza con le fasi finali del campionato mondiale o dell'europeo, se questa è tra le partecipanti all'evento. In molti balconi o terrazze delle abitazioni italiane si assiste all'esposizione della bandiera d'Italia.[77] Per gli incontri degli Azzurri nei suddetti tornei, vengono spesso allestiti dei maxischermi, da parte delle amministrazioni comunali, nelle principali piazze delle città d'Italia[78] ma anche da parte di privati in pubblici esercizi come barpublidi[79] e, in caso di vittoria della gara, si assiste ai caroselli di auto dei tifosi per le strade dei centri urbani,[78][79] aumentando la partecipazione in proporzione agli stessi con vari i passaggi di turno nel torneo, ai quali si aggiungono numerosi spettacoli pirotecnici nei cieli delle città italiane in caso di successo finale dell'evento.

Capita, non di rado, che tutte le sopra citate manifestazioni spontanee di tifo per gli Azzurri si riscontrino anche nelle grandi città di ogni continente, se sono presenti numerose comunità di emigrati italiani.[80][81][82] Spesso le vittorie dell'Italia in una determinata nazione, sono state anche motivo di riscatto sociale per gli italiani ivi residenti, come accadde in Germania nel 2006.[83] E proprio questi ultimi sono stati spesso i maggiori supporters, agli allenamenti e allo stadio, nelle varie rassegne continentali o mondiali disputate all'estero.[84] Per tali motivi, ad esempio, all'epoca del torneo mondiale di Stati Uniti 1994, la Federcalcio chiese e ottenne dalla FIFA che l'Italia venisse inserita nel girone in cui vi erano gli incontri da disputare a New York, metropoli con una forte immigrazione italiana.[85]

Le maggiori manifestazioni organizzate in onore della nazionale, si ebbero il giorno seguente alle vittorie al campionato del mondo 2006[86] e al campionato d'Europa 2020 (svolto nel 2021).[87] In entrambe le occasioni, la squadra vincitrice della coppa tornò nella capitale dalla sede della finale del torneo e, dopo essere stata ricevuta prima al Palazzo del Quirinale dal Presidente della Repubblica italiana[86][87] e successivamente a Palazzo Chigi dal Governo,[86][87] effettuò un giro su un autobus scoperto (mostrando il trofeo vinto) lungo le principali strade del centro storico di Roma.[86][87] Nel 2006 i festeggiamenti erano già iniziati prima dei due ricevimenti ufficiali, con un milione di fan che "scortò" a bordo strada il pullman azzurro,[86] senza soluzione di continuità dall'aeroporto di Fiumicino (dove vi fu anche il passaggio delle Frecce Tricolori nei cieli dell'area metropolitana di Roma)[86] fino ai palazzi delle istituzioni, e si conclusero a notte inoltrata al Circo Massimo davanti a settecentomila persone,[86] evento che non poté essere replicato nel 2021, a causa delle restrizioni dovute alla pandemia di Covid-19.

Rivalità

Le prime rivalità della nazionale di calcio italiana sono state quelle, negli anni venti e trenta dello scorso secolo, con Austria,[88] Ungheria,[89] Uruguay e Cecoslovacchia; queste, nel corso dei decenni successivi, sono state sostituite dalle rivalità con le altre due big sudamericane (Argentina e Brasile), ma, soprattutto, con le altre grandi potenze del calcio europeo vincitrici di uno o più titoli mondiali: FranciaGermaniaInghilterra e Spagna.

La nazionale italiana di calcio vanta altresì un singolare primato: tutti e sette i titoli ufficiali vinti dagli azzurri sono stati ottenuti tra le mura domestiche (Romacampionato del mondo 1934 e campionato d'Europa 1968) o in casa delle altre quattro rivali calcistiche europee (Parigicampionato del mondo 1938Madridcampionato del mondo 1982BerlinoOlimpiade 1936 e campionato del mondo 2006Londracampionato d'Europa 2020); l'Italia ha dunque alzato al cielo un trofeo in tutte e cinque le grandi capitali dell'Europa occidentale.[90]

Francia

La rivalità calcistica tra la nazionale italiana e la Francia trova radici ben profonde e non solo legate al mondo del calcio. Sussiste da sempre tra i due paesi un rapporto di amore-odio contraddistinto dal rispetto e dalla stima reciproci, ma accompagnato spesso da scherno e competizione, a livello economico-commerciale ma anche culturale.[91] Anche per questo motivo le loro sfide sono molto sentite da giocatori, dirigenti, giornalisti e tifosi.[92]


La prima sfida avvenne nel 1910 a Milano, con gli Azzurri alla loro prima partita della storia e con il risultato finale di 6-2 per i padroni di casa. La rivalità iniziò tuttavia sul finire degli anni novanta, quando al campionato del mondo 1998, giocato proprio in Francia, le due nazionali si scontrarono nei quarti di finale, con i Bleus che vinsero ai tiri di rigore. Due anni dopo, la sfida si ripropose in finale del campionato d'Europa 2000 a Rotterdam e la Francia vinse ancora sugli Azzurri, pareggiando al termine dei tempi regolamentari e segnando ai supplementari il decisivo golden goal.[93] La rivincita italiana avvenne nel campionato del mondo 2006 con la finale di Berlino ancora tra Francia e Italia, e gli Azzurri vinsero il titolo mondiale sui francesi ai tiri di rigore, successivi a un incontro ricco di episodi incandescenti.[93]


Nei principali tornei per nazionali, le due formazioni si sono affrontate per nove volte: cinque alla Coppa del Mondo FIFA (quarti di finale al Francia 1938, fase ai gironi al Argentina 1978, ottavi di finale al Messico 1986, quarti di finale al Francia 1998 e finale del Germania 2006),[94] due al Campionato europeo UEFA (finale di Euro 2000 e fase a gironi di Euro 2008)[94] e due ai Giochi olimpici (Anversa 1920 e Amsterdam 1928).[94]

Germania

La rivalità calcistica tra la nazionale italiana e la Germania (tra il 1949 e il 1990 identificata come Germania Ovest) è spesso ribattezzata come il «derby d'Europa»,[95] anche in virtù del fatto che le due squadre sono le più titolate in Europa e tra le più titolate al mondo.[95]


La prima sfida avvenne nel 1923 a Milano, con gli Azzurri che superarono i tedeschi per 3-1 dando inizio a un classico del calcio mondiale,[95] ma la vera rivalità ebbe inizio il 17 giugno 1970 a Città del Messico, quando nella semifinale del campionato del mondo 1970 l'Italia riuscì a vincere per 4-3, al termine dei tempi supplementari, in quella che fu in seguito definita come la «Partita del secolo».[95] Successivamente, l'apice delle sfide tra Germania e Italia si ebbe al campionato del mondo 1982, quando le due formazioni si affrontarono a Madrid in finale, con la nazionale italiana vincitrice del suo terzo titolo mondiale sconfiggendo la Germania Ovest per 3-1.


Ad aumentare la rivalità calcistica tra Germania e Italia ha contribuito il fatto che gli ultimi due campionati del mondo disputati sul territorio delle due nazioni siano stati vinti dalla nazionale rivale:[95] al mondiale di Italia 1990 vinsero i tedeschi[95] (in finale contro l'Argentina che aveva a sua volta eliminato gli Azzurri) mentre il torneo di Germania 2006 fu conquistato dall'Italia che in semifinale a Dortmund superò per 2-0 proprio i padroni di casa.[95]


Nei principali tornei per nazionali, le due formazioni si sono affrontate per undici volte: cinque alla Coppa del Mondo FIFA (Cile 1962, semifinale del Messico 1970Argentina 1978Spagna 1982 e Germania 2006)[96], quattro al Campionato europeo UEFA (fase a gironi a Euro 1988, fase a gironi a Euro 1996, semifinali a Euro 2012 e quarti di finale a Euro 2016) e due nella fase a gironi della UEFA Nations League (2023).[96] Le numerose sconfitte dei tedeschi nei tornei ufficiali sono un fatto calcistico molto sentito in Germania, tanto che questo record negativo fa sì che l'Italia sia definita «il più grande incubo calcistico», «una nemesi», e che l'ex presidente della federazione calcistica tedesca (DFB) Wolfgang Niersbach ritenne che un incontro con l'Italia, anche se amichevole, non debba essere considerato soltanto una partita, ma «una competizione per il prestigio e l'onore».[97][98]

Inghilterra

La rivalità calcistica tra la nazionale italiana e l'Inghilterra è il simbolo soprattutto di un diverso approccio culturale e metodologico al calcio degli Azzurri rispetto alla nazionale «dei tre leoni».[99] Calcisticamente, tra le due nazioni c'è anche una forte competizione a livello di club.[100]


La prima sfida avvenne nel 1933 a Roma e terminò con un pareggio per 1-1; il secondo incontro fu disputato l'anno seguente a Londra e passò alla storia come la «battaglia di Highbury»: l'Italia qualche mese prima si era laureata campione del mondo e la partita fu presentata come decisiva per stabilire a chi spettasse la supremazia mondiale. Dopo due minuti di gioco gli azzurri rimasero in dieci uomini per l'infortunio del centromediano Luis Monti (in quel periodo non erano previste sostituzioni) e nel giro di dieci minuti si trovarono in svantaggio di 3 reti a 0. La partita si trasformò, per l'appunto, in una battaglia e nel secondo tempo l'Italia accorciò le distanze con due gol di Giuseppe Meazza, che negli ultimi minuti colpì la traversa con un colpo di testa. L'incontro finì 3-2 per gli inglesi, ma la grande prestazione degli azzurri valse loro il titolo di «leoni di Highbury».[101][102]


La sfida più importante tra le due nazionali è avvenuta nel 2021, in occasione della finale del campionato d'Europa 2020 allo stadio di Wembley: l'incontro fu vinto dagli Azzurri per 3-2 ai tiri di rigore (1-1 dopo i tempi supplementari), successo che valse loro il secondo titolo europeo.[103]


Nei principali tornei per nazionali, le due formazioni si sono affrontate per sette volte: due volte alla Coppa del Mondo FIFA (Italia 1990 e Brasile 2014)[103], tre volte al Campionato europeo UEFA (Italia 1980Polonia-Ucraina 2012 ed Europa 2020) e due volte nella fase a gironi della UEFA Nations League (2023).[103]

Spagna

La rivalità calcistica tra la nazionale italiana e la Spagna è a volte indicata come «derby del Mediterraneo»[104] ed è più recente rispetto ad altre rivalità, essendosi formata e rafforzata nel terzo millennio, in coincidenza col periodo più florido delle Furie Rosse.


La prima sfida avvenne nel 1920 ad Anversa, nelle semifinali del torneo di consolazione di calcio ai Giochi della VII Olimpiade, dove gli spagnoli vinsero per 2-0. La successiva rivalità calcistica tra le due nazioni fu però maggiore a livello di club, nelle competizioni UEFA, in cui Italia e Spagna hanno goduto di periodi di rispettivo dominio. I frequenti incontri tra i club hanno portato i giocatori d'élite a familiarizzare l'uno con l'altro quando si incontrano a livello nazionale.[105] Anche le squadre Under 21 delle due nazioni, tra le più forti al mondo, sono riconosciute come rivali. L'apice delle sfide tra Azzurri e spagnoli è stata la finale del campionato d'Europa 2012, con le Furie Rosse che dominarono l'incontro vincendo per 4-0, conquistando il loro terzo titolo di campioni d'Europa e il secondo consecutivo.[106]


Nei principali tornei per nazionali, le due formazioni si sono affrontate per sedici volte: tre alla Coppa del Mondo FIFA (due volte a Italia 1934 e Stati Uniti 1994),[106] sette volte al Campionato europeo UEFA (Italia 1980Germania Ovest 1988Austria-Svizzera 2008, due volte a Polonia-Ucraina 2012Francia 2016 ed Europa 2020),[106] una volta alla FIFA Confederations Cup (2013),[106] quattro volte ai Giochi olimpici (Anversa 1920Parigi 1924 e due volte ad Amsterdam 1928)[106] e una volta nella fase finale di UEFA Nations League (2021).

Brasile

La rivalità calcistica tra l'Italia e il Brasile è conosciuta anche come «clássico mundial» in portoghese o «derby del Mondo» in italiano, in quanto mette di fronte due delle nazioni calcistiche di maggior successo a livello globale, avendo raggiunto nove Coppe del Mondo tra i due paesi. A differenza delle sfide con le squadre europee, con le quali sussiste una rivalità più accesa, essendo il Brasile una nazionale sudamericana, con i verdeoro sono limitati i confronti nell'ambito delle competizioni intercontinentali, sebbene siano state giocate varie amichevoli. La sfida è stata per due volte la finale del campionato mondiale, unico caso assieme a Germania - Argentina (ultimo atto della rassegna iridata in tre occasioni).[107][108][109]


Nei principali tornei per nazionali, le due formazioni si sono affrontate per sette volte: cinque volte al Mondiale (Francia 1938Messico 1970Argentina 1978Spagna 1982 e Stati Uniti 1994)[110] e due volte alla FIFA Confederations Cup (2009 e 2013).[110]


La prima sfida in assoluto fu ai Mondiali di Francia 1938, in semifinale. I sudamericani, convinti di centrare la qualificazione alla finale, avevano prenotato un aereo per Parigi e tenuto in panchina Leônidas (in vista dell'impegno conclusivo).[111] Il risultato finale premiò invece gli uomini di Vittorio Pozzo, vittoriosi per 2-1.


Il successivo confronto in ambito mondiale fu nel 1970, durante la finale di Città del Messico. I verdeoro trionfarono per 4-1, dopo aver chiuso in parità il primo tempo: il successo comportò l'assegnazione in via definitiva del trofeo dedicato a Jules Rimet, poiché la FIFA aveva deliberato che la versione originale della coppa venisse assegnata alla nazionale che avesse raggiunto per prima le tre affermazioni (sino a quel momento, l'Italia e il Brasile potevano vantare due vittorie a testa). L'Italia si "vendicò" nell'edizione di Spagna 1982, allorché si impose per 3-2 nell'ultima gara del secondo turno, guadagnando il passaggio alle semifinali. Tra i tifosi della Seleção, la partita è ricordata come «tragedia del Sarriá». È questa l'ultima affermazione azzurra sui rivali, che dodici anni dopo fecero proprio il trofeo battendo la squadra di Arrigo Sacchi nella finale del mondiale di Stati Uniti 1994, il primo deciso ai rigori.

Argentina

Più che un'acerrima rivalità, la sfida con l'Argentina è un derby internazionale, poiché buona parte della popolazione argentina è di ascendenza italiana. Inoltre le due società più blasonate del calcio locale (Boca Juniors e River Plate) sono state fondate da genovesi.


Nei principali tornei per nazionali, le due formazioni si sono affrontate per sei volte: in cinque edizioni consecutive della Coppa del Mondo FIFA (Germania Ovest 1974Argentina 1978Spagna 1982Messico 1986Italia 1990) e nella Coppa dei Campioni CONMEBOL-UEFA 2022.[112]


Il primo incontro fu un'amichevole giocata a Roma nel 1954: gli Azzurri vinsero per 2-0 contro i Biancocelesti.[112] L'unico episodio controverso nelle sfide tra le due squadre, si verificò nel 1990, quando l'Italia padrona di casa cedette in semifinale ai rivali (perdendo ai rigori, dopo l'1-1 al termine dei supplementari) nella gara giocata al San Paolo di Napoli (teatro delle imprese di Maradona con la squadra partenopea): durante la finale all'Olimpico di Roma la tifoseria azzurra sostenne l'altra formazione, la Germania Ovest poi vincitrice, e Maradona, capitano della squadra argentina, insultò in mondovisione il pubblico che aveva fischiato i suoi già durante l'esecuzione dell'inno.[113]

Uruguay

Il primo confronto con l'Uruguay fu quello ai Giochi olimpici 1928: in semifinale, i sudamericani si imposero per 3-2. Le due squadre si ritrovarono dopo oltre quarant'anni, nel primo turno dei Mondiali di Messico 1970: l'incontro finì 0-0 ed entrambe accedettero ai quarti di finale.

Nei principali tornei per nazionali, le due formazioni si sono affrontate per cinque volte: tre volte alla Coppa del Mondo FIFA (Messico 1970Italia 1990Brasile 2014),[114] una volta alla FIFA Confederations Cup (2013)[114] e una volta ai Giochi olimpici (Amsterdam 1928).[114]

La sfida più importante tra le due nazionali è stata la finale per il terzo posto della Confederations Cup 2013, in cui gli Azzurri conquistarono il bronzo ai tiri di rigore dopo il 2-2 dei tempi supplementari.[115]

Altre rivalità

Una minore rivalità, piuttosto affievolita, vi è con la Svizzera, che era sentita principalmente dagli emigranti italiani in terra elvetica. Anche per la vicinanza fra i due paesi, la nazionale rossocrociata è quella più affrontata dalla nazionale italiana. Ben altre rivalità, molto forti, vi sono con due nazioni di recente formazione quali Slovenia e Croazia; dovute piuttosto a motivi storici che non calcistici.[116][117] Sebbene queste rivalità non siano generalmente sentite come quelle verso Francia o Germania, gli incontri con Slovenia e Croazia hanno finora rappresentato gli unici casi in cui i tifosi Azzurri, solitamente tranquilli, siano stati coinvolti in scontri di curva.[118][119] Uno dei casi più emblematici è l'amichevole del 21 agosto 2002 Italia-Slovenia (0-1), che doveva rappresentare anche una sorta di festa di commiato per Bruno Pizzul quale telecronista della nazionale. La gara, giocata a Trieste (dov'è molto sentita la rivalità coi vicini sloveni), viene principalmente ricordata per i numerosi scontri fra le due tifoserie, qualche tentata invasione di campo e alcuni accenni di rissa anche fra i calciatori.[118]


Le altre rivalità non sono storiche, ma più che altro segnate da episodi limitati o sporadici. Impossibile non citare il Cile e la famosa Battaglia di Santiago, rivalità sorta e finita in quell'anno dopo un'inopportuna campagna mediatica della stampa italiana nei confronti della città capitale cilena che suscitò aspre polemiche nello Stato sudamericano, accrescendo notevolmente la tensione prima della partita, terminata poi in maniera decisamente poco felice. Le partite successive coi cileni sono tornate a giocarsi senza problemi.


Un ricordo senz'altro negativo è legato anche alle scandinave Danimarca e Svezia, famose soprattutto per il 2-2 che condannò gli azzurri all'eliminazione dal campionato europeo di calcio 2004; in particolare alla Svezia si deve anche la dolorosa mancata qualificazione al campionato del mondo 2018. Curioso inoltre notare che l'unico precedente nel quale l'Italia mancò la qualificazione ai mondiali fu in quelli del 1958, giocatisi proprio in Svezia; e la mancò anche agli europei del 1992, sempre svoltisi nel paese scandinavo.


Altri ricordi negativi per la nazionale italiana sono legati alle due rappresentative coreane: la Corea del Nord sconfisse clamorosamente gli Azzurri per 1-0 al campionato del mondo 1966 causandone l'eliminazione al primo turno (partita nella quale l'Italia giocò per circa un'ora con un uomo in meno per l'infortunio occorso a Giacomo Bulgarelli), mentre la Corea del Sud padrona di casa estromise l'Italia al golden goal agli ottavi di finale del campionato del mondo 2002, in una partita segnata dal contestato arbitraggio di Byron Moreno. L'Italia non ha più incontrato queste due nazionali in gare ufficiali.

Organico

Rosa attuale

Lista dei giocatori convocati dal CT Roberto Mancini per le partite amichevoli contro Albania e Austria rispettivamente del 16 e 20 novembre 2022.[120]

Presenze e reti aggiornate al 20 novembre 2022, dopo la partita contro l'Austria.

N. Pos. Giocatore Data nascita (età) Pres. Reti Squadra
1 P Gianluigi Donnarumma 25 febbraio 1999 (23 anni) 50 -35
21 P Alex Meret 22 marzo 1997 (25 anni) 3 -2
24 P Ivan Provedel 17 marzo 1994 (28 anni) 0 0
25 P Guglielmo Vicario 7 ottobre 1996 (26 anni) 0 0
 
2 D Giovanni Di Lorenzo 4 agosto 1993 (29 anni) 25 3
3 D Federico Dimarco 10 novembre 1997 (25 anni) 8 1
5 D Giorgio Scalvini 11 dicembre 2003 (19 anni) 3 0
7 D Fabiano Parisi 9 novembre 2000 (22 anni) 0 0
13 D Federico Gatti 24 giugno 1998 (24 anni) 2 0
15 D Francesco Acerbi 10 febbraio 1988 (34 anni) 28 1
19 D Leonardo Bonucci Captain sports.svg 1º maggio 1987 (35 anni) 120 8
23 D Alessandro Bastoni 13 aprile 1999 (23 anni) 17 1
 
4 C Samuele Ricci 21 agosto 2001 (21 anni) 2 0
6 C Marco Verratti 5 novembre 1992 (30 anni) 51 3
12 C Matteo Pessina 21 aprile 1997 (25 anni) 15 4
16 C Fabio Miretti 3 agosto 2003 (19 anni) 1 0
18 C Nicolò Barella 7 febbraio 1997 (25 anni) 42 8
 
8 A Simone Pafundi 14 marzo 2006 (16 anni) 1 0
9 A Andrea Pinamonti 19 maggio 1999 (23 anni) 1 0
10 A Giacomo Raspadori 18 febbraio 2000 (22 anni) 17 5
11 A Wilfried Gnonto 5 novembre 2003 (19 anni) 8 1
14 A Federico Chiesa 25 ottobre 1997 (25 anni) 40 4
17 A Matteo Politano 3 agosto 1993 (29 anni) 8 3
20 A Vincenzo Grifo 7 aprile 1993 (29 anni) 8 4
22 A Nicolò Zaniolo 2 luglio 1999 (23 anni) 11 2

Staff tecnico attuale

Lo staff della nazionale si compone dal team manager, dal commissario tecnico, che allena, convoca e schiera in campo gli atleti ed è assistito da cinque vice-allenatori. Ad aiutare gli allenatori, ci sono il preparatore dei portieri, i preparatori atletici, i medici, i fisioterapisti, l'osteopata, il nutrizionista, il match analyst e il segretario.

Dati aggiornati a dopo Irlanda del Nord-Italia del 15 novembre 2021.[121]

Staff della nazionale A
  • Commissario tecnico: Roberto Mancini
  • Team manager: Gabriele Oriali
  • Capo delegazione: Gianluca Vialli
  • Assistente allenatore: Alberico Evani
  • Assistente allenatore: Attilio Lombardo
  • Assistente allenatore: Giulio Nuciari
  • Assistente allenatore: Fausto Salsano
  • Preparatore dei portieri: Massimo Battara
  • Preparatore atletico: Claudio Donatelli
  • Preparatore atletico: Andrea Scanavino
  • Match analyst: Simone Contran
  • Medico: Carmine Costabile
  • Medico: Andrea Ferretti
  • Fisioterapista: Maurizio Fagorzi
  • Fisioterapista: Luca Lascialfari
  • Fisioterapista: Emanuele Randelli
  • Fisioterapista: Fabio Sannino
  • Fisioterapista: Fabrizio Scalzi
  • Osteopata: Walter Martinelli
  • Nutrizionista: Matteo Pincella
  • Segretario: Emiliano Cozzi
  • Capo ufficio stampa: Paolo Corbi

 

Rose del passato

 

Coppa del Mondo FIFA
Coppa del Mondo FIFA 1934
Cavanna, P Combi, P Masetti, D Allemandi, D Caligaris, D Monzeglio, D Rosetta, C Bertolini, C Castellazzi, C Ferrari, C Ferraris IV, C Meazza, C Monti, C Pizziolo, C Varglien I, A Arcari III, A Borel, A Demaría, A Guaita, A Guarisi, A Orsi, A SchiavioCTPozzo
Coppa del Mondo FIFA 1938
Ceresoli, P Masetti, P Olivieri, D Foni, D Monzeglio, D Rava, C Andreolo, C Chizzo, C Donati, C Ferrari, C Genta, C Locatelli, C Meazza, C Olmi, C Perazzolo, C Serantoni, A Bertoni, A Biavati, A Colaussi, A Ferraris II, A Pasinati, A PiolaCTPozzo
Coppa del Mondo FIFA 1950
Casari, P Moro, P Sentimenti IV, D Annovazzi, D Blason, D Fattori, D Furiassi, D Giovannini, C Magli, C Mari, C Parola, C Remondini, C Tognon, A Amadei, A Boniperti, A Campatelli, A Cappello, A Caprile, A Carapellese, A Lorenzi, A Muccinelli, A PandolfiniCTNovo
Coppa del Mondo FIFA 1954
Ghezzi, 2 Vincenzi, 3 Giacomazzi, 4 Neri, 5 Tognon, 6 Nesti, 7 Muccinelli, 8 Pandolfini, 9 Galli, 10 Cappello, 11 Lorenzi, 12 Viola, 13 Magnini, 14 Cervato, 15 Mari, 16 Ferrario, 17 Segato, 18 Pivatelli, 19 Boniperti, 20 Gratton, 21 Frignani, 22 CostagliolaCTCzeizler
Coppa del Mondo FIFA 1962
Buffon, 2 Losi, 3 Radice, 4 Salvadore, 5 Maldini, 6 Trapattoni, 7 Mora, 8 Maschio, 9 Altafini, 10 Sívori, 11 Menichelli, 12 Mattrel, 13 Albertosi, 14 Rivera, 15 Sormani, 16 Robotti, 17 Pascutti, 18 David, 19 Janich, 20 Tumburus, 21 Ferrini, 22 BulgarelliCTFerrari - Mazza
Coppa del Mondo FIFA 1966
Albertosi, 2 Anzolin, 3 Barison, 4 Bulgarelli, 5 Burgnich, 6 Facchetti, 7 Fogli, 8 Guarneri, 9 Janich, 10 Juliano, 11 Landini, 12 Leoncini, 13 Lodetti, 14 Mazzola, 15 Meroni, 16 Pascutti, 17 Perani, 18 Pizzaballa, 19 Rivera, 20 Rizzo, 21 Rosato, 22 SalvadoreCTFabbri
Coppa del Mondo FIFA 1970
Albertosi, 2 Burgnich, 3 Facchetti, 4 Poletti, 5 Cera, 6 Ferrante, 7 Niccolai, 8 Rosato, 9 Puia, 10 Bertini, 11 Riva, 12 Zoff, 13 Domenghini, 14 Rivera, 15 Mazzola, 16 De Sisti, 17 Vieri, 18 Juliano, 19 Gori, 20 Boninsegna, 21 Furino, 22 PratiCTValcareggi
Coppa del Mondo FIFA 1974
Zoff, 2 Spinosi, 3 Facchetti, 4 Benetti, 5 Morini, 6 Burgnich, 7 Mazzola, 8 Capello, 9 Chinaglia, 10 Rivera, 11 Riva, 12 Albertosi, 13 Sabadini, 14 Bellugi, 15 Wilson, 16 Juliano, 17 Re Cecconi, 18 Causio, 19 Anastasi, 20 Boninsegna, 21 Pulici, 22 CastelliniCTValcareggi
Coppa del Mondo FIFA 1978
Zoff, 2 Bellugi, 3 Cabrini, 4 Cuccureddu, 5 Gentile, 6 Maldera, 7 Manfredonia, 8 Scirea, 9 Antognoni, 10 Benetti, 11 Pecci, 12 Conti, 13 P. Sala, 14 Tardelli, 15 Zaccarelli, 16 Causio, 17 C. Sala, 18 Bettega, 19 Graziani, 20 Pulici, 21 Rossi, 22 BordonCTBearzot
Coppa del Mondo FIFA 1982
Zoff, 2 Baresi, 3 Bergomi, 4 Cabrini, 5 Collovati, 6 Gentile, 7 Scirea, 8 Vierchowod, 9 Antognoni, 10 Dossena, 11 Marini, 12 Bordon, 13 Oriali, 14 Tardelli, 15 Causio, 16 Conti, 17 Massaro, 18 Altobelli, 19 Graziani, 20 Rossi, 21 Selvaggi, 22 GalliCTBearzot
Coppa del Mondo FIFA 1986
Galli, 2 Bergomi, 3 Cabrini, 4 Collovati, 5 Nela, 6 Scirea, 7 Tricella, 8 Vierchowod, 9 Ancelotti, 10 Bagni, 11 Baresi, 12 Tancredi, 13 De Napoli, 14 Di Gennaro, 15 Tardelli, 16 Conti, 17 Vialli, 18 Altobelli, 19 Galderisi, 20 Rossi, 21 Serena, 22 ZengaCTBearzot
Coppa del Mondo FIFA 1990
Zenga, 2 Baresi, 3 Bergomi, 4 De Agostini, 5 Ferrara, 6 Ferri, 7 Maldini, 8 Vierchowod, 9 Ancelotti, 10 Berti, 11 De Napoli, 12 Tacconi, 13 Giannini, 14 Marocchi, 15 Baggio, 16 Carnevale, 17 Donadoni, 18 Mancini, 19 Schillaci, 20 Serena, 21 Vialli, 22 PagliucaCTVicini
Coppa del Mondo FIFA 1994
Pagliuca, 2 Apolloni, 3 Benarrivo, 4 Costacurta, 5 Maldini, 6 Baresi, 7 Minotti, 8 Mussi, 9 Tassotti, 10 R. Baggio, 11 Albertini, 12 Marchegiani, 13 D. Baggio, 14 Berti, 15 Conte, 16 Donadoni, 17 Evani, 18 Casiraghi, 19 Massaro, 20 Signori, 21 Zola, 22 BucciCTSacchi
Coppa del Mondo FIFA 1998
Toldo, 2 Bergomi, 3 P. Maldini, 4 Cannavaro, 5 Costacurta, 6 Nesta, 7 Pessotto, 8 Torricelli, 9 Albertini, 10 Del Piero, 11 D. Baggio, 12 Pagliuca, 13 Cois, 14 Di Biagio, 15 Di Livio, 16 Di Matteo, 17 Moriero, 18 R. Baggio, 19 Inzaghi, 20 Chiesa, 21 Vieri, 22 BuffonCTC. Maldini
Coppa del Mondo FIFA 2002
Buffon, 2 Panucci, 3 Maldini, 4 Coco, 5 Cannavaro, 6 Zanetti, 7 Del Piero, 8 Gattuso, 9 Inzaghi, 10 Totti, 11 Doni, 12 Abbiati, 13 Nesta, 14 Di Biagio, 15 Iuliano, 16 Di Livio, 17 Tommasi, 18 Delvecchio, 19 Zambrotta, 20 Montella, 21 Vieri, 22 Toldo, 23 MaterazziCTTrapattoni
Coppa del Mondo FIFA 2006
Buffon, 2 Zaccardo, 3 Grosso, 4 De Rossi, 5 Cannavaro, 6 Barzagli, 7 Del Piero, 8 Gattuso, 9 Toni, 10 Totti, 11 Gilardino, 12 Peruzzi, 13 Nesta, 14 Amelia, 15 Iaquinta, 16 Camoranesi, 17 Barone, 18 Inzaghi, 19 Zambrotta, 20 Perrotta, 21 Pirlo, 22 Oddo, 23 MaterazziCTLippi
Coppa del Mondo FIFA 2010
Buffon, 2 Maggio, 3 Criscito, 4 Chiellini, 5 Cannavaro, 6 De Rossi, 7 Pepe, 8 Gattuso, 9 Iaquinta, 10 Di Natale, 11 Gilardino, 12 Marchetti, 13 Bocchetti, 14 De Sanctis, 15 Marchisio, 16 Camoranesi, 17 Palombo, 18 Quagliarella, 19 Zambrotta, 20 Pazzini, 21 Pirlo, 22 Montolivo, 23 BonucciCTLippi
Coppa del Mondo FIFA 2014
Buffon, 2 De Sciglio, 3 Chiellini, 4 Darmian, 5 Motta, 6 Candreva, 7 Abate, 8 Marchisio, 9 Balotelli, 10 Cassano, 11 Cerci, 12 Sirigu, 13 Perin, 14 Aquilani, 15 Barzagli, 16 De Rossi, 17 Immobile, 18 Parolo, 19 Bonucci, 20 Paletta, 21 Pirlo, 22 Insigne, 23 VerrattiCTPrandelli
Campionato d'Europa UEFA
Campionato d’Europa UEFA 1968
Albertosi, 2 Anastasi, 3 Anquilletti, 4 Bercellino, 5 Burgnich, 6 Bulgarelli, 7 Castano, 8 De Sisti, 9 Domenghini, 10 Facchetti, 11 Ferrini, 12 Guarneri, 13 Juliano, 14 Lodetti, 15 Mazzola, 16 Prati, 17 Riva, 18 Rivera, 19 Rosato, 20 Salvadore, 21 Vieri, 22 ZoffCTValcareggi
Campionato d’Europa UEFA 1980
Zoff, 2 F. Baresi, 3 G. Baresi, 4 Bellugi, 5 Cabrini, 6 Collovati, 7 Gentile, 8 Maldera, 9 Scirea, 10 Antognoni, 11 Benetti, 12 Bordon, 13 Buriani, 14 Oriali, 15 Tardelli, 16 Zaccarelli, 17 Altobelli, 18 Bettega, 19 Causio, 20 Graziani, 21 Pruzzo, 22 GalliCTBearzot
Campionato d’Europa UEFA 1988
Zenga, 2 Baresi, 3 Bergomi, 4 Cravero, 5 Ferrara, 6 Ferri, 7 Francini, 8 Maldini, 9 Ancelotti, 10 De Agostini, 11 De Napoli, 12 Tacconi, 13 Fusi, 14 Giannini, 15 Romano, 16 Altobelli, 17 Donadoni, 18 Mancini, 19 Rizzitelli, 20 VialliCTVicini
Campionato d'Europa UEFA 1996
Peruzzi, 2 Apolloni, 3 Maldini, 4 Carboni, 5 Costacurta, 6 Nesta, 7 Donadoni, 8 Mussi, 9 Torricelli, 10 Albertini, 11 Baggio, 12 Toldo, 13 Rossitto, 14 Del Piero, 15 Di Livio, 16 Di Matteo, 17 Fuser, 18 Casiraghi, 19 Chiesa, 20 Ravanelli, 21 Zola, 22 BucciCTSacchi
Campionato d’Europa UEFA 2000
Abbiati, 2 Ferrara, 3 Maldini, 4 Albertini, 5 Cannavaro, 6 Negro, 7 Di Livio, 8 Conte, 9 Inzaghi, 10 Del Piero, 11 Pessotto, 12 Toldo, 13 Nesta, 14 Di Biagio, 15 Iuliano, 16 Ambrosini, 17 Zambrotta, 18 Fiore, 19 Montella, 20 Totti, 21 Delvecchio, 22 AntonioliCTZoff
Campionato d'Europa UEFA 2004
Buffon, 2 Panucci, 3 Oddo, 4 Zanetti, 5 Cannavaro, 6 Ferrari, 7 Del Piero, 8 Gattuso, 9 Vieri, 10 Totti, 11 Corradi, 12 Toldo, 13 Nesta, 14 Fiore, 15 Favalli, 16 Camoranesi, 17 Di Vaio, 18 Cassano, 19 Zambrotta, 20 Perrotta, 21 Pirlo, 22 Peruzzi, 23 MaterazziCTTrapattoni
Campionato d’Europa UEFA 2008
Buffon, 2 Panucci, 3 Grosso, 4 Chiellini, 5 Gamberini, 6 Barzagli, 7 Del Piero, 8 Gattuso, 9 Toni, 10 De Rossi, 11 Di Natale, 12 Borriello, 13 Ambrosini, 14 Amelia, 15 Quagliarella, 16 Camoranesi, 17 De Sanctis, 18 Cassano, 19 Zambrotta, 20 Perrotta, 21 Pirlo, 22 Aquilani, 23 MaterazziCTDonadoni
Campionato d'Europa UEFA 2012
Buffon, 2 Maggio, 3 Chiellini, 4 Ogbonna, 5 Motta, 6 Balzaretti, 7 Abate, 8 Marchisio, 9 Balotelli, 10 Cassano, 11 Di Natale, 12 Sirigu, 13 Giaccherini, 14 De Sanctis, 15 Barzagli, 16 De Rossi, 17 Borini, 18 Montolivo, 19 Bonucci, 20 Giovinco, 21 Pirlo, 22 Diamanti, 23 NocerinoCTPrandelli
Campionato d'Europa UEFA 2016
Buffon, 2 De Sciglio, 3 Chiellini, 4 Darmian, 5 Ogbonna, 6 Candreva, 7 Zaza, 8 Florenzi, 9 Pellè, 10 Motta, 11 Immobile, 12 Sirigu, 13 Marchetti, 14 Sturaro, 15 Barzagli, 16 De Rossi, 17 Éder, 18 Parolo, 19 Bonucci, 20 Insigne, 21 Bernardeschi, 22 El Shaarawy, 23 GiaccheriniCTConte
Campionato d'Europa UEFA 2020
Sirigu, 2 Di Lorenzo, 3 Chiellini, 4 Spinazzola, 5 Locatelli, 6 Verratti, 7 Castrovilli, 8 Jorginho, 9 Belotti, 10 Insigne, 11 Berardi, 12 Pessina, 13 Emerson, 14 Chiesa, 15 Acerbi, 16 Cristante, 17 Immobile, 18 Barella, 19 Bonucci, 20 Bernardeschi, 21 Donnarumma, 22 Raspadori, 23 Bastoni, 24 Florenzi, 25 Tolói, 26 MeretCTMancini
UEFA Nations League
Fase finale UEFA Nations League 2020-2021
Sirigu, 2 Di Lorenzo, 3 Chiellini, 4 Calabria, 5 Locatelli, 6 Verratti, 7 Pellegrini, 8 Jorginho, 9 Raspadori, 10 Insigne, 11 Berardi, 12 Dimarco, 13 Emerson, 14 Chiesa, 15 Acerbi, 16 Cristante, 17 Kean, 18 Barella, 19 Bonucci, 20 Bernardeschi, 21 Donnarumma, 22 Meret, 23 BastoniCTMancini
Coppa dei Campioni CONMEBOL-UEFA
Coppa dei Campioni CONMEBOL-UEFA 2022
Cragno, 2 Di Lorenzo, 3 Chiellini, 4 Spinazzola, 5 Locatelli, 6 Lazzari, 7 Florenzi, 8 Jorginho, 9 Belotti, 10 Bernardeschi, 11 Politano, 12 Pessina, 13 Emerson, 14 Meret, 15 Acerbi, 16 Cristante, 17 Scamacca, 18 Barella, 19 Bonucci, 20 Pellegrini, 21 Donnarumma, 22 Raspadori, 23 BastoniCTMancini
FIFA Confederations Cup
FIFA Confederations Cup 2009
Buffon, 2 Santon, 3 Grosso, 4 Chiellini, 5 Cannavaro, 6 Legrottaglie, 7 Pepe, 8 Gattuso, 9 Toni, 10 De Rossi, 11 Gilardino, 12 De Sanctis, 13 Gamberini, 14 Amelia, 15 Iaquinta, 16 Camoranesi, 17 Rossi, 18 Palombo, 19 Zambrotta, 20 Montolivo, 21 Pirlo, 22 Dossena, 23 QuagliarellaCTLippi
FIFA Confederations Cup 2013
Buffon, 2 Maggio, 3 Chiellini, 4 Astori, 5 De Sciglio, 6 Candreva, 7 Aquilani, 8 Marchisio, 9 Balotelli, 10 Giovinco, 11 Gilardino, 12 Sirigu, 13 Marchetti, 14 El Shaarawy, 15 Barzagli, 16 De Rossi, 17 Cerci, 18 Montolivo, 19 Bonucci, 20 Abate, 21 Pirlo, 22 Giaccherini, 23 DiamantiCTPrandelli
Calcio ai Giochi olimpici
Calcio ai Giochi Olimpici Estivi 1912
Campelli, D Binaschi, D De Vecchi, D Valle, C De Marchi, C Leone, C Milano, C Morelli di Popolo, A Barbesino, A Berardo, A Bontadini, A Mariani, A Sardi, A ZuffiCTPozzo
Calcio ai Giochi Olimpici Estivi 1920
Campelli, P Giacone, D Bruna, D De Nardo, D De Vecchi, D Rosetta, C Ara, C Badini, C Baloncieri, C Burlando, C De Marchi, C Forlivesi, C Lovati, C Meneghetti, C Parodi, C Reynaudi, A Brezzi, A Ferraris, A Marucco, A Roggero, A Santamaria, A SardiCTMilano
Calcio ai Giochi Olimpici Estivi 1924
Combi, P De Prà, D Bruna, D Caligaris, D De Vecchi, D Martin II, D Rosetta, C Aliberti, C Ardissone, C Baldi, C Barbieri, C Burlando, C Carzino II, C Fayenz, C Janni, C Rosso, A Baloncieri, A Bergamino I, A Calvi, A Conti, A Della Valle, A Levratto, A Magnozzi, A Monti IIICTPozzo
Calcio ai Giochi Olimpici Estivi 1928
Combi, P De Prà, P Degani, D Bellini, D Caligaris, D Gasperi, D Pietroboni, D Rosetta, D Viviano, C Baloncieri, C Bernardini, C Ferraris IV, C Genovesi, C Janni, C Pitto, C Rivolta, C Rossetti, A Banchero, A Levratto, A Magnozzi, A Pastore, A SchiavioCTRangone
Calcio ai Giochi Olimpici Estivi 1936
Giani, P Vannucci, P Venturini, D Foni, D Gabriotti, D Marchini, D Petri, D Rava, D Tamietti, C Baldo, C Biagi, C Giuntoli, C Locatelli, C Piccini, C Puppo, C Scarabello, A Bertoni, A Cappelli, A Frossi, A Girometta, A Negro, A NicoliniCTPozzo
Calcio ai Giochi Olimpici Estivi 1948
Casari, P Vanz, D Antonazzi, D Bizzotto, D Giovannini, D Stellin, C Cassani, C Maestrelli, C Mari, C Menegotti, C Neri, C Presca, C Turconi, A Burini, A Caprile, A Cavigioli, A Pandolfini, A PernigoCTPozzo
  • Nota bene: per le informazioni sulle rose successive al 1948 visionare la pagina della nazionale olimpica.
Coppa Internazionale
Coppa Internazionale 1927-1930
Combi, P De Prà, D Allemandi, D Caligaris, D Monzeglio, D Pietroboni, D Rosetta, D Zanello, C Baloncieri, C Bernardini, C Cevenini, C Colombari, C Costantino, C Ferraris IV, C Genovesi, C Janni, C Pitto, C Rivolta, C Rossetti II, A Conti, A Levratto, A Libonatti, A Magnozzi, A Meazza, A Munerati, A Orsi, A Piccaluga, A SchiavioCTRangone — Carcano — Pozzo
Coppa Internazionale 1931-1932
Combi, P Gianni, P Sclavi, D Allemandi, D Caligaris, D Gasperi, D Monzeglio, D Rosetta, C Bernardini, C Bertolini, C Colombari, C Costantino, C Dugoni, C Fedullo, C Ferrari, C Ferraris IV, C Pitto, C Sansone, A Banchero, A Cesarini, A Guarisi, A Libonatti, A Magnozzi, A Meazza, A Orsi, A Sallustro, A VojakCTPozzo
Coppa Internazionale 1933-1935
Ceresoli, P Combi, D Allemandi, D Caligaris, D Mascheroni, D Monzeglio, D Rosetta, C Bertolini, C Corsi, C Costantino, C Faccio, C Ferrari, C Monti, C Pitto, C Pizziolo, C Serantoni, A Borel, A Cattaneo, A Cesarini, A Colaussi, A Demaría, A Guaita, A Guarisi, A Meazza, A Orsi, A Piola, A Porta, A SchiavioCTPozzo
Coppa Internazionale 1936-1938
Amoretti, P Olivieri, D Monzeglio, D Allemandi, D Rava, C Montesanto, C Andreolo, C Neri, C Pasinati, C Ferrari, C Serantoni, C Corsi, C Buscaglia, C Capra, A Meazza, A Piola, A Colaussi, A FrossiCTPozzo
Coppa Internazionale 1948-1953
Franzosi, P Moro, P Sentimenti IV, P Costagliola, D Bertuccelli, D Rosetta, D Giovannini, D Becattini, D Parola, D Silvestri, D Bonomi, D Corradi, D Cervato, D Chiappella, C Grosso, C Tognon, C Annovazzi, C Fattori, C Mari, C Piccinini, C Lucentini, C Venturi, C Pandolfini, C Frignani, C Bortoletto, C Magnini, C Nesti, C Mazza, C Segato, A Boniperti, A Lorenzi, A Amadei, A Cappello, A Carapellese, A Muccinelli, A Gei, A Burini, A Vivolo, A Cervellati, A Galli, A RicagniCTcommissione tecnica — Beretta — Piola
Coppa Internazionale 1955-1960
Viola, P Ghezzi, P Lovati, P Bugatti, P Buffon, P Sarti, D Giacomazzi, D Chiappella, D Bergamaschi, D Cervato, D Bearzot, D Farina, D Garzena, D Corradi, D Moro, D Robotti, D Castelletti, D Sarti, D Castano, D Maldini, D Fontana, C Magnini, C Ferrario, C Menegotti, C Pandolfini, C Frignani, C Giuliano, C Bassetto, C Montico, C Segato, C Orzan, C Gratton, C Agnoletto, C Longoni, C Emoli, C David, C Fogli, C Nicolè, C Lojacono, C Guarnacci, C Colombo, C Mora, A Boniperti, A Pivatelli, A Galli, A Virgili, A Tortul, A Firmani, A Montuori, A Muccinelli, A Prini, A Petris, A Stacchini, A Bean, A Mariani, A BrighentiCTcommissione tecnica — Viani — Ferrari
Mundialito
Mundialito 1980
Bordon, 2 Baresi, 3 Cabrini, 4 Gentile, 5 Scirea, 6 Vierchowod, 7 Ancelotti, 8 Antognoni, 9 Marini, 10 Oriali, 11 Tardelli, 12 Galli, 13 Zaccarelli, 14 Bagni, 15 Conti, 16 Altobelli, 17 Graziani, 18 PruzzoCTBearzot