Campionato mondiale di calcio 1990

Coppa del mondo FIFA 1990
Logo della competizione
Competizione Campionato mondiale di calcio
Sport Football pictogram.svg Calcio
Edizione 14ª
Organizzatore FIFA
Date 8 giugno - 8 luglio 1990
Luogo Italia Italia
(12 città)
Partecipanti 24 (106 alle qualificazioni)
Impianto/i 12 stadi
Risultati
Vincitore Germania Ovest Germania Ovest
(3° titolo)
Secondo Argentina Argentina
Terzo Italia Italia
Quarto Inghilterra Inghilterra
Statistiche
Miglior giocatore Italia Salvatore Schillaci
Miglior marcatore Italia Salvatore Schillaci (6)
Incontri disputati 52
Gol segnati 115 (2,21 per incontro)
Pubblico 2 517 348
(48 411 per incontro)
Nazionale di calcio della Germania Ovest - Italia '90.jpg
La Germania Ovest campione del mondo per la terza volta nella sua storia
Cronologia della competizione
Left arrow.svg 1986 1994 Right arrow.svg

Il campionato mondiale di calcio FIFA 1990 o Coppa del Mondo FIFA 1990 (in inglese: 1990 FIFA World Cup), noto anche come Italia '90, è stata la quattordicesima edizione del campionato mondiale di calcio per squadre nazionali maggiori maschili organizzato dalla FIFA ogni quattro anni. Si svolse in Italia dall'8 giugno all'8 luglio 1990 e si concluse con la vittoria della Germania Ovest che batté in finale l'Argentina per 1-0.[1]

Tra i campionati mondiali a 24 squadre (compresi, quindi, il precedente e il successivo) questo ha fatto registrare la più bassa media-gol: 115 gol in 52 incontri, per una media di 2,21 a partita. Tale media risulta anche la più bassa fra tutte le edizioni del campionato del mondo disputate a tutto il 2018.

Assegnazione e preludio

Il 19 maggio 1984, ancor prima che si disputassero gli europei in Francia, la FIFA commissionò all'Italia l'organizzazione del mondiale del 1990.[2] Il Bel Paese, che vinse la concorrenza dell'Unione Sovietica, aveva già ospitato la manifestazione nel 1934, edizione la quale si era peraltro conclusa con la vittoria della rappresentativa locale.[3] In vista dell'evento il Comitato Organizzatore Locale (COL) guidato da Luca Cordero di Montezemolo, manager del Gruppo Fiat,[4] si mosse già agli inizi del 1986, per poi partire ufficialmente coi preparativi nel novembre successivo.[5]

 

Questa edizione del Mondiale fu per il tempo una delle più avanzate dal punto di vista tecnologico: presso tutte le sedi operative dedicate agli operatori della stampa e dei mass media (la cittadella televisiva di Saxa Rubra, i centri e le sale stampa delle 12 città ospitanti, le tribune stampa degli stadi, la carrozza stampa e conferenze delle Ferrovie dello Stato) furono messe a disposizione tecnologie informatiche e della comunicazione all'avanguardia, di cui fruirono oltre 40 000 operatori accreditati. Le dirette televisive generarono 28 miliardi di contatti.[6]

La FIGC dovette però affrontare la questione degli stadi, la maggior parte dei quali era giudicata inadeguata ad accogliere un simile evento[7]: alcuni di essi vennero quindi riammodernati, mentre altri furono costruiti appositamente, in molti casi con interventi non strettamente necessari o scarsamente lungimiranti, che spesso produssero impianti destinati a rapida obsolescenza, poca flessibilità e funzionalità ed esorbitanti costi di gestione.[6][8] Ciò, unitamente agli abnormi costi complessivi, alle molte infrastrutture incompiute o destinate a precoce abbandono a manifestazione finita, non mancò di dar luogo a polemiche e inchieste[9], dovendosi inoltre registrare ben 24 morti sul lavoro.[6][10] Si segnalarono anche 678 infortuni.[6][11]

Inno ufficiale dell'evento fu To Be Number One di Giorgio Moroder Project, musicata da Giorgio Moroder con testo di Tom Whitlock, la cui versione italiana Un'estate italiana (divenuta nota anche come Notti magiche) fu interpretata da Gianna Nannini e Edoardo Bennato che ne scrissero anche il testo[12]. Un altro brano diffuso sull'onda del mondiale, soprattutto in Germania era la canzone Go get the Cup interpretata da David Hanselmann[13], usata dall'ARD nei programmi calcistici durante i mondiali[14]Mascotte ufficiale della manifestazione fu Ciao, ideata dal grafico Lucio Boscardin: la stilizzazione di un calciatore, composto da elementi cubici di colore verde, bianco e rosso, che abbozzava un palleggio e che, scomposto e ricomposto, formava la parola "Italia". Il nome della mascotte fu deciso, in una sorta di referendum settimanale, direttamente dagli scommettitori del Totocalcio tra una rosa di cinque nomi (Amico, Beniamino, Bimbo, Ciao, Dribbly).[15]

Durante la cerimonia di apertura, modelli da tutti i continenti presenti al Mondiale sfilarono con capi disegnati da alcuni grandi stilisti italiani: l'America con Valentino in rosso (il colore preferito dello stilista), l'Africa con Missoni in nero, l'Asia con Mila Schön in giallo, e l'Europa con Gianfranco Ferré in verde. Come musiche, all'inizio della cerimonia Bennato e la Nannini cantarono Un'estate italiana, poi il gruppo Giorgio Moroder Project reinterpretò cinque brani sempre abbinati ai continenti (We Are the World di USA for AfricaPata Pata di Miriam MakebaHand in Hand dei Koreana (già canzone ufficiale dei Giochi Olimpici di Seul 1988), Forbidden Colours di Ryūichi Sakamoto, e All You Need Is Love dei Beatles) per concludere con To Be Number One. Alla fine della cerimonia, fu mostrato un concerto di un'orchestra diretta da Riccardo Muti.

Stadi

Gli stadi scelti per ospitare il campionato mondiale di calcio 1990 furono 12 in 12 città:

Bari Bologna Cagliari Firenze
Stadio San Nicola Stadio Renato Dall'Ara Stadio Sant'Elia Stadio Comunale
41°05′05.05″N 16°50′24.26″E 44°29′32.33″N 11°18′34.8″E 39°11′57.82″N 9°08′05.83″E 43°46′50.96″N 11°16′56.13″E
Capienza: 56 875[16] Capienza: 37 825[16] Capienza: 40 117[16] Capienza: 41 300[16]
Internostadiobari.jpg BolognaStadioRenatoDallAra.JPG Stadio-santelia.jpeg Soccer in Florence, Italy, 2007.jpg
Genova
Le città del Campionato mondiale di calcio 1990
Palermo
Stadio Luigi Ferraris Stadio La Favorita
44°24′59.15″N 8°57′08.74″E 38°09′09.96″N 13°20′32.19″E
Capienza: 35 921[16] Capienza: 36 982[16]
Stadio Luigi Ferraris di Genova.jpg Stadio R Barbera.JPG
Milano Napoli
Stadio Giuseppe Meazza Stadio San Paolo
45°28′40.89″N 9°07′27.14″E 40°49′40.68″N 14°11′34.83″E
Capienza: 76 398[16] Capienza: 74 090[16]
San Siro Stadium (Meazza) panorama empty.jpg San Paolo - Curva A.jpg
Roma Torino Udine Verona
Stadio Olimpico Stadio delle Alpi Stadio Friuli Stadio Marcantonio Bentegodi
41°56′01.99″N 12°27′17.23″E 45°06′34.42″N 7°38′28.54″E 46°04′53.77″N 13°12′00.49″E 45°26′07.28″N 10°58′07.13″E
Capienza: 80 258[16] Capienza: 67 411[16] Capienza: 38 685[16] Capienza: 40 976[16]
2012-11-17 ITA-NZL Olympic Stadium.jpg Torino, Stadio 'Delle Alpi', Mondiali 1990, Brasile-Svezia 2-1.jpg Stadio Friuli 1982.png Bentegodiverona.jpeg

Squadre partecipanti

Pr. Squadra Data di qualificazione certa Confederazione Partecipante in quanto Partecipazioni precedenti al torneo
1 Italia Italia 19 maggio 1984 UEFA Rappresentativa della nazione organizzatrice della fase finale 11 (1934, 1938, 1950, 1954, 1962, 1966, 1970, 1974, 1978, 1982, 1986)
2 Argentina Argentina 29 giugno 1986 CONMEBOL Paese detentore del titolo 9 (1930, 1934, 1958, 1962, 1966, 1974, 1978, 1982, 1986)
3 Costa Rica Costa Rica 16 luglio 1989 CONCACAF Vincitrice del campionato CONCACAF
4 Jugoslavia Jugoslavia 6 settembre 1989 UEFA Vincitrice del Gruppo 5 (UEFA) 7 (1930, 1950, 1954, 1958, 1962, 1974, 1982)
5 Brasile Brasile 10 settembre 1989 CONMEBOL Vincitrice del Gruppo C (CONMEBOL) 13 (1930, 1934, 1938, 1950, 1954, 1958, 1962, 1966, 1970, 1974, 1978, 1982, 1986)
6 Uruguay Uruguay 24 settembre 1989 CONMEBOL Vincitrice del Gruppo A (CONMEBOL) 8 (1930, 1950, 1954, 1962, 1966, 1970, 1974, 1986)
7 Paesi Bassi Paesi Bassi 4 ottobre 1989 UEFA Vincitrice del Gruppo 4 (UEFA) 4 (1934, 1938, 1974, 1978)
8 Germania Ovest Germania Ovest 4 ottobre 1989 UEFA Seconda classificata del Gruppo 4 (UEFA) 11 (1934, 1938, 1954, 1958, 1962, 1966, 1970, 1974, 1978, 1982, 1986)
9 Svezia Svezia 11 ottobre 1989 UEFA Vincitrice del Gruppo 2 (UEFA) 9 (1930, 1934, 1938, 1950, 1954, 1958, 1970, 1974, 1978)
10 Inghilterra Inghilterra 11 ottobre 1989 UEFA Seconda classificata del Gruppo 2 (UEFA) 8 (1950, 1954, 1958, 1962, 1966, 1970, 1982, 1986)
11 Spagna Spagna 11 ottobre 1989 UEFA Vincitrice del Gruppo 6 (UEFA) 7 (1934, 1950, 1962, 1966, 1978, 1982, 1986)
12 Irlanda Irlanda 15 ottobre 1989 UEFA Seconda classificata del Gruppo 6 (UEFA) -
13 Corea del Sud Corea del Sud 25 ottobre 1989 AFC Vincitrice del Secondo Turno (AFC) 2 (1954, 1986)
14 Belgio Belgio 25 ottobre 1989 UEFA Vincitrice del Gruppo 7 (UEFA) 7 (1930, 1934, 1938, 1954, 1970, 1982, 1986)
15 Emirati Arabi Uniti Emirati Arabi Uniti 28 ottobre 1989 AFC Seconda classificata del Secondo Turno (AFC)
16 Colombia Colombia 30 ottobre 1989 CONMEBOL Vincitrice dello Spareggio CONMEBOL-OFC 1 (1962)
17 Romania Romania 15 novembre 1989 UEFA Vincitrice del Gruppo 1 (UEFA) 5 (1930, 1934, 1938, 1962, 1970)
18 Unione Sovietica Unione Sovietica 15 novembre 1989 UEFA Vincitrice del Gruppo 3 (UEFA) 6 (1958, 1962, 1966, 1970, 1982, 1986)
19 Austria Austria 15 novembre 1989 UEFA Seconda classificata del Gruppo 3 (UEFA) 5 (1934, 1954, 1958, 1978, 1982)
20 Scozia Scozia 15 novembre 1989 UEFA Seconda classificata del Gruppo 5 (UEFA) 6 (1954, 1958, 1974, 1978, 1982, 1986)
21 Cecoslovacchia Cecoslovacchia 15 novembre 1989 UEFA Seconda classificata del Gruppo 7 (UEFA) 7 (1934, 1938, 1954, 1958, 1962, 1970, 1982)
22 Egitto Egitto 17 novembre 1989 CAF Vincitrice del Playoff (CAF) 1 (1934)
23 Camerun Camerun 19 novembre 1989 CAF Vincitrice del Playoff (CAF) 1 (1982)
24 Stati Uniti Stati Uniti 19 novembre 1989 CONCACAF Seconda classificata del campionato CONCACAF 3 (1930, 1934, 1950)

Nota bene: nella sezione "partecipazioni precedenti al torneo", le date in grassetto indicano che la nazione ha vinto quella edizione del torneo, mentre le date in corsivo indicano la nazione ospitante.

QualificazioniIl sorteggio per determinare la composizione dei gruppi eliminatori si svolse a Zurigo (Svizzera) il 12 dicembre 1987, alla presenza di vari personaggi sportivi e dello spettacolo: PeléMichel PlatiniLuciano PavarottiAdriano Celentano e Gianna Nannini.[17][18] Alla fase di qualificazione furono ammesse 112 Nazionali.[19] Gli incontri si svolsero dall'inizio del 1988 all'autunno 1989, terminando con i vari spareggi.[20][21][22]

La fase eliminatoria riservò delle sorprese, tra cui l'eliminazione della Francia reduce da due semifinali mondiali consecutive.[23] L'Inghilterra si qualificò da imbattuta e senza subire alcun gol, al pari delle altre potenze europee. L'Italia e l'Argentina, esentate dagli impegni eliminatori, si prepararono tramite le amichevoli e i rispettivi tornei continentali.

In Sudamerica superarono il turno l'Uruguay e il Brasile, vittima di un episodio che ebbe discreta eco: durante la gara contro il Cile il portiere andino Rojas finse di essere stato colpito da un petardo e si accasciò a terra, provvedendo di nascosto a incidersi il sopracciglio con un minuscolo bisturi.[24] Il sangue fece sospendere la partita,[24] ma la truffa venne scoperta e il Cile fu squalificato dai mondiali in Italia e anche da quelli di Stati Uniti 1994. Successivamente il trentaduenne Rojas venne squalificato a vita dalla FIFA.[24][25] La Colombia dovette aspettare lo spareggio con Israele per la certezza della qualificazione.

In Africa Egitto e Camerun la spuntarono nelle due finali su Algeria e Tunisia; in Nord e Centro America la Costa Rica approfittò dell'esclusione del Messico – colpito da una squalifica biennale, in origine applicata alla sola nazionale giovanile (che nel 1988 schierò giocatori oltre il limite di età consentito nelle qualificazioni al mondiale Under-20 del 1989 in Arabia Saudita), ma in seguito estesa dalla FIFA a tutte le competizioni internazionali[26] – per accedere al girone finale, dove, insieme agli Stati Uniti, superò il turno eliminando Trinidad e TobagoGuatemala ed El Salvador. In Asia uscirono vincitori Corea del Sud ed Emirati Arabi Uniti, ai danni di QatarCinaArabia Saudita e Corea del Nord.

Il sorteggio della fase finale ebbe luogo al PalaLottomatica di Roma sabato 9 dicembre 1989.[27] L'evento fu trasmesso in diretta televisiva, con Pippo Baudo e Sophia Loren a condurre la serata[28]: tra i vari ospiti, oltre a ex calciatori, figurò Luciano Pavarotti.[28] All'Italia testa di serie a Roma (le cui avversarie furono estratte da Bruno Conti[28]) capitarono AustriaCecoslovacchia e Stati Uniti (oltre alla capitale, fu Firenze a ospitare gli incontri); all'Argentina (a Napoli, altre gare a Bari) toccarono in sorte l'Unione Sovietica, finalista dell'europeo 1988 e campione olimpico a Seul 1988, la Romania e il Camerun; il Brasile, campione della Copa América 1989 (Torino e Genova), trovò ScoziaSvezia e Costa Rica; la Germania (Milano e Bologna) fu estratta con JugoslaviaColombia e Emirati Arabi Uniti; il gruppo E (testa di serie a Verona, altre gare a Udine) presentava SpagnaBelgioCorea del Sud e Uruguay. Infine, il gruppo di Palermo e Cagliari mise l'Inghilterra di fronte a IrlandaPaesi Bassi (campione d'Europa in carica) ed Egitto.[29][30]

Riassunto del torneo

Struttura del torneo

 

Come nella precedente edizione, le 24 squadre nazionali vennero suddivise in 6 gironi da 4 squadre ciascuna. Le 2 migliori squadre per girone e le 4 migliori terze accedevano poi alla fase a eliminazione diretta, che constava di ottavi di finale, quarti, semifinali, e finali per il primo e per il terzo posto.

Gli stadi selezionati per ospitare il mondiale italiano furono 12 e vennero sistemati per ospitare le partite, in ambito geografico a gruppi di 2. Così, per esempio, le 6 partite del gruppo A dell'Italia si giocarono fra gli stadi di Roma e Firenze; il gruppo C, col Brasile testa di serie, giocò le partite negli stadi di Torino e di Genova; il gruppo D, con la Germania Ovest testa di serie, negli stadi di Milano e Bologna. In questo contesto è utile ricordare anche che la testa di serie di ogni girone giocò le sue 3 partite nello stadio principale e più capiente, mentre le altre 3 nazionali disputarono 2 partite nel secondo stadio, e la terza partita in "casa" della testa di serie, secondo un sistema già sperimentato nell'edizione di Spagna 1982; la vincente del raggruppamento, inoltre, aveva poi diritto a giocare il primo incontro a eliminazione diretta (ottavo di finale) nello stadio principale del suo girone.

Furono applicate 2 deroghe a questo sistema geografico. La prima fu relativa alla partita d'esordio dei mondiali che come di consueto, vedeva sfidarsi i campioni del mondo in carica contro un'altra formazione del proprio girone: in questo caso l'Argentina affrontò il Camerun a Milano, sede della cerimonia di apertura dei campionati, invece che a Napoli dove avrebbe poi giocato le successive 2 partite e che era sede, insieme a Bari, delle partite del gruppo B. La seconda deroga riguardò invece un ottavo di finale: l'Inghilterra, che aveva giocato le sue partite del girone F a Cagliari, e nonostante avesse anche vinto lo stesso, per il primo incontro della fase a eliminazione diretta fu dirottata a Bologna, in quanto entrambi gli stadi sedi delle partite del succitato girone (Cagliari e Palermo) erano troppo piccoli per ospitare incontri della seconda fase.

Fase a gironi

L'Argentina, al debutto a San Siro, era opposta al Camerun, tornato al Mondiale dopo quello spagnolo. Di quella squadra facevano parte il trentottenne Milla (che però partì come riserva), il portiere N'Kono, il libero Kundé (tutti già presenti in Spagna nel 1982) e altri giocatori poco conosciuti al grande pubblico.

L'Argentina del contestato Maradona apparì nervosa; gli africani restarono in 10 per l'espulsione di André Kana-Biyik. Al 66' di gioco, su un cross in area, François Omam-Biyik colpì di testa il pallone: la conclusione non fu potente, ma l'estremo difensore argentino Pumpido si fece sfuggire il pallone, che terminò in rete. Il Camerun resistette anche in nove (espulso nel finale Massing per un fallo su Caniggia lanciato a rete) e colse la vittoria.[24]

Il giorno dopo toccò all'Italia, opposta, in un Olimpico gremito, all'Austria. Nel primo tempo gli azzurri colsero solo un palo esterno dalla distanza con Ancelotti; nella ripresa la nazionale azzurra intensificò gli attacchi, impegnando il portiere Lindenberger in almeno due occasioni, con Donadoni e De Agostini. Al 75' Azeglio Vicini sostituì Carnevale con lo juventino Schillaci: passarono appena quattro minuti e su un cross di Gianluca Vialli fu proprio il nuovo entrato a realizzare di testa il decisivo 1-0.[24]

 

Il giorno dopo i cecoslovacchi risposero con un secco 5-1 agli Stati Uniti. Anche la Germania Ovest si mise particolarmente in mostra vincendo 4-1 sulla quotata Jugoslavia con una rete di Völler, due di Matthäus e una di Klinsmann; il Brasile di Lazaroni batté invece la Svezia per 2-1 con due reti di Careca. I Paesi Bassi pareggiarono con l'Egitto: dopo essere passati in vantaggio con Kieft, vennero raggiunti a sette minuti dalla fine da un rigore trasformato da Abdelghani. Anche l'Eire, al debutto ai Mondiali, fermò sul pari i cugini inglesi: al gol di Lineker rispose nella ripresa Sheedy. La Spagna di Luis Suárez chiuse a reti inviolate con l'Uruguay, e Rubén Sosa sbagliò un rigore per i sudamericani.

Il 13 giugno l'Argentina, chiamata a riscattarsi dopo la sconfitta inaugurale, batté al San Paolo l'URSS. Prima del vantaggio argentino, fu negato un rigore ai sovietici per un fallo di mano di Maradona in area,[24] e subito dopo il portiere biancoceleste Pumpido si scontrò accidentalmente con Serrizuela fratturandosi tibia e perone, venendo quindi sostituito da Sergio Goycochea: per l'Argentina sarà la svolta del Mondiale.[31] L'Argentina vinse 2-0, con reti di Troglio e Burruchaga e i sovietici di Valeri Lobanovski, vicecampioni all'Europeo 1988, già sconfitti dai rumeni, finirono al quarto posto del girone, nonostante l'ultima vittoria contro il già qualificato Camerun.

Il giorno dopo, sempre a Roma, tornò in campo l'Italia, opposta agli statunitensi già battuti dalla Cecoslovacchia. Dopo 11 minuti di gioco l'Italia passò in vantaggio: su assist di Donadoni, Giannini entrò in area e superò Meola. Al 32' Vialli calciò sul palo un rigore, mentre al 68' furono i nordamericani ad andare vicini al gol su una punizione di Murray deviata da Zenga, il quale si superò anche sul tap-in successivo di Vermes. Finì 1-0 e la Nazionale azzurra poté considerare archiviato il primo turno, così come la Cecoslovacchia che batté l'Austria. Tuttavia, sarebbe dovuto risultare decisivo battere la Cecoslovacchia, la quale poteva contare su una migliore differenza reti, per concludere il girone al primo posto, piazzamento prezioso per continuare a giocare all'Olimpico ed evitare incroci rischiosi (come un eventuale quarto di finale contro i tedeschi).

Continuò la sua corsa la Germania Ovest: con cinque gol agli Emirati Arabi, la qualificazione fu assicurata. Nel gruppo F si chiusero sullo 0-0 gli incontri tra Inghilterra e Paesi Bassi e tra Irlanda ed Egitto, con tutte le squadre ancora a 2 punti con una partita ancora da giocare e in corsa per la qualificazione. Il Brasile, che vinse 1-0 sulla Costa Rica*, e il Camerun, che batté, con una doppietta di Milla, la Romania, vincendo anche il gruppo, ottennero il passaggio agli ottavi; e così anche il Belgio, che superò 3-1 i sudcoreani.

 

L'Italia batté quindi la Cecoslovacchia nel terzo incontro. All'Olimpico aprì le marcature Schillaci, che deviò in porta un tiro da fuori area di Giannini, e raddoppiò nella ripresa Roberto Baggio dopo una serie di dribbling.[24] Nel gruppo B, oltre al Camerun (primo nonostante la sconfitta subita contro l'URSS), andarono avanti anche Argentina e Romania, che chiusero l'ultima gara con un utile 1-1. Nel gruppo C, a sorpresa, emerse la Costa Rica di Milutinović, che batté in rimonta 2-1 la Svezia a Genova, con reti di Flores e Medford, e decisive parate di Conejo.

Nel gruppo D, insieme ai tedeschi, passarono la Jugoslavia e la Colombia, che agguantò la qualificazione con un gol allo scadere di Rincon contro i tedeschi. Anche la situazione del gruppo E si risolse al 90': un colpo di testa di Daniel Fonseca eliminò i sudcoreani, consentendo all'Uruguay di passare al turno insieme a Spagna e Belgio. Nell'equilibrato gruppo F, infine, la spuntò l'Inghilterra, che batté 1-0 l'Egitto con un gol di Wright e passò insieme a Irlanda e Paesi Bassi, le cui posizioni in classifica furono stabilite mediante sorteggio, a favore degli irlandesi.

Ottavi di finale

Gli ottavi iniziarono sabato 23 giugno con la vittoria del Camerun per 2-1 sulla Colombia. Dopo 105 minuti di parità, la gara si accese nel secondo tempo supplementare. A Napoli fu ancora Roger Milla a timbrare lo storico accesso di una squadra africana ai quarti, con una doppietta in quattro minuti ai danni del portiere colombiano Higuita; il gol della bandiera per i sudamericani lo firmò Redín. In serata, una tripletta di Tomáš Skuhravý e un gol di Luboš Kubík consentirono alla Cecoslovacchia di battere 4-1 la Costa Rica.

Domenica 24 giugno si disputarono due gare molto attese: Brasile-Argentina nel pomeriggio, Germania Ovest-Paesi Bassi in serata. Buona parte della sfida fra le due squadre sudamericane fu caratterizzata da un assedio brasiliano: Careca, dopo due minuti, seminò mezza difesa argentina, ma fu bloccato da Goycochea; al 18' Dunga colpì il palo, al 52' fu Alemão a cogliere il montante, al 64' ancora Careca mancò il vantaggio di testa. Maradona, più volte colpito dalla difesa brasiliana, a dieci minuti dalla fine,[32] seminando gli avversari, allargò al limite dell'area per Caniggia, che dribblò anche Taffarel per segnare a porta vuota. Vinse l'Argentina per una rete a zero.

A Milano la Germania Ovest superò i Paesi Bassi. Dopo 21 minuti Völler falciò il portiere Hans van Breukelen: dall'episodio nacque un violento battibecco tra l'attaccante tedesco allora in forza alla Roma e il milanista Rijkaard: l'arbitro espulse entrambi, e all'uscita dal campo l'olandese fu colto dalle tv nell'atto di sputare addosso a Völler.[24] Al 52', su cross di Buchwald, Klinsmann segnò, centrando poi un palo alla mezz'ora della ripresa; all'82' Brehme firmò il raddoppio da fuori area. Un rigore di Koeman all'88' servì solo ad accorciare le distanze.

Il giorno seguente, affermazione ai rigori dell'Irlanda sulla Romania (decisiva la parata di Bonner sul tiro di Timofte); gli irlandesi raggiunsero i quarti di finale senza mai né vincere né perdere entro i tempi regolamentari. In serata toccò all'Italia, impegnata all'Olimpico contro l'Uruguay: la gara si risolse nella ripresa a favore dei padroni di casa, grazie a un tiro di Schillaci e a un colpo di testa di Serena su punizione di Giannini.

Gli ottavi terminarono il giorno dopo. A Verona, la Jugoslavia e la Spagna si annullarono fino a un quarto d'ora dalla fine. Poi Stojković portò in vantaggio gli slavi dopo la torre di Kataneć; gli spagnoli pareggiarono immediatamente con l'attaccante Salinas, ma nei supplementari ancora Stojković fu decisivo su punizione per il 2-1 finale. A Bologna, l'Inghilterra soffrì contro il Belgio. Ma a un minuto dai rigori, fu Platt, in semirovesciata, a mandare avanti i Leoni.[32]

Quarti di finale

I quarti di finale presentarono sei squadre europee, una sudamericana e un'africana. A Firenze, l'Argentina fu opposta alla Jugoslavia. Gli slavi restarono in dieci alla mezz'ora, a causa dell'espulsione di Šabanadžović; il risultato rimase però sullo 0-0 per 120 minuti e si procedette ai rigori. Stojković colpì la traversa; Maradona si vide respingere il tiro da Tomislav Ivković. Troglio sembrò condannare la sua squadra, cogliendo il palo. Ma Goycochea, parando i rigori di Brnović e Hadžibegić, guidò i sudamericani in semifinale.[33][34]

L'Italia, la stessa sera, fu opposta al sorprendente Eire di Jackie Charlton. Vicini riconfermò Baggio e Schillaci in attacco. Dopo trentasette minuti ancora Schillaci, su una respinta successiva a un tiro di Donadoni, appoggiò in rete il pallone dell'uno a zero. Il risultato non cambiò più, nonostante una traversa su punizione ancora di Schillaci.[33] L'Italia passò alle semifinali. Il giorno dopo, la Germania Ovest eliminò la Cecoslovacchia. Lothar Matthäus trasformò al 25' il calcio di rigore che decise la partita, poi fu il difensore Ivan Hašek a salvare per tre volte la propria porta; l'unico pericolo per i tedeschi arrivò da una punizione di Michal Bílek e i cecoslovacchi, in dieci nel finale per l'espulsione di Ľubomír Moravčík, fecero ritorno in patria.

Napoli fu quindi il turno del Camerun, opposto agli inglesi. Al 25' Platt schiacciò in rete un cross di Stuart Pearce; la reazione degli africani arrivò con l'ingresso di Milla, tenuto in panchina nel primo tempo, e dopo un fallo in area su di lui al 63' Kunde pareggiò su rigore; cinque minuti dopo fu Eugène Ekéké a portare in vantaggio i suoi grazie a un assist dello stesso Milla. A nove minuti dalla fine Lineker trasformò però il rigore del pari dopo il fallo di Massing; ai supplementari fece il bis dagli undici metri con il fallo di N'Kono, fissando il risultato sul 3-2.

Semifinali

Si giunse così alle semifinali: Italia-Argentina e Germania Ovest-Inghilterra. L'Italia abbandonò la sede di Roma per scendere a Napoli dove Maradona era un idolo incontrastato.[24] In campo tornò Vialli al fianco di Schillaci. Il gol arrivò al 17': su un tiro di Vialli non trattenuto da Goycochea irruppe Schillaci, abile a portare in vantaggio la sua squadra. Nel secondo tempo, al 68', un cross di Olarticoechea permise a Caniggia di realizzare di testa la rete del pareggio:[24] dopo 518 minuti terminò così l'imbattibilità di Walter Zenga. L'ingresso di Baggio (che nei supplementari sfiorò il gol su punizione) e Serena al posto di Giannini e di Vialli non smossero il punteggio dall'1-1 e si andò ai rigori. L'Argentina li segnò tutti, mentre Goycochea neutralizzò i tiri di Donadoni e Serena, sancendo un approdo in finale che a una sudamericana in Europa mancava da 32 anni (il Brasile in Svezia nel 1958).[33]

Da notare che durante i tempi supplementari l'arbitro francese Michel Vautrot si distrasse, aggiungendo ben otto minuti in più al primo tempo supplementare. In seguito l'arbitro ammise di essersi dimenticato di guardare il suo orologio.[35]

Il giorno dopo, nell'altra semifinale, a Torino, si affrontarono Germania Ovest e Inghilterra. Le due reti arrivarono al 60', quando una punizione di Brehme fu deviata in modo decisivo dall'inglese Paul Parker, e all'80', quando Lineker approfittò della confusione in area tedesca pareggiando e rinviando il verdetto ai rigori, ai quali si arrivò dopo due pali di Waddle e Buchwald. Dal dischetto sbagliarono gli inglesi Pearce e Waddle. La Germania Ovest avrebbe affrontato a Roma in finale l'Argentina. L'Inghilterra invece avrebbe incontrato a Bari i padroni di casa italiani per la finale che avrebbe stabilito il 3º e 4º posto.

Finali

Nella finale per il terzo posto a Bari un'Italia rimaneggiata passò in vantaggio con Baggio al 72', calciando la palla sotto la traversa da pochi metri; fu raggiunta da Platt dieci minuti dopo su cross di Dorigo, ma vinse grazie a un rigore causato da un fallo di Parker e trasformato da Schillaci.[24] L'attaccante italiano divenne capocannoniere con 6 reti mentre Shilton, a 41 anni, pose fine alla sua carriera internazionale. L'Italia ottenne il terzo posto in assoluto, mentre l'Inghilterra, al suo miglior risultato mondiale da 24 anni a quella parte, si aggiudicò il premio fair-play e nel dopogara, sia i calciatori in campo sia i tifosi italiani e inglesi sugli spalti festeggiarono in maniera molto corretta l'epilogo del Mondiale cinque anni dopo la strage dell'Heysel.

Il giorno dopo, a Roma, furono di scena Argentina e Germania Ovest, per un replay della finale di quattro anni prima in Messico. Il pubblico italiano presente allo stadio Olimpico, condizionato dalla sconfitta in semifinale e per le antipatie che Maradona si era attirato militando nel campionato di calcio italiano con taluni atteggiamenti, fischiò l'esecuzione dell'inno nazionale argentino. L'episodio suscitò la rabbia di Maradona, che consapevole di essere ripreso ripeté due volte hijos de puta ("figli di puttana") all'indirizzo dei tifosi italiani.[36]

Sotto il profilo del gioco la partita fu deludente.[36] A inizio ripresa i tedeschi protestarono per un intervento falloso di Goycoechea su Augenthaler in area di rigore, non sanzionato.[37] L'equilibrio si ruppe a sette minuti dal termine, quando l'arbitro Edgardo Codesal Méndez concesse un calcio di rigore ai teutonici per un intervento di Sensini su Völler; questi episodi e le relative decisioni arbitrali furono oggetto di dure contestazioni da parte dei giocatori sudamericani: Maradona venne ammonito e l'Argentina rimase in nove contro 11 per l'espulsione di Dezotti dovuta alle vibranti proteste (al 65' Monzón era stato espulso per un duro intervento su Jürgen Klinsmann). Dopo una lunga interruzione, Brehme trasformò il calcio di rigore. L'assalto finale della squadra argentina, in netta inferiorità numerica, non modificò il risultato.[24]

Il mondiale italiano terminò, dunque, con la Germania Ovest campione per la terza volta e al suo ultimo atto ufficiale con tale nome; tre mesi dopo avvenne la riunificazione con la Germania Est e da quel momento la squadra (con il titolo sportivo degli occidentali) si chiamò solo Germania.

Risultati

Fase a gironi

Gruppo A

Classifica
Pos. Squadra Pt G V N P GF GS DR
1. Italia Italia 6 3 3 0 0 4 0 +4
2. Cecoslovacchia Cecoslovacchia 4 3 2 0 1 6 3 +3
3. Austria Austria 2 3 1 0 2 2 3 −1
4. Stati Uniti Stati Uniti 0 3 0 0 3 2 8 −6
Risultati
Roma
9 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1
Italia Italia 1 – 0
referto
Austria Austria Stadio Olimpico (73 303 spett.)
Arbitro:  Brasile Wright

Firenze
10 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1
Stati Uniti Stati Uniti 1 – 5
referto
Cecoslovacchia Cecoslovacchia Stadio Comunale (33 266 spett.)
Arbitro:  Svizzera Röthlisberger

Roma
14 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1
Italia Italia 1 – 0
referto
Stati Uniti Stati Uniti Stadio Olimpico (73 423 spett.)
Arbitro:  Messico Codesal Méndez

Firenze
15 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1
Austria Austria 0 – 1
referto
Cecoslovacchia Cecoslovacchia Stadio Comunale (38 962 spett.)
Arbitro:  Scozia Smith

Roma
19 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1
Italia Italia 2 – 0
referto
Cecoslovacchia Cecoslovacchia Stadio Olimpico (73 303 spett.)
Arbitro:  Francia Quiniou

Firenze
19 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1
Austria Austria 2 – 1
referto
Stati Uniti Stati Uniti Stadio Comunale (34 857 spett.)
Arbitro:  Flag of United Arab Republic.svg Al Sharif

Gruppo B

Classifica
Pos. Squadra Pt G V N P GF GS DR
1. Camerun Camerun 4 3 2 0 1 3 5 −2
2. Romania Romania 3 3 1 1 1 4 3 +1
3. Argentina Argentina 3 3 1 1 1 3 2 +1
4. Unione Sovietica Unione Sovietica 2 3 1 0 2 4 4 0
Risultati
Milano
8 giugno 1990, ore 18:00 UTC+1
Argentina Argentina 0 – 1
referto
Camerun Camerun Stadio Giuseppe Meazza (74 500 spett.)
Arbitro:  Francia Vautrot

Bari
9 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1
Unione Sovietica Unione Sovietica 0 – 2
referto
Romania Romania Stadio San Nicola (42 907 spett.)
Arbitro:  Uruguay Cardellino

Napoli
13 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1
Argentina Argentina 2 – 0
referto
Unione Sovietica Unione Sovietica Stadio San Paolo (55 759 spett.)
Arbitro:  Svezia Fredriksson

Bari
14 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1
Camerun Camerun 2 – 1
referto
Romania Romania Stadio San Nicola (38 687 spett.)
Arbitro:  Cile Silva Arce

Napoli
18 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1
Argentina Argentina 1 – 1
referto
Romania Romania Stadio San Paolo (52 733 spett.)
Arbitro:  Portogallo Silva Valente

Bari
18 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1
Camerun Camerun 0 – 4
referto
Unione Sovietica Unione Sovietica Stadio San Nicola (37 307 spett.)
Arbitro:  Brasile Wright

Gruppo C

Classifica
Pos. Squadra Pt G V N P GF GS DR
1. Brasile Brasile 6 3 3 0 0 4 1 +3
2. Costa Rica Costa Rica 4 3 2 0 1 3 2 +1
3. Scozia Scozia 2 3 1 0 2 2 3 −1
4. Svezia Svezia 0 3 0 0 3 3 6 −3
Risultati
Torino
10 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1
Brasile Brasile 2 – 1
referto
Svezia Svezia Stadio delle Alpi (62 628 spett.)
Arbitro:  Italia Lanese

Genova
11 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1
Costa Rica Costa Rica 1 – 0
referto
Scozia Scozia Stadio Luigi Ferraris (30 867 spett.)
Arbitro:  Argentina Loustau

Torino
16 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1
Brasile Brasile 1 – 0
referto
Costa Rica Costa Rica Stadio delle Alpi (58 007 spett.)
Arbitro:  Tunisia Jouini

Genova
16 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1
Svezia Svezia 1 – 2
referto
Scozia Scozia Stadio Luigi Ferraris (31 823 spett.)
Arbitro:  Paraguay Maciel

Torino
20 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1
Brasile Brasile 1 – 0
referto
Scozia Scozia Stadio delle Alpi (62 502 spett.)
Arbitro:  Austria Kohl

Genova
20 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1
Svezia Svezia 1 – 2
referto
Costa Rica Costa Rica Stadio Luigi Ferraris (30 223 spett.)
Arbitro:  Jugoslavia Petrović

Gruppo D

Classifica
Pos. Squadra Pt G V N P GF GS DR
1. Germania Ovest Germania Ovest 5 3 2 1 0 10 3 +7
2. Jugoslavia Jugoslavia 4 3 2 0 1 6 5 +1
3. Colombia Colombia 3 3 1 1 1 3 2 +1
4. Emirati Arabi Uniti Emirati Arabi Uniti 0 3 0 0 3 2 11 −9
Risultati
Bologna
9 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1
Emirati Arabi Uniti Emirati Arabi Uniti 0 – 2
referto
Colombia Colombia Stadio Renato Dall'Ara (30 791 spett.)
Arbitro:  Inghilterra Courtney

Milano
10 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1
Germania Ovest Germania Ovest 4 – 1
referto
Jugoslavia Jugoslavia Stadio Giuseppe Meazza (74 765 spett.)
Arbitro:  Danimarca Mikkelsen

Bologna
14 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1
Jugoslavia Jugoslavia 1 – 0
referto
Colombia Colombia Stadio Renato Dall'Ara (32 257 spett.)
Arbitro:  Italia Agnolin

Milano
15 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1
Germania Ovest Germania Ovest 5 – 1
referto
Emirati Arabi Uniti Emirati Arabi Uniti Stadio Giuseppe Meazza (71 169 spett.)
Arbitro:  Unione Sovietica Spirin

Milano
19 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1
Germania Ovest Germania Ovest 1 – 1
referto
Colombia Colombia Stadio Giuseppe Meazza (72 510 spett.)
Arbitro:  Irlanda del Nord Snoddy

Bologna
19 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1
Jugoslavia Jugoslavia 4 – 1
referto
Emirati Arabi Uniti Emirati Arabi Uniti Stadio Renato Dall'Ara (27 833 spett.)
Arbitro:  Giappone Takada

Gruppo E

Classifica
Pos. Squadra Pt G V N P GF GS DR
1. Spagna Spagna 5 3 2 1 0 5 2 +3
2. Belgio Belgio 4 3 2 0 1 6 3 +3
3. Uruguay Uruguay 3 3 1 1 1 2 3 −1
4. Corea del Sud Corea del Sud 0 3 0 0 3 1 6 −5
Risultati
Verona
12 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1
Belgio Belgio 2 – 0
referto
Corea del Sud Corea del Sud Stadio Marcantonio Bentegodi (32 790 spett.)
Arbitro:  Stati Uniti Mauro

Udine
13 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1
Uruguay Uruguay 0 – 0
referto
Spagna Spagna Stadio Friuli (35 713 spett.)
Arbitro:  Austria Kohl

Verona
17 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1
Belgio Belgio 3 – 1
referto
Uruguay Uruguay Stadio Marcantonio Bentegodi (33 759 spett.)
Arbitro:  Germania Est Kirschen

Udine
17 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1
Corea del Sud Corea del Sud 1 – 3
referto
Spagna Spagna Stadio Friuli (32 733 spett.)
Arbitro:  Ecuador Jácome Guerrero

Verona
21 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1
Belgio Belgio 1 – 2
referto
Spagna Spagna Stadio Marcantonio Bentegodi (35 950 spett.)
Arbitro:  Argentina Loustau

Udine
21 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1
Corea del Sud Corea del Sud 0 – 1
referto
Uruguay Uruguay Stadio Friuli (29 039 spett.)
Arbitro:  Italia Lanese

Gruppo F

Classifica
Pos. Squadra Pt G V N P GF GS DR
1. Inghilterra Inghilterra 4 3 1 2 0 2 1 +1
2. Irlanda Irlanda[38] 3 3 0 3 0 2 2 0
3. Paesi Bassi Paesi Bassi[38] 3 3 0 3 0 2 2 0
4. Egitto Egitto 2 3 0 2 1 1 2 −1
Risultati
Cagliari
11 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1
Inghilterra Inghilterra 1 – 1
referto
Irlanda Irlanda Stadio Sant'Elia (35 238 spett.)
Arbitro:  Germania Ovest Schmidhuber

Palermo
12 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1
Paesi Bassi Paesi Bassi 1 – 1
referto
Egitto Egitto Stadio La Favorita (23 000 spett.)
Arbitro:  Spagna Aladrén

Cagliari
16 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1
Inghilterra Inghilterra 0 – 0
referto
Paesi Bassi Paesi Bassi Stadio Sant'Elia (35 267 spett.)
Arbitro:  Jugoslavia Petrović

Palermo
17 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1
Irlanda Irlanda 0 – 0
referto
Egitto Egitto Stadio La Favorita (33 288 spett.)
Arbitro:  Belgio Van Langenhove

Cagliari
21 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1
Inghilterra Inghilterra 1 – 0
referto
Egitto Egitto Stadio Sant'Elia (34 959 spett.)
Arbitro:  Svizzera Röthlisberger

Palermo
21 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1
Irlanda Irlanda 1 – 1
referto
Paesi Bassi Paesi Bassi Stadio La Favorita (33 288 spett.)
Arbitro:  Francia Vautrot

Raffronto delle terze classificate

Pos. Squadra Pt G V N P GF GS DR
1. Argentina Argentina 3 3 1 1 1 3 2 +1
2. Colombia Colombia 3 3 1 1 1 3 2 +1
3. Paesi Bassi Paesi Bassi 3 3 0 3 0 2 2 0
4. Uruguay Uruguay 3 3 1 1 1 2 3 -1
5. Austria Austria 2 3 1 0 2 2 3 -1
6. Scozia Scozia 2 3 1 0 2 2 3 -1

Fase a eliminazione diretta

Albero della fase a eliminazione diretta

  Ottavi di finale   Quarti di finale   Semifinali   Finale
                             
  24 giugno - 17:00                  
 
   1C. Brasile Brasile  0
  30 giugno - 17:00
   3B. Argentina Argentina  1  
   Argentina Argentina (dtr)  0 (3)
  26 giugno - 17:00
     Jugoslavia Jugoslavia  0 (2)  
   1E. Spagna Spagna  1
    3 luglio - 20:00
   2D. Jugoslavia Jugoslavia (dts)  2  
   Argentina Argentina (dtr)  1 (4)
  25 giugno - 17:00
     Italia Italia  1 (3)  
   2F. Irlanda Irlanda (dtr)  0 (5)
  30 giugno - 21:00  
   2B. Romania Romania  0 (4)  
   Irlanda Irlanda  0
  25 giugno - 21:00
     Italia Italia  1  
   1A. Italia Italia  2
    8 luglio - 20:00
   3E. Uruguay Uruguay  0  
   Argentina Argentina  0
  23 giugno - 21:00
     Germania Ovest Germania Ovest  1
   2A. Cecoslovacchia Cecoslovacchia  4
  1º luglio - 17:00  
   2C. Costa Rica Costa Rica  1  
   Cecoslovacchia Cecoslovacchia  0
  24 giugno - 21:00
     Germania Ovest Germania Ovest  1  
   1D. Germania Ovest Germania Ovest  2
    4 luglio - 20:00
   3F. Paesi Bassi Paesi Bassi  1  
   Germania Ovest Germania Ovest (dtr)  1 (4)
  23 giugno - 17:00
     Inghilterra Inghilterra  1 (3)   Finale 3° posto
   1B. Camerun Camerun (dts)  2
  1º luglio - 21:00   7 luglio - 20:00
   3D. Colombia Colombia  1  
   Camerun Camerun  2  Italia Italia  2
  26 giugno - 21:00
     Inghilterra Inghilterra (dts)  3    Inghilterra Inghilterra  1
   1F. Inghilterra Inghilterra (dts)  1
     
   2E. Belgio Belgio  0  
 

Ottavi di finale

Napoli
23 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1
Camerun Camerun 2 – 1
(d.t.s.)
referto
Colombia Colombia Stadio San Paolo (50 026 spett.)
Arbitro:  Italia Lanese

Bari
23 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1
Cecoslovacchia Cecoslovacchia 4 – 1
referto
Costa Rica Costa Rica Stadio San Nicola (47 673 spett.)
Arbitro:  Germania Est Kirschen

Torino
24 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1
Brasile Brasile 0 – 1
referto
Argentina Argentina Stadio delle Alpi (61 381 spett.)
Arbitro:  Francia Quiniou

Milano
24 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1
Germania Ovest Germania Ovest 2 – 1
referto
Paesi Bassi Paesi Bassi Stadio Giuseppe Meazza (74 559 spett.)
Arbitro:  Argentina Loustau

Genova
25 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1
Irlanda Irlanda 0 – 0
(d.t.s.)
referto
Romania Romania Stadio Luigi Ferraris (31 818 spett.)
Arbitro:  Brasile Wright

Roma
25 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1
Italia Italia 2 – 0
referto
Uruguay Uruguay Stadio Olimpico (73 303 spett.)
Arbitro:  Inghilterra Courtney

Verona
26 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1
Spagna Spagna 1 – 2
(d.t.s.)
referto
Jugoslavia Jugoslavia Stadio Marcantonio Bentegodi (35 500 spett.)
Arbitro:  Germania Ovest Schmidhuber

Bologna
26 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1
Inghilterra Inghilterra 1 – 0
(d.t.s.)
referto
Belgio Belgio Stadio Renato Dall'Ara (34 520 spett.)
Arbitro:  Danimarca Mikkelsen

Quarti di finale

Firenze
30 giugno 1990, ore 17:00 UTC+1
Argentina Argentina 0 – 0
(d.t.s.)
referto
Jugoslavia Jugoslavia Stadio Comunale (38 971 spett.)
Arbitro:  Svizzera Röthlisberger

Roma
30 giugno 1990, ore 21:00 UTC+1
Irlanda Irlanda 0 – 1
referto
Italia Italia Stadio Olimpico (73 303 spett.)
Arbitro:  Portogallo Silva Valente

Milano
1º luglio 1990, ore 17:00 UTC+1
Cecoslovacchia Cecoslovacchia 0 – 1
referto
Germania Ovest Germania Ovest Stadio Giuseppe Meazza (73 347 spett.)
Arbitro:  Austria Kohl

Napoli
1º luglio 1990, ore 21:00 UTC+1
Camerun Camerun 2 – 3
(d.t.s.)
referto
Inghilterra Inghilterra Stadio San Paolo (55 205 spett.)
Arbitro:  Messico Codesal Méndez

Semifinali

Napoli
3 luglio 1990, ore 20:00 UTC+1
Argentina Argentina 1 – 1
(d.t.s.)
referto
Italia Italia Stadio San Paolo (59 978 spett.)
Arbitro:  Francia Vautrot

Torino
4 luglio 1990, ore 20:00 UTC+1
Germania Ovest Germania Ovest 1 – 1
(d.t.s.)
referto
Inghilterra Inghilterra Stadio delle Alpi (62 628 spett.)
Arbitro:  Brasile Wright

Finale 3º-4º posto

Bari
7 luglio 1990, ore 20:00 UTC+1
Italia Italia 2 – 1
referto
Inghilterra Inghilterra Stadio San Nicola (51 426 spett.)
Arbitro:  Francia Quiniou

Finale 1º-2º posto

Roma
8 luglio 1990, ore 20:00 UTC+1
Argentina Argentina 0 – 1
referto
Germania Ovest Germania Ovest Stadio Olimpico (73 603 spett.)
Arbitro:  Messico Codesal Méndez

Statistiche

Classifica marcatori

L'italiano Salvatore Schillaci fu uno dei protagonisti di Italia '90, capocannoniere e miglior giocatore del mondiale.
6 reti
5 reti
4 reti
3 reti
2 reti
1 rete

Record

Premi

 
[39] Miglior marcatore (Scarpa d'oro) Miglior giocatore (Pallone d'oro) Miglior giovane Premio FIFA Fair Play
Oro Italia Salvatore Schillaci (6) Italia Salvatore Schillaci Jugoslavia Robert Prosinečki Inghilterra Inghilterra
Argento Non assegnato Germania Ovest Lothar Matthäus Non assegnato Non assegnato
Bronzo Non assegnato Argentina Diego Armando Maradona Non assegnato Non assegnato

All-Star Team[40]

Portiere Difensori Centrocampisti Attaccanti
Argentina Sergio Goycochea
Costa Rica Luis Gabelo Conejo
Germania Ovest Andreas Brehme
Italia Paolo Maldini
Italia Franco Baresi
Argentina Diego Armando Maradona
Germania Ovest Lothar Matthäus
Jugoslavia Dragan Stojković
Inghilterra Paul Gascoigne
Italia Salvatore Schillaci
Camerun Roger Milla
Germania Ovest Jürgen Klinsmann

Nazionale di calcio della Germania

Germania Germania
DFB maschile logo.svg
Uniformi di gara
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Trasferta
Sport Football pictogram.svg Calcio
Federazione DFB
Deutscher Fußball-Bund
Confederazione UEFA
Codice FIFA GER
Soprannome Die Mannschaft (La Squadra)
Selezionatore Germania Hans-Dieter Flick
Record presenze Lothar Matthäus (150)
Capocannoniere Miroslav Klose (71)
Ranking FIFA 11º (10 febbraio 2022)[1]
Sponsor tecnico Adidas
Esordio internazionale
Svizzera Svizzera 5 - 3 Germania Germania
BasileaSvizzera; 5 aprile 1908
Migliore vittoria
Germania Germania 16 - 0 Impero russo Russia
StoccolmaSvezia; 1º luglio 1912
Peggiore sconfitta
Inghilterra Inghilterra dilettanti 9 - 0 Germania Germania
OxfordRegno Unito; 13 marzo 1909
Campionato del mondo
Partecipazioni 19 (esordio: 1934)
Miglior risultato Oro Campioni nel 1954197419902014
Campionato d'Europa
Partecipazioni 13 (esordio: 1972)
Miglior risultato Oro Campioni nel 197219801996
Confederations Cup
Partecipazioni 3 (esordio: 1999)
Miglior risultato Oro Campioni nel 2017
Torneo Olimpico
Partecipazioni 3[2] (esordio: 1912)
Miglior risultato Quarti di finale nel 19281936
Nations League
Partecipazioni 2 (esordio: 2018-2019)
Miglior risultato 8º posto nella Lega A 2020-2021

La nazionale di calcio della Germania (in tedesco deutsche Fußballnationalmannschaft) è la rappresentativa calcistica della Germania ed è posta sotto l'egida della Deutscher Fussball-Bund.

È una delle nazionali di calcio più blasonate al mondo oltreché la più titolata d'Europa, essendosi aggiudicata per quattro volte il campionato mondiale, per tre volte il campionato europeo e per una volta la Confederations Cup. Nelle due principali competizioni cui partecipa (campionato mondiale e campionato europeo) è giunta a disputare la finale rispettivamente otto e sei volte: in entrambi i casi si tratta di un record. A livello europeo condivide con la Spagna il primato di vittorie nella manifestazione continentale (3) e con l'Italia quello di vittorie nel mondiale (4).

La Germania fu inserita al primo posto al momento dell'istituzione della classifica mondiale della FIFA, stilata per la prima volta nell'agosto 1993, e ritrovò altre volte la vetta: nel 1993, nel 1994, dal luglio 2014 al giugno 2015, nel luglio 2017, dal settembre 2017 al luglio 2018. Il piazzamento più basso è stato il 22º posto, occupato nel marzo 2006. Attualmente occupa l'11ª posizione.

Storia

Dagli esordi ai primi successi internazionali

La nazionale tedesca propriamente detta esordì nel 1908, otto anni dopo la fondazione della Federazione calcistica della Germania (DFB), perdendo per 5-3 contro la Svizzera a Basilea. Eliminata al turno preliminare del torneo olimpico di calcio 1912, la squadra ebbe il primo commissario tecnico qualche anno dopo: fu Otto Nerz, un insegnante scolastico di Mannheim, a guidare la Mannschaft dal 1926 al 1936. La Germania arrivò terza nel campionato mondiale del 1934, nella sua prima apparizione ad un torneo iridato. Due anni dopo l'incarico di CT fu affidato a Sepp Herberger, con cui la squadra uscì al primo turno del campionato mondiale del 1938. Dopo che l'Austria (avente all'epoca una forte selezione nazionale) fu annessa alla Germania nel 1938 nell'Anschluss, i giocatori austriaci del Rapid Vienna (che fu tra l'altro l'unica austriaca a vincere la Gauliga) si erano aggiunti alla selezione tedesca in breve tempo per motivi politici.

La selezione teutonica al torneo olimpico di Stoccolma 1912

Al termine della seconda guerra mondiale, con la Germania ormai divisa in due entità politiche differenti – la Repubblica Democratica e quella Federale – e devastata dalla guerra, la situazione calcistica era alquanto problematica. Si formò un'altra federazione che si staccò dalla DFB per amministrare indipendentemente il calcio nella Germania dell'Est, formando una propria nazionale. Oltre a questo, la formazione tedesco-occidentale, ormai Germania Ovest, non era vista di buon occhio: per i primi anni solo le vicine Svizzera e Austria, oltre che la Turchia, giocarono sfide con l'Ovest. Fu la Repubblica d'Irlanda a rompere questo tabù ed accordarsi con la federcalcio occidentale per una partita.

La Germania Ovest per la prima volta iridata al campionato del mondo 1954

Dopo essere stati esclusi dal campionato mondiale del 1950 in Brasile, i tedeschi occidentali sorprendentemente vinsero il successivo, nel 1954 in Svizzera, guidati da Fritz Walter e ancora allenati da Sepp Herberger, battendo in finale la favoritissima Ungheria. L'evento, passato alla storia come "miracolo di Berna", entusiasmò la Germania del dopoguerra ed è stato considerato un fattore importante della ripresa economico-morale del paese.

Un frangente della sfida tra Germania Ovest e Argentina al campionato del mondo 1966, edizione che vide i tedeschi finalisti.

Conclusasi con un quarto posto l'avventura al campionato mondiale del 1958 e raggiunti i quarti di finale in quello del 1962, la squadra, sotto la guida di Helmut Schön, raggiunse la finale del campionato mondiale del 1966, persa contro l'Inghilterra padrona di casa a Wembley. Mancata la qualificazione al campionato d'Europa 1968 a causa di un pareggio contro l'Albania a Tirana, la Germania Ovest si piazzò terza al campionato mondiale del 1970 in Messico, dopo la celebre eliminazione patita contro l'Italia in semifinale, nella cosiddetta Partita del secolo (in tedesco Jahrhundertspiel); l'attaccante tedesco occidentale Gerd Müller si aggiudicò la classifica marcatori della competizione con 10 reti.

Overath e Müller sollevano la Coppa del mondo vinta dalla Germania Ovest nel 1974.

Dai gloriosi anni '70 ai successi degli anni '90

Nel 1971 Franz Beckenbauer divenne capitano della Germania Ovest e la guidò alla conquista prima dell'europeo successivo e poi del mondiale disputato in casa. La prima vittoria del torneo continentale, nel 1972, si concretizzò con una netta affermazione per 3-0 sull'Unione Sovietica nella finale di Bruxelles,[3] mentre due anni dopo, al campionato mondiale del 1974, fu il turno dei Paesi Bassi di Johan Cruyff, che persero per 1-2 la finale disputata allo stadio Olimpico di Monaco di Baviera. Una storica partita tra le due nazionali tedesche si giocò ad Amburgo il 22 giugno 1974 nella fase finale del mondiale di quell'anno: vinse la Germania Est per 1-0 grazie ad un gol di Jürgen Sparwasser, ma secondo molti la partita in oggetto fu combinata per consentire alle due selezioni il passaggio di turno, con reciproco vantaggio (la Ovest, perdendo, evitò il girone di ferro con Olanda, Brasile e Argentina).

I tedeschi occidentali furono poi finalisti al campionato d'Europa 1976, che persero nell'atto conclusivo contro la Cecoslovacchia ai tiri di rigore (5-3 dopo che i supplementari si conclusero sul 2-2). Questa è, ad oggi, l'unica sconfitta subita ai tiri di rigore dalla nazionale tedesca in una partita ufficiale. Eliminata al secondo turno a gironi al campionato del mondo 1978, dopo una storica sconfitta con l'Austria, la Germania Ovest fu affidata al CT Jupp Derwall, che guidò la Mannschaft alla vittoria del campionato d'Europa 1980, ottenuta battendo il Belgio nella finale dello stadio Olimpico di Roma grazie a una doppietta di Hrubesch (2-1).[4] Due anni dopo, la squadra raggiunse anche la finale del campionato del mondo 1982, ma fu battuta per 3-1 dall'Italia.

La Germania Ovest vincitrice del campionato d'Europa 1980

Dopo l'eliminazione al primo turno al campionato europeo del 1984Franz Beckenbauer tornò in nazionale come allenatore. Egli condusse i suoi alla finale del campionato del mondo 1986, persa per 3-2 contro l'Argentina di Diego Armando Maradona. Semifinalista al campionato europeo del 1988 giocato in casa, la Germania Ovest, capitanata da Lothar Matthäus, vinse il proprio terzo titolo mondiale a Italia 1990 (1-0 in finale contro la stessa Argentina), cogliendo l'ultimo successo prima della riunificazione con la Germania Est, nella terza finale disputata consecutivamente al campionato del mondo (risultato conseguito solo dalla Germania Ovest e dal Brasile). Beckenbauer si ritrovò quindi ad aver vinto il mondiale da giocatore, capitano (nel 1974) ed allenatore; tale record era stato ottenuto, in precedenza, solo da Mário Zagallo, e verrà ottenuto anche, nel 2018, da Didier Deschamps.

Dopo la vittoria del mondiale italiano, Beckenbauer lasciò la panchina all'assistente Berti Vogts, mentre la caduta del Muro di Berlino e la riunificazione tedesca del 3 ottobre 1990 portarono alla fusione delle due nazionali in una nuova definitiva nazionale tedesca, che esordì il 19 dicembre successivo, battendo per 4-0 in amichevole la Svizzera.[5] Una nuova finale fu raggiunta dalla Germania al campionato d'Europa 1992, dove i tedeschi furono sconfitti per 2-0 nell'atto conclusivo dalla sorprendente Danimarca, al primo successo in una manifestazione internazionale di rilievo e chiamata all'ultimo momento a partecipare all'europeo in sostituzione della squalificata Jugoslavia.

L'undici della Germania Ovest sceso in campo nella vittoriosa finale del campionato del mondo 1990, che ha dato ai tedesco-occidentali il terzo titolo mondiale.
Lothar Matthäus a segno dal dischetto nel corso del campionato del mondo 1994
Oliver Bierhoff decise con due gol (tra cui il primo golden goal della storia dell'europeo) la finale del campionato d'Europa 1996 tra Germania e Rep. Ceca

Ammessa di diritto alla fase finale del campionato del mondo 1994 negli Stati Uniti in quanto campione del mondo in carica, la Germania deluse, uscendo ai quarti di finale contro la Bulgaria, ma al campionato d'Europa 1996, dopo aver superato un duro girone comprendente ItaliaRep. Ceca e Russia, la Mannschaft di Vogts, capitanata da Jürgen Klinsmann, trionfò nuovamente nella rassegna continentale, sconfiggendo in finale per 2-1 a Wembley proprio i cechi, grazie alla doppietta di Oliver Bierhoff; la sfida fu decisa dal primo golden goal nella storia dell'europeo, quello dello stesso Bierhoff, il quale, andando in gol nel primo tempo supplementare, mise fine all'incontro. La partita si chiuse dunque immediatamente dopo la rete del centravanti dell'Udinese: per i tedeschi fu il terzo titolo europeo; il difensore Matthias Sammer fu eletto miglior calciatore della competizione e avrebbe vinto qualche mese dopo l'ambito Pallone d'oro.

La nazionale tedesca schierata per l'inno durante un match del campionato d'Europa 2004

La crisi di inizio millennio e i nuovi successi

Dopo la vittoria al campionato europeo del 1996, per la Germania iniziò un periodo di declino. La qualificazione al campionato del mondo 1998 in Francia fu ottenuta con patemi e si risolse in una brutta eliminazione ai quarti di finale. La gestione di Vogts si chiuse di lì a poco, lasciando una difficile eredità e una squadra da rifondare perché giunta alla fine di un ciclo. La Germania disputò, in qualità di campione d'Europa in carica, la Confederations Cup del 1999, dove, con una rosa piena di seconde linee, fu eliminata già dopo la fase a gironi. Qualificatasi al campionato d'Europa 2000, fu anche qui eliminata nella fase a gironi, senza vincere alcuna partita;[6] al termine di questa competizione si chiuse anche la carriera ultraventennale di Lothar Matthäus in nazionale.

Sotto la guida del CT Rudi Völler, i tedeschi si risollevarono al campionato mondiale del 2002, a cui si qualificarono tramite i play-off per la prima volta nella storia della Mannschaft. Sovvertendo i pronostici della vigilia, raggiunsero poi la finale di Yokohama, persa per 2-0 contro il Brasile di Ronaldo; il portiere tedesco Oliver Kahn vinse il premio come miglior giocatore del torneo, prima volta per un estremo difensore. Völler si dimise due anni dopo, al termine della fallimentare campagna al campionato d'Europa 2004, chiusa con l'eliminazione nella fase a gironi. La federcalcio tedesca dovette cercare il terzo commissario tecnico in nemmeno sei anni, contro i sei avuti nei settantacinque anni precedenti.

Bandiere tedesche a Bochum per assistere a Germania-Ecuador (20 giugno 2006).

A Völler subentrò l'ex centravanti Jürgen Klinsmann,[7] all'esordio come allenatore.[8] Il nuovo CT diede fiducia a promesse e calciatori di prospettiva, con l'intenzione di costruire una squadra giovane, in grado di produrre un calcio offensivo e divertente per il pubblico, in vista del successivo campionato del mondo, da disputare in casa. Nella Confederations Cup 2005, ospitata proprio dai tedeschi, gli uomini di Klinsmann ottennero il terzo posto,[9] risultato che fece ben sperare in vista del mondiale casalingo dell'anno successivo. Al campionato del mondo 2006 la squadra ottenne, difatti, un altro terzo posto, eliminata ancora una volta dall'Italia poi campione del mondo, stavolta in semifinale dopo i tempi supplementari.[10]

Joachim Löw, commissario tecnico della nazionale tedesca dal 2006 al 2021, ha conquistato il titolo mondiale nel 2014

Dopo le dimissioni di Klinsmann, gli subentrò il suo vice Joachim Löw. Egli confermò la squadra ai vertici mondiali, conseguendo il secondo posto al campionato d'Europa 2008, avendo perso per 1-0 la finale contro la Spagna, e il terzo posto al campionato del mondo 2010, dove fu ancora fatale una sconfitta contro la Spagna (questa volta in semifinale). Qualificatasi per il campionato europeo del 2012 con 10 vittorie in altrettanti incontri del girone eliminatorio, in Polonia e Ucraina la squadra di Löw, capitanata da Philipp Lahm e compagine dall'età media più bassa del torneo, si arrestò in semifinale, eliminata ancora dall'Italia. Seguì il trionfo al campionato del mondo 2014, ottenuto grazie allo storico successo per 7-1 contro il Brasile padrone di casa in semifinale e alla vittoria per 1-0 in finale contro l'Argentina dopo i tempi supplementari (gol di Mario Götze): per i tedeschi fu il quarto titolo mondiale della storia, risultato che consentì loro di agganciare gli italiani e di porsi alle spalle del solo Brasile per numero di vittorie nella massima rassegna calcistica planetaria.

La Germania vittoriosa al campionato del mondo 2014

Dopo il mondiale brasiliano lasciarono la nazionale Philipp LahmPer Mertesacker e Miroslav Klose. Al campionato d'Europa 2016 la squadra non andò oltre i quarti di finale e Bastian Schweinsteiger e Lukas Podolski si congedarono dalla Mannschaft, che vinse poi la Confederations Cup 2017 (battuto in finale il Cile per 1-0) con una rosa composta da molti giovani e giocatori da rodare in vista del mondiale di Russia 2018; tre giocatori tedeschi, Leon GoretzkaLars Stindl e Timo Werner, furono capocannonieri della manifestazione con 3 gol ciascuno. Malgrado la convincente qualificazione al mondiale russo, raggiunta con 10 vittorie in altrettanti incontri del girone eliminatorio, la Germania fu clamorosamente eliminata nella fase a gironi della Coppa del mondo, evento senza precedenti in un mondiale[11] Nonostante le aspre critiche ricevute, il CT Löw si vide confermato l'incarico alla guida della nazionale tedesca almeno per il successivo biennio,[12] segnato dal deludente risultato nella UEFA Nations League 2018-2019, dove la Germania giunse ultima nel proprio minigirone, evitando la retrocessione in Lega B solo per una modifica regolamentare.[13] Malgrado la decisione di rinunciare a pedine fondamentali quali Müller (richiamato due anni dopo), Hummels e Boateng[14] per rifondare l'organico, Löw mancò la qualificazione alla final four della UEFA Nations League 2020-2021 perdendo rovinosamente per 6-0 in casa della Spagna (peggiore rovescio della storia della Mannschaft in gare ufficiali), in una partita in cui un pareggio le sarebbe bastato per qualificarsi alla fase finale del torneo, e deluse anche al campionato d'Europa 2020, dove uscì agli ottavi di finale.

Chiusasi la gestione di Löw (rimasto in carica per poco meno di 15 anni, diventando il secondo CT più longevo dopo Herberger), la nazionale tedesca è stata affidata ad Hans-Dieter Flick, che con sette vittorie nelle sue prime sette gare, evento senza precedenti per un CT della Mannschaft, ha qualificato la squadra al campionato del mondo 2022.

Strutture

Stadio

La nazionale tedesca di calcio non dispone di uno stadio che ne ospita le partite casalinghe in modo fisso. Nel corso della sua storia la Mannschaft ha giocato in 43 città diverse, compresa Vienna, che dal 1938 al 1942, all'epoca dell'occupazione tedesca, ospitò tre partite della nazionale tedesca.

La città che ha ospitato la maggior parte delle partite interne della Germania è Berlino, che fu sede del primo match dei tedeschi, nel 1908 contro l'Inghilterra. Altre città in cui la nazionale ha giocato di frequente sono AmburgoStoccardaHannoverDortmund e Monaco di Baviera, che ospitò la finale del campionato mondiale di calcio 1974, vinta dalla Germania Ovest contro i Paesi Bassi.

Colori e simboli

Philipp Lahm con la classica divisa casalinga tedesca: maglia bianca abbinata a calzoncini neri e calzettoni bianchi.

Dagli esordi la nazionale tedesca ha sempre indossato come prima tenuta un completo bianco (a volte con bordini neri), con calzoncini neri e calzettoni bianchi; si trattava dei colori della bandiera della Prussia. Dopo la scissione delle due Germanie, la Germania Ovest ha continuato a usare questo abbigliamento casalingo, mentre la Germania Est ha giocato in blu, colore che non verrà mai ripreso dopo la riunificazione.

Nel 1988 appare un vistoso tricolore tedesco che parte dalla spalla destra e copre quasi tutto il petto. La scelta del fornitore tecnico è felice, perché ricollega la caduta del muro di Berlino, la successiva fusione delle due nazionali e la vittoria al mondiale italiano del 1990, pertanto i colori nazionali diventano un motivo frequente per almeno sei anni: ridotti alle spalle nel 1992, tornano in maniera molto invasiva nel petto nel 1994 ma come rombi a sfumature tricolori, simili al piumaggio presente nel petto di un'aquila. Nel 1996 c'è un ritorno alla semplicità, con una tenuta completamente bianca e nera con un tricolore nel colletto e nei bordi delle maniche. Un piccolo tricolore, formato da tre righine orizzontali sul petto, torna nel 1998, per poi figurare negli anni successivi in piccoli ornamenti più o meno vistosi. In occasione del campionato mondiale del 2014 viene realizzata una divisa decisamente di rottura rispetto al passato: la maglia, bianca, reca in petto una vistosa "V" con gradiente di varie tonalità di rosso, mentre i pantaloncini non sono più neri ma diventano anch'essi bianchi.[15] Nel campionato mondiale del 2018 viene ripresa la famosa grafica del 1990, questa volta con le tre strisce di diverse tonalità di grigio. Per il campionato d'Europa 2020 (disputatosi nel 2021 a causa della pandemia di COVID-19) adidas disegna una maglia innovativa, caratterizzata dalle sottili strisce orizzontali di colore nero.

Pierre Littbarski e Lothar Matthäus sollevano la Coppa del mondo vinta dalla Germania Ovest a Italia 1990, con indosso la maglia introdotta al campionato d'Europa 1988, fasciata dal tricolore tedesco e presto divenuta tra le più iconiche nella storia della Mannschaft.[16]

Se la tenuta casalinga, ornamenti a parte, è rimasta quasi sempre invariata anche e nonostante le vicissitudini politiche, molto più tribolata è la storia della divisa da trasferta. La seconda casacca tedesca è tradizionalmente di color verde. Per lungo tempo è sopravvissuta la credenza secondo cui questo colore fosse stato scelto in onore e rispetto dell'Irlanda, prima compagine non confinante che accettò un confronto calcistico con la Germania Ovest nell'immediato secondo dopoguerra;[17] in realtà, il verde è semplicemente derivato dal colore preminente nello stemma del Deutscher Fußball-Bund, la federcalcio tedesca.[18][19] La maglia verde, indossata per la prima volta al campionato del mondo 1954,[18] ha caratterizzato la vittoria del primo Campionato europeo del 1972,[20] e ha accompagnato la Germania anche dopo la riunificazione con l'Est, fino al 1º settembre 2001: in questa data la Germania ha giocato in maglia verde quella che è stata la sua peggior sconfitta casalinga in epoca moderna, un 1-5 contro l'Inghilterra all'Olympiastadion di Monaco di Baviera.

Dopo questa débâcle la maglia verde è stata accantonata,[21] e nel decennio successivo è iniziata una lenta evoluzione della seconda divisa. Il 2002 ha visto l'introduzione di una divisa con due tonalità di grigio, mentre nel 2004 ha debuttato una maglia completamente nera con dettagli gialli e rossi.[21] La Confederations Cup 2005 ha visto l'esordio di una maglia rossa, fortemente voluta dal CT Jürgen Klinsmann (convinto che il colore rosso potesse dare un vantaggio psicologico alla squadra in termini di aggressività[22]); questa divisa è stata la più utilizzata come seconda maglia durante gli anni duemila, e in particolare Klinsmann premette per utilizzare proprio questa come prima divisa nei Mondiali casalinghi del 2006,[22] salvo poi desistere. Il 2010 ha visto nuovamente una maglia nera, stavolta con inserti oro.[21] Con l'Europeo del 2012, in occasione del quarantennale della conquista del primo alloro continentale, c'è il ritorno della classica seconda divisa verde.[20][23][24] Per il campionato mondiale del 2014 vinto dalla compagine tedesca viene realizzata una rivoluzionaria maglia a larghe strisce orizzontali rosse e nere.

Il simbolo della nazionale tedesca non è quello del DFB, ma una tradizionale aquila nera stilizzata, che richiama lo stemma nazionale. Il fornitore tecnico è, oramai dal 1980, il gruppo tedesco adidas, rimpiazzando la Erima, un'azienda teutonica di proprietà della stessa adidas.

Divise storiche

Casa[25]

Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1908 (prima maglia)
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Mondiale
1934
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Mondiale 1938[26]
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Mondiale 1954
 
Manica sinistra
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Maglietta
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Calzettoni
Calzettoni
Mondiale 1962
 
Manica sinistra
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Maglietta
Maglietta
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Pantaloncini
Calzettoni
Mondiali
1966-1970
Manica sinistra
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Maglietta
Maglietta
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Calzettoni
Mondiale 1974
 
Manica sinistra
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Calzettoni
Mondiale 1978
 
Manica sinistra
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Europeo 1980
 
Manica sinistra
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Calzettoni
Calzettoni
Mondiale 1982
 
 
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Pantaloncini
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Calzettoni
Europeo 1984
 
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Maglietta
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Pantaloncini
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Calzettoni
Mondiale 1986
 
Manica sinistra
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Maglietta
Maglietta
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Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Europeo 1988 e Mondiale 1990
Manica sinistra
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Maglietta
Maglietta
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Pantaloncini
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Calzettoni
Europeo 1992
 
Manica sinistra
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Maglietta
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Pantaloncini
Pantaloncini
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Mondiale 1994
 
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Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Europeo 1996
 
Manica sinistra
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Maglietta
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Pantaloncini
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Calzettoni
Calzettoni
Mondiale 1998
 
Manica sinistra
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Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Europeo 2000
 
Manica sinistra
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Calzettoni
Mondiale 2002
 
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Europeo 2004
 
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Maglietta
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Pantaloncini
Pantaloncini
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Calzettoni
Mondiale 2006
 
Manica sinistra
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Maglietta
Maglietta
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Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Europeo 2008
 
Manica sinistra
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Maglietta
Maglietta
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Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Mondiale 2010
 
Manica sinistra
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Maglietta
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Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Europeo 2012
 
Manica sinistra
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Maglietta
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Pantaloncini
Pantaloncini
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Calzettoni
Mondiale 2014
 
Manica sinistra
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Maglietta
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Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Europeo 2016
 
 
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Maglietta
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Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Confederations Cup 2017
 
Manica sinistra
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Maglietta
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Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Mondiale 2018
 
 
Manica sinistra
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Maglietta
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Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Europeo 2020
 

Trasferta[25]

Manica sinistra
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Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Mondiali 1954-1958
Manica sinistra
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Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Mondiali 1966-1970
Manica sinistra
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Maglietta
Maglietta
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Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Mondiale 1974
 
Manica sinistra
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Maglietta
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Manica destra
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Pantaloncini
Calzettoni
Europeo 1980 e Mondiale 1982
Manica sinistra
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Maglietta
Maglietta
Manica destra
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Calzettoni
Europeo 1984
 
Manica sinistra
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Maglietta
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Pantaloncini
Calzettoni
Mondiale 1986
 
Manica sinistra
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Maglietta
Maglietta
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Pantaloncini
Calzettoni
Europeo 1988 e Mondiale 1990
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Europeo 1992
 
Manica sinistra
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Maglietta
Maglietta
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Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Mondiale 1994
 
Manica sinistra
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Maglietta
Maglietta
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Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Europeo 1996
 
Manica sinistra
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Maglietta
Maglietta
Manica destra
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Pantaloncini
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Calzettoni
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Mondiale 1998
 
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Europeo 2000
 
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Pantaloncini
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Mondiale 2002
 
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Maglietta
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Pantaloncini
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Europeo 2004
 
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Pantaloncini
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Confederations Cup 2005
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Maglietta
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Pantaloncini
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Mondiale 2006
 
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Pantaloncini
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Europeo 2008
 
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Mondiale 2010
 
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Europeo 2012
 
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Mondiale 2014
 
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Europeo 2016
 
 
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Mondiale 2018
 
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Pantaloncini
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Calzettoni
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Europeo 2020
 

Palmarès

Svizzera 1954Germania Ovest 1974Italia 1990Brasile 2014
Belgio 1972Italia 1980Inghilterra 1996
Russia 2017

Partecipazioni ai tornei internazionali

Campionato del mondo
Edizione Risultato
1930 Non partecipante
1934 Terzo posto Bronze medal world centered-2.svg
1938 Ottavi di finale
1950 Squalificata
1954 Campione Coppa Jules Rimet Icon.svg
1958 Quarto posto
1962 Quarti di finale
1966 Secondo posto Silver medal world centered-2.svg
1970 Terzo posto Bronze medal world centered-2.svg
1974 Campione FIFA World Cup Icon (Campionato mondiale di calcio).svg
1978 Secondo turno
1982 Secondo posto Silver medal world centered-2.svg
1986 Secondo posto Silver medal world centered-2.svg
1990 Campione FIFA World Cup Icon (Campionato mondiale di calcio).svg
1994 Quarti di finale
1998 Quarti di finale
2002 Secondo posto Silver medal world centered-2.svg
2006 Terzo posto Bronze medal world centered-2.svg
2010 Terzo posto Bronze medal world centered-2.svg
2014 Campione FIFA World Cup Icon (Campionato mondiale di calcio).svg
2018 Primo turno
2022 Qualificata
Campionato europeo
Edizione Risultato
1960 Non partecipante
1964 Non partecipante
1968 Non qualificata
1972 Campione UEFA European Cup.svg
1976 Secondo posto Silver medal europe.svg
1980 Campione UEFA European Cup.svg
1984 Primo turno
1988 Semifinali Bronze medal europe.svg
1992 Secondo posto Silver medal europe.svg
1996 Campione UEFA European Cup.svg
2000 Primo turno
2004 Primo turno
2008 Secondo posto Silver medal europe.svg
2012 Semifinali Bronze medal europe.svg[27]
2016 Semifinali Bronze medal europe.svg
2020 Ottavi di finale
Giochi olimpici[28]
Edizione Risultato
1908 Non partecipante
1912 Turno di qualificazione
1920 Non partecipante
1924 Non partecipante
1928 Quarti di finale
1936 Quarti di finale
1948 Non partecipante
Confederations Cup
Edizione Risultato
1992 Rinuncia
1995 Non invitata
1997 Rinuncia
1999 Primo turno
2001 Non qualificata
2003 Rinuncia[29]
2005 Terzo posto Bronzen medaille.svg
2009 Non qualificata
2013 Non qualificata
2017 Campione Gouden medaille.svg


LegendaGrassetto: Risultato migliore, Corsivo: Mancate partecipazioni

 

Statistiche

  • La prima partita in campo internazionale della nazionale tedesca fu giocata il 5 aprile 1908 a Basilea, in Svizzera, contro la nazionale elvetica, che batté i tedeschi per 5-3. La vittoria con più gol della nazionale tedesca (16-0) si verificò contro la Russia il 1º luglio 1912 a Stoccolma, in Svezia. La partita in cui la Germania subì più gol risale al 13 marzo 1909 ad Oxford in Inghilterra; i tedeschi persero per 0-9 contro la nazionale inglese dilettanti.
  • La nazionale tedesca ha giocato 19 volte la fase finale della Coppa del mondo, la prima nel 1934; ha trionfato quattro volte, nel 195419741990 e 2014, e ha ottenuto il secondo posto quattro volte, oltre a detenere il record di semifinali disputate (13, due in più del Brasile, fermo a quota 11 malgrado abbia dsputato due fasi finali del mondiale in più rispetto ai tedeschi).
  • L'esordio della Germania al campionato europeo risale al 1972; la Germania ha giocato in tutto 13 fasi finali del torneo (record), vincendo 3 volte: nel 19721980 e 1996. Nella competizione vanta altresì tre secondi posti. Complessivamente la Germania è la nazionale europea con il maggior numero di presenze e di partite disputate nelle due massime competizioni, europeo e mondiale.
  • La nazionale tedesca ha partecipato a tre edizioni della Confederations Cup, vincendone l'edizione 2017.
  • Capitani onorari della squadra (Ehrenspielführer) sono Fritz WalterUwe SeelerFranz Beckenbauer e Lothar Matthäus. Il calciatore che ha giocato più partite con la squadra è Lothar Matthäus, con 150 presenze; Miroslav Klose ha invece segnato il maggior numero di gol nella storia della nazionale, 71.
  • La nazionale tedesca è, insieme a quella brasiliana, l'unica ad avere sempre ottenuto sul campo (con l'esclusione delle edizioni del 1974 e del 2006 giocate in casa, per le quali la qualificazione era diretta, così come lo era per le nazionali campioni in carica fino al 2002) la qualificazione alle fasi finali della Coppa del mondo (le due edizioni a cui non ha partecipato furono dovute a rinuncia, nel 1930, e esclusione per motivi politici post-bellici, nel 1950)
  • La Germania è, insieme al Brasile, una delle due nazionali che hanno disputato più di 100 partite nelle fasi finali della medesima competizione (dopo il campionato del mondo 2018 sono entrambe a quota 109 partite). Le due squadre si sono affrontate nelle fasi finali del mondiale due volte, nella finale del campionato del mondo 2002 (vinta per 2-0 dai brasiliani) e nella semifinale del campionato del mondo 2014 (vinta per 7-1 dai tedeschi).
  • Nella partita d'esordio al campionato del mondo 2014 contro il Portogallo la Germania è diventata la prima squadra a giocare 100 partite nelle fasi finali del torneo[30] (seguita, nel corso dello stesso torneo, dal Brasile, che ha raggiunto e superato anch'essa il totale delle 100 partite; attualmente, dopo l'edizione 2018, le due nazionali condividono il record del maggior numero di partite disputate nella fase finale del mondiale, ma la nazionale brasiliana ha ottenuto questo risultato con due partecipazioni in più rispetto a quella tedesca).
  • La Germania è, insieme al Brasile, una delle due sole nazionali che hanno disputato tre finali del mondiale consecutive (19821986 e 1990) e la sola nazionale ad aver disputato tre finali dell'europeo consecutive (197219761980).
  • La Germania è la nazionale che ha ottenuto la più ampia vittoria in una semifinale del mondiale, avendo battuto, a campionato del mondo 2014, i padroni di casa del Brasile per 7-1. Con la successiva vittoria finale dell'edizione la Germania è diventata, infine, la prima nazionale europea a vincere il titolo mondiale nel continente americano.[31]
  • Dalla Confederations Cup 2005 alla Confederations Cup 2017 la nazionale tedesca ha fatto registrare una striscia di 8 competizioni consecutive tra europei, mondiali e Confederations Cup in cui ha raggiunto almeno la semifinale.

Statistiche dettagliate sui tornei internazionali

Mondiali

Anno Luogo Piazzamento V N P Gol
1930 Uruguay Uruguay Non partecipante - - - -
1934 Italia Italia Terzo posto Bronze medal world centered-2.svg 3 0 1 11:8
1938 Francia Francia Ottavi di finale 0 1 1 3:5
1950 Brasile Brasile Squalificata[32] - - - -
1954 Svizzera Svizzera Campione Coppa Jules Rimet Icon.svg 5 0 1 25:14
1958 Svezia Svezia Quarto posto 2 2 2 12:14
1962 Cile Cile Quarti di finale 2 1 1 4:2
1966 Inghilterra Inghilterra Secondo posto Silver medal world centered-2.svg 4 1 1 15:6
1970 Messico Messico Terzo posto Bronze medal world centered-2.svg 5 0 1 17:10
1974 bandiera Germania Ovest Campione FIFA World Cup Icon (Campionato mondiale di calcio).svg 6 0 1 13:4
1978 Argentina Argentina Secondo turno 1 4 1 10:5
1982 Spagna Spagna Secondo posto Silver medal world centered-2.svg 3 2 2 12:10
1986 Messico Messico Secondo posto Silver medal world centered-2.svg 3 2 2 8:7
1990 Italia Italia Campione FIFA World Cup Icon (Campionato mondiale di calcio).svg 5 2 0 15:5
1994 Stati Uniti Stati Uniti Quarti di finale 3 1 1 9:7
1998 Francia Francia Quarti di finale 3 1 1 8:6
2002 Corea del Sud Corea del Sud / Giappone Giappone Secondo posto Silver medal world centered-2.svg 5 1 1 14:3
2006 Germania Germania Terzo posto Bronze medal world centered-2.svg 5 1 1 14:6
2010 Sudafrica Sudafrica Terzo posto Bronze medal world centered-2.svg 5 0 2 16:5
2014 Brasile Brasile Campione FIFA World Cup Icon (Campionato mondiale di calcio).svg 6 1 0 18:4
2018 Russia Russia Primo turno 1 0 2 2:4
2022 Qatar Qatar Qualificata 0 0 0 0:0

Europei

Anno Luogo Piazzamento V N P Gol
1960 Francia Francia Non partecipante - - - -
1964 Spagna Spagna Non partecipante - - - -
1968 Italia Italia Non qualificata - - - -
1972 Belgio Belgio Campione UEFA European Cup.svg 2 0 0 5:1
1976 Jugoslavia Jugoslavia Secondo posto Silver medal europe.svg 1 1 0 6:4
1980 Italia Italia Campione UEFA European Cup.svg 3 1 0 6:3
1984 Francia Francia Primo turno 1 1 1 2:2
1988 bandiera Germania Ovest Semifinali Bronze medal europe.svg 2 1 1 6:3
1992 Svezia Svezia Secondo posto Silver medal europe.svg 2 1 2 7:8
1996 Inghilterra Inghilterra Campione UEFA European Cup.svg 4 2 0 10:3
2000 Belgio Belgio / Paesi Bassi Paesi Bassi Primo turno 0 1 2 1:5
2004 Portogallo Portogallo Primo turno 0 2 1 2:3
2008 Austria Austria / Svizzera Svizzera Secondo posto Silver medal europe.svg 4 0 2 10:7
2012 Polonia Polonia / Ucraina Ucraina Semifinali Bronze medal europe.svg 4 0 1 10:6
2016 Francia Francia Semifinali Bronze medal europe.svg 3 2 1 7:3
2020[33] Europa Europa Ottavi di finale 1 1 2 6:7

Confederations Cup

Anno Luogo Piazzamento V N P Gol
1992 Arabia Saudita Arabia Saudita Rinuncia - - - -
1995 Arabia Saudita Arabia Saudita Non invitata - - - -
1997 Arabia Saudita Arabia Saudita Rinuncia - - - -
1999 Messico Messico Primo turno 1 0 2 2:6
2001 Corea del Sud Corea del Sud / Giappone Giappone Non qualificata - - - -
2003 Francia Francia Rinuncia - - - -
2005 Germania Germania Terzo posto Bronzen medaille.svg 3 1 1 15:11
2009 Sudafrica Sudafrica Non qualificata - - - -
2013 Brasile Brasile Non qualificata - - - -
2017 Russia Russia Campione Gouden medaille.svg 4 1 0 12:5

Nations League

Anno Luogo (fase finale) Piazzamento V N P Gol
2018-2019 Portogallo Portogallo 11º in Lega A[34] 0 2 2 3:7
2020-2021 Italia Italia 8º in Lega A 2 3 1 10:13

Olimpiadi

Anno Luogo Piazzamento V N P Gol
1908 Londra Non partecipante - - - -
1912 Stoccolma Turno di qualificazione 0 0 1 1:5
1920 Anversa Non partecipante - - - -
1924 Parigi Non partecipante - - - -
1928 Amsterdam Quarti di finale 1 0 1 5:4
1936 Berlino Quarti di finale 1 0 1 9:2
1948 Londra Non partecipante - - - -

Tutte le rose

Mondiali

Germania nazista e post-bellica (dal 1933 al 1949)

Coppa del Mondo FIFA 1934
Buchloh, P Jakob, P Kreß, D Busch, D Haringer, D Schwartz, C Albrecht, C Gramlich, C Janes, C Münzenberg, C Szepan, C Zielinski, A Bender, A Conen, A Dienert, A Heidemann, A Hohmann, A Kobierski, A Lehner, A Noack, A Siffling, A StrebCTNerz
Coppa del Mondo FIFA 1938
Buchloh, P Jakob, P Raftl, D Janes, D Schmaus, D Streitle, C Goldbrunner, C Kitzinger, C Kupfer, C Mock, C Münzenberg, C Skoumal, C Wagner, A Gauchel, A Gellesch, A Hahnemann, A Lehner, A Neumer, A Pesser, A Siffling, A Stroh, A SzepanCTHerberger

Germania Ovest (dal 1949 al 1990)

Coppa del Mondo FIFA 1954
Turek, 2 Laband, 3 Kohlmeyer, 4 Bauer, 5 Erhardt, 6 Eckel, 7 Posipal, 8 Mai, 9 Mebus, 10 Liebrich, 11 Metzner, 12 Rahn, 13 Morlock, 14 Klodt, 15 O. Walter, 16 F. Walter, 17 Herrmann, 18 Biesinger, 19 Pfaff, 20 Schäfer, 21 Kubsch, 22 KwiatkowskiCTHerberger
Coppa del Mondo FIFA 1958
Herkenrath, 2 Erhardt, 3 Juskowiak, 4 Eckel, 5 Wewers, 6 Szymaniak, 7 Stollenwerk, 8 Rahn, 9 Walter, 10 Schmidt, 11 Schäfer, 12 Seeler, 13 Klodt, 14 Cieslarczyk, 15 Kelbassa, 16 Sturm, 17 Schnellinger, 18 Hoffmann, 19 Peters, 20 Nuber, 21 Sawitzki, 22 KwiatkowskiCTHerberger
Coppa del Mondo FIFA 1962
Tilkowski, 2 Erhardt, 3 Schnellinger, 4 Schulz, 5 Wilden, 6 Szymaniak, 7 Koslowski, 8 Haller, 9 Seeler, 10 Brülls, 11 Schäfer, 12 Nowak, 13 Kurbjuhn, 14 Werner, 15 Giesemann, 16 Sturm, 17 Kraus, 18 Herrmann, 19 Strehl, 20 Vollmar, 21 Sawitzki, 22 FahrianCTHerberger
Coppa del Mondo FIFA 1966
Tilkowski, 2 Höttges, 3 Schnellinger, 4 Beckenbauer, 5 Schulz, 6 Weber, 7 Brülls, 8 Haller, 9 Seeler, 10 Held, 11 Emmerich, 12 Overath, 13 Hornig, 14 Lutz, 15 Patzke, 16 Lorenz, 17 Paul, 18 Sieloff, 19 Krämer, 20 Grabowski, 21 Bernard, 22 MaierCTSchön
Coppa del Mondo FIFA 1970
Maier, 2 Höttges, 3 Schnellinger, 4 Beckenbauer, 5 Schulz, 6 Weber, 7 Vogts, 8 Haller, 9 Seeler, 10 Held, 11 Fichtel, 12 Overath, 13 Müller, 14 Libuda, 15 Patzke, 16 Lorenz, 17 Löhr, 18 Sieloff, 19 Dietrich, 20 Grabowski, 21 Manglitz, 22 WolterCTSchön
Coppa del Mondo FIFA 1974
Maier, 2 Vogts, 3 Breitner, 4 Schwarzenbeck, 5 Beckenbauer, 6 Höttges, 7 Wimmer, 8 Cullmann, 9 Grabowski, 10 Netzer, 11 Heynckes, 12 Overath, 13 Müller, 14 Hoeneß, 15 Flohe, 16 Bonhof, 17 Hölzenbein, 18 Herzog, 19 Kapellmann, 20 Kremers, 21 Nigbur, 22 KleffCTSchön
Coppa del Mondo FIFA 1978
Maier, 2 Vogts, 3 Dietz, 4 Rüssmann, 5 Kaltz, 6 Bonhof, 7 Abramczik, 8 Zimmermann, 9 Fischer, 10 Flohe, 11 Rummenigge, 12 Schwarzenbeck, 13 Konopka, 14 D. Müller, 15 Beer, 16 Cullmann, 17 Hölzenbein, 18 Zewe, 19 Worm, 20 H. Müller, 21 Kargus, 22 BurdenskiCTSchön
Coppa del Mondo FIFA 1982
Schumacher, 2 Briegel, 3 Breitner, 4 K. Förster, 5 B. Förster, 6 Dremmler, 7 Littbarski, 8 Fischer, 9 Hrubesch, 10 Müller, 11 Rummenigge, 12 Hannes, 13 Reinders, 14 Magath, 15 Stielike, 16 T.Allofs, 17 Engels, 18 Matthäus, 19 Hieronymus, 20 Kaltz, 21 Franke, 22 ImmelCTDerwall
Coppa del Mondo FIFA 1986
Schumacher, 2 Briegel, 3 Brehme, 4 Förster, 5 Herget, 6 Eder, 7 Littbarski, 8 Matthäus, 9 Völler, 10 Magath, 11 Rummenigge, 12 Stein, 13 Allgöwer, 14 Berthold, 15 Augenthaler, 16 Thon, 17 Jakobs, 18 Rahn, 19 K.Allofs, 20 Hoeneß, 21 Rolff, 22 ImmelCTBeckenbauer
Coppa del Mondo FIFA 1990
Illgner, 2 Reuter, 3 Brehme, 4 Kohler, 5 Augenthaler, 6 Buchwald, 7 Littbarski, 8 Häßler, 9 Völler, 10 Matthäus, 11 Mill, 12 Aumann, 13 Riedle, 14 Berthold, 15 Bein, 16 Steiner, 17 Möller, 18 Klinsmann, 19 Pflügler, 20 Thon, 21 Hermann, 22 KöpkeCTBeckenbauer

Germania riunificata (dal 1991)

Coppa del Mondo FIFA 1994
Illgner, 2 Strunz, 3 Brehme, 4 Kohler, 5 Helmer, 6 Buchwald, 7 Möller, 8 Häßler, 9 Riedle, 10 Matthäus, 11 Kuntz, 12 Köpke, 13 Völler, 14 Berthold, 15 Gaudino, 16 Sammer, 17 Wagner, 18 Klinsmann, 19 Kirsten, 20 Effenberg, 21 Basler, 22 KahnCTVogts
Coppa del Mondo FIFA 1998
Köpke, 2 Wörns, 3 Heinrich, 4 Kohler, 5 Helmer, 6 Thon, 7 Möller, 8 Matthäus, 9 Kirsten, 10 Häßler, 11 Marschall, 12 Kahn, 13 Jeremies, 14 Babbel, 15 Freund, 16 Hamann, 17 Ziege, 18 Klinsmann, 19 Reuter, 20 Bierhoff, 21 Tarnat, 22 LehmannCTVogts
Coppa del Mondo FIFA 2002
Kahn, 2 Linke, 3 Rehmer, 4 Baumann, 5 Ramelow, 6 Ziege, 7 Neuville, 8 Hamann, 9 Jancker, 10 Ricken, 11 Klose, 12 Lehmann, 13 Ballack, 14 Asamoah, 15 Kehl, 16 Jeremies, 17 Bode, 18 Böhme, 19 Schneider, 20 Bierhoff, 21 Metzelder, 22 Frings, 23 ButtCTVöller
Coppa del Mondo FIFA 2006
Lehmann, 2 Jansen, 3 Friedrich, 4 Huth, 5 Kehl, 6 Nowotny, 7 Schweinsteiger, 8 Frings, 9 Hanke, 10 Neuville, 11 Klose, 12 Kahn, 13 Ballack, 14 Asamoah, 15 Hitzlsperger, 16 Lahm, 17 Mertesacker, 18 Borowski, 19 Schneider, 20 Podolski, 21 Metzelder, 22 Odonkor, 23 HildebrandCTKlinsmann
Coppa del Mondo FIFA 2010
Neuer, 2 Jansen, 3 Friedrich, 4 Aogo, 5 Taşçı, 6 Khedira, 7 Schweinsteiger, 8 Özil, 9 Kießling, 10 Podolski, 11 Klose, 12 Wiese, 13 Müller, 14 Badstuber, 15 Trochowski, 16 Lahm, 17 Mertesacker, 18 Kroos, 19 Cacau, 20 Boateng, 21 Marin, 22 Butt, 23 GómezCTLöw
Coppa del Mondo FIFA 2014
Neuer, 2 Großkreutz, 3 Ginter, 4 Höwedes, 5 Hummels, 6 Khedira, 7 Schweinsteiger, 8 Özil, 9 Schürrle, 10 Podolski, 11 Klose, 12 Zieler, 13 Müller, 14 Draxler, 15 Durm, 16 Lahm, 17 Mertesacker, 18 Kroos, 19 Götze, 20 Boateng, 21 Mustafi, 22 Weidenfeller, 23 KramerCTLöw
Coppa del Mondo FIFA 2018
Neuer, 2 Plattenhardt, 3 Hector, 4 Ginter, 5 Hummels, 6 Khedira, 7 Draxler, 8 Kroos, 9 Werner, 10 Özil, 11 Reus, 12 Trapp, 13 Müller, 14 Goretzka, 15 Süle, 16 Rüdiger, 17 Boateng, 18 Kimmich, 19 Rudy, 20 Brandt, 21 Gündoğan, 22 ter Stegen, 23 GómezCTLöw

Campionato d'Europa

Germania Ovest (dal 1960 al 1990)

Campionato d’Europa UEFA 1972
Kleff, P Maier, D Beckenbauer, D Bella, D Breitner, D Höttges, D Schwarzenbeck, D Vogts, C Bonhof, C Hoeneß, C Köppel, C Netzer, A Grabowski, A Heynckes, A Kremers, A Löhr, A Müller, A WimmerCTSchön
Campionato d’Europa UEFA 1976
Maier, 2 Vogts, 3 Dietz, 4 Schwarzenbeck, 5 Beckenbauer, 6 Wimmer, 7 Bonhof, 8 Hoeneß, 9 D. Müller, 10 Beer, 11 Hölzenbein, 12 Worm, 13 Danner, 14 Bongartz, 15 Flohe, 16 Nogly, 17 Kaltz, 18 Kargus, 19 Reichel, 20 Stielike, 21 Dürnberger, 22 FrankeCTSchön
Campionato d’Europa UEFA 1980
Schumacher, 2 Briegel, 3 Cullmann, 4 K.H. Förster, 5 Dietz, 6 Schuster, 7 B. Förster, 8 Rummenigge, 9 Hrubesch, 10 H. Müller, 11 K. Allofs, 12 Memering, 13 Bonhof, 14 Magath, 15 Stielike, 16 Zimmermann, 17 Del'Haye, 18 Matthäus, 19 Votava, 20 Kaltz, 21 Junghans, 22 ImmelCTDerwall
Campionato d’Europa UEFA 1984
Schumacher, 2 Briegel, 3 Strack, 4 K.H. Förster, 5 B. Förster, 6 Rolff, 7 Brehme, 8 K. Allofs, 9 Völler, 10 Meier, 11 Rummenigge, 12 Burdenski, 13 Matthäus, 14 Falkenmayer, 15 Stielike, 16 Bruns, 17 Littbarski, 18 Buchwald, 19 Bommer, 20 RolederCTDerwall
Campionato d’Europa UEFA 1988
Immel, 2 Buchwald, 3 Brehme, 4 Kohler, 5 Herget, 6 Borowka, 7 Littbarski, 8 Matthäus, 9 Völler, 10 Thon, 11 Mill, 12 Illgner, 13 Wuttke, 14 Berthold, 15 Pflügler, 16 Eckstein, 17 Dorfner, 18 Klinsmann, 19 Sauer, 20 RolffCTBeckenbauer

Germania riunificata (dal 1991)

Campionato d’Europa UEFA 1992
Illgner, 2 Reuter, 3 Brehme, 4 Kohler, 5 Binz, 6 Buchwald, 7 Möller, 8 Häßler, 9 Völler, 10 Doll, 11 Riedle, 12 Kopke, 13 Thom, 14 Helmer, 15 Frontzek, 16 Sammer, 17 Effenberg, 18 Klinsmann, 19 Schulz, 20 WörnsCTVogts
Campionato d’Europa UEFA 1996
Köpke, 2 Reuter, 3 Bode, 4 Freund, 5 Helmer, 6 Sammer, 7 Möller, 8 Scholl, 9 Bobic, 10 Häßler, 11 Kuntz, 12 Kahn, 13 Basler, 14 Babbel, 15 Kohler, 16 Schneider, 17 Ziege, 18 Klinsmann, 19 Strunz, 20 Bierhoff, 21 Eilts, 22 Reck, 23 TodtCTVogts
Campionato d’Europa UEFA 2000
Kahn, 2 Babbel, 3 Rehmer, 4 Linke, 5 Bode, 6 Nowotny, 7 Scholl, 8 Häßler, 9 Kirsten, 10 Matthäus, 11 Rink, 12 Lehmann, 13 Ballack, 14 Hamann, 15 Wosz, 16 Jeremies, 17 Ziege, 18 Deisler, 19 Jancker, 20 Bierhoff, 21 Ramelow, 22 ButtCTRibbeck
Campionato d’Europa UEFA 2004
Kahn, 2 Hinkel, 3 Friedrich, 4 Wörns, 5 Nowotny, 6 Baumann, 7 Schweinsteiger, 8 Hamann, 9 Bobic, 10 Kurányi, 11 Klose, 12 Lehmann, 13 Ballack, 14 Brdarić, 15 Kehl, 16 Jeremies, 17 Ziege, 18 Ernst, 19 Schneider, 20 Podolski, 21 Lahm, 22 Frings, 23 HildebrandCTVöller
Campionato d’Europa UEFA 2008
Lehmann, 2 Jansen, 3 Friedrich, 4 Fritz, 5 Westermann, 6 Rolfes, 7 Schweinsteiger, 8 Frings, 9 Gómez, 10 Neuville, 11 Klose, 12 Enke, 13 Ballack, 14 Trochowski, 15 Hitzlsperger, 16 Lahm, 17 Mertesacker, 18 Borowski, 19 Odonkor, 20 Podolski, 21 Metzelder, 22 Kurányi, 23 AdlerCTLöw
Campionato d’Europa UEFA 2012
Neuer, 2 Gündoğan, 3 Schmelzer, 4 Höwedes, 5 Hummels, 6 Khedira, 7 Schweinsteiger, 8 Özil, 9 Schürrle, 10 Podolski, 11 Klose, 12 Wiese, 13 Müller, 14 Badstuber, 15 Bender, 16 Lahm, 17 Mertesacker, 18 Kroos, 19 Götze, 20 Boateng, 21 Reus, 22 Zieler, 23 GómezCTLöw
Campionato d’Europa UEFA 2016
Neuer, 2 Mustafi, 3 Hector, 4 Höwedes, 5 Hummels, 6 Khedira, 7 Schweinsteiger, 8 Özil, 9 Schürrle, 10 Podolski, 11 Draxler, 12 Leno, 13 Müller, 14 Can, 15 Weigl, 16 Tah, 17 Boateng, 18 Kroos, 19 Götze, 20 Sané, 21 Kimmich, 22 ter Stegen, 23 GómezCTLöw
Campionato d'Europa UEFA 2020
Neuer, 2 Rüdiger, 3 Halstenberg, 4 Ginter, 5 Hummels, 6 Kimmich, 7 Havertz, 8 Kroos, 9 Volland, 10 Gnabry, 11 Werner, 12 Leno, 13 Hofmann, 14 Musiala, 15 Süle, 16 Klostermann, 17 Neuhaus, 18 Goretzka, 19 Sané, 20 Gosens, 21 Gündoğan, 22 Trapp, 23 Can, 24 Koch, 25 Müller, 26 GünterCTLöw

Confederations Cup

FIFA Confederations Cup 1999
Lehmann, 2 Wörns, 3 Heinrich, 4 Linke, 5 Dogan, 6 Maul, 7 Scholl, 8 Wosz, 9 Marschall, 10 Matthäus, 11 Preetz, 12 Enke, 13 Neuville, 14 Baumann, 15 Ballack, 16 Schneider, 17 Gerber, 18 Ricken, 19 Heldt, 20 RinkCTRibbeck
FIFA Confederations Cup 2005
Kahn, 2 Hinkel, 3 Friedrich, 4 Huth, 5 Owomoyela, 6 Engelhardt, 7 Schweinsteiger, 8 Frings, 9 Hanke, 10 Deisler, 11 Brdarić, 12 Lehmann, 13 Ballack, 14 Asamoah, 15 Ernst, 16 Hitzlsperger, 17 Mertesacker, 18 Borowski, 19 Schneider, 20 Podolski, 21 Schulz, 22 Kurányi, 23 HildebrandCTKlinsmann
FIFA Confederations Cup 2017
Trapp, 2 Mustafi, 3 Hector, 4 Ginter, 5 Plattenhardt, 6 Henrichs, 7 Draxler, 8 Goretzka, 9 Wagner, 10 Demirbay, 11 Werner, 12 Leno, 13 Stindl, 14 Can, 15 Younes, 16 Rüdiger, 17 Süle, 18 Kimmich, 19 Sané, 20 Brandt, 21 Rudy, 22 ter Stegen, 23 DemmeCTLöw

Giochi olimpici

Impero tedesco (dal 1871 al 1918)

Calcio ai Giochi Olimpici Estivi 1912
Weber, P Werner, D Hempel, D Hollstein, D Reese, D Röpnack, C Bosch, C Breunig, C Burger, C Glaser, C Hirsch, C Krogmann, C Ugi, A Förderer, A Fuchs, A Jäger, A Kipp, A Oberle, A Thiel, A Uhle, A Wegele, A WorpitzkyCTcommissione tecnica

Repubblica di Weimar (dal 1919 al 1933)

Calcio ai Giochi Olimpici Estivi 1928
Gehlhaar, P Stuhlfauth, P Wentorf, D Beier, D Heidkamp, D Kutterer, D Weber, C Gruber, C Kalb, C Knöpfle, C Leinberger, C Müller, C Nagelschmitz, C Reinmann, A Albrecht, A L. Hofmann, A R. Hofmann, A Horn, A Hornauer, A Kuzorra, A Pöttinger, A SchmittCTNerz

Germania nazista e post-bellica (dal 1933 al 1949)

Calcio ai Giochi Olimpici Estivi 1936
Buchloh, P Jakob, P Jürissen, D Ditgens, D Munkert, D Münzenberg, C Bernard, C Gellesch, C Goldbrunner, C Gramlich, C Janes, C Mehl, C Sold, A Eckert, A Elbern, A Gauchel, A Hohmann, A Lehner, A Lenz, A Siffling, A Simetsreiter, A UrbanCTNerz

NOTA: Per le informazioni sulle rose successive al 1948 visionare la pagina della Nazionale olimpica.

Mundialito

Mundialito 1980
Schumacher, 2 Kaltz, 3 Bonhof, 4 Förster, 5 Dietz, 6 Briegel, 7 Magath, 8 Rummenigge, 9 Hrubesch, 10 H. Müller, 11 K. Allofs, 12 Immel, 13 Niedermayer, 14 Hannes, 15 Votava, 16 Dremmler, 17 Allgöwer, 18 BorchersCTDerwall

Rosa attuale

Lista dei giocatori convocati dal CT Hans-Dieter Flick per le amichevoli contro Israele e Paesi Bassi del 26 e 29 marzo 2022.[35]

Presenze e reti aggiornate al 26 marzo 2022.

N. Pos. Giocatore Data nascita (età) Pres. Reti Squadra
1 P Manuel Neuer Captain sports.svg 27 marzo 1986 (36 anni) 108 -101
12 P Kevin Trapp 8 luglio 1990 (31 anni) 6 -5
22 P Marc-André ter Stegen 30 aprile 1992 (29 anni) 28 -29
 
2 D Antonio Rüdiger 3 marzo 1993 (29 anni) 49 2
3 D David Raum 22 aprile 1998 (23 anni) 4 0
4 D Matthias Ginter 19 gennaio 1994 (28 anni) 46 2
5 D Thilo Kehrer 21 novembre 1996 (25 anni) 17 0
16 D Jonathan Tah 11 febbraio 1996 (26 anni) 15 0
18 D Benjamin Henrichs 23 febbraio 1997 (25 anni) 5 0
20 D Christian Günter 28 febbraio 1993 (29 anni) 5 0
23 D Nico Schlotterbeck 1º dicembre 1999 (22 anni) 1 0
  D Robin Koch 17 luglio 1996 (25 anni) 8 0
 
6 C Anton Stach 15 novembre 1998 (23 anni) 1 0
7 C Julian Draxler 20 settembre 1993 (28 anni) 57 7
10 C Julian Brandt 2 maggio 1996 (25 anni) 36 3
11 A Kai Havertz 11 giugno 1999 (22 anni) 24 8
14 C Jamal Musiala 26 febbraio 2003 (19 anni) 10 1
15 C Julian Weigl 8 settembre 1995 (26 anni) 6 0
17 C Florian Neuhaus 16 marzo 1997 (25 anni) 9 2
21 C İlkay Gündoğan 24 ottobre 1990 (31 anni) 55 14
  C Joshua Kimmich 8 febbraio 1995 (27 anni) 64 3
 
8 A Lukas Nmecha 14 dicembre 1998 (23 anni) 3 0
9 A Timo Werner 6 febbraio 1996 (26 anni) 48 22
13 A Thomas Müller 13 settembre 1989 (32 anni) 111 42
19 A Leroy Sané 11 gennaio 1996 (26 anni) 41 11

Record individuali

Statistiche aggiornate al 26 marzo 2022.

In grassetto i giocatori in attività con la maglia della nazionale.

Classifica presenze

Posizione Giocatore Presenze Reti Periodo
1 Lothar Matthäus 150 23 1980-2000
2 Miroslav Klose 137 71 2001-2014
3 Lukas Podolski 130 49 2004-2017
4 Bastian Schweinsteiger 121 24 2004-2016
5 Philipp Lahm 113 5 2004-2014
6 Thomas Müller 111 42 2010-
7 Manuel Neuer 108 0 2009-
Jürgen Klinsmann 47 1987-1998
9 Toni Kroos 106 17 2010-2021
10 Jürgen Kohler 105 2 1986-1998

 

Classifica reti

Posizione Giocatore Reti Presenze Periodo
1 Miroslav Klose 71 137 2001-2014
2 Gerd Müller 68 62 1966-1974
3 Lukas Podolski 49 130 2004-2017
4 Rudi Völler 47 90 1982-1994
Jürgen Klinsmann 108 1987-1998
6 Karl-Heinz Rummenigge 45 95 1976-1986
7 Uwe Seeler 43 72 1954-1970
8 Thomas Müller 42 111 2010-
Michael Ballack 98 1999-2010
10 Oliver Bierhoff 37 70 1996-2002

Record presenze e reti di ex giocatori della Germania Est nella Germania

Nome Presenze con
la Germania Est
Reti con la
Germania Est
Presenze con
la Germania
Reti con
la Germania
Totale
presenze
Totale
reti
Ulf Kirsten 49 (1985 - 1990) 14 51 (1992 - 2000) 20 100 34
Matthias Sammer 23 (1986 - 1990) 6 51 (1990 - 1997) 8 74 14
Andreas Thom 51 (1984 - 1990) 16 10 (1990 - 1992) 2 61 18
Thomas Doll 29 (1986 - 1990) 7 18 (1990 - 1993) 1 47 8
Dariusz Wosz 7 (1989 - 1990) - 17 (1997 - 2000) 1 24 1
Olaf Marschall 4 (1984 - 1989) - 13 (1994 - 1999) 3 17 3
Heiko Scholz 7 (1987 - 1990) - 1 (1992) - 8 -
Dirk Schuster 4 (1990) - 3 (1991) - 7 -


Nei primi anni di esistenza della nazionale tedesca, priva di un selezionatore propriamente detto, il capitano aveva il compito di impostare le tattiche della squadra, che veniva scelta dalla commissione tecnica. Il primo capitano della Germania fu Arthur Hiller, che giocò 4 partite internazionali, di cui 2 da capitano. Il primo giocatore che riuscì a mettere a referto 10 presenze come capitano della Germania fu, nel 1924, Adolf Jäger, che dopo quelle presenze terminò la propria carriera in nazionale. Quando fu assunto come CT Otto Nerz, un addestratore del Reich, divenne capitano della nazionale il braccio esteso dell'addestratore. Sotto la gestione Nerz, Ludwig Leinberger batté il record di Jäger nella sua ultima partita in nazionale, nel 1933. Due anni dopo Fritz Szepan lo superò, portando il record a 30 partite da capitano nel 1939. Nell'ultima partita della selezione tedesca del Reich, Paul Janes migliorò il record di partite da capitano con la Nationalmanschaft, innalzandolo a 31 partite.Capitani

Il primato di Szepan resistette per 28 anni, per poi essere battuto da Uwe Seeler il 9 maggio 1970. Nello stesso anno, Seeler portò il record a 40 partite prima della sua partita d'addio. Dal 19 novembre 1975 a detenere il record fu Franz Beckenbauer, che nella sua ultima partita giocata con la nazionale tedesca fissò il nuovo primato a 50 partite da capitano, di cui 47 consecutive. Egli è anche l'unico capitano ad aver vinto due titoli con la squadra (il campionato europeo di Belgio 1972 e il campionato mondiale di Germania Ovest 1974) e l'unico ad essere stato capitano in tre finali (due del campionato europeo - oltre alle due già citate, anche quella di Jugoslavia 1976 - e una del campionato mondiale). Bernard Dietz succedette come capitano a Beckenbauer e si aggiudicò in queste vesti il campionato d'Europa 1980, mentre Karl-Heinz Rummenigge, disputando la finale del campionato del mondo 1986, sua ultima partita in nazionale, divenne il nuovo primatista di presenze da capitano con la rappresentativa tedesca.

A privare Rumenigge del record fu, nel 1993, Lothar Matthäus, che, il 14 novembre 1999, portò il primato a 75 partite da capitano (72 dal primo minuto di gioco). Dal 1995 Matthäus indossò la fascia di capitano della Mannschaft solo quando il capitano Jürgen Klinsmann o, dal 1998, il suo successore Oliver Bierhoff non erano impiegati o venivano sostituiti durante la partita. Il successore di Bierhoff fu Oliver Kahn, che guidò la squadra da capitano nella finale del campionato del mondo 2002 e al campionato d'Europa 2004. Il CT Klinsmann, subentrato nel 2004, nominò capitano Michael Ballack; durante le qualificazioni al campionato d'Europa 2008, questi fu costretto all'inattività da un infortunio prolungato, ragion per cui la fascia passò a Bernd Schneider. Ciononostante, Ballack figura al secondo posto nella classifica di presenze da capitano della Germania di tutti i tempi, con 55 partite. Al campionato del mondo 2010, stante un infortunio di Ballack, la fascia di capitano fu sul braccio di Philipp Lahm. Dopo il forfait mondiale e a seguito di alcune polemiche con Philipp Lahm e con il CT Joachim Löw in merito alla fascia di capitano, Ballack non venne più convocato in nazionale. Il 16 giugno 2011 l'allenatore Löw annunciò la decisione di programmare il futuro della squadra senza Ballack.

Lahm vinse con i compagni il campionato del mondo 2014 dopo aver collezionato 53 partite da capitano (figura ancora oggi al terzo posto nella classifica di presenze con la fascia di capitano della Germania). Bastian Schweinsteiger, il suo successore come capitano, ritiratosi dalla nazionale nel 2016, collezionò 18 partite in questa veste, la maggior parte delle quali prima della sua nomina a capitano stabile. Il successivo capitano fu Manuel Neuer, che spesso aveva sostituito in questo ruolo Schweinsteiger e ha superato quota 50 presenze da capitano. Julian Draxler fu il capitano della Mannschaft durante la Confederations Cup 2017, avendo l'allenatore Löw deciso di fare a meno, per la competizione, della maggior parte dei calciatori stabilmente impiegati in nazionale. Draxler ebbe i gradi di capitano della selezione tedesca per la prima volta contro la Polonia il 13 maggio 2014, divenendo, all'età di 20 anni e 235 giorni, il più giovane capitano nella storia della Nationalmannschaft, battendo così Christian Schmidt.

Calciatore Ruolo Periodo in nazionale Periodo da capitano Presenze Reti
Germania Arthur Hiller A 1908-1909 1908 4 0
Germania Eugen Kipp A 1908-1913 1908 18 10
Germania Josef Glaser C 1909-1912 1909-1910 5 0
Germania Camillo Ugi C 1909-1912 1910-1911 15 1
Germania Max Breunig C 1910-1913 1910-1913 9 2
Germania Helmut Röpnack C 1909-1913 1913 10 0
Germania Adolf Jäger A 1908-1924 1914-1924 18 10
Germania Otto Harder A 1914-1926 1925-1926 15 14
Germania Hans Kalb C 1920-1928 1927-1928 15 2
Germania Heinrich Stuhlfauth P 1920-1930 1920-1930 21 0
Germania Ludwig Hofmann A 1926-1931 1930 18 4
Germania Richard Hofmann A 1927-1933 1930-1931 25 24
Germania Heinrich Weber D 1928-1931 1931 12 0
Germania Ludwig Leinberger C 1927-1933 1931-1933 24 0
Germania Ernst Albrecht A 1928-1934 1933-1934 17 4
Germania Fritz Szepan A 1929-1939 1934-1939 34 8
Germania Paul Janes D 1932-1942 1939-1942 71 7
Germania Andreas Kupfer C 1935-1950 1950 44 1
Germania Fritz Walter A 1940-1958 1951-1956 61 33
Germania Hans Schäfer A 1952-1962 1957-1958 e 1962 39 15
Germania Helmut Rahn A 1951-1960 1958-1959 40 21
Germania Herbert Erhardt D 1953-1961 1959-1962 50 0
Germania Uwe Seeler A 1954-1970 1962-1970 72 44
Germania Wolfgang Overath C 1963-1974 1970-1971 81 17
Germania Franz Beckenbauer D 1965-1977 1972-1977 103 14
Germania Berti Vogts D 1967-1978 1977-1978 96 1
Germania Sepp Maier P 1966-1979 1978-1979 95 0
Germania Bernard Dietz D 1974-1981 1979-1981 53 0
Germania Karl-Heinz Rummenigge A 1975-1986 1981-1986 95 45
Germania Harald Schumacher P 1978-1986 1986 76 0
Germania Klaus Allofs C 1978-1988 1986-1988 56 17
Germania Lothar Matthäus D/C 1980-2000 1988-1994 150 23
Germania Jürgen Klinsmann A 1987-1998 1995-1998 136 56
Germania Oliver Bierhoff A 1996-2002 1998-2001 70 37
Germania Oliver Kahn P 1994-2006 2001-2004 86 0
Germania Michael Ballack C 1998-2010 2004-2010 98 42
Germania Philipp Lahm D 2004-2014 2010-2014 113 5
Germania Bastian Schweinsteiger C 2004-2016 2014-2016 121 24
Germania Manuel Neuer P 2010- 2016- 108 0

Commissari tecnici

Dal debutto nel 1908, la nazionale tedesca ha avuto dieci selezionatori, tutti di nazionalità tedesca, di cui solo tre non hanno vestito la maglia della NationalmannschaftOtto NerzErich Ribbeck e Joachim Löw[36]

Dal 1908 al 1926 non vi era un vero e proprio commissario tecnico (Bundestrainer), dato che i calciatori della nazionale venivano selezionati da un comitato della DFB, la federcalcio nazionale.[37] Nel 1926 fu nominato il primo CT, Otto Nerz, che condusse la squadra al terzo posto al campionato del mondo 1934 e ai quarti di finale del torneo calcistico dei Giochi olimpici del 1936, tenutisi a Berlino. Nerz fu poi sostituito dal proprio vice, Sepp Herberger,[38] timoniere della spedizione tedesca vittoriosa al campionato del mondo 1954 e poi fermatasi alle semifinali al campionato del mondo 1958 e ai quarti di finale al campionato del mondo 1962. Berger, alla guida della Mannschaft per quasi vent'anni ad eccezione del periodo 1942-1950, in cui l'attività calcistica fu limitata dalla seconda guerra mondiale, è il CT rimasto in carica più a lungo nella storia della nazionale tedesca. Nel 1964, dopo un'amichevole contro la Finlandia, si dimise per lasciare il posto al suo vice, Helmut Schön,[39] già selezionatore della nazionale della Saar dal 1952 al 1957. Schön ottenne il secondo posto al campionato del mondo 1966 e trionfò al campionato d'Europa 1972 e al campionato del mondo 1974 disputato in casa, oltre a ottenere il secondo posto al campionato d'Europa 1976 e il terzo posto al campionato del mondo 1970, grazie anche a una squadra molto forte, che aveva in Uli HoeneßFranz Beckenbauer e Gerd Müller i propri punti di forza. Eliminato al secondo turno al campionato del mondo 1978, Schön si dimise con un bilancio lusinghiero: record di partite da CT della Mannschaft in Coppa del mondo (25) e di vittorie ottenute da CT in Coppa del mondo (16). Nel primo periodo alla guida della compagine tedesca, Derwall registrò, inoltre, un primo record, quello del maggior numero di partite giocate senza una sconfitta (23), oltre al record del maggior numero di vittorie consecutive (12).

Joachim Löw, CT della nazionale tedesca dal 2006 al 2021.

Jupp Derwall, vice di Schön, prese la guida della nazionale nel 1978 e la condusse alla vittoria del campionato d'Europa 1980 e al secondo posto al campionato del mondo 1982, per poi essere esonerato dopo la fallimentare esperienza al campionato d'Europa 1984, chiusa al primo turno.[40] Per sostituirlo, la federazione nominò una bandiera del calcio tedesco, Franz Beckenbauer[41] che all'epoca esordiva nelle vesti di allenatore. Kaiser Franz conseguì il secondo posto al campionato del mondo 1986 e si fermò in semifinale al campionato d'Europa 1988, per poi vincere il campionato del mondo 1990, aggiudicandosi il mondiale sia da allenatore sia da calciatore ed eguagliando in tal modo il brasiliano Mário Zagallo. Il successivo CT fu Berti Vogts,[42] che era stato assistente di Beckenbauer insieme a Holger Osieck. Vogts, primo CT della nazionale tedesca dopo la riunificazione del paese, ottenne la seconda piazza al campionato d'Europa 1992, non andò oltre i quarti di finale del campionato del mondo 1994 e vinse il campionato d'Europa 1996, per poi dimettersi qualche mese dopo la fallimentare spedizione al campionato del mondo 1998, dove la Germania uscì malamente ai quarti di finale.[43][44] La panchina della Mannschaft fu assegnata a Paul Breitner, ma a causa di divergenze sorte con il presidente federale Egidius Braun e ai malumori di alcuni dirigenti federali circa la sua designazione, l'ipotesi sfumò nel giro di 17 ore.[45][46] Il ruolo di CT fu affidato a Erich Ribbeck,[47] già vice di Jupp Derwall dal 1978 al 1984: all'età di 61 anni, egli divenne il più vecchio CT della nazionale tedesca. Alla Confederations Cup 1999 la Germania, piena di seconde linee, uscì al primo turno e ugualmente fallimentare fu l'esperienza al campionato d'Europa 2000, terminata già dopo la fase a gruppi. Dopo le dimissioni di Ribbeck, nel giugno 2000,[48] fu la volta di Rudi Völler,[49] che rimpiazzò il successore designato, Christoph Daum, coinvolto in uno scandalo di cocaina.[50][51] Ottennuta la qualificazione al campionato del mondo 2002 tramite gli spareggi, Völler condusse i suoi al secondo posto nel torneo e subì una brutta eliminazione al primo turno del campionato d'Europa 2004, che causò le dimissioni dell'ex calciatore.[52]

Nel 2004 la federazione decise di ingaggiare l'esordiente Jürgen Klinsmann, capitano della nazionale tedesca campione del mondo nel 1990 e già vice di Völler. Proponendo un calcio propositivo e lanciando alcuni giovani, ottenne il terzo posto alla Confederations Cup 2005 giocata in casa e il terzo posto al campionato del mondo 2006 giocato in casa. Dopo le dimissioni di Klinsmann,[53] la sua eredità fu raccolta dal vice Joachim Löw, che guadagnò il secondo posto al campionato d'Europa 2008 e il terzo posto al campionato del mondo 2010, per poi uscire dal campionato d'Europa 2012 in semifinale e vincere il campionato del mondo 2014. La gestione di Löw proseguì negli anni a venire, passando per l'eliminazione in semifinale al campionato d'Europa 2016, la vittoria della Confederations Cup 2017 e la brutta estromissione al primo turno del campionato del mondo 2018, evento che in un mondiale si era verificato per i tedeschi solo nel 1938, quando la competizione si svolgeva interamente con turni ad eliminazione diretta. Dopo aver deluso nella UEFA Nations League 2018-2019 e nella UEFA Nations League 2020-2021, la squadra fu eliminata agli ottavi di finale del campionato d'Europa 2020, perdendo per 2-0 contro l'Inghilterra padrona di casa; questa partita chiuse la lunga era Löw e aprì quella di Hans-Dieter Flick.

Dati aggiornati al 14 novembre 2021.

Nome Periodo Partite Vittorie Pareggi Sconfitte Reti fatte Reti subite Differenza reti
Comitato DFB 1908-1926 58 16 12 30 119 146 −27
Otto Nerz 1926-1936 70 42 10 18 192 113 +79
Sepp Herberger 1936-1964 167 94 27 46 435 250 +185
Helmut Schön 1964-1978 139 87 31 21 292 107 +185
Jupp Derwall 1978-1984 67 44 12 11 144 60 +84
Franz Beckenbauer 1984-1990 66 34 20 12 107 61 +46
Berti Vogts 1990-1998 102 66 24 12 206 86 +120
Erich Ribbeck 1998-2000 24 10 6 8 42 31 +11
Rudi Völler 2000-2004 53 29 11 13 109 57 +52
Jürgen Klinsmann 2004-2006 34 20 8 6 81 43 +38
Joachim Löw 2006-2021 189 120 38 31 448 189 +259
Hans-Dieter Flick 2021 7 7 0 0 31 2 +29
  Totale 975 568 199 208 2206 1145 +1088

Confronti con altre nazionali

Tra gli avversari nazionali contro cui sono stati disputati almeno 10 incontri, la Germania presenta i seguenti saldi.

Saldo positivo

Nazionale Giocate Vinte Pareggiate Perse Reti fatte Reti subite Differenza Ultima vittoria Ultimo pari Ultima sconfitta
Svizzera Svizzera 53 36 8 9 142 69 +73 26 marzo 2008 13 ottobre 2020 26 maggio 2012
Paesi Bassi Paesi Bassi 43 16 16 12 84 75 +11 24 marzo 2019 19 novembre 2018 6 settembre 2019
Austria Austria 40 25 6 9 90 57 +33 6 settembre 2013 18 novembre 1992 2 giugno 2018
Svezia Svezia 37 16 9 12 72 61 +11 23 giugno 2018 16 ottobre 2012 19 aprile 1978
Ungheria Ungheria 35 13 11 11 73 66 +7 4 giugno 2016 23 giugno 2021 6 giugno 2004
Danimarca Danimarca 27 15 5 8 55 38 +17 17 giugno 2012 2 giugno 2021 28 marzo 2007
Belgio Belgio 25 20 1 4 58 26 +32 11 ottobre 2011 22 settembre 1982 26 settembre 1954
Jugoslavia Jugoslavia 25 14 4 7 46 31 +15 10 giugno 1990 21 giugno 1998 9 maggio 1973
Spagna Spagna 25 9 8 8 30 31 -1 18 novembre 2014 3 settembre 2020 17 novembre 2020
Finlandia Finlandia 23 16 6 1 82 19 +63 31 agosto 2016 14 ottobre 2009 12 agosto 1923
Norvegia Norvegia 22 15 5 2 59 17 +42 4 settembre 2017 2 novembre 1930 11 febbraio 2009
Bulgaria Bulgaria 21 16 2 3 56 24 +32 15 novembre 1995 20 agosto 2002 7 giugno 1995
Polonia Polonia 21 13 7 1 34 12 +22 4 settembre 2015 16 giugno 2016 11 ottobre 2014
Irlanda Irlanda 20 9 5 6 35 24 +11 11 ottobre 2013 14 ottobre 2014 8 ottobre 2015
Turchia Turchia 20 14 3 3 49 13 +36 7 ottobre 2011 9 ottobre 1999 8 ottobre 2005
Portogallo Portogallo 19 11 5 3 33 18 +15 19 giugno 2021 6 settembre 1997 20 giugno 2000
Cecoslovacchia Cecoslovacchia 17 10 4 3 40 28 +12 1º luglio 1990 22 aprile 1992 29 aprile 1964
Galles Galles 17 9 6 2 26 10 +16 1º aprile 2009 21 novembre 2007 14 maggio 2002
Irlanda del Nord Irlanda del Nord 17 11 4 2 38 14 +24 5 ottobre 2017 9 novembre 1996 16 novembre 1983
Scozia Scozia 17 8 5 4 26 23 +3 7 settembre 2015 7 giugno 2003 28 aprile 1999
Albania Albania 14 13 1 0 38 10 +28 6 giugno 2001 17 dicembre 1967 -
Lussemburgo Lussemburgo 13 12 0 1 60 11 +49 27 maggio 2006 - 26 marzo 1939
Romania Romania 15 10 3 2 41 19 +21 8 ottobre 2021 12 giugno 2000 28 aprile 2004
Messico Messico 12 5 5 2 24 11 +13 29 giugno 2017 22 dicembre 1993 17 giugno 2018
Unione Sovietica Unione Sovietica 12 9 0 3 22 11 +11 27 marzo 1991 - 28 agosto 1985
Slovacchia Slovacchia 11 8 0 3 25 12 +13 26 giugno 2016 - 29 maggio 2016
Stati Uniti Stati Uniti 11 7 0 4 23 17 + 6 26 giugno 2014 - 10 giugno 2015
Uruguay Uruguay 11 8 2 1 29 12 +17 29 maggio 2011 25 aprile 1990 3 giugno 1928

NB: come da regolamento FIFA, le gare terminate ai rigori si considerano pareggiate.

NB: Per Unione Sovietica s'intende la nazionale che giocò dal 1924 al 1991, per Cecoslovacchia s'intende la nazionale che giocò dal 1920 al 1993, in cui militavano sia i cechi che gli slovacchi, e per Jugoslavia s'intende la nazionale che giocò dal 1920 al 1992, in cui militavano croati, bosniaci, macedoni, serbi, sloveni e montenegrini.

Saldo negativo

Nazionale Giocate Vinte Pareggiate Perse Reti fatte Reti subite Differenza Ultima vittoria Ultimo pari Ultima sconfitta
Inghilterra Inghilterra 36 13 7 17 45 72 -27 22 marzo 2017 10 novembre 2017 29 giugno 2021
Italia Italia 35 8 12 15 41 50 -9 29 marzo 2016 15 novembre 2016 28 giugno 2012
Francia Francia 32 9 8 15 46 50 -4 4 luglio 2014 6 settembre 2018 15 giugno 2021
Brasile Brasile 23 5 5 13 31 41 -10 8 luglio 2014 8 settembre 2004 27 marzo 2018
Argentina Argentina 22 7 5 10 33 34 -2 13 luglio 2014 9 ottobre 2019 3 settembre 2014

NB: come da regolamento FIFA le gare terminate ai rigori contro Cecoslovacchia (20 giugno 1976, persa), Francia (8 luglio 1982, vinta), Messico (21 giugno 1986, vinta), Svezia (31 marzo 1988, persa), Inghilterra (4 luglio 1990 e 26 giugno 1996, vinte), Argentina (30 giugno 2006, vinta) e Italia (2 luglio 2016, vinta) sono considerate partite pareggiate.