Assegnazione
Annunciata il 4 luglio 1988 da Henry Kissinger, l'edizione 1994 dei Mondiali di calcio si tenne negli Stati Uniti, per la prima volta al di fuori di Europa occidentale ed America latina, e
per la prima volta con l'assegnazione di tre punti a vittoria nella fase a gironi[2]. Questa fu anche l'ultima edizione a ventiquattro squadre, ampliata a trentadue dal mondiale
successivo.
Tra le condizioni richieste dalla FIFA per l'assegnazione, vi era anche la creazione di un campionato nazionale professionistico: nel 1996 nacque
la Major League
Soccer[3].
A causa del fuso orario, per permettere ai telespettatori europei di assistere alle partite, si giocò fra la mattina ed il primo pomeriggio, penalizzando la
forma fisica dei calciatori a causa degli alti valori di temperatura ed umidità. Il sorteggio dei sei gironi della prima fase viene svolto il 19 dicembre 1993.
A seguito del sorteggio della fase a gironi, gli Stati Uniti padroni di casa furono inseriti nel
girone con Svizzera, Colombia e Romania; il Brasile ritrovò la Svezia, già affrontata quattro anni prima, il Camerun e la Russia (in quello che venne definito il girone di ferro, che non tradirà le aspettative, avendo
al suo interno due future semifinaliste); la Germania campione in carica arrivò negli Stati Uniti con numerosi campioni di Italia '90, nonostante questo rendesse l'età media della squadra molto avanzata. Il sorteggio le riservò la Spagna, la Bolivia e la Corea del Sud; gruppo apparentemente facile, ma che non si
rivelerà tale. L'Argentina, che incontrava Bulgaria, Grecia e Nigeria, riponeva le speranze nel ritorno di Maradona[2]; l'Italia, prima classificata nel girone A di qualificazione della
zona UEFA, venne
sorteggiata al mondiale nel girone E insieme a Irlanda, Norvegia e Messico; i Paesi Bassi, infine, dovettero affrontare i confinanti del Belgio (teste di serie del gruppo F), l'Arabia Saudita ed il Marocco.
Stadi
Gli stadi scelti per ospitare il Campionato mondiale di calcio 1994 furono nove in altrettante città:
Squadre partecipanti
1
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Stati Uniti
|
4 luglio 1988
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CONCACAF
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Rappresentativa della nazione organizzatrice della fase finale
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4 (1930, 1934, 1950, 1990)
|
2
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Germania
|
8 luglio 1990
|
UEFA
|
Paese detentore del titolo
|
12 (1934, 1938, 1954, 1958, 1962, 1966, 1970, 1974, 1978, 1982, 1986, 1990)[4]
|
3
|
Messico
|
9 maggio 1993
|
CONCACAF
|
Vincitrice del gruppo unico della
Seconda Fase (CONCACAF)
|
9 (1930, 1950, 1954, 1958, 1962, 1966, 1970, 1978, 1986)
|
4
|
Grecia
|
23 maggio 1993
|
UEFA
|
Vincitrice del Gruppo 5
(UEFA)
|
-
|
5
|
Russia
|
2 giugno 1993
|
UEFA
|
Seconda classificata del Gruppo 5
(UEFA)
|
7 (1958, 1962, 1966, 1970, 1982, 1986, 1990)[5]
|
6
|
Colombia
|
5 settembre 1993
|
CONMEBOL
|
Vincitrice del Gruppo 1
(CONMEBOL)
|
2 (1962, 1990)
|
7
|
Brasile
|
19 settembre 1993
|
CONMEBOL
|
Vincitrice del Gruppo 2
(CONMEBOL)
|
14 (1930, 1934, 1938, 1950, 1954, 1958, 1962, 1966, 1970, 1974, 1978, 1982, 1986, 1990)
|
8
|
Bolivia
|
19 settembre 1993
|
CONMEBOL
|
Seconda classificata del Gruppo 2
(CONMEBOL)
|
2 (1930, 1950)
|
9
|
Nigeria
|
8 ottobre 1993
|
CAF
|
Vincitrice del Secondo Turno
(CAF)
|
-
|
10
|
Marocco
|
10 ottobre 1993
|
CAF
|
Vincitrice del Secondo Turno
(CAF)
|
2 (1970, 1986)
|
11
|
Camerun
|
10 ottobre 1993
|
CAF
|
Vincitrice del Secondo Turno
(CAF)
|
2 (1982, 1990)
|
12
|
Paesi Bassi
|
13 ottobre 1993
|
UEFA
|
Seconda classificata del Gruppo 2
(UEFA)
|
5 (1934, 1938, 1974, 1978, 1990)
|
13
|
Norvegia
|
13 ottobre 1993
|
UEFA
|
Vincitrice del Gruppo 2
(UEFA)
|
1 (1938)
|
14
|
Arabia Saudita
|
28 ottobre 1993
|
AFC
|
Vincitrice del Secondo Turno
(AFC)
|
−
|
15
|
Corea del Sud
|
28 ottobre 1993
|
AFC
|
Seconda classificata del Secondo Turno
(AFC)
|
3 (1954, 1986, 1990)
|
16
|
Svezia
|
10 novembre 1993
|
UEFA
|
Vincitrice del Gruppo 6
(UEFA)
|
9 (1930, 1934, 1938, 1950, 1954, 1958, 1970, 1974, 1978, 1990)
|
17
|
Italia
|
17 novembre 1993
|
UEFA
|
Vincitrice del Gruppo 1
(UEFA)
|
12 (1934, 1938, 1950, 1954, 1962, 1966, 1970, 1974, 1978, 1982, 1986, 1990)
|
18
|
Svizzera
|
17 novembre 1993
|
UEFA
|
Seconda classificata del Gruppo 1
(UEFA)
|
5 (1934, 1938, 1954, 1962, 1966)
|
19
|
Spagna
|
17 novembre 1993
|
UEFA
|
Vincitrice del Gruppo 3
(UEFA)
|
8 (1934, 1950, 1962, 1966, 1978, 1982, 1986, 1990)
|
20
|
Irlanda
|
17 novembre 1993
|
UEFA
|
Seconda classificata del Gruppo 3
(UEFA)
|
1 (1990)
|
21
|
Romania
|
17 novembre 1993
|
UEFA
|
Vincitrice del Gruppo 4
(UEFA)
|
6 (1930, 1934, 1938, 1962, 1970, 1990)
|
22
|
Belgio
|
17 novembre 1993
|
UEFA
|
Seconda classificata del Gruppo 4
(UEFA)
|
8 (1930, 1934, 1938, 1954, 1970, 1982, 1986, 1990)
|
23
|
Bulgaria
|
17 novembre 1993
|
UEFA
|
Seconda classifica del Gruppo 6
(UEFA)
|
5 (1962, 1966, 1970, 1974, 1986)
|
24
|
Argentina
|
17 novembre 1993
|
CONMEBOL
|
Vincitrice dello Spareggio
CONCACAF/OFC-CONMEBOL
|
10 (1930, 1934, 1958, 1962, 1966, 1974, 1978, 1982, 1986, 1990)
|
Nota bene: nella sezione "partecipazioni precedenti al torneo", le date in grassetto indicano che la nazione ha vinto quella edizione del
torneo, mentre le date in corsivo indicano la nazione ospitante.
Qualificazioni
Europa
La frammentazione dell'Unione Sovietica (e della sua rappresentativa nazionale) ha comportato un aumento del numero di partecipanti alle qualificazioni (147). La Jugoslavia viene esclusa per motivi bellici, mentre dell'ex URSS si iscrivono le tre repubbliche baltiche e la Russia. Grandi assenti furono la Danimarca campione d'Europa, giunta terza nel suo girone, superata dall'Irlanda
solo in virtù di un minor numero di gol segnati, l'Inghilterra e la Francia.
Vi sono 5 gruppi da 6 squadre, e uno da 7: alla fase finale accedono le prime due. La Germania è qualificata di diritto poiché campione
uscente.
-
Gruppo 1: Italia, Svizzera.
-
Gruppo 2: Norvegia, Paesi Bassi.
-
Gruppo 3: Spagna, Irlanda.
-
Gruppo 4: Romania, Belgio.
-
Gruppo 5: Grecia, Russia.
-
Gruppo 6: Svezia, Bulgaria.
Resto del mondo
Riassunto del torneo
Fase a gironi
Il 17 giugno, a Chicago, Diana
Ross canta l'inno statunitense e una variopinta cerimonia d'apertura dà il via alla quindicesima edizione del campionato del mondo.[3] Germania e Bolivia aprono la manifestazione: per la prima volta dal 1974 i campioni in carica debuttano con una vittoria (1-0). In serata la Spagna si fa rimontare due reti in cinque minuti dai sudcoreani: in dieci uomini per l'espulsione
di Miguel Ángel
Nadal, gli iberici segnano con Julio Salinas e Jon Andoni Goikoetxea, restano in nove per l'infortunio di Fernando Hierro e si fanno
raggiungere al 90º minuto.
Il giorno successivo, dopo il pareggio tra Stati Uniti e Svizzera al Silverdome di Detroit, tocca all'Italia, opposta all'Irlanda di Jack Charlton, a New York. Arrigo Sacchi manda in campo la coppia d'attacco formata da Roberto Baggio e Giuseppe Signori. Dopo 11 minuti
di gioco Houghton tenta
un tiro dalla lunga distanza, approfittando di un errore di Baresi: Pagliuca viene battuto. L'Italia non reagisce e la traversa nega il raddoppio a Sheridan, poi Pagliuca compie una
parata importante sul colpo di testa di Staunton. Gli azzurri perdono per 1-0.
Intanto la Romania di Gheorghe Hagi e Florin Răducioiu, forte della presenza di numerosi giocatori che, a differenza del passato, militano in
diversi campionati europei, esprime un bel calcio e frena le ambizioni dei colombiani, che, dopo la vittoria per 5-0 a Buenos Aires contro l'Argentina nelle qualificazioni, nutrivano grandi ambizioni per la
fase finale del torneo.[2] Il
risultato è di 3-1 a favore della Romania. Nell'altra gara del girone italiano, tra Norvegia e Messico, la spuntano gli scandinavi, con un gol di Rekdal all'84°, dopo
che Hugo
Sánchez aveva sfiorato ripetutamente il gol e prima che Alves colpisse palo e traversa con due colpi di testa consecutivi.
Lunedì 20 giugno debutta il Brasile, impostato su canoni europei (e per questo criticato in patria) dal ct Carlos Alberto
Parreira. Guidata da Carlos Dunga, la Seleção supera per 2-0 la Russia, che dopo la divisione dell'Unione Sovietica aveva perso gran parte della sua pericolosità. Le reti segnate
dal Brasile sono di Romário e Raí su rigore. Il Camerun, che quattro anni prima in Italia era stata la rivelazione del torneo, giungendo ai quarti di finale (prima volta per una squadra africana), pareggia per
2-2 contro la Svezia di Thomas Ravelli ed Henrik Larsson.
Il giorno dopo tocca all'Argentina. Il ct Alfio Basile schiera una squadra sbilanciata in attacco: giocano contemporaneamente Balbo, Caniggia, Batistuta e Maradona.
La Selección non corre alcun pericolo contro la Grecia, tra le compagini più deboli del campionato mondiale. Finisce 4-0, con una tripletta di Batistuta e una bella rete di
Maradona, che supera la difesa ellenica e segna di sinistro, esultando poi con una corsa verso la telecamera. Nell'altra gara del girone si impone la Nigeria, che batte per 3-0 la Bulgaria
di Hristo
Stoičkov. Infine, nel gruppo F, si registrano le vittorie di Paesi Bassi (2-1 in rimonta contro la sorprendente Arabia Saudita) e Belgio (1-0 al Marocco, con due traverse dei
nordafricani).
Giovedì 23 giugno l'Italia torna in campo ancora a New York, con l'obbligo di vittoria contro la Norvegia. Sacchi dirotta sulla fascia Signori e
mette Casiraghi al fianco di Roberto Baggio. Benarrivo sostituisce sulla fascia sinistra Tassotti. L'Italia sfiora la rete del vantaggio più volte in avvio di partita: al
13° il portiere norvegese Thorstvedt salva la sua porta sul colpo di testa ravvicinato di Berti deviando il pallone sul palo. Al 21º Leonhardsen punta
verso la porta avversaria, Pagliuca esce dalla porta in direzione del centrocampista e tocca la palla con la mano fuori dalla propria area. In osservanza alle nuove regole viene espulso. Al
69° Dino Baggio, subito dopo
l'ingresso in campo in attacco di Massaro al posto di Pier Luigi Casiraghi, segna il gol del successo per 1-0 degli azzurri con un colpo di testa in area di rigore, sulla precisa punizione
battuta da Signori da fuori area. Il secondo portiere azzurro Marchegiani, che era entrato al posto di Roberto Baggio dopo l'espulsione del portiere titolare Pagliuca, salva
il risultato parando il potente tiro di Jakobsen. L'Italia tiene molto bene il campo malgrado l'inferiorità numerica e ottiene una vittoria fondamentale. Ad un turno dalla fine tutte le squadre
del girone sono a quota tre punti, dopo che il Messico ha battuto l'Irlanda per 2-1 con una doppietta di Luis García.
Nel gruppo A si assiste alla sconfitta della Colombia, battuta anche dagli statunitensi (reti di Earnie Stewart e autogol di Andrés Escobar).[3] Escobar, ritenuto "colpevole" in qualche modo dell'eliminazione della propria nazionale, sarà ucciso:[3] i narcotrafficanti del cartello di Medellín lo assassinarono il 2 luglio, all'uscita da un
ristorante dove aveva appena cenato con la moglie, con dodici colpi di mitraglietta, probabilmente per le grandi perdite nel Totonero subite a causa di quell'autorete,[3] sebbene
la sua uccisione rimanga ancora oggi avvolta nel mistero.[2] Nell'altra partita del girone la Svizzera sconfigge per 4-1 la Romania e ottiene l'accesso agli
ottavi.
Il 25 giugno il Belgio batte di misura (1-0) i Paesi Bassi in una partita combattuta e si assicura il passaggio del turno, mentre
gli oranje sono raggiunti dall'Arabia Saudita, che batte per 2-1 il Marocco ed estromette gli africani dagli ottavi. Nel gruppo D l'Argentina batte di misura (2-1) la Nigeria.
Gli africani, passati in vantaggio dopo otto minuti con Siasia, vengono raggiunti e superati nel giro di sette minuti da due reti di Caniggia, assistito in entrambe le
occasioni da Maradona. Il nome del pibe de oro, come tre anni prima (cioè nel 1991) durante la sua permanenza a Napoli, viene sorteggiato per i controlli antidoping. Qualche giorno dopo si scoprono tracce di efedrina nelle urine del campione. Maradona
protesta, ma il giorno dopo le controanalisi confermano il risultato.[2] "La FIFA pensava che un Maradona ingrassato avrebbe fatto ridere la gente, ma, dopo quello che ho fatto, ha
iniziato ad avere paura", aveva detto Maradona ai giornali. Intanto la Bulgaria elimina la Grecia, battendola per 4-0.
Il Brasile si assicura il passaggio del turno battendo il Camerun, mentre la Svezia vince per 3-1 ed elimina la Russia. Nel gruppo C, Germania e Spagna si
accontentano di un 1-1 che consente il passaggio del turno ad entrambe, mentre si annullano a vicenda Bolivia e Corea del Sud (0-0).
Il 28 giugno, a Washington, l'Italia affronta il Messico. Nel primo tempo Campos para il tiro di Berti e Marchegiani salva il
risultato sul tiro potente di Aspe. Al gol del vantaggio degli azzurri firmato da Massaro, che segna al 48' su un preciso assist di Albertini, risponde il Messico con il pareggio di Bernal al 58', dopo che
l'Italia, sempre con Massaro, aveva sfiorato il raddoppio qualche minuto prima. L'incontro termina 1-1. Tutte le squadre pertanto hanno quattro punti in classifica. Con la differenza reti uguale
(0) per tutte e quattro le squadre, diventano decisivi i gol segnati. Irlanda-Norvegia finisce 0-0 e messicani ed irlandesi (per il confronto diretto favorevole con l'Italia) superano il turno,
la Norvegia resta fuori in quanto quarta nella graduatoria della differenza reti e il passaggio del turno per gli italiani è appeso ad un filo. Per il ripescaggio degli azzurri tra le migliori
terze, servono due squadre classificate terze con punteggio inferiore di quello degli italiani. La prima è la Corea del Sud, che ha chiuso il gruppo C al terzo posto con 2 punti. Gli occhi sono
dunque puntati sulla partita Russia-Camerun del girone B; per l'Italia, la qualificazione è legata ad un risultato utile della Russia.
La sera seguente, mentre Brasile e Svezia chiudono sull'1-1, la Russia, trascinata da Oleg Salenko che segna cinque gol, batte il Camerun, che deve accontentarsi di un solo
gol del quarantaduenne Roger
Milla. Due sono i record stabiliti in questa gara: quello del maggior numero di marcature in una sola partita da parte di un singolo calciatore e quello del più anziano goleador in una fase
finale dei mondiali (42 anni, 1 mese e 8 giorni). Permangono, invece, dubbi sui marcatori di Brasile-Polonia 6-5 d.t.s. del 1938, anche se al giocatore polacco Ernest Wilimowski vengono di norma attribuite solo quattro delle reti realizzate dalla sua squadra. Grazie
alla goleada russa, supera quindi il turno l'Italia, che approda con quattro punti agli ottavi di finale in qualità di terza classificata nel girone E, mentre la vittoria della Russia, la cui
qualificazione era già compromessa, elimina di fatto il Camerun.
Nel gruppo F avanzano, oltre al Belgio, anche i Paesi Bassi (2-1 al Marocco) e l'Arabia Saudita, che batte i diavoli rossi con un gol
di Owairan, che corre per 70 metri scartando tutti gli avversari che incontra e segnando nella porta vuota, regalando così ai sauditi una storica qualificazione al turno successivo. Nel
gruppo D l'Argentina, già qualificata, cede 2-0 alla Bulgaria, che passa il turno insieme alla Nigeria, la quale batte per 2-0 la Grecia. Nel gruppo C, come previsto, supera il turno la Germania,
i cui giocatori nell'ultima partita contro la Corea del Sud non fanno i conti con il caldo. In vantaggio di tre gol nel primo tempo, infatti, i tedeschi subiscono la miglior prestanza fisica
degli asiatici nella ripresa e rischiano una rimonta (da 3-0 a 3-2). La Spagna, invece, ottiene una facile vittoria (3-1 alla Bolivia) e la conseguente qualificazione. Nel gruppo A, oltre a
Svizzera e USA, avanzano anche i rumeni.
Ottavi di finale
Il 2 luglio, nella fresca Chicago, la Germania supera a fatica il Belgio. Subito sotto 2-1 (Völler, Grun e Klinsmann), i belgi
di Vincenzo
Scifo si disuniscono e incassano il terzo gol, di Völler.
La Spagna batte la Svizzera con un rotondo 3-0 (Hierro, Luis Enrique, rigore di Aitor Begiristain) che mette in mostra la solidità degli iberici e la fragilità
difensiva degli elvetici, comunque pericolosi in avanti (molte le parate di Andoni Zubizarreta).
Il 3 luglio la Svezia pone fine all'avventura dell'Arabia Saudita, battendo gli asiatici per 3-1 con due reti della torre svedese Kennet Andersson.
Molti gol a Los Angeles tra Romania e Argentina. I biancocelesti, orfani di Diego Armando Maradona (rimpiazzato dal
giovane Ariel Ortega),
soffrono la prestazione di Gheorghe Hagi, che guida la squadra ai quarti di finale. Per i rumeni segnano un gol Hagi e due Dumitrescu, per l'Argentina segnano Batistuta e Balbo; per la squadra di Basile arriva
l'eliminazione.
Il 4 luglio, giorno della festa nazionale statunitense, la nazionale a stelle e
strisce, allenata da Bora Milutinović, affronta il Brasile. Lo Stanford Stadium è tutto esaurito. Nella nazionale di casa i giocatori più popolari sono il
portiere Tony Meola e il
difensore Alexi Lalas. A fine
primo tempo il brasiliano Leonardo spacca il naso con una gomitata a Ramos e viene espulso. Gli americani tengono in difesa fino a un quarto d'ora dalla fine,
quando Romário passa la
palla a Bebeto, che supera con un
rasoterra Meola. Passano agevolmente il turno i Paesi Bassi, che battono l'Irlanda con due gol di Wim Jonk e Dennis Bergkamp.
Il 5 luglio, a Boston, l'Italia, che si è qualificata agli ottavi fra le quattro migliori terze, affronta la Nigeria. Dopo la prima metà del primo tempo, priva di emozioni nonostante un
promettente avvio di partita dell'Italia, al 26º Maldini tocca accidentalmente un pallone proveniente da un corner. La sfera finisce ad Amunike, che batte Marchegiani in uscita. In
avvio di secondo tempo Dino Baggio al 47° colpisce il palo per l'Italia sugli sviluppi di uno schema nato da calcio d'angolo. Al 63º debutta Zola al posto di Signori. Dopo
appena 12 minuti l'arbitro messicano Arturo Brizio Carter lo espelle valutando erroneamente un intervento sul pallone per un fallo di reazione, appena dopo avergli negato un rigore per fallo di Eguavoen. La Nigeria continua
a difendersi aspettando il 90º, ma quando mancano 100 secondi al termine Roberto Baggio, dopo aver ricevuto il pallone dal terzino azzurro Mussi, supera Rufai con un preciso piatto destro
rasoterra molto angolato che la difesa della Nigeria non riesce ad intercettare per un soffio e l'Italia pareggia portandosi sull'1-1. Nei supplementari la Nigeria, comprensibilmente frustrata e
incapace di sfruttare anche la superiorità numerica, viene estromessa da un rigore del 'Divin Codino' realizzato con un tiro molto angolato, che si insacca dopo aver colpito il palo interno, e
concesso dall'arbitro Carter al minuto 101 per un fallo di Eguavoen su Benarrivo. Ridotta in 9 per i crampi di Mussi, l'Italia resiste fino al 120º, dopo un salvataggio decisivo quasi
sulla linea di porta di Dino Baggio, e vince con il punteggio finale di 2-1. Dopo aver anche sfiorato il 3-1 con Massaro, gli azzurri si qualificano ai quarti di finale.
Nell'ultimo ottavo la Bulgaria la spunta ai rigori sul Messico, in una gara ricca di imprevisti (anche una porta che cade, dopo che Bernal travolge il sostegno
del palo) in cui si segnala un apprezzabile gol su tiro in corsa di Stoičkov. Ai rigori Mihajlov neutralizza su Bernal e Rodriguez, Campos para solo su Balăkov: balcanici ai
quarti.
Quarti di finale
Ai quarti di finale ci sono quasi esclusivamente squadre europee: c'è solo il Brasile a rappresentare il Sudamerica.
All'Italia tocca la Spagna, che ha tre giorni di riposo in più degli azzurri. Gli iberici, disposti con uno schieramento molto prudente dal CT Javier Clemente, affrontano
un'Italia ancora cambiata nella formazione: in porta torna Pagliuca dopo l'espulsione, Conte sostituisce Signori e in difesa Tassotti sostituisce Mussi. Al 25º Dino Baggio, con un gran tiro
ben angolato, calcia da posizione centrale il pallone da fuori area dopo il preciso assist di Donadoni, portando meritatamente in vantaggio l'Italia dopo un ottimo avvio di partita degli azzurri.
Il primo tempo si chiude col punteggio di 1-0. Nella ripresa al 13º la Spagna ottiene il pareggio grazie ad un tiro di Caminero deviato da Benarrivo. Pagliuca salva il risultato sul tiro a botta
sicura di Salinas e
poco dopo avviene un altro salvataggio sulla linea di porta con Costacurta. All'82° il portiere spagnolo salva la sua porta sul potente e preciso tiro del centrocampista azzurro Nicola Berti. Al 42º del secondo tempo il
trequartista azzurro Giuseppe Signori, dopo aver ricevuto il pallone da Berti, serve in profondità Roberto Baggio, che dribbla Zubizarreta e in prossimità della linea di fondo campo mette la palla in
rete, riportando in vantaggio gli azzurri con il punteggio di 2-1. Nei minuti di recupero Tassotti colpisce dentro l'area di rigore azzurra lo spagnolo Luis Enrique con una gomitata in
faccia: sarebbe calcio di rigore ed espulsione, ma l'arbitro ungherese Sándor Puhl non assume alcun provvedimento.[6] Successivamente, grazie alla prova tv, Tassotti viene squalificato per otto turni, decretando per
lui la fine della carriera in azzurro. Il risultato del quarto di finale rimane fermo sul 2-1 fino alla fine della partita e l'Italia approda con merito in semifinale.
Il Brasile incontra, in quella che poi verrà considerata la più bella partita di questa edizione dei mondiali, i Paesi Bassi. Al 52° segna Romário, ma la rete sarebbe stata da annullare
per un fuorigioco di partenza dello stesso attaccante. In compenso al 56° il guardalinee sbaglia un fuorigioco dove Bebeto si sarebbe trovato solo davanti al portiere; lo stesso attaccante del Deportivo La Coruña si rifà colpendo al 62°, portando i verdeoro sul 2-0. Il Brasile gioca meglio e sembra avere ottenuto la qualificazione, ma gli avversari pareggiano
con Bergkamp e Winter. Intorno al minuto 80, Branco, in campo in sostituzione dello squalificato Leonardo,
riceve palla sulla tre quarti sinistra d'attacco da Mazinho e avanza, nel tentativo di tenere lontano Marc Overmars gli rifila una manata in faccia e successivamente
spinge Wim Jonk che poi lo
atterra con la complicità di Winter; l'arbitro però assegna una punizione ai verdeoro da oltre 25 metri, è lo stesso Branco a battere e
trafiggere gli orange con un tiro formidabile a fil di palo sul quale nulla può il portiere olandese Ed de Goeij.[7]Al 90° Romário viene fermato fallosamente in area da Jan Wouters, ma l'arbitro sorvola. Dopo 6 minuti di recupero il Brasile può festeggiare
l'accesso in semifinale.
Finisce, dopo tre finali consecutive, l'avventura della Germania di Berti Vogts. I tedeschi, senza centrocampisti (con Klinsmann, Häßler, Völler
e Möller contemporaneamente in campo), soffrono in avvio (palo di Balăkov), ma poi prendono le misure ai bulgari. Al 47º Matthäus porta in
vantaggio su rigore la sua squadra. Verso il finale di partita la Germania si vede annullare un gol per fuorigioco, ed in pochi minuti le sorti della partita si ribaltano. Hristo Stoičkov segna
su punizione; tre minuti dopo, cross di Jankov e avvitamento di Lečkov, che porta la Bulgaria in vantaggio. La partita termina 2-1 per la Bulgaria, che ottiene la qualificazione
alla semifinale, e si deve risalire al 1978 per vedere i tedeschi, protagonisti di tre finali nelle ultime quattro edizioni, fuori dalle
semifinali.
I quarti finale si concludono con l'incontro tra Svezia e Romania, questi ultimi per la prima volta ai quarti di finale. Palo di Ingesson in avvio, poi quasi più
nulla fino al 78°, quando Brolin batte il portiere rumeno Prunea. Hagi impegna Ravelli su calcio di punizione e all'88° Răducioiu gira in rete
un'altra punizione di Hagi deviata dalla barriera. Ai supplementari ancora Răducioiu realizza il 2-1 per la Romania. La Svezia pareggia al 115°, complice un errore di Prunea, con Kennet Andersson.
Ai tiri di
rigore Ravelli para su Dan Petrescu e Miodrag Belodedici, portando gli scandinavi in semifinale dopo 36 anni.
Semifinali
Italia - Bulgaria
In semifinale l'Italia affronta la Bulgaria.
Per la nazionale azzurra, torna titolare Berti per Conte, Casiraghi toglie il posto a Massaro. Albertini guida l'Italia all'assalto nella prima mezz'ora: al 20° rimessa
di Donadoni, palla a
Roberto Baggio che salta Jankov e Hubčev e spedisce la palla nell'angolo basso alla sinistra di Mikhailov con un tocco
raffinato di destro che disegna una parabola precisa e imprendibile per la rete dell'1-0. Questa è una delle reti più belle del mondiale americano in quanto realizzata con una giocata di qualità
e di fantasia. L'Italia gioca molto bene nel primo tempo: Albertini prima colpisce un palo in pieno da 25 metri dopo l'assist di Roberto Baggio, poi impegna in angolo Mikhailov con un elegante
pallonetto, quindi fornisce un preciso assist a Roberto Baggio, che sembra chiudere i conti con gli avversari portando con una doppietta l'Italia sul 2-0. Il secondo gol Roberto Baggio lo
realizza con il destro, di interno pieno, che diventa un tiro in diagonale che si insacca nell'angolo alla destra del portiere Mikhailov. Donadoni e Maldini sprecano alcune nitide occasioni da
gol per mettere il terzo sigillo alla vittoria e al 44° Sirakov, atterrato in area da Pagliuca, provoca il rigore che riapre la partita, trasformato da Stoičkov. È
2-1.[2] Nel
secondo tempo gli azzurri si difendono con ordine, il risultato di 2-1 non cambia e la partita si conclude così con l'Italia vittoriosa e qualificata alla finale, nonostante l'infortunio di
Roberto Baggio, sostituito nella ripresa da Signori. Il difensore centrale azzurro Costacurta viene ammonito durante la partita ed essendo diffidato salterà per squalifica la
finale.
Brasile - Svezia
A contendere il titolo all'Italia, a Pasadena, sarà il Brasile, che a sua volta in semifinale supera di misura la Svezia per 1-0: Romário spreca due
palle-gol nel primo tempo, Zinho viene fermato da Ravelli nella ripresa e, dopo l'espulsione di Thern al 63º, a dieci minuti dalla fine, Romário mette di testa in rete il pallone del successo su un cross
di Jorginho.[7]
Italia e Brasile si affrontano nuovamente in finale ai Mondiali 24 anni dopo la gara di Città del Messico vinta dai verdeoro per
4-1.
Finali
A Pasadena la Svezia si aggiudica il terzo posto nel torneo sconfiggendo la Bulgaria per 4-0 e impedendo a Stoičkov di conquistare in solitaria il titolo di capocannoniere, che condividerà con il russo Salenko. Si tratta del miglior piazzamento nella
storia degli scandinavi dopo il secondo posto casalingo del 1958. Tutta l'Italia invece è in ansia per le condizioni di Roberto Baggio, determinante per portare la squadra in finale,
ma uscito anzitempo contro la Bulgaria per uno stiramento.[3][2] Sacchi decide di lasciare in panchina uno Zola in grande forma e rischia l'infortunato Baggio per i meriti
che quest'ultimo aveva avuto fino a quel momento, nonostante la serietà dell'infortunio; rilancia anche Baresi, recuperato a tempo di record a 25 giorni dall'infortunio al menisco.[3][7]
La partita della finalissima a Pasadena si gioca alle ore 12:30 in un caldo torrido e in un sostanziale equilibrio, con le due nazionali tatticamente molto
ben disposte sul campo. Al 18° del primo tempo sfuma una grande occasione da rete degli azzurri: il centravanti Daniele Massaro cerca di portare in vantaggio la nazionale azzurra, ma il portiere
brasiliano Taffarel compie una parata determinante; in seguito Branco mette in difficoltà Pagliuca con una punizione. Il caldo del Rose Bowl di Pasadena (36 gradi, 70% di umidità[7]) rende le squadre fiacche e stremate. Sei minuti dopo Donadoni serve Baggio, che, solo davanti a
Taffarel, conclude alto. Mussi deve uscire per infortunio e il ct Sacchi inserisce al suo posto il difensore centrale Apolloni, con Paolo Maldini che ritorna a giocare da terzino. Il primo tempo si chiude
sullo 0-0. Nel secondo tempo, dopo una mezz'ora di grande equilibrio, il portiere azzurro Pagliuca para ma non trattiene un insidioso pallone, calciato da fuori area dal brasiliano Mauro Silva.
Il pallone si stampa sul palo e il risultato resta sullo 0-0 fino al 90°, così si va avanti a oltranza. I due tempi supplementari riservano poche emozioni: Sacchi non toglie Roberto Baggio, ma
mette Evani per Dino Baggio. Il brasiliano Romário sciupa una nitida palla goal per il Brasile calciando fuori il pallone nel secondo tempo supplementare. Il risultato di 0-0 non cambia
nemmeno nei tempi supplementari e, per la prima volta nella storia, l'assegnazione della Coppa del Mondo viene decisa ai rigori.
Il primo a tirare è Franco Baresi: il tiro finisce alto. Pagliuca respinge il tiro di Márcio Santos, mantenendo la parità. Albertini segna, Romário colpisce il palo interno e la
palla entra, tra la disperazione di Pagliuca; Evani non sbaglia, calciando centralmente sotto la traversa, e Branco calcia nell'angolino spiazzando Pagliuca. Al quarto rigore Massaro tira male e
il portiere brasiliano Taffarel respinge il tiro centrale leggermente angolato sulla destra; il capitano brasiliano Dunga non sbaglia, spiazzando Pagliuca. A questo punto il Brasile, a un tiro dalla fine, si trova in
vantaggio per 3 a 2 e per vincere basta che il suo ultimo rigorista faccia gol. Non si arriva, però, all'ultimo rigore dei brasiliani, perché Roberto Baggio tira alto il quinto e ultimo rigore
degli azzurri.[3] I
rigori si chiudono sul 3-2 per i verdeoro. Il Brasile vince il Mondiale, diventa "tetracampeão" (quattro volte campione) e dedica la vittoria al campione automobilistico di Formula
Uno Ayrton Senna, morto
a Imola il 1º maggio di quello stesso
anno,[3][8] esponendo uno
striscione con scritto: "Senna... aceleramos juntos, o tetra é nosso!" ("Senna... corriamo insieme, il tetra è nostro!").[3]
Risultati
Fase a gironi
Gruppo A
Classifica
Risultati
Pasadena
18 giugno 1994, ore 19:30 UTC-7
|
Colombia
|
1 – 3
referto
|
Romania
|
Rose Bowl (91 856 spett.)
|
|
Detroit
22 giugno 1994, ore 16:00 UTC-4
|
Romania
|
1 – 4
referto
|
Svizzera
|
Pontiac Silverdome (61 428
spett.)
|
|
Pasadena
22 giugno 1994, ore 19:30 UTC-7
|
Stati Uniti
|
2 – 1
referto
|
Colombia
|
Rose Bowl (93 869 spett.)
|
|
Stanford
26 giugno 1994, ore 16:00 UTC-7
|
Svizzera
|
0 – 2
referto
|
Colombia
|
Stanford Stadium (83 401
spett.)
|
|
Pasadena
26 giugno 1994, ore 16:00 UTC-7
|
Stati Uniti
|
0 – 1
referto
|
Romania
|
Rose Bowl (93 869 spett.)
|
|
Gruppo B
Classifica
Risultati
Pasadena
19 giugno 1994, ore 19:30 UTC-7
|
Camerun
|
2 – 2
referto
|
Svezia
|
Rose Bowl (93 194 spett.)
|
|
Stanford
20 giugno 1994, ore 16:00 UTC-7
|
Brasile
|
2 – 0
referto
|
Russia
|
Stanford Stadium (81 061
spett.)
|
|
Stanford
24 giugno 1994, ore 16:00 UTC-7
|
Brasile
|
3 – 0
referto
|
Camerun
|
Stanford Stadium (83 401
spett.)
|
|
Detroit
24 giugno 1994, ore 19:30 UTC-4
|
Svezia
|
3 – 1
referto
|
Russia
|
Pontiac Silverdome (71 528
spett.)
|
|
Detroit
28 giugno 1994, ore 16:00 UTC-4
|
Brasile
|
1 – 1
referto
|
Svezia
|
Pontiac Silverdome (77 217
spett.)
|
|
Stanford
28 giugno 1994, ore 16:00 UTC-7
|
Russia
|
6 – 1
referto
|
Camerun
|
Stanford Stadium (74 914
spett.)
|
|
Gruppo C
Classifica
Risultati
Chicago
17 giugno 1994, ore 15:00 UTC-5
|
Germania
|
1 – 0
referto
|
Bolivia
|
Soldier Field (63 117
spett.)
|
|
Dallas
17 giugno 1994, ore 19:30 UTC-5
|
Spagna
|
2 – 2
referto
|
Corea del Sud
|
Cotton Bowl (63 117 spett.)
|
|
Chicago
21 giugno 1994, ore 16:00 UTC-5
|
Germania
|
1 – 1
referto
|
Spagna
|
Soldier Field (63 113
spett.)
|
|
Boston
23 giugno 1994, ore 19:30 UTC-4
|
Corea del Sud
|
0 – 0
referto
|
Bolivia
|
Foxboro Stadium (54 453
spett.)
|
Chicago
27 giugno 1994, ore 16:00 UTC-5
|
Bolivia
|
1 – 3
referto
|
Spagna
|
Soldier Field (63 089
spett.)
|
|
Dallas
27 giugno 1994, ore 16:00 UTC-5
|
Germania
|
3 – 2
referto
|
Corea del Sud
|
Cotton Bowl (54 453 spett.)
|
|
Gruppo D
Classifica
Risultati
Boston
21 giugno 1994, ore 12:30 UTC-4
|
Argentina
|
4 – 0
referto
|
Grecia
|
Foxboro Stadium (54 456
spett.)
|
|
Dallas
21 giugno 1994, ore 19:30 UTC-5
|
Nigeria
|
3 – 0
referto
|
Bulgaria
|
Cotton Bowl (44 132 spett.)
|
|
Boston
25 giugno 1994, ore 16:00 UTC-4
|
Argentina
|
2 – 1
referto
|
Nigeria
|
Foxboro Stadium (54 453
spett.)
|
|
Chicago
26 giugno 1994, ore 12:30 UTC-5
|
Bulgaria
|
4 – 0
referto
|
Grecia
|
Soldier Field (54 453
spett.)
|
|
Boston
30 giugno 1994, ore 19:30 UTC-4
|
Grecia
|
0 – 2
referto
|
Nigeria
|
Foxboro Stadium (53 001
spett.)
|
|
Dallas
30 giugno 1994, ore 19:30 UTC-5
|
Argentina
|
0 – 2
referto
|
Bulgaria
|
Cotton Bowl (63 998 spett.)
|
|
Gruppo E
Classifica
Risultati
New York
18 giugno 1994, ore 16:00 UTC-4
|
Italia
|
0 – 1
referto
|
Irlanda
|
Giants Stadium (75 338
spett.)
|
|
Washington
19 giugno 1994, ore 16:00 UTC-4
|
Norvegia
|
1 – 0
referto
|
Messico
|
RFK Stadium (52 395
spett.)
|
|
New York
23 giugno 1994, ore 16:00 UTC-4
|
Italia
|
1 – 0
referto
|
Norvegia
|
Giants Stadium (74 624
spett.)
|
|
Orlando
24 giugno 1994, ore 12:30 UTC-4
|
Messico
|
2 – 1
referto
|
Irlanda
|
Citrus Bowl (52 395
spett.)
|
|
Washington
28 giugno 1994, ore 12:30 UTC-4
|
Italia
|
1 – 1
referto
|
Messico
|
RFK Stadium (52 535
spett.)
|
|
New York
28 giugno 1994, ore 12:30 UTC-4
|
Irlanda
|
0 – 0
referto
|
Norvegia
|
Giants Stadium (72 404
spett.)
|
Gruppo F
Classifica
Risultati
Orlando
19 giugno 1994, ore 12:30 UTC-4
|
Belgio
|
1 – 0
referto
|
Marocco
|
Citrus Bowl (63 113
spett.)
|
|
Orlando
25 giugno 1994, ore 12:30 UTC-4
|
Belgio
|
1 – 0
referto
|
Paesi Bassi
|
Citrus Bowl (62 387
spett.)
|
|
Washington
29 giugno 1994, ore 12:30 UTC-4
|
Belgio
|
0 – 1
referto
|
Arabia Saudita
|
RFK Stadium (52 959
spett.)
|
|
Orlando
29 giugno 1994, ore 12:30 UTC-4
|
Marocco
|
1 – 2
referto
|
Paesi Bassi
|
Citrus Bowl (60 578
spett.)
|
|
Raffronto delle terze classificate
Fase a eliminazione diretta
|
Brasile
|
|
|
Uniformi di gara
|
Sport
|
Calcio
|
Federazione
|
CBF
Confederação Brasileira de Futebol
|
Confederazione
|
CONMEBOL
|
Codice FIFA
|
BRA
|
Soprannome
|
A Seleção (La Selezione)
Os Pentacampeões (I Pentacampioni)
|
Selezionatore
|
Tite
|
Record presenze
|
Cafu (142)
|
Capocannoniere
|
Pelé (77)
|
Stadio
|
Stadio Maracanã
|
Ranking FIFA
|
2º[1] (10 febbraio 2022)
|
Esordio internazionale
|
Argentina 3 - 0 Brasile
Buenos
Aires, Argentina; 20
settembre 1914
|
Migliore vittoria
|
Brasile 14 - 0 Nicaragua
Città del
Messico, Messico; 17
ottobre 1975
|
Peggiore sconfitta
|
Uruguay 6 - 0 Brasile
Viña del
Mar, Cile; 18 settembre 1920
Brasile 1 - 7 Germania
Belo
Horizonte, Brasile; 8
luglio 2014
|
Campionato del mondo
|
Partecipazioni
|
21 (esordio: 1930)
|
Miglior risultato
|
Campioni nel 1958, 1962, 1970, 1994, 2002
|
Copa América
|
Partecipazioni
|
37 (esordio: 1916)
|
Miglior risultato
|
Campioni nel 1919, 1922, 1949, 1989, 1997, 1999, 2004, 2007, 2019
|
Campionato CONCACAF/Gold
Cup
|
Partecipazioni
|
3 (esordio: 1996)
|
Miglior risultato
|
Secondo posto nel 1996, 2003
|
Confederations Cup
|
Partecipazioni
|
7 (esordio: 1997)
|
Miglior risultato
|
Campioni nel 1997, 2005, 2009, 2013
|
La nazionale di calcio del Brasile (port. Seleção Brasileira de Futebol, per questo nota informalmente come Seleção) è la
rappresentativa calcistica del Brasile ed è posta sotto l'egida della Confederação Brasileira de Futebol.
La nazionale verdeoro, come si usa chiamarla in Italia, è una delle nazionali di calcio più
titolate del mondo nonché quella più titolata nel campionato del mondo, vinto per 5 volte (1958, 1962, 1970, 1994 e 2002). Per questa ragione i giocatori del Brasile sono
soprannominati Pentacampeões ("pentacampioni").
Unica nazionale ad aver partecipato a tutte le edizioni del mondiale, in bacheca annovera anche 9 Coppe America e 4 Confederations
Cup (primato). Vanta la disputa di sette finali del campionato del mondo e undici piazzamenti complessivi nei primi quattro posti della competizione in ventuno partecipazioni (solo
la nazionale tedesca ha fatto meglio, con tredici piazzamenti complessivi in diciannove partecipazioni).
Nel ranking mondiale della FIFA, istituito nell'agosto 1993, ha più volte occupato la prima posizione: dal settembre al
novembre 1993, dall'aprile al giugno 1994, dal luglio 1994 al maggio 2001, dal luglio 2002 al febbraio 2007, dal luglio al settembre 2007, dal luglio al novembre 2009, dall'aprile al luglio
2010, dall'aprile al luglio 2017 e dall'agosto al settembre 2017. Ha inoltre chiuso 12 volte l'anno solare in testa alla classifica, il che costituisce un record. Il peggiore piazzamento
nella classifica mondiale della FIFA è il 22º posto, occupato nel giugno 2013. Occupa la 2ª posizione della graduatoria.[1]
Storia
Esordi e prime apparizioni al mondiale (1914-1950)
La nazionale brasiliana esordì nel 1914[2][3][4] e dovette attendere il 1928 per giocare contro squadre europee.[5] Guidata dal prolifico attaccante Arthur Friedenreich, la Seleçao vinse poi il campionato
sudamericano del 1919 e del 1922.
Le prime apparizioni al campionato del mondo, tuttavia, non ebbero successo, in parte a causa delle lotte interne al calcio brasiliano circa
il professionismo,
che resero la confederazione calcio brasiliana incapace di schierare squadre con i migliori giocatori. Eliminato al primo turno del campionato mondiale del 1930 e del 1934, ottenne il terzo posto al mondiale del 1938, dove fu l'unica sudamericana nella competizione, con Leônidas capocannoniere, con 7 reti. La fine del decennio seguente vide la squadra ottenere la vittoria
al campionato sudamericano del 1949.
Il Maracanazo e gli anni d'oro con Pelé (1950-1970)
Nel 1950 il Brasile ospitò per la prima volta il mondiale e nella gara decisiva del girone finale affrontò l'Uruguay allo stadio Maracanã di Rio de Janeiro davanti a duecentomila spettatori. Nonostante al Brasile
bastasse un pari per ottenere la vittoria, a vincere furono gli uruguaiani, che si imposero per 2-1 in rimonta, causando una disfatta vissuta dal pubblico di casa come un dramma passato alla
storia come Maracanazo.[6][7][8][9] (in portoghese Maracanaço).[10] Al campionato mondiale del 1954 la selezione brasiliana, che
annoverava calciatori del calibro di Nílton Santos, Djalma Santos, Julinho e Didi, uscì ai quarti di finale.
Nel 1958 il Brasile si aggiudicò per la prima volta il titolo mondiale battendo in finale i padroni di casa della Svezia per 5-2; durante il torneo si mise in luce il
diciassettenne Pelé, destinato a
divenire secondo molti il miglior calciatore della storia e autore, proprio in finale, di un pregevole gol, ritenuto fra i più belli di sempre. Il successo fu replicato nel 1962, in Cile, dove il Brasile rivinse il titolo mondiale sconfiggendo i padroni
di casa in semifinale e la Cecoslovacchia per 3-1 in finale. Garrincha fu il protagonista del torneo, in particolar modo dopo l'infortunio subito da Pelé nel secondo incontro della
competizione, che costrinse o Rey a saltare le restanti partite.
Dopo il campionato del mondo svoltosi in Inghilterra nel 1966, dove i verdeoro furono eliminati al primo turno, il Brasile
vinse la sua terza Coppa del mondo in Messico nel 1970, battendo in finale l'Italia per 4-1 e presentandosi al
torneo iridato con quella che viene considerata da molti la migliore squadra nazionale di tutti i tempi, potendo contare su Pelé, alla sua ultima finale mondiale, Carlos
Alberto, Jairzinho, Tostão, Gérson e Rivelino. Con questo successo la Seleção si aggiudicò la Coppa
Rimet per la terza volta e poté quindi detenerla a titolo definitivo secondo quanto previsto dal regolamento FIFA allora vigente. Il trofeo sarà poi rubato e non più ritrovato.
Anni di digiuno (1974-1993)
Al campionato mondiale del 1974 il Brasile terminò al quarto posto, perdendo la finale di consolazione contro
la Polonia per 1-0, mentre nel 1978, pur avendo chiuso il mondiale senza sconfitte, non ebbe
accesso alla finale, appannaggio dell'Argentina padrona di casa per una migliore differenza reti, avendo gli argentini ottenuto una controversa vittoria per 6-0
nell'ultima partita del girone, successo che consentì all'Albiceleste di colmare un gap di 5 reti con i brasiliani.
Al campionato mondiale del 1982, pur esprimendo un gioco pregevole con talenti come Zico, Falcão, Eder e Sócrates, che formavano una delle squadre più forti della storia,[11] la squadra allenata da Telê Santana dovette soccombere nel complicato girone di seconda fase con Argentina e Italia, battendo per 3-1 i primi e venendo sconfitti per 2-3 dai
secondi, quando un pareggio contro gli italiani sarebbe stato sufficiente per consentire alla Seleção di approdare alle semifinali a scapito degli azzurri.[11] La gestione di Telê Santana si chiuse con l'eliminazione ai quarti di finale del campionato del mondo 1986 contro la Francia ai tiri di rigore.
Passato sotto la guida di Sebastião Lazaroni, il Brasile uscì ai quarti di finale del campionato del mondo 1990 contro l'Argentina, poi fu Paulo Roberto
Falcão ad assumere le redini della squadra, traghettata al secondo posto nella Coppa America 1991 giocata in Cile. Fu quindi la volta del commissario tecnico Carlos Alberto
Parreira, che condusse i suoi ai quarti di finale della Coppa America 1993 (eliminazione ancora contro l'Argentina, stavolta ai rigori).
Ritorno ai vertici (1994-2006)
Parreira rimase in sella per il campionato del mondo 1994, dove i brasiliani misero in bacheca il quarto titolo mondiale: il successo, maturato ai rigori
nella torrida finale di Pasadena, permise ai brasiliani, capitanati da Dunga e trascinati dalle stelle Romário e Bebeto, di trionfare a ventiquattro anni
dall'ultimo alloro mondiale, ancora contro l'Italia. Nella rosa campione del mondo figurava anche un giovane fuoriclasse, il diciassettenne Ronaldo, destinato ad affermarsi negli anni a
venire.
Parreira lasciò la panchina del Brasile dopo il successo[12] e fu rimpiazzato da una vecchia gloria della Seleção, Mário Zagallo, che perse ai rigori la finale della Coppa America 1995 contro i padroni di casa dell'Uruguay e colse due successi, nella Confederations Cup 1997 e nella Coppa America 1997.
Grande favorito per la vittoria del campionato del mondo 1998, il Brasile di Zagallo, qualificatosi di diritto alla manifestazione in qualità di squadra
campione del mondo, giunse in finale, ma fu nettamente sconfitto (3-0) dalla Francia padrona di casa, che si aggiudicò il titolo mondiale
per la prima volta. Le polemiche per la disfatta furono alimentate dal controverso utilizzo in finale di Ronaldo nonostante un serio problema di salute (convulsioni[13] o, secondo voci che circolarono, una crisi di nervi)[12]
A Zagallo subentrò Vanderlei Luxemburgo, che ottenne la vittoria nella Coppa America 1999, battendo per 3-0 l'Uruguay in finale. La successiva gestione di Émerson Leão, che richiamò Romário e tentò di costruire attorno a lui una squadra
di giovani di talento, fu caratterizzata dalla clamorosa eliminazione ai quarti di finale della Coppa America 2001 contro l'Honduras e dal quarto posto nella Confederations Cup 2001, dove la nazionale brasiliana si presentò con
una rosa priva delle stelle che giocavano nei campionati europei. Esonerato Leão,[14] fu Luiz Felipe Scolari ad assumere il ruolo di CT del Brasile. Sotto la sua guida il Brasile si qualificò
al campionato del mondo 2002 con qualche affanno e poi trionfò nella competizione battendo in finale la Germania per 2-0, grazie al contributo decisivo di Ronaldo (autore della decisiva doppietta nella finale
di Tokyo), Rivaldo e del giovane astro Ronaldinho, con la spinta sulle fasce del
trentaduenne Cafu e
di Roberto Carlos. Tra le riserve di quella compagine vi era anche il ventenne Kaká, poi affermatosi a grandi livelli nel Milan
di Carlo
Ancelotti. Il capitano Cafu disputò in quell'occasione la terza finale mondiale consecutiva, stabilendo un record.[15]
Il nuovo millennio
L'ex centrocampista
Dunga, prima pluridecorato
capitano del Brasile, ricoprì l'incarico di commissario tecnico del Brasile dal 2006 al
2010 e dal 2014 al 2016
Ancora guidati da Parreira, richiamato in panchina nel gennaio 2003,[16] nella Confederations Cup 2003, in Francia, i brasiliani delusero, uscendo già al
primo turno,[17] poi si
aggiudicarono la Coppa America 2004, battendo ai rigori in finale l'Argentina,[18] e la Confederations Cup 2005, ancora contro l'Argentina, battuta per
4-1.[19][20][21] Al campionato del mondo 2006, però, i verdeoro furono fermati ai
quarti di finale dalla Francia, poi finalista perdente del torneo.[22]
La formazione del Brasile campione del Sudamerica nel
2019
La mancata vittoria in Germania causò cambio in panchina,[23] con l'ex capitano Dunga che rimpiazzò Parreira.[24] Il nuovo tecnico portò in nazionale non solo le stelle acclamate delle grandi squadre europee, ma anche
calciatori che militavano nei campionati russo e ucraino.[25] Vinta la Coppa America 2007 grazie al successo in finale contro l'Argentina per 3-0,[26] con Robinho nominato miglior giocatore del torneo, oltre che capocannoniere,[27] i brasiliani si aggiudicarono anche la Confederations Cup 2009,[28] sospinti dai gol di Luís Fabiano.[29] La gestione di Dunga si chiuse al termine del campionato del mondo 2010, dove i brasiliani furono eliminati ai quarti di finale dai Paesi Bassi, poi finalisti perdenti del torneo.[30][31][32]
Il successore, Mano
Menezes,[33][34][35] rinunciò
progressivamente alle colonne portanti del recente passato per favorire l'inserimento di nuovi volti come Coutinho e Neymar.[36] La disfatta alla Coppa America 2011, dove i brasiliani uscirono ai tiri di rigore, fallendo
clamorosamente tutti e quattro i tentativi di realizzazione effettuati dal dischetto contro il Paraguay,[37][38] fece da preludio alla vittoria della nazionale olimpica, che si aggiudicò la medaglia d'oro ai Giochi olimpici di Londra 2012,[39] ma ciò non bastò a scongiurare l'esonero dell'allenatore, silurato dalla federazione brasiliana nel
novembre 2012 dopo due anni giudicati "insufficienti".[40]
Dopo l'allontanamento di Menezes, in panchina tornarono due grandi nomi del passato: Scolari fu affiancato da Parreira in veste di secondo.[41] Messa in bacheca la Confederations Cup 2013, grazie alla vittoria in finale
del Maracanã contro la Spagna campione d'Europa e del mondo per 3-0 nella finale,
la Seleção si apprestò a giocare il campionato del mondo 2014 da padrona di casa e grande favorita, ma l'epilogo fu tra i più amari nella storia
della selezione verdeoro. Al Mineirão di Belo Horizonte, nelle semifinali del torneo, la partita contro la Germania assunse subito una piega del tutto inattesa e
impronosticabile: alla mezz'ora del primo tempo, infatti, i tedeschi erano già in vantaggio per 5-0 e nella ripresa incrementarono il vantaggio fino a portarsi sul 7-0; a nulla servì il gol
del definitivo 1-7.[42][43] Per la
prima volta nella storia i brasiliani subirono sette reti in una sola partita e l'indignazione per l'umiliazione subita fu tanta che alcuni giornali l'indomani titolarono Mineirazo, in analogia con
il Maracanazo del campionato del mondo 1950.[44] I brasiliani chiusero il torneo al quarto posto, sconfitti anche nella finale di consolazione dai
Paesi Bassi, al che Scolari rassegnò le proprie dimissioni.[45]
Nel luglio 2014 tornò sulla panchina della nazionale il CT Dunga, che ottenne ben undici vittorie consecutive, ma nella Coppa America
2015 uscì ai quarti di finale ai tiri di rigore e nella Coppa America 2016, con una rosa priva dell'infortunato Kakà e con alcune esclusioni eccellenti tra i convocati,
addirittura al primo turno, evento che nel torneo non si verificava dal 1987. Anche a causa dell'avvio considerato insoddisfacente nelle qualificazioni al mondiale 2018, Dunga fu sollevato dall'incarico.[46]
A Dunga successe, nel giugno 2016, Tite,[47] che colse otto vittorie consecutive nelle qualificazioni a Russia 2018, guadagnando l'approdo alla fase
finale del torneo, da cui il Brasile venne poi eliminato ai quarti di finale. Nella Coppa America 2019 il Brasile, padrone di casa e ancora privo, a causa di un infortunio, della stella Neymar,
tornò al successo, battendo per 3-1 al Maracanã la sorpresa Perù, già affrontata e battuta nel girone. I brasiliani raggiunsero anche la finale della Coppa America 2021,
nuovamente disputata in casa (al Maracanã) e tenutasi con un anno di ritardo a causa della pandemia di COVID-19: qui i verdeoro furono sconfitti di misura (1-0) dall'Argentina.
Colori
In origine la divisa del Brasile era bianca con il colletto blu ma in seguito all'incredibile sconfitta ai mondiali del 1950 contro
l'Uruguay nella partita decisiva per l'assegnazione del titolo i colori furono considerati poco patriottici e quindi con il permesso della confederazione sportiva brasiliana il
quotidiano Correio da Manhã indisse una competizione per scegliere una nuova uniforme che contenesse i quattro colori della bandiera del Brasile.[48] Alla fine vinse l'uniforme giallo-verde con pantaloncini azzurri progettata da Aldyr Garcia Schlee, un
diciannovenne proveniente da Pelotas.[49] I nuovi colori vennero usati per la prima volta nel marzo 1954 in un match contro il Cile e da allora sono stati sempre usati. L'uniforme è cambiata solo leggermente nelle
tonalità del giallo o dell'azzurro, più o meno scuri a seconda degli sponsor tecnici che si sono avvicendati, così come la presenza o meno di rifiniture verdi sulle maglie o bianche sui
pantaloncini. I calzettoni sono stati prevalentemente bianchi mentre i numeri sulle maglie sono stati sempre verdi.
La seconda divisa è di colore azzurro più o meno acceso con pantaloncini bianchi. Dal 1998 lo sponsor tecnico è Nike.
Nel marzo 2011 fu presentata la
nuova terza maglia completamente nera, che suscitò polemiche nel paese. Come compromesso per la scelta azzardata, la nuova divisa fu impiegata solo in gare di esibizione e amichevoli.[50]
Cronologia delle divise
1914
|
Casa
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Trasferta
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|
|
Nessun fornitore
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|
1916
|
Casa
|
Trasferta
|
|
|
Nessun fornitore
|
|
1918
|
Casa
|
Trasferta
|
|
|
Nessun fornitore
|
|
1919
|
Casa
|
Trasferta
|
|
|
Nessun fornitore
|
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Mondiali 1930
|
Casa
|
Trasferta
|
|
|
Nessun fornitore
|
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Mondiali 1934
|
Casa
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Trasferta
|
|
|
Nessun fornitore
|
|
Mondiali 1938
|
Casa
|
Trasferta
|
|
|
Nessun fornitore
|
|
Mondiali 1950
|
Casa
|
Trasferta
|
|
|
Nessun fornitore
|
|
1950-1954
|
Casa
|
Trasferta
|
|
|
Ceppo
|
|
1954-1970
|
Casa
|
Trasferta
|
|
|
Athleta
|
|
Mondiali 1970
|
Casa
|
Trasferta
|
|
|
Athleta
|
|
Mondiali 1974
|
Casa
|
Trasferta
|
|
|
Athleta
|
|
Mondiali 1978
|
Casa
|
Trasferta
|
|
|
Adidas
|
|
Mondiali 1982
|
Casa
|
Trasferta
|
|
|
Topper
|
|
Mondiali 1986
|
Casa
|
Trasferta
|
|
|
Topper
|
|
Mondiali 1990
|
Casa
|
Trasferta
|
|
|
Topper
|
|
Mondiali 1994
|
Casa
|
Trasferta
|
|
|
Umbro
|
|
Mondiali 1998
|
Casa
|
Trasferta
|
|
|
Nike
|
|
Mondiali 2002
|
Casa
|
Trasferta
|
|
|
Nike
|
|
Mondiali 2006
|
Casa
|
Trasferta
|
|
|
Nike
|
|
Confederations Cup 2009
|
Casa
|
Trasferta
|
|
|
Nike
|
|
Mondiali 2010
|
Casa
|
Trasferta
|
|
|
Nike
|
|
Confederations Cup 2013
|
Casa
|
Trasferta
|
|
|
Nike
|
|
Mondiali 2014
|
Casa
|
Trasferta
|
|
|
Nike
|
|
2016–2018
|
Casa
|
Trasferta
|
|
|
Nike
|
|
2018–2019
|
Casa
|
Trasferta
|
|
|
Nike
|
|
2019–2020
|
Casa
|
Trasferta
|
|
|
Nike
|
|
2020–presente
|
Casa
|
Trasferta
|
|
|
Nike
|
|
Palmarès
-
Svezia 1958, Cile 1962, Messico 1970, Stati Uniti 1994, Corea del Sud-Giappone 2002
-
Brasile 1919, Brasile 1922, Brasile 1949, Brasile 1989, Bolivia 1997, Paraguay
1999, Perù 2004, Venezuela 2007, Brasile 2019
-
Arabia Saudita 1997, Germania 2005, Sudafrica 2009, Brasile 2013
-
Cile 1952, Messico 1956
Partecipazioni ai tornei internazionali
Campionato del mondo
|
Edizione
|
Risultato
|
1930
|
Primo turno
|
1934
|
Ottavi di finale
|
1938
|
Terzo posto
|
1950
|
Secondo posto
|
1954
|
Quarti di finale
|
1958
|
Campione
|
1962
|
Campione
|
1966
|
Primo turno
|
1970
|
Campione
|
1974
|
Quarto posto
|
1978
|
Terzo posto
|
1982
|
Secondo turno
|
1986
|
Quarti di finale
|
1990
|
Ottavi di finale
|
1994
|
Campione
|
1998
|
Secondo posto
|
2002
|
Campione
|
2006
|
Quarti di finale
|
2010
|
Quarti di finale
|
2014
|
Quarto posto
|
2018
|
Quarti di finale
|
Giochi olimpici[52]
|
Edizione
|
Risultato
|
1920
|
Non partecipante
|
1924
|
Non partecipante
|
1928
|
Non partecipante
|
1936
|
Non partecipante
|
1948
|
Non partecipante
|
Confederations Cup
|
Edizione
|
Risultato
|
1992
|
Non invitata
|
1995
|
Non invitata
|
1997
|
Campione
|
1999
|
Secondo posto
|
2001
|
Quarto posto
|
2003
|
Primo turno
|
2005
|
Campione
|
2009
|
Campione
|
2013
|
Campione
|
2017
|
Non qualificata
|
Legenda: Grassetto: Risultato migliore, Corsivo: Mancate partecipazioni
CONCACAF Gold Cup
Pur non essendo affiliata alla CONCACAF, la nazionale verdeoro è stata invitata a tre edizioni della Gold Cup, piazzandosi due
volte seconda ed una terza.[53]
Taça das Nações
La Seleção si è classificato secondo all'unica Taça das Nações, organizzata in casa dalla CBD nel 1964.[54]
Campionato Panamericano
I Verdeoro hanno partecipato a tutti e tre i Campionati Panamericani, ottenendo due vittorie ed un secondo posto.[55]
La nazionale brasiliana ha partecipato ai Giochi panamericani in 10 occasioni. Tuttavia, data la natura dilettantistica della manifestazione, era impedita per
regolamento la convocazione dei professionisti. Dunque fino al 2003 le selezioni erano costituite
da giovani o calciatori di seconda fascia, mentre da tale data, vi è l'obbligo di schierare le Under-20. Pertanto dalla prima edizione del 1951 a quella del 1999 i carioca in sette partecipazioni hanno collezionato quattro medaglie d'oro, una d'argento ed
una di bronzo.[56]
Statistiche
La nazionale
carioca durante l'inno nazionale nel mondiale disputato in casa nel 2014, prima della
storica sconfitta per 1-7 contro la Germania
- La nazionale brasiliana è l'unica, insieme alla Germania, ad avere disputato più di 100 partite nelle fasi finali
del campionato mondiale. Dopo l'edizione 2018 entrambe le nazionali hanno disputato 109 partite, ma la Germania ha due partecipazioni in meno rispetto
alla nazionale brasiliana. Le due nazionali, inoltre, sono le uniche ad avere sempre ottenuto sul campo la qualificazione alla fase finale del campionato del mondo.
- La nazionale brasiliana ha ospitato la ventesima edizione del campionato mondiale di calcio nel 2014 (chiuso dai verdeoro al quarto posto), sessantaquattro anni dopo avere ospitato l'edizione del 1950. Il Brasile è stata la quinta nazione ad avere ospitato due edizioni del campionato del mondo di calcio, dopo
il Messico, l'Italia, la Francia e la Germania.
- Nel periodo 1994-2019 la nazionale brasiliana ha vinto complessivamente undici trofei (due campionati del mondo, cinque Coppe America, quattro Confederations
Cup) nelle tre maggiori competizioni per nazionali (mondiale, Coppa America, Confederations Cup) ed è stata finalista tre volte (nel 1995 in Coppa America, nel 1998 al mondiale e nel 1999
alla Confederations Cup).
- Il Brasile è la nazionale che ha occupato più a lungo la testa della classifica mondiale della FIFA, che ha comandato senza interruzioni
dal luglio 1994 al luglio 2001 e successivamente dal giugno 2002 al febbraio 2007. A luglio dello stesso anno, dopo quattro mesi di assenza dal primo posto, il Brasile è riuscito a tornare in
testa alla classifica, grazie alla vittoria nella Coppa America 2007, per poi mantenere il vertice fino all'ottobre 2009. Ha occupato nuovamente il primo posto da aprile a
maggio 2010, quando è stato scalzato dalla Spagna, nuova squadra campione del mondo.
Statistiche dettagliate sui tornei internazionali
Mondiali
Statistiche
- Primo turno: 2 volte (1930, 1966)
- Ottavi di finale: 2 volte (1934, 1990)
- Quarti di finale: 6 volte (1954, 1982, 1986, 2006, 2010, 2018)
- Semifinale: 4 volte (1938, 1974, 1978, 2014)
-
Quarto posto: 2 volte (1974, 2014)
-
Terzo posto: 2 volte (1938, 1978)
- Finale: 7 volte (1950, 1958, 1962, 1970, 1994, 1998, 2002)
-
Secondo posto: 2 volte (1950, 1998)
-
Primo posto: 5 volte (1958, 1962, 1970, 1994, 2002)
Copa América
Olimpiadi
-
Nota bene: per le informazioni sui risultati ai Giochi olimpici nelle edizioni successive al 1948 visionare la pagina della nazionale olimpica.
Confederations Cup
La Seleção festeggia la Confederations Cup casalinga del 2013
CONCACAF Gold Cup
Taça das Nações
Anno
|
Luogo
|
Piazzamento
|
V
|
N
|
P
|
Gol
|
1964
|
Brasile
|
Secondo posto
|
2
|
0
|
1
|
9:5
|
Campionati Panamericani
Rosa attuale
Lista dei giocatori convocati da Tite per le partite di qualificazioni ai mondiali 2022 contro Cile e Bolivia del 24 e 29 marzo 2022.
Presenze e reti aggiornate al 24 marzo 2022.
Record individuali
Statistiche aggiornate al 24 marzo 2022..La nazionale brasiliana disputa occasionalmente partite di esibizione contro squadre di club, selezioni continentali, selezioni FIFA, di varie federazioni o
leghe nazionali e perfino contro enti o fondazioni. Tutte queste partite, non essendo riconosciute dalla FIFA, non entrano a far parte delle statistiche individuali di presenze e di
reti.
I giocatori in grassetto sono ancora in attività con la maglia della nazionale.
Cafu, primatista di presenze con la
nazionale brasiliana (142)
Pelé, primatista di gol segnati
con la nazionale verdeoro (77 in 92 presenze)
Record di presenze
Allenatori
Tutte le rose
Mondiali
-
Coppa del Mondo FIFA 1930
-
P Joel, P Velloso, D Brilhante, D Itália, D Oscarino, D Zé Luiz, C Benevenuto, C Fausto, C Fernando, C Fortes, C Hermógenes,
C Ivan Mariz,
C Pamplona, A Araken, A Benedicto, A Carvalho Leite, A Doca, A Manoelzinho, A Moderato, A Nilo, A Poly, A Preguinho, A Russinho, A Teóphilo, CT: Píndaro
-
Coppa del Mondo FIFA 1934
-
P Germano, P Pedrosa, D Luís Luz, D Octacílio, D Sylvio, C Ariel, C Canalli, C Martim, C Tinoco, C Waldyr, A Armandinho, A Átila, A Carvalho Leite, A Leônidas, A Luisinho, A Patesko, A Waldemar de Brito, CT: Vinhaes
-
Coppa del Mondo FIFA 1938
-
P Batatais, P Walter, D Domingos da Guia, D Jaú, D Martim, D Nariz, C Afonsinho, C Argemiro, C Brandão, C Britto, C Machado, C Zezé Procópio, A Hércules,
A Leônidas,
A Lopes, A Luisinho, A Niginho, A Patesko, A Perácio, A Roberto, A Romeu, A Tim, CT: Pimenta
-
Coppa del Mondo FIFA 1950
-
P Barbosa, P Castilho, D Augusto, D Ely, D Juvenal, D Nena, D Nílton Santos, C Bauer, C Bigode, C Danilo, C Noronha, C Rui, A Adãozinho, A Ademir, A Alfredo,
A Baltazar,
A Chico,
A Friaça, A Jair, A Maneca, A Rodrigues,
A Zizinho, CT: Costa
-
Coppa del Mondo FIFA 1954
-
1 Castilho, 2 Djalma Santos, 3 Nílton Santos, 4 Brandãozinho, 5 Pinheiro, 6 Bauer,
7 Julinho, 8 Didi, 9 Baltazar, 10 Pinga,
11 Rodrigues, 12 Paulinho, 13 Alfredo, 14 Ely, 15 Mauro Ramos, 16 Dequinha, 17 Maurinho, 18 Humberto, 19 Índio, 20 Rubens, 21 Veludo, 22 Cabeção, CT: Zezé Moreira
-
Coppa del Mondo FIFA 1958
-
1 Castilho, 2 Bellini, 3 Gilmar, 4 Djalma Santos, 5 Dino Sani, 6 Didi, 7 Zagallo, 8 Oreco, 9 Zózimo, 10 Pelé, 11 Garrincha, 12 Nílton Santos, 13 Moacir, 14 De Sordi,
15 Orlando
Peçanha, 16 Mauro
Ramos, 17 Joel, 18 Mazola, 19 Zito, 20 Vavá, 21 Dida, 22 Pepe, CT: Feola
-
Coppa del Mondo FIFA 1962
-
1 Gilmar, 2 Djalma Santos, 3 Mauro Ramos, 4 Zito, 5 Zózimo, 6 Nílton Santos, 7 Garrincha, 8 Didi, 9 Coutinho, 10 Pelé, 11 Pepe, 12 Jair Marinho, 13 Bellini, 14 Jurandir, 15 Altair, 16 Zequinha, 17 Mengálvio, 18 Jair da Costa, 19 Vavá, 20 Amarildo, 21 Zagallo, 22 Castilho, CT: Moreira
-
Coppa del Mondo FIFA 1966
-
1 Gilmar, 2 Djalma Santos, 3 Fidélis, 4 Bellini, 5 Brito,
6 Altair, 7 Orlando Peçanha, 8 Paulo Henrique, 9 Rildo, 10 Pelé, 11 Gérson, 12 Manga, 13 Denílson, 14 Lima,
15 Zito, 16 Garrincha, 17 Jairzinho, 18 Alcindo, 19 Silva, 20 Tostão, 21 Paraná, 22 Edu, CT: Feola
-
Coppa del Mondo FIFA 1970
-
1 Félix, 2 Brito, 3 Piazza, 4 Carlos Alberto, 5 Clodoaldo, 6 Marco Antônio, 7 Jairzinho, 8 Gérson, 9 Tostão, 10 Pelé, 11 Rivelino, 12 Ado, 13 Roberto Miranda, 14 Baldocchi, 15 Fontana, 16 Everaldo, 17 Joel, 18 Paulo César, 19 Edu, 20 Dario, 21 Zé
Maria, 22 Leão, CT: Zagallo
-
Coppa del Mondo FIFA 1974
-
1 Leão,
2 Luís Pereira,
3 Marinho Peres,
4 Zé Maria, 5 Piazza, 6 Marinho Chagas, 7 Jairzinho, 8 Leivinha, 9 César, 10 Rivelino, 11 Paulo César, 12 Renato, 13 Valdomiro, 14 Nelinho, 15 Alfredo, 16 Marco Antônio, 17 Carpegiani, 18 Ademir da Guia, 19 Mirandinha, 20 Edu, 21 Dirceu, 22 Valdir Peres, CT: Zagallo
-
Coppa del Mondo FIFA 1978
-
1 Leão,
2 Toninho, 3 Oscar, 4 Amaral, 5 Cerezo, 6 Edinho, 7 Zé Sérgio, 8 Zico, 9 Reinaldo,
10 Rivelino,
11 Dirceu, 12 Carlos, 13 Nelinho, 14 Abel, 15 Polozzi, 16 Rodrigues Neto, 17 Batista, 18 Gil, 19 Jorge Mendonça,
20 Roberto
Dinamite, 21 Chicão, 22 Valdir Peres, CT: Coutinho
-
Coppa del Mondo FIFA 1982
-
1 Valdir Peres,
2 Leandro, 3 Oscar, 4 Luizinho, 5 Cerezo, 6 Júnior, 7 Paulo Isidoro, 8 Sócrates, 9 Serginho, 10 Zico, 11 Éder, 12 Paulo Sérgio, 13 Edevaldo, 14 Juninho, 15 Falcão,
16 Edinho, 17 Pedrinho, 18 Batista, 19 Renato, 20 Roberto Dinamite, 21 Dirceu, 22 Carlos, CT: Santana
-
Coppa del Mondo FIFA 1986
-
1 Carlos, 2 Édson, 3 Oscar, 4 Edinho, 5 Falcão, 6 Júnior, 7 Müller,
8 Casagrande, 9 Careca, 10 Zico, 11 Edivaldo, 12 Paulo Vítor, 13 Josimar, 14 Júlio César, 15 Alemão, 16 Mauro Galvão, 17 Branco, 18 Sócrates, 19 Elzo, 20 Silas, 21 Valdo, 22 Leão, CT: Santana
-
Coppa del Mondo FIFA 1990
-
1 Taffarel, 2 Jorginho, 3 Ricardo Gomes, 4 Dunga, 5 Alemão, 6 Branco, 7 Bismarck, 8 Valdo, 9 Careca, 10 Silas, 11 Romário, 12 Acácio, 13 Mozer, 14 Aldair, 15 Müller, 16 Bebeto, 17 Renato Gaúcho, 18 Mazinho, 19 Ricardo Rocha, 20 Tita, 21 Mauro Galvão,
22 Zé Carlos, CT: Lazaroni
-
Coppa del Mondo FIFA 1994
-
1 Taffarel, 2 Jorginho, 3 Ricardo Rocha, 4 Ronaldão, 5 Mauro Silva, 6 Branco,
7 Bebeto, 8 Dunga, 9 Zinho, 10 Raí, 11 Romário, 12 Zetti, 13 Aldair, 14 Cafu, 15 Márcio Santos,
16 Leonardo, 17 Mazinho, 18 Paulo Sérgio, 19 Müller, 20 Ronaldo, 21 Viola, 22 Gilmar, CT: Parreira
-
Coppa del Mondo FIFA 1998
-
1 Taffarel, 2 Cafu, 3 Aldair, 4 Júnior Baiano, 5 César Sampaio, 6 Roberto Carlos, 7 Giovanni, 8 Dunga, 9 Ronaldo, 10 Rivaldo, 11 Emerson, 12 Carlos Germano, 13 Zé Carlos, 14 Gonçalves, 15 André Cruz, 16 Zé Roberto, 17 Doriva, 18 Leonardo, 19 Denílson, 20 Bebeto, 21 Edmundo, 22 Dida, CT: Zagallo
-
Coppa del Mondo FIFA 2002
-
1 Marcos, 2 Cafu, 3 Lúcio, 4 Roque Júnior, 5 Edmílson, 6 Roberto Carlos, 7 Ricardinho, 8 Gilberto Silva, 9 Ronaldo, 10 Rivaldo, 11 Ronaldinho, 12 Dida, 13 Belletti, 14 Polga, 15 Kléberson, 16 Júnior, 17 Denílson, 18 Vampeta, 19 Juninho, 20 Edílson, 21 Luizão, 22 Rogério Ceni, 23 Kaká, CT: Scolari
-
Coppa del Mondo FIFA 2006
-
1 Dida, 2 Cafu, 3 Lúcio,
4 Juan, 5 Emerson, 6 Roberto Carlos, 7 Adriano,
8 Kaká, 9 Ronaldo, 10 Ronaldinho, 11 Zé Roberto,
12 Rogério Ceni, 13 Cicinho, 14 Luisão, 15 Cris, 16 Gilberto, 17 Gilberto Silva, 18 Mineiro, 19 Juninho,
20 Ricardinho, 21 Fred, 22 Júlio César, 23 Robinho, CT: Parreira
-
Coppa del Mondo FIFA 2010
-
1 Júlio César, 2 Maicon, 3 Lúcio, 4 Juan,
5 Felipe Melo,
6 Michel Bastos,
7 Elano, 8 Gilberto Silva,
9 Luís Fabiano,
10 Kaká, 11 Robinho, 12 Gomes,
13 Dani Alves,
14 Luisão, 15 Thiago Silva, 16 Gilberto,
17 Josué, 18 Ramires, 19 Júlio Baptista,
20 Kléberson,
21 Nilmar, 22 Doni, 23 Grafite, CT: Dunga
-
Coppa del Mondo FIFA 2014
-
1 Jefferson, 2 Dani Alves, 3 Thiago Silva, 4 David Luiz, 5 Fernandinho, 6 Marcelo, 7 Hulk, 8 Paulinho, 9 Fred,
10 Neymar, 11 Oscar,
12 Júlio César, 13 Dante, 14 Maxwell, 15 Henrique, 16 Ramires, 17 Luiz Gustavo, 18 Hernanes, 19 Willian, 20 Bernard, 21 Jô, 22 Victor, 23 Maicon, CT: Scolari
-
Coppa del Mondo FIFA 2018
-
1 Alisson,
2 Thiago Silva,
3 Miranda,
4 Geromel,
5 Casemiro, 6 Filipe
Luís, 7 Douglas
Costa, 8 Renato
Augusto, 9 Gabriel
Jesus, 10 Neymar,
11 Coutinho, 12 Marcelo, 13 Marquinhos,
14 Danilo, 15 Paulinho, 16 Cássio, 17 Fernandinho, 18 Fred,
19 Willian, 20 Firmino, 21 Taison, 22 Fagner,
23 Ederson, CT: Tite
-
Campeonato Sudamericano 1916
-
P Casemiro, P Marcos, D Carlito, D Nery, D Orlando, D Osny, C Facchine, C Galo, C Sidney, A Alencar, A Amílcar, A Arnaldo, A Demósthenes, A Friedenreich, A Lagreca, A Mimi, A Luiz Menezes, A Lulu, A Mimi Sodré, CT: Lagreca
-
Campeonato Sudamericano 1917
-
P Casemiro, P Otto, D Chico Netto, D De Paiva, D Osny, D Vidal, C Adhemar, C Galo, C Paula Ramos, C Picagli, A Amílcar, A Arnaldo, A Caetano, A Couto, A Dias, A Haroldo, A Lagreca, A Millon, A Neco, CT: Lagreca
-
Campeonato Sudamericano 1919
-
P Dyonísio, P Marcos, D Bianco, D Palamone, D Picagli, D Píndaro, C Amílcar, C Fortes, C Galo, C Laís, C Martins, C Sérgio, A Arlindo, A Arnaldo, A Carregal, A Friedenreich,
A Haroldo, A Heitor, A Luiz Menezes, A Millon, A Neco, CT: Haroldo
-
Campeonato Sudamericano 1920
-
P Ayrton, P Kuntz, D De Maria, D Japonês, D Martins, D Telephone, C Adhemar, C Fortes,
C João, C Rodrigo, C Sisson, A Alvariza, A Castelhano, A Claudionor, A Constantino, A Junqueira, A Nonô, A Zezé, CT: Oswaldo Gomes
-
Campeonato Sudamericano 1921
-
P Carnaval, P Kuntz, D Barata, D Caratório, D Telefone, C Afredinho, C Dino, C Laís, C Pena, C Suíço, A Candiota, A Frederico, A Machado, A Maxabomba, A Nonô, A Orlandinho, A Paulo Vianna, A Zezé, CT: Vianna Netto
-
Campeonato Sudamericano 1922
-
P Kuntz, P Marcos, D Barthô, D Chico Netto, D Palamone, C Amílcar, C Fortes, C Laís, C Nesi, C Xingô, A Formiga, A Friedenreich, A Heitor, A Junqueira, A Neco, A Rodrigues, A Tatú, A Zezé, CT: Haroldo
-
Campeonato Sudamericano 1923
-
P David, P Nélson, D Alemão, D Pennaforte, C Dino, C Hermógenes, C Mica, C Nesi, C Seabra, C Soda, A Amaro, A Coelho, A Mário Seixas, A Nilo, A Paschoal, A Torteroli, A Zezé, CT: Chico Netto
-
Campeonato Sudamericano 1925
-
P Batalha, P Tuffy, D Clodô, D Hélcio, D Pennaforte, C Floriano, C Fortes, C Nascimento, C Pamplona, C Rueda, A Filó, A Friedenreich, A Lagarto, A Moderato, A Nilo, A Oswaldinho, A Russinho, CT: Platero
-
Campeonato Sudamericano 1937
-
P Rei, P Jurandir, D Carnera, D Jaú, D Nariz, C Afonsinho, C Brandão, C Britto, C Canalli, C Tunga, C Zarzur, A Bahia, A Cardeal, A Carreiro, A Carvalho Leite,
A Luisinho, A Niginho, A Patesko, A Roberto, A Tim, CT: Pimenta
-
Campeonato Sudamericano 1942
-
P Aymoré
Moreira, P Cajú, D Begliomini, D Domingos da Guia, D Jaime de Almeida, D Norival, D Osvaldo, C Afonsinho, C Argemiro, C Brandão, C Dino, C Zizinho, A Cláudio, A Joanino, A Patesko, A Paulo, A Pedro Amorim, A Pipí, A Pirillo, A Russo, A Servílio, A Tim, CT: Pimenta
-
Campeonato Sudamericano 1945
-
P Oberdan,
P Jurandir, D Begliomini, D Domingos da Guia, D Jaime de Almeida, D Newton, D Norival, D Rui, C Biguá, C Danilo,
C Jorginho, C Zezé Procópio, C Zizinho, A Ademir, A Alfredo, A Djalma, A Heleno, A Jair, A Pedro Amorim, A Servílio, A Tesourinha, A Vevé, CT: Costa
-
Campeonato Sudamericano 1946
-
P Ary, P Luiz Borracha, D Augusto, D Domingos da Guia,
D Jaime de
Almeida, D Newton, D Norival, D Rui, C Aleixo, C Danilo,
C Ivan, C Teixeirinha, C Zezé Procópio, C Zizinho, A Ademir, A Chico, A Eduardo Lima, A Heleno, A Jair, A Leônidas, A Tesourinha, A Vevé, CT: Costa
-
Campeonato Sudamericano 1949
-
P Barbosa, P Osvaldo, D Augusto, D Bauer, D Bigode, D Mauro Ramos, D Nílton Santos, D Wilson, C Danilo, C Ely, C Noronha, C Rui, C Zizinho, A Ademir, A Canhotinho, A Cláudio, A Jair, A Nininho, A Octávio, A Orlando, A Simão, A Tesourinha, CT: Costa
-
Campeonato Sudamericano 1953
-
P Barbosa, P Castilho, P Gilmar, D Alfredo,
D Bauer, D Djalma Santos, D Haroldo, D Nílton Santos, D Pinheiro, C Brandãozinho,
C Danilo, C Didi, C Ely, C Pinga, C Zizinho, A Ademir, A Baltazar, A Cláudio, A Ipojucan, A Julinho, A Rodrigues, CT: Moreira
-
Campeonato Sudamericano 1956
-
P Cabeção,
P Gilmar, P Paulo, D Alfredo,
D De
Sordi, D Djalma
Santos, D Formiga, D Mauro Ramos, D Olavo, C Julião, C Roberto Belangero, C Zito, A Álvaro, A Baltazar, A Canhoteiro, A Del Vecchio, A Jair, A Luisinho, A Maurinho, A Néstor, A Tite, A Zezinho, CT: Brandão
-
Campeonato Sudamericano 1957
-
P Castilho, P Edgard, P Gilmar, D Bellini, D Djalma Santos, D Édson,
D Nílton
Santos, D Olavo,
D Oreco, D Paulinho,
C Didi, C Dino Sani, C Roberto Belangero,
C Zito, C Zózimo, A Cláudio, A Evaristo, A Garrincha, A Joel, A Índio, A Pepe, A Zizinho, CT: Brandão
-
Campeonato Sudamericano 1959 (Argentina)
-
P Castilho, P Gilmar, D Bellini, D Coronel, D Djalma Santos, D Nílton Santos, D Orlando Peçanha, D Paulinho, C Chinesinho, C Didi, C Dino Sani, C Dorval, C Esteves, C Formiga, C Zito, A Almir Pernambuquinho, A Garrincha, A Henrique, A Mauro Ramos, A Paulo Valentim, A Pelé, A Zagallo, CT: Feola
-
Campeonato Sudamericano 1959 (Ecuador)
-
P Valter, P Waldemar, D Biu, D Bria, D Clóvis, D Dodô, D Édson, D Geroldo, D Givaldo, D Servílio, D Zequinha, C Fernando, C Geraldo, C Goiano, C Traçaia, C Zé de Mello, C Zé Maria, A Elcy, A Elias, A Moacir, A Paulo, A Tião, CT: Cardoso
-
Campeonato Sudamericano 1963
-
P Marcial, P Silas, D Jorge, D Mário Tito, D Massinha, D Píter, D William, C Cláudio, C Geraldino, C Hilton Vaccari, C Procópio Cardoso, A Almir, A Altamiro, A Amauri, A Amauri Silva, A Ari, A Fernando, A Flávio Minuano, A Hilton Chaves, A Marco Antônio, A Oswaldo, A Tião Macalé, CT: Moreira
-
Copa América
1975
-
P Careca, P Raul, P Valdir Peres, D Amaral, D Darci, D Getúlio, D Luís Pereira, D Miguel, D Modesto, D Morais, D Nelinho, D Neto, D Piazza, D Vanderley Lázaro, D Vantuir, C Ângelo, C Danival, C Dirceu Lopes, C Geraldo, C Ivo, C Vanderlei, C Zé Carlos, A Campos,
A Eduardo
Amorim, A Joãozinho, A Marcelo, A Palhinha, A Reinaldo,
A Roberto
Batata, A Roberto Dinamite, A Romeu, CT: Brandão
-
Copa América
1979
-
P Carlos, P João Leite, P Leão, D Amaral, D Edinho, D Gomes, D Marco Antônio, D Nelinho, D Oscar, D Pedrinho, D Rondinelli, D Toninho, C Adílio, C Batista, C Carpegiani, C Cerezo, C Chicão, C Falcão, C Júnior, C Pintinho, C Pita, C Renato, C Sócrates, C Zenon, C Zico, A Éder, A Jair Gaúcho, A João
Paulo, A Juary,
A Nílton Batata, A Palhinha, A Roberto Dinamite,
A Serginho,
A Tarciso, A Tita, A Zé Sérgio, A Zezé, CT: Coutinho
-
Copa América
1983
-
1 Leão,
2 Leandro, 3 Márcio, 4 Mozer, 5 Andrade, 6 Júnior, 7 Renato Gaúcho, 8 Sócrates, 9 Roberto Dinamite, 10 Tita, 11 Jorginho, 12 João Marcos, 13 Paulo Roberto, 14 Toninho Carlos, 15 Wladimir, 16 China, 17 Renato, 18 Careca, 19 Éder, 20 Leiz, 21 João Paulo, 22 Acácio, 23 Geraldo, 24 Mendonça, 25 Douglas, CT: Parreira
-
Copa América
1987
-
1 Carlos, 2 Josimar, 3 Geraldão, 4 Ricardo Rocha, 5 Douglas, 6 Nelsinho, 7 Müller, 8 Raí, 9 Careca, 10 Edu Marangon, 11 Valdo, 12 Zé Carlos, 13 Jorginho, 14 Ricardo Gomes, 15 Júlio César, 16 Dunga, 17 Edu, 18 Silas, 19 Romário, 20 Mirandinha, 21 João Paulo, 22 Régis, CT: Carlos Alberto
-
Copa América
1989
-
1 Taffarel, 2 Mazinho, 3 Mauro Galvão, 4 André Cruz, 5 Branco, 6 Ricardo Gomes, 7 Bebeto, 8 Geovani, 9 Valdo, 10 Tita, 11 Romário, 12 Acácio, 13 Josimar, 14 Aldair, 15 Alemão, 16 Cristóvão, 17 Dunga, 18 Renato Gaúcho, 19 Baltazar, 20 Silas, 21 Charles, 22 Zé Carlos, CT: Lazaroni
-
Copa América
1991
-
1 Taffarel, 2 Mazinho, 3 Cléber, 4 Ricardo Rocha, 5 Mauro Silva, 6 Branco, 7 Renato Gaúcho, 8 Valdir, 9 Careca III, 10 Neto,
11 João Paulo,
12 Sérgio,
13 Cafu, 14 Wilson Gottardo,
15 Márcio
Santos, 16 Lira, 17 Márcio, 18 Raí, 19 Luís Henrique, 20 Mazinho II, 21 Sílvio, 22 Ronaldo, CT: Falcão
-
Copa América
1993
-
1 Taffarel, 2 Cafu, 3 Antônio Carlos, 4 Válber, 5 César Sampaio, 6 Roberto Carlos, 7 Edmundo, 8 Boiadeiro, 9 Müller, 10 Palhinha, 11 Zinho, 12 Carlos, 13 Luiz Carlos Winck, 14 Luís Henrique, 15 Paulão, 16 Elivélton, 17 Luisinho,
18 Marquinhos, 19 Edílson, 20 Almir, 21 Viola, 22 Zetti, CT: Parreira
-
Copa América
1995
-
1 Taffarel, 2 Jorginho, 3 Aldair, 4 Ronaldão, 5 César Sampaio, 6 Roberto Carlos, 7 Edmundo, 8 Dunga, 9 Túlio, 10 Juninho Paulista, 11 Zinho, 12 Danrlei, 13 Rodrigo, 14 André Cruz, 15 Narciso,
16 Leandro
Ávila, 17 Beto, 18 Leonardo, 19 Souza,
20 Ronaldo, 21 Sávio, 22 Dida, CT: Zagallo
-
Copa América
1997
-
1 Taffarel, 2 Cafu, 3 Aldair, 4 Márcio Santos, 5 Mauro Silva, 6 Roberto Carlos, 7 Giovanni, 8 Dunga, 9 Ronaldo, 10 Leonardo, 11 Romário, 12 Carlos Germano,
13 Djalminha,
14 Zé Maria,
15 Célio Silva,
16 Gonçalves, 17 Zé Roberto, 18 César Sampaio, 19 Flávio Conceição, 20 Denílson, 21 Edmundo, 22 Paulo Nunes, CT: Zagallo
-
Copa América
1999
-
1 Dida, 2 Cafu, 3 Odvan, 4 Antônio
Carlos, 5 Emerson, 6 Roberto Carlos, 7 Amoroso, 8 Vampeta, 9 Ronaldo, 10 Rivaldo, 11 Alex, 12 Marcos, 13 Evanílson, 14 César, 15 João Carlos, 16 Serginho, 17 Marcos Paulo,
18 Flávio Conceição, 19 Beto, 20 Christian, 21 Ronaldinho, 22 Zé Roberto, CT: Luxemburgo
-
Copa América
2001
-
1 Marcos, 2 Belletti, 3 Cris, 4 Roque Júnior, 5 Eduardo Costa, 6 Roger, 7 Geovanni, 8 Emerson,
9 Guilherme, 10 Juninho Paulista, 11 Denílson, 12 Dida, 13 Alessandro, 14 Luisão, 15 Juan, 16 Júnior, 17 Juninho
Pernambucano, 18 Rochemback, 19 Fernando, 20 Alex, 21 Ewerthon, 22 Jardel, CT: Scolari
-
Copa América
2004
-
1 Júlio César, 2 Mancini, 3 Luisão, 4 Juan, 5 Renato, 6 Gustavo Nery, 7 Adriano, 8 Kléberson, 9 Luís Fabiano, 10 Alex, 11 Edu,
12 Fábio, 13 Maicon, 14 Bordon, 15 Cris, 16 Dudu Cearense, 17 Adriano Correia, 18 Júlio Baptista,
19 Diego, 20 Felipe, 21 Oliveira, 22 Vágner Love, CT: Parreira
-
Copa América
2007
-
1 Hélton, 2 Maicon,
3 Alex, 4 Juan, 5 Mineiro, 6 Gilberto,
7 Elano, 8 Gilberto Silva,
9 Vágner Love,
10 Diego, 11 Robinho, 12 Doni, 13 Dani Alves, 14 Naldo, 15 Alex Silva, 16 Kléber, 17 Josué, 18 Fernando, 19 Júlio Baptista, 20 Anderson, 21 Fred, 22 Afonso Alves, CT: Dunga
-
Copa América
2011
-
1 Júlio César, 2 Dani Alves, 3 Lúcio, 4 Thiago Silva, 5 Lucas Leiva, 6 André Santos, 7 Robinho, 8 Ramires, 9 Pato, 10 Ganso, 11 Neymar, 12 Victor, 13 Maicon, 14 Luisão, 15 Sandro, 16 Elano, 17 Elias, 18 Lucas, 19 Fred, 20 Jádson, 21 Adriano, 22 Jefferson, 23 David Luiz, CT: Mano Menezes
-
Copa América
2015
-
1 Jefferson, 2 Dani Alves, 3 Miranda, 4 David Luiz, 5 Fernandinho, 6 Filipe
Luís, 7 Douglas
Costa, 8 Elias, 9 Diego Tardelli, 10 Neymar, 11 Firmino, 12 Neto, 13 Marquinhos, 14 Thiago Silva, 15 Geferson, 16 Fabinho, 17 Fred,
18 Éverton
Ribeiro, 19 Willian,
20 Robinho, 21 Coutinho,
22 Casemiro,
23 Marcelo
Grohe, CT: Dunga
-
Copa América Centenario
-
1 Alisson,
2 Dani Alves,
3 Miranda,
4 Gil, 5 Casemiro, 6 Filipe Luís, 7 Ganso, 8 Elias, 9 Jonas, 10 Lucas Lima, 11 Gabriel, 12 Diego Alves, 13 Marquinhos,
14 Rodrigo Caio,
15 Fabinho, 16 Douglas Santos, 17 Walace, 18 Renato Augusto, 19 Willian, 20 Lucas, 21 Hulk, 22 Coutinho, 23 Marcelo Grohe, CT: Dunga
-
Copa América
2019
-
1 Alisson,
2 Thiago Silva,
3 Miranda,
4 Marquinhos, 5 Casemiro, 6 Filipe Luís, 7 Neres, 8 Arthur, 9 Gabriel Jesus, 10 Willian, 11 Coutinho, 12 Alex Sandro, 13 Dani Alves, 14 Militão,
15 Allan, 16 Cássio, 17 Fernandinho, 18 Paquetá, 19 Everton, 20 Firmino, 21 Richarlison, 22 Fagner,
23 Ederson, CT: Tite
-
Copa América
2021
-
1 Alisson,
2 Danilo, 3 Thiago Silva, 4 Marquinhos, 5 Casemiro, 6 Alex Sandro, 7 Richarlison, 8 Fred,
9 Gabriel Jesus,
10 Neymar, 11 Éverton Ribeiro,
12 Weverton, 13 Emerson, 14 Militão, 15 Fabinho, 16 Renan Lodi, 17 Paquetá, 18 Vinícius Jr., 19 Everton Soares,
20 Firmino,
21 Gabriel
Barbosa, 22 Felipe/Léo Ortiz, 23 Ederson, 25 Douglas Luiz, CT: Tite
Confederations Cup
-
FIFA Confederations Cup 1997
-
1 Dida, 2 Cafu, 3 Aldair, 4 Júnior Baiano,
5 Dunga, 6 Roberto
Carlos, 7 Bebeto,
8 Flávio Conceição, 9 Ronaldo, 10 Leonardo, 11 Romário, 12 Rogério Ceni,
13 Zé Maria,
14 Gonçalves, 15 Zé Roberto, 16 César Sampaio, 17 Doriva, 18 Denílson, 19 Juninho Paulista,
20 Rivaldo, 21 Rodrigo, 22 Russo, CT: Zagallo
-
FIFA Confederations Cup 1999
-
1 Dida, 2 Evanílson, 3 Odvan, 4 João Carlos, 5 Flávio
Conceição, 6 Serginho,
7 Ronaldinho,
8 Emerson, 9 Christian, 10 Alex,
11 Zé Roberto,
12 Marcos, 13 César, 14 Luiz Alberto, 15 Marcos Paulo, 16 Athirson, 17 Beto, 18 Roni, 19 Warley, 20 Vampeta, CT: Luxemburgo
-
FIFA Confederations Cup 2001
-
1 Dida, 2 Zé Maria, 3 Lúcio,
4 Edmílson,
5 Léomar, 6 Gustavo Nery, 7 Leandro, 8 Vampeta, 9 Sonny Anderson,
10 Robert, 11 Carlos Miguel, 12 Carlos Germano, 13 Evanílson, 14 César, 15 Caçapa, 16 Léo, 17 Vágner,
18 Rochemback, 19 Júlio Baptista, 20 Ramon, 21 Washington, 22 Magno Alves, 23 Fábio Costa, CT: Leão
-
FIFA Confederations Cup 2003
-
1 Dida, 2 Belletti, 3 Lúcio,
4 Juan, 5 Emerson, 6 Gilberto, 7 Ronaldinho, 8 Kléberson, 9 Adriano, 10 Ricardinho, 11 Gil, 12 Júlio César, 13 Maurinho, 14 Fábio Luciano,
15 Edu Dracena,
16 Kléber, 17 Eduardo Costa, 18 Dudu Cearense, 19 Adriano Gabiru, 20 Alex, 21 Ilan, 22 Luís Fabiano, 23 Fábio, CT: Parreira
-
FIFA Confederations Cup 2005
-
1 Dida, 2 Maicon,
3 Lúcio, 4 Roque Júnior, 5 Emerson, 6 Gilberto, 7 Robinho, 8 Kaká, 9 Adriano, 10 Ronaldinho, 11 Zé Roberto, 12 Marcos, 13 Cicinho, 14 Juan, 15 Luisão, 16 Léo, 17 Gilberto Silva, 18 Juninho,
19 Renato, 20 Júlio Baptista, 21 Oliveira, 22 Edu, 23 Gomes, CT: Parreira
-
FIFA Confederations Cup 2009
-
1 Júlio César, 2 Maicon, 3 Lúcio, 4 Juan,
5 Felipe Melo,
6 Kléber, 7 Elano, 8 Gilberto Silva, 9 Luís Fabiano, 10 Kaká, 11 Robinho, 12 Victor, 13 Dani Alves, 14 Luisão, 15 Miranda, 16 André Santos, 17 Josué, 18 Ramires, 19 Júlio Baptista,
20 Kléberson,
21 Pato,
22 Nilmar, 23 Gomes, CT: Dunga
-
FIFA Confederations Cup 2013
-
1 Jefferson, 2 Dani Alves, 3 Thiago Silva, 4 David Luiz, 5 Fernando, 6 Marcelo, 7 Lucas, 8 Hernanes, 9 Fred,
10 Neymar, 11 Oscar,
12 Júlio César, 13 Dante, 14 Filipe
Luís, 15 Jean, 16 Réver, 17 Luiz Gustavo, 18 Paulinho, 19 Hulk, 20 Bernard, 21 Jô, 22 Diego Cavalieri,
23 Jádson, CT: Scolari
Gold Cup
-
CONCACAF
Gold Cup 1996
-
1 Dida, 2 Zé Maria, 3 Alexandre Lopes,
4 Narciso, 5 Flávio Conceição, 6 André Luiz, 7 Caio,
8 Amaral, 9 Iranildo, 10 Arílson, 11 Sávio, 12 Danrlei, 13 Carlinhos Paulista, 14 Gélson Baresi, 15 Zé Roberto, 16 Zé Elias, 17 Beto, 18 Jamelli, 19 Souza,
20 Leandro
Machado, CT: Zagallo
-
CONCACAF
Gold Cup 1998
-
1 Taffarel, 2 Zé Maria, 3 Júnior Baiano, 4 Gonçalves, 5 Mauro Silva, 6 Júnior, 7 Edmundo, 8 Flávio Conceição, 9 Zinho, 10 Denílson, 11 Romário, 12 Carlos Germano,
13 Russo, 14 César, 15 Sylvinho, 16 Doriva, 17 Assunção, 18 Sérgio Manoel, 19 Donizete, 20 Élber, CT: Zagallo
-
CONCACAF
Gold Cup 2003
-
1 Gomes, 2 Maicon, 3 Luisão, 4 Alex, 5 Adriano, 6 Paulo Almeida, 7 Júlio Baptista,
8 Kaká, 9 Ewerthon, 10 Diego,
11 Robinho, 12 Negri, 13 Coelho, 14 André Bahia, 15 Nilmar, 16 Nádson, 17 Carlos Alberto, 18 Thiago Motta, CT: Ricardo Gomes
Mundialito
-
Mundialito 1980
-
1 Carlos, 2 Edevaldo, 3 Oscar, 4 Luizinho, 5 Batista, 6 Júnior, 7 Tita, 8 Cerezo, 9 Sócrates, 10 Renato, 11 Zé Sérgio, 12 João Leite, 13 Getúlio, 14 Juninho, 15 Edinho, 16 Paulo Isidoro, 17 Serginho,
18 Éder, CT: Santana
Campionato Panamericano
-
Campionato Panamericano 1952
-
P Cabeção,
P Castilho, P Osvaldo, D Araty, D Bigode, D Djalma Santos, D Nílton Santos, D Pinheiro, C Bauer,
C Brandãozinho,
C Didi, C Ely, C Gérson, C Ruarinho, A Ademir,
A Baltazar,
A Friaça, A Ipojucan, A Julinho, A Nívio, A Pinga,
A Rodrigues, A Rubens, CT: Zezé Moreira
-
Campionato Panamericano 1956
-
P Sérgio Moacir, P Paulinho, P Valdir, D Aírton, D Duarte, D Ênio Rodrigues,
D Figueiró, D Florindo, D Oreco, D Ortunho, C Ênio Andrade,
C Jerônimo, C Odorico, C Milton Kuelle, C Sarará, A Bodinho, A Chinesinho, A Hercílio, A Juarez, A Larry, A Luizinho, A Raul Klein, CT: Teté
-
Campionato Panamericano 1960
-
P Irno, P Suly, D Aírton,
D Bruno, D Calvet, D Ênio Rodrigues, D Mengálvio, D Orlando, D Ortunho, D Soligo, C Élton, C Gessy, C Ivo Diogo, C Jurandir, C Marino, C Milton Kuelle, A Kim, A Alfeu, A Gilberto, A Juarez, CT: Foguinho
Giochi olimpici
NOTA: per le informazioni sulle rose successive al 1948 visionare la pagina della nazionale olimpica.
Confronti con altre nazionali
Tra gli avversari nazionali contro cui sono stati disputati almeno 10 incontri, il Brasile presenta i seguenti saldi (aggiornati al 6 luglio 2018):
- Nota: le partite terminate ai calci di rigore sono considerate pareggiate.
Saldo positivo
Nazionale
|
Giocate
|
Vinte
|
Pareggiate
|
Perse
|
Reti fatte
|
Reti subite
|
Differenza reti
|
Ultima vittoria
|
Ultimo pari
|
Ultima sconfitta
|
Argentina
|
109
|
43
|
26
|
40
|
166
|
162
|
+4
|
2 luglio 2019
|
14 novembre 2015
|
10 luglio 2021
|
Saldo negativo
Nazionale
|
Giocate
|
Vinte
|
Nulle
|
Perse
|
Reti fatte
|
Reti subite
|
Differenza
|
Ultima vittoria
|
Ultimo pari
|
Ultima sconfitta
|
Norvegia
|
4
|
0
|
2
|
2
|
5
|
8
|
-3
|
|
16 agosto 2006
|
23 giugno 1998
|
Paesi Bassi
|
12
|
3
|
5
|
4
|
15
|
18
|
-3
|
8 giugno 1999
|
4 giugno 2011
|
12 luglio 2014
|
Ungheria
|
5
|
1
|
1
|
3
|
7
|
11
|
-4
|
28 aprile 2004
|
21 luglio 1971
|
16 marzo 1986
|
Onorificenze